Tra i film imperdibili della storia del cinema i film iraniani hanno un ruolo importante. Mentre l’occidente vive una fase di declino artistico che sembra inesorabile in confronto al fermento degli anni 60 e 70, alcuni paesi orientali e medio orientali sembrano sempre più orientati a creare film d’essai e interessanti sperimentazioni artistiche. E’ il caso del cinema iraniano.
La causa probabilmente è da cercare nelle condizioni di vita difficili, spesso ai limiti della sopravvivenza. Più un paese sembra avere un rapporto difficile con il benessere materiale più sembra produrre un cinema estremo, nuovo, necessario, di sopravvivenza spirituale.
Il cinema iraniano è considerato tra i più importanti cinema d’essai del mondo, e ha raggiunto la sua massima notorietà durante gli anni 90. La programmazione delle sale cinematografiche è dominata dai film commerciali iraniani come i film western. La produzione di film d’autore è molto vivace, specialmente nel settore indipendente dove vengono realizzati film destinati ad un circuito home video. Alcuni film vengono proiettati in festival internazionali e vengono programmati nei cinema iraniani, diventando più popolari.
Film iraniani commerciali
Il cinema iraniano commerciale è sconosciuto in Occidente e non viene esportato. Si rivolge ad un pubblico di età giovane sotto i 30 anni, ed è un cinema studiato appositamente per il pubblico locale. Si differenzia in due categorie diverse. Film che parlano della rivoluzione iraniana del 1979 e sulla guerra Iran-Iraq. Sono film pieni di patriottismo e dogmi religiosi.
I film iraniani di maggior successo sono prevalentemente commedie romantiche commerciali. Dopo la guerra la gente ha sempre cercato nel cinema un’evasione e delle storie sentimentali per sognare ad occhi aperti. Questo genere di film, dagli anni 80 in poi, incassa più di tutti gli altri.
Per un lungo periodo il volto più amato del cinema commerciale iraniano è stato l’attore Mohammad Ali Fardin. Era considerato però un personaggio scandaloso dai conservatori islamici dopo la rivoluzione del 1979: era interprete di personaggi sempre in cerca di forti emozioni, alcol, droga, donne, locali notturni.
Un personaggio studiato appositamente per avere successo che faceva sognare il pubblico dei cinema iraniani con uno stile di vita occidentale dissoluto e peccaminoso. Il governo islamico ha bloccato i suoi film e gli ha impedito di lavorare, ma la popolarità dell’attore è rimasta intatta fino alla morte.
Al suo funerale era presente una vera e propria folla popolare. Mohammad Ali Fardin ha rappresentato per il pubblico cinematografico iraniano quello stile di vita che è impossibile ottenere in Iran, a cui tutt’ora la popolazione anela. Quando c’è povertà e conflitto è normale desiderare un maggiore benessere materiale, anche se il modello proposto dall’occidente sembra essere un modello di autodistruzione. Ma in questo momento non esistono altri modelli.
Ufficialmente il governo iraniano disdegna il cinema americano ma non impedisce di distribuirlo in Iran. La critica del governo e della religione islamica è che il cinema americano non è un cinema portatore di valori, ma un prodotto commerciale fine a se stesso, senza etica e morale. Nonostante ciò la maggior parte dei film che circolano nei cinema e nei negozi homevideo iraniani sono film statunitensi che riscuotono enorme successo.
Film americani come quelli di Steven Spielberg, di Brian De Palma, di Mel Gibson, la saga di 007, compongono la maggior parte della quota di mercato cinematografico in Iran, ed hanno un enorme successo, soprattutto tra i giovani. Anche la televisione li trasmette regolarmente per sfruttare la loro audience.
New Wave del cinema iraniano
la New Wave iraniana è stato il movimento artistico più importante del cinema iraniano, a partire dall’inizio degli anni sessanta. Come film capostipite del movimento viene indicato il documentario House Is Black di Forough Farrokhzad.
Forough Farrokhzad è stata un’importante poetessa iraniana che ha vissuto la sua gioventù in conflitto con il regime iraniano per le sue idee a favore dei diritti della donne. Le sue poesie trattavano principalmente il sentimento della libertà negata e l’esigenza di sottrarsi ai rigidi valori tradizionali.
All’inizio degli anni 60, dopo aver studiato il cinema in Europa, la poetessa ha la possibilità di girare un documentario su una casa di ricovero per lebbrosi commissionato dal governo iraniano. Ne viene fuori uno straordinario film poetico, The house is black che dà lo spunto a molti registi e poeti di creare film d’essai nuovi.
