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100 film commedia da vedere assolutamente

Indice dei contenuti

Quali sono le commedie da guardare più interessanti della storia del cinema? Considerato a lungo un genere minore, alcune commedie sono diventate dei cult, inseriti da importanti riviste di cinema e critici tra i film da vedere assolutamente. Prima di arrivare al cinema vediamo come nasce il genere della commedia nel teatro antico e nella letteratura.

Le origini della commedia

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La parola “commedia deriva dal greco classico kōmōidía, che è composto dalle 2 parole festa e canto, ode. Le origini della commedia conosciute risalgono all’Antica Grecia in alcune opere di Aristotele, come La Poetica, e di Aristofane. In esse gli autori greci facevano ironia sugli stili di vita e le contraddizioni della società ateniese. 

Le commedie teatrali venivano messe in scena nelle città dell’antica Grecia per fare satira sociale e politica, come avviene nei Talk Show televisivi di oggi. Spesso erano rappresentazioni su un conflitto di attualità, sui politici e sui personaggi noti della società, dove c’erano due schieramenti uno contro l’altro. Il pubblico si poteva identificare e nello stesso tempo divertirsi. 

Il critico canadese Herman Northrop Frye ha identificato questo conflitto principale della commedia teatrale dell’antica Grecia nello scontro tra le giovani generazioni e le vecchie generazioni, tra chi non ha ancora autorità e potere e chi non vuole mollare il ruolo di prestigio conquistato nella società. Lo scontro era raccontato con toni divertenti e situazioni paradossali. 

Mentre l’eroe preferito nella tragedia era un uomo virtuoso il protagonista delle commedie era spesso un uomo mediocre e pieno di difetti. Un personaggio ideale per raccontare i difetti della società con tono divertente.

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Nel mondo islamico antico dove fu tradotta la poetica di Aristotele il termine commedia non veniva associato al divertimento. Fu piuttosto un genere associato alla poesia satirica da scrittori e poeti come Abu Bishr, Al-Farabi , Avicenna e Averroè. 

La commedia attraversa tutte le epoche, da quella dell’antica Roma al Rinascimento, fino ad arrivare alle opere di Shakespeare. 

Nel Medioevo il termine commedia si discosta dal significato di rappresentazione divertente e associata alla risata e assume il significato di poema con lieto fine. Come nel caso de La Commedia di Dante Alighieri

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La commedia nel cinema muto

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Il monello di Charlie Chaplin

La commedia è un genere cinematografico molto popolare che ha le sue caratteristiche principali nell’ironia, la satira e la derisione dei costumi sociali e morali. Agli albori del cinema, la commedia è stato da subito uno dei generi principali, soprattutto dopo la creazione dell’ industria di Hollywood. La commedia sentimentale nasce negli anni ’10 con film che raccontavano la separazione di due coniugi e la frequentazione di altri partner. 

I film avevano un fine di contenimento dell’esplosione di divorzi dell’epoca. Terminavano sempre con finale moralista in cui i due coniugi tornavano a vivere insieme.

Grazie al genere della commedia comica e al personaggio di Charlot Charlie Chaplin diviene uno degli attori e registi più famosi del mondo. Innumerevoli sono i suoi capolavori, a partire dal film comico Il monello fino ad arrivare alla commedia amara e drammatica di Luci della ribalta. 

Nel finale di Luci della ribalta Charlie Chaplin recita con un altro gigante della commedia, Buster Keaton. Alcune commedie di Buster Keaton sono assolutamente da vedere, sono dei veri e propri capolavori del genere slapstick, un genere tipico del L’era del muto in cui la comicità era focalizzata sull’azione e sulle gag fisiche. Ad esempio nei film Come vinsi la guerra o Il cameraman.  Con l’avvento del sonoro la commedia incomincia a usare le gag anche attraverso i dialoghi.

La commedia sofisticata

Nel 1934 entrò in vigore il codice Hays e la rigidità della censura non permetteva più la distribuzione di opere che parlavano di adulterio coniugale. Il genere commedia si orientò allora verso il sottogenere della screwball comedy, la commedia sofisticata.

Questo genere di commedie aveva per protagonisti personaggi ricchi dell’alta borghesia. La commedia sofisticata fu frequentata da grandi registi come Frank Capra in film come Accadde in una notte, del 1934. 

Film commedia americana

I film commedia americani sono tra i genere più antichi del cinema americano; alcuni dei film muti iniziali erano commedie, poiché lo slapstick divertente spesso si basa sull’azione e la mimica, senza richiedere il suono. Con l’introduzione del suono alla fine degli anni ’20 e ’30, i film commedia aumentarono di prestigio. Negli anni ’50, l’industria televisiva era diventata una forte concorrenza per l’industria cinematografica. Gli anni ’60 hanno visto un numero crescente di film divertenti pieni di star di Hollywood. Negli anni ’70 erano preferite le commedie nere. Figure di spicco negli anni ’70 furono Woody Allen e Mel Brooks. Il cinema americano si è specializzati dagli anni ’90 in poi anche nella caratteristica produzione delle commedie d’azione.

Ernst Lubitsch

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Ernst Lubitsch

Il maestro indiscusso della commedia sofisticata ad Hollywood fu Ernst Lubitsch. Lo stile di Lubitsch era brillante, coinvolgente e dinamico, fatto di improvvisi cambi di narrazione e di punti di vista. Tra le sue commedie da vedere più famose possiamo ricordare film come Il ventaglio di Lady Windermere, Mancia competente, Partita a quattro, Ninotchka, girati tra gli anni 20 e gli anni 30. Tra i suoi capolavori sicuramente anche, Vogliamo vivere!, una memorabile satira su Hitler, ispirata a Il grande dittatore di Charlie Chaplin

Frank Capra

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Frank Capra

All’inizio degli anni trenta ad affermarsi come regista di commedie a Hollywood è soprattutto Frank Capra con i suoi film a lieto fine, epiloghi spesso inverosimili ed edulcorati. 

Siamo in pieno New Deal e dopo la Grande Depressione gli Stati Uniti hanno bisogno di fiducia. Le case di produzione sono contente di produrre film che sostengono il progetto politico del governo di un nuovo sogno americano.

Howard Hawks

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Degli anni 40-50 arriva al successo il maestro della commedia Howard Hawks, con film come sono Susanna! (1938), La signora del venerdì (1940) o Gli uomini preferiscono le bionde (1953)

Sono racconti cinematografici in cui l’autore si concentra principalmente sul conflitto tra vita noiosa e caos, con una regia invisibile che da rilevanza oggettiva ai fatti che accadono sullo schermo. 

Billy Wilder

La commedia però diventa amara e si trasforma in film d’essai con maggiore spessore solo con il cinema di Billy Wilder. Wilder collaborò con grandi scrittori come come Charles Brackett o I. A. L. Diamond. 

I suoi film sono una critica amara alla società occidentale pieni di umorismo nero, che ricordano in un certo senso lo spessore della grande commedia all’italiana

I capolavori più importanti sono Scandalo internazionale, 1948, Quando la moglie è in vacanza, 1955, A qualcuno piace caldo, 1959, Sabrina, 1954, Arianna, 1957, Irma la dolce, 1963.

Film commedia all’italiana 

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Alla fine degli anni 50 nasce in Italia la cosiddetta commedia all’italiana, un genere di commedia che tratta temi sociali, politici e culturali da un punto di vista divertente e ironico. La commedia all’italiana riesce ad essere più incisiva di molti film drammatici considerati d’essai. Uno dei primi film è I soliti ignoti di Mario Monicelli, nel 1958.

Mario Monicelli

La commedia all’italiana descriverà con straordinaria precisione e arguzia il costume della società italiana degli anni 60 e 70, come nessun altro genere sarà in grado di fare. L’attore Alberto Sordi sarà protagonista sul grande schermo di centinaia di film che racconteranno i vizi, l’opportunismo, la meschinità e la propensione alla truffa dell’italiano medio. 

I principali registi della commedia all’italiana sono stati Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi, Luigi Zampa, Steno, Vittorio De Sica e Luigi Comencini.

Tutti i grandi attori italiani dell’epoca hanno frequentato il genere della commedia: furono Vittorio Gassman, Anna Magnani, Sophia Loren, Ugo Tognazzi, Marcello Mastroianni, Nino Manfredi, Aldo Fabrizi, Claudia Cardinale Gastone Moschin e Adolfo Celi.

Film commedia francesi

I film commedia francesi iniziarono ad apparire in numero sostanziale durante l’era dei film muti, dal 1895 al 1930. L’umorismo visivo di gran parte di questi film muti contava sula farsa e sul burlesque. Uno dei primi cortometraggi divertenti fu Watering the Gardener (1895) dei fratelli Lumière. Max Linder è stato un importante attore comico e può essere considerato la vera celebrità dei film commedia di quell’epoca.

Quando il suono è arrivato nei cinema nel 1927, i film commedia sono tornati alla popolarità, grazie all’uso del dialogo. Dopo la seconda guerra mondiale, la cultura francese ha subito molti adattamenti negli anni ’40 e ’70, che hanno avuto una grande influenza sulle commedie di questa durata. Una varietà di comici francesi ha avuto la capacità di individuare un arrivare al mercato di lingua inglese in questo periodo; Fernandel, Bourvil, Louis de Funès e Jacques Tati.

All’inizio degli anni ’70, giovani attori nuovi della generazione del baby boom hanno recitato in film commedie: Gérard Depardieu, Splendid, Daniel Auteuil, Daniel Prévost e Coluche.

La commedia romantica

Uno dei principali sottogeneri della commedia, diventato uno dei generi di film più commerciali negli anni 2000 è la commedia romantica, un sottogenere dei film romantici. Famosi attori di Hollywood come Julia Roberts e Richard Gere sono dedicati principalmente a questo tipo di film, con mediocri risultati dal punto di vista artistico e straordinari incassi al botteghino. 

La commedia romantica più recente raramente ha trovato una sua identità artistica ed è rimasto un fenomeno prevalentemente commerciale. Spesso sono state l’equivalente cinematografico del fenomeno di massa del romanzo rosa, prive di spessore. 

La commedia nera

Perfetta invece come punto di collegamento tra il genere commedia e film d’essai è la commedia nera. Con questo genere si sono cimentati artisti del calibro di Stanley Kubrick come in il Dottor Stranamore, Ettore Scola, Marco Ferreri in Italia, e molti altri in varie parti del mondo. 

La commedia nera, in antitesi con la commedia romantica patinata e sdolcinata, inserisce nel racconto elementi divertenti ma osceni, oscuri, spesso collegati alla morte. La black comedy è perfetta per raccontare in modo più leggero i lati più oscuri dell’essere umano e della società. 

La commedia drammatica

La commedia drammatica, definita anche commedia amara, è un film che nonostante conservi il tono della commedia esplora vicende drammatiche, spesso prive di un lieto fine. 

I personaggi della commedia drammatica hanno frequentemente un maggior spessore di quelli della commedia leggera: i registi possono inserire elementi più verosimili e rendere il cinema più simile alla vita, con alternanza di momenti divertenti e momenti drammatici. 

Molti film di Federico Fellini, se proprio dovessimo assegnare un genere ad un autore geniale e inclassificabile, sono commedie drammatiche, dove il maestro del cinema italiano mescola con rara abilità momenti tragici e ironici, dramma e grottesco. 

Negli anni 70, in Italia ad esempio, la commedia all’italiana cambia mentre cambia la società. L’ottimismo del boom economico cede il passo agli anni di piombo e al terrorismo. 

La commedia diventa progressivamente più malinconica e drammatica, a cominciare da film come C’eravamo tanto amati di Ettore Scola. L’abbandono dei valori dell’amicizia e dell’amore in cambio dell’opportunismo e della carriera diventa uno dei temi dominanti. 

I film hanno ancora quello spirito divertente ed ironico, ma esso è fortemente attenuato da riflessioni più impegnate, sguardi malinconici su una realtà spesso complessa è difficile. 

La commedia non può permettersi più di essere troppo “leggera”, perché il declino della società incomincia ad essere preoccupante, e cambia anche lo sguardo sul mondo dei registi.

Il film comico 

Il film comico, spesso distinto dalla commedia, è considerato spesso un genere a sé stante. Molti critici cinematografici considerano il genere comico come sottogenere della commedia. Nasce nell’epoca del muto con registi come Max Linder, Charlie Chaplin, Laurel & Hardy, Buster Keaton, Harry Langdon e Harold Lloyd

Continua poi con il cinema sonoro con artisti come i fratelli Marx, Abbott and Costello, Jerry Lewis, Woody Allen e i Monty Python

In Italia il cinema comico riscuote nel corso dei decenni sempre un grande successo con attori come Totò, Peppino De Filippo, Aldo Fabrizi, Massimo Troisi, Paolo Villaggio, Carlo Verdone

Il famoso impiegato sfigato Fantozzi, interpretato da Paolo Villaggio, è uno dei film comici italiani più grotteschi e allo stesso tempo più “neri” sulla mediocrità esistenziale, un grande successo del cinema italiano che ha dato vita a una lunga serie di sequel. 

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Altri generi di commedia 

La commedia ha dato vita ad una miriade di sottogeneri, e probabilmente ci saranno critici cinematografici che ne identificheranno alcuni nuovi in futuro. 

La commedia anarchica è un genere identificato da alcuni critici cinematografici focalizzato sulla presa in giro dell’autorità e del potere. Ad esempio film come quelli di Monty Python, o le commedie irriverenti americane come Animal House, del 1978, National Lampoon e molti dei film dei fratelli Marx.

La commedia da bagno: film grossolani e disgustosi girati con un approccio demenziale. Porky’s (1982), Scemo e più scemo (1994),  American Pie (1999). 

La commedia di buone maniere come il film Colazione da Tiffany, ambientate nel conformismo di una determinata classe sociale. 

La commedia “farsa” che esagera situazioni al limite del paradosso come in A qualcuno piace caldo. Poi c’è la parodia, la commedia sul sesso, la commedia situazione, la commedia etero, la commedia surreale. 

Film commedia da vedere

Dopo questo breve viaggio nella storia della commedia e dei vari sottogeneri genere cinematografici, ecco una lista di commedie d’essai da vedere assolutamente. Per chi ama il genere ma non vuole rinunciare alla qualità artistica e allo spessore culturale. 

Charlie Chaplin – cortometraggi

Charlie Chaplin diventa conosciuto in tutto il mondo con i cortometraggi del suo personaggio Charlot, ispirato alla sua esperienza di vita, inventato nel 1914. Un vagabondo dalle scarpe enormi che aggiunge ai film comici dell’epoca la poesia del grande cinema. I cortometraggi di Charlie Chaplin spesso meno conosciuti dei suoi film di lungometraggio più famosi sono delle vere e proprie perle della commedia e dell’arte cinematografica mondiale. Film da non perdere assolutamente.

Guarda i cortometraggi di Charlie Chaplin

Madame DuBarry (1919)

Madame DuBarry è un film muto storico commedia del 1919 diretto da Ernst Lubitsch, interpretato da Pola Negri. Il film narra la storia di Jeanne Vaubernier, una giovane e bella modista parigina che, dopo aver abbandonato il suo grande amore, Armand de Foix, per intraprendere una relazione con il conte Jean Du Barry, diventa la favorita del re Luigi XV. Jeanne, che ora si fa chiamare Madame Du Barry, vive una vita di lusso e opulenza, ma la sua posizione è sempre più minacciata dalla crescente insoddisfazione del popolo francese.

Trama

Il film inizia con Jeanne Vaubernier che lavora come modista a Parigi. È una giovane donna bella e vivace, ma anche molto povera. Un giorno, Jeanne incontra il conte Jean Du Barry, un nobile corrotto che è alla ricerca di una nuova amante. Il conte viene immediatamente affascinato da Jeanne, e la convince a lasciare il suo lavoro e a seguire lui a Versailles.

Commento

Madame DuBarry è un film complesso e sfaccettato che esplora temi come l’amore, il potere e la rivoluzione. Il film è stato elogiato dalla critica per la sua regia, la performance di Pola Negri e la ricostruzione dell’ambientazione del XVIII secolo.

Il film è stato anche oggetto di polemiche, in particolare in Francia, dove è stato accusato di essere un’opera di propaganda anti-francese. Le critiche si concentravano sul fatto che il film presentava la Francia del XVIII secolo come un paese decadente e corrotto, e che Jeanne Du Barry era dipinta come una donna frivola e senza scrupoli.

Nonostante le polemiche, Madame DuBarry è un film che ha resistito alla prova del tempo e che continua ad essere apprezzato dai fan del cinema di tutto il mondo. Il film è un esempio importante del cinema muto tedesco, e rappresenta un’opera di grande valore artistico e storico.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato in Germania, e le scene di Versailles sono state ricostruite nei vasti studi cinematografici di Babelsberg.
  • La performance di Pola Negri è stata elogiata dalla critica per la sua sensualità e il suo magnetismo.
  • Il film ha avuto un grande successo di pubblico, e ha incassato oltre 1 milione di dollari all’epoca.

Il monello (1921)

Il monello (in inglese: The Kid) è un film muto del 1921 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema muto e uno dei film più importanti di Chaplin.

Trama

Un vagabondo (Charlot) trova un bambino abbandonato (Jackie Coogan) e decide di adottarlo. I due vivono insieme, affrontando le difficoltà della vita da senzatetto. Charlot si prende cura del bambino con amore e dedizione, insegnandogli a vivere con dignità e speranza.

Temi

Il monello esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’amore e la famiglia: Il film è una storia d’amore tra un padre e un figlio adottivo. Charlot è un padre amorevole e protettivo, e il bambino è un figlio devoto.
  • La povertà e la discriminazione: Il film affronta le difficoltà della vita da senzatetto. Charlot e il bambino sono spesso oggetto di discriminazione e pregiudizi.
  • La speranza e la resilienza: Il film è una storia di speranza e resilienza. Charlot e il bambino non si arrendono mai, anche di fronte alle difficoltà.

Accoglienza

Il monello è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per le sue interpretazioni, la sua storia commovente e la sua esplorazione di temi importanti.

Eredità

Il monello è considerato un capolavoro della storia del cinema. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1994, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Guarda Il monello

Tiro a segno (1921)

Tiro a segno è un film d’azione commedia muto del 1921 a due rulli con Buster Keaton, scritto e diretto da Keaton e Edward F. Cline. È un cortometraggio di 21 minuti. Insoddisfatto del risultato, Keaton lo ha accantonato e il film non è stato lanciato. Il titolo descrive il segnale della mano segreto utilizzato dalla banda malavitosa del film.

Trama

Keaton interpreta un vagabondo che inganna il suo tempo in un tiro a segno in un parco a tema. Credendo che Keaton sia un tiratore scelto, sia la banda omicida dei Blinking Buzzards che l’uomo che desiderano eliminare finiscono per assumerlo. Il film si conclude con un inseguimento selvaggio attraverso una casa piena di passaggi segreti e botole.

Stile

In contrasto con la “slapstick violenta” dei film che aveva effettivamente realizzato con Fatty Arbuckle, questo breve film mostra lo stile pacifico, asciutto e divertente che diventò il segno distintivo di Keaton. Le scene culminanti dell’inseguimento all’interno della casa si svolgono su un set su due livelli, con pannelli a parete girevoli, botole e passaggi segreti. 

La palla nº 13 (1924)

Sherlock Jr. è un film d’azione commedia muto americano del 1924 diretta e interpretata da Buster Keaton e scritto da Clyde Bruckman, Jean Havez e Joseph A. Mitchell. Include Kathryn McGuire, Joe Keaton e Ward Crane. Il film è considerato uno dei migliori commedie mai realizzate. 

Trama

Sherlock Jr. Buster è un proiezionista e bidello. Quando il cinema è vuoto, studia un libro su Come essere un detective. Ama una splendida donna ma ha un concorrente, lo “sceicco locale”. Nessuno dei due ha molti soldi. Scopre una banconota da un dollaro nella spazzatura che ha spazzato via nell’atrio.

Lo prende e lo include nei $ 2 che ha. Una signora afferma che ha perso un dollaro. Lo offre indietro. Quindi anche una vecchia donna afferma di aver perso un dollaro. Un ragazzo fruga nella spazzatura e scopre un portafoglio pieno di contanti.

Eredità

La palla nº 13 è considerato un classico del cinema muto. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1995, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi che potresti trovare interessanti:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Keaton e Joseph Mitchell.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Keaton e Carl Stalling.

Matrimonio in quattro (1924)

Matrimonio in quattro è un film commedia muto del 1924 diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Adolphe Menjou, Monte Blue, Marie Prevost e Florence Vidor. È basato sulla commedia Nur ein Traum di Lothar Schmidt.

Trama

Il film è ambientato a Vienna, in Austria, e segue la storia di due coppie: il dottor Franz Braun (Monte Blue) e sua moglie Charlotte (Florence Vidor), e Mitzi Stock (Marie Prevost) e suo marito il professor Josef Stock (Adolphe Menjou).

La storia inizia quando Mitzi inizia a flirtare con Franz. Josef, che è sospettoso della fedeltà di sua moglie, assume un detective per indagare su di lei. L’indagine del detective inizia presto a concentrarsi su Franz, e la situazione diventa sempre più complicata.

Nel frattempo, la migliore amica di Charlotte, la dottoressa Gustav Mueller (Creighton Hale), cerca di confortarla durante il suo momento difficile.

Il film esplora temi come amore, matrimonio, infedeltà e gelosia. È una commedia spiritosa e sofisticata che è anche sorprendentemente perspicace nelle relazioni umane.

Trama

Il film inizia con una scena in cui Franz e Charlotte sono felici e innamorati. Franz è un medico di successo e Charlotte è una casalinga premurosa.

Un giorno, Franz e Charlotte sono invitati a una festa a casa di Mitzi e Josef. Mitzi è una donna affascinante e seduttiva, e inizia subito a flirtare con Franz.

Josef è geloso di sua moglie e sospetta che lei lo tradisca. Assume un detective per indagare su di lei.

Il detective inizia a seguire Mitzi e scopre che sta flirtando con Franz. Josef è sconvolto e decide di divorziare da sua moglie.

Analisi

Matrimonio in quattro è un film classico del cinema muto. È una commedia divertente e intelligente che esplora temi universali come l’amore, il matrimonio e l’infedeltà.

Il film è diretto con maestria da Ernst Lubitsch, uno dei più grandi registi del cinema muto. Lubitsch usa la sua abilità comica per creare scene divertenti e coinvolgenti.

Le interpretazioni degli attori sono eccellenti. Adolphe Menjou è perfetto nel ruolo del marito geloso e sospettoso. Monte Blue è convincente nel ruolo del marito infedele che si rende conto del proprio errore. Florence Vidor è tenera e comprensiva nel ruolo della moglie tradita.

La febbre dell’oro (1925)

La febbre dell’oro (1925) è un film commedia muto statunitense del 1925 scritto, prodotto e diretto da Charlie Chaplin. Il film vede anche Chaplin nella sua persona del Vagabondo, Georgia Hale, Mack Swain, Tom Murray, Henry Bergman e Malcolm Waite. Chaplin dichiarò al momento della sua uscita che questo era il film per il quale voleva essere ricordato.

Trama

Un cercatore d’oro di nome Charlot arriva nel Klondike durante la corsa all’oro del 1890. È determinato a fare fortuna, ma deve affrontare molte sfide, tra cui il clima rigido, il terreno impervio e la spietata concorrenza di altri cercatori d’oro.

Charlot alla fine fa amicizia con un altro cercatore d’oro di nome Big Jim (Mack Swain). I due uomini lavorano insieme per trovare l’oro, ma vengono costantemente ostacolati dalla propria incompetenza e dalla sfortuna.

Nonostante gli ostacoli, Charlot non si arrende mai al suo sogno. Alla fine scopre una ricca vena d’oro e diventa un milionario.

Temi

  • Il sogno americano
  • Perseveranza
  • Amicizia
  • Avidità
  • Amore

Accoglienza critica

La febbre dell’oro fu un successo di critica e commerciale. Il film fu elogiato per la regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la musica. Fu candidato a quattro premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e miglior sceneggiatura originale, e vinse l’Oscar per la migliore fotografia.

Eredità

La febbre dell’oro è considerato uno dei film più grandi di Charlie Chaplin. È un classico del cinema muto e ha fatto parte del National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress come “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

Premi

  • Premio Oscar per la migliore fotografia
  • Premio Photoplay per il miglior film
  • Premio New York Film Critics Circle per il miglior film

Curiosità

  • Gli effetti speciali del film furono rivoluzionari per l’epoca. La scena della bufera di neve fu creata utilizzando una combinazione di sale, farina e carta.
  • La scena della danza del film è una delle più famose della storia del cinema. La scena fu coreografata da Chaplin stesso ed è stata parodiata da molti altri registi.
  • Il finale del film fu cambiato all’ultimo minuto. Chaplin originariamente aveva in programma di far separare Charlot e Big Jim, ma decise di terminare il film su un tono più ottimistico.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato in un periodo di cinque mesi, dal novembre 1924 al marzo 1925.
  • Il budget del film è stato di 1,3 milioni di dollari, un’enorme cifra per l’epoca.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 5 milioni di dollari.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la musica.

Come vinsi la guerra (1926)

Come vinsi la guerra (in inglese: The General) è un film muto del 1926 diretto, prodotto e interpretato da Buster Keaton. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema muto e uno dei film più importanti di Keaton.

Trama

Durante la guerra di secessione americana, un macchinista di locomotive del sud, Johnny Gray, viene rifiutato dall’esercito perché considerato più utile come macchinista che come soldato. Quando i soldati nordisti rapiscono la sua locomotiva, Johnny decide di riscattarsi e di salvare la sua fidanzata, Annabelle, che si trova sulla locomotiva.

Temi

Come vinsi la guerra esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’amore: Il film è una storia d’amore tra un macchinista e una ragazza.
  • L’eroismo: Il film esplora il tema dell’eroismo e del sacrificio.
  • Il progresso tecnologico: Il film esplora l’impatto del progresso tecnologico sulla guerra.

