25 film sulla violenza sulle donne da vedere

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Il sottogenere dei film sulla violenza sulle donne affronta tematiche molto delicate e spesso controverse, ma sono un importante strumento per sensibilizzare il pubblico su questo grave problema sociale e promuovere la consapevolezza della violenza di genere. E’ un sottogenere di film collegati al genere di film drammatici e al genere dei film biografici, sconfinando a volte nel genere thriller.

Questi film possono esplorare una vasta gamma di argomenti, tra cui la violenza domestica, lo stalking, la tratta di esseri umani, il bullismo, la violenza sessuale e la discriminazione sul posto di lavoro. In genere, il focus è sulla storia di una donna che subisce violenza e sulla sua lotta per sopravvivere e trovare giustizia.

Molti di questi film hanno ricevuto recensioni positive dalla critica per la loro capacità di toccare il pubblico emotivamente e per l’attenzione rivolta alla tematica della violenza sulle donne. Tuttavia, alcuni critici hanno contestato l’uso della violenza come strumento narrativo e l’idea che questi film possano fornire un’immagine distorta della realtà.

In ogni caso, è importante ricordare che questi film sono solo una rappresentazione della violenza sulle donne e che, pur essendo utili per sensibilizzare il pubblico, non sono sufficienti per risolvere il problema. È importante che sia la società che le istituzioni si impegnino attivamente a combattere la violenza di genere attraverso politiche e azioni concrete.

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La violenza sulle donne è un problema diffuso in tutto il mondo e può assumere molte forme, tra cui la violenza domestica, lo stupro, lo stalking, la tratta di esseri umani, il matrimonio forzato, la mutilazione genitale femminile e altre forme di violenza basata sul genere.

Secondo i dati delle Nazioni Unite, una donna su tre nel mondo ha subito violenza fisica o sessuale, la maggior parte delle volte da un partner intimo. Inoltre, la pandemia da COVID-19 ha aumentato i casi di violenza domestica in molti paesi, poiché le donne sono state costrette a passare più tempo in isolamento con i loro aggressori.

Il cinema può svolgere un ruolo importante nel sensibilizzare il pubblico sulla violenza sulle donne e sulle conseguenze a lungo termine che essa può avere sulle vittime. I film possono offrire una finestra sulla realtà di chi vive questa esperienza, aiutando a creare empatia e comprensione. Inoltre, possono offrire esempi di donne forti e coraggiose che lottano per uscire da situazioni di violenza e trovare la giustizia.

Tuttavia, è importante notare che la rappresentazione della violenza sulle donne nei film deve essere gestita con cura per evitare di diventare sensazionalismo o sfruttare la sofferenza delle donne a fini commerciali. È essenziale che i registi e gli sceneggiatori si consultino con esperti in materia di violenza di genere e che i film siano realizzati in modo rispettoso nei confronti delle vittime di violenza.

In definitiva, i film sulla violenza sulle donne possono essere un’importante risorsa per la sensibilizzazione sulla violenza di genere e sulla necessità di una maggiore consapevolezza e azione da parte della società nel suo insieme. Tuttavia, l’impegno per affrontare il problema deve andare oltre la visione di un film e richiedere una vera e propria azione concreta e sostenuta.

Angoscia (Gaslight, 1944)

Gaslight è un film noir, che tratta anche il tema della violenza sulle donne, del 1944 diretto da George Cukor e interpretato da Ingrid Bergman, Charles Boyer e Joseph Cotten. Il film è basato su una pièce teatrale del 1938 di Patrick Hamilton, intitolata “Angel Street” e anche conosciuta come “Gas Light” o “Gaslight” nel Regno Unito.

La trama del film segue una giovane donna di nome Paula (interpretata da Ingrid Bergman) che sposa un uomo più anziano di nome Gregory (interpretato da Charles Boyer) e si trasferisce nella sua casa a Londra. Qui, Paula inizia a notare strani fenomeni, come oggetti che scompaiono e rumori strani. Gregory sostiene che Paula sta diventando paranoica e cerca di farla sentire sempre più insicura. Infine, Gregory rivela che ha intenzionalmente ingannato Paula per farla diventare pazza e accedere a un tesoro nascosto nella casa.

Il film ha ottenuto grande successo al botteghino e ha vinto due premi Oscar, uno per la miglior attrice protagonista a Ingrid Bergman e uno per la miglior fotografia in bianco e nero. Il termine “gaslighting” è stato coniato dal titolo del film e viene utilizzato per descrivere una forma di manipolazione psicologica in cui una persona cerca di far dubitare un’altra della propria percezione della realtà. Gaslight è considerato un classico del cinema noir e ha ispirato numerosi altri film e produzioni teatrali.

Autopsia di un delitto (The Burning Bed, 1984)

È un film sulla violenza sulle donne del 1984 diretto da Robert Greenwald e interpretato da Farrah Fawcett. Il film è basato sulla vera storia di Francine Hughes, una donna che ha ucciso il marito violento dopo anni di abusi.