Nel 1968 esce il film Shohare Ahoo Khanoom diretto da Davoud Mollapour. Nel 1969 esce nei cinema The Cow, diretto da Dario Mehrjui seguito dal film di Masoud Kimiai intitolato Qeysar.
Poi è il momento di Nasser Taqvai con il film Tranquillità in presenza di altri. La New Wave diventa una tendenza culturale e artistica, a cui si interessano intellettuali famosi.
La New Wave cinematografica degli anni 60 coinvolge anche l’Iran, spargendosi dalla Francia in vari paesi del mondo. I primi registi della New Wave iraniana sono Forough Farrokhzad , Sohrab Shahid Saless ,Bahram Beizai e Parviz Kimiai.
Gli Anni Sessanta sono un periodo in cui il pubblico e i registi di tutto il mondo mettono in discussione i contenuti che gli vengono proposti dell’industria. C’è un’aria di rinnovamento che si trasmette, appunto, come una nuova onda.
I registi più importanti che si sono affermati nella New Wave iraniana nel corso degli anni sono Abbas Kiarostami, Jafar Panahi, Majid Majidi, Bahram Beizai, Dario Mehrjui, Mohsen Makhmalbaf, Khosrow Sinai, Sohrab Shahid-Saless, Parviz Kimiavi, Samira Makhmalbaf, Amir Naderi, e Abolfazl Jalili. Hanno trattato la politica, la filosofia e la cultura iraniana come non era mai avvenuto prima.
Il clima artistico in Iran era cambiato a partire dal colpo di stato del 19 agosto 1953. Era iniziato un grande fermento, soprattutto grazie al periodo d’oro della letteratura persiana. Questo fermento è culminato negli anni sessanta con la creazione di diversi movimenti artistici e della New Wave iraniana. Un tipo di film che potremmo definire postmoderni.
I film iraniani della New Wave hanno uno stile fortemente ispirato al Neorealismo italiano, Ma si differenziano per alcune caratteristiche. I film neorealisti raccontano la realtà ma con attori e finzione. Il cinema iraniano si identifica con le modalità di produzione del miglior cinema indipendente, dove non c’è un netto confine tra documentario e finzione, tra realtà e messa in scena.
Il cinema iraniano della New Wave arriva ad influenzare i film europei come ad esempio alcune produzioni di Michael Winterbottom. Un esempio di questo tipo di cinema nella produzione indipendente italiana più recente è ad esempio La donna dello smartphone di Fabio del Greco, Appennino di Emiliano Dante, e molti altri film indie italiani che fanno della realtà il loro punto di forza.
I critici cinematografici iraniani colgono nel film moderno iraniano la possibilità di liberarsi dalla rappresentazione univoca dell’uomo islamico. Si tratta finalmente di raccontare l’individuo nel flusso della storia e non all’interno di rappresentazioni religiose.
la terza generazione di registi-autori iraniani è formata da nomi come Rafi Pitts, Bahman Ghobadi, Maziar Miri, Asghar Farhadi, Mani Haghighi e Babak Payami, Saman Salur e Abdolreza Kahani.
Film iraniani al femminile
Dopo l’ascesa della popolarità del Cinema d’essai iraniano nelle scuole di cinema del paese si diplomano ogni anno molte donne. Il cinema femminile iraniano vive una stagione d’oro, con registi come Samira Makhmalbaf, che ha realizzato il suo primo film, The Apple, quando aveva solo 17 anni. Ha vinto poi il Premio della giuria a Cannes nel 2000 per il suo film successivo, The Blackboard.
Le registe donne iraniane più importanti, conosciute dentro e fuori dall’Iraq, sono Rakhshan Bani-Etemad, Samira Makhmalbaf, Tahmineh Milani, Niki Karimi.
Marjane Satrapi, regista di animazione e illustratrice, vincitrice di premi al festival di Cannes ed al festival di Rotterdam. Tahmineh Milani, vincitrice di importanti premi nei Festival arabi e orientali e vincitrice del Los Angeles Film Festival per The Unwanted Woman, film del 2005.
Rakhshan Bani-Etemad ha iniziato la sua carriera nel 1995 con il suo film The Blue-Veiled al Locarno Film Festival. Da quel momento i suoi film successivi sono stati selezionati nei più importanti festival internazionali, come il Festival di Mosca e il festival del cinema di Torino. Il suo film Tales è stato selezionato alla mostra del cinema di Venezia nel 2014.
Altre donne registe pluripremiate del cinema iraniano sono: Manijeh Hekmat ed i film Zendane Zanan, Pouran Derakhshandeh. Niki Karimi, Marzieh Meshkini, Hana Makhmalbaf.