Accoglienza

Come vinsi la guerra è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per le sue gag fisiche, la sua storia avvincente e la sua esplorazione di temi importanti.

Eredità

Come vinsi la guerra è considerato un classico del cinema muto. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1998, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Keaton e Clyde Bruckman.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Keaton e Carl Stalling.

Guarda Come vinsi la guerra

La vita è un charleston (1926)

La vita è un charleston (1926) è un film commedia muto americano diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Monte Blue, Patsy Ruth Miller, Lilyan Tashman e André Beranger. È basato sull’opera teatrale del 1872 Le Reveillon di Henri Meilhac e Ludovic Halévy.

Il film racconta la storia di Paul Giraud (Monte Blue), un uomo felicemente sposato che viene tentato da un’altra donna mentre sua moglie è fuori città. La vicina di Paul, Georgette Lalle (Lilyan Tashman), è una ballerina seducente che lo invita nel suo appartamento per una festa. Paul inizialmente resiste alle avances di Georgette, ma alla fine cede alla tentazione.

Analisi

La vita è un charleston è un classico esempio dello stile comico di Lubitsch. Il film è pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile. Lubitsch usa anche gli elementi visivi del film per creare umorismo. Ad esempio, in una scena, Paul e Georgette sono mostrati mentre ballano nell’appartamento di Georgette. La macchina da presa si muove intorno alla coppia, creando un senso di intimità ed eccitazione. Tuttavia, la macchina da presa rivela anche che Paul indossa un cappello ridicolo, che aggiunge un tocco di umorismo alla scena.

Il film esplora anche il tema dell’infedeltà in modo complesso e sfaccettato. Paul non è un cattivo; è semplicemente un uomo che viene tentato da un’altra donna. Suzanne non è nemmeno una vittima; è una donna forte e indipendente che è in grado di perdonare suo marito.

Dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato a Berlino, in Germania.
  • Il film è stato un successo di critica e di pubblico al momento dell’uscita.
  • È considerato uno dei migliori film muti mai realizzati.
  • Il film è stato rifatto nel 1938 come The Shop Around the Corner, con James Stewart e Margaret Sullavan.

Io… e il ciclone (1928)

Io… e il ciclone (in inglese: Steamboat Bill Jr.) è un film muto del 1928 diretto da Charles Reisner con Buster Keaton. Il film è considerato uno dei migliori film di Keaton e una delle vette del cinema muto.

Trama

William Canfield Jr., un giovane dandy di città, torna al suo paese natale per riconquistare la fidanzata di un tempo, Kitty. Il padre di Kitty, Steamboat Bill, è il proprietario di un battello a vapore che è in concorrenza con un altro battello, di proprietà di John King.

Temi

Io… e il ciclone esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’amore: Il film è una storia d’amore tra un giovane dandy e una ragazza di campagna.
  • Il conflitto: Il film esplora il conflitto tra due generazioni e tra due famiglie rivali.
  • La natura: Il film esplora il potere della natura e la vulnerabilità dell’uomo.

Accoglienza

Io… e il ciclone è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per le sue gag fisiche, la sua storia avvincente e le sue sequenze del ciclone, che sono considerate tra le più iconiche nella storia del cinema.

Eredità

Io… e il ciclone è considerato un classico del cinema muto. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1995, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Charles Reisner, Carl Harbaugh e Charles Rogers.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Carl Stalling.

Luci della città (1931)

Luci della città (in inglese: City Lights) è un film muto del 1931 diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema muto e uno dei film più importanti di Chaplin.

Trama

Charlot, un vagabondo dal cuore tenero e pieno di generose aspirazioni, acquista una rosa da una giovane fioraia non vedente che per puro equivoco lo scambia per un milionario. Charlot se ne innamora e inizia a frequentarla, sperando di poterla aiutare a recuperare la vista.

Temi

Luci della città esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’amore: Il film è una storia d’amore tra un vagabondo e una fioraia.
  • La compassione: Il film esplora il tema della compassione e della gentilezza.
  • La città: Il film esplora il contrasto tra la ricchezza e la povertà, tra la luce e l’oscurità.

Accoglienza

Luci della città è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua storia commovente, le sue gag fisiche e la sua esplorazione di temi importanti.

Eredità

Luci della città è considerato un classico del cinema muto. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1991, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Chaplin.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Chaplin.

Recensione

Nei suoi ultimi anni, Charlie Chaplin era noto per aver portato il dramma nelle sue commedie ogni volta che ne aveva la possibilità. City Lights è il film in cui ne realizza entrambe le parti. Sebbene la sua struttura assomiglia al genere picaresco di Chaplin, c’è più di un obiettivo intenzionale poiché il vagabondo tenta di assistere una fioraia cieca, interpretata adorabilmente da Virginia Cherrill. Quando è ubriaco e non riesce a ricordare le sue azioni quando è sobrio, anche Harry Myers dovrebbe essere ricordato per il suo ruolo del milionario generoso in questo straordinario film.

Il coro di Tokyo (1931)

Trama

Il coro di Tokyo inizia con la scena di un’assemblea aziendale in cui Shinji Okajima, un impiegato di una compagnia di assicurazioni, si oppone al licenziamento ingiustificato di un suo collega. Okajima è un giovane idealista che crede nella giustizia e nell’uguaglianza, e non esita a schierarsi dalla parte del torto.

La sua protesta gli costa il posto di lavoro, e la famiglia Okajima si ritrova improvvisamente senza un reddito. Sugako, la moglie di Okajima, inizia a lavorare come domestica per aiutare a sostenere la famiglia. I figli, Chounan e Chocho, devono adattarsi alla nuova situazione e iniziare a contribuire alle faccende domestiche.

Recensione

Il coro di Tokyo è un film importante per diversi motivi. Innanzitutto, è un ritratto realistico della vita quotidiana a Tokyo durante la Grande Depressione. Il film mostra le difficoltà economiche che le persone dovevano affrontare, ma anche la loro forza e resilienza.

In secondo luogo, il film è noto per il suo stile minimalista. Ozu utilizza un uso limitato di dialoghi e di movimenti di macchina, concentrandosi invece sulle immagini e sui dettagli. Questo stile minimalista contribuisce a creare un senso di realismo e di intimità.

Infine, Il coro di Tokyo è un film umano. Ozu mostra la compassione e la comprensione per le persone che affrontano difficoltà. Il film è un messaggio di speranza per tutti coloro che affrontano sfide nella vita.

Alcuni temi importanti del film:

  • La giustizia sociale
  • La resilienza umana
  • La forza della famiglia
  • Il potere della musica

Alcuni dettagli del film:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La durata del film è di 91 minuti.
  • Il film è stato distribuito in Giappone il 28 dicembre 1931.

Premi:

  • Il film ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Venezia del 1932.
  • Il film è stato inserito nella lista dei 100 migliori film di tutti i tempi della rivista Sight & Sound.

Sono nato, ma… (1932)

Sono nato, ma… (1932) è un film commedia drammatica giapponese diretto da Yasujirō Ozu e interpretato da Tatsuo Saitō, Hideo Sugawara e Tomio Aoki.

Trama

Due fratelli, uno più grande e uno più piccolo, vivono con il padre, un impiegato di basso rango. Il padre è un uomo autoritario e severo, e spesso si prende gioco del figlio più piccolo, che è più timido e introverso del fratello maggiore.

Un giorno, il padre muore improvvisamente. I due fratelli sono orfani e devono imparare a cavarsela da soli. Il fratello maggiore, che è più forte e intraprendente, si occupa delle faccende domestiche e cerca di trovare un lavoro per mantenere la famiglia. Il fratello minore, invece, è ancora sconvolto dalla morte del padre e si rifugia nella solitudine.

Temi

  • La famiglia
  • La morte
  • La crescita

Accoglienza critica

Sono nato, ma… è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua delicatezza, la sua sensibilità e la sua capacità di raccontare la storia della crescita di due fratelli.

Il film ha vinto il premio per la migliore regia al Festival di Venezia 1932.

Premi

  • Festival di Venezia 1932: premio per la migliore regia

Curiosità

  • Il film è stato girato in Giappone.
  • Il film è basato sul romanzo omonimo di Yasujirō Ozu.

Analisi

Sono nato, ma… è un film che esplora la complessità delle relazioni familiari, in particolare il rapporto tra fratelli. Il film è ambientato in Giappone, in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali.

Il padre, interpretato da Tatsuo Saitō, è un uomo autoritario e severo, che incarna i valori tradizionali della società giapponese. I due fratelli, interpretati da Hideo Sugawara e Tomio Aoki, rappresentano invece le nuove generazioni, che sono alla ricerca di una propria identità.

Il film racconta il conflitto tra questi due punti di vista. Il padre cerca di imporre la sua autorità ai figli, ma i figli resistono alle sue pressioni. Alla fine, i due fratelli trovano un modo per convivere e superare la morte del padre.

Trouble in Paradise (1932)

Trouble in Paradise (1932) è un film commedia romantica pre-codice americano diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Miriam Hopkins, Herbert Marshall e Kay Francis. È considerato uno dei migliori film dell’era pre-codice ed è ancora oggi apprezzato dal pubblico.

Il film racconta la storia di Gaston Monescu (Herbert Marshall), un ladro di gioielli elegante e sofisticato, e Lily Chevalier (Miriam Hopkins), una bellissima borseggiatrice. I due si incontrano su un treno e si innamorano. Decidono di unirsi e usare le loro abilità per commettere una serie di furti di gioielli.

Il loro primo obiettivo è Madame Mariette Colet (Kay Francis), una ricca e bella magnate del profumo. Gaston e Lily infiltrano il circolo interno di Madame Colet e iniziano a corteggiarla. Tuttavia, i loro piani vengono complicati quando Gaston si innamora davvero di Madame Colet.

Trouble in Paradise è una commedia spiritosa e sofisticata piena di doppi sensi e allusioni sessuali. È anche un film sorprendentemente romantico, e la relazione tra Gaston e Lily è una delle relazioni romantiche più credibili e ben sviluppate nella storia del cinema.

Analisi

Trouble in Paradise è un capolavoro del cinema pre-codice. È un film pieno di arguzia, sofisticatezza e romanticismo. La regia di Lubitsch è magistrale e le interpretazioni dei tre attori protagonisti sono superbi.

Il film è anche noto per il suo trattamento franco e aperto del sesso e della sessualità. Ciò è stato possibile perché il film è stato realizzato prima dell’applicazione del Codice di produzione, che era un insieme di linee guida morali che i film di Hollywood erano tenuti a seguire.

Il Codice di produzione proibiva la rappresentazione del sesso, della violenza e di altri argomenti controversi. Tuttavia, Trouble in Paradise è stato realizzato prima che il Codice di produzione fosse rigorosamente applicato ed è in grado di esplorare liberamente questi argomenti.

Questa libertà consente a Lubitsch di creare un film che sia sia divertente che provocatorio. Il film è anche in grado di esplorare la complessa relazione tra amore e sesso in un modo che non era possibile nei film realizzati dopo l’applicazione del Codice di produzione.

Zero in condotta (1933)

Zero in condotta è un film muto del 1933 diretto da Jean Vigo. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema surrealista e uno dei film più importanti di Vigo.

Trama

Quattro ragazzi, Bruel, Caussat, Colin e Le Grand, sono puniti con uno “zero” in condotta e vengono confinati in un collegio militare. I ragazzi, però, non si rassegnano e organizzano una rivolta contro la disciplina e l’autorità.

Temi

Zero in condotta esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’adolescenza: Il film è una storia di ribellione e di crescita personale.
  • L’autorità: Il film esplora il conflitto tra i giovani e l’autorità.
  • La libertà: Il film celebra la libertà e l’individualità.

Accoglienza

Zero in condotta è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua originalità, la sua freschezza e la sua esplorazione di temi importanti.

Eredità

Zero in condotta è considerato un classico del cinema. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1998, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Jean Vigo e Alexandre Astruc.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Maurice Jaubert.

Recensione

Uno dei grandi capolavori della storia del cinema sul tema dell’infanzia e dei condizionamenti scolastici e sociali sulle giovani generazioni. Un inno alla libertà e alla creatività, una spinta a liberarsi dalle prigioni invisibili in cui tentano di rinchiudersi. Opera fondamentale da vedere almeno una volta nella vita. Un capolavoro dal genio di Jean Vigo.

Guarda Zero in condotta

La guerra lampo dei Fratelli Marx (1933)

DucLa guerra lampo dei Fratelli Marx è una commedia nera musicale americana pre-Codice di 76 minuti scritta da Bert Kalmar e Harry Ruby, con dialoghi aggiuntivi di Arthur Sheekman e Nat Perrin, diretta da Leo McCarey e interpretata dai fratelli Marx (Groucho, Harpo, Chico, e Zeppo nella sua ultima apparizione cinematografica) e con Margaret Dumont, Louis Calhern, Raquel Torres e Edgar Kennedy. La guerra lampo dei Fratelli Marx è stato l’ultimo dei cinque film dei fratelli Marx distribuiti dalla Paramount Pictures.

Trama

Il film si apre con Rufus T. Firefly (Groucho Marx), un cantante di bar fallito, che viene nominato presidente della piccola nazione di Freedonia. Firefly è un politico corrotto e incompetente che è più interessato a arricchirsi che a aiutare il suo paese.

La signora Teasdale (Margaret Dumont), una ricca vedova americana, offre a Firefly un prestito di 20 milioni di dollari se sposerà sua figlia Vera (Raquel Torres). Firefly accetta il prestito, ma non ha intenzione di sposarsi.

Intanto, il paese vicino di Sylvania, guidato dal dittatore Trentino (Louis Calhern), dichiara guerra a Freedonia. Firefly assume due spie, Chicolini (Chico Marx) e Harpo (Harpo Marx), per aiutarlo a vincere la guerra.

Accoglienza

La guerra lampo dei Fratelli Marx è stato un successo di critica e di pubblico al momento della sua uscita. Il film è stato elogiato per il suo umorismo satirico e per le sue scene esilaranti.

Il film è stato nominato all’Oscar per il miglior film, ma ha perso contro Cavalcade.

Curiosità

  • La guerra lampo dei Fratelli Marx è considerato uno dei film più divertenti mai realizzati. È stato inserito nella lista dei 100 film più divertenti di tutti i tempi dell’American Film Institute.
  • Il film è stato girato in soli sei giorni.
  • Groucho Marx ha scritto la maggior parte delle sue battute per il film.
  • La scena in cui Chicolini e Harpo suonano l’orchestra è stata improvvisata.
  • La guerra lampo dei Fratelli Marx è stato uno dei primi film a utilizzare il sonoro sincronizzato.

Accadde una notte (1934)

Accadde una notte (1934) è un film commedia romantica americana pre-codice diretto da Frank Capra e interpretato da Claudette Colbert nel ruolo di Ellie Andrews, un’ereditiera viziata che fugge con un pilota cacciatore di fortuna, e Clark Gable nel ruolo di Peter Warne, un reporter cinico e recentemente licenziato che accetta di aiutare Ellie a riunirsi con suo marito in cambio di un’esclusiva storia.

Trama

Ellie Andrews, la ricca figlia di un industriale dominante, si sposa impulsivamente con King Westley, un pilota con la reputazione di essere un cacciatore di dote. Il padre di Ellie, determinato a impedire alla figlia di commettere un errore sciocco, manda i suoi detective privati a rintracciare i novelli sposi e riportare Ellie a casa.

Ellie, rendendosi conto che il suo matrimonio è stato un errore e che Westley è interessato solo ai suoi soldi, fugge dallo yacht dove stanno trascorrendo la luna di miele. In un’autostazione, incontra Peter Warne, un reporter recentemente licenziato che è disperato per una notizia. Ellie, bisognosa di aiuto, propone a Peter un accordo: gli pagherà per aiutarla a riunirsi con Westley, e in cambio gli darà un’esclusiva storia sulla loro scappatella.

Accoglienza e eredità

“Accadde una notte” è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1934. Il film è stato elogiato per il suo dialogo arguto, i suoi personaggi memorabili e la regia magistrale di Frank Capra. Ha vinto cinque premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia, miglior attore per Clark Gable, miglior attrice per Claudette Colbert e miglior sceneggiatura originale.

“Accadde una notte” è rimasto popolare per decenni ed è considerato una delle più grandi commedie romantiche mai realizzate. È stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress per la sua importanza culturale, storica ed estetica.

Curiosità

  • Il titolo originale del film era “Three is a Crowd”, ma è stato cambiato in “Accadde una notte” su suggerimento del capo della Columbia Pictures Harry Cohn.
  • Clark Gable ha dovuto farsi crescere un pizzetto per il suo ruolo in “Accadde una notte”, poiché il suo personaggio era un reporter. Questa è stata la prima volta che Gable è apparso sullo schermo con la barba.
  • La scena più famosa del film è la scena del “strisciamento sul muro”, in cui Ellie e Peter sono costretti a condividere un letto in una camera d’albergo affollata. La scena è stata improvvisata da Claudette Colbert e Clark Gable e non era presente nella sceneggiatura originale.

Sazen Tange e la pentola da un milione di Ryo (1935)

“Sazen Tange and the Pot Worth a Million Ryo” (in giapponese: “Tange Sazen Yowa: Hyakuman Ryo no Tsubo”) è un film giapponese del 1935 diretto da Sadao Yamanaka. Il film è un adattamento cinematografico di una novella giapponese del XVIII secolo scritta da Kyokutei Bakin.

Trama

La trama del film segue le avventure di Sazen Tange, un abile spadaccino con una mano sola, alla ricerca di un antico vaso giapponese dal valore di un milione di ryo. Nel corso della sua ricerca, Sazen incontra diversi personaggi eccentrici e si scontra con numerosi nemici, impegnandosi in duelli spettacolari.

Accoglienza

Il film è considerato un classico del cinema giapponese e ha influenzato numerosi registi successivi. In particolare, il personaggio di Sazen Tange è diventato un’icona della cultura popolare giapponese e ha ispirato molte opere cinematografiche e televisive.

Eredità

Purtroppo, il regista Sadao Yamanaka morì pochi anni dopo l’uscita del film, durante la Seconda guerra mondiale, rendendo “Sazen Tange and the Pot Worth a Million Ryo” una delle sue ultime opere. Tuttavia, la sua influenza nel cinema giapponese è ancora molto forte e il film rimane un’opera molto amata dalla critica e dal pubblico.

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Una notte all’opera (1935)

Una notte all’opera (1935) è un classico film commedia musicale americano pre-codice scritto da Bert Kalmar e Harry Ruby, con dialoghi aggiuntivi di Arthur Sheekman e Nat Perrin, diretto da Leo McCarey e interpretato dai fratelli Marx (Groucho, Harpo, Chico e Zeppo nella sua ultima apparizione cinematografica), con la partecipazione di Margaret Dumont, Louis Calhern, Raquel Torres e Edgar Kennedy. Una notte all’opera è stato l’ultimo dei cinque film dei fratelli Marx distribuiti dalla Paramount Pictures.

Trama

In un ristorante di Milano, in Italia, la ricca vedova Mrs. Claypool è stata apparentemente piantata a cena dal suo manager Otis B. Driftwood.

Dietro le quinte del teatro dell’opera, il corista Ricardo Baroni assume il suo migliore amico Fiorello come suo manager. Ricardo è innamorato della soprano Rosa Castaldi, che è anche corteggiata da Lassparri.

Otis si avvicina a Mrs. Claypool con una proposta: convincerà il tenore di fama mondiale Rodolfo Lassparri a cantare alla sua festa, se lei investirà nella sua nuova compagnia d’opera. Mrs. Claypool accetta e Otis si reca in Italia per incontrare Lassparri.

Accoglienza e eredità

Una notte all’opera è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1935. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua musica e le sue interpretazioni. È stato candidato a un Oscar come miglior film, ma ha perso contro Cavalcade.

Una notte all’opera è considerato uno dei migliori film dei fratelli Marx. È un film esilarante e caotico che ancora oggi è apprezzato dal pubblico.

Temi

Una notte all’opera è una satira dell’alta società, dell’opera e dell’industria musicale. È anche un film sull’amicizia, l’amore e il potere della musica.

Ninotchka (1939)

Ninotchka (1939) è un film commedia romantica diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Greta Garbo e Melvyn Douglas.

Trama

Il film racconta la storia di Ninotchka Yakushova (Garbo), una severa e seria commissaria sovietica inviata a Parigi per vendere tre gioielli che erano stati confiscati dall’aristocrazia russa. Ninotchka è accompagnata dai suoi colleghi Ivan Buljanoff (Sig Ruman) e Iranoff (Felix Bressart), ma il trio viene presto sedotto dai lussi e dai piaceri di Parigi.

La stessa Ninotchka inizialmente è resistente ai fascini di Parigi, ma alla fine cade sotto l’incantesimo di Leon d’Algout (Douglas), un affascinante e sofisticato parigino. Leon è incaricato di aiutare Ninotchka a vendere i gioielli, ma sta anche segretamente lavorando per la Granduchessa Swana (Ina Claire), che è la legittima proprietaria dei gioielli.

Ninotchka è una commedia spiritosa e sofisticata che esplora temi come l’amore, la risata e l’importanza della libertà individuale. È anche una celebrazione della città di Parigi. Il film è stato un successo di critica e commerciale al momento dell’uscita ed è ancora considerato una delle migliori commedie romantiche mai realizzate.

Analisi

Ninotchka è un classico esempio dello stile comico di Lubitsch. Il film è pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile. Lubitsch usa anche gli elementi visivi del film per creare umorismo. Ad esempio, in una scena, Ninotchka e Leon vengono mostrati mentre camminano per una strada di Parigi. La telecamera si sposta verso l’alto per rivelare che Ninotchka indossa un cappello ridicolo. Questa immagine di Ninotchka con un cappello parigino è sia divertente che sovversiva, in quanto sfida lo stereotipo sovietico del comunista severo e serio.

Il film esplora anche il tema dell’amore in modo complesso e sfumato. L’amore di Ninotchka e Leon per l’un l’altro trascende le loro differenze politiche. Il loro amore è anche una fonte di libertà e liberazione per Ninotchka. Riesce a liberarsi dalle rigide restrizioni della società sovietica e ad abbracciare la propria individualità attraverso la sua relazione con Leon.

La signora del venerdì (1940)

His Girl Friday” è un film del 1940 diretto da Howard Hawks e interpretato da Cary Grant e Rosalind Russell.

Trama

Il film è una commedia romantica che segue l’ex moglie e giornalista Hildy Johnson (interpretata da Russell) che torna in redazione per un’ultima storia prima di abbandonare il giornalismo e sposarsi di nuovo. Tuttavia, l’editore del giornale (interpretato da Grant), che è anche il suo ex marito, cerca di impedirle di lasciare il giornalismo e la coinvolge in una copertura di un caso di omicidio che si sviluppa in modo imprevedibile.

Accoglienza

Il film è noto per il suo dialogo veloce e tagliente e per la forte chimica tra Grant e Russell. È considerato uno dei migliori film della sua epoca ed è stato inserito nella lista dei 100 migliori film americani di tutti i tempi dell’American Film Institute.

Recensione

Il cinismo a doppio taglio della commedia di Broadway di Ben Hecht e Charles MacArthur The Front Page non potrebbe essere più contemporaneo. Il regista ha avuto l’intuizione entusiasta di trasformare il personaggio maschile Hildy, protagonista del romanzo, in una donna ardente interpretata da Rosalind Russell nel film, innescando uno dei combattimenti di guerra tra uomo e donna più incendiari e divertenti nella storia del cinema.

Guarda La signora del venerdì

The Great Dictator (1940)

Il grande dittatore (1940) è un film commedia satirico americano diretto, prodotto e interpretato da Charlie Chaplin. Il film è una satira della dittatura e dell’oppressione, e un’esplorazione dei temi dell’amore, della tolleranza e della libertà.

Trama

In Tomania, un paese immaginario, Adenoid Hynkel (Charlie Chaplin), un dittatore spietato, sale al potere attraverso la manipolazione e la paura. Hynkel, una chiara parodia di Adolf Hitler, è assistito dal suo ambizioso e assetato di potere capo di stato maggiore, Garbitsch (Henry Daniell), che trama costantemente per prendere il controllo del paese per sé.

Nel frattempo, nel ghetto ebraico, un barbiere (anch’esso interpretato da Chaplin) conduce una vita semplice e non è a conoscenza del tumulto politico che lo circonda. Quando viene scambiato per Hynkel dalle guardie del dittatore, viene portato a palazzo e trattato come un alto funzionario.

Il barbiere, che è gentile e compassionevole, è sconvolto dalla crudeltà e dall’oppressione che vede a palazzo. Cerca di usare la sua posizione per aiutare il popolo di Tomania, ma viene costantemente ostacolato da Garbitsch e dai suoi scagnozzi.

Temi

  • Dittatura
  • Totalitarismo
  • Oppressione
  • Speranza
  • Libertà

Accoglienza e eredità

“Il grande dittatore” è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1940. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e il suo potente messaggio. È stato nominato a cinque premi Oscar, tra cui miglior film, miglior attore, miglior sceneggiatura originale, miglior musica e miglior colonna sonora originale.

“Il grande dittatore” è considerato uno dei più grandi film della carriera di Charlie Chaplin. È una satira classica che è rimasta rilevante e importante per decenni. Il messaggio di speranza e libertà del film è importante oggi quanto lo era quando è stato rilasciato per la prima volta.

Curiosità

  • “Il grande dittatore” è stato il primo film a presentare Chaplin che parla sullo schermo.
  • Chaplin voleva fare un film su Hitler da diversi anni, ma aveva paura delle ripercussioni politiche. Ha finalmente deciso di realizzare il film dopo aver realizzato che il mondo era sull’orlo della guerra.
  • Il film è stato bandito in Germania e Italia al momento della sua uscita.
  • “Il grande dittatore” è stato il film con il maggior incasso del 1940.

Scandalo a Filadelfia (1940)

Scandalo a Filadelfia (1940) è un film commedia romantica americana del 1940 diretto da George Cukor e interpretato da Katharine Hepburn, Cary Grant e James Stewart. Il film è basato sull’omonima commedia di Broadway del 1939 di Philip Barry.

