I film drammatici sono il genere con il numero più alto di produzioni realizzate oltre che quello dove troviamo il maggior numero di film da vedere assolutamente. Dramma viene dalla parola greca drama, che significa azione, storia. Anche il genere drammatico, come la tragedia e la commedia, è nato nella culla delle civiltà, l’antica Grecia.
Il suo significato antico non era legato ad una storia drammatica e tragica: per dramma si intendeva un qualsiasi testo per una rappresentazione teatrale di natura sia drammatica che di genere commedia. Il termine dramma aveva un legame diretto con drammatizzazione, drammaturgia. Termini che stavano ad indicare la scrittura e la rappresentazione scenica di un testo.
I più antichi drammaturghi di cui si conosce l’esistenza sono Eschilo, Sofocle ed Euripide, Aristofane e Menandro. Il dramma storico di Eschilo I Persiani è il più antico che si conosce. Per dramma oggi si intende invece, soprattutto nel cinema, un film con un conflitto drammatico, senza ironia, dove il racconto non ha un tono leggero. Ma le sfumature e le eccezioni ovviamente sono infinite.
Il genere drammatico nel cinema
I film drammatici sono quelli che si avvicinano di più alla esperienza della vita e con cui è più facile identificarsi. I drammi infatti trattano storie di vita in cui il conflitto è qualcosa di più realistico rispetto al genere horror, ai film thriller o film di fantascienza.
Nel dramma non ci sono mostri assassini o astronavi spaziali che viaggiano su altri pianeti. Il film drammatico, come la commedia, si ispira spesso a fatti di cronaca, costume o di vita reale.
Può essere un film biografico o autobiografico in cui lo sceneggiatore o il regista raccontano un pezzo della propria vita o della vita di personaggi famosi sotto forma di finzione. Può essere la storia drammatica e tragica di un personaggio che non trova possibilità di redenzione.
Un film drammatico può riguardare fatti eccezionali o raccontare il mondo onirico e interiore, ma una delle sue peculiarità è che la vicenda, anche se di natura eccezionale, è realistica. Il film drammatico raramente viene percepito come cinema di evasione. Anche la commedia, Il film comico rimangono ancorati nella realtà, ma sono guardati spesso per intrattenimento.
Il dramma invece guarda direttamente in faccia i conflitti senza alleggerirli. Anzi spesso è una peculiarità dei migliori film drammatici entrare nel conflitto, scavare a fondo la natura tragica e apparentemente irrisolvibile degli eventi. Il film drammatico è anche quello che può spaziare in maniera più ampia tra le vicende umane. Si potrebbe identificare nel genere drammatico una moltitudine di sottogeneri.
Ovviamente il dramma, più di altri generi, ha un valore catartico, il valore catartico dell’identificazione in una storia. Guardiamo una storia per vivere altre vite, per andare oltre il nostro io, e sperimentare conflitti e paure che apparentemente nella realtà non ci riguardano. Quando viviamo un dramma attraverso il racconto di una storia viviamo Il nostro dramma. Ecco perché ci emozioniamo così tanto e siamo così tanto coinvolti.
Guardando un personaggio di un film che vive il suo dramma stiamo osservando una parte di noi stessi, magari mai vissuta, ma che esiste da qualche parte. La riuscita di un film, e più in genere di un racconto, consiste proprio in questo nel processo di identificazione. Quando diciamo che un film ci ha “agganciati” stiamo dicendo che il processo di identificazione è riuscito.
Abbiamo vissuto il dramma sulla nostra pelle, abbiamo attraversato il conflitto insieme al protagonista. Siamo diventati noi stessi il protagonista del film. La mente funziona così e non fa molta distinzione tra quello che è reale e quello che vediamo sullo schermo.
Una pagina di follia (1926)
In un manicomio di campagna, sotto una pioggia torrenziale, il custode incontra i pazienti affetti da malattia mentale. Il giorno dopo arriva una giovane donna che è sorpresa di trovare suo padre lì che lavora come custode. La madre della donna è impazzita tempo primo a causa del marito, quando era un marinaio. Il marito ha deciso di cambiare lavoro per restare vicino alla moglie nel manicomio e prendersi cura di lei.
Film drammatico di avanguardia surrealista ed espressionista. Film onirico, anti narrativo e sperimentale che diventa un viaggio negli incubi più profondi del protagonista. Le immagini però sembrano attingere alla simbologia universale di un inconscio collettivo che ci riguarda tutti. Film drammatico da non perdere con continue incursioni nel genere horror. Capolavoro di avanguardia.
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L’atalante (1934)
Jean, il capitano della chiatta L’Atalante, sposa Juliette, e la coppia decide di vivere a bordo dell’Atalante insieme all’equipaggio di Jean, all’eccentrico Père Jules e al mozzo. La coppia si reca a Parigi per consegnare il carico, godendosi una luna di miele improvvisata lungo il percorso.
Capolavoro drammatico del regista francese Jean Vigo, film iconico degli anni 30, è un viaggio attraverso i tormenti esistenziali provocati dalla gelosia e dalla possessività. I due giovani sono appena sposati ma questi sentimenti contraddittori non attendono a manifestarsi. Libertà e svago nei divertimenti della grande città o la routine di una lunga traversata a bordo di un battello che sembra non finire mai? Film drammatico da non perdere, capolavoro di un cinema che, pensando ad altri autori come Jean Epstein, si potrebbe definire impressionista. Ma è così solo in parte: è lo stile unico, inclassificabile di Jean Vigo.
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Elegia di Osaka (1936)
Ayako Murai è una operatrice telefonica per la ditta farmaceutica Asai, nella città di Osaka del 1930. Per pagare i debiti di suo padre, disoccupato e minacciato di arresto per non aver restituito un prestito, accetta di diventare l’amante del suo datore di lavoro.
In una società dove domina la corsa al denaro e al potere la donna non può fare altro che sottomettersi a questi meccanismi maschilisti. Mizoguchi torna ancora una volta sul tema dei diritti della donna, descrivendo questa volta in maniera esemplare la città di Osaka. Le luci al neon della modernità sono la metafora dei valori della tradizione che non esistono più. Film drammatico da vedere per la sua sensibilità nei confronti del mondo femminile.
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Quarto potere (1941)
È un film drammatico del 1941, diretto, prodotto, co-sceneggiato e interpretato da Orson Welles, che all’epoca aveva solo 25 anni. Il film è considerato uno dei capolavori della storia del cinema ed è spesso citato come il più grande film di tutti i tempi.
La trama del film segue la vita di Charles Foster Kane, un magnate dei media che viene trovato morto nella sua enorme proprietà, Xanadu, all’età di 70 anni. Il film inizia con la sua morte e poi torna indietro nel tempo, raccontando la sua vita attraverso una serie di flashback, interviste e ricordi di coloro che lo hanno conosciuto.
Il film è noto per l’utilizzo innovativo di tecniche cinematografiche come il montaggio, la profondità di campo e l’illuminazione, che sono diventati standard del cinema moderno. In particolare, il film è famoso per la sua apertura, che utilizza una sequenza di montaggio per mostrare la morte di Kane e il suo ultimo respiro.
Il film ha ricevuto nove nomination ai premi Oscar, tra cui miglior film, miglior regia e miglior attore protagonista per Orson Welles, ma ha vinto solo il premio per la migliore sceneggiatura originale. Nonostante ciò, il film è stato acclamato dalla critica e dal pubblico e ha influenzato molti registi e scrittori successivi.
Il film è stato inoltre oggetto di molte analisi accademiche e culturali, con molti studiosi che lo considerano una riflessione sulla solitudine e sull’ambizione americana. Il film è stato anche associato alla figura del magnate dei media William Randolph Hearst, che si presume essere stata la fonte di ispirazione per il personaggio di Charles Foster Kane.
Ossessione (1943)
Ossessione è un film del 1943 diretto da Luchino Visconti, considerato uno dei capolavori del cinema italiano e tra i precursori del Neorealismo.
Il film si basa sul romanzo “Il Postino suona sempre due volte” di James M. Cain, ma la trama è stata notevolmente modificata per adattarsi alla realtà italiana dell’epoca. La storia ruota attorno alla relazione tra Gino, un vagabondo che arriva in una locanda in campagna, e Giovanna, la moglie del proprietario della locanda. La passione tra i due è intensa ma anche disperata, e li porterà a compiere azioni disperate e tragiche.
Il film è stato controverso per l’epoca a causa delle sue tematiche sessuali esplicite e della rappresentazione di un’italia rurale povera e disperata. Inoltre, è stato il primo film ad essere censurato dal regime fascista per motivi morali, prima che potesse essere distribuito. Tuttavia, è stato accolto positivamente dalla critica e ha contribuito a cambiare il panorama del cinema italiano, aprendo la strada al Neorealismo.