Film di guerra iraniani
Il cinema di guerra iraniano è nato durante il conflitto Iran-Iraq. Sono stati realizzati alcuni film particolarmente ispirati e poetici come In the Alleys of Love (1990), di Khosrow Sinai. Il film è stato prodotto dal governo iraniano ma ha avuto diverse difficoltà nella realizzazione.
Il cinema di guerra iraniano ha sempre avuto l’obiettivo di diffondere messaggi propagandistici, dove la guerra è vista in maniera positiva, come una missione per il miglioramento della società. Ma film come Tears of Cold e Duel hanno superato questa visione omologata imposta dal governo. Molti registi di film di guerra del cinema italiano hanno avuto un notevole successo.
Cinema iraniano di animazione
Gli artisti iraniani hanno un’antichissima tradizione nella realizzazione delle animazioni. A Teheran si svolge un importante festival del cinema di animazione. I principali registi al cinema di animazione iraniano sono: Noureddin Zarrin-Kelk, Bahram Azimi, Ali Akbar Sadeghi.
Influenza francese sulla New Wave iraniana
ll cinema iraniano della New Wave ha avuto un forte collegamento con la Nouvelle Vague francese. Molti studenti iraniani degli anni 50 e 60 emigravano in Francia per studiare e l’ambasciatore iraniano delle Nazioni Unite Fereydoun Hoveyda aveva un ruolo importante nella scena della cultura francese. In particolare era molto conosciuto nel mondo del cinema ed era amico di Francois Truffaut. Contribuì a creare la famosa rivista Le Cahier du cinema e lavorò anche con il regista italiano Roberto Rossellini ci fu un ponte quindi tra la cultura del Cinema del Francese e la cultura del cinema iraniano.
La fidanzata di Jacques Prévert Shusha Guppy, era una cantante e regista iraniana. Il compositore dei primi film di Francois truffaut e Jean Luc Godard era Serge Rezvani, poeta iraniano nato a Teheran. Farah Diba Ha studiò all’accademia delle Belle Arti in Francia ed è diventato membro permanente di essa. Altri artisti iraniani hanno iniziato la loro carriera artistica in Francia, come Robert Hossein.
La censura nel cinema iraniano
Il cinema iraniano ha sempre goduto dell’attività di innumerevoli artisti di grande valore, ma essi si sono dovuti regolarmente confrontare con le rigide regole della censura, prima e dopo la rivoluzione. Alcuni registi iraniani hanno avuto difficoltà a distribuire i loro film all’estero. Il film pioniere della New Wave iraniana The Cow, del 1969, di Dariush Mehrjui, è stato prodotto dallo Stato. Ma lo stesso stato lo ha censurato al momento della distribuzione perché lo Scià non voleva che si diffondesse quella visione della vita rurale in un momento in cui la priorità era l’immagine progressista dell’Iran. Il film e i suoi premi nei festival ha infastidito a lungo il regime.
Dopo la rivoluzione iraniana molti registi sono stati vittima della censura, che si è andata attenuando dopo il 1987. L’applicazione delle regole è spesso arbitraria: alcuni film vengono bloccati, altri hanno il permesso di essere esportati all’estero. I criteri di valutazione sono piuttosto incoerenti. tutti i film di Jafar Panahi sono stati bloccati dalla censura. Molti dei film di Mohsen Makhmalbaf sono vietati in Iran, come ad esempio Time of Love, a causa di scene erotiche e per punti di vista critici sulla rivoluzione. La regista femminista Tahmineh Milani è stata messa in carcere per aver realizzato il film La metà nascosta perché il suo contenuto è stato ritenuto antirivoluzionario. Molti artisti e registi iraniani hanno chiesto la sua scarcerazione che è avvenuta dopo 8 giorni di reclusione.
In Nargess , Rakhshan Bani-Etemad, un’altra regista donna iraniana, mette in discussione la morale della società, spingendosi ai limiti dei codici della censura. Abbas Kiarostami è un regista famoso in Europa ma il governo islamico ha sempre bloccato la proiezione di suoi film. In Iran i suoi lavori sono reperibili solo tramite DVD illegali e proiezioni clandestine.
Kiarostami non ha le idee ben chiare su cosa non piace al governo dei suoi film e dice: “Penso che non capiscono i miei film e quindi mi impediscono di distribuirli nel caso in cui ci sia un messaggio che non vogliono far uscire”. Nonostante Kiarostami è sempre voluto rimanere in Iran per creare i suoi nuovi film. Dice: “Oggi la cosa più importante è che nonostante ci sia la censura i registi iraniani possono fare il loro lavoro e superare le difficoltà. Le difficoltà sono sempre esistite nel nostro paese e il nostro ruolo è superarle.