Il film segue la vita di Francine dalla giovinezza fino alla sua decisione di uccidere il marito, Mickey Hughes. Francine incontra Mickey quando è ancora una ragazza e, nonostante le prime avvisaglie di comportamento violento, finisce per sposarlo e avere tre figli con lui.

Mickey diventa sempre più violento e abusivo, picchiando Francine e i loro figli regolarmente. Francine cerca di lasciarlo più volte, ma Mickey la minaccia e la convince a tornare da lui.

Dopo anni di abusi, Francine decide di uccidere il marito incendiando il loro letto mentre Mickey dorme. Viene arrestata e processata per omicidio di primo grado, ma il suo avvocato riesce a dimostrare che la sua azione è stata una reazione alla violenza che ha subito per anni. Viene quindi giudicata colpevole di omicidio preterintenzionale e condannata a dieci anni di reclusione, ma viene poi rilasciata dopo sei anni per buona condotta.

Il film ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e ha contribuito ad aumentare la consapevolezza sulla violenza domestica. Il film ha anche portato ad un maggiore riconoscimento dei diritti delle donne che subiscono abusi e ha ispirato numerose organizzazioni per la difesa delle donne vittime di violenza.

Sotto accusa (The Accused, 1988)

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È un film drammatico sulla violenza sulle donne del 1988 diretto da Jonathan Kaplan e interpretato da Jodie Foster, che ha vinto l’Oscar come migliore attrice protagonista per la sua performance nel film.

Il film si basa su una storia vera ed è incentrato sull’esperienza di una giovane donna di nome Sarah Tobias (interpretata da Jodie Foster), che viene violentata in un bar davanti a numerosi spettatori passivi. Nonostante la violenza sia stata commessa da diversi uomini, Sarah viene accusata di aver provocato l’aggressione a causa della sua condotta provocante.

L’assistente del procuratore Kathryn Murphy (interpretata da Kelly McGillis) decide di portare avanti il caso, nonostante sia difficile dimostrare l’aggressione sessuale a causa del comportamento della vittima e della mancanza di testimoni affidabili. La battaglia legale per dimostrare la colpevolezza degli uomini e ottenere giustizia per Sarah diventa quindi il tema centrale del film.

Il film è stato accolto positivamente dalla critica per la sua forza emotiva e per la rappresentazione accurata della cultura dello stupro e del modo in cui la vittima viene spesso incolpata e giudicata per l’aggressione subita. La performance di Jodie Foster è stata particolarmente elogiata per la sua intensità e la sua capacità di portare lo spettatore attraverso le molte emozioni che il personaggio di Sarah sperimenta.

Il film è considerato un film importante per la sua rappresentazione del tema dello stupro e della violenza sessuale, e ha contribuito a sensibilizzare il pubblico su questa problematica.

Il racconto dell’ancella (The Handmaid’s Tale, 1990)

È un film sulla violenza sulle donne del 1990 diretto da Volker Schlöndorff e tratto dall’omonimo romanzo distopico della scrittrice canadese Margaret Atwood. Il film è ambientato in un futuro prossimo in cui un regime totalitario e teocratico ha preso il potere negli Stati Uniti d’America, ribattezzati la Repubblica di Gilead.

La storia è raccontata dal punto di vista di Kate (interpretata da Natasha Richardson), una donna che è stata catturata dal regime a causa della sua fertilità e costretta a diventare una “handmaid” (una “ancella” in italiano) presso la famiglia del Comandante (interpretato da Robert Duvall). Come handmaid, Kate viene costretta a sottomettersi a un rituale riproduttivo in cui viene fecondata dal Comandante, il quale ha già una moglie sterile.

Il film affronta temi come la repressione delle donne, la libertà individuale, il fanatismo religioso e la lotta per la sopravvivenza. La regia di Schlöndorff crea una forte tensione emotiva attraverso l’uso di immagini disturbanti e inquietanti.

Il film ha ricevuto recensioni miste da parte della critica al momento della sua uscita, ma è diventato un classico del genere distopico e ha contribuito a rendere popolare il romanzo di Atwood. Nel 2017, la storia è stata adattata come una serie televisiva di successo con lo stesso titolo.

Thelma & Louise (1991)

“Thelma & Louise” è un film sulla violenza sulle donne del 1991 diretto da Ridley Scott e scritto da Callie Khouri. La pellicola è una sorta di road movie che segue le vicende di due amiche, Thelma (Geena Davis) e Louise (Susan Sarandon), che decidono di fare una breve vacanza insieme ma finiscono per finire coinvolte in una serie di avventure che le porteranno ad affrontare la polizia, gli uomini che le perseguitano e la loro stessa identità.