Ossessione è noto per la sua fotografia impressionante e realistica, la sua colonna sonora evocativa e la sua messa in scena teatrale. Il film è stato influente per molti cineasti successivi, tra cui Federico Fellini e Michelangelo Antonioni, e ha influenzato il cinema neorealista italiano e il movimento francese Nouvelle Vague.
Roma, città aperta (1945)
E’ un film italiano del 1945 diretto dal regista Roberto Rossellini. È considerato uno dei film più importanti della storia del cinema italiano e uno dei capolavori del cinema neorealista.
La trama del film segue le vicende di un gruppo di persone che vivono nella Roma occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Tra questi personaggi ci sono un sacerdote, una donna incinta, un partigiano e un commissario di polizia che lavora con i tedeschi. Il film segue le loro vite mentre cercano di resistere all’occupazione nazista e alle loro atrocità.
Il film è stato girato in gran parte nelle strade di Roma, utilizzando attori non professionisti e creando un forte senso di realismo. Inoltre, “Roma, città aperta” è stato uno dei primi film ad affrontare in modo diretto e crudo le atrocità commesse dai nazisti durante l’occupazione.
Il film ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali, contribuendo a lanciare il movimento del neorealismo italiano nel cinema. “Roma, città aperta” è considerato uno dei film più importanti della storia del cinema italiano e ha influenzato molti registi successivi.
Lo straniero (1946)
Nel piccolo paese di Harper, vive Charles Rankin, che sta per sposare la figlia di un importante giudice. Ma Charles Rankin è in realtà Frank Kindle, un criminale del Terzo Reich che si è creato una nuova identità. L’ispettore Wilson è però sulle sue tracce.
Film drammatico e thriller, è un film di genere realizzato dal geniale regista americano Orson Welles in una delle sue tormentate collaborazioni con Hollywood per portare a casa un po’ di soldi. I temi sono abbastanza standard e conformi con la linea editoriale hollywoodiana: il pericolo della spia nazista, la famiglia e la tranquilla provincia americana in pericolo, la piccola chiesa del paese che funge come luogo simbolo di giustizia divina. Nel film però c’è Orson Welles che interpreta il protagonista, l’uomo del terzo Reich che si è reinventato una personalità nella buona società americana, e questo basta per consigliarne la visione. Anche la regia di Welles, nonostante le imperfezioni, è molto sopra il livello medio di questo tipo di racconti antinazisti prodotti da Hollywood.
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Sciuscià (1946)
Sciuscià è un film drammatico italiano del 1946, diretto da Vittorio De Sica. Il film racconta la storia di due giovani ragazzi di strada di Roma, Giuseppe e Pasquale, che si guadagnano da vivere facendo i lustrascarpe, ma si ritrovano coinvolti in un giro di criminalità.
Il film è considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano, un movimento cinematografico che mirava a rappresentare la realtà sociale e politica del dopoguerra italiano. Sciuscià è stato girato con un budget limitato e con attori non professionisti, tra cui i due giovani protagonisti Franco Interlenghi e Rinaldo Smordoni.
Il film ha ottenuto un grande successo a livello internazionale e ha vinto il Grand Prix al Festival di Cannes del 1946. Sciuscià ha anche ricevuto una nomination all’Oscar come miglior film straniero.
La pellicola esplora temi universali come l’amicizia, la povertà, la criminalità, la disuguaglianza sociale e l’infanzia. La vicenda dei due ragazzi lustrascarpe rappresenta una metafora della condizione del popolo italiano, sottoposto alla durezza della guerra e della povertà.
Sciuscià è un film toccante, che ha saputo rappresentare con delicatezza e realismo le difficoltà e le contraddizioni della vita quotidiana di quel periodo storico. Il finale del film è stato definito uno dei più drammatici e intensi della storia del cinema, lasciando spettatori colpiti e commossi.
Ladri di biciclette (1948)
È un film drammatico del 1948 diretto da Vittorio De Sica, considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano.
La trama segue la storia di Antonio Ricci (interpretato da Lamberto Maggiorani), un padre di famiglia disoccupato che riesce finalmente a trovare lavoro come attaccabrighe a Roma. Tuttavia, il suo lavoro richiede l’uso di una bicicletta, che lui non possiede. La sua disperazione lo porta a impegnare l’unica cosa di valore che ha, il suo letto matrimoniale, per acquistare una bicicletta.
Purtroppo, la sua bicicletta viene rubata durante il suo primo giorno di lavoro e, con l’aiuto di suo figlio Bruno (interpretato da Enzo Staiola), si imbarca in una disperata ricerca per recuperarla. Lungo il percorso, i due incontrano una varietà di personaggi, inclusi alcuni che sembrano aver rubato la bicicletta di Antonio.
Il film è noto per la sua rappresentazione realistica della vita post-bellica in Italia, dove la povertà e la disoccupazione erano diffuse. La fotografia in bianco e nero e l’uso di attori non professionisti (come Maggiorani e Staiola) aggiungono alla sensazione di autenticità del film.
Il film è stato acclamato dalla critica fin dalla sua uscita e ha vinto numerosi premi, tra cui il Grand Prix al Festival di Cannes. Il film è diventato un classico del cinema italiano e ha influenzato molti registi in tutto il mondo.
La signora Oyu (1951)
Lo scapolo Shinnosuke si innamora di Miss Oyu, accompagnatrice di sua sorella minore Shizu che gli fa visita come futura sposa. Il tabù familiare impedisce a Shinnosuke di sposare Oyu.
Il primo film drammatico di Mizoguchi che avrebbe reso famoso il regista in Occidente. È uno dei suoi film più belli. Una rappresentazione variegata della cultura giapponese in tutte le sue forme. Il tema è uno di quelli più cari del regista: la donna imprigionata in una gabbia sociale da cui non riesce a liberarsi. La donna che viene umiliata, nella sua essenza interiore più intima, dai tabù e delle tradizioni retrograde.
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Il tempo del raccolto del grano (1951)
Noriko risiede a Kamakura con la sua famiglia insieme ai suoi genitori e alla sua famiglia allargata. Gli amici di Noriko sono divisi in 2 gruppi, gli sposati ed i single, che si prendono in giro costantemente, con Aya Tamura che è la sua stretta alleata nel gruppo single.
Film drammatico da vedere assolutamente, capolavoro di Yasujiro Ozu che fa parte della cosiddetta trilogia di Noriko, il personaggio protagonista del film. In questo racconto cinematografico Osu torna sul tema fondamentale della sua fotografia: l’unità della famiglia che si disgrega mentre i grandi cambiamenti sociali costruiscono nuovi valori ed un nuovo futuro.
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Umberto D. (1952)
Umberto D. è un film drmmatico italiano del 1952, diretto dal regista Vittorio De Sica, con protagonista Carlo Battisti nel ruolo di Umberto Domenico Ferrari, un pensionato che cerca di sopravvivere in una Roma post-bellica.
Il film racconta la struggente storia di un uomo anziano che cerca di far fronte alle difficoltà della vita quotidiana: l’affitto, la pensione insufficiente, l’isolamento sociale. Umberto D. vive con la sua fedele cagnolina, Flike, e cerca di mantenere il suo appartamento nonostante i continui richiami del proprietario.
Nonostante i suoi sforzi, Umberto D. non riesce a trovare un lavoro che gli permetta di mantenere il suo stile di vita. Cerca di vendere gli oggetti di valore, ma è costretto ad abbandonare l’idea a causa dei prezzi troppo bassi che gli vengono offerti.
La situazione di Umberto D. si aggrava quando viene ricoverato in ospedale per una malattia e scopre, al suo ritorno, che il proprietario ha deciso di sfrattarlo. Umberto D. cerca aiuto tra i suoi amici, tra cui la giovane governante Maria, ma si rende conto che nessuno può aiutarlo.
Il film si conclude con Umberto D. che, dopo aver cercato inutilmente di trovare una soluzione ai suoi problemi, decide di abbandonare il suo appartamento e di andare via con la sua cagnolina Flike.
Umberto D. è considerato uno dei capolavori del neorealismo italiano, un movimento cinematografico che si sviluppò dopo la Seconda Guerra Mondiale e che si caratterizzò per la rappresentazione realistica della vita quotidiana e delle difficoltà economiche e sociali dell’Italia del dopoguerra. Il film è stato apprezzato per la sua delicatezza e la sua profonda umanità, che hanno reso Umberto D. un’icona del cinema italiano e mondiale.