I film iraniani da vedere
House Is Black (1962)
“House Is Black” è un cortometraggio documentario iraniano diretto da Forugh Farrokhzad nel 1962. Questo film è noto per essere uno dei lavori più influenti della regista e poetessa iraniana, nonché uno dei documentari più importanti nella storia del cinema iraniano.
Il film è un ritratto toccante e poetico della vita in un lebbrosario nel nord dell’Iran. Attraverso immagini suggestive e una voce narrante poetica, Farrokhzad esplora la realtà cruda e spesso dimenticata dei lebbrosi e delle loro vite. Il film cattura la loro umanità, la loro sofferenza e la loro resilienza, offrendo uno sguardo empatico sulla condizione umana.
Una delle caratteristiche più notevoli di “House Is Black” è l’uso della poesia. Forugh Farrokhzad era una poetessa rinomata, e nel film, la sua voce narrante declama poesie che offrono un contesto emotivo e intellettuale alla narrazione visiva. Queste poesie aggiungono una profondità e una dimensione artistica al film, contribuendo a trasmettere l’essenza dell’esperienza umana nelle circostanze difficili dei lebbrosari.
Il film è stato ben accolto dalla critica e ha guadagnato riconoscimenti in diversi festival cinematografici internazionali. È spesso considerato un capolavoro del cinema documentario e un importante contributo alla cultura cinematografica iraniana. La poetica e l’umanità di “House Is Black” hanno influenzato generazioni successive di cineasti e continuano a essere studiate e celebrate nel panorama cinematografico mondiale.
The Cow (1969)
“The Cow” (in persiano: گاو, Gāv) è un film iraniano diretto da Dariush Mehrjui nel 1969 ed è uno dei film più iconici e influenti della storia del cinema iraniano. Il film è basato su una novella di Gholam-Hossein Sa’edi e rappresenta un punto di svolta nel cinema persiano.
La trama di “The Cow” ruota attorno a un povero contadino di nome Hassan, che vive in un piccolo villaggio iraniano e ha una profonda affinità con la sua unica mucca, anche chiamata Hassan. La mucca è l’unica fonte di sostentamento per Hassan, e la sua vita è incentrata su di lei. Tuttavia, quando la mucca muore improvvisamente, Hassan si trova in uno stato di profonda disperazione. Gli abitanti del villaggio, preoccupati per la sua salute mentale, cercano di convincerlo che la mucca è viva e sta bene, ma questa illusione lo porta a un oscuro cammino di follia.
Il film è noto per la sua rappresentazione intensa e metaforica della perdita e della follia, e il personaggio di Hassan è interpretato in modo straordinario dall’attore Ezzatolah Entezami. La storia riflette anche temi più ampi, come la povertà, la tradizione e la superstizione che erano comuni in molte comunità rurali iraniane all’epoca.
“The Cow” è stato uno dei primi film iraniani ad attrarre l’attenzione a livello internazionale e ha contribuito a stabilire la reputazione del cinema iraniano come una forma d’arte di grande valore. Il film ha vinto diversi premi in festival cinematografici internazionali ed è stato acclamato dalla critica per la sua profonda riflessione sulla condizione umana e la società. È un classico del cinema mondiale e un importante punto di riferimento nella storia del cinema iraniano.
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Mrs. Ahu’s Husband (1968)
“Shohare Ahoo Khanoom” è un film iraniano del 1990 diretto da Davoud Mollapour. Questo film è noto per essere una commedia romantica e ha ottenuto una certa popolarità tra il pubblico iraniano.
La trama di “Shohare Ahoo Khanoom” ruota attorno alle vicende amorose e alle dinamiche familiari di Ahoo Khanoom, interpretata da Shahla Riahi, e suo marito. Il film esplora i conflitti e gli alti e bassi delle loro relazioni, con un tocco di umorismo e romanticismo.
Mentre “Shohare Ahoo Khanoom” potrebbe non essere uno dei film iraniani più noti a livello internazionale, è apprezzato all’interno dell’Iran per il suo intrattenimento leggero e la sua rappresentazione delle dinamiche familiari e coniugali. Davoud Mollapour è un regista iraniano noto per le sue commedie e questo film è un esempio del suo lavoro in questo genere.
Qeysar (1969)
“Qeysar” è un film iraniano diretto da Masoud Kimiai ed è considerato uno dei capolavori del cinema iraniano. Il film è stato rilasciato nel 1969 ed è noto per il suo impatto significativo sulla cinematografia iraniana e per la sua rappresentazione audace della società e della morale.