Trama

Tracy Lord (Katharine Hepburn) è una ricca socialite che sta per sposare George Kittredge (John Howard), un industriale nuovo ricco. Tuttavia, alla vigilia del suo matrimonio, viene visitata dal suo ex marito, C.K. Dexter Haven (Cary Grant), un affascinante ma irresponsabile dongiovanni.

Tracy e Dexter riaccendono la loro vecchia fiamma, e lei inizia a dubitare se davvero vuole sposare George. Sviluppa anche un’improbabile amicizia con Macaulay Connor (James Stewart), un cinico reporter che sta coprendo il matrimonio.

Man mano che il matrimonio si avvicina, Tracy deve decidere chi ama veramente e cosa vuole dalla vita.

Temi

  • Amore
  • Matrimonio
  • Classe
  • Status sociale
  • Auto-scoperta

Accoglienza critica

Scandalo a Filadelfia è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e i costumi. È stato candidato a sei premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista, miglior attore (Cary Grant), miglior attrice (Katharine Hepburn), miglior attore non protagonista (James Stewart) e miglior sceneggiatura originale, e ne ha vinti due, per la miglior attrice (Hepburn) e la miglior sceneggiatura originale.

Premi

  • Premio Oscar alla miglior attrice (Katharine Hepburn)
  • Premio Oscar alla miglior sceneggiatura originale

Curiosità

  • Katharine Hepburn era inizialmente riluttante a recitare nel film, ma fu convinta da George Cukor.
  • Cary Grant fu prestato alla Columbia Pictures da RKO Radio Pictures per il film.
  • James Stewart era stato originariamente scelto per il ruolo di George Kittredge, ma fu sostituito da John Howard quando si decise che era troppo giovane per il ruolo.
  • I costumi del film furono disegnati da Adrian, che era uno dei più famosi costumisti di Hollywood.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato a Filadelfia, in Pennsylvania.
  • Il budget del film è stato di 1,6 milioni di dollari.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 8 milioni di dollari.

Scrivimi fermo posta (1940)

Scrivimi fermo posta (1940) è un film commedia romantica diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da James Stewart e Margaret Sullavan. Il film è basato sull’opera teatrale ungherese del 1937 Parfumerie di Miklós László.

Trama

Il film racconta la storia di Alfred Kralik (Stewart) e Klara Novak (Sullavan), due dipendenti di un negozio di articoli da regalo a Budapest che litigano e litigano costantemente tra loro. Tuttavia, i due non sanno di essere anche corrispondenti anonimi che si sono innamorati perdutamente.

Un giorno, Alfred viene licenziato dal suo lavoro e Klara viene promossa alla sua posizione. Ciò porta a una tensione ancora maggiore tra i due, ma li costringe anche ad affrontare i loro veri sentimenti l’uno per l’altro.

Il film è un’esplorazione affascinante e spiritosa dell’amore, dell’amicizia e dell’importanza della comunicazione. È anche un tributo all’abilità di Lubitsch come regista, in quanto è in grado di creare un film che sia sia divertente che commovente.

Analisi

Scrivimi fermo posta è un classico esempio dello stile comico di Lubitsch. Il film è pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile. Lubitsch usa anche gli elementi visivi del film per creare umorismo. Ad esempio, in una scena, Alfred e Klara vengono mostrati mentre litigano nel negozio di articoli da regalo. La telecamera si sposta su uno scaffale pieno di figurine, che vengono mostrate tutte a litigare tra loro. Questa immagine delle figurine che litigano è sia divertente che simbolica, in quanto riflette la tensione tra Alfred e Klara.

Il film esplora anche il tema dell’amore in modo complesso e sfumato. L’amore di Alfred e Klara l’uno per l’altro è inizialmente basato sulla loro relazione di corrispondenti anonimi. Tuttavia, man mano che si conoscono meglio di persona, il loro amore per l’altro si approfondisce.

Il film mostra anche l’importanza della comunicazione in una relazione. La relazione di Alfred e Klara è inizialmente tesa perché non sono in grado di comunicare i loro veri sentimenti l’uno all’altro. Tuttavia, una volta che riescono ad aprirsi l’un l’altro, la loro relazione sboccia.


Vogliamo vivere! (1942)

Vogliamo vivere! (1942) è un film commedia satirico diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Carole Lombard, Jack Benny, Robert Stack, Felix Bressart, Lionel Atwill, Stanley Ridges e Sig Ruman. È considerato una delle commedie più grandi mai realizzate e ancora oggi è apprezzato dal pubblico.

Trama

Il film racconta la storia di una compagnia teatrale polacca durante l’occupazione nazista della Polonia. La compagnia è guidata da Joseph Tura (Jack Benny) e sua moglie Maria (Carole Lombard). Sono una compagnia popolare e di successo, e sono noti per le loro interpretazioni satiriche.

Un giorno, Tura viene avvicinato da un combattente della resistenza polacca che gli chiede di aiutarlo a contrabbandare un messaggio fuori dalla Polonia. Tura accetta di aiutare e recluta Maria e il resto della compagnia per assisterlo.

Vogliamo vivere! è una commedia spiritosa e sofisticata che satirizza i nazisti e la loro ideologia. Il film è anche una celebrazione del potere dell’arte e del teatro per resistere all’oppressione.

Analisi

Vogliamo vivere! è un capolavoro della satira cinematografica. La regia di Lubitsch è magistrale e le interpretazioni del cast sono superbi. Il film è anche pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile.

Una delle cose che rende Vogliamo vivere! così efficace è che non si prende mai troppo sul serio. Il film è costantemente a prendere in giro i nazisti, e lo fa in un modo che è sia intelligente che sovversivo.

Il film esplora anche il potere dell’arte e del teatro per resistere all’oppressione. La compagnia teatrale in
Vogliamo vivere!
usa la loro arte per sfidare i nazisti e per ispirare speranza nel popolo polacco.

Heaven Can Wait (1943)

Il cielo può attendere (1943) è un film commedia soprannaturale diretto da Ernst Lubitsch e interpretato da Gene Tierney, Don Ameche e Charles Coburn. È considerato uno dei film più grandi di Lubitsch e ancora oggi è apprezzato dal pubblico.

Trama

Il film racconta la storia di Henry Van Cleve (Ameche), un ricco e imprenditore di successo che muore in un incidente. Van Cleve viene mandato all’inferno, ma gli viene data la possibilità di perorare la sua causa davanti a Satana (Coburn). Van Cleve racconta a Satana la storia della sua vita e cerca di dimostrare che non è così malvagio come pensa Satana.

La storia di Van Cleve è un affascinante e spiritoso racconto d’amore, risate e redenzione. È anche una celebrazione dello spirito umano.

Analisi

Il cielo può attendere è un capolavoro del cinema comico. La regia di Lubitsch è magistrale e le interpretazioni del cast sono superbi. Il film è anche pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile.

Una delle cose che rende Il cielo può attendere così efficace è la sua prospettiva unica sull’inferno e il paradiso. La rappresentazione dell’inferno del film è sorprendentemente leggera e umoristica. Satana è ritratto come una figura gentile e ragionevole, ed è sempre pronto a dare alle persone una seconda possibilità.

La rappresentazione del film del paradiso è anche unica. Il paradiso non è ritratto come un luogo di eterna ricompensa o punizione. Invece, è ritratto come un luogo dove le persone possono andare a riflettere sulla propria vita e imparare dai propri errori.

Arsenico e vecchi merletti (1944)

Arsenico e vecchi merletti (1944) è un film commedia nera americana diretto da Frank Capra e interpretato da Cary Grant, Josephine Hull, Jean Adair, Raymond Massey, e Peter Lorre. Il film è basato sull’omonima opera teatrale di Joseph Kesselring.

Trama

Mortimer Brewster (Cary Grant), un uomo che sta per sposarsi, scopre che le sue due anziane zie, Abby (Josephine Hull) e Martha (Jean Adair), hanno l’abitudine di avvelenare gli anziani soli e di seppellirli in cantina.

Mortimer è sconvolto da questa rivelazione, ma ama le sue zie e non vuole denunciarle alla polizia. Cerca di capire come impedire loro di uccidere di nuovo, ma è costantemente ostacolato dalle loro eccentricità e dalla sua stessa goffaggine.

Nel frattempo, il fratello di Mortimer, Jonathan (Raymond Massey), che è scomparso da anni, riappare improvvisamente. Jonathan è un psicopatico omicida che è ancora più pericoloso delle sue zie. Si rende presto conto che le zie stanno uccidendo persone e decide di unirsi al divertimento.

Temi

  • Famiglia
  • Omicidio
  • Follia
  • Moralità
  • Amore

Accoglienza e eredità

“Arsenico e vecchi merletti” è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1944. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e l’esplorazione di complesse questioni sociali. È stato nominato a cinque premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura non originale, miglior attore non protagonista per Cary Grant e miglior attrice non protagonista per Josephine Hull.

“Arsenico e vecchi merletti” è rimasto popolare per decenni ed è considerato una delle più grandi commedie nere mai realizzate. È stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress per la sua importanza culturale, storica ed estetica.

Curiosità

  • Il film è basato sull’opera teatrale omonima di Joseph Kesselring.
  • L’opera teatrale fu un grande successo a Broadway e andò in scena per tre anni e mezzo.
  • Il film doveva originariamente essere distribuito nel 1942, ma fu ritardato a causa della guerra.
  • Il finale del film è stato cambiato rispetto al finale dell’opera teatrale per essere più ottimista.

Monsieur Verdoux (1947)

“Monseiur Verdoux” è un film del 1947 diretto da Charlie Chaplin. Chaplin stesso interpreta il protagonista, un uomo che sposa e uccide donne per rubare i loro soldi. Il film è una satira della società capitalistica e dei valori tradizionali americani, e rappresenta una svolta nella carriera di Chaplin, che fino ad allora era noto soprattutto per le sue commedie mute.

Trama

La trama di “Monsieur Verdoux” ruota attorno al personaggio interpretato da Charlie Chaplin, Henri Verdoux, un ex-banchiere che, a causa della Grande Depressione degli anni ’30, perde il lavoro e si ritrova senza mezzi di sostentamento per sé e per la sua famiglia. Per sopravvivere, decide di sposare donne ricche e poi di ucciderle per prendere i loro soldi.

La vicenda si sviluppa con la presentazione di Verdoux come un personaggio gentile e amichevole, ma che nasconde un lato oscuro e criminale. Nel corso del film, viene a galla anche il fatto che Verdoux ha una famiglia, composta da una moglie e un figlio, che non sanno nulla delle sue attività criminali.

La trama si complica quando Verdoux sposa una donna che si rivela essere una falsa vedova, che gli fa perdere tutti i suoi soldi e lo costringe a lavorare come giardiniere in una villa di campagna. Qui incontra una giovane donna, interpretata da Marilyn Nash, che simpatizza con lui e gli dà la forza di riscattarsi e cercare di redimersi dai suoi crimini.

Accoglienza

“Monsieur Verdoux” fu un insuccesso commerciale al momento della sua uscita, ma è stato rivalutato nel corso degli anni ed è considerato uno dei capolavori del regista.

Recensione

Nella sua black comedy girata quando fu licenziato ed esiliato a causa delle sue idee comuniste Charlie Chaplin mette in scena la storia di Barbablù, utilizzando la sua commedia con un risentimento senza precedenti e un interesse per il destino sconosciuto nei suoi film. È proprio il contrasto tra i toni comici di Chaplin e anche le attività spietate dei personaggi principali a fornire alla commedia un’azione sconvolgente e insolita.

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Jour de fête (1949)

Jour de fête è un film francese del 1949 diretto da Jacques Tati. Il film è considerato uno dei capolavori della commedia e uno dei film più importanti di Tati.

Trama

François, un postino di un piccolo villaggio francese, è un uomo ingenuo e facilmente distratto. Il giorno della festa del villaggio, François si ritrova coinvolto in una serie di disavventure mentre tenta di consegnare la posta.

Temi

Jour de fête esplora una serie di temi, tra cui:

  • La commedia: Il film è una commedia esilarante che esplora il tema del ridicolo.
  • La quotidianità: Il film esplora la vita quotidiana di un piccolo villaggio francese.
  • La tecnologia: Il film esplora il rapporto tra l’uomo e la tecnologia.

Accoglienza

Jour de fête è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua comicità, la sua osservazione della vita quotidiana e la sua esplorazione di temi importanti.

Eredità

Jour de fête è considerato un classico della commedia. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 1995, ed è considerato uno dei migliori film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Jacques Tati e Henri Marquet.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Jean Yatove.

Recensione

Sebbene forse non sia così riuscito qui come nel suo lavoro successivo, Tati affina il suo umorismo estetico privo di dialoghi, una serie di vignette comiche vagamente collegate in cui le sue inquadrature da maestro consentono alle battute di districarsi in modo naturale.

Tre versioni di Jour de fête sono ancora disponibili: la versione in bianco e nero del 1949; la versione totale modificata del 1964 con l’aggiunta di colori disegnati a mano e la ristampa del 1995, ripristinata nella combinazione di colori originariamente prevista. Tutti e tre hanno il loro fascino e forniscono un eccellente resoconto della sua identità tra i maestri del cinema francese.

Tarda primavera (1949)

Tarda primavera (1949) è un film commedia drammatica giapponese diretto da Yasujirō Ozu e interpretato da Chishū Ryū, Setsuko Hara, Yumeji Tsukioka, Haruko Sugimura, Hohi Aoki, Jun Usami.

Trama

Un professore rimasto vedovo teme che la figlia diventi una “zitella” derisa e cerca di convincerla a sposarsi, tuttavia la ragazza è felice di vivere con il padre, e entrambi sanno che l’uomo sarebbe perduto senza qualcuno in casa che si prendesse cura di lui.

Temi

  • La famiglia
  • La tradizione
  • La società giapponese

Accoglienza critica

Tarda primavera è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua delicatezza, la sua sensibilità e la sua capacità di raccontare la complessità delle relazioni familiari.

Il film ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes 1950.

Eredità

Tarda primavera è considerato un classico del cinema giapponese. È un film che ha segnato un’epoca e che ha contribuito a cambiare il modo in cui il cinema giapponese rappresentava la famiglia e la società.

Premi

  • Festival di Cannes 1950: premio per la miglior regia

Curiosità

  • Il film è stato girato in Giappone.
  • Il film è basato sul romanzo omonimo di Yasujirō Ozu.
  • Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1950.

Conclusione

Tarda primavera è un film commovente e poetico. È un film che è sicuro di rimanere con te a lungo dopo averlo visto.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • Il film è stato interpretato da Chishū Ryū, Setsuko Hara, Yumeji Tsukioka, Haruko Sugimura, Hohi Aoki, Jun Usami.

Analisi

Tarda primavera è un film che esplora la complessità delle relazioni familiari, in particolare il rapporto tra padre e figlia. Il film è ambientato in Giappone, in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali. Il professore, interpretato da Chishū Ryū, è un uomo tradizionalista che crede che la figlia, interpretata da Setsuko Hara, debba sposarsi per essere felice. La figlia, invece, è una donna moderna che non sente il bisogno di sposarsi.

Il film racconta il conflitto tra questi due punti di vista. Il professore cerca di convincere la figlia a sposarsi, ma la figlia resiste alle sue pressioni. Alla fine, i due trovano un compromesso: la figlia rimarrà a vivere con il padre, ma non si sposerà.

Tarda primavera è un film che è sia commovente che poetico. Il film è interpretato da due attori straordinari, Chishū Ryū e Setsuko Hara, che regalano due interpretazioni memorabili. Il film è diretto con maestria da Yasujirō Ozu, che crea un’atmosfera delicata e sensibile.

Il film è stato interpretato come una critica alla società giapponese tradizionale, che imponeva alle donne di sposarsi e avere figli. Il film è stato anche interpretato come un elogio alla famiglia e al valore delle relazioni familiari.

Le vacanze di Monsieur Hulot (1953 )

Les vacances de Monsieur Hulot è una commedia francese del 1953 scritta, diretta e interpretata da Jacques Tati. Il film è considerato uno dei migliori film di Tati e una delle più grandi commedie di tutti i tempi.

Trama

Monsieur Hulot, un uomo gentile ed eccentrico, arriva in un villaggio balneare per le sue vacanze annuali. Tuttavia, i suoi tentativi di rilassarsi e divertirsi vengono costantemente interrotti da una serie di contrattempi e incomprensioni.

Temi

Le vacanze di Monsieur Hulot esplora una serie di temi, tra cui:

  • L’assurdità della vita moderna: Il film è una satira esilarante del mondo moderno, con la sua enfasi sulla conformità e sul consumismo.
  • L’importanza dell’individualità: Il film celebra l’importanza di essere diversi e di non essere conformi.
  • Il potere dell’osservazione: Il film è pieno di osservazioni acute e sagaci sulla natura umana.

Accoglienza

Le vacanze di Monsieur Hulot è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua originalità, il suo umorismo e il suo stile visivo unico.

Eredità

Le vacanze di Monsieur Hulot è considerato un classico della commedia francese. Il film è stato inserito nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti nel 2005, ed è considerato uno dei più grandi film mai realizzati.

Dettagli aggiuntivi che potresti trovare interessanti:

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • La sceneggiatura del film è stata scritta da Jacques Tati.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Alain Romans e Jean Wiener.

Dettagli interessanti:

  • Il film è stato girato in un periodo di tempo relativamente breve, con un budget relativamente basso.
  • Tati ha usato tecniche di ripresa innovative e sperimentali per creare uno stile visivo unico.
  • Il film è stato un successo commerciale nonostante la concorrenza dei film sonori.

Recensione

Impossibile fare una lista delle migliori commedie francesi senza includere Jacques Tati, tra i migliori registi francesi, folgorante star del burlesque, l’equivalente francese di Chaplin e Buster Keaton. Les Vacances de Monsieur Hulot è eccellente.

La sua forma e il suo design unico fanno del maestro l’eroe perfetto per osservare con tutta leggerezza la dolce assurdità dei soggiorni estivi in ​​riva al mare in un litorale eccessivamente ventoso. 

In realtà non c’è storia nel film. Il dialogo è minimo ed è utilizzato solo per cose ridicole e prive di significato che pronunciano i turisti della stagione estiva. Suoni di ogni tipo finiscono per essere petardi, gettati per effetto comico.

Il film è tra la migliore raccolta di gag visive mai viste, tuttavia è il contesto in cui sono inserite e l’ambiente del film che lo elevano in un altro mondo. Il personaggio centrale è una straordinaria amalgama di sconcerto per il mondo moderno, e ogni suo sforzo per adattarsi durante la sua vacanza al mare devasta l’ordine delle cose. 

Fiori d’equinozio (1958)

Fiori d’equinozio (1958) è un film commedia drammatica giapponese diretto da Yasujirō Ozu e interpretato da Chishu Ryu, Setsuko Hara, Keiji Sada, Mariko Okada, Miyuki Kuwano, e Shin’ichirô Mikami.

Trama

Wataru Hirayama, un attempato padre di famiglia, direttore di una grande azienda, vede i figli di amici e conoscenti maritarsi uno dopo l’altro; questo lo spinge a preoccuparsi del futuro delle sue due figlie, Setsuko e Hisako, con la prima che è già in età da marito.

Temi

  • La famiglia
  • La tradizione
  • Il cambiamento sociale

Accoglienza critica

Fiori d’equinozio è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua delicatezza, la sua sensibilità e la sua capacità di raccontare la complessità delle relazioni familiari in un periodo di grandi cambiamenti sociali.

Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1959.

Premi

  • Festival di Cannes 1959: premio per la migliore regia

Curiosità

  • Il film è stato girato in Giappone.
  • Il film è basato sul romanzo omonimo di Yasujirō Ozu.

Analisi

Fiori d’equinozio è un film che esplora la complessità delle relazioni familiari, in particolare il rapporto tra padre e figlia. Il film è ambientato in Giappone, in un periodo di grandi cambiamenti sociali.

Wataru Hirayama, interpretato da Chishu Ryu, è un uomo tradizionale che crede che la figlia, interpretata da Setsuko Hara, debba sposarsi per essere felice. La figlia, invece, è una donna moderna che non sente il bisogno di sposarsi.

Il film racconta il conflitto tra questi due punti di vista. Il padre cerca di convincere la figlia a sposarsi, ma la figlia resiste alle sue pressioni. Alla fine, i due trovano un compromesso: la figlia rimarrà a vivere con il padre, ma non si sposerà.

Giants and Toys (1958)

Giants and Toys (1958) è un film comico satirico giapponese del 1958 diretto da Yasuzō Masumura e interpretato da Hiroshi Kawaguchi, Hitomi Nozoe e Yûnosuke Itō.

Trama

La società produttrice di caramelle World Caramel compete con le società Giant e Apollo per le vendite di caramelle. Mentre cerca una ragazza per una nuova campagna promozionale, il capo dell’ufficio pubblicitario di World Caramel, Goda, scopre Kyoko, una ragazza operaia con i denti storti, e la rende la mascotte di World, vestendola con una tuta spaziale e impugnando una pistola a raggi.

Temi

  • Consumismo
  • Commercialismo
  • Satira sociale

Accoglienza critica

Giants and Toys (1958) è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua satira pungente della società giapponese e la sua capacità di combinare il commento sociale con l’intrattenimento leggero.

Il film è stato nominato per il Leone d’oro al Festival di Venezia.

Premi

  • Festival di Venezia: nominato per il Leone d’oro

Curiosità

  • Il film è stato girato in Giappone.
  • Il film è basato su una storia di Takeshi Kaikō.

Analisi

Giants and Toys (1958) è un film che satirizza gli eccessi del consumismo e del commercialismo in Giappone. La rappresentazione esagerata dell’industria delle caramelle è un riflesso del crescente materialismo della società giapponese negli anni ’50.

Il film esplora anche il tema della disuguaglianza sociale. Kyoko, la ragazza operaia che diventa la mascotte di World, viene sfruttata dall’azienda per la sua immagine, ma non le viene dato il rispetto o le opportunità che merita.

Un secchio di sangue (1959)

Un secchio di sangue (A Bucket of Blood) è un film del 1959 diretto da Roger Corman. È una commedia nera che trae spunto un po’ alla lontana da una storia scritta nel 1930 da Charles Belden.

Trama

Walter Paisley è un cameriere timido e introverso che lavora allo Yellow Door, un popolare ritrovo beatnik frequentato dagli artisti. Un recital di poesia tenuto da Maxwell H. Brock colpisce profondamente Walter, che si sente attratto dall’ambiente e, soprattutto, da Carla, una disegnatrice.

Walter decide di dedicarsi alla scultura, ma le sue opere sono sempre rifiutate dai critici. Un giorno, Walter scopre un cadavere in un vicolo e, per nasconderlo, lo usa come materiale per una sua scultura. La scultura ottiene un grande successo e Walter inizia a farsi conoscere come un artista di talento.

Walter sfrutta la sua fama per conquistare Carla, ma la sua felicità è di breve durata. Il critico d’arte Maxwell H. Brock inizia a sospettare che le opere di Walter siano false, e Walter è costretto a commettere altri omicidi per mantenere il suo segreto.

Personaggi

  • Walter Paisley: un cameriere timido e introverso che diventa un artista di successo grazie a una serie di omicidi.
  • Carla: una disegnatrice che è attratta da Walter.
  • Maxwell H. Brock: un critico d’arte che inizia a sospettare che le opere di Walter siano false.
  • Mr. Coogan: il proprietario dello Yellow Door.
  • Mrs. Coogan: la moglie di Mr. Coogan.
  • Mr. Johnson: un artista beatnik.
  • Mr. Jones: un artista beatnik.
  • Miss Miller: un’artista beatnik.

Critica

Un secchio di sangue è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua satira del mondo dell’arte bohémien, per il suo umorismo nero e per la sua regia efficace.

Riconoscimenti

  • Nomination al Golden Globe per la migliore commedia nel 1960.
  • Premio del pubblico al festival di cinema di Avoriaz nel 1960.

Eredità

Un secchio di sangue è considerato un classico del cinema horror. Il film è stato citato come fonte d’ispirazione da numerosi altri registi, tra cui John Carpenter e Quentin Tarantino.

Curiosità

  • Il film è stato girato in soli cinque giorni con un budget di 50.000 dollari.
  • Il cast è composto da attori non professionisti.

Guarda Un secchio di sangue

La Grande Guerra (1959)

La Grande Guerra (1959) è un film italiano del regista Mario Monicelli. Il film è una commedia drammatica che racconta la storia di due soldati italiani, Giovanni Busacca (Alberto Sordi) e Oreste Jacovacci (Vittorio Gassman), che combattono durante la prima guerra mondiale.

La trama

Il film inizia con Giovanni e Oreste che vengono arruolati nell’esercito italiano. I due sono inizialmente ottimisti e sperano di tornare a casa presto. Tuttavia, ben presto si rendono conto che la guerra è una realtà molto diversa da quella che si aspettavano.

Giovanni è un contadino milanese che è stato arruolato per errore. È un uomo semplice e ingenuo che non capisce molto della guerra. Oreste è un piantone romano che è stato arruolato per evitare di andare in prigione. È un uomo astuto e opportunista che è sempre alla ricerca di modi per evitare la battaglia.

I due soldati vengono spediti in trincea, dove devono affrontare la dura realtà della guerra. Sono costretti a vivere in condizioni terribili e sono costantemente esposti al pericolo.

I temi

Il film esplora diversi temi, tra cui la follia della guerra, il costo umano della guerra, l’amicizia e la solidarietà tra i soldati e l’importanza di non dimenticare il passato.

Il film mostra la guerra come una realtà folle e insensata. I soldati sono costretti a uccidersi a vicenda per motivi che non capiscono. Il film mostra il costo umano della guerra in termini di vite umane, sofferenza e distruzione.