Viaggio a Tokyo (1953)
Shukichi e Tomi, ormai vicini ai settant’anni, fanno un viaggio a Tokyo per visitare i propri figli prima che sia troppo tardi. Quando arrivano in città, però, l’accoglienza non è quella che si attendevano: il primogenito Koichi e la sorella Shige hanno troppi impegni di lavoro e sembrano vivere la visita degli anziani genitori più come un fastidio che come una gioia.
Il film più famoso di Ozu è uno dei più grandi capolavori della storia del cinema. Per un’intera generazione di registi e critici cinematografici il film più importante mai realizzato. In effetti è incredibile la sensibilità con cui il maestro del cinema giapponese Ozu ha filmato un tema cardine della vita umana. I genitori che invecchiano e vengono messi in disparte mentre la frenesia della vita moderna non lascia più spazio alla comunicazione autentica. Il viaggio dei due anziani genitori verso la grande città. La loro compostezza e apparente ingenuità, tipicamente orientale, con cui non danno importanza all’indifferenza che percepiscono dei loro figli. Film da non perdere assolutamente, da vedere e rivedere più volte. Leggi l’articolo completo su Viaggio a Tokyo.
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I racconti della Luna pallida di agosto (1953)
Giappone, fine del XVI secolo: il vasaio Genjurō e suo fratello Tobei, vivono con le loro mogli Miyagi e Ohama in un villaggio della regione di Omi; Genjurō, convinto di poter guadagnare molti soldi vendendo la propria merce nella città vicina, si reca nella contea di Omizo insieme a Tobei, che si unisce a lui col solo scopo di poter diventare un samurai.
Altro film drammatico capolavoro, un’altra perla della cinematografia giapponese. La vicenda del Samurai Genjurō, accecato dall’ambizione e facile preda di demoni e incantesimi amorosi, è tra le più memorabili della storia del cinema. La regia raggiunge qui livelli altissimi molto rari. Si tratta di un film drammatico, onirico e surreale sulla vulnerabilità dell’uomo sulle sue passioni più “basse”. E anche un film misterico, più che di mistero. Cioè un film che svela con il linguaggio del cinema conoscenze esoteriche antichissime. Non basterebbe un intero libro per esporne i contenuti.
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La porta dell’Inferno (1953)
Lord Kiyomori si allontana dal suo castello per andare a combattere. Mentre è assente alcuni signori locali tentano un colpo di stato per impadronirsi del suo Castello. Il samurai Endō Morito scorta la dama di compagnia Kesa mentre si allontana dal palazzo travestita da sorella del daimyō, dando al padre e alla sorella reale il tempo di fuggire senza essere visti.
Film di immagini, scenografie e costumi mozzafiato. Vincitore di un Oscar e Gran Premio della giuria a Cannes. Il tema di questo film drammatico è il conflitto di un uomo posseduto da un amore malato, violento, che gli fa perdere il lume della ragione. Un tema tipico di alcuni capolavori giapponesi, come ad esempio il film di Kenji Mizoguchi i racconti della Luna pallida di agosto. Le passioni sono fantasmi, demoni, che possono trasportarci in un mondo di illusioni e di autodistruzione. Leggi l’articolo completo su La porta dell’inferno.
Guarda La porta dell’inferno
L’uomo dal braccio d’oro (1955)
È un film drammatico e film noir del 1955 diretto da Otto Preminger e interpretato da Frank Sinatra, Kim Novak e Eleanor Parker. Il film è basato sul romanzo omonimo di Nelson Algren.
La trama segue le vicissitudini di Frankie Machine (Frank Sinatra), un ex detenuto che cerca di rimettersi in sesto dopo essere uscito di prigione. Frankie è un bravissimo musicista e suona la batteria, ma ha anche una dipendenza dall’eroina che lo rende instabile. La sua vita diventa ancora più complicata quando cerca di riconciliarsi con la sua ex moglie Zosh (Eleanor Parker), che è anche lei una tossicodipendente.
Frankie cerca di uscire dalla sua dipendenza dall’eroina e di iniziare una nuova vita come musicista, ma è costretto a fare i conti con le pressioni del suo ambiente, tra cui il suo vecchio amico Sparrow (Arnold Stang) e il suo datore di lavoro, il gangster Schwiefka (Robert Strauss).
Il film affronta temi molto crudi e realistici, come la dipendenza da droghe, la violenza domestica e la corruzione nella criminalità organizzata. È stato uno dei primi film hollywoodiani ad affrontare questi temi in modo diretto e senza alcuna censura.
Il film è stato un grande successo commerciale e ha ricevuto tre nomination agli Oscar, tra cui quella per la migliore sceneggiatura. La performance di Frank Sinatra è stata particolarmente acclamata dalla critica e gli è valsa una nomination al premio Oscar come miglior attore protagonista.
È un film drammatico molto potente e significativo che ha affrontato temi difficili in modo diretto e realistico, ed è ancora oggi considerato un classico del cinema americano degli anni ’50.
La stagione del sole (1958)
La dolce vita dei ricchi giovani giapponesi della sottocultura Sun Tribe che si ispirava allo stile di vita occidentale alla fine degli anni ’50, tra lussuria e violenza, sci d’acqua e motoscafi.
il declino della giovane generazione di ricchi borghesi giapponesi. La dolce vita di una delle tribù del sole, giovani alternativi orientali che amavano praticare lo stile di vita occidentale in un contesto completamente diverso. Film drammatico giapponese girato in modo sublime, con una splendida fotografia contrastata in bianco e nero. Anche qui il dramma si fonde con la tragedia.
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I 400 colpi (1959)
È un film drammatico francese del 1959 diretto da François Truffaut, che narra la storia di Antoine Doinel, un ragazzino di Parigi cresciuto in una famiglia disfunzionale e in un ambiente scolastico difficile. Il film è considerato un capolavoro del cinema francese e una pietra miliare della Nouvelle Vague, un movimento cinematografico francese degli anni ’50 e ’60.
Il film è stato il primo lungometraggio di Truffaut e ha rappresentato un punto di svolta per il cinema francese e internazionale, poiché ha introdotto una nuova estetica e un nuovo approccio alla narrazione. Il titolo del film fa riferimento ad un’espressione francese che significa “suscitare scandalo”.
Il film segue le vicende di Antoine Doinel, interpretato da Jean-Pierre Léaud, un ragazzo di 14 anni che vive in una Parigi grigia e fredda con la madre, la quale lo trascura, e il patrigno, che lo maltratta. Antoine è un ragazzo ribelle e disilluso, che cerca di fuggire dalle difficoltà della sua vita attraverso piccoli atti di delinquenza.
Il film mette in luce l’alienazione e l’isolamento che Antoine vive nella società, sia in famiglia che a scuola. Truffaut utilizza una tecnica di ripresa spesso descritta come “cinema verité” che conferisce al film un aspetto documentaristico, mentre la colonna sonora di Jean Constantin conferisce al film un tocco emotivo.
Il film è stato acclamato dalla critica internazionale e ha vinto il premio per la miglior regia al Festival di Cannes del 1959, il che ha contribuito alla sua popolarità e alla sua influenza sul cinema francese e internazionale. Il film ha anche segnato l’inizio di una lunga collaborazione tra Truffaut e Léaud, che sarebbe diventato uno degli attori più importanti della Nouvelle Vague.
La Dolce Vita (1960)
La Dolce Vita è un film italiano del 1960 diretto da Federico Fellini e interpretato da Marcello Mastroianni, Anita Ekberg e Anouk Aimée. È considerato uno dei capolavori del cinema italiano e una delle opere più importanti della cinematografia mondiale.
La trama del film segue la vita di Marcello Rubini (interpretato da Mastroianni), un giornalista romano che cerca di trovare la felicità e la realizzazione nella vita, ma che si ritrova invece immerso in una serie di esperienze vuote e superficiali. Nel corso della storia, Marcello attraversa diverse fasi della vita notturna romana, da feste sfarzose a party in discoteca, incontrando una serie di personaggi eccentrici e disillusi.
Uno degli elementi più memorabili del film è la scena in cui Marcello e la bellissima attrice svedese Sylvia (interpretata da Ekberg) si tuffano nella Fontana di Trevi di Roma, creando uno dei momenti più iconici della storia del cinema.
La Dolce Vita è un film molto discusso e spesso interpretato in modi diversi dai critici e dagli spettatori. Alcuni vedono la storia come una critica alla superficialità e alla decadenza della società italiana degli anni ’60, mentre altri lo interpretano come un ritratto del desiderio umano e della ricerca della felicità.
Jules et Jim (1962)
“Jules et Jim” è un film francese drammatico del 1962 diretto da François Truffaut. Il film è basato sul romanzo omonimo di Henri-Pierre Roché.