La trama di “Qeysar” ruota attorno al personaggio principale, Qeysar, interpretato da Behrouz Vossoughi, un uomo che cerca vendetta per la morte di sua sorella a causa di una questione d’onore. Il film esplora temi di giustizia, vendetta, tradizione e moralità in una società tradizionale iraniana.
“Qeysar” è noto per il suo stile visivo distintivo e la sua narrazione complessa. È stato un grande successo in Iran e ha contribuito a definire il genere del cinema d’azione e drammatico nel paese. Masoud Kimiai è un regista di fama nel cinema iraniano, e “Qeysar” è uno dei suoi film più celebri e influenti.
Bita (1972)
Bita è un film drammatico iraniano del 1972 diretto da Hajir Darioush e interpretato da Googoosh. Il film racconta la storia di una giovane donna di nome Bita che lotta per venire a patti con le barriere sociali che deve affrontare.
Il film è ambientato a Teheran all’inizio degli anni ’70. Bita è una giovane donna di una famiglia povera. È intelligente e indipendente, ma deve anche affrontare le aspettative tradizionali della società. Si aspetta che si sposi con un uomo scelto dalla sua famiglia e non le è permesso perseguire i suoi sogni.
Bita si innamora di un giovane di nome Korush, ma la loro relazione è proibita. Korush è di una famiglia ricca e i suoi genitori non approverebbero mai che sposasse una ragazza come Bita.
Il film segue Bita mentre lotta per trovare il suo posto nel mondo. È divisa tra i suoi sogni e le aspettative della società. Alla fine, trova la forza di seguire il suo cuore, anche se significa andare contro i desideri della sua famiglia.
Bita è un film potente e commovente che esplora i temi dell’amore, della libertà e della autodeterminazione. È un must per chiunque sia interessato al cinema iraniano o al movimento per i diritti delle donne.
Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:
- Il film è stato un successo di critica e commerciale, ed è stato premiato con il Simorgh di cristallo per il miglior film al Festival del cinema di Fajr nel 1972.
- È considerato uno dei film più importanti del nuovo cinema iraniano.
- Il film è stato girato in bianco e nero.
- La colonna sonora del film è stata composta da Loris Tjeknavorian.
Bita è un film importante nella storia del cinema iraniano. Ha contribuito a far conoscere il cinema iraniano al mondo e ha ispirato generazioni di registi e cineasti.
Tranquillità in presenza di altri (1972)
Il film “Tranquillità in presenza di altri” (in persiano: آرامش در حضور دیگران) è un lavoro del regista iraniano Nasser Taqvai, rilasciato nel 1972. Questo film è noto per la sua sensibilità e la sua rappresentazione poetica della vita nelle regioni rurali dell’Iran.
La trama di “Tranquillità in presenza di altri” si concentra su un giovane pastore nomade e le sue esperienze mentre guida il suo gregge attraverso il deserto iraniano. Il film cattura la bellezza della natura e delle tradizioni delle comunità rurali, esplorando la connessione tra l’uomo e l’ambiente.
Nasser Taqvai è noto per la sua abilità nel portare alla luce l’essenza della vita rurale iraniana attraverso il cinema, e “Tranquillità in presenza di altri” è un esempio eloquente di questa abilità. Il film è stato apprezzato sia a livello nazionale che internazionale per la sua narrazione visuale e lirica.
Eagles (1984)
The Eagles è un film iraniano del 1984 diretto da Samuel Khachikian. Il film è basato su una storia vera e racconta la storia di un pilota iraniano che viene abbattuto durante la guerra Iran-Iraq e che deve trovare un modo per tornare a casa.
Il film è ambientato in Iran e in Iraq e ha un cast stellare che include Saeed Rad, Jamshid Hashempour e Zari Boroomand.
Il tenente Reza Amini (Rad) è un pilota di caccia iraniano che viene abbattuto durante un’azione di combattimento sopra il territorio iracheno. Amini riesce a sopravvivere all’abbattimento, ma si ritrova sperduto e solo in territorio nemico.
The Eagles è un film epico che racconta la storia di un eroe iraniano che combatte per la sua patria. Il film è stato elogiato per la sua rappresentazione realistica della guerra e per la sua eroica storia.
Il film è anche importante perché è uno dei primi film di guerra iraniani a essere distribuito a livello internazionale. Il film ha contribuito a far conoscere il cinema iraniano al mondo e ha contribuito a stabilire la reputazione di Khachikian come uno dei registi più importanti del cinema iraniano.
Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:
- Il film è stato girato in Iran e in Iraq.
- Il film ha un budget di 10 milioni di dollari, che è stato un budget molto alto per un film iraniano all’epoca.
- Il film è stato un successo di critica e di pubblico, ed è stato elogiato per la sua rappresentazione realistica della guerra e per la sua eroica storia.