Il film è noto per il suo tema di empowerment femminile e per l’ottima interpretazione delle due protagoniste, Davis e Sarandon, che hanno ricevuto entrambe una candidatura all’Oscar per il loro ruolo.

“Thelma & Louise” ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti, tra cui il premio per la miglior sceneggiatura originale ai Premi Oscar del 1992 e il premio per il miglior film straniero ai BAFTA Awards del 1992. Il film è anche diventato un’icona della cultura popolare e ha ispirato molte donne ad abbracciare la propria indipendenza e libertà.

A letto con il nemico (Sleeping with the Enemy, 1991)

È un film del 1991 diretto da Joseph Ruben e interpretato da Julia Roberts, Patrick Bergin e Kevin Anderson. È tratto dal romanzo omonimo di Nancy Price.

La trama del film segue la storia di Laura (Julia Roberts), una donna che vive in una relazione violenta con il suo marito Martin (Patrick Bergin). Dopo aver finto la propria morte e scappata, Laura cerca di ricostruire la propria vita in un’altra città, ma Martin la trova e inizia a tormentarla di nuovo. Laura cerca allora di fuggire ancora una volta, ma Martin la segue e la cattura. Alla fine, Laura riesce a difendersi e a liberarsi da Martin.

Il film ha ricevuto recensioni miste dalla critica, ma è stato un successo commerciale, guadagnando oltre 174 milioni di dollari in tutto il mondo. Julia Roberts è stata lodata per la sua performance nel ruolo di Laura, e la pellicola è diventata un classico del genere thriller.

Il film è stato anche oggetto di alcune critiche per la rappresentazione della violenza domestica, accusata di non essere abbastanza realistica o dettagliata. Tuttavia, il film è stato accolto positivamente dalla maggior parte del pubblico e ha avuto un impatto significativo sulla cultura popolare degli anni ’90.

Lezioni di piano (The Piano, 1993)

È un film drammatico del 1993 scritto e diretto da Jane Campion. Il film è stato presentato in concorso al Festival di Cannes del 1993, dove ha vinto la Palma d’oro. Ha inoltre ottenuto numerosi premi e nomination, tra cui tre premi Oscar per la miglior attrice protagonista (Holly Hunter), la miglior attrice non protagonista (Anna Paquin) e la migliore sceneggiatura originale.

La trama del film è ambientata in Nuova Zelanda nel XIX secolo e segue la storia di Ada McGrath (interpretata da Holly Hunter), una muta pianista scozzese che si trasferisce in Nuova Zelanda con sua figlia e il suo piano al seguito per sposare un uomo che non ha mai incontrato prima, Alisdair Stewart (interpretato da Sam Neill). Ada è accompagnata dalla figlia Flora (interpretata da Anna Paquin) e da un giovane maoris, George Baines (interpretato da Harvey Keitel), che ha acquistato il suo pianoforte.

Il film esplora i temi della comunicazione, della cultura e della sessualità, raccontando una storia intensa e appassionante. Ada è una donna forte e indipendente che combatte per il suo desiderio di libertà, di espressione e di amore. Il personaggio di George Baines rappresenta un mondo differente, con valori e tradizioni diversi, e il suo rapporto con Ada e Flora diventa un esempio di integrazione e di rispetto reciproco.

Il film è stato elogiato per la sua regia innovativa e per la sua fotografia mozzafiato, che ha reso giustizia alla bellissima ambientazione naturale in cui è stato girato. Inoltre, le interpretazioni di Holly Hunter, Anna Paquin e Harvey Keitel sono state considerate memorabili e molto intense.

È un film molto apprezzato dalla critica e dal pubblico, che ha saputo raccontare una storia profonda e coinvolgente, accompagnata da una colonna sonora straordinaria, composta interamente da Michael Nyman.

Gia – Una donna oltre ogni limite (Già, 1998)

“Gia” è un film biografico sulla violenza sulle donne del 1998, diretto da Michael Cristofer, che racconta la storia di Gia Carangi, una modella americana che divenne famosa negli anni ’70 e ’80.

Angelina Jolie interpreta il ruolo di Gia, che era una giovane ragazza ambiziosa che si trasferì a New York City alla ricerca del successo nel mondo della moda. Gia, con il suo aspetto androgino, conquistò presto l’attenzione degli stilisti e dei fotografi, e diventò rapidamente una delle modelle più richieste dell’epoca.

Tuttavia, la sua crescente fama portò anche ad una dipendenza da droghe e alcol che la portarono alla rovina. La sua vita personale fu anche segnata da relazioni tumultuose e instabili, soprattutto con la sua migliore amica Linda, interpretata da Elizabeth Mitchell.

Il film segue la vita di Gia dalla sua ascesa al successo, fino al suo declino e alla sua morte prematura a causa dell’AIDS, a soli 26 anni.