La trama del film segue la storia di Jules (interpretato da Oskar Werner) e Jim (interpretato da Henri Serre), due amici artisti che si innamorano della stessa donna, Catherine (interpretata da Jeanne Moreau). La loro amicizia viene messa alla prova quando Catherine sposa Jules, ma poi inizia una relazione con Jim. La relazione diventa sempre più complessa e intensa, portando alla fine a una tragica conclusione.
Il film è noto per la sua innovativa narrazione non lineare e per la sua rappresentazione di una relazione a tre. È stato anche apprezzato per le sue performance degli attori principali e per la colonna sonora di Georges Delerue.
“Jules et Jim” è diventato un classico del cinema francese e un importante contributo al movimento cinematografico della Nouvelle Vague. Il film ha ispirato numerosi altri lavori artistici, tra cui la canzone “Jules et Jim” di Carla Bruni.
8 ½ (1963)
8 1/2 è un film drammatico italiano del 1963, diretto da Federico Fellini. Il film è considerato uno dei capolavori del regista e uno dei film più importanti della storia del cinema.
Il film segue la storia di Guido Anselmi, un regista in crisi creativa che sta cercando di realizzare un nuovo film. Guido si trova in una situazione difficile, dato che la pressione del suo produttore, degli attori e dei finanziatori sta aumentando, ma lui non riesce a trovare l’ispirazione per il suo progetto.
Mentre cerca di risolvere i suoi problemi, Guido ricorda vari momenti della sua vita, tra cui la sua infanzia, le sue relazioni passate e il suo matrimonio. Tuttavia, il confine tra realtà e fantasia inizia a diventare sempre più sfumato, fino a quando Guido non sa più distinguere tra ciò che è reale e ciò che non lo è.
Il film è stato acclamato dalla critica per la sua profondità psicologica, il suo stile visivo sorprendente e la sua colonna sonora memorabile. Ha vinto diversi premi, tra cui l’Oscar al miglior film straniero nel 1964.
8 1/2 è un film che esplora la crisi creativa e la psicologia di un regista, offrendo una visione affascinante e commovente sul mondo del cinema.
Il bacio perverso (1964)
Kelly è una prostituta che arriva in autobus nella piccola cittadina di Grantville, dopo essersi allontanata dalla grande città per sfuggire al suo ex protettore. Incontra il capitano della polizia locale Griff che la ospita nel suo appartamento, ma poi la invita ad abbandonare la città.
Film drammatico su una donna che cerca di cambiare vita e tenta di liberarsi dal suo passato. Gli uomini con cui entra in contatto però sembrano non possedere una coscienza propria. Sono piuttosto ingranaggi inconsapevoli di un meccanismo sociale che decide come devono comportarsi. Sono piuttosto personaggi alla ricerca di un capro espiatorio su cui sfogare la loro frustrazione. Uomini che non conoscono più il perdono, la compassione, la visione fiducioso di un nuovo futuro, ma solo la repressione.
Guarda Il bacio perverso
The Cow (1969)
Hassan ama più di ogni altra cosa la sua unica mucca, fonte di sostentamento. Quando lascia il villaggio per un breve periodo la moglie trova la mucca morta nella stalla. I compaesani per evitargli il dispiacere nascondono il corpo dell’animale in un pozzo.
Film drammatico immenso, capolavoro seminale della New Wave iraniana. Molti luoghi e narrazione che non si dimenticano facilmente. Una storia fortemente drammatica di un uomo che identifica la sua stessa vita col suo unico patrimonio: una mucca. Film drammatico da vedere almeno una volta nella vita per capire che cosa può essere il cinema lontano dai meccanismi del mainstream industriale, in un paese povero come l’Iran. Creatività pura, attori ad altissimi livelli. Leggi l’articolo completo su The Cow.
Guarda The Cow
La montagna sacra (1973)
Un uomo, soprannominato il ladro, che rappresenta la carta del Matto nei Tarocchi, giace privo di sensi in un deserto, tra sciami di mosche. Quando si sveglia incontra un nano senza piedi e senza mani, che rappresenta il Cinque di Spade. I due diventano amici vanno nella città più vicina dove guadagnano soldi intrattenendo i turisti.
Non è facile parlare de La montagna sacra e di un regista come Jodorowsky, due entità davanti alle quali si rimane senza parole. Si tratta di un film drammatico? Il film viene etichettato come film drammatico, ma è molto di più, è uno di film dove il genere cinematografico si frantuma completamente. È uno dei film più bizzarri, assurdi ed estremi della storia del cinema. Un film visivamente impressionante, ai livelli del cinema di Federico Fellini, da cui trae sicuramente ispirazione. Ogni inquadratura è un opera figurativa dove sono curati i minimi dettagli. Ogni dettaglio ha un valore simbolico, esoterico. Immagini di inaudita violenza si alternano a momenti spirituali, con la presenza di un protagonista molto simile a Gesù Cristo. Il film è anche un interpretazione per immagini dei significati della cabala e dei tarocchi, oltre che una critica feroce alla guerra, al consumismo e al capitalismo. Non si può non vedere La montagna Sacra di Jodorowsky. I suoi eccessi e la sua estetica barocca possono non piacere. Ma si tratta davvero dell’opera di un uomo con un coraggio fuori dal comune. Sembra un mega kolossal di Hollywood invece è stato realizzato con un crowdfunding. Nessun grande Studios del cinema industriale avrebbe mai finanziato un film del genere.
Guarda La montagna sacra
Sebastiane (1976)
Nel terzo secolo dopo Cristo Sebastiane fa parte delle guardie dell’imperatore Diocleziano. Quando cerca di evitare l’uccisione di uno dei fidanzati dell’imperatore viene severamente punito, privato del suo ruolo e mandato in esilio in una lontana località.
Stravagante e originale rielaborazione della racconto della vita di San Sebastiano, tratto dai Vangeli Apocrifi. Il regista icona del mondo gay Derek Jarman sceglie di registrare i dialoghi del film in latino, e di mostrare nudità e rapporti amorosi tra i soldati romani senza filtri. Questo gli provoca diversi problemi con la censura e con l’uscita del film, ma anche un grande riconoscimento dal mondo gay dell’epoca che stava lottando contro le discriminazioni per i propri diritti. Film drammatico che ci parla della tragedia delle persecuzioni contro il “diverso”, colui che viene percepito come non allineato al sistema dominante. Quello che un tempo veniva percepito come criminale, perverso e vergognoso, addirittura da crocifiggere e torturare, viene poi dichiarato degno di rispetto e dignità. Le drammatiche contraddizioni dell’uomo e della storia umana in un film che, se letto in un modo più ampio rispetto al genere LGBT, fa prendere consapevolezza di cose molto importanti.
Guarda Sebastiane
Taxi Driver (1976)
“Taxi Driver” è un film drammatico del 1976 diretto da Martin Scorsese e interpretato da Robert De Niro, Jodie Foster e Harvey Keitel. Il film è considerato un classico del cinema americano e ha vinto la Palma d’oro al Festival di Cannes nel 1976.
La trama del film segue la storia di Travis Bickle (interpretato da De Niro), un ex marine che lavora come tassista notturno nella città di New York. Travis è un uomo solitario e alienato che si sente disilluso dal mondo che lo circonda. Dopo essere stato respinto da una ragazza che lavora in un negozio di caffè, Travis diventa sempre più ossessionato dalla violenza e dalla corruzione della città.
Travis decide quindi di prendere in mano la situazione e diventa un vigilante, pianificando un attentato contro un politico corrotto e il suo entourage. Nel frattempo, Travis si innamora di una giovane prostituta di nome Iris (interpretata da Jodie Foster) e cerca di salvarla dalla sua vita turbolenta.
Il film è noto per l’interpretazione di De Niro, che è stata acclamata dalla critica e ha ricevuto una nomination all’Oscar come Miglior Attore Protagonista. “Taxi Driver” è stato anche oggetto di molte discussioni e dibattiti sulla violenza e sulla psicologia del personaggio di Travis.
Il film è stato un successo commerciale e ha ispirato molte altre opere nel corso degli anni, tra cui la serie televisiva “The Deuce” di David Simon e “Joker” di Todd Phillips. “Taxi Driver” è considerato uno dei migliori film di Scorsese e un punto di riferimento del cinema americano degli anni ’70.
Toro scatenato (1980)
Toro scatenato è un film biografico drammatico del 1980 diretto da Martin Scorsese, prodotto da Robert Chartoff e Irwin Winkler e adattato da Paul Schrader e Mardik Martin dal racconto di Jake LaMotta del 1970 Toro scatenato: la mia storia. Il film vede Robert De Niro nei panni di Jake LaMotta, un combattente di peso medio italo-americano la cui rabbia compulsiva e autodistruttiva, la gelosia e la fame animalesca hanno danneggiato il suo rapporto con sua moglie e la sua famiglia. Nel film sono inclusi Joe Pesci nei panni di Joey, il fratello di LaMotta, e Cathy Moriarty nei panni di Vikki, la sua dolce metà. Nicholas Colasanto, Theresa Saldana e Frank Vincent svolgono funzioni secondarie nel film.