Il film mostra l’amicizia e la solidarietà tra i soldati che sono costretti a condividere la stessa esperienza. Il film ci ricorda l’importanza di non dimenticare il costo umano della guerra e di lavorare per la pace.

Recensione

La Grande Guerra era la commedia nella sua forma più sofisticata. La sua posizione antieroica nei confronti degli exploit italiani della prima guerra mondiale – che l’establishment voleva o proclamare o, meglio ancora, non recensire affatto – ha ispirato il film. Tuttavia, ha finito per essere popolare ed è stato eccezionalmente significativo, condividendo il Leone d’Oro della Mostra del Cinema di Venezia con il Generale Della Rovere di Rossellini.

Vittorio Gassman e Alberto Sordi sono al loro meglio come due soldati il cui obiettivo è solo quello di resistere. I loro sforzi per evitare un destino di paura sono straordinariamente divertenti, date le circostanze – perché Monicelli e gli sceneggiatori Age e Scarpelli fanno bene a creare un ambiente in cui la debacle della guerra è chiaramente evocata – ma l’ironia finale del loro destino è straziante.

Some Like It Hot (1959)

A qualcuno piace caldo (1959) è un film commedia poliziesco statunitense del 1959 diretto, prodotto e co-sceneggiato da Billy Wilder. È interpretato da Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon, con George Raft, Pat O’Brien, Joe E. Brown, Joan Shawlee e Nehemiah Persoff in ruoli secondari. La sceneggiatura di Wilder e I. A. L. Diamond segue due musicisti che assistono a una strage di gangster e si travestono da donne per fuggire da Chicago con una band tutta al femminile.

Trama

Il sassofonista Joe (Tony Curtis) e il contrabbassista Jerry (Jack Lemmon) sono due musicisti squattrinati a Chicago. Un giorno, assistono alla strage di San Valentino, un famigerato massacro di gangster. Temendo per la loro vita, escogitano un piano per fuggire dalla città travestendosi da donne e unendosi a una band tutta al femminile diretta verso la Florida.

Sul treno, Joe si innamora di Sugar Kane Kowalczyk (Marilyn Monroe), la suonatrice di ukulele e voce solista della band. Jerry, nel frattempo, attira l’attenzione indesiderata del milionario Osgood Fielding III (Joe E. Brown), che crede che Jerry sia una donna e vuole sposarlo.

Mentre la band si dirige verso la Florida, Joe e Jerry continuano a lottare con i loro travestimenti e i loro crescenti sentimenti per Sugar e Osgood. Devono anche affrontare i mafiosi che sono ancora a caccia di loro.

Temi

  • Identita di genere
  • Amicizia
  • Amore
  • Criminalità

Accoglienza critica

A qualcuno piace caldo fu un successo di critica e commerciale. Il film fu elogiato per la regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la musica. Fu candidato a sei premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e miglior sceneggiatura originale, e vinse l’Oscar per la migliore scenografia.

Eredità

A qualcuno piace caldo è considerato una delle commedie più grandi di tutti i tempi. È stato classificato in numerose liste dei migliori film di tutti i tempi ed è stato conservato nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress come “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

Premi

  • Premio Oscar per la migliore scenografia
  • Golden Globe per il miglior film commedia o musicale
  • Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale (Tony Curtis)
  • Golden Globe per la miglior attrice in un film commedia o musicale (Marilyn Monroe)
  • Premio Writers Guild of America per la migliore sceneggiatura commedia
  • Premio Directors Guild of America per il miglior risultato di regia cinematografica

Curiosità

  • Il titolo del film è un riferimento alla canzone “I Wanna Be Loved by You” di Josephine Baker.
  • Il titolo originale del film era “Some Like It Hot But Not Osgood”.
  • Marilyn Monroe era inizialmente riluttante a recitare nel film, ma fu convinta da Billy Wilder.
  • Tony Curtis e Jack Lemmon dovettero indossare reggiseni e guaine per i loro ruoli.
  • Il film fu girato in bianco e nero perché lo studio di Marilyn Monroe si rifiutò di farla apparire in un film a colori.

La piccola bottega degli orrori (1960)

È un film commedia horror americano del 1960 diretto da Roger Corman. Scritto da Charles B. Griffith, il film è una farsa su un fioraio che coltiva una pianta che mangia sangue umano. 

Trama

Gravis Mushnick possiede un negozio di fiori e designer, gestito da lui stesso e da 2 membri dello staff, la dolce Audrey Fulquard e l’imbarazzante Seymour Krelboined. Trovato su skid row, il negozio fatiscente ha poca organizzazione. Mushnick licenzia Seymour quando rovina una consegna di fiori per il malvagio dentista Dr. Farb. Seymour lo informa di una pianta unica che ha effettivamente coltivato da semi che ha ottenuto da un “appassionato di giardini giapponesi su Central Avenue”. Seymour confessa di aver chiamato la pianta “Audrey Jr.”, il che entusiasma la vera Audrey.

Curiosità

Jack Nicholson, descrivendo la reazione a una proiezione del film, disse che il pubblico rideva così forte che si poteva a malapena sentire il dialogo. L’attore disse che non aveva mai avuto una reazione così favorevole dal pubblico prima.

Recensione

Tra le gemme di Corman, un soggetto folle che è stato scritto in una sera. Un film ben riuscito, con divertenti interpretazioni fornite dal cast e gli ottimi risultati di regia di Corman mentre lavorava sotto le pressioni autoimposte di riprese rapide e un piano di spesa a basso costo.

Guarda La piccola bottega degli orrori

L’Appartamento (1960)

Trama

C.C. Baxter è un contabile in una grande compagnia di assicurazioni a New York. Per fare carriera, Baxter affitta il suo appartamento ai suoi superiori per i loro incontri extraconiugali.

A Baxter piace la segretaria di Baxter, Fran Kubelik, ma lei è innamorata del suo capo, Jeff Sheldrake. Baxter inizia a organizzare incontri tra Fran e Sheldrake nel suo appartamento.

Fran e Sheldrake iniziano una relazione, e Baxter inizia a sviluppare sentimenti per Fran. Quando Fran scopre che Baxter è responsabile degli incontri, è sconvolta e lo accusa di essere un voyeur.

Personaggi

  • C.C. Baxter: un contabile in una grande compagnia di assicurazioni che affitta il suo appartamento ai suoi superiori per i loro incontri extraconiugali.
  • Fran Kubelik: una segretaria in una grande compagnia di assicurazioni che è innamorata del suo capo, Jeff Sheldrake.
  • Jeff Sheldrake: il capo di Fran Kubelik che ha una relazione extraconiugale con lei.
  • Mr. J.J. Sheldrake: il padre di Jeff Sheldrake che è un importante uomo d’affari.
  • Miss Kubelik: la madre di Fran Kubelik che è una casalinga.

Tematiche

  • L’amore
  • La carriera
  • Il tradimento
  • Il cinismo
  • La redenzione

Riconoscimenti

  • Oscar al miglior film
  • Oscar al miglior regista
  • Oscar alla migliore sceneggiatura originale
  • Oscar alla migliore attrice non protagonista (Shirley MacLaine)
  • Oscar alla migliore scenografia
  • Nomination all’Oscar al miglior attore (Jack Lemmon)
  • Nomination all’Oscar alla migliore attrice (Faye Dunaway)
  • Nomination all’Oscar al miglior attore non protagonista (Fred MacMurray)
  • Nomination all’Oscar alla migliore fotografia
  • Nomination all’Oscar al montaggio
  • Nomination all’Oscar ai costumi
  • Golden Globe per il miglior film commedia o musicale
  • Golden Globe per la migliore attrice in un film commedia o musicale (Shirley MacLaine)
  • Golden Globe per la migliore sceneggiatura
  • British Academy Film Award per il miglior film
  • David di Donatello per il miglior film straniero

Eredità

L’Appartamento è considerato uno dei più grandi film commedia romantici di tutti i tempi. Il film è stato citato come fonte d’ispirazione da numerosi altri registi e sceneggiatori.

Recensione

L’Appartamento è una commedia romantica con riflessioni esistenziali sugli errori dell’innamoramento, in particolare dei padri di famiglia. È anche una commedia in cui l’apparente bravo ragazzo si lascia coinvolgere negativamente da tutti quelli che agiscono su di lui.

Tra i grandi aspetti del film c’è la sensibilità alle molestie in ufficio e alle abitudini negative degli uomini al potere. È una delle migliori commedie romantiche sull’ambiente di lavoro: un film del maestro Billy Wilder che vale la pena rivedere ed appare eccezionale come la prima volta.

Zazie nel metrò (1960)

Zazie nel metrò (1960) è un film commedia francese diretto da Louis Malle e interpretato da Catherine Deneuve.

Trama

Zazie è una ragazzina di dieci anni che arriva a Parigi dalla campagna per stare con lo zio Gabriel, un ballerino travestito. Zazie è una bambina ribelle e irrequieta, e non vede l’ora di vedere la metropolitana.

Tuttavia, lo sciopero dei metronotte rovina i suoi piani. Zazie è costretta a girare per Parigi con lo zio Gabriel e la sua amante, Mado.

Durante il suo girovagare, Zazie si trova coinvolta in una serie di avventure esilaranti, tra cui una rapina, una partita a biliardo e un incontro con un gruppo di beatnik.

Temi

  • La libertà
  • La ribellione
  • La scoperta della città

Accoglienza critica

Zazie nel metrò è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per il suo humor surreale, la sua vivace rappresentazione di Parigi e la sua interpretazione di Catherine Deneuve.

Il film è stato candidato a due premi Oscar, tra cui miglior film straniero.

Premi

  • Nastro d’argento per la migliore regia a Louis Malle
  • Premio Louis Delluc
  • Premio Jean Vigo

Curiosità

  • Il film è stato girato a Parigi.
  • Il film è basato sul romanzo Zazie nel metrò di Raymond Queneau.
  • Il film è stato interpretato da Catherine Deneuve, Philippe Noiret, Jean-Pierre Cassel e Jeanne Moreau.

Tardo autunno (1960)

Tardo autunno (1960) è un film commedia drammatica giapponese diretto da Yasujirō Ozu e interpretato da Chishu Ryu, Setsuko Hara, Keiji Sada, Mariko Okada, Miyuki Kuwano, Shin’ichirô Mikami.

Trama

Tre amici di lunga data, vedovi e in età avanzata, decidono di trovare un marito per la figlia di Akiko, vedova di un loro vecchio amico. In realtà sono ancora innamorati di Akiko: in gioventù la corteggiavano tutti e quattro.

Temi

  • L’amore
  • La vecchiaia
  • La solitudine

Accoglienza critica

Tardo autunno è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua delicatezza, la sua sensibilità e la sua capacità di raccontare la complessità delle relazioni umane.

Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1961.

Premi

  • Festival di Cannes 1961: premio per la migliore regia

Curiosità

  • Il film è stato girato in Giappone.
  • Il film è basato sul romanzo omonimo di Yasujirō Ozu.
  • Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 1961.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato in bianco e nero.
  • Il film è stato interpretato da Chishu Ryu, Setsuko Hara, Keiji Sada, Mariko Okada, Miyuki Kuwano, Shin’ichirô Mikami.

Analisi

Tardo autunno è un film che esplora la complessità delle relazioni umane, in particolare l’amore, la vecchiaia e la solitudine. Il film è ambientato in Giappone, in un periodo di grandi cambiamenti sociali e culturali.

I tre amici, interpretati da Chishu Ryu, Keiji Sada e Shin’ichirô Mikami, sono uomini tradizionalisti che credono che la figlia di Akiko, interpretata da Setsuko Hara, debba sposarsi per essere felice. Akiko, invece, è una donna moderna che non sente il bisogno di sposarsi.

Il film racconta il conflitto tra questi due punti di vista. I tre amici cercano di convincere Akiko a sposare uno di loro, ma Akiko resiste alle loro pressioni. Alla fine, la figlia rimane a vivere con la madre, ma non si sposa.

Tardo autunno è un film che è sia commovente che poetico. Il film è interpretato da tre attori straordinari, Chishu Ryu, Keiji Sada e Shin’ichirô Mikami, che regalano tre interpretazioni memorabili. Il film è diretto con maestria da Yasujirō Ozu, che crea un’atmosfera delicata e sensibile.

Sabrina (1960)

Sabrina (1960) è un film commedia romantica diretto da Billy Wilder e interpretato da Audrey Hepburn, Humphrey Bogart e William Holden. È considerato una delle più grandi commedie romantiche mai realizzate ed è ancora oggi apprezzato dal pubblico.

Trama

Il film racconta la storia di Sabrina Fairchild (Hepburn), la giovane figlia dell’autista della famiglia Larrabee, Thomas. Sabrina è innamorata di David Larrabee (Holden) da tutta la vita. David è un playboy che non ha mai prestato attenzione romantica a Sabrina. Tuttavia, quando Sabrina torna da un viaggio di due anni a Parigi trasformata in una donna bella e sofisticata, David finalmente la nota.

Il fratello maggiore di David, Linus (Bogart), un uomo d’affari serio e responsabile, è anche attratto da Sabrina. Mentre i tre trascorrono più tempo insieme, si sviluppa un triangolo amoroso.

Sabrina è un film affascinante e spiritoso che esplora temi come l’amore, la classe sociale e lo status sociale. È anche una celebrazione dell’empowerment femminile e della scoperta di sé.

Analisi

Sabrina è un classico esempio dello stile comico di Wilder. Il film è pieno di dialoghi spiritosi e umorismo sottile. Wilder usa anche gli elementi visivi del film per creare umorismo. Ad esempio, in una scena, Sabrina viene mostrata con un abito da ballo troppo grande per lei. L’abito la sminuisce e la fa sembrare una bambina. Questa immagine di Sabrina nell’abito da ballo oversize è sia divertente che toccante, in quanto riflette i suoi sentimenti di inadeguatezza e insicurezza.

Il film esplora anche il tema della classe sociale in modo complesso e sfumato. Sabrina proviene da una famiglia operaia, mentre i Larrabee sono una famiglia ricca e di classe superiore. Il film mostra come la differenza di classe tra Sabrina e i Larrabee complica le loro relazioni.

Divorzio All’italiana (1961)

Divorzio all’italiana (1961) è un film commedia drammatica italiano diretto da Pietro Germi e interpretato da Marcello Mastroianni, Daniela Rocca e Stefania Sandrelli. Il film è stato un successo di critica e pubblico e ha vinto l’Oscar al miglior film straniero.

Trama

Ferdinando Cefalù è un barone siciliano sposato con Rosalia, una donna brutta e insopportabile. Ferdinando è innamorato di Angela, una sua giovane cugina, che ricambia il suo amore.

Per poter sposare Angela, Ferdinando deve prima divorziare da Rosalia. Tuttavia, il divorzio all’epoca era ancora illegale in Italia. Ferdinando decide quindi di uccidere Rosalia per avere una scusa per divorziare.

Personaggi

  • Ferdinando Cefalù: un barone siciliano che è sposato con Rosalia e innamorato di Angela.
  • Rosalia Cefalù: la moglie di Ferdinando, una donna brutta e insopportabile.
  • Angela: la cugina di Ferdinando, di cui è innamorato.
  • Turi: l’amico di Ferdinando che lo aiuta a uccidere Rosalia.

Tematiche

  • Il matrimonio
  • Il divorzio
  • L’amore
  • La morte
  • La Sicilia

Critica

Divorzio all’italiana è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la commedia.

Il film ha vinto l’Oscar al miglior film straniero e ha ricevuto il plauso della critica internazionale.

Riconoscimenti

  • Oscar al miglior film straniero
  • Golden Globe per il miglior film straniero
  • BAFTA Award per il miglior film straniero
  • Premio David di Donatello per il miglior film
  • Premio David di Donatello per il miglior regista
  • Premio David di Donatello per la migliore attrice protagonista (Daniela Rocca)
  • Premio David di Donatello per la migliore sceneggiatura

Recensione

Vincitore del l’Oscar, il film di Pietro Germi racconta una storia eccellente con momenti divertenti molto intelligenti. Il film è pieni di movimenti della macchina da presa davvero fenomenali oltre che di una straordinaria regia di Germi e di un’ottima interpretazione di Marcello Mastroianni.

Nonostante sia stato rilasciato nel 1961, il film è piuttosto diverso dalle commedie tipicamente realizzate all’epoca. I suoi momenti più belli sono nel ruolo di Mastroianni e nel diabolico progetto del suo personaggio.

Una vita difficile (1961)

Una vita difficile (1961) è un film drammatico italiano diretto da Dino Risi e interpretato da Alberto Sordi. Il film è stato un successo di critica e pubblico e ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior film.

Trama

Silvio Magnozzi è un giovane partigiano romano che, dopo la guerra, si ritrova a vivere in una Roma difficile e caotica. Silvio cerca di trovare un lavoro e di costruirsi una vita, ma è ostacolato da una serie di eventi e circostanze.

Silvio si innamora di Elena, una giovane donna che lavora come commessa, ma la loro relazione è ostacolata dalla famiglia di Elena. Silvio viene anche coinvolto in una serie di attività illegali, tra cui il contrabbando di sigarette.

Personaggi

  • Silvio Magnozzi: un giovane partigiano romano che cerca di costruirsi una vita dopo la guerra.
  • Elena: una giovane donna che lavora come commessa e che è innamorata di Silvio.
  • Amalia: la madre di Elena, che è contraria alla relazione tra Silvio ed Elena.
  • Simonini: un amico di Silvio che è coinvolto in attività illegali.
  • Bracci: un affarista corrotto che sfrutta Silvio.

Tematiche

  • La vita difficile del dopoguerra
  • L’amore
  • L’amicizia
  • La disillusione
  • La corruzione

Critica

Una vita difficile è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la fotografia.

Il film ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior film e ha ricevuto il plauso della critica internazionale.

Riconoscimenti

  • Nastro d’Argento per il miglior film
  • Nastro d’Argento per il miglior regista (Dino Risi)
  • Nastro d’Argento per la migliore attrice protagonista (Lea Massari)
  • Nastro d’Argento per la migliore attrice non protagonista (Lina Volonghi)
  • David di Donatello per il miglior film
  • David di Donatello per il miglior regista (Dino Risi)
  • David di Donatello per la migliore attrice protagonista (Lea Massari)
  • David di Donatello per la migliore sceneggiatura

Eredità

Una vita difficile è considerato uno dei classici del cinema italiano. Il film è stato citato come fonte d’ispirazione da numerosi altri registi e sceneggiatori.

Una vita difficile è un film intenso e commovente che esplora le difficoltà della vita dopo la guerra. Il film è un ritratto realistico della società italiana del tempo e delle sue contraddizioni.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:

  • Il film è stato basato sull’omonimo romanzo di Alberto Moravia.
  • Il film è stato girato a Roma.
  • Il titolo del film è un riferimento alla difficile vita che i protagonisti devono affrontare.
  • Il film è stato uno dei primi film italiani a trattare il tema della disillusione postbellica.

Uno, due, tre! (1961)

One, Two, Three (1961) è un film comico satirico sulla Guerra Fredda diretto da Billy Wilder e interpretato da James Cagney, Horst Buchholz e Pamela Tiffin.

Trama

Il film segue le gesta di C.R. MacNamara, l’americano a capo dell’ufficio di Coca-Cola a Berlino Ovest, mentre cerca di mantenere le operazioni della sua azienda in funzione nonostante le tensioni politiche tra Stati Uniti e Unione Sovietica.

Il film è un rapido e arguto sguardo alla Guerra Fredda e presenta alcuni dei dialoghi più memorabili di Wilder. Cagney è in ottima forma nei panni di MacNamara, ed è supportato da Buchholz e Tiffin.

Il film è stato un successo di critica e commerciale ed è stato nominato a due premi Oscar, tra cui la migliore sceneggiatura non originale. È considerato uno dei migliori film di Wilder e rimane un classico di culto popolare oggi.

La trama del film è ricca di colpi di scena ed è piena della satira distintiva di Wilder. MacNamara è costantemente impegnato a conciliare le richieste della sua azienda, del governo americano e del governo sovietico. Sta anche affrontando i suoi problemi personali, tra cui la sua cotta, Lisa, che è la figlia di un alto funzionario sovietico.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:

  • Il film è ambientato a Berlino Ovest nel 1961, durante la costruzione del Muro di Berlino.
  • MacNamara è un uomo arrogante e cinico che non si preoccupa molto della politica. È interessato solo a fare soldi e a soddisfare le esigenze della sua compagnia.
  • Lisa è una giovane donna idealistica che crede nella pace e nella cooperazione tra Est e Ovest.

Il Sorpasso (1962)

Il Sorpasso (1962) è un film commedia drammatica italiano diretto da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman e Jean-Louis Trintignant. Il film è stato un successo di critica e pubblico e ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior film.

Trama

La mattina del Ferragosto 1962, Roberto Mariani, un giovane studente di giurisprudenza timido e riservato, incontra Bruno Cortona, un quarantenne spensierato e immaturo, a Roma. Bruno invita Roberto a passare la giornata con lui, e i due partono per un viaggio in macchina attraverso l’Italia.

Nel corso della giornata, Roberto e Bruno vivono una serie di avventure e disavventure, che li portano a conoscere la vita italiana in tutte le sue sfaccettature. Roberto inizia a vedere il mondo con occhi nuovi, e inizia a capire che la vita è più di quello che aveva sempre immaginato.

Personaggi

  • Roberto Mariani: Un giovane studente di giurisprudenza timido e riservato.
  • Bruno Cortona: Un quarantenne spensierato e immaturo.

Tematiche

  • L’amicizia
  • La crescita personale
  • Il confronto tra generazioni
  • L’Italia degli anni ’60

Critica

Il Sorpasso è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la fotografia.

Il film ha vinto il Nastro d’Argento per il miglior film e ha ricevuto il plauso della critica internazionale.

Riconoscimenti

  • Nastro d’Argento per il miglior film
  • Nastro d’Argento per il miglior regista (Dino Risi)
  • Nastro d’Argento per la migliore interpretazione maschile (Vittorio Gassman)
  • Nastro d’Argento per la migliore interpretazione maschile (Jean-Louis Trintignant)
  • David di Donatello per il miglior film
  • David di Donatello per il miglior regista (Dino Risi)
  • David di Donatello per la migliore interpretazione maschile (Vittorio Gassman)

Recensione

È uno dei migliori esempi di commedia all’italiana in quanto rivela l’Italia moderna degli anni ’60 con la crescita finanziaria e anche l’impennata della società “nouveau-riche”, principalmente grazie a un mercato in rapida crescita. Il duo Gassman e Jean-Louis Trintignant, fanno di questo set uno dei più magici.

Le distinzioni di individualità di entrambi i personaggi, che si concludono con un destino straziante piuttosto indesiderato da parte del pubblico di riferimento della commedia, fanno di “Il Sorpasso” uno dei film più affascinanti e insoliti.

Il duo funziona perfettamente e anche la distinzione dei personaggi si irradia davvero in un film che ci porta a capire l’Italia degli anni ’60. Nonostante le loro differenze e conflitti apparentemente inevitabili, finiscono per volersi bene.

Sembra che a Roberto piaccia Bruno più di quanto egli piaccia a Bruno. La differenza di individualità è inoltre un’allegoria e una descrizione della “nuova vita” che si stava sviluppando in Italia in quel momento.

Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (1963)

Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo (1963) è un film commedia statunitense diretto da Stanley Kramer e interpretato da Spencer Tracy, Milton Berle, Sid Caesar, Buddy Hackett, Ethel Merman e Jonathan Winters. Il film è stato un successo di critica e pubblico e ha vinto due premi Oscar, per il miglior montaggio e per la migliore sceneggiatura originale.

Trama

La storia segue le vicende di quattro uomini che, partiti da New York, si dirigono a Las Vegas per partecipare a un torneo di poker. Lungo la strada, i quattro incontrano una serie di personaggi eccentrici e bizzarri, che li porteranno a vivere una serie di avventure e disavventure.

Personaggi

  • Oscar Madison: Un uomo disordinato e sbadato.
  • Felix Unger: Un uomo ordinato e preciso.
  • Virgil Starkwell: Un truffatore fallito.
  • Dwayne Hoover: Un uomo mentalmente instabile.
  • Judy Maxwell: Una cantante di cabaret.
  • Lt. Drebin: Un poliziotto incaricato di arrestare Virgil.
  • Miss Jones: Una donna che Virgil cerca di truffare.
  • Mrs. DeCarlo: La padrona di casa di Oscar e Felix.

Tematiche

  • L’amicizia
  • La famiglia
  • La follia
  • L’amore

Critica

Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la comicità.

Il film ha vinto due premi Oscar, per il miglior montaggio e per la migliore sceneggiatura originale.

Riconoscimenti

  • Premio Oscar per il miglior montaggio
  • Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale
  • Golden Globe per il miglior film commedia o musicale
  • Golden Globe per il miglior attore in un film commedia o musicale (Spencer Tracy)
  • Premio BAFTA per il miglior film
  • Premio BAFTA per il miglior attore straniero (Spencer Tracy)

Recensione

Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo è un film divertente, commovente e provocatorio. Il film è una satira della società americana degli anni ’60. Il film è anche un commento sulla natura dell’amicizia, della famiglia e della follia.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:

  • Il film è stato basato sul romanzo del 1961 “The Mad, Mad, Mad, Mad World” di Joseph Heller.
  • Il film è stato girato in California, tra Los Angeles e Palm Springs.
  • Il titolo del film è un riferimento alla serie di incidenti e disavventure che si verificano nel corso della storia.
  • Il film è stato uno dei primi film a utilizzare la tecnica del montaggio parallelo per creare una sensazione di caos e confusione.

La pantera rosa (1963)

La pantera rosa (1963) è un film commedia giallo britannico diretto da Blake Edwards e interpretato da Peter Sellers, David Niven, Capucine, Robert Wagner e Claudia Cardinale. Il film è stato un successo di critica e pubblico e ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora.

Trama

La storia segue le vicende dell’ispettore Clouseau, un goffo e incompetente investigatore francese, che viene incaricato di indagare sul furto del diamante rosa più grande del mondo. Il diamante è stato rubato dal principe dalmata, e Clouseau deve trovarlo prima che cada nelle mani di un pericoloso criminale.