Il film è stato lodato per la performance di Angelina Jolie, che ha vinto un Golden Globe e un premio Screen Actors Guild per la sua interpretazione di Gia. Il film è stato anche nominato per diversi Emmy Awards, tra cui Miglior film per la televisione e Miglior attrice protagonista in un film per la televisione.

In generale, “Gia” è un ritratto toccante e intenso della vita di una delle prime modelle ad avere successo in un’epoca in cui il mondo della moda era ancora dominato da donne di bellezza classica. Il film mette in luce anche i problemi della tossicodipendenza e della discriminazione sessuale e di genere, che purtroppo sono ancora presenti nella società contemporanea.

Boys Don’t Cry (1999)

“Boys Don’t Cry” è un film drammatico sulla violenza sulle donne del 1999 diretto da Kimberly Peirce e basato sulla vera storia di Brandon Teena, un uomo transessuale che fu ucciso nel 1993.

Il film segue la vita di Brandon Teena, interpretato da Hilary Swank, un giovane uomo che si trasferisce in una piccola città del Nebraska alla ricerca di una vita migliore. Brandon cerca di nascondere il fatto di essere nato donna e si innamora di una giovane donna, Lana (interpretata da Chloë Sevigny), che ignora la sua identità di genere.

Brandon incontra presto alcuni degli abitanti della città, tra cui John e Tom, che iniziano a sospettare che qualcosa non vada in lui. Dopo che Brandon viene arrestato per aver rubato una macchina, viene costretto a rivelare la sua identità di genere a Lana. Nonostante la sua iniziale reazione di shock e disorientamento, Lana rimane al fianco di Brandon e lo accetta per quello che è.

Il film ha ricevuto recensioni molto positive e ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar per la Miglior Attrice a Hilary Swank per la sua interpretazione di Brandon. “Boys Don’t Cry” è stato anche elogiato per aver sollevato importanti questioni sociali riguardanti l’identità di genere e la discriminazione contro la comunità LGBTQ+.

Zona di guerra (The War Zone, 1999)

È un film drammatico sulla violenza sulle donne del 1999 diretto da Tim Roth, tratto dal romanzo omonimo di Alexander Stuart.

La trama segue la famiglia della quindicenne Jessie (Lara Belmont) che si trasferisce in una casa isolata nella campagna inglese insieme ai genitori, il fratello maggiore Tom (Freddie Cunliffe) e il neonato. Mentre cercano di adattarsi alla nuova vita, Tom inizia a notare dei comportamenti sospetti del padre (Ray Winstone) nei confronti della sorella minore, la dodicenne Leah (Tilda Swinton). Tom cerca di proteggere la sorella, ma la situazione diventa sempre più complessa e difficile da gestire.

Il film è estremamente crudo e realistico nella sua rappresentazione della violenza sessuale all’interno della famiglia e degli effetti a lungo termine che ha sui sopravvissuti. La regia di Roth è particolarmente intensa e sconvolgente, con riprese ravvicinate e un forte utilizzo di luci e ombre per creare un’atmosfera claustrofobica.

Il film è stato accolto molto bene dalla critica per la sua rappresentazione coraggiosa di un argomento difficile e tabù, ma ha anche generato alcune polemiche per la sua crudeltà e violenza. Tuttavia, il film rimane un esempio importante di rappresentazione realistica di tematiche forti e difficili.

Via dall’incubo (Enough, 2002)

È un film thriller sulla violenza sulle donne del 2002 diretto da Michael Apted e interpretato da Jennifer Lopez, Billy Campbell e Juliette Lewis.

La trama segue la vita di Slim (interpretata da Jennifer Lopez), una giovane cameriera che si innamora di un uomo affascinante di nome Mitch (interpretato da Billy Campbell). Tuttavia, la loro relazione diventa presto violenta e abusiva, e Slim viene costretta a fuggire con la loro figlia per sfuggire alla furia di Mitch.

Dopo aver cambiato identità e rifugiarsi in un’altra città, Slim scopre che Mitch l’ha rintracciata e la sta cercando. Decide quindi di prepararsi fisicamente e mentalmente per affrontarlo e proteggere se stessa e la sua bambina.

Il film è stato criticato per aver rappresentato la violenza domestica in modo superficiale e per aver promosso la risposta violenta come unica soluzione alla violenza domestica. Tuttavia, ha ricevuto recensioni positive per la performance di Jennifer Lopez, che ha mostrato un lato diverso della sua abilità recitativa. In generale, il film ha avuto successo al botteghino, guadagnando circa 52 milioni di dollari in tutto il mondo.

Magdalene (2002)

È un film sulla violenza sulle donne del 2002 diretto da Peter Mullan, che racconta la storia di tre giovani donne che vengono incarcerate in una delle cosiddette “Magdalene Asylums”, istituti religiosi gestiti da suore cattoliche in Irlanda dal 1800 fino alla fine degli anni ’90.