Durante la fotografia principale, ciascuna delle scene di boxe è stata coreografata per un particolare design visivo e De Niro ha acquisito circa 27 kg per rappresentare LaMotta nei suoi ultimi anni post-boxe. Il film ha ricevuto valutazioni contrastanti al momento della sua uscita, ma è stato scelto per 8 Academy Awards. Dopo la sua uscita, il film ha continuato a raccogliere un grande apprezzamento, ed è ora considerato uno dei migliori film mai realizzati.
The Elephant Man (1980)
The Elephant Man è un film biografico drammatico del 1980 su Joseph Merrick, un uomo gravemente deformato nella Londra della fine del XIX secolo. Il film è stato diretto da David Lynch, prodotto da Mel Brooks e Jonathan Sanger, e interpretato da John Hurt, Anthony Hopkins, Anne Bancroft, John Gielgud, Wendy Hiller, Michael Elphick, Hannah Gordon e Freddie Jones. La sceneggiatura del film è stata adattata da Lynch, Christopher De Vore ed Eric Bergren da The Elephant Man and Other Reminiscences (1923) di Frederick Treves e The Elephant Man: A Study in Human Dignity (1971) di Ashley Montagu. È stato girato in bianco e nero e utilizza il trucco di Christopher Tucker. The Elephant Man è stato un successo commerciale con 8 elezioni per l’Oscar, tra cui Miglior film, Miglior regista, Miglior sceneggiatura adattata e Miglior attore.
Rain Man (1988)
Rain Man è un film drammatico del 1988 diretto da Barry Levinson e interpretato da Dustin Hoffman e Tom Cruise.
Il film racconta la storia di Charlie Babbitt (Tom Cruise), un giovane e ambizioso concessionario d’auto di Los Angeles, che scopre di avere un fratello maggiore autistico di nome Raymond (Dustin Hoffman) che vive in un istituto psichiatrico. Dopo la morte del padre, Charlie cerca di ottenere una parte dell’eredità, ma scopre che il patrimonio è stato lasciato tutto a Raymond. Disperato, Charlie decide di rapire Raymond e portarlo con sé in un viaggio attraverso gli Stati Uniti, sperando di poter convincere il fratello a dividere l’eredità con lui.
Durante il viaggio, Charlie impara a conoscere meglio Raymond e la sua condizione, e alla fine sviluppa una profonda empatia nei suoi confronti. Raymond dimostra di avere abilità sorprendenti, come la capacità di memorizzare numeri e di risolvere complicati rompicapi matematici. Il loro rapporto si evolve, e Charlie capisce che Raymond non è solo un peso, ma una persona con una personalità e una vita propria.
Il film è stato un grande successo commerciale e critico, vincendo quattro premi Oscar, tra cui quello per il Miglior Attore a Dustin Hoffman per la sua interpretazione di Raymond. “Rain Man” è stato anche un importante contributo alla sensibilizzazione dell’opinione pubblica sulla condizione dell’autismo e sulle difficoltà delle persone che ne sono affette.
Le ali della libertà (1994)
E’ un film del 1994, diretto da Frank Darabont e tratto dal racconto breve di Stephen King intitolato “Rita Hayworth and Shawshank Redemption”. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema americano contemporaneo e ha ottenuto numerosi riconoscimenti, tra cui sette nomination ai Premi Oscar.
La trama del film segue la storia di Andy Dufresne, interpretato da Tim Robbins, un banchiere che viene ingiustamente condannato all’ergastolo per l’omicidio della moglie e del suo amante. Andy viene inviato nel carcere di Shawshank, dove incontra Red, interpretato da Morgan Freeman, un detenuto che si guadagna da vivere nel carcere. Red diventa l’amico più stretto di Andy e lo aiuta a sopravvivere nella dura realtà del carcere.
Il film racconta la lotta di Andy per riconquistare la sua libertà e dimostrare la sua innocenza, ma anche la sua lotta per trovare la speranza e la redenzione in un luogo così disperato e deprimente come il carcere di Shawshank. Grazie alla sua intelligenza e alla sua perseveranza, Andy riesce a guadagnarsi la fiducia del direttore del carcere e degli altri detenuti, e alla fine, dopo anni di prigionia, riesce a fuggire dal carcere.
E’ un film molto toccante e commovente, che tratta temi come l’amicizia, la speranza, la redenzione e la lotta per la libertà. Il film è stato molto apprezzato dal pubblico e dalla critica per la sua capacità di raccontare una storia così intensa e coinvolgente, e per le performance straordinarie di Tim Robbins e Morgan Freeman.
Trainspotting (1996)
Trainspotting è un film drammatico del 1996 diretto da Danny Boyle, basato sul romanzo omonimo del 1993 di Irvine Welsh. Il film racconta la storia di un gruppo di giovani tossicodipendenti che vivono a Edimburgo, in Scozia, durante gli anni ’80.
Il protagonista del film è Mark Renton, interpretato da Ewan McGregor, un giovane tossicodipendente che cerca di uscire dal giro della droga e del crimine che lo circonda. La trama segue le vicissitudini di Mark e dei suoi amici, tra cui Spud, Sick Boy e Begbie, mentre cercano di evitare la prigione, la morte e la dipendenza.
Il film affronta temi come la tossicodipendenza, la povertà, la violenza, l’alienazione sociale e la ricerca di un senso di appartenenza. Il regista Danny Boyle utilizza una serie di tecniche visive innovative, tra cui l’uso di fotografia frenetica, sequenze oniriche e una colonna sonora eclettica per creare un’esperienza cinematografica unica.
Trainspotting è stato un grande successo di critica e di pubblico ed è diventato un film di culto, soprattutto per la sua rappresentazione realistica della vita dei giovani tossicodipendenti. Il film ha anche lanciato la carriera di attori come Ewan McGregor, Robert Carlyle e Kelly Macdonald. Un seguito intitolato “Trainspotting 2” è stato pubblicato nel 2017.
Ogni maledetta domenica (1999)
E’ un film drammatico sportivo del 1999 diretto da Oliver Stone e scritto da John Logan e Stone stesso. Il film ruota intorno alla vita e alla carriera di un allenatore di football professionista, Tony D’Amato (interpretato da Al Pacino), e alla sua squadra di Miami, i Miami Sharks.
Il film è noto per la sua rappresentazione cruda e realistica del mondo del football professionistico, con particolare attenzione alla pressione costante, alla competizione e alla violenza fisica che i giocatori affrontano ogni giorno. Nel film, D’Amato si trova a gestire una serie di problemi, tra cui il declino della sua squadra, le pressioni della proprietà della squadra per vincere e le questioni personali dei suoi giocatori.
Il cast del film è composto da una serie di grandi nomi, tra cui Cameron Diaz, Dennis Quaid, James Woods e Jamie Foxx, che interpreta il quarterback della squadra. Il film è stato ben accolto dalla critica e dal pubblico, in particolare per le performance degli attori e la sua rappresentazione realistica del mondo del football.
Il film è considerato un classico del genere sportivo e un film importante per la sua rappresentazione onesta delle pressioni e dei conflitti del football professionistico.
Magdalene (2002)
È un film sulla violenza sulle donne del 2002 diretto da Peter Mullan, che racconta la storia di tre giovani donne che vengono incarcerate in una delle cosiddette “Magdalene Asylums”, istituti religiosi gestiti da suore cattoliche in Irlanda dal 1800 fino alla fine degli anni ’90.
Le tre donne, interpretate da Anne-Marie Duff, Nora-Jane Noone e Dorothy Duffy, finiscono in queste istituzioni per diverse ragioni: una per aver subito molestie da parte di un cugino, un’altra per essere stata violentata da un ragazzo del villaggio, e la terza per essere stata considerata troppo attraente e peccaminosa dagli uomini del suo paese.
All’interno di queste istituzioni, le donne sono sottoposte a punizioni corporali, lavori forzati e umiliazioni, tutte imposte dalle suore che le gestiscono. Il film segue le vite delle tre protagoniste mentre cercano di trovare la forza per resistere alle angherie che subiscono e per trovare una via d’uscita da questa prigione religiosa.