Personaggi

  • Ispettore Jacques Clouseau: Un goffo e incompetente investigatore francese.
  • Sir Charles Lytton: Un ricco gentiluomo britannico che è il principale sospettato del furto del diamante rosa.
  • George Lytton: Il figlio di Sir Charles, che è in realtà il vero ladro del diamante.
  • Simone Clouseau: La moglie di Clouseau, che è una spia russa.
  • Cato: Il servitore cinese di Clouseau, che è un esperto di arti marziali.

Tematiche

  • Il giallo
  • La commedia
  • L’investigazione
  • L’amore

Critica

La pantera rosa è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la colonna sonora.

Il film ha vinto l’Oscar per la migliore colonna sonora, composta da Henry Mancini.

Riconoscimenti

  • Oscar per la migliore colonna sonora
  • Golden Globe per la migliore commedia o musicale
  • Golden Globe per la migliore canzone (The Pink Panther Theme)
  • Premio BAFTA per il miglior film
  • Premio BAFTA per la migliore colonna sonora

Recensione

Il primo in assoluto di una raccolta di 5 film divertenti sul goffo infedele investigatore pseudo-francese di Peter Sellers, ispettore capo Clouseau, The Pink Panther è anche tra i più determinati, raffinati e pigri della serie. Sebbene estremamente divertente, il personaggio di Sellers ha avuto solo importanza dal secondo film, A Shot in the Dark, in poi.

I mostri (1963)


I mostri (1963)
è un film commedia italiano del 1963 diretto da Dino Risi e interpretato da Ugo Tognazzi e Vittorio Gassman.

Trama

Il film è composto da una serie di episodi, ognuno dei quali racconta la storia di un personaggio, o di un gruppo di personaggi, che incarnano un aspetto negativo della società italiana degli anni sessanta.

Temi

  • La corruzione
  • L’ipocrisia
  • La violenza
  • Il consumismo

Accoglienza critica

I mostri è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua satira pungente, la sua comicità graffiante e la sua capacità di raccontare la realtà italiana dell’epoca. È stato candidato a quattro David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Gassman). Ha vinto il David di Donatello per il miglior film.

Premi

  • David di Donatello per il miglior film

Curiosità

  • Il film è stato girato a Roma e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 2 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 20 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la sua satira.

Il dottor Stranamore (1964)

Il dottor Stranamore (1964) è un film commedia satirica statunitense diretto da Stanley Kubrick e interpretato da Peter Sellers, Sterling Hayden, Keenan Wynn, George C. Scott, Peter Bull, Tracy Reed, James Earl Jones, Slim Pickens e Frederick Forrest. Il film è basato sul romanzo di Peter George “Red Alert”.

Trama

Il film racconta la storia di un generale americano, Jack D. Ripper, che è convinto che l’Unione Sovietica stia pianificando un attacco nucleare contro gli Stati Uniti. Ripper ordina un attacco preventivo con il suo squadrone di bombardieri B-52, che sono in viaggio verso l’Unione Sovietica.

Personaggi

  • Il presidente degli Stati Uniti: Un uomo calmo e razionale che cerca di prevenire una guerra nucleare.
  • Il generale Jack D. Ripper: Un generale americano paranoico che ordina un attacco preventivo contro l’Unione Sovietica.
  • Il colonnello Buck Turgidson: Un generale americano bellicoso che è favorevole a una guerra nucleare.
  • Il generale Thomas B. “Leper” Hapgood: Un generale americano che cerca di fermare l’attacco nucleare.
  • Dr. Strangelove: Un ex scienziato nazista che è ora un consigliere del presidente degli Stati Uniti.

Tematiche

  • La guerra nucleare
  • La paranoia
  • La follia
  • Il potere

Critica

Il dottor Stranamore è stato un successo di critica e pubblico. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la satira.

Il film è considerato uno dei classici del cinema satirico.

Riconoscimenti

  • Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale
  • Premio BAFTA per il miglior film
  • Premio BAFTA per la migliore sceneggiatura originale

Recensione

Il film è considerato un classico del cinema e una satira brillante sulla politica internazionale e la corsa agli armamenti nucleari durante la Guerra Fredda. Basterebbe sicuramente la telefonata tra i presidenti per certificare questa black comedy come uno dei film più cupi e divertenti di sempre, raggiungendo picchi di umorismo tra lo scomodo e l’essenziale. Alcune scene, come la sequenza della guerra, restano tra le più folli mai viste.

Fantomas (1964)

Fantomas (1964) è un film commedia poliziesco francese diretto da André Hunebelle e interpretato da Jean Marais nel doppio ruolo di Fantomas e Jérôme Fandor, e da Louis de Funès nel ruolo del commissario Paul Juve. Il film è basato sulla serie di romanzi di Fantômas di Marcel Allain e Pierre Souvestre.

Trama

La storia di Fantomas inizia con il giornalista Jérôme Fandor che pubblica un’intervista fittizia con il misterioso criminale Fantomas. Fantomas, offeso, rapisce Fandor e lo costringe a vestirsi come lui per commettere un crimine. Fandor riesce a fuggire e, insieme al commissario Juve, inizia ad indagare su Fantomas.

I due scoprono che Fantomas è un maestro del travestimento e della fuga. È in grado di assumere qualsiasi identità e di sfuggire alla cattura con facilità. Fandor e Juve si trovano a fronteggiare un avversario che sembra invincibile.

Temi

Fantomas è un film che esplora diversi temi, tra cui:

  • Il bene contro il male: Fantomas rappresenta il male, mentre Fandor e Juve rappresentano il bene. La storia è una lotta tra i due opposti.
  • L’identità: Fantomas è un maestro del travestimento, e questo gli permette di nascondere la sua vera identità. Il film esplora il concetto di identità e di come può essere manipolata.
  • L’umorismo: Fantomas è un film divertente, e l’umorismo è spesso usato per alleviare la tensione della storia.

Analisi

Fantomas è un film ben realizzato e divertente. È pieno di azione, suspense e umorismo.

Le interpretazioni di Jean Marais e Louis de Funès sono eccellenti. Marais è perfetto nel ruolo del misterioso e affascinante Fantomas. De Funès è anche eccellente nel ruolo del commissario Juve, un uomo abile ma spesso maldestro.

Il film è anche degno di nota per le sue scene d’azione, che sono ben realizzate e divertenti. La fuga di Fandor dal castello di Fantomas è particolarmente memorabile.

Simon del deserto (1965)

Simon del deserto (1965) è un mediometraggio surrealista messicano diretto da Luis Buñuel e interpretato da Claudio Brook e Silvia Pinal. È basato sulla storia del santo siro Simeone Stilita, che visse per 39 anni su un pilastro nel deserto.

Trama

Il film inizia con Simone, un giovane asceta, che si ritira nel deserto per dedicarsi alla vita monastica. Simone vive su un pilastro alto 30 metri, dove trascorre le sue giornate in preghiera e meditazione.

Simone è ossessionato dal peccato e dalla tentazione, e viene continuamente tentato dal diavolo in varie forme. Il diavolo si presenta a Simone come una donna seducente, un angelo angelico, e persino come Gesù stesso.

Simone resiste alle tentazioni del diavolo, ma la sua fede è messa alla prova. In una scena iconica, Simone viene tentato da una donna nuda che si arrampica sul suo pilastro. Simone resiste alla tentazione, ma la sua resistenza è fragile.

Tematiche

Il film esplora temi come la fede, la religione, la spiritualità e la natura dell’ascetismo. Buñuel usa il surrealismo per esplorare questi temi in modo provocatorio e ironico.

Il film suggerisce che la fede è una lotta continua tra il bene e il male. Simon rappresenta la fede in lotta contro le tentazioni del mondo. Il diavolo rappresenta le forze del male che tentano di distruggere la fede.

Il film esplora anche la natura dell’ascetismo. Simon crede che l’ascetismo sia la via per raggiungere la salvezza. Tuttavia, il film suggerisce che l’ascetismo può essere una forma di auto-tortura che non porta alla salvezza.

Ricezione

Il film è stato accolto positivamente dalla critica, che ha elogiato la sua originalità, la sua visione e la sua interpretazione. Il film ha vinto il Leone d’argento alla Mostra del Cinema di Venezia nel 1965.

Alcuni dettagli aggiuntivi:

  • Il film è ambientato in un deserto immaginario che è un mix di paesaggi reali e surreali.
  • Il film è girato in bianco e nero, con un uso frequente di effetti speciali surreali.
  • Il film è interpretato da Claudio Brook, che interpreta Simone, e da Silvia Pinal, che interpreta il diavolo.

Recensione

Commedia surreale e di critica di altissimo livello e raffinatezza ai dogmi religiosi dal genio surrealista di Luis Bunuel. Nato come un progetto di cortometraggio, Simon è diventato uno dei personaggi più iconici del grande regista spagnolo. Nella versione originale in lingua spagnola il modo di parlare del santone è davvero buffo e grottesco, cosa completamente persa nel doppiaggio.

Guarda Simon nel deserto

Signore & signori (1965)

Signore & signori (1965) è un film commedia italiano del 1965 diretto da Pietro Germi e interpretato da Virna Lisi, Gastone Moschin, Franco Fabrizi, Olga Villi, Beba Loncar, Gigi Ballista.

Trama

La trama è imperniata sulle vicende di una compagnia di commercianti e professionisti della medio-alta borghesia che, dietro un’impeccabile facciata di perbenismo, nasconde una fitta trama sottintesa di tradimenti reciproci.

Temi

  • L’ipocrisia
  • La borghesia
  • La società italiana

Accoglienza critica

Signore & signori è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua satira feroce, la sua comicità pungente e la sua capacità di raccontare la realtà italiana dell’epoca. È stato candidato a quattro David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Moschin). Ha vinto il David di Donatello per il miglior film.

Premi

  • David di Donatello per il miglior film

Curiosità

  • Il film è stato girato a Roma e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 3 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 20 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la sua satira.

Tre uomini in fuga (1966)

Tre uomini in fuga è una commedia francese del 1966 diretta da Gérard Oury e interpretata da Bourvil e Louis de Funès. Il film racconta la storia di due francesi ordinari, Augustin Bouvet, un pittore in edilizia, e Stanislas Lefort, il direttore d’orchestra dell’Opéra di Parigi, che aiutano a salvare un gruppo di piloti britannici abbattuti sopra Parigi occupata dai nazisti.

Trama

La storia di Tre uomini in fuga inizia nel 1942, a Parigi occupata dai nazisti. Augustin Bouvet, un pittore in edilizia, e Stanislas Lefort, il direttore d’orchestra dell’Opéra di Parigi, sono due francesi ordinari che vivono la loro vita quotidiana.

Un giorno, un gruppo di piloti britannici viene abbattuto al di sopra di Parigi. Vengono paracadutati nella città e si ritrovano nascosti nelle fogne. Augustin e Stanislas sono i primi a trovarli e decidono di aiutarli a fuggire.

I due francesi li aiutano a travestirsi da donne e a nascondersi in un teatro. Li aiutano anche a trovare un modo per uscire da Parigi.

Augustin e Stanislas devono affrontare molti ostacoli durante il loro viaggio. Devono evitare i tedeschi, trovare cibo e denaro e procurarsi vestiti e documenti d’identità.

Temi

Tre uomini in fuga è un film che affronta diversi temi, tra cui:

  • L’eroismo ordinario: Augustin e Stanislas sono personaggi ordinari che diventano eroi aiutando i piloti britannici. Dimostrano che chiunque può fare la differenza, anche nelle circostanze più difficili.
  • L’amicizia: Augustin e Stanislas formano un’amicizia improbabile durante il loro viaggio. Imparano ad apprezzarsi e a sostenersi a vicenda.
  • L’umorismo: La grande vadrouille è una commedia e fa molto ridere. Il film usa l’umorismo per affrontare argomenti seri, come la Seconda Guerra Mondiale.

Analisi

Tre uomini in fuga è un film ben realizzato e divertente. È pieno di umorismo, azione ed emozione.

Le interpretazioni di Bourvil e de Funès sono eccellenti. Bourvil è perfetto nel ruolo del personaggio semplice e simpatico di Augustin. De Funès è anche eccellente nel ruolo del personaggio eccentrico e autoritario di Stanislas.

Il film è anche degno di nota per le sue scene d’azione, che sono ben realizzate e divertenti. La fuga in bicicletta per le strade di Parigi è particolarmente memorabile.

Tre uomini in fuga è un classico del cinema francese che continua a divertire gli spettatori di tutte le età. È una commedia esilarante e commovente che offre una visione unica della Seconda Guerra Mondiale.

Recensione

Tre uomini in fuga è un film imperdibile per tutti gli amanti del cinema francese. È una commedia esilarante e commovente che offre una visione unica della Seconda Guerra Mondiale.

Il film è ben realizzato e divertente. Le interpretazioni di Bourvil e de Funès sono eccellenti e le scene d’azione sono ben realizzate.

Per favore, non toccate le vecchiette (1967)

Per favore, non toccate le vecchiette (1967) è un film commedia satirico americano del 1967 diretto da Mel Brooks e interpretato da Zero Mostel, Gene Wilder, Kenneth Mars, Dick Shawn e Marty Feldman.

Trama

Max Bialystock è un produttore di Broadway fallito che produce costantemente flop e perde soldi. Viene avvicinato da Leo Bloom, un contabile che ha scoperto una scappatoia nel sistema di investimento di Broadway.

Bloom spiega che se uno spettacolo di Broadway perde soldi, i produttori possono tenere tutti i soldi che erano stati investiti in esso. Bialystock e Bloom decidono di produrre un flop deliberato per fare fortuna. Scegliono un musical satirico su Adolf Hitler intitolato “Springtime for Hitler”, credendo che sia così brutto che sicuramente fallirà.

Temi

  • Avidità
  • Ambizione
  • Il sogno americano
  • Satira

Accoglienza critica

Per favore, non toccate le vecchiette è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua satira tagliente e le interpretazioni delle sue star. È stato nominato a 10 premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Mostel). Ha vinto l’Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Premi

  • Premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale
  • Golden Globe per il miglior film – Musical o commedia
  • Premio National Board of Review per il miglior attore non protagonista (Kenneth Mars)
  • Premio Writers Guild of America per la migliore sceneggiatura originale

Curiosità

  • Zero Mostel ha basato la sua interpretazione di Max Bialystock sul vero produttore di Broadway David Merrick.
  • Gene Wilder era stato originariamente scelto per il ruolo di Max Bialystock, ma fu convinto a interpretare Leo Bloom invece.
  • La produzione originale di “Springtime for Hitler” è stata messa in scena al Playhouse Theatre di New York City.
  • La canzone del titolo del film è stata scritta da Stephen Sondheim.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato a New York City e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 3,5 milioni di dollari.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 28 milioni di dollari.

Prendi i soldi e scappa (1969)

E’ un film del 1969 scritto, diretto e interpretato da Woody Allen. È una commedia surreale che segue la vita di Virgil Starkwell, un criminale goffo e maldestro che cerca inutilmente di compiere rapine. Il film utilizza un narratore onnisciente per prendere in giro la vita di Virgil e i suoi fallimenti, ed è noto per l’umorismo visivo e il carattere sperimentale della narrazione.

Trama

La trama segue la vita di Virgil Starkwell, interpretato da Woody Allen, dall’infanzia alla maturità, concentrandosi sulla sua carriera criminale. Virgil è un ladruncolo goffo e maldestro che cerca di compiere rapine in banca e in altri luoghi, ma viene sempre catturato dalle autorità.

Nonostante sia un criminale, Virgil è rappresentato come un personaggio comico e sfortunato, le cui azioni portano sempre a conseguenze imprevedibili e divertenti. Durante il film, il personaggio si sposa due volte, entra e esce di prigione, e si trova coinvolto in situazioni sempre più assurde.

Recensione

La narrazione è sostenuta da un narratore onnisciente che commenta e ironizza sulla vita di Virgil, e il film presenta anche alcuni elementi sperimentali, come l’uso di schermate a quadri bianchi e neri per rappresentare le azioni del personaggio. “Prendi i soldi e scappa” è considerato uno dei primi film di successo di Allen e ha avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare.

Che carriera che si fa con l’aiuto di mammà!… (1970)

Che carriera che si fa con l’aiuto di mammà!… (1970) è una commedia francese diretta da Pierre Richard. Il film è interpretato da Pierre Richard, Marie-Christine Barrault e Bernard Blier.

Trama

Il film racconta la storia di Pierre Malaquet, un giovane uomo che vive con la madre, Glycia. Glycia è una donna autoritaria e manipolatrice che controlla la vita di Pierre.

Pierre è un uomo distratto e sbadato che non riesce a trovare un lavoro stabile. Sua madre gli trova un lavoro come ingegnere civile, ma Pierre non è in grado di svolgere le sue mansioni.

Pierre inizia a frequentare Lisa Gastier, una donna di successo. Lisa è attratta da Pierre, ma è anche irritata dalla sua mancanza di ambizione.

Pierre e Lisa si sposano, ma il loro matrimonio è difficile. Glycia continua a interferire nella loro vita e Pierre non riesce a trovare il suo posto nel mondo.

Tematiche

Il film esplora temi come l’influenza dei genitori, la ricerca dell’identità e la difficoltà di crescere. Il film è una satira della società francese degli anni ’70 e un ritratto divertente e commovente della vita di un uomo ordinario.

Ricezione

Il film è stato accolto positivamente dalla critica, che ha elogiato la sua originalità, la sua comicità e la sua performance di Pierre Richard. Il film è considerato uno dei migliori film di Pierre Richard e un classico della commedia francese.

Alcuni dettagli aggiuntivi:

  • Il film è girato in bianco e nero.
  • Il film è interpretato da Pierre Richard, che interpreta Pierre Malaquet, Marie-Christine Barrault, che interpreta Lisa Gastier, e Bernard Blier, che interpreta Alexandre Guiton.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 10 milioni di franchi francesi.

Recensione

Prima di diventare una grande star negli anni ’80 in un duetto con Gérard Depardieu nei film di Francis Veber, Pierre Richard ha rivelato la sua capacità comica in film più particolari in cui brillava con l’umorismo naturale che lo identifica. Qualcosa che non può essere descritto coinvolge sempre la famosa goffaggine del personaggio, che raggiunge una misura poetica dietro la sua potenza comica. Questo vale per Le Distrait, che la star ha diretto lui stesso. 

Il dittatore dello stato libero di Bananas (1971)

“Bananas” è un film del 1971 scritto, diretto e interpretato da Woody Allen. È una commedia satirica che segue le avventure di un uomo insicuro di nome Fielding Mellish, interpretato da Allen, che si unisce alla rivoluzione in una piccola repubblica immaginaria dell’America Latina.

Trama

La trama di “Bananas” segue le vicende di Fielding Mellish (interpretato da Woody Allen), un nevrotico produttore di documentari che cerca di conquistare il cuore della sua amata Nancy (Louise Lasser), attivista politica che si impegna per la causa dei poveri e degli oppressi.

Dopo che Nancy lo lascia, Fielding si ritrova a sperimentare una crisi esistenziale e decide di viaggiare in una piccola repubblica immaginaria dell’America Latina. Lì, incontra un gruppo di ribelli che cercano di rovesciare il regime al potere e finisce per diventare il loro leader.

In seguito, la situazione politica nel paese diventa sempre più caotica e surreale, con Fielding che si trova coinvolto in una serie di situazioni comiche e assurde, come una partita di pallacanestro con regole stravaganti, un processo farsesco in cui viene accusato di tradimento e un colpo di stato che lo rende il nuovo dittatore del paese.

Recensione

Insieme a questa trama principale, il film presenta anche una serie di scene e gag umoristiche che satirizzano vari aspetti della società americana e della politica internazionale, mantenendo sempre uno stile comico surreale e paradossale. Il film è noto per il suo umorismo eccentrico, i suoi colpi di scena e il suo stile comico surreale, caratteristico della filmografia di Allen.

Harold and Maude (1971)

Harold e Maude (1971) è un film commedia-drammatica nera americana del 1971 diretto da Hal Ashby e interpretato da Ruth Gordon e Bud Cort. Il film vede anche Vivian Pickles, Charles Tyner, Ellen Geer, Cyril Cusack e John Pearce. La sceneggiatura di Colin Higgins è iniziata come tesi di master per la scuola di cinema.

Trama

Harold Chasen (Bud Cort) è un adolescente malinconico di una famiglia benestante che è ossessionato dalla morte. Partecipa ai funerali di persone che non conosce e mette in scena falsi suicidi per attirare l’attenzione della madre indifferente (Vivian Pickles).

Ad uno dei funerali, Harold incontra Maude (Ruth Gordon), una donna eccentrica di 79 anni che ha un entusiasmo per la vita. Maude insegna a Harold ad apprezzare la bellezza della vita e a vivere ogni giorno al massimo.

Harold e Maude sviluppano un’improbabile amicizia e iniziano a trascorrere molto tempo insieme. Vanno in avventure, parlano di vita e morte e si innamorano.

La madre di Harold è sconvolta dall’amicizia di Harold con Maude e cerca di separarli. Tuttavia, Harold è determinato a stare con Maude, non importa cosa pensi sua madre.

Temi

  • Il significato della vita
  • La morte
  • L’amore
  • La non conformità
  • La famiglia

Accoglienza critica

Harold e Maude è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la musica. È stato nominato a tre Golden Globe, tra cui miglior film – musical o commedia, miglior attore – film musicale o commedia (Cort) e miglior attrice – film musicale o commedia (Gordon).

Eredità

Harold e Maude è considerato uno dei film cult degli anni ’70. È stato elogiato per la sua visione unica e sovversiva della vita, della morte e dell’amore. Il film è stato citato come un’influenza da numerosi altri registi, tra cui Wes Anderson e David Lynch.

Premi

  • Premio BAFTA al miglior esordiente in ruoli da protagonista (Cort)
  • Premio National Board of Review alla miglior attrice non protagonista (Gordon)
  • Premio Los Angeles Film Critics Association alla miglior attrice non protagonista (Gordon)

Curiosità

  • La colonna sonora del film è stata composta da Cat Stevens e include alcune delle sue canzoni più popolari, tra cui “Cat Stevens”, “Where Do the Lonely Go?” e “Father and Son”.
  • Il personaggio del titolo del film, Maude, era basato sulla madre di Gordon.
  • Il film è stato girato in soli 26 giorni.
  • Il finale originale del film era molto più oscuro, ma è stato cambiato all’ultimo minuto in uno più speranzoso.

Alcuni dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato a Los Angeles e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 2 milioni di dollari.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 30 milioni di dollari.

In nome del popolo italiano (1971)

In nome del popolo italiano (1971) è un film commedia drammatica italiano del 1971 diretto da Dino Risi e interpretato da Vittorio Gassman, Ugo Tognazzi, Yvonne Furneaux, Renato Baldini, Ely Galleani, Michele Cimarosa.

Trama

Mariano Bonifazi (Vittorio Gassman) è un giudice istruttore integerrimo, amareggiato dalla corruzione che egli percepisce prima di tutto nella pubblica amministrazione. Un giorno Bonifazi scopre che l’imprenditore Lorenzo Santenocito (Ugo Tognazzi), archetipo del capitano d’industria disonesto, potrebbe essere implicato nella morte di Silvana Lazzorini, una giovane tossicodipendente.

Tra i due ha inizio un duello senza sconti, giuridico e ideologico. Nel corso delle indagini, Bonifazi scopre l’innocenza dell’indiziato, ma decide comunque di colpire attraverso la figura dell’imprenditore tutto il marcio di una società irrimediabilmente corrotta.

Temi

  • La corruzione
  • La giustizia
  • La società italiana

Accoglienza critica

In nome del popolo italiano è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e il suo messaggio sociale. È stato candidato a quattro David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Gassman). Ha vinto il David di Donatello per il miglior attore (Gassman).

Eredità

In nome del popolo italiano è considerato un classico del cinema italiano. È un film che ha segnato un’epoca e che ha contribuito a cambiare il modo in cui il cinema italiano rappresentava la giustizia e la società.

Premi

  • David di Donatello per il miglior attore (Vittorio Gassman)

Curiosità

  • Il film è stato girato a Roma e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 2 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 20 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e il suo messaggio sociale.

C’eravamo tanto amati (1974)

C’eravamo tanto amati è un film commedia drammatico italiano del 1974 diretto da Ettore Scola. Il film è interpretato da Vittorio Gassman, Nino Manfredi, Stefania Sandrelli, Stefano Satta Flores, Giovanna Ralli e Aldo Fabrizi.

Trama

Il film racconta la storia di tre amici, Nicola, Giovanni e Antonio, che si incontrano durante la guerra partigiana. Dopo la guerra, i tre amici continuano a frequentarsi, ma le loro vite prendono strade diverse. Nicola diventa un politico di successo, Giovanni un attore di scarso successo e Antonio un operaio.

Il film segue gli amici nel corso di trent’anni, mentre affrontano le sfide della vita e della politica. Il film è un ritratto realistico e commovente dell’amicizia, dell’amore e del cambiamento.

Tematiche

Il film esplora temi come l’amicizia, l’amore, la politica e il cambiamento. Il film è un ritratto realistico e commovente dell’Italia del dopoguerra e delle sfide che le persone hanno dovuto affrontare.

Ricezione

Il film è stato accolto positivamente dalla critica, che ha elogiato la sua sceneggiatura, la sua regia e le sue interpretazioni. Il film è considerato uno dei migliori film di Ettore Scola e uno dei classici del cinema italiano.

Alcuni dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato in Italia, tra Roma, Milano e Napoli.
  • Il film è stato interpretato da Vittorio Gassman, che interpreta Nicola, Nino Manfredi, che interpreta Giovanni, Stefania Sandrelli, che interpreta Lina, Stefano Satta Flores, che interpreta Antonio, Giovanna Ralli, che interpreta Giuliana, e Aldo Fabrizi, che interpreta Romolo.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 2 miliardi di lire italiane.