Le tre donne, interpretate da Anne-Marie Duff, Nora-Jane Noone e Dorothy Duffy, finiscono in queste istituzioni per diverse ragioni: una per aver subito molestie da parte di un cugino, un’altra per essere stata violentata da un ragazzo del villaggio, e la terza per essere stata considerata troppo attraente e peccaminosa dagli uomini del suo paese.

All’interno di queste istituzioni, le donne sono sottoposte a punizioni corporali, lavori forzati e umiliazioni, tutte imposte dalle suore che le gestiscono. Il film segue le vite delle tre protagoniste mentre cercano di trovare la forza per resistere alle angherie che subiscono e per trovare una via d’uscita da questa prigione religiosa.

Il film è stato molto apprezzato dalla critica per la sua denuncia del sistema di abusi perpetrato dalle suore cattoliche in Irlanda, e ha vinto la prestigiosa Palma d’oro al Festival di Cannes del 2002. Tuttavia, è stato anche oggetto di critiche da parte della Chiesa cattolica irlandese, che ha ritenuto che il film dipingesse un quadro ingiusto e negativo della loro istituzione.

Frida (2002)

“Frida” è un film sulla violenza sulle donne del 2002 diretto da Julie Taymor e basato sulla vita della celebre pittrice messicana Frida Kahlo. Il film è stato scritto da Clancy Sigal, Diane Lake, Gregory Nava e Anna Thomas.

La protagonista del film è interpretata dalla straordinaria attrice messicana Salma Hayek, che ha ricevuto una nomination all’Oscar per la sua interpretazione.

Il film racconta la vita di Frida Kahlo, partendo dalla sua infanzia fino alla sua morte. Il film esplora la relazione di Frida con il marito, il famoso artista Diego Rivera, e la sua lotta per diventare una pittrice di successo.

Il film presenta anche gli eventi storici importanti dell’epoca, come la Rivoluzione messicana e la Seconda Guerra Mondiale, che hanno avuto un impatto significativo sulla vita di Frida.

Uno degli elementi distintivi del film è la sua estetica visiva. Taymor utilizza una varietà di tecniche di ripresa, tra cui l’animazione, per creare un’esperienza visiva unica e coinvolgente per lo spettatore.

Inoltre, il film affronta anche la vita privata di Frida, tra cui la sua relazione con altre donne e la sua lotta con la malattia e il dolore cronico, il che la rende un’opera di grande valore per il femminismo e la diversità sessuale.

The Hours (2002)

The Hours è un film sulla violenza sulle donne del 2002 diretto da Stephen Daldry e basato sul romanzo omonimo di Michael Cunningham. Il film segue la vita di tre donne in epoche diverse, tutte legate al romanzo Mrs. Dalloway di Virginia Woolf.

La prima protagonista è Virginia Woolf, interpretata da Nicole Kidman, che sta scrivendo il suo romanzo Mrs. Dalloway nel 1923 nella campagna inglese. La seconda protagonista è Laura Brown, interpretata da Julianne Moore, una casalinga che vive nella California del 1951 e sta leggendo il romanzo di Woolf. Infine, la terza protagonista è Clarissa Vaughan, interpretata da Meryl Streep, una donna moderna di New York che organizza una festa per il suo amico malato di AIDS, che si chiama Richard, e che è soprannominato “Mrs. Dalloway” dai suoi amici.

Il film esplora i temi dell’isolamento, della solitudine e dell’identità, mostrando come queste donne, in epoche diverse, cercano di trovare significato nelle loro vite. Virginia Woolf lotta contro la sua malattia mentale e il suo isolamento sociale, Laura Brown cerca di sfuggire alla sua vita domestica e Clarissa Vaughan si scontra con il suo passato e con la malattia del suo amico.

Il film ha ricevuto molte nomination ai premi Oscar, con Nicole Kidman che ha vinto l’Oscar alla migliore attrice protagonista per la sua interpretazione di Virginia Woolf. Il film è stato apprezzato dalla critica per le sue interpretazioni, la regia e la fotografia, ed è considerato uno dei film più significativi degli anni 2000.

Monster (2003)

“Monster” è un film sulla violenza sulle donne del 2003 diretto da Patty Jenkins, basato sulla vera storia di Aileen Wuornos, una prostituta e serial killer americana condannata per l’omicidio di sette uomini nel corso degli anni ’80 e ’90.

Il film segue la vita di Aileen Wuornos (interpretata da Charlize Theron), che cresce in una famiglia difficile e abusiva e finisce per diventare una prostituta per strada. Durante il suo lavoro, Aileen incontra Selby Wall (interpretata da Christina Ricci), una giovane donna che la convince ad abbandonare la prostituzione e a vivere con lei.

Tuttavia, le cose peggiorano quando Aileen viene violentata e decide di difendersi, uccidendo il suo aggressore. Dopo questo primo omicidio, Aileen inizia una serie di omicidi di uomini che la ricattano, la violentano o la minacciano.