Il film è stato molto apprezzato dalla critica per la sua denuncia del sistema di abusi perpetrato dalle suore cattoliche in Irlanda, e ha vinto la prestigiosa Palma d’oro al Festival di Cannes del 2002. Tuttavia, è stato anche oggetto di critiche da parte della Chiesa cattolica irlandese, che ha ritenuto che il film dipingesse un quadro ingiusto e negativo della loro istituzione.
Il pianista (2002)
Il pianista è un film biografico drammatico del 2002 prodotto e diretto da Roman Polanski, con una sceneggiatura di Ronald Harwood e interpretato da Adrien Brody. È basato sul libro autobiografico The Pianist (1946), un racconto sull’Olocausto del pianista e autore ebreo polacco Władysław Szpilman, un sopravvissuto all’Olocausto. Il film è stato una coproduzione di Francia, Regno Unito, Germania e Polonia. Il pianista è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes del 2002 il 24 maggio 2002, dove ha vinto la Palma d’oro. Il film ha ottenuto un riconoscimento importante, con i critici che hanno ammirato la regia di Polanski, l’interpretazione di Brody e la sceneggiatura del film di Harwood. Al 75 ° Academy Awards, il film ha vinto per il miglior regista (Polanski), la migliore sceneggiatura adattata (Harwood) e il miglior attore (Brody).
La 25ma ora (2002)
È un film drammatico del 2002 diretto da Spike Lee e basato sul romanzo di David Benioff. Il film è un dramma che segue le vicende di Monty Brogan, interpretato da Edward Norton, un trafficante di droga che ha appena ricevuto una condanna a sette anni di prigione.
La storia si svolge durante l’ultima giornata di libertà di Monty, che passa il suo tempo a riflettere sulla sua vita e sulle scelte che lo hanno portato alla sua attuale situazione. Insieme a lui ci sono i suoi amici di lunga data, Jacob Elinsky (interpretato da Philip Seymour Hoffman) e Francis Xavier Slaughtery (interpretato da Barry Pepper), che cercano di aiutare Monty a capire come affrontare il futuro.
Il film esplora temi come l’amicizia, la responsabilità e il razzismo, con alcune scene che si concentrano sui conflitti tra la comunità bianca e quella nera a New York dopo gli attentati dell’11 settembre. La performance di Norton è particolarmente notevole, e il film è stato generalmente ben accolto dalla critica per la sua regia, il suo cast e la sua colonna sonora.
È un film potente e commovente che esplora temi profondi e complessi attraverso la vita di un singolo individuo. Se ti piacciono i film drammatici e i personaggi ben sviluppati, potresti apprezzare questo film.
Il film ha incassato circa 13,1 milioni di dollari al botteghino negli Stati Uniti, mentre il budget di produzione è stato di circa 5 milioni di dollari. Sebbene non abbia ottenuto grandi incassi al botteghino, il film è stato molto apprezzato dalla critica ed è diventato col tempo un cult movie per molti appassionati di cinema.
Million Dollar Baby (2004)
“Million Dollar Baby” è un film del 2004 diretto da Clint Eastwood e interpretato da lui stesso, Hilary Swank e Morgan Freeman. La storia è tratta da un racconto di F.X. Toole e segue la vita di Maggie Fitzgerald (interpretata da Hilary Swank), una giovane donna che sogna di diventare una campionessa di boxe professionista.
Maggie chiede aiuto a un anziano e scorbutico allenatore di boxe di nome Frankie Dunn (interpretato da Clint Eastwood), che all’inizio è riluttante ad addestrarla, ma alla fine si affeziona a lei e le insegna tutto ciò che sa. Insieme, Maggie e Frankie lottano per conquistare il successo nel ring, ma la vita non è facile per loro. Il film affronta temi come la solitudine, l’amicizia, la famiglia, la morte e la dignità. Il finale del film è molto emotivo e ha suscitato diverse reazioni tra il pubblico e la critica.
“Million Dollar Baby” ha ricevuto numerose nomination e premi, tra cui quattro premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia per Clint Eastwood, Miglior Attrice Protagonista per Hilary Swank e Miglior Attore Non Protagonista per Morgan Freeman. Il film è stato anche un grande successo commerciale e ha ricevuto recensioni positive da parte della critica.
Le pagine della nostra vita (2004)
E’ un film romantico del 2004 diretto da Nick Cassavetes, tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Sparks. Il film racconta la storia d’amore tra Allie (interpretata da Rachel McAdams) e Noah (interpretato da Ryan Gosling), due giovani che si innamorano intensamente durante l’estate del 1940 in Carolina del Nord.
Il dramma si sviluppa attraverso un flashback, in cui un anziano Noah (interpretato da James Garner) legge la storia del loro amore ad Allie (interpretata da Gena Rowlands), che ha la malattia di Alzheimer e non ricorda più il passato. Il film è noto per il suo finale strappalacrime e per la sua colonna sonora emozionante.
Il film ha ottenuto un grande successo di critica e di pubblico, ed è diventato un vero e proprio cult romantico. Ha inoltre lanciato la carriera di Rachel McAdams e consolidato quella di Ryan Gosling, che in seguito sono diventati due delle star più amate di Hollywood.
E’ considerato un film che ha segnato un’epoca per il genere romantico, grazie alla sua capacità di toccare le corde emotive degli spettatori e di rappresentare l’amore in modo intenso e passionale.
Le vite degli altri (2006)
È un dramma tedesco del 2006 diretto da Florian Henckel von Donnersmarck. Il film è ambientato nella Germania Est del 1984, poco prima della caduta del muro di Berlino, e segue la storia di un ufficiale della Stasi, il servizio di sicurezza della Germania Est, di nome Hauptmann Gerd Wiesler. Wiesler viene incaricato di spiare un famoso drammaturgo Georg Dreyman e la sua ragazza, l’attrice Christa-Maria Sieland, perché sospettato di essere un dissidente politico. Wiesler inizia ad intercettare le loro conversazioni e ad osservare la loro vita privata, ma man mano che il tempo passa, diventa sempre più coinvolto con la loro vita e inizia a rivalutare le sue convinzioni politiche.
Il film è stato acclamato dalla critica per la sua rappresentazione realistica della vita nella Germania Est e per la performance dei suoi attori, in particolare Ulrich Mühe nel ruolo di Wiesler e Sebastian Koch nel ruolo di Dreyman. Il film ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar per il miglior film straniero nel 2007, e viene considerato uno dei migliori film tedeschi degli ultimi decenni.
“Le vite degli altri” è un potente dramma umano che esplora i temi dell’oppressione politica, della libertà personale e della speranza. Il film offre una critica del regime comunista della Germania Est, ma allo stesso tempo mostra anche la complessità dei personaggi coinvolti e le loro lotta per preservare la loro integrità e la loro umanità in un mondo ostile.
Gran Torino (2008)
Gran Torino è un film drammatico del 2008 diretto da Clint Eastwood, che ha anche recitato la parte del protagonista, Walt Kowalski.
La trama ruota attorno alla vita di Walt Kowalski, un veterano della guerra di Corea ormai anziano, che vive in un quartiere popolare di Detroit. Walt è un uomo burbero e razzista, che non ha mai fatto amicizia con i suoi vicini immigrati, in particolare con una famiglia di origine Hmong, un gruppo etnico del sud-est asiatico.
Dopo la morte della moglie, Walt si ritrova solo e alienato dalla sua famiglia, che lo considera un vecchio razzista e incomprensibile. Ma quando la famiglia Hmong vicina di casa viene presa di mira da una gang di giovani del quartiere, Walt si trova costretto ad agire per proteggerli, utilizzando la sua esperienza e la sua abilità con le armi per difendere i suoi nuovi amici.
Gran Torino affronta molti temi delicati, come il razzismo, l’immigrazione e la violenza nelle aree urbane. Il film offre anche un’intensa riflessione sulla solitudine e sulla vecchiaia, e su come queste realtà possono spingere le persone a trovare nuovi significati nella vita e a riconciliarsi con il loro passato.
Gran Torino è stato acclamato dalla critica per la sua interpretazione, la regia e il suo coraggioso messaggio contro il razzismo. Il film è diventato uno dei maggiori successi di Clint Eastwood al botteghino, guadagnando oltre 270 milioni di dollari in tutto il mondo.
Precious (2009)
“Precious” è un film sulla violenza sulle donne del 2009 diretto da Lee Daniels e basato sul romanzo “Push” di Sapphire. Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel gennaio 2009 e ha ricevuto recensioni positive dalla critica, ottenendo numerosi premi e candidature ai premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista.