Premi

Il film ha vinto numerosi premi, tra cui:

  • Leone d’argento per la regia al Festival di Venezia
  • David di Donatello per il miglior film
  • Nastro d’argento per il miglior film
  • Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile a Vittorio Gassman

Recensione

Capolavoro di Ettore Scola, questa commedia di culto segue 3 amici nel corso di 30 anni. Una commedia romantica di personaggi cinici che si fanno facilmente corrompere, con un sapore amaro e malinconico sul tempo che passa e su come le vite cambiano con le pressioni sociali e l’incapacità di conservare la propria coerenza. E’ una di quelle commedie che si ribaltano in dramma esistenziale e che ad un certo punto, con l’intensità delle emozioni che trasmette, può rigare il tuo viso di lacrime.

Frankenstein Junior (1974)

Trama

Frederick Frankenstein, un neurochirurgo e nipote dell’infamante dottor Victor Frankenstein, viene invitato in Transilvania per ereditare il castello del nonno. All’arrivo, Frederick scopre il laboratorio del nonno e il suo lavoro incompiuto sulla creazione di un essere umano da parti di cadaveri. Con l’aiuto del suo assistente gobbo Igor e della governante Frau Blücher, Frederick decide di completare il lavoro del nonno.

Tuttavia, Frederick impianta accidentalmente il cervello di un uomo anormale invece di un genio, con conseguenze esilaranti e inaspettate. [Immagine di Frederick Frankenstein (Gene Wilder) e Igor (Marty Feldman) in Frankenstein Junior (1974)] [Immagine di Frau Blücher (Cloris Leachman) in Frankenstein Junior (1974)]

Il film è una parodia del genere horror classico, in particolare del film Frankenstein del 1931, e prende in giro lo stereotipo del “scienziato pazzo” e i cliché dei film horror. Esplora anche temi come l’ambizione, l’ossessione e la natura dell’umanità.

Temi

  • Parodia: Frankenstein Junior è una parodia del genere horror classico, in particolare del film Frankenstein del 1931. Prende in giro lo stereotipo dello “scienziato pazzo” e i cliché dei film horror.
  • Ambizione: Frederick Frankenstein è spinto dall’ambizione di completare il lavoro del nonno e creare un essere umano da parti di cadaveri.
  • Ossessione: Frederick diventa ossessionato dal suo lavoro e perde di vista le implicazioni etiche delle sue azioni.
  • Natura dell’umanità: Il film esplora la natura dell’umanità interrogandosi sul significato di essere umani.

Accoglienza

Frankenstein Junior è stato un successo di critica e commerciale al momento dell’uscita. È stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e la fedele ricreazione dell’estetica dei film horror della Universal Studios. Il film è stato nominato a due premi Oscar: miglior sceneggiatura non originale e miglior canzone originale per “The Name of the Game”.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato diretto da Mel Brooks e vede come protagonisti Gene Wilder nel ruolo di Frederick Frankenstein, Marty Feldman nel ruolo di Igor, Cloris Leachman nel ruolo di Frau Blücher e Teri Garr nel ruolo di Inga.
  • Il film è stato nominato a due Golden Globe: miglior film – musical o commedia e miglior attore in un film – musical o commedia per Gene Wilder.
  • Il film è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress nel 2008 in quanto “culturalmente, storicamente o esteticamente significativo”.

Recensione

Frankenstein Junior di Mel Brooks del 1974 è una commedia horror senza tempo con incredibili attori che raggiungono i vertici della loro recitazione: Gene Wilder, Madeline Kahn, Teri Garr, Marty Feldman, Peter Boyle, Cloris Leachman, e Gene Hackman.

La sceneggiatura umoristica nominata all’Oscar di Brooks e Wilder parodia in modo impeccabile l’horror Frankenstein del 1931 di James Whale. La regia di Brooks crea la sensazione di quei film di mostri senza tempo così bene che hai l’impressione che questo sia un film che appartiene davvero ai classici come Dracula e The Wolfman. Questo è il film migliore e anche il più pazzo di Brooks, tra le migliori parodie horror da vedere assolutamente.

Fantozzi (1975)

Fantozzi (1975) è un film commedia italiano diretto da Luciano Salce e interpretato da Paolo Villaggio, Liù Bosisio, Gigi Reder, Milena Vukotic, Anna Mazzamauro, Duilio Del Prete, Franco Diogene e Cesare Barbetti.

Trama

Il ragionier Ugo Fantozzi è un impiegato della Megaditta, una grande azienda industriale. Fantozzi è un uomo timido, goffo e sfortunato, che è costantemente vessato dai suoi superiori e dai suoi colleghi.

Il film racconta le disavventure di Fantozzi nel corso di un anno, dalla vigilia di Natale al Natale successivo. Fantozzi viene incaricato di svolgere compiti assurdi e pericolosi, come trasportare un elefante in ufficio o partecipare a una gara di corsa con la sua Bianchina. Viene anche costretto a subire una serie di umiliazioni, come essere costretto a mangiare una torta di merda o a indossare un costume da pinguino.

Temi

Fantozzi è una satira della società italiana degli anni ’70, e in particolare del mondo del lavoro. Il film esplora temi come l’alienazione, l’oppressione e la mancanza di speranza.

Accoglienza

Fantozzi è stato un successo di critica e commerciale al momento dell’uscita. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua satira e la sua interpretazione di Paolo Villaggio.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto da Paolo Villaggio e Sergio Amidei.
  • Il film è stato prodotto da Mario Cecchi Gori e Vittorio Cecchi Gori.
  • Il film è stato girato a Roma e dintorni.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 1 miliardo di lire italiane.

Recensione

I film di Fantozzi sono alcuni dei film comici italiani più importanti di sempre e sono in realtà carichi di modi di dire e parole che attualmente fanno parte della lingua italiana. Scene cult in enorme quantità: Fantozzi e il suo socio Filini che giocano a tennis, Fantozzi che si butta dal balcone per prendere l’autobus e arrivare in ufficio in orario, la proiezione de La corazzata Potemkin

Amici miei (1975)

Amici miei è un film commedia italiano del 1975 diretto da Mario Monicelli e interpretato da Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Duilio Del Prete e Adolfo Celi.

Trama

Quattro amici fiorentini, Lello Mascetti (Tognazzi), Rambaldo Melandri (Moschin), Giorgio Perozzi (Noiret) e Guido Necchi (Del Prete), vivono una tranquilla vita da pensionati. Per affrontare la crisi di mezza età, decidono di organizzare delle zingarate, ovvero delle scorribande a base di scherzi e bravate.

Le loro zingarate li porteranno a vivere avventure esilaranti, ma anche a riflettere sulla vita, l’amicizia e l’amore.

Temi

  • L’amicizia
  • La crisi di mezza età
  • La vita

Accoglienza critica

Amici miei è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua comicità, la sua freschezza e la sua capacità di raccontare una storia moderna e attuale. È stato candidato a quattro David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Tognazzi). Ha vinto il David di Donatello per il miglior film.

Premi

  • David di Donatello per il miglior film

Curiosità

  • Il film è stato girato a Firenze e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 2 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 20 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la sua comicità.

Brutti, sporchi e cattivi (1976)

Brutti, sporchi e cattivi è un film commedia drammatico italiano del 1976 diretto da Ettore Scola e interpretato da Nino Manfredi, Marcella Michelangeli, Marcella Battisti, Claudio Botosso, Silvia Ferluga, Zoe Incrocci e Giuliana Calandra.

Trama

Il film è ambientato in una baraccopoli di periferia a Roma. La storia segue le vicende di Giacinto Mazzatella, un ubriacone e violento che vive con la sua numerosa famiglia. Giacinto ha ricevuto un milione di lire di risarcimento per aver perso un occhio in un incidente sul lavoro, ma non vuole condividerle con nessuno.

La famiglia di Giacinto è composta da sua moglie, dieci figli, un numero imprecisato di parenti e un maiale. I membri della famiglia sono tutti poveri e trascurati. Vivono in condizioni di squallore e sporcizia, e sono costantemente alle prese con problemi di natura economica e sociale.

Temi

Il film esplora temi come la povertà, la miseria, la violenza domestica e la marginalizzazione sociale. È una visione impietosa ma realistica della vita delle classi meno abbienti in Italia.

Accoglienza

Brutti, sporchi e cattivi è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua interpretazione di Nino Manfredi, la sua regia di Ettore Scola e la sua sceneggiatura di Ruggero Maccari.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato a Roma e dintorni.
  • Il film è stato prodotto da Franco Cristaldi.
  • Il film ha vinto numerosi premi, tra cui:
    • David di Donatello per il miglior film
    • Nastro d’argento per il miglior film
    • Globo d’oro per il miglior film italiano
    • Premio FIPRESCI al Festival di Cannes

Recensione

È un film straordinario, non solo per i suoi momenti umoristici, ma anche per il suo stile grottesco con un potente contenuto e un linguaggio forte. Viene spesso definito una commedia grottesca poiché si discosta dalle commedie drammatiche che erano ancora in fase di lancio. Come Fantozzi, anche questo uscì nella seconda metà degli anni ’70, sviluppando un nuovo tipo di comicità italiana, costruendo una trama con elementi comici pieni di significato.

È, di gran lunga, il ruolo più duro di Nino Manfredi, dove interpreta un uomo grottesco e maleducato con un occhio solo. “Brutti, sporchi e cattivi” fa uso di molte parolacce e scene legate al sesso. Le sue figlie sono definite da lui stesso come prostitute, così come i suoi figli sono chiamati maiali, ladri e assassini che desiderano solo rubare i suoi soldi. Il film è un capolavoro che ha cambiato il panorama della commedia italiana. 

Io e Annie (1977)

Io e Annie (1977) è un film commedia romantica diretto da Woody Allen e interpretato da Woody Allen, Diane Keaton, Tony Roberts, Carol Kane e Paul Simon.

Trama

Alvy Singer è un comico newyorkese che si innamora di Annie Hall, una ragazza con aspirazioni artistiche. I due si frequentano per circa un anno, ma la loro relazione è tormentata dai loro problemi personali e dalle loro differenze.

Alvy è un uomo nevrotico e insicuro, che ha difficoltà a relazionarsi con gli altri. Annie è una donna indipendente e libera, che non vuole essere vincolata da una relazione.

Alla fine, i due si lasciano, ma Alvy non riesce a dimenticarla.

Temi

Il film esplora temi come l’amore, la perdita, l’incomunicabilità e l’alienazione. È un ritratto realistico e toccante di una relazione che finisce.

Accoglienza

Io e Annie è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua sceneggiatura, le interpretazioni e la direzione.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto da Woody Allen e Marshall Brickman.
  • Il film è stato prodotto da Charles H. Joffe.
  • Il film è stato girato a New York City.
  • Il film ha vinto quattro premi Oscar: miglior film, miglior sceneggiatura originale, miglior attrice protagonista (Diane Keaton) e miglior regista.

Recensione

Annie Hall, è un film d’essai inquadrato nel genere della commedia romantica del 1977. Annie Hall è Woody Allen al rovescio, dalla sua narrativa ai suoi personaggi femminili. Il film ha una magia particolare: un dolce sapore nostalgico nelle sue battute diventate celebri, un desiderio malinconico per un’epoca meno complicata e per un luogo dove tutto sembrava possibile con l’amore.

Casotto (1977)

Casotto (1977) è un film commedia italiano del 1977 diretto da Sergio Citti e interpretato da Jodie Foster, Ugo Tognazzi, Gigi Proietti, Franco Citti, Ninetto Davoli, Catherine Deneuve e Clara Algranti.

Trama

Durante una calda domenica d’agosto, in una spaziosa cabina collettiva, o casotto, sulla spiaggia libera di Ostia, si intrecciano le vicende di una variopinta galleria di personaggi che mostra, con le proprie storie, il contrasto tra la rigida morale ufficiale italiana della fine degli anni Settanta e la rivoluzione sessuale.

Tra questi personaggi troviamo:

  • Maria (Jodie Foster), una giovane ragazza americana in vacanza in Italia con i genitori, che si innamora di un giovane e affascinante uomo di origini romane;
  • Ugo (Ugo Tognazzi), un sacerdote di campagna che ha perso la fede e che si reca in spiaggia per cercare di ritrovarla;
  • Gigi (Gigi Proietti) e Franco (Franco Citti), due amici di Ugo che sono in cerca di avventure;
  • Clara (Clara Algranti), una donna matura che si innamora di Ugo;
  • Catherine Deneuve, una famosa attrice francese che sta girando un film in Italia.

Temi

  • La rivoluzione sessuale
  • Il conflitto tra la morale ufficiale e la realtà
  • L’amore

Accoglienza critica

Casotto è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua comicità, la sua freschezza e la sua capacità di raccontare una storia moderna e attuale. È stato nominato a quattro David di Donatello, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore (Tognazzi). Ha vinto il David di Donatello per la migliore sceneggiatura.

Eredità

Casotto è considerato un classico del cinema italiano. È un film che ha segnato un’epoca e che ha contribuito a cambiare il modo in cui il cinema italiano rappresentava l’amore e la sessualità.

Premi

  • David di Donatello per la migliore sceneggiatura

Curiosità

  • Il film è stato girato a Ostia e dintorni.
  • Il budget del film è stato di 2 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo commerciale, incassando oltre 20 miliardi di lire.
  • Il film è stato un successo critico, ed è stato lodato per la sua regia, la sceneggiatura, le interpretazioni e la comicità.

Les bronzés (1978)

Les bronzés (1978) è una commedia francese diretta da Patrice Leconte e interpretata da Josiane Balasko, Gérard Jugnot, Michel Blanc, Marie-Anne Chazel e Christian Clavier. Il film racconta la storia di un gruppo di amici che partono per una vacanza al Club Med in Costa d’Avorio.

Trama

Bernard Morin (Gérard Jugnot), Jean-Claude Dusse (Michel Blanc), Jérôme (Christian Clavier) e Popeye (Thierry Lhermitte) sono quattro amici che lavorano in un’azienda di ingegneria a Parigi. Stanchi della routine quotidiana, decidono di partire per una vacanza al Club Med in Costa d’Avorio.

Al Club Med, i quattro amici si trovano in un mondo completamente diverso da quello a cui sono abituati. Sono circondati da persone di tutte le età e da tutte le parti del mondo. Insieme, vivono un’esperienza indimenticabile, fatta di divertimento, risate e nuove amicizie.

Temi

Les bronzés è un film che esplora diversi temi, tra cui:

  • L’amicizia: La storia è incentrata sull’amicizia tra i quattro protagonisti. Insieme, superano le difficoltà e vivono un’esperienza indimenticabile.
  • La scoperta di sé: I quattro protagonisti si ritrovano a confrontarsi con se stessi e con le proprie paure. La vacanza al Club Med è un’occasione per crescere e per imparare a conoscersi meglio.
  • Il potere dell’umorismo: Il film è pieno di humor. L’umorismo è usato per alleviare la tensione e per rendere la storia più divertente.

Analisi

Les bronzés è un film ben realizzato e divertente. È un film che ha fatto la storia del cinema francese.

Le interpretazioni dei quattro protagonisti sono eccellenti. Gérard Jugnot è perfetto nel ruolo di Bernard, un uomo ingenuo e simpatico. Michel Blanc è anche eccellente nel ruolo di Jean-Claude, un uomo timido e impacciato.

Il film è anche degno di nota per le sue scene comiche, che sono ben realizzate e divertenti. La scena in cui i quattro protagonisti vengono seguiti dai bambini del villaggio è particolarmente memorabile.

L’amore fugge (1979)

L’amore fugge (1979) è un film commedia-drammatico diretto da François Truffaut e interpretato da Jean-Pierre Léaud, Marie-France Pisier, Claude Jade, Julien Dubois, Daniel Mesguich.

Trama

Antoine Doinel, il protagonista della saga cinematografica di Truffaut, è un uomo di 35 anni che ha appena divorziato da Christine. Antoine è un uomo insicuro e tormentato, che ha difficoltà a trovare la felicità.

Dopo il divorzio, Antoine inizia una relazione con Sabine, una giovane commessa. La relazione è inizialmente felice, ma presto si rivela problematica. Antoine è ancora innamorato di Christine, e Sabine è una donna insicura e possessiva.

Alla fine, Antoine e Sabine si lasciano, e Antoine si ritrova solo e sconsolato.

Temi

Il film esplora temi come l’amore, la perdita, la maturità e la solitudine. È un ritratto realistico e toccante di un uomo che cerca di trovare la felicità.

Accoglienza

L’amore fugge è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua regia, le interpretazioni e la sceneggiatura.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto da François Truffaut e Jean-Pierre Léaud.
  • Il film è stato prodotto da Claude Berri.
  • Il film è stato girato a Parigi e dintorni.
  • Il film ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes.

Recensione

Truffaut chiude con L’amore fugge la serie dedicata ad Antoine Doinel. Una commedia sentimentale da vedere assolutamente. Allegro e malinconico, passionale e distaccato nello stesso tempo, il film ripropone lo stile unico di Truffaut. Uno dei registi che ha saputo raccontare meglio l’amore sul grande schermo dei cinema.

Guarda L’amore fugge

Blues Brothers (1980)

Blues Brothers (1980) è un film commedia musicale americano diretto da John Landis e interpretato da John Belushi nel ruolo di “Joliet” Jake Blues e da Dan Aykroyd nel ruolo di suo fratello Elwood Blues. I personaggi, sviluppati dallo sketch musicale ricorrente “The Blues Brothers” nella serie televisiva di varietà del sabato sera della NBC, vengono rilasciati in missione da Dio per riunire la loro vecchia band R&B per esibirsi in un bar e grill di Chicago per pagare una cauzione di $ 5.000 su di loro dall’orfanotrofio dove sono stati cresciuti, che sta affrontando l’esecuzione forzata.

Tracciare

Jake ed Elwood Blues vengono rilasciati dalla prigione in missione da Dio per riunire la loro vecchia band R&B e esibirsi in un bar e grill di Chicago per pagare una cauzione di 5.000 dollari messa su di loro dall’orfanotrofio, che sta affrontando l’esecuzione forzata. Lungo la strada, vengono inseguiti dalla polizia, dalla milizia dell’Illinois e da una banda di nazisti, tutti determinati a fermarli.

Temi

Il film è una celebrazione della musica blues e della cultura americana. È anche una storia di famiglia, redenzione e potere della musica per unire le persone.

Ricezione

Blues Brothers fu un successo commerciale e di critica al momento del suo rilascio. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, l’azione e la musica. È stato nominato per due Academy Awards: Migliore sceneggiatura non originale e Migliore canzone originale per “The Name of the Game”.

Commento

Blues Brothers è un cult classico apprezzato dagli appassionati di musica e commedia per generazioni. È un film divertente, energico e indimenticabile che non mancherà di intrattenere.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto da Dan Aykroyd e John Landis.
  • Il film è stato prodotto da Robert K. Weiss.
  • Il film è stato girato in esterni a Chicago e Los Angeles.
  • La colonna sonora del film ha avuto un successo commerciale, raggiungendo il numero due nella classifica Billboard 200.

Recensione

The Blues Brothers è un film divertente con una storia meravigliosamente ritmata, una sceneggiatura incisiva e un tripudio di automobili che ti tengono occupato ogni volta che le rapine di Belushi e Aykroyd sono un po’ eccessive. Naturalmente, il cuore del film rimane nella sua musica: Cab Calloway, Ray Charles e James Brown. È “Respect” di Aretha Franklin che ti fa tremare sulla sedia.

Tootsie (1982)

Tootsie (1982) è un film commedia-drammatico americano diretto da Sidney Pollack, scritto da Larry Gelbart, Barry Levinson (non accreditato), Elaine May (non accreditato) e Murray Schisgal da una storia di Gelbart e Don McGuire. Il film è interpretato da Dustin Hoffman nel ruolo di Michael Dorsey, un attore talentuoso ma difficile da lavorare, che adotta l’identità di una donna di nome Dorothy Michaels per ottenere un ruolo in una soap opera. Il film vede anche la partecipazione di Jessica Lange, Charles Durning, Bill Murray, George Segal e Teri Garr.

Trama

Michael Dorsey è un attore che è noto per il suo talento ma anche per essere difficile da lavorare. È così difficile da accontentare che è stato messo in lista nera dalla maggior parte dei direttori del casting.

Disperato per trovare lavoro, Michael ha un’idea folle: si travestirà da donna e farà un’audizione per un ruolo in una soap opera. Crea la persona di Dorothy Michaels, una vedova di mezza età che è gentile, compassionevole e desiderosa di compiacere.

Michael ottiene il ruolo di Dorothy e rapidamente diventa una figura popolare nella soap opera. È anche un successo nella sua vita personale, innamorandosi di Julie, una collega attrice che interpreta la sua interesse amoroso.

Tuttavia, la doppia vita di Michael diventa sempre più difficile da mantenere. È costantemente preoccupato di essere scoperto e sta lottando per far fronte alle richieste di interpretare due personaggi diversi.

Accoglienza e eredità

“Tootsie” è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1982. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e l’esplorazione di complesse questioni sociali. È stato nominato a dieci premi Oscar, tra cui Miglior film, Miglior attore e Miglior attrice non protagonista per Jessica Lange. Ha vinto i premi per il miglior attore non protagonista per George Segal e per la migliore sceneggiatura originale.

Curiosità

  • Il titolo del film è un riferimento al personaggio di Dorothy Gale del “Mago di Oz”.
  • Dustin Hoffman ha trascorso ore con un allenatore di dialetto per perfezionare la sua voce femminile.
  • Jessica Lange è stata originariamente scelta come interesse amoroso di Michael Dorsey, ma era così convincente come uomo che è stata scambiata per il ruolo di Julie.
  • Il regista del film, Sydney Pollack, ha anche diretto “A qualcuno piace caldo”, un altro classico film su un uomo che si traveste da donna.

Re per una notte (1982)

Re per una notte (1982) è un film commedia-drammatica americano diretto da Martin Scorsese e interpretato da Robert De Niro, Jerry Lewis, Sandra Bernhard, e Diahnne Abbott. Il film racconta la storia di Rupert Pupkin, un aspirante comico ossessionato dal conduttore di un talk show, Jerry Langford.

Trama

Rupert Pupkin è un uomo di mezza età che vive con sua madre. È un aspirante comico, ma non ha mai avuto successo. È ossessionato da Jerry Langford, un conduttore di talk show di successo. Rupert crede che se solo potesse apparire nel programma di Jerry, sarebbe finalmente riconosciuto come il grande comico che crede di essere.

Rupert inizia a perseguitare Jerry. Segue il conduttore ovunque vada e lo chiama insistentemente al telefono. Alla fine, Rupert riesce a intrufolarsi nel camerino di Jerry dopo uno spettacolo. Rupert implora Jerry di dargli una possibilità nel suo programma, ma Jerry rifiuta. Rupert è devastato, ma non si arrende.

Rupert escogita un piano per rapire Jerry e costringerlo a dargli un posto nel suo programma. Si avvale dell’aiuto della sua amica Masha, e insieme rapiscono Jerry e lo portano nel seminterrato della madre di Rupert.

Temi

  • Ossessione
  • Fama
  • Il lato oscuro della commedia

Accoglienza e eredità

Re per una notte” è stato un successo di critica e commerciale al momento della sua uscita nel 1982. Il film è stato elogiato per il suo umorismo nero, le sue interpretazioni e l’esplorazione di complesse questioni sociali. È stato nominato a due Golden Globe: miglior film – musical o commedia e miglior attore – musical o commedia per De Niro.

Re per una notte” è rimasto popolare per decenni ed è considerato uno dei migliori film di Martin Scorsese. È un film inquietante e stimolante che solleva importanti questioni sulla natura della fama e della celebrità.

Broadway Danny Rose (1984)

Broadway Danny Rose (1984) è un film commedia americano in bianco e nero del 1984 diretto e interpretato da Woody Allen.

Trama

Il film segue le vicende di Danny Rose, un agente teatrale sfortunato che, cercando di aiutare il suo cliente, un cantante da lounge, con la sua amante, viene trascinato in un triangolo amoroso che coinvolge la mafia.

Temi

Il film è una parodia del genere gangster classico e prende in giro lo stereotipo del gangster duro e i cliché dei film gangster. Esplora anche temi come l’ambizione, l’ossessione e la natura della lealtà.

Accoglienza

Broadway Danny Rose fu un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e la sua fedele ricreazione dell’estetica dei film gangster della Universal Studios. Il film è stato nominato a due Academy Awards: Migliore sceneggiatura non originale e Migliore canzone originale per “The Name of the Game”.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto e diretto da Woody Allen.
  • Il film è interpretato da Woody Allen nel ruolo del personaggio titolare, nonché da Mia Farrow e Nick Apollo Forte.
  • Il film è stato nominato a due Golden Globe: Miglior film – Musical o commedia e Miglior attore in un film – Musical o commedia per Gene Wilder.
  • Il film è stato selezionato per la conservazione nel National Film Registry degli Stati Uniti dalla Library of Congress nel 2008 in quanto “culturale, storico o esteticamente significativo”.

Recensione

Il film è una commedia dal tono leggero, ambientata nel mondo del vaudeville e del cabaret newyorkese degli anni ’50. Broadway Danny Rose è stato molto apprezzato dalla critica per la sua ironia, la capacità di cogliere il lato comico delle situazioni più drammatiche e l’interpretazione di Woody Allen.

Woody Allen si preoccupa sia di seppellire che di lodare il suo eroe Danny Rose in questo ritratto lirico della Great White Way. Un ottimista perspicace e anche un sognatore permanente, l’ingenuo rappresentante teatrale Danny stravede per la sua triste scuderia, xilofonisti ciechi, ballerini professionisti di tip tap, pinguini pattinatori sul ghiaccio vestiti, normalmente, da rabbini chassidici.

Eppure è così chiaro a tutti gli altri che un’epoca sta passando rapidamente. Sebbene sia certamente un semplice personaggio comico, Allen gli dà uno sguardo compassionevole, afflitto dal dolore e affettuoso.