Il film segue la discesa di Aileen nella follia e nella violenza, mentre cerca di proteggere la sua relazione con Selby e di giustificare i suoi omicidi come autodifesa. Nel finale, Aileen viene arrestata e condannata a morte.

La performance di Charlize Theron nel ruolo di Aileen Wuornos è stata elogiata dalla critica e ha vinto numerosi premi, tra cui l’Oscar per la migliore attrice protagonista. Il film ha anche ricevuto recensioni positive per la sua sensibilità nei confronti della storia di Wuornos e della sua lotta contro la discriminazione e la violenza.

Veronica Guerin (2003)

“Veronica Guerin” è un film del 2003 diretto da Joel Schumacher e scritto da Carol Doyle e Mary Agnes Donoghue. Il film è basato sulla vera storia della giornalista investigativa irlandese Veronica Guerin, interpretata da Cate Blanchett.

Il film racconta la storia di Veronica Guerin, una giornalista del Sunday Independent, che negli anni ’90 ha scelto di fare un’inchiesta sul traffico di droga a Dublino, in Irlanda. Veronica è determinata a scoprire la verità sulle attività dei boss della droga e degli spacciatori, ma questo la mette in grave pericolo.

Il film mostra la lotta di Veronica contro i potenti signori della droga, la corruzione della polizia e la minaccia costante alla sua vita e a quella della sua famiglia. Nonostante ciò, Veronica continua a indagare e a scrivere articoli, diventando sempre più famosa e rispettata per la sua dedizione e il suo coraggio.

Il film ha ricevuto recensioni positive per la performance di Cate Blanchett, la regia e la sceneggiatura. Tuttavia, il film è stato anche criticato per aver mitizzato la figura di Veronica Guerin e per aver semplificato eccessivamente la realtà del traffico di droga in Irlanda. In ogni caso, il film rimane un’ispirazione per chi lotta per la giustizia e contro il crimine organizzato.

North Country (2005)

North Country è un film sulla violenza sulle donne del 2005 diretto da Niki Caro e interpretato da Charlize Theron, Frances McDormand e Sean Bean. Il film è basato sulla vera storia di Lois Jenson, la prima lavoratrice ad aver intentato una causa per molestie sessuali contro la compagnia mineraria in cui lavorava.

Il film è ambientato nella cittadina di Eveleth, nel Minnesota, negli anni ’80. Josey Aimes (interpretata da Charlize Theron) è una madre single che decide di lasciare il marito violento e tornare nella sua città natale per ricostruire la sua vita. Con poche opzioni di lavoro disponibili, trova lavoro come minatrice nella stessa compagnia in cui lavora suo padre.

La vita di Josey diventa un inferno a causa del sessismo e delle molestie sessuali subite dai suoi colleghi e dal capo, interpretato da Jeremy Renner. Nonostante i suoi ripetuti tentativi di denunciare la situazione, viene ignorata e persino minacciata dai suoi superiori. La situazione raggiunge il culmine quando Josey viene brutalmente aggredita da un gruppo di colleghi.

Dopo aver cercato aiuto inutilmente dalle autorità locali, Josey decide di intentare una causa per molestie sessuali contro la compagnia. L’avvocato che la rappresenta (interpretato da Woody Harrelson) cerca di farla desistere, dicendole che la compagnia è troppo potente, ma Josey continua la sua lotta per la giustizia.

Il film affronta il tema della discriminazione sessuale e delle molestie sul posto di lavoro, e mostra il coraggio e la determinazione di una donna che lotta contro un sistema ingiusto e oppressivo. Le interpretazioni di Charlize Theron e Frances McDormand sono particolarmente apprezzate, e il film è stato nominato per due Premi Oscar, uno per la miglior attrice protagonista (Theron) e uno per la miglior attrice non protagonista (McDormand).

The Stoning of Soraya M. (2008)

“The Stoning of Soraya M.” è un film sulla violenza sulle donne del 2008 diretto da Cyrus Nowrasteh, basato sul libro di Freidoune Sahebjam. La trama del film segue la storia di Soraya Manutchehri, una giovane donna iraniana che viene falsamente accusata di adulterio dal marito e dalla sua comunità religiosa.

Il film è ambientato in un villaggio iraniano negli anni ’80 e mostra la situazione delle donne in una società dominata dagli uomini e dalle leggi religiose islamiche. Dopo essere stata accusata di adulterio, Soraya viene arrestata e condotta davanti al consiglio del villaggio, dove viene condannata alla lapidazione, una forma brutale di esecuzione che consiste nel lanciare pietre sulla persona fino alla morte.

La storia è raccontata attraverso gli occhi di Freidoune Sahebjam, un giornalista francese di origine iraniana che incontra Soraya poco prima della sua morte e decide di raccontare la sua storia al mondo. Il film mostra la lotta di Freidoune per far conoscere la verità sulla morte di Soraya e la sua battaglia per far luce sulla barbarie della lapidazione.