La trama segue la vita di Claireece “Precious” Jones, una giovane afroamericana di 16 anni che vive a Harlem negli anni ’80. Precious è stata abusata sessualmente da suo padre e ha due figli, uno dei quali è affetto da sindrome di Down, che le sono stati dati in adozione. La madre di Precious è violenta e la maltratta fisicamente ed emotivamente. Precious, che è analfabeta, viene iscritta a una scuola alternativa, dove incontra l’insegnante di letteratura, la signora Rain. Grazie al sostegno della signora Rain e di altri personaggi, tra cui la sua assistente sociale, Precious inizia a superare gli ostacoli della sua vita e a perseguire i suoi sogni.
Il film affronta temi difficili come l’abuso sessuale, la violenza domestica, la povertà, la discriminazione razziale e la disabilità, ma lo fa con sensibilità e rispetto per i personaggi. Il cast del film è composto da attori talentuosi, tra cui Gabourey Sidibe, Mo’Nique, Paula Patton e Mariah Carey, che hanno ricevuto elogi per le loro interpretazioni. La performance di Mo’Nique, che interpreta la madre di Precious, le è valsa il premio Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista. E’ un film toccante e potente che affronta temi difficili e che riesce a farlo con delicatezza e umanità.
Queen of The Lot (2010)
Un braccialetto elettronico alla caviglia e gli arresti domiciliari non bastano a fermare l’aspirante attrice Maggie Chase (Tanna Frederick) nel rperseguire i suoi obiettivi: diventare famosa nel mondo del cinema e trovare una relazione sentimentale. Maggie vuole arrivare a diventare protagonista di film di altissima qualità e abbandonare il mondo dei B movie.
Il regista Henry Jaglom sembra aver vissuto in prima persona le frustrazione e le assurdità dell’industria cinematografica mainstream di Los Angeles e di come essa vampirizzi l’anima delle persone che sono dentro di essa. Un’altra delle qualità di Jaglom come sceneggiatore e regista è la sua capacità di saper raccontare una vicenda drammatica e allo stesso tempo amare i suoi personaggi senza sentimentalismi. Queen of the Lot è uno film indipendente con uno stile ben riconoscibile di un autore fuori dagli schemi e dalle banalità dei film commerciali. Tanna Frederick è di nuovo un’attrice appassionata e talentuosa al servizio di Jaglom.
Tournée, il vero burlesque (2010)
Joachim Zand, un produttore televisivo in crisi, torna in Francia dopo un lungo periodo trascorso negli Stati Uniti. Joachim aveva tagliato tutti i rapporti in Francia: amici, nemici, figli. Arriva con un gruppo di spogliarelliste californiane, in carne e chiassose, che fanno spettacoli burlesque e che vuole far esibire a Parigi.
Il dramma esistenziale di un uomo che ha voluto tagliare tutti i collegamenti con il suo passato e deve confrontarsi con il vuoto e l’alienazione. Un percorso interiore comune a molte persone che decidono di allontanarsi dal loro luogo di origine per cercare una nuova vita e allontanare la sofferenza. Un film drammatico da non perdere che tratta un tema fondamentale della vita: la voglia di fuggire, reinventarsi, e il confronto con i conti lasciati in sospeso.
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Il monaco (2011)
Nella Spagna del XVII secolo un bambino viene abbandonato davanti al portone di un monastero. Da adulto diventerà il padre cappuccino Ambrosio. Cresciuto con i frati, Ambrosio è un esempio per gli altri. Egli però si trova improvvisamente ad affrontare le tentazioni a causa di un uomo che arriva nel convento.
Film drammatico da non perdere, oscuro e dalle sfumature horror, con atmosfere mefistofeliche. Le ambientazioni in un convento ricordano vagamente Il nome della rosa. L’interpretazione di Vincent Cassel e superba. Il film affronta il tema della tentazione e del fanatismo religioso che a volte è più demoniaco dei peccati materiali. Uno di quei film drammatici dove il dramma si colora di tragedia.
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La quinta stagione (2012)
In un piccolo paese delle Ardenne vive una comunità che sta per festeggiare la fine dell’inverno con il tradizionale falò. L’allegria della festa svanisce quando avviene un fatto strano, interpretato dai paesani come un cattivo presagio: il fuoco del rogo non si accende.
Film drammatico da non perdere dal valore metaforico che ci parla della condizione dell’umanità. Una storia di ispirazione per riflettere su un momento in cui uomo e natura sembrano non essere più in sintonia. A causa dei comportamenti e dell’egoismo dell’uomo, naturalmente.
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Captive (2012)
È il 27 maggio 2001. Il gruppo di separatisti islamici di Abu Sayyaf, fanatici assassini e ladri che si credono dei rivoluzionari che combattono per una nobile causa, prende in ostaggio dodici persone da un resort sull’isola di Dos Palmas, a sud delle Filippine. Ma c’è stato un errore: essi però non sono le persone giuste che volevano catturare.
Tratto da una terribile storia vera, Captive è un film girato con la partecipazione di attori non professionisti. Un film drammatico da non perdere, del regista filippino Brillante Mendoza, con sfumature thriller e azione. Girato nella natura selvaggia e aspra dell’ isola di Palawan.
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Il sospetto (2012)
È un film drammatico del 2012 diretto da Thomas Vinterberg e scritto da Tobias Lindholm. La trama segue Lucas (interpretato da Mads Mikkelsen), un uomo che vive in una piccola comunità in Danimarca e che viene accusato ingiustamente di abuso sessuale su un’adolescente.
La storia si sviluppa intorno al modo in cui la comunità reagisce alla notizia dell’accusa, che diventa un vero e proprio linciaggio pubblico contro Lucas. Il film esplora la psicologia di gruppo, la caccia alle streghe e la violenza psicologica e fisica che può essere inflitta a un individuo innocente da parte della società.
Mads Mikkelsen offre una performance intensa ed emotivamente carica nel ruolo di Lucas, il cui personaggio cerca disperatamente di dimostrare la sua innocenza, ma viene continuamente respinto dalla comunità che lo circonda. La tensione del film è elevata dall’inizio alla fine, e la sua tematica universale e attuale fa riflettere sulla pericolosità del giudizio sommario e sulla vulnerabilità dell’individuo all’interno della società.
Il film è stato un successo di critica e pubblico, vincendo il premio per la Migliore Interpretazione Maschile al Festival di Cannes 2012 e ricevendo una nomination all’Oscar come Miglior Film Straniero. Il film è stato apprezzato per la sua regia attenta, la sceneggiatura ben strutturata e le performance degli attori, e rimane un importante contributo al dibattito sulle conseguenze del linciaggio mediatico e della giustizia sommaria.
Locke (2013)
Il film Locke è un dramma psicologico britannico del 2013 diretto da Steven Knight e interpretato da Tom Hardy. La trama del film si svolge interamente all’interno di un’autostrada, dove il personaggio di Hardy, Ivan Locke, guida da Birmingham a Londra, affrontando una serie di telefonate che cambieranno la sua vita per sempre.
La storia si svolge in tempo reale e segue Locke mentre cerca di risolvere una serie di problemi, tra cui una crisi familiare e professionale, mentre si dirige a Londra per assistere alla nascita del suo bambino con una donna con cui ha avuto una relazione occasionale. Durante il viaggio, Locke parla al telefono con diversi personaggi, tra cui la sua famiglia, il suo capo, il suo assistente e la donna incinta, cercando di risolvere i problemi in modo etico e responsabile.
La performance di Tom Hardy nel ruolo di Ivan Locke è notevole, poiché è l’unico attore presente sullo schermo e trasmette le sue emozioni principalmente attraverso la sua voce, poiché non possiamo vedere il suo volto. La regia di Steven Knight si concentra sull’intensità emotiva del personaggio e sulla sua lotta interiore, piuttosto che su azione o effetti speciali.
Il film Locke è stato acclamato dalla critica per la sua originalità e per la performance di Tom Hardy. È stato descritto come un’opera d’arte minimalista, che si concentra sulla forza della narrazione e sulle sfumature emotive, piuttosto che sulla spettacolarità visiva. In sintesi, Locke è un film che esplora i temi della responsabilità, della moralità e della lealtà, presentando un personaggio che lotta per trovare una soluzione giusta ai suoi problemi personali e professionali.
Birdman (2014)
Birdman è un film drammatico del 2014 diretto da Alejandro González Iñárritu e con protagonisti Michael Keaton, Zach Galifianakis, Edward Norton e Emma Stone.
La trama segue Riggan Thomson (interpretato da Michael Keaton), un attore che in passato ha interpretato il celebre supereroe Birdman, e che ora cerca di rilanciare la propria carriera teatrale scrivendo, dirigendo e recitando in un’opera a Broadway. Nel corso della rappresentazione, Riggan deve confrontarsi con una serie di sfide, tra cui le difficoltà nella gestione dei rapporti con il suo entourage, la sua ex moglie e la figlia appena uscita dalla riabilitazione.