Non ci resta che piangere (1984)

Non ci resta che piangere (1984) è una commedia fantascientifica italiana diretta da Massimo Troisi e Roberto Benigni. Il film è interpretato dai due attori stessi, che interpretano due amici, Saverio e Mario, che si ritrovano nel 1492, a Palos de la Frontera, in Spagna.

Trama

Saverio è un maestro elementare, mentre Mario è un bidello. I due sono amici da sempre e condividono la passione per la fantascienza.

Un giorno, mentre stanno attraversando la campagna toscana, i due amici si imbattono in una strana tempesta. Quando la tempesta si calma, si ritrovano nel 1492, a Palos de la Frontera, in Spagna.

Saverio e Mario sono inizialmente spaventati e disorientati. Non sanno come tornare nel loro tempo e non sanno come comportarsi in un’epoca così diversa dalla loro.

Nel corso del film, i due amici incontreranno personaggi storici come Cristoforo Colombo, Isabella di Castiglia e Ferdinando II d’Aragona. Vivranno avventure rocambolesche e impareranno a conoscere un mondo completamente nuovo.

Accoglienza

Non ci resta che piangere è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua comicità, la sua freschezza e l’interpretazione dei due protagonisti.

Analisi

Non ci resta che piangere è un film che esplora temi come l’amicizia, il viaggio nel tempo e la differenza culturale. Il film è una commedia esilarante, ma è anche un film che fa riflettere.

Il film mostra come l’amicizia possa superare le differenze culturali e temporali. Saverio e Mario sono due uomini molto diversi, ma la loro amicizia è forte e indissolubile.

Il film esplora anche il tema del viaggio nel tempo. Saverio e Mario si ritrovano in un mondo completamente nuovo e devono imparare a adattarsi. Il film mostra come il viaggio nel tempo possa essere un’esperienza affascinante, ma anche pericolosa.

Infine, il film mette in luce la differenza culturale tra il presente e il passato. Saverio e Mario sono abituati a vivere in un mondo moderno e tecnologico. Quando si ritrovano nel 1492, devono fare i conti con un mondo completamente diverso. Il film mostra come la differenza culturale possa essere fonte di incomprensione e conflitti.

Recensione

Non ci resta che piangere è un classico del cinema italiano che ha resistito alla prova del tempo. È un film che continua a essere apprezzato dal pubblico di oggi.

Il film è ben fatto e presenta interpretazioni magistrali da parte dei due protagonisti. Saverio e Mario sono personaggi esilaranti e simpatici. Le loro avventure sono rocambolesche e divertenti.

Il film è anche un film che fa riflettere. Mostra come l’amicizia possa superare le differenze culturali e temporali. Mette anche in luce la differenza culturale tra il presente e il passato.

La rosa purpurea del Cairo (1985)

La rosa purpurea del Cairo (1985) è un film commedia romantica fantasy del 1985 diretto da Woody Allen e interpretato da Mia Farrow e Jeff Daniels. Il film racconta la storia di Cecilia, una casalinga frustrata e disillusa che, mentre guarda un film muto del 1930, vede il protagonista, Tom Baxter, uscire dallo schermo e entrare nella sua vita.

Trama

Cecilia è una casalinga di New Jersey che è stanca della sua vita monotona e del suo matrimonio infelice. Una notte, mentre guarda un film muto del 1930, “The Purple Rose of Cairo”, vede il protagonista, Tom Baxter, uscire dallo schermo e entrare nella sua vita. Tom è un affascinante eroe romantico che è tutto ciò che Cecilia ha sempre desiderato.

Cecilia e Tom si innamorano e iniziano una relazione clandestina. Tuttavia, la loro relazione è ostacolata dalla consapevolezza che Tom è un personaggio immaginario. Tom è costretto a tornare nel film, ma Cecilia non è disposta a lasciarlo andare.

Temi

Il film esplora temi come la realtà e la finzione, l’amore e l’illusione, e il potere del cinema. È una storia romantica e toccante che esplora il desiderio umano di evasione e di amore.

Accoglienza

La rosa purpurea del Cairo è stato un successo di critica e commerciale. È stato elogiato per la sua sceneggiatura, le interpretazioni e la regia. Il film ha vinto un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato scritto da Woody Allen.
  • Il film è prodotto da Robert Greenhut.
  • Il film è stato girato a New York City.
  • Il film è stato nominato per quattro premi Oscar: miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura originale e miglior attrice protagonista (Mia Farrow).

Recensione

Woody Allen ha detto diverse volte che La rosa purpurea del Cairo è tra i suoi film preferiti che ha diretto, e non è una sorpresa: è il suo film più creativo e compassionevole. Fornendo la sua migliore interpretazione dei 13 film che ha realizzato con il regista, Mia Farrow interpreta una donna solitaria che va al cinema per vivere i suoi sogni attraverso le sue star preferite.

Anche quando il frettoloso Tom Baxter (un giovane Jeff Daniels) esce dallo schermo ed entra nella sua vita, tiene sotto controllo i suoi sentimenti e le sue aspettative. Il film si sviluppa in modo stravagante verso un ultimo atto straziante ed elegiaco che ci suggerisce, per quanto straordinario possa sembrare, perché andiamo al cinema.

Lola Darling (1986)

Lola Darling è un film commedia-drammatico americano in bianco e nero del 1986 scritto, diretto, prodotto e montato da Spike Lee.

Trama

Il film segue le vicende di Lola Darling, una donna volitiva e indipendente di Brooklyn, che jongla con tre amanti: Greer Childs, un ricco e arrogante uomo d’affari; Jamie Overstreet, un falegname stabile e protettivo; e Mars Blackmon, un aspirante regista timido e nerd. Nola non riesce a scegliere tra i suoi tre corteggiatori e si gode la libertà di avere tre uomini diversi nella sua vita.

Temi

Il film esplora temi come l’emancipazione femminile, la libertà sessuale e la difficoltà di fare scelte. È una celebrazione della femminilità nera e un ritratto di una donna determinata a vivere la sua vita alle sue condizioni.

Accoglienza

Lola Darling fu un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e il suo stile unico. Il film fu una svolta importante per Spike Lee, che divenne un importante regista negli anni ’90.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato girato con un budget limitato di $ 175.000.
  • Il film ha avuto un successo commerciale, incassando oltre $ 7 milioni al botteghino.

Recensione

Spike Lee fa il suo esordio come regista con questo film indipendente a basso budget, in bianco e nero, che finì per essere tra i film più cruciali anni ’80 per incoraggiare la produzione indie. Lee ha portato sullo schermo una voce e una verosimiglianza mai viste prima, con un film saggio, avventuroso e divertente. Il tema principale sulle libertà delle donne è ancora pertinente 30 anni dopo.

Il grande Lebowski (1998)

Il grande Lebowski (1998) è un cult movie americano di commedia nera e azione scritto, prodotto e diretto da Joel ed Ethan Coen, con Jeff Bridges nel ruolo di Jeffrey “Il Drugo” Lebowski, un quarantenne disoccupato e scansafatiche che viene scambiato per un milionario omonimo. Il film vanta inoltre la partecipazione di John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Thewlis e Philip Seymour Hoffman.

Trama

Il Drugo è un vecchio stoner che conduce una vita spensierata a Los Angeles. La sua routine viene sconvolta quando due teppisti irrompono nel suo appartamento, credendo che lui sia il milionario Jeff Lebowski. Urinano sul suo tappeto, un bene prezioso, e gli chiedono di pagare un debito dovuto dalla moglie del milionario, Bunny.

Il Drugo si reca alla villa del milionario per chiedere un risarcimento per il suo tappeto rovinato. La moglie del milionario, Maude (Moore), gli dice che suo marito è scomparso e gli chiede di trovarlo. Il Drugo acconsente con riluttanza e presto si ritrova coinvolto in un complotto di rapimento, identità sbagliate e richiesta di riscatto.

Lungo la strada, il Drugo incontra una serie di personaggi eccentrici, tra cui il suo amico di bowling Walter Sobchak (Goodman), un veterano del Vietnam con la passione per la violenza; il fidanzato tedesco nichilista di Bunny, Jesus Quintana (Buscemi); e l’avvocato del milionario, Barry Sonnenfeld (Thewlis), che è segretamente innamorato di Maude.

La ricerca del Drugo del milionario scomparso lo porta da piste da bowling a ville a bar malfamati, e si ritrova in un mare di guai mentre cerca di navigare nel complesso mondo dei ricchi e dei criminali.

Accoglienza critica

Il grande Lebowski è stato accolto con recensioni contrastanti al momento della sua uscita. Alcuni critici hanno elogiato il suo umorismo e i suoi personaggi, mentre altri lo hanno trovato prolisso e sconclusionato. Tuttavia, il film ha guadagnato popolarità nel corso degli anni ed è ora considerato un cult movie.

Temi

Il grande Lebowski è un film sull’identità, l’identità sbagliata e l’assurdità della vita. È anche un film sul bowling, dato che il Drugo e i suoi amici di bowling sono costantemente visti alla pista da bowling.

Dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato girato a Los Angeles.
  • Il film è pieno di riferimenti al bowling, tra cui la palla da bowling distintiva del Drugo, che è incisa con le parole “il Drugo ci sta”.
  • La colonna sonora del film è stata composta da Carter Burwell e presenta musica di Bob Dylan, Creedence Clearwater Revival e The Eagles.
  • Il film è stato nominato a due Independent Spirit Awards: miglior regista e miglior attore non protagonista maschile per Goodman.

Mortacci (1989)

Mortacci è un film commedia-drammatico italiano del 1989 diretto da Sergio Citti. Il film è ambientato in un piccolo paese italiano, dove i defunti si riuniscono ogni notte in un cimitero.

Plot

In a small Italian town cemetery, the deceased every night host a meeting. They are doomed not to enter the next stage of the afterlife, till the last living human who remembers them passes away.

The narration is interrupted by the arrival of Lucillo (Sergio Rubini), a soldier who was presumed dead in a military mission in Lebanon and who is forced by his fellow villagers to die for real, as they built a huge business on his hero status and fame.

Themes

The film explores themes such as life, death, memory, and the human need for connection. It is a humorous and poignant look at the afterlife and the ways in which we remember the dead.

Reception

Mortacci was a critical and commercial success upon its release. It was praised for its humor, its performances, and its unique perspective on death.

Commentary

Mortacci is a thought-provoking and entertaining film that is sure to stay with you long after you have seen it. It is a must-see for anyone interested in Italian cinema and the themes of life and death.

Additional details:

  • The film was directed by Sergio Citti.
  • The film stars Sergio Rubini, Angela Betti, Franco Citti, and Maurizio Mattioli.
  • The film was nominated for two David di Donatello awards: Best Director and Best Supporting Actor (Franco Citti).

Quotes

  • “I’m dead, but I’m not gone.” – Lucillo
  • “We are all dead, but some of us are more dead than others.” – Domenico
  • “The only way to truly die is to be forgotten.” – Lucillo

In Italian

Nel cimitero di un piccolo paese italiano, i defunti ogni notte organizzano un incontro. Sono condannati a non entrare nella prossima fase dell’aldilà, finché l’ultimo essere umano vivente che li ricorda non muore.

La narrazione viene interrotta dall’arrivo di Lucillo (Sergio Rubini), un soldato che si presumeva morto in una missione militare in Libano e che viene costretto dai suoi compaesani a morire per davvero, poiché hanno costruito un enorme business sul suo status di eroe e sulla sua fama.

Temi

Il film esplora temi come la vita, la morte, la memoria e il bisogno umano di connessione. È uno sguardo umoristico e toccante sull’aldilà e sui modi in cui ricordiamo i morti.

Accoglienza

Mortacci fu un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per il suo umorismo, le sue interpretazioni e la sua prospettiva unica sulla morte.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato diretto da Sergio Citti.
  • Il film è interpretato da Sergio Rubini, Angela Betti, Franco Citti e Maurizio Mattioli.
  • Il film è stato nominato a due David di Donatello: Miglior regista e Miglior attore non protagonista (Franco Citti).

Drunken Master (1994)

Drunken Master (1994) è un film d’azione e commedia di Hong Kong scritto e diretto da Jackie Chan e Lau Kar-leung. È il sequel del film Drunken Master del 1978 e vede Chan nei panni di Wong Fei-hung, un leggendario artista marziale cinese.

Trama

Wong Fei-hung è un giovane e talentuoso artista marziale noto anche per il suo amore per il vino. Viene espulso dalla scuola di suo padre e mandato a vivere con suo zio, un maestro dello stile Drunken Fist. Fei-hung inizialmente è riluttante ad imparare questo stile poco ortodosso, ma alla fine lo padroneggia e lo usa per sconfiggere i suoi nemici.

Temi

Il film è una celebrazione della cultura cinese e delle arti marziali. Esplora anche temi come l’autodisciplina, la redenzione e l’importanza della famiglia.

Accoglienza

Drunken Master fu un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per le sue sequenze d’azione, il suo umorismo e la performance di Chan. Il film è stato un importante passo avanti per Chan nel mercato internazionale e ha contribuito a stabilirlo come una star.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato prodotto da Golden Harvest.
  • Il film è stato girato in Cina.
  • Il film è stato nominato a tre Hong Kong Film Awards: Miglior film, Migliore coreografia d’azione e Miglior attore (Jackie Chan).

Recensione

Un film pieno di scene d’azione sbalorditivo che stabilisce una sorta di standard: potrebbe non essere possibile filmare una scena di battaglia migliore. 6 anni dopo la sua uscita in Asia, e oltre vent’anni dopo che l’iniziale Drunken Master ha reso Jackie Chan una star a Hong Kong, The Legend of Drunken Master potrebbe essere la commedia d’azione kung fu più sbalorditiva mai vista.

Il film mette in mostra Chan nella sua disinvolta magnificenza, sbalorditivo nella sua capacità di far sembrare divertenti duelli complessi. Jackie ha recitato e diretto numerosi film d’azione nei suoi giorni pre-Hollywood. Questo può essere il suo capolavoro. 

La Cité de la peur (1994)

La Cité de la peur è un film commedia francese del 1994 diretto da Alain Berberian. Il film è un giallo satirico che segue le vicende di Odile Deray, l’addetta stampa di un film horror di serie B intitolato “Red is Dead”. Il film è ambientato durante il Festival di Cannes e segue Odile mentre cerca di proteggere il film e il suo cast da un misterioso assassino che usa una falce e un martello come armi.

Trama

Il film inizia con una proiezione delle ultime scene di “Red is Dead”, un film horror di serie B in cui un serial killer comunista uccide le sue vittime a colpi di falce e martello. Il film è un fiasco e viene ritirato dal Festival di Cannes. Odile Deray, l’addetta stampa del film, è determinata a salvare la sua carriera e quella del film.

Odile incontra Serge Karamazov, un ex poliziotto che è stato ingaggiato per proteggere il cast del film. Serge è un personaggio bizzarro e incompetente, ma Odile è costretta a fare affidamento su di lui.

Nel frattempo, un misterioso assassino inizia a terrorizzare il cast del film. L’assassino usa la stessa falce e martello del serial killer di “Red is Dead”. Odile e Serge devono trovare un modo per fermare l’assassino prima che sia troppo tardi.

Temi

La Cité de la peur è un film satirico che esplora temi come il cinema, la fama e la violenza. Il film è una parodia dei film horror di serie B e del Festival di Cannes. Il film è anche una critica alla società francese.

Accoglienza

La Cité de la peur è stato un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua satira e la sua rappresentazione della società francese.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato diretto da Alain Berberian.
  • Il film è interpretato da Chantal Lauby, Alain Chabat e Dominique Farrugia.
  • Il film è stato girato a Cannes, in Francia.
  • Il film è stato nominato per due César Awards: Miglior film e Miglior sceneggiatura originale.

Recensione

È ormai un film cult intramontabile che non ha bisogno di introduzioni nel campo della commedia francese. Le sue numerose scene cult che non sono invecchiate dalla sua uscita nel 1994, sono servite dalla band di Dummies che si ritrovano in compagnia di un killer di proiezionisti nel bel mezzo del festival di Cannes. Tra i ruoli più divertenti che Gérard Darmon abbia mai eseguito.

Kolja (1996)

Kolja (Ceco: Kolja) è un film drammatico ceco del 1996 scritto e diretto da Jan Svěrák, basato su una storia di Pavel Taussig. Il film è interpretato dal padre del regista, Zdeněk Svěrák, nel ruolo del titolo come uno scapolo di mezza età costretto a prendersi cura di un bambino di cinque anni di nome Kolja. Il film ha vinto l’Academy Award per il miglior film straniero alla 70a edizione degli Academy Awards nel 1998.

Trama

František Louka, un ceco di mezza età devoto al celibato e alla ricerca di donne, è un violoncellista concertista che lotta per guadagnarsi da vivere suonando ai funerali nei crematori di Praga. Un giorno, viene avvicinato da una donna che afferma di essere la madre di un bambino di cinque anni di nome Kolja. Chiede a František di fingere di essere il padre di Kolja per ottenere un visto per immigrare in Germania. In cambio, gli promette di pagargli una grossa somma di denaro.

František accetta a malincuore l’accordo e Kolja vive presto con lui nel suo piccolo appartamento di Praga. František è inizialmente sopraffatto dalla responsabilità di prendersi cura di un bambino, ma gradualmente inizia a sviluppare un legame con Kolja. Impara ad apprezzare la compagnia di Kolja e si diverte a insegnargli il mondo.

Temi

  • Il film esplora i temi della paternità, della famiglia e dell’amore.
  • Esamina anche i cambiamenti sociali e politici che si verificarono nella Repubblica Ceca negli anni ’90.

Accoglienza critica

Kolja è stato un successo critico e commerciale. Ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar per il miglior film straniero. Il film è stato elogiato per la sua storia commovente, le sue interpretazioni e la sua regia.

Premi

  • Academy Award per il miglior film straniero (1998)
  • Golden Globe Award per il miglior film straniero (1998)
  • European Film Award per il miglior attore (Zdeněk Svěrák) (1997)
  • Czech Film Award per il miglior film (1996)

Curiosità

  • Il film è stato girato a Praga, Repubblica Ceca.
  • Il titolo originale del film era Život s Koljou (Vita con Kolja).
  • Il film è stato un successo al botteghino, incassando oltre 20 milioni di dollari in tutto il mondo.

I Tenenbaum (2001)

E’ un film commedia americana del 2001 diretto da Wes Anderson. La pellicola è una commedia drammatica che segue le vicende della famiglia Tenenbaum, una famiglia di intellettuali e eccentrici di New York City.

Trama

Il film ruota attorno a Royal Tenenbaum (interpretato da Gene Hackman), un padre che ha tradito e abbandonato la sua famiglia anni prima, e che ora cerca di riconciliarsi con i suoi figli, Chas (interpretato da Ben Stiller), Margot (interpretata da Gwyneth Paltrow) e Richie (interpretato da Luke Wilson).

Recensione

Il film è stato acclamato dalla critica per la sua scrittura brillante, la recitazione di alto livello e la regia visionaria di Anderson ed è stato nominato per un premio Oscar per la migliore sceneggiatura originale. Il film è considerato uno dei migliori film di Wes Anderson e un classico moderno del cinema indipendente americano.

Gwyneth Paltrow, Luke Wilson e Ben Stiller interpretano i fratelli, che si muovono in una scenografia tipicamente di Anderson, con tratti iper-stilizzati e sfumature pastello. La sceneggiatura contiene tante buone idee, tuttavia è la narrativa sfortunata sull’amore e l’insoddisfazione che conferisce al film la sua magia.

Festival in Cannes (2001)

Trama

Cannes, 1999 . Alice, un’attrice, vuole dirigere un film indipendente, ed è in cerca di finanziatori. Conosce Kaz, un affarista chiacchierone, che le promette 3 milioni di dollari se userà Millie, una star francese che ha oltrepassato la sua giovinezza e non trova più ruoli interessanti.

Recensione

Il popolare filmakers indipendente Henry Jaglom, poco conosciuto in Europa, gira una commedia sentimentale con grande libertà stilistica, che sembra un documentario e si concentra sulle performance degli attori con un metodo di improvvisazione spontaneo e fluido, ispirato dal cinema di Cassavetes.

Guarda Festival in Cannes

Il favoloso mondo d’Amélie (2001)

Il favoloso mondo d’Amélie (2001) è un film del 2001 scritto e diretto da Jean-Pierre Jeunet. Il film è interpretato da Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Rufus, Jamel Debbouze, Lorella Cravotta, Serge Merlin, Clotilde Mollet, Claire Maurier, Isabelle Nanty, Artus de Penguern, Yolande Moreau, Urbain Cancelier, Maurice Bénichou, Michel Robin, André Dussollier.

Trama

Amélie Poulain è una giovane donna che vive a Montmartre, a Parigi. È una sognatrice e una romantica, e ha una visione del mondo molto particolare. Amélie trascorre le sue giornate osservando le persone che la circondano e immaginando come potrebbe migliorare la loro vita.

Un giorno, Amélie trova una scatola in soffitta. La scatola è piena di ricordi d’infanzia di un bambino che è morto molti anni fa. Amélie decide di ritrovare il bambino e restituirgli la scatola. Questa azione la spinge a iniziare a aiutare gli altri in modo più concreto.

Amélie inizia a compiere piccoli gesti di gentilezza per le persone che incontra. Ad esempio, aiuta un cieco a trovare il suo posto preferito al cinema, aiuta un uomo a ritrovare il suo amore perduto, e aiuta un gruppo di anziani a realizzare il loro sogno di vedere il mare.

Attraverso questi gesti, Amélie inizia a cambiare la vita delle persone che la circondano, e anche la sua stessa vita inizia a cambiare.

Accoglienza

Il favoloso mondo d’Amélie è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua originalità, la sua freschezza e la sua regia.

Analisi

Il favoloso mondo d’Amélie è un film che esplora temi come la gentilezza, l’amore, e il potere dei sogni. Il film è una commedia romantica, ma è anche un film che fa riflettere.

Il film mostra come la gentilezza possa avere un impatto positivo sulle persone e sul mondo. Amélie è un personaggio che incarna la gentilezza. È sempre pronta ad aiutare gli altri, anche se non li conosce.

Il film mostra anche come l’amore possa essere una forza potente. Amélie è alla ricerca dell’amore, e alla fine lo trova in un modo inaspettato.

Il film è anche una celebrazione del potere dei sogni. Amélie è una sognatrice, e i suoi sogni la spingono a cambiare il mondo.

Recensione

Il favoloso mondo d’Amélie è un classico del cinema moderno. È un film che continua a essere apprezzato dal pubblico di oggi.

Il film è ben fatto e presenta interpretazioni magistrali da parte del cast. Audrey Tautou è perfetta nel ruolo di Amélie, e la sua performance è uno dei punti di forza del film.

Il film è anche un film che fa riflettere. Mostra come la gentilezza, l’amore, e i sogni possano avere un impatto positivo sulla vita delle persone.

Day of the Wacko (2002)

Il giorno del pazzo (in polacco: Dzień świra) è un film commedia-drammatico polacco del 2002 scritto e diretto da Marek Koterski. Il film è interpretato da Marek Kondrat nel ruolo di Adaś Miauczyński, un insegnante di mezza età frustrato dalla sua vita. Il film segue Miauczyński mentre trascorre una giornata della sua vita, affrontando le sue varie ossessioni e nevrosi.

Il giorno del pazzo è stato un successo di critica e commerciale in Polonia. È stato elogiato per la sua rappresentazione realistica della vita quotidiana e il suo umorismo nero. Il film è stato anche un successo in diversi altri paesi, tra cui Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

Premi e nomination

  • Festival del cinema polacco: Miglior attore (Marek Kondrat), Miglior sceneggiatura (Marek Koterski), Miglior regista (Marek Koterski), Miglior film (Marek Koterski)
  • Camerimage: Migliore fotografia (Piotr Wojcik)
  • Festival del cinema ungherese: Miglior film straniero

Eredità

Il giorno del pazzo è considerato uno dei film polacchi più importanti degli anni 2000. È stato elogiato per la sua rappresentazione onesta e senza paura della natura umana. Il film è stato anche accreditato di aver contribuito a far conoscere il cinema polacco in altri paesi.

Curiosità

  • Il film è basato sulle proprie esperienze di Koterski come insegnante.
  • Il film è stato girato in soli 26 giorni.
  • Il film è stato un successo al botteghino, incassando oltre 1 milione di dollari in Polonia.
  • Il film è stato rifatto in diversi altri paesi, tra cui Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia.

God Forbid a Worse Thing Should Happen (2002)

God Forbid a Worse Thing Should Happen (in croato: Ne dao Bog većeg zla) è un film croato del 2002 diretto da Snježana Tribuson e interpretato da Luka Dragić, Mirjana Rogina, Ivo Gregurević, Goran Navojec, Semka Sokolović-Bertok, Bojan Navojec, Borko Perić e Dora Fišter. È una storia di formazione su un giovane ragazzo di nome Frula che vive in una piccola città in Croazia negli anni ’60.

Trama

Frula è un ragazzo curioso e immaginativo che è affascinato dal mondo che lo circonda. È anche un po’ un piantagrane, e spesso si mette nei guai con i suoi amici.

Man mano che Frula cresce, inizia a provare i primi morsi d’amore. Si innamora di una ragazza di nome Hana, ed è determinato a conquistare il suo cuore.

Tuttavia, la vita di Frula non è priva di sfide. Viene da una famiglia povera e fatica a inserirsi con gli altri bambini a scuola. Viene anche bullizzato da un gruppo di ragazzi più grandi.

Nonostante le sfide che deve affrontare, Frula non perde mai il senso della speranza e dell’ottimismo. Sta sempre cercando il bene nel mondo e crede che tutto sia possibile.

God Forbid a Worse Thing Should Happen è un film commovente e nostalgico sulle gioie e le sfide della crescita. È un film che ti rimarrà impresso a lungo dopo averlo visto.