The Eagles è un film importante per il cinema iraniano e ha contribuito a far conoscere il cinema iraniano al mondo.
Boycott (1985)
Il film “Boycott” è un noto film iraniano diretto da Mohsen Makhmalbaf. È uscito nel 1985 ed è una pellicola di rilievo nella cinematografia iraniana.
La trama del film “Boycott” ruota attorno a un gruppo di studenti iraniani che decidono di boicottare gli esami per protestare contro le politiche oppressive del loro governo. Il film affronta temi di protesta, libertà di espressione e repressione politica, riflettendo le tensioni e le sfide politiche dell’epoca.
“Boycott” è noto per il suo approccio audace e coraggioso alle questioni politiche e sociali in Iran ed è considerato un importante contributo al cinema iraniano contemporaneo. Mohsen Makhmalbaf è un regista iraniano di fama internazionale noto per il suo impegno nel cinema sociale e politico, e “Boycott” è uno dei suoi lavori più riconosciuti.
Kani Manga (1988)
Kani Manga è un film di guerra iraniano diretto da Seifollah Dad e distribuito nel 1988. Racconta la storia di un pilota iracheno il cui aereo viene abbattuto durante la guerra Iran-Iraq e si paracaduta sulle montagne curde. Due gruppi sono sulle sue tracce: un gruppo di ranger iraniani che sono stati incaricati di catturarlo, e un gruppo curdo che vuole salvarlo dagli iraniani.
Il film è interpretato da Faramarz Gharibian, Ali Sabetfar, Abdolreza Akbari, Kazem Afrandnia e Reza Rooygari. È stato premiato con due Simorghi di cristallo al Festival del cinema di Fajr, per il miglior montaggio e gli effetti speciali migliori.
Kani Manga è un film ben fatto e pieno di suspense che offre una prospettiva unica sulla guerra Iran-Iraq. È un must per gli appassionati di cinema iraniano e film di guerra.
Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:
- Il film è stato girato sul posto nella regione del Kurdistan in Iran.
- Il titolo del film, Kani Manga, è il nome di una catena montuosa nella regione del Kurdistan.
- Il film è stato realizzato con un budget relativamente basso, ma è stato un successo di critica e commerciale.
- Il film è stato vietato in Iraq per molti anni.
Kani Manga è un film importante che offre una visione significativa della guerra Iran-Iraq. È un film che dovrebbe essere visto da tutti coloro che sono interessati alla storia e alla cultura iraniane.
In the Alleys of Love (1990)
“In the Alleys of Love” (in persiano: “در کوچههای عشق”) è un film iraniano del 1990 diretto da Khosrow Sinai. Questo film è noto per essere una delle opere significative del cinema iraniano e affronta temi di amore, tradizione e modernità.
La trama di “In the Alleys of Love” ruota attorno alla storia di una giovane donna, interpretata da Leila Hatami, che è innamorata di un uomo, ma la loro relazione è ostacolata dalle tradizioni culturali e dalle pressioni sociali. Il film esplora le sfide che devono affrontare per perseguire il loro amore.
Questo film è noto per il suo stile visivo e la sua narrazione sensibile. È considerato un classico del cinema iraniano e ha contribuito a consolidare la reputazione di Khosrow Sinai come regista di talento nell’Iran cinematografico.
The Apple (1998)
“The Apple” è un film iraniano del 1998 scritto e diretto da Samira Makhmalbaf. Questo film è noto per la sua narrazione toccante e basata su eventi reali.
La trama di “The Apple” è basata sulla storia di due gemelle disabili, Massoumeh e Zahra, cresciute in isolamento dalla loro famiglia per molti anni. Quando il governo iraniano scopre la loro situazione, interviene e riporta le gemelle nella società, ma con conseguenze inaspettate.
Il film affronta temi di disabilità, isolamento sociale, maternità e comprensione. “The Apple” è noto per il suo approccio umano e commovente alla storia delle due gemelle e ha ricevuto recensioni positive dalla critica internazionale.
Samira Makhmalbaf, la regista, è nota per il suo lavoro nell’affrontare temi sociali complessi attraverso il cinema, e “The Apple” è uno dei suoi film più acclamati.
The Glass Agency (1998)
“The Glass Agency” è un film iraniano diretto da Ebrahim Hatamikia nel 1998. Questo film è noto anche con il titolo originale “Vezārat-e Fanniyeh-e Goshi” in persiano.
La trama di “The Glass Agency” si svolge durante la guerra Iran-Iraq (1980-1988) e segue la storia di un gruppo di bambini iraniani orfani a causa del conflitto. Questi bambini cercano di sopravvivere e di far fronte alle sfide della guerra, e il film esplora le loro esperienze e le difficoltà che affrontano.