Ciò che rende Birdman un film unico è il suo stile di ripresa innovativo. Gran parte del film è stato girato come se fosse un’unica ripresa continua, creando una sensazione di immersione nella vita teatrale di Riggan. Inoltre, il film esplora temi come l’identità, la fama, la creatività e la follia, utilizzando spesso l’umorismo e l’ironia per commentare sulle industrie del cinema e del teatro.
Il film è stato un grande successo di critica e ha ricevuto numerosi premi, tra cui quattro premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia, Miglior Sceneggiatura Originale e Miglior Fotografia. Inoltre, le prestazioni degli attori sono state ampiamente elogiate, in particolare quella di Michael Keaton che ha ricevuto una nomination come Miglior Attore Protagonista ai premi Oscar.
Mommy (2014)
“Mommy” è un film drammatico del 2014 scritto e diretto dal regista canadese Xavier Dolan. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes 2014, dove ha vinto il premio della giuria.
Il film racconta la storia di una madre vedova, Diane “Die” Després (interpretata da Anne Dorval), che cerca di fare fronte all’educazione del suo figlio quindicenne, Steve (interpretato da Antoine Olivier Pilon), che soffre di disturbo da deficit di attenzione e iperattività. La relazione tra madre e figlio è complicata e spesso conflittuale, ma Die fa del suo meglio per tenere a bada il comportamento problematico di Steve.
La trama del film è raccontata attraverso una particolare tecnica di ripresa, che utilizza un rapporto d’aspetto 1:1 (ovvero quadrato) e una fotografia molto accesa, che enfatizza la drammaticità delle scene.
“Mommy” è stato apprezzato dalla critica per la sua sensibilità, la sua intensità emotiva e la bravura delle interpretazioni degli attori principali. Il film è stato anche considerato una riflessione sulla difficoltà dell’essere genitori, sull’amore incondizionato e sulla complessità delle relazioni familiari.
“Mommy” è un film potente e coinvolgente, che riesce a trasmettere al pubblico una forte empatia nei confronti dei personaggi e delle loro vicende.
Mio figlio (2017)
Julien è sempre in viaggio per lavoro. Le sue continue assenze da casa e l’incapacità di occuparsi di suo figlio Mathys hanno distrutto il suo matrimonio con Marie. Mentre si trova in Francia riceve un’inquietante chiamata dalla sua ex moglie: il loro bambino, che ora ha sette anni, è scomparso mentre faceva un campeggio sulle Alpi. Julien raggiunge subito il luogo della scomparsa e inizia con grande tenacia e determinazione a cercare suo figlio, indagando personalmente.
Partendo da uno spunto narrativo ben consolidato nel genere thriller, Mio figlio del regista francese Christian Carion è un film da non perdere soprattutto per lo stile con cui è stato girato. Concepito fin dall’inizio come un film da realizzare quasi in tempo reale, nell’arco di 6 giorni di riprese, il regista utilizza con il suo attore protagonista Guillaume Canet un metodo di improvvisazione radicale.
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Charlie Says (2018)
Karlene Faith è una assistente sociale che lavora nel carcere femminile dove sono rinchiuse Leslie Van Houten, detta Lulu, Patricia Krenwinkel detta Katie e Susan Atkins detta Sadie. Sono tre “Manson’s Girls”, le ragazze della setta di Charles Manson, colpevoli di aver partecipato a crimini efferati, condannate alla pena di morte per l’assassinio di nove persone, compresa l’attrice Sharon Tate.
La sceneggiatrice Guinevere Turner scrive una storia molto sentita, partendo da un’esperienza personale della sua adolescenza in cui lei e la sua famiglia si trovarono a partecipare ad un culto nella comunità di Mel Lyman, i cui adepti aspiravano ad andare a vivere sul pianeta Venere. La regista Mary Harron non descrive Charles Manson come la personificazione del male, un personaggio enigmatico e maledetto. Lo descrive invece come un mediocre, uno sbandato razzista, un frustrato che non è riuscito a realizzare i suoi sogni e vive ai margini della società. Charlie Manson è in effetti un uomo dalla forte personalità in gradi di plagiare la volontà altrui con dei falsi ideali, un falso misticismo che è il frutto della sua follia.
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First Man (2018)
“First Man” è un film biografico del 2018 diretto da Damien Chazelle e scritto da Josh Singer, che racconta la storia dell’astronauta americano Neil Armstrong e della sua missione storica per diventare il primo uomo a camminare sulla Luna.
Il film è basato sulla biografia “First Man: The Life of Neil A. Armstrong” di James R. Hansen ed è interpretato da Ryan Gosling nel ruolo di Neil Armstrong, con un cast che include Claire Foy, Jason Clarke, Kyle Chandler, Corey Stoll e molti altri.
Il film segue la vita di Neil Armstrong dall’inizio degli anni ’60, quando era un pilota collaudatore per la NASA, fino al momento storico della missione Apollo 11 nel 1969. Il film è stato lodato per la sua fedeltà storica e per le prestazioni degli attori, in particolare quella di Gosling, che ha ricevuto elogi per la sua interpretazione di Armstrong.
Il film è stato anche elogiato per la sua regia, la fotografia mozzafiato e la colonna sonora di Justin Hurwitz, che ha vinto il premio Oscar per la migliore colonna sonora originale. “First Man” è stato nominato per quattro premi Oscar, tra cui il miglior attore per Ryan Gosling, ma non ha vinto in nessuna categoria.
“First Man” è un film coinvolgente e ben fatto che offre un’immersione coinvolgente nella vita dell’astronauta Neil Armstrong e nella sua missione storica per diventare il primo uomo sulla Luna.
Casa occupata (2020)
Una grande stanza, un pianista solitario, una misteriosa presenza e il mondo fuori, entro strade solitarie, attorno a una piscina, lungo un fiume, sempre lei, ancora lei. Vacui ricordi di una storia d’amore. Un assiduo gioco di specchi attende l’uomo, quando a bussare alla sua porta sarà una strana donna fin troppo somigliante all’anima che dimora nella sua casa.
Un’opera poetica dalla struttura linearmente intellegibile che si rifà all’immaginario dei film gotico-romantici, della vita oltre la morte e dell’amore oltre ogni concreto ostacolo al vivere, con al centro il suo indissolubile mistero e la caducità dell’amore terreno.
Nika (2020)
Il film “Nika” segue la storia di una giovane donna di Los Angeles che ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Nonostante abbia intrapreso una carriera come modella, Nika sente un vuoto nell’esistenza e il peso del tempo che passa. Nonostante abbia studiato in diversi campi artistici, non ha raggiunto il successo che sperava e la sua amica, diventata una popolare star, non sembra felice. Nika, in preda alla disperazione finanziaria, affronta una scelta di vita che potrebbe riscattarla o rovinarla: diventare una escort.
Il film rappresenta un mondo di fragilità e personaggi che cercano un senso in una società che sembra ostile. La regista Leilani Amour Arenzana, attraverso accensioni surrealiste ed oniriche, racconta la storia di personaggi prigionieri in una trappola “occidentale”, dove i vizi, le fragilità psicologiche e il materialismo prendono il sopravvento. Nika è un film che mescola dramma e romanticismo, raccontando un periodo di trasformazione e redenzione per la protagonista.
The Whale (2022)
“The Whale” è un film drammatico psicologico americano del 2022, diretto da Darren Aronofsky e scritto da Samuel D. Hunter, basato sulla sua omonima opera teatrale del 2012. Il film è interpretato da Brendan Fraser, che interpreta Charlie, un uomo obeso che sta morendo di malattia e che cerca di riconciliarsi con la figlia adolescente.
Il film è stato presentato in anteprima al Telluride Film Festival nel settembre 2022 e ha ricevuto recensioni generalmente positive dalla critica. In particolare, la performance di Fraser è stata elogiata come una delle migliori della sua carriera.
La trama di “The Whale” ruota attorno a Charlie, un uomo obeso che sta morendo di malattia e che vive solo in una vecchia casa nel nord-ovest del Pacifico. Ha una relazione difficile con la sua famiglia e in particolare con la figlia adolescente, che lo disprezza per il suo stile di vita e per le scelte che ha fatto nel passato.
Nonostante le sue difficoltà, Charlie cerca di ricostruire la sua vita e di riconciliarsi con la figlia. Nel corso della storia, il film esplora la relazione tra padre e figlia, il senso di colpa e la redenzione, e l’impatto che le scelte del passato possono avere sul presente.
Il film è un intenso e commovente ritratto di un uomo in lotta con se stesso e con le sue scelte di vita, e del suo tentativo di trovare una forma di redenzione e di riconciliazione con la sua famiglia.