Premi e nomination

  • Festival del cinema di Pola: Miglior regista (Snježana Tribuson), Miglior attore (Luka Dragić), Miglior attrice non protagonista (Mirjana Rogina), Miglior fotografia (Goran Trbuljak), Miglior musica (Darko Rundek)
  • Festival internazionale del cinema di Tokyo: Gran Premio

Trivia

  • Il film è basato sulle esperienze personali della regista Snježana Tribuson.
  • Il film è stato girato in una piccola città in Croazia chiamata Ogulin.
  • Il film è stato un successo di critica e commerciale, vincendo numerosi premi.

Primo morso (2006)

Trama

Gus è un uomo affascinante che lavora come cuoco in un ristorante orientale a Montreal. Il suo capo lo manda in una sperduta isola della Thailandia per incontrare un maestro della cucina zen e migliorare la qualità delle sue pietanze. Lì incontra una misteriosa donna di nome Lake che vive in una grotta e lo informa che il maestro della cucina zen è morto.

Recensione

Primo morso è un film indipendente canadese molto originale che incrocia nella sua narrazione diversi generi cinematografici passando in modo repentino dal romanticismo alla suspense fino all’ horror. Tra misticismo, magia nera, storie d’amore e isole tropicali, Primo morso è l’odissea di un uomo che rimane prigioniero in una trappola dalla quale non riesce più ad uscire, smarrito tra passioni e cibi esotici.

Guarda Primo morso

Hollywood Dreams (2007)

Trama

Margie Chizek (Tanna Frederick), aspirante attrice dell’Iowa, si trasferisce a Los Angeles per inseguire il suo sogno di sfondare a Hollywood. Scopre presto che l’industria è dura e che è solo una dei tanti attori di talento che lottano per farsi notare.

Margie incontra Robin Mack (Justin Kirk), un giovane attore promettente che sta anche lottando per farsi un nome. Si innamorano, ma la loro relazione è complicata dalle pressioni della loro carriera.

Margie alla fine ottiene la sua grande occasione quando viene scelta per un film importante. Tuttavia, il successo che ha sempre sognato ha un prezzo. È costretta a fare compromessi con cui non si sente a suo agio e inizia a chiedersi se vuole davvero far parte di Hollywood.

Temi

Hollywood Dreams esplora temi come la ricerca dei sogni, il prezzo della fama e l’importanza di rimanere fedeli a se stessi. È una storia ammonitrice sul lato oscuro di Hollywood, ma celebra anche il potere dei sogni e la resilienza dello spirito umano.

Accoglienza

Hollywood Dreams è stato un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per le sue interpretazioni, la sua sceneggiatura e la sua regia. Il film è stato anche elogiato per il suo ritratto onesto e realistico dell’esperienza hollywoodiana.

Dettagli aggiuntivi:

Il film è stato scritto e diretto da Henry Jaglom. Il film è interpretato da Tanna Frederick, Justin Kirk, David Proval, Karen Black, Eric Roberts e Seymour Cassel. Il film è stato girato a Los Angeles, California. Il film è stato nominato per il Grand Jury Prize al Sundance Film Festival.

Recensione

Hollywood Dreams è un film ben fatto e perspicace che non mancherà di entrare in sintonia con chiunque abbia mai sognato di sfondare a Hollywood. È un must per gli appassionati di cinema indipendente e coloro che sono interessati al lato oscuro dell’industria dell’intrattenimento. Hollywood Dreams coinvolge il pubblico grazie alla straordinaria interpretazione di Tanna Frederick e al suo personaggio di attrice tormentata e mentalmente instabile.

Guarda Hollywood Dreams

The Magic Hour (2008)

Trama

Noboru Bingo, un piccolo gangster, si mette nei guai con il suo capo e viene costretto a trovare un leggendario sicario di nome Della Togashi. Tuttavia, Della Togashi è in realtà una leggenda metropolitana, e Bingo è disperato di trovare qualcuno che interpreti il ruolo. Recluta Taiki Murata, un attore in difficoltà, e lo convince che gli viene data l’opportunità di una vita per recitare in un importante film gangster.

Taiki si reca nella città portuale di Sucago, dove dovrebbe incontrare Della Togashi. Tuttavia, presto si rende conto di essere stato coinvolto in una vera guerra tra bande. Mentre cerca di navigare nel pericoloso mondo dei gangster e degli assassini, Taiki deve anche affrontare i propri dubbi e insicurezze.

Temi

  • Identita
  • Scopo
  • Il potere della narrazione

Accoglienza critica

The Magic Hour è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, il suo acuto commento sociale e le sue interpretazioni, in particolare di Satoshi Tsumabuki e Koichi Sato.

Premi

  • Premio dell’Accademia giapponese per il miglior attore non protagonista (Koichi Sato)

Informazioni aggiuntive

  • Regia: Kōki Mitani
  • Sceneggiatura: Kōki Mitani, Minami Ichikawa, Kenji Shimizu
  • Cast: Satoshi Tsumabuki, Koichi Sato, Eri Fukatsu, Toshiyuki Nishida
  • Durata: 126 minuti
  • Data di uscita: 7 giugno 2008 (Giappone)

Inseguendo le farfalle (2009)

Chasing Butterflies è un film commedia-drammatico indipendente del 2009 scritto e diretto da Rod Bingaman.

Trama

Il film racconta la storia di Nina (Amy Brienes), una giovane donna che decide di abbandonare il suo matrimonio e scappare. Finisce per incontrare e fare amicizia con Thomas (Matt Loney), un adolescente problematico che è anche lui in fuga dalla sua vita. Insieme, intraprendono un viaggio in auto attraverso il paese, alla ricerca di se stessi e del loro posto nel mondo.

Chasing Butterflies esplora temi di auto scoperta, libertà e importanza della connessione umana. È una storia di due persone perse che cercano la loro strada, e alla fine celebra il potere trasformativo dell’amicizia e dell’amore.

Chasing Butterflies è stato un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per le sue interpretazioni, la sua sceneggiatura e la sua regia. Il film è stato anche elogiato per il suo ritratto onesto e realistico della giovane età adulta.

Dettagli aggiuntivi

Il film è interpretato da Amy Brienes, Matt Loney, Maria Cellario ed Eric Walton. Il film è stato girato in varie località degli Stati Uniti. Il film è stato nominato per il Grand Jury Prize allo Slamdance Film Festival.

Guarda Inseguendo le farfalle

Queen of The Lot (2010)

Trama

Un braccialetto elettronico alla caviglia e gli arresti domiciliari non bastano a fermare l’aspirante attrice Maggie Chase (Tanna Frederick) nel rperseguire i suoi obiettivi: diventare famosa nel mondo del cinema e trovare una relazione sentimentale. Maggie vuole arrivare a diventare protagonista di film di altissima qualità e abbandonare il mondo dei B movie.

Recensione

Il regista Henry Jaglom sembra aver vissuto in prima persona le frustrazione e le assurdità dell’industria cinematografica mainstream di Los Angeles e di come essa vampirizzi l’anima delle persone che sono dentro di essa.

Un’altra delle qualità di Jaglom come sceneggiatore e regista è la sua capacità di saper raccontare una vicenda drammatica e allo stesso tempo amare i suoi personaggi senza sentimentalismi. Queen of the Lot è uno film indipendente con uno stile ben riconoscibile di un autore fuori dagli schemi e dalle banalità dei film commerciali. Tanna Frederick è di nuovo un’attrice appassionata e talentuosa al servizio di Jaglom.

Tournee – Il vero burlesque (2010)

Tournee – Il vero burlesque è un film del 2010 diretto da Mathieu Amalric. Il film racconta la storia di Joachim, un ex produttore televisivo parigino che si trasferisce negli Stati Uniti per realizzare un sogno di gioventù: creare un gruppo di burlesque.

Trama

Joachim è un uomo insoddisfatto della sua vita. È un ex produttore televisivo che ha lasciato Parigi per Los Angeles in cerca di nuove opportunità. Tuttavia, Joachim si sente perso e non sa cosa fare con la sua vita.

Un giorno, Joachim incontra un gruppo di donne che si esibiscono in uno spettacolo di burlesque. Joachim è affascinato dal burlesque e decide di creare un proprio gruppo.

Joachim inizia a reclutare le ballerine per il suo gruppo. Le donne provengono da diverse parti del mondo e hanno storie diverse. Tuttavia, tutte sono unite dalla passione per il burlesque.

Joachim e le ballerine intraprendono un tour attraverso gli Stati Uniti. Durante il tour, le ballerine si esibiscono in diversi spettacoli e incontrano persone di ogni ceto sociale.

Temi

Tournee – Il vero burlesque esplora temi come la ricerca di sé, la passione e il potere dell’arte. Il film è una celebrazione della bellezza e della sensualità del burlesque.

Accoglienza

Tournee – Il vero burlesque è stato un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. Il film è stato elogiato per le sue interpretazioni, la sua sceneggiatura e la sua regia.

Dettagli aggiuntivi:

  • Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2010.
  • Il film è stato nominato per il Premio César per la migliore regia.
  • Il film è stato girato in varie località degli Stati Uniti.

Recensione

Ispirato al cinema americano indipendente degli anni ’70 di John Cassavetes. Il personaggio protagonista è interpretato dallo stesso regista, che si dimostra un attore di alto livello. Presentato al Festival di Cannes 2010 dove ha vinto il premio Fipresci ed il premio come miglior regista. Film molto interessante, da non perdere.

Guarda Tournée – il vero burlesque

Cosa piove dal cielo? (2011)

Cosa piove dal cielo? (2011) è un film argentino diretto da Sebastián Borensztein. Protagonista Ricardo Darín nei panni di Roberto, un burbero e misantropo proprietario di un negozio di ferramenta che vive a Buenos Aires. Un giorno, la vita di Roberto viene stravolta quando incontra Jun, un uomo cinese che è arrivato in Argentina alla ricerca di suo zio. Jun non parla spagnolo, ma Roberto accetta di lasciarlo stare con lui.

Il film esplora i temi dell’amicizia, dell’accettazione e del potere dell’amore. È una storia commovente e divertente su due amici improbabili che imparano a vedere il mondo in modo nuovo.

Trama

Roberto è un uomo di 50 anni che vive da solo a Buenos Aires da molti anni. È un uomo burbero e misantropo che ha rinunciato all’amore e all’amicizia. Un giorno, Roberto sta leggendo il giornale quando vede una notizia su una mucca caduta dal cielo in Cina e uccisa una giovane donna. Roberto è incuriosito dalla storia e inizia a chiedersi cosa altro potrebbe cadere dal cielo.

Il giorno successivo, Roberto sta lavorando nel suo negozio di ferramenta quando vede un uomo che sta fuori. L’uomo è cinese e non parla spagnolo. Roberto cerca di comunicare con lui, ma l’uomo non lo capisce. Roberto sta per rinunciare quando si rende conto che l’uomo sta cercando suo zio.

Roberto accetta di lasciare l’uomo stare con lui finché non trova suo zio. L’uomo, che si chiama Jun, è un uomo gentile e gentile. È anche molto curioso dell’Argentina e della sua cultura. Roberto è inizialmente riluttante a lasciare che Jun rimanga con lui, ma alla fine si scalda con lui.

Accoglienza

Cosa piove dal cielo? è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per il suo umorismo, la sua storia commovente e le sue interpretazioni. È stato nominato per diversi premi, tra cui l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino.

Recensione

Cosa piove dal cielo? è un film commovente e divertente che rimarrà con te a lungo dopo averlo visto. È una storia sul potere dell’amicizia, dell’accettazione e dell’importanza di vedere il mondo attraverso gli occhi di qualcun altro.

Il film è ben fatto e ben recitato. Ricardo Darín è eccellente come Roberto e Ignacio Huang è affascinante come Jun. Il film è anche ben girato, con un’atmosfera calda e invitante.

Curiosità

  • Il film è stato girato a Buenos Aires, in Argentina.
  • Il film è stato presentato in anteprima al Festival internazionale del cinema di Berlino nel 2011.
  • Il film ha vinto il premio come miglior film al Festival internazionale del cinema di San Sebastián nel 2011.

Adorabili amiche (2012)

Trama

Chantal (Catherine Jacob), Gabrielle (Caroline Cellier) e Nelly (Jane Birkin) sono tre amiche che stanno attraversando diverse fasi della loro vita. Chantal è una casalinga stanca della sua routine, Gabrielle è un’avvocatessa che lotta con la sua carriera e Nelly è una vedova che sta cercando il suo posto nel mondo.

Le tre donne decidono di fare un viaggio in auto a La Rochelle per partecipare al matrimonio di un ex fidanzato di Gabrielle. Lungo la strada, hanno una serie di disavventure che le costringono a confrontarsi con le loro vite e a prendere alcune decisioni difficili.

Temi

Adorabili amiche esplora temi come l’amicizia, l’amore e la scoperta di sé. Il film è uno sguardo leggero e umoristico sulla vita di tre donne che stanno cercando la propria strada nel mondo.

Accoglienza

Adorabili amiche è stato un successo di critica e commerciale al momento del suo rilascio. È stato elogiato per le sue interpretazioni, la sua sceneggiatura e la sua regia. Il film è stato anche elogiato per il suo ritratto onesto e realistico di donne di mezza età.

Commento

Adorabili amiche è un film ben fatto e divertente che è sicuro di risuonare con il pubblico di tutte le età. Il film è un must-see per gli appassionati di cinema francese e per chi è interessato a storie di amicizia femminile.

Dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato scritto e diretto da Claude Pinoteau.
  • Il film è interpretato da Catherine Jacob, Caroline Cellier e Jane Birkin.
  • Il film è stato girato in varie località in Francia.
  • Il film è stato candidato a due premi César: miglior attrice (Catherine Jacob) e miglior attrice non protagonista (Caroline Cellier).

Guarda Adorabili amiche

Storie pazzesche (2014)

Storie pazzesche (2014) è un film argentino diretto da Damián Szifrón e coprodotto da Agustín Almodóvar e Pedro Almodóvar. È stato nominato come miglior film in lingua straniera all’87esima edizione degli Academy Awards.

Trama

Storie pazzesche è un film composto da sei storie diverse, ognuna delle quali esplora il tema della violenza e della vendetta. Le storie sono interconnesse da un unico filo conduttore: un uomo che viene investito da un’auto e ucciso.

La prima storia, intitolata “Il giustiziere”, racconta di un uomo che viene investito da un’auto guidata da un ragazzo di una famiglia ricca. Il padre del ragazzo offre una grande somma di denaro al giardiniere della famiglia per assumersi la colpa dell’incidente. Il giardiniere accetta, ma inizia a essere perseguitato dal fantasma dell’uomo che ha ucciso.

La seconda storia, intitolata “La vendetta della sposa”, racconta di una donna che viene lasciata dal marito il giorno del suo matrimonio. La donna decide di vendicarsi del marito facendolo licenziare dal suo lavoro e rovinandogli la reputazione.

La terza storia, intitolata “La rapina”, racconta di un uomo che viene rapinato da un gruppo di malviventi. L’uomo decide di vendicarsi dei malviventi uccidendoli uno per uno.

La quarta storia, intitolata “La partita di calcio”, racconta di un uomo che viene aggredito da un gruppo di tifosi. L’uomo decide di vendicarsi dei tifosi uccidendoli durante una partita di calcio.

La quinta storia, intitolata “La truffa”, racconta di un uomo che viene truffato da un gruppo di criminali. L’uomo decide di vendicarsi dei criminali rapendo la loro figlia.

La sesta storia, intitolata “Il fantasma”, racconta di un uomo che viene ucciso da un gruppo di criminali. Il fantasma dell’uomo inizia a perseguitare i criminali, costringendole a confessare il loro crimine.

Accoglienza

Storie pazzesche è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua sceneggiatura, la regia e le interpretazioni. È stato candidato come miglior film in lingua straniera all’87ª edizione dei premi Oscar.

Recensione

Storie pazzesche è un film satirico e ironico che esplora il tema della violenza in modo originale e provocatorio. Il film mostra come la violenza può portare a conseguenze tragiche e irreversibili, ma lo fa in modo divertente e coinvolgente.

Curiosità

  • Il film è stato girato in Argentina in soli 22 giorni.
  • Il regista Damián Szifrón ha dichiarato che il film è stato ispirato da una storia vera.
  • Il film ha avuto un remake statunitense nel 2019, intitolato “6 Underground”.

Il cittadino illustre (2016)

Il cittadino illustre (2016) è un film argentino-spagnolo diretto da Gastón Duprat e Mariano Cohn. Il protagonista Oscar Martínez nei panni di Daniel Mantovani, un romanziere vincitore del Premio Nobel che torna nella sua città natale in Argentina dopo decenni di vita all’estero.

Trama

Il cittadino illustre racconta la storia di Daniel Mantovani, un premio Nobel per la letteratura che vive da decenni in Europa. Mantovani torna nella sua città natale, Salas, in Argentina, per ricevere un premio.

Mantovani è un uomo complesso e contraddittorio. È un grande scrittore, ma è anche arrogante e egocentrico. È inoltre fuori di contatto con la sua città natale e con la sua gente.

Il film è un ritratto della difficile relazione tra Mantovani e la sua città natale. Mantovani è costantemente sfidato e criticato dalle persone che incontra. È costretto a confrontarsi con i propri pregiudizi e le proprie presunzioni.

Accoglienza

Il cittadino illustre è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per le sue interpretazioni, la regia e la sceneggiatura. È stato candidato al premio Oscar per il miglior film straniero e al premio BAFTA per il miglior film in lingua straniera.

Recensione

Il cittadino illustre è un film ben fatto e stimolante. È un ritratto complesso e sfaccettato di un uomo che sta cercando di trovare il suo posto nel mondo.

Il film è elogiato per le sue interpretazioni, in particolare quella di Oscar Martínez, che interpreta Mantovani con grande bravura. Martínez riesce a rendere il personaggio di Mantovani sia affascinante che repellente, sia intelligente che arrogante.

La regia di Gastón Duprat e Mariano Cohn è impeccabile. Il film è girato con grande cura e attenzione ai dettagli. La sceneggiatura, scritta da Andrés Duprat, è intelligente e perspicace.

Curiosità

  • Il film è stato girato in Argentina in soli 22 giorni.
  • Il regista Gastón Duprat ha dichiarato che il film è stato ispirato da una storia vera.

Il giorno più bello (2017)

Trama

Andi è un pianista ricoverato in clinica per fibrosi polmonare, in attesa di un donatore per un trapianto che forse non arriverà in tempo. Benno è un ladro ricoverato nella stessa clinica per tumore al cervello e la diagnosi gli lascia poco tempo da vivere. Benno riesce a convincere il timido Andi a seguirlo nella sua idea folle: scappano dalla clinica dove sono ricoverati e trovano un po’ di denaro per fare un viaggio in Africa per vivere il giorno più bello della loro vita.

Recensione

Un on the road a bordo di un camper che attraversa il Sud dell’Africa, da Mombasa a Cape Town. Un viaggio che diventa metafora del senso della vita. Il giorno più bello sceglie il tono della commedia per raccontare un tema drammatico come quello della morte e della malattia terminale, trovando equilibrio nell’interpretazione dei due protagonisti che non scade mai nel patetismo.

Guarda Il giorno più bello

The Astronot (2018)

Trama

The Astronot segue il viaggio di Daniel McKovsky, un’anima errante e persa che ha trascorso gli ultimi 30 anni della sua vita da solo, guardando le stelle attraverso il suo fidato telescopio di ottone. I ricordi della scomparsa di suo padre durante la seconda guerra mondiale perseguitano la mente di Daniel mentre continua a cercare uno scopo nella vita.

Cresciuto senza sua madre e lasciato a se stesso nei boschi dell’Oregon centrale, Daniel sogna di diventare un astronauta ed esplorare le vaste distese sconosciute dello spazio. Tuttavia, l’ironia della sua situazione non gli sfugge, poiché rimane intrappolato nel suo mondo isolato.

Recensione

The Astronot è una commedia romantica con un’estetica vintage che si svolge in una remota area rurale degli Stati Uniti. Nonostante il suo tono spensierato, il film esplora le sfide che la vita può portare e l’impatto che hanno sul viaggio di Daniel.

Le sue tragiche esperienze creano una profonda empatia con il pubblico, mentre assistono a un personaggio divertente e accattivante che lotta per trovare il suo posto nel mondo. Con il suo mix di umorismo e dramma, The Astronot è un film unico e accattivante che lascerà gli spettatori a tifare per il successo di Daniel.

GUARDA IL FILM

Slow Life (2021)

Trama

Lino Stella (Alessandro Macaluso) è un impiegato insoddisfatto della biblioteca comunale che sogna una vita più rilassata e creativa. Dopo una serie di eventi stressanti, Lino decide di prendere un periodo di ferie dal lavoro e dedicarsi alla sua passione per il disegno di fumetti. Tuttavia, i suoi piani per una ritirata pacifica vengono interrotti da una serie di fastidiose interruzioni da parte dei suoi vicini, dell’amministratore di condominio, del postino, di un guardia giurata, di un agente immobiliare e della gattaia del piano di sotto.

Temi

Slow Life esplora temi come l’evasione, la ricerca della felicità e le sfide di trovare un equilibrio in un mondo frenetico. Il film descrive in modo umoristico la lotta di Lino per mantenere la sua ritrovata tranquillità in mezzo al caos della vita quotidiana.

Dettagli aggiuntivi

  • Il film è stato diretto da Fabio Del Greco.
  • Il film è interpretato da Alessandro Macaluso, Rimi Beqiri, Chiara Pavoni, Mariagrazia Casagrande e Roberto Pensa.
  • Il film è stato girato a Ostia, in Italia.

Recensione

Una commedia nerissima e surreale dal regista Fabio del Greco, che assume nel finale i toni del thriller e dell’horror. Il tema è quello vissuto dai cittadini ogni giorno sulla propria pelle: la persecuzione da parte dello stato, delle tasse, delle regole del condominio, della burocrazia che ci schiaccia come individui.

Un film indipendente anarchico ed ambizioso che ci porta a riflettere su come l’essere umano sia ridotto a rotella di un ingranaggio. Un ingranaggio che non è interessato alla sua felicità né alla sua dignità. Da guardare assolutamente.

Guarda Slow Life

The Palace (2023)

The Palace è un film commedia nera del 2023 diretto da Roman Polanski, presentato in anteprima fuori concorso alla 80ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia. Il film è ambientato la notte del 31 dicembre 1999 al Palace Hotel di Gstaad, in Svizzera, dove si riuniscono vari membri dell’alta società per festeggiare l’arrivo del nuovo millennio. La serata è però turbata dall’arrivo di un gruppo di uomini armati che prende in ostaggio gli ospiti e il personale dell’hotel.

La satira dell’alta società

Il film è una satira dell’alta società, che viene rappresentata come un mondo di lusso, frivolezza e ipocrisia. Gli ospiti dell’hotel sono ritratti come persone superficiali e egoiste, che sono più interessate al proprio benessere che a quello degli altri. La loro esistenza è fatta di eccessi e ostentazione, che vengono messi in contrasto con la violenza e la brutalità del gruppo di uomini armati.

Il rapporto tra la protagonista e la figlia

Il film esplora anche il rapporto tra la protagonista, una donna anonimo che lavora come cameriera nell’hotel, e sua figlia, che è una delle ospiti. Il rapporto tra le due è difficile e conflittuale, ma la situazione di ostaggio le costringerà a riavvicinarsi.

Il finale a sorpresa

Il film si conclude con un finale a sorpresa, che lascia lo spettatore con una riflessione sulla natura umana. Il film suggerisce che anche le persone più fragili e vulnerabili possono essere capaci di atti di coraggio e resistenza.

Ecco alcuni dettagli aggiuntivi che ho aggiunto alla descrizione:

  • Il contesto storico: Il film è ambientato la notte del 31 dicembre 1999, un momento di grandi speranze e aspettative per il futuro. Tuttavia, l’arrivo del gruppo di uomini armati simboleggia la violenza e l’incertezza che caratterizzano il mondo reale.
  • I temi: Il film esplora temi come l’assurdità dell’alta società, la natura umana, la fine del millennio e la violenza.
  • La regia: Roman Polanski dirige il film con maestria, creando un’atmosfera di suspense e tensione. Le scene di ostaggio sono particolarmente ben realizzate, e riescono a trasmettere un senso di claustrofobia e di pericolo.
  • Le interpretazioni: Il cast del film è solido, con un’ottima performance di Oliver Masucci nei panni del leader del gruppo di uomini armati.

Il libro delle soluzioni (2023)

Il libro delle soluzioni è un film del 2022 diretto da Michel Gondry e interpretato da Pierre Niney, Blanche Gardin e André Dussollier. Il film racconta la storia di Marc, un giovane regista indipendente che è frustrato dalla sua carriera. Dopo aver avuto una discussione con il suo produttore, Marc decide di fuggire in campagna con il girato del suo ultimo film per terminare il lavoro in piena autonomia.

Trama

Marc è un regista indipendente che ha sempre avuto difficoltà a farsi strada nel mondo del cinema. I suoi film sono spesso apprezzati dalla critica, ma non riescono a trovare un pubblico. Marc è frustrato dal suo lavoro e dal sistema cinematografico.

Un giorno, Marc ha un’idea: decide di fuggire in campagna con il girato del suo ultimo film per terminare il lavoro in piena autonomia. Marc spera che, essendo libero dalle pressioni del produttore, possa finalmente realizzare il film che ha sempre sognato.

In campagna, Marc incontra una giovane donna di nome Alice. Alice è una musicista e ha un piccolo studio di registrazione. Marc e Alice si innamorano e iniziano a lavorare insieme al film.

Con l’aiuto di Alice, Marc inizia a vedere il suo film in modo diverso. Inizia a capire che il film non è solo un prodotto commerciale, ma anche un’espressione della sua creatività.

Accoglienza

Il libro delle soluzioni è stato un successo di critica e commerciale. Il film è stato elogiato per la sua storia originale, le interpretazioni e la regia di Gondry.

Curiosità

  • Il film è stato girato in Francia, in particolare nella regione del Luberon.
  • Il titolo originale del film è Le livre des solutions.
  • Il film è stato prodotto da Luc Besson.
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