Il film è stato elogiato per la sua rappresentazione realistica e toccante della vita delle donne in Iran e per aver attirato l’attenzione sul tema della lapidazione. Tuttavia, è stato anche criticato per la sua rappresentazione stereotipata dell’Iran e della cultura musulmana. E’ un film commovente e provocatorio che affronta questioni importanti sulla giustizia, i diritti umani e il ruolo delle donne nella società.

Precious (2009)

“Precious” è un film sulla violenza sulle donne del 2009 diretto da Lee Daniels e basato sul romanzo “Push” di Sapphire. Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel gennaio 2009 e ha ricevuto recensioni positive dalla critica, ottenendo numerosi premi e candidature ai premi Oscar, tra cui Miglior Film, Miglior Regia e Miglior Attrice Protagonista.

La trama segue la vita di Claireece “Precious” Jones, una giovane afroamericana di 16 anni che vive a Harlem negli anni ’80. Precious è stata abusata sessualmente da suo padre e ha due figli, uno dei quali è affetto da sindrome di Down, che le sono stati dati in adozione. La madre di Precious è violenta e la maltratta fisicamente ed emotivamente. Precious, che è analfabeta, viene iscritta a una scuola alternativa, dove incontra l’insegnante di letteratura, la signora Rain. Grazie al sostegno della signora Rain e di altri personaggi, tra cui la sua assistente sociale, Precious inizia a superare gli ostacoli della sua vita e a perseguire i suoi sogni.

Il film affronta temi difficili come l’abuso sessuale, la violenza domestica, la povertà, la discriminazione razziale e la disabilità, ma lo fa con sensibilità e rispetto per i personaggi. Il cast del film è composto da attori talentuosi, tra cui Gabourey Sidibe, Mo’Nique, Paula Patton e Mariah Carey, che hanno ricevuto elogi per le loro interpretazioni. La performance di Mo’Nique, che interpreta la madre di Precious, le è valsa il premio Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista. E’ un film toccante e potente che affronta temi difficili e che riesce a farlo con delicatezza e umanità.

Blue Valentine (2010)

Blue Valentine è un film drammatico del 2010 diretto da Derek Cianfrance e interpretato da Ryan Gosling e Michelle Williams. Il film racconta la storia di Dean e Cindy, una coppia che si incontra e si innamora, ma che nel corso del tempo comincia a mostrare i segni dell’insoddisfazione e della frustrazione.

Il film alterna scene del passato e del presente, mostrando come la relazione di Dean e Cindy si sia deteriorata nel corso degli anni. Nel passato, i due si incontrano casualmente e iniziano a frequentarsi, ma la relazione si scontra presto con le difficoltà della vita quotidiana. Nel presente, la coppia è sposata e ha una figlia, ma il loro matrimonio è in crisi e stanno considerando la separazione.

Il film esplora temi come l’amore, la perdita, la solitudine e la difficoltà di mantenere una relazione nel lungo termine. Ryan Gosling e Michelle Williams hanno ricevuto ampi elogi per le loro performance, che hanno contribuito a rendere il film un successo di critica. Blue Valentine è stato inoltre candidato a diversi premi, tra cui l’Oscar per la migliore attrice protagonista per Michelle Williams.

Il cigno nero (Black Swan, 2010)

E’ un film thriller psicologico del 2010 diretto da Darren Aronofsky e interpretato da Natalie Portman, Vincent Cassel e Mila Kunis.

La trama segue la ballerina Nina (interpretata da Portman), che è ossessionata dall’ottenere il ruolo da protagonista nel balletto “Il Lago dei cigni”. Quando il direttore artistico della compagnia di balletto (interpretato da Cassel) le assegna il ruolo, Nina inizia a diventare sempre più instabile mentalmente e a sperimentare allucinazioni e deliri. Inoltre, la sua rivalità con un’altra ballerina (interpretata da Kunis) diventa sempre più intensa.

Il film esplora i temi dell’ambizione, della rivalità, dell’ossessione e della pressione estrema che gli artisti possono subire nel perseguire la perfezione. La performance di Natalie Portman è stata molto apprezzata dalla critica e dal pubblico, tanto da valerle l’Oscar come miglior attrice protagonista nel 2011.

Il film è stato accolto positivamente dalla critica, che ha lodato la regia di Aronofsky, la performance degli attori e la colonna sonora di Clint Mansell. Il film ha inoltre ottenuto numerosi premi e candidature, tra cui cinque nomination all’Oscar, vincendo inoltre l’Oscar per la miglior fotografia.

Millennium – Uomini che odiano le donne (The Girl with the Dragon Tattoo, 2011)

E’ un film thriller sulla violenza sulle donne del 2011 diretto da David Fincher, basato sull’omonimo romanzo del 2005 scritto da Stieg Larsson. Il film è stato prodotto da Columbia Pictures e MGM ed è il secondo adattamento cinematografico del romanzo, dopo il film svedese del 2009.