Il film è noto per il suo approccio emotivo e umanitario alla rappresentazione della guerra e delle sue conseguenze sulla vita delle persone comuni, in particolare dei bambini. Ebrahim Hatamikia è un regista noto per il suo impegno nel cinema sociale e politico, e “The Glass Agency” è uno dei suoi lavori più riconosciuti che affronta il tema della guerra e dell’umanità.
Under the skin of the City (2001)
“Under the Skin of the City” è un film iraniano diretto da Rakhshan Bani-Etemad. Il film è stato rilasciato nel 2001 ed è noto per esplorare le sfide e le difficoltà che affrontano le persone comuni in Iran, in particolare le donne, in un contesto sociale e politico complesso.
La trama del film segue la storia di una donna di nome Tuba, interpretata dall’attrice Golab Adineh, che cerca di sostenere la sua famiglia in mezzo a difficoltà finanziarie e cambiamenti sociali.
Il film affronta temi come la disoccupazione, la povertà, la lotta per i diritti delle donne e la tensione politica in Iran.
“Under the Skin of the City” ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha ottenuto riconoscimenti in vari festival cinematografici internazionali. Rakhshan Bani-Etemad è una regista nota per il suo impegno nel portare alla luce le questioni sociali e politiche attraverso il cinema, e questo film è un esempio significativo del suo lavoro.
I’m Taraneh, 15 (2002)
“I’m Taraneh, 15” è un film iraniano diretto da Rassul Sadr Ameli. Il film è stato rilasciato nel 2002 ed è noto per affrontare temi complessi come la maternità adolescente e la discriminazione di genere in una società tradizionale.
La storia ruota attorno a Taraneh, una giovane ragazza di 15 anni che rimane incinta dopo una breve relazione con un ragazzo. Il film esplora le difficoltà e le sfide che affronta mentre cerca di prendersi cura del suo bambino e navigare nelle pressioni sociali.
“I’m Taraneh, 15” ha ricevuto recensioni positive dalla critica e ha vinto numerosi premi in vari festival cinematografici internazionali. Il regista Rassul Sadr Ameli è noto per la sua capacità di affrontare questioni sociali complesse nei suoi film, e questo è uno dei suoi lavori più acclamati.
Marooned in Iraq (2002)
“Marooned in Iraq” è un film diretto da Bahman Ghobadi, un regista iraniano di origine curda. Il film è stato rilasciato nel 2002 ed è noto per la sua rappresentazione delle difficili condizioni di vita delle persone curde nella regione dell’Iraq durante il periodo post-Guerra del Golfo.
La trama del film segue la storia di un musicista anziano di nome Mirza e dei suoi due figli, un gruppo musicale itinerante che attraversa le zone di conflitto in Iraq per cercare la moglie di Mirza. Il film esplora temi di guerra, esilio, cultura curda e la forza della musica nel mezzo del caos.
“Marooned in Iraq” è stato acclamato dalla critica per la sua rappresentazione autentica e commovente delle vite delle persone comuni in una regione devastata dalla guerra. Il film ha contribuito a portare l’opera di Bahman Ghobadi all’attenzione internazionale e ha vinto diversi premi in festival cinematografici.
Women’s Prison (2002)
“Women’s Prison” è un film iraniano diretto da Manijeh Hekmat. Il film è stato rilasciato nel 2002 ed è noto per esplorare la vita delle donne detenute in una prigione iraniana, affrontando temi di oppressione, ingiustizia e resilienza.
La trama del film segue le storie di diverse detenute, ognuna con il suo background e la sua storia, mentre cercano di sopravvivere alle difficili condizioni all’interno della prigione. Il film mette in evidenza le sfide e le ingiustizie che queste donne devono affrontare, spesso a causa delle circostanze sociali e politiche in Iran.
“Women’s Prison” è stato lodato per la sua rappresentazione realistica delle vite delle donne detenute e per la sua critica sociale. Manijeh Hekmat è una regista impegnata nel portare alla luce questioni importanti attraverso il cinema, e questo film è un esempio significativo del suo lavoro nel campo del cinema sociale e politico.
Duel (2004)
Duel è un film iraniano del 2004 diretto da Ahmad Reza Darvish. Il film è ambientato in un villaggio rurale iraniano e racconta la storia di due uomini, Abolfazl e Ali, che si innamorano della stessa donna, Maryam. I tre personaggi sono coinvolti in un duello per il cuore di Maryam.