Il film segue la storia di Mikael Blomkvist, un giornalista che viene assunto dalla ricca famiglia Vanger per indagare sulla scomparsa della loro nipote Harriet, avvenuta quarant’anni prima. Durante la sua indagine, Mikael incontra Lisbeth Salander, una hacker esperta ma problematica, che diventa sua partner nella ricerca della verità sulla scomparsa di Harriet.

Il film è stato acclamato dalla critica per la sua regia, la fotografia e le interpretazioni degli attori. Rooney Mara, che interpreta Lisbeth Salander, ha ricevuto una nomination all’Oscar come migliore attrice protagonista. Il film ha inoltre vinto l’Oscar per il miglior montaggio e il miglior montaggio sonoro.

Il film è noto per la sua natura oscura e violenta, con scene esplicite di violenza sessuale e torture. Tuttavia, il film è stato lodato per il modo in cui ha affrontato questi temi difficili, mantenendo un tono realistico e rispettoso.

Il film è stato seguito da due sequel, “The Girl in the Spider’s Web” (2018) e “The Girl Who Kicked the Hornets’ Nest” (2021), entrambi basati sui romanzi della serie “Millennium” scritti da David Lagercrantz dopo la morte di Larsson.

The Invisible War (2012)

“The Invisible War” è un documentario sulla violenza sulle donne del 2012 diretto da Kirby Dick che esplora il problema delle aggressioni sessuali all’interno delle forze armate degli Stati Uniti. Il film presenta testimonianze di donne e uomini che hanno subito violenza sessuale mentre servivano nelle forze armate e che hanno lottato per ottenere giustizia.

Il documentario mette in evidenza il fatto che le aggressioni sessuali sono un problema diffuso e sistematico all’interno delle forze armate americane, ma che spesso vengono nascoste o ignorate dalle autorità militari. Il film mostra anche come le vittime siano spesso emarginate e sottoposte a pressioni per non denunciare, e come molte di loro subiscano rappresaglie e discriminazioni da parte dei loro superiori e colleghi.

“The Invisible War” ha ricevuto recensioni positive dalla critica ed è stato nominato per il premio Oscar al miglior documentario nel 2013. Il film ha suscitato un forte dibattito sulla cultura militare e sul modo in cui le forze armate affrontano il problema delle aggressioni sessuali, portando alla creazione di nuove politiche e programmi per prevenire e affrontare questo tipo di violenza.

A Girl Walks Home Alone at Night (2014)

“A Girl Walks Home Alone at Night” è un film horror/fantastico diretto dalla regista iraniana-americana Ana Lily Amirpour. Il film è stato presentato in anteprima al Sundance Film Festival nel 2014 ed è stato molto apprezzato dalla critica per la sua originalità, la sua estetica in bianco e nero e la sua colonna sonora.

Il film è ambientato in una città iraniana chiamata “Bad City”, che sembra essere un luogo desolato e in cui si svolgono molte attività illecite come il traffico di droga e la prostituzione. La trama segue una giovane donna vampiro che si aggira per la città di notte, attirando le sue vittime e dando loro la morte. La vampira incontra poi un giovane uomo, Arash, che cerca di sfuggire alla vita criminale del padre. La relazione tra i due si sviluppa lentamente e porta ad un finale sorprendente.

Il film è notevole per la sua estetica in bianco e nero, che crea un’atmosfera oscura e misteriosa, e per la colonna sonora, che include brani di artisti iraniani e americani. Inoltre, il film fa anche riferimento a molte opere di cultura popolare, come il cinema western e la letteratura gotica. Complessivamente, “A Girl Walks Home Alone at Night” è un film unico e accattivante, che combina elementi da film horror, romance e dramma sociale, creando un’esperienza cinematografica memorabile per gli spettatori.

Nika (2020)

Il film “Nika” segue la storia di una giovane donna di Los Angeles che ha perso entrambi i genitori in un incidente stradale. Nonostante abbia intrapreso una carriera come modella, Nika sente un vuoto nell’esistenza e il peso del tempo che passa. Nonostante abbia studiato in diversi campi artistici, non ha raggiunto il successo che sperava e la sua amica, diventata una popolare star, non sembra felice. Nika, in preda alla disperazione finanziaria, affronta una scelta di vita che potrebbe riscattarla o rovinarla: diventare una escort.

Il film rappresenta un mondo di fragilità e personaggi che cercano un senso in una società che sembra ostile. La regista Leilani Amour Arenzana, attraverso accensioni surrealiste ed oniriche, racconta la storia di personaggi prigionieri in una trappola “occidentale”, dove i vizi, le fragilità psicologiche e il materialismo prendono il sopravvento. Nika è un film che mescola dramma e romanticismo, raccontando un periodo di trasformazione e redenzione per la protagonista.

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Fabio Del Greco