Il film è un’esplorazione dei temi dell’amore, della gelosia e della vendetta. È anche un film importante perché è uno dei primi film iraniani a esplorare il tema dell’amore omosessuale.
Abolfazl e Ali sono due amici d’infanzia che vivono in un piccolo villaggio rurale iraniano. Abolfazl è un uomo gentile e sensibile, mentre Ali è un uomo più forte e deciso.
Un giorno, Abolfazl e Ali si innamorano entrambi di Maryam, una giovane donna del villaggio. Maryam è una donna bella e intelligente, e i due uomini sono entrambi attratti da lei.
Maryam è inizialmente indecisa su chi scegliere, ma alla fine sceglie Abolfazl. Ali è devastato dal rifiuto di Maryam, e inizia a provare un odio profondo per Abolfazl.
Duel è un film complesso e stimolante che esplora temi importanti come l’amore, la gelosia e la vendetta. Il film è anche un film importante per il cinema iraniano perché è uno dei primi film iraniani a esplorare il tema dell’amore omosessuale.
Il film è stato elogiato per la sua regia, la sua interpretazione e la sua coraggiosa rappresentazione del tema dell’amore omosessuale.
The Tear of the Cold (2004)
Lacrime di freddo è un film drammatico iraniano del 2004 diretto da Azizollah Hamidnezhad. Racconta la storia di un soldato e di una ragazza curda che, nonostante le loro circostanze apparentemente opposte, arrivano a una nuova comprensione del concetto di ostilità.
Ecco alcuni dettagli aggiuntivi sul film:
- Il film è stato girato nella regione del Kurdistan in Iran.
- Il titolo del film, Lacrime di freddo, è una metafora del dolore e della sofferenza della guerra.
- Il film è stato elogiato per la sua rappresentazione realistica della guerra e per la sua delicata gestione del tema dell’amore.
- Il film è stato controverso in Iran ed è stato vietato per un periodo di tempo.
Il film è ambientato durante la guerra Iran-Iraq. Un soldato iraniano, Mohammad (Goodarzi), viene ferito in battaglia e portato in un villaggio curdo per essere curato. Lì incontra una giovane ragazza curda, Azadeh (Farahani), che lo aiuta a guarire.
Nonostante le loro differenze culturali e religiose, Mohammad e Azadeh iniziano a innamorarsi. Tuttavia, il loro amore è ostacolato dalla guerra e dalla violenza.
Lacrime di freddo è un film importante perché offre una prospettiva diversa sulla guerra Iran-Iraq. Il film non si concentra solo sugli aspetti militari della guerra, ma anche sulle conseguenze umanitarie. Mostra come la guerra possa distruggere vite e relazioni, ma anche come possa portare all’amore e alla comprensione.
Mohajer (1991)
Il film “Mohajer” diretto da Ebrahim Hatamikia è un dramma iraniano del 1991 che ha ottenuto riconoscimenti per la sua rappresentazione toccante delle vite dei profughi iraniani durante la guerra Iran-Iraq. Il termine “Mohajer” si riferisce ai profughi che cercavano di sfuggire alle zone di conflitto e che avevano l’arduo compito di cercare una vita migliore altrove.
Il film affronta con sensibilità le difficoltà che questi profughi devono affrontare nel corso del loro viaggio, tra cui il pericolo, la fame, la disperazione e la paura. Allo stesso tempo, mostra la forza dell’umanità e la determinazione di cercare una vita migliore in mezzo alle avversità.
“Mohajer” è noto per la sua rappresentazione realistica e per la capacità di trasmettere l’umanità dietro le cifre dei profughi. Il regista Ebrahim Hatamikia ha contribuito a portare alla luce importanti questioni sociali e umanitarie attraverso questo film, che ha ottenuto apprezzamento sia a livello nazionale che internazionale per il suo impatto emotivo e la sua narrazione coinvolgente.
From Karkheh to Rhein (1993)
“From Karkheh to Rhein” è un film iraniano del 1993 diretto da Ebrahim Hatamikia. Questo film è noto anche con il titolo “From Karkheh to Rhein” in inglese.
La trama di ruota attorno agli eventi della guerra Iran-Iraq (1980-1988) e segue le vite di un gruppo di soldati iraniani durante questo conflitto. Il film esplora le loro esperienze, le difficoltà che affrontano e le conseguenze psicologiche della guerra.Questo film è noto per la sua rappresentazione realistica e commovente delle vite dei soldati coinvolti nella guerra. Ebrahim Hatamikia è un regista noto per il suo impegno nel portare alla luce questioni importanti attraverso il cinema, e “From Karkheh to Rhein” è uno dei suoi lavori più significativi che affronta il tema della guerra e dell’umanità in circostanze estreme.