La montagna sacra

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La montagna sacra è un luogo secondo la tradizione alchemica che si trova sull’isola del Loto, un isola che non esiste. Chi riesce a raggiungerla può sapere il segreto della verità e del mondo dai 9 custodi immortali che vivono lì: coloro che possono insegnare come abbandonare il proprio io e diventare parte del grande Uno, come entrare in armonia con la coscienza universale

Alejandro Jodorowsky muove i suoi primi passi nel mondo del cinema in Francia. Realizza Il paese incantato e successivamente è El topo. Questo ultimo film piace molto a John Lennon che gli dà possibilità di una grande visibilità. Sarà lui a convincere il suo manager Allen Klein a produrre la montagna sacra lasciando completa libertà creativa a Jodorowsky. 

La montagna sacra di Alejandro Jodorowsky è uno dei film più bizzarri e assurdi della storia del cinema. Raramente ti capiterà di assistere a uno spettacolo del genere, così radicale e visionario, così scioccante e perfetto in ogni inquadratura. Ogni immagine è un quadro dai poteri alchemici che è stato studiato nei minimi dettagli. 

Un kolossal prodotto in maniera indipendente, con scene di massa impressionanti che diventano quadri figurativi di enorme potenza e complessità. Girare la montagna sacra per gli Jodorowsky deve essere stato qualcosa di molto faticoso. All’interno di scene con centinaia di comparse i particolari più nascosti sono curati allo stesso modo dei soggetti principali in primo piano. Un modo di lavorare di un valore figurativo enorme, che ricorda quello del maestro Federico Fellini

La montagna sacra, la storia

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L’alchimista è una specie di profeta, interpretato dello stesso Jodorowsky, un illuminato che possiede una sapienza più grande che vuole trasmettere ai suoi discepoli. Diventa la guida spirituale dei protagonisti in cerca della coscienza superiore verso il viaggio sulla montagna sacra. È un viaggio che i personaggi protagonisti, uomini e donne tra i più potenti e influenti del mondo, vogliono compiere per impossessarsi del segreto dell’immortalità, strappandolo dalle mani dei custodi che vivono sulla montagna.

Il film è una critica della società umana a diversi livelli. All’inizio della storia vediamo uno storpio nano muoversi tra le strade di una grande città dell’America Latina, piene di centinaia di corpi insanguinati alla mercè di turisti occidentali che li fotografano come si trovassero dentro una primitiva manifestazione folkloristica. Soldati marciano per le strade sfoggiando uccelli morti. La guerra è uno spettacolo per soddisfare l’avidità dei governi corrotti dell’America Latina. I soldati vengono comandati come robot e istigati a compiere i delitti più orribili, mentre i paesi civilizzati assistono allo spettacolo passivi, usando l’orrore come intrattenimento. 

In questo vortice di violenza e di sangue entra in scena il protagonista della storia che è una specie di Gesù Cristo, associato alla carta dei tarocchi del matto, che arriva nel mondo con la sua missione salvifica. Ma che si rende presto conto di essere ormai diventato solo una pedina della chiesa cattolica, un burattino manipolato per la propaganda spirituale e le sue illusioni. Uno strumento del potere religioso per assoggettare la popolazione in cerca di un significato della propria vita. 

Gesù non è altro ormai che una statuetta di plastica venduta in un negozio di souvenir religiosi o appeso in una chiesa. È il merchandising di un film spirituale girato per mantenere il pubblico ed acquisire nuovi clienti. Cristo, manipolato e sfruttato, si ribella con un grido di disperazione, e cerca di liberarsi raggiungendo il laboratorio dell’alchimista. L’Alchimista è costretto ad una terapia drastica su Gesù, per fargli trovare un nuovo equilibrio. Riequilibria le sue energie per prepararlo al percorso di conoscenza, alla sua liberazione dal ruolo di icona religiosa della chiesa. 

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Alla ricerca de La montagna sacra

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Ma per arrivare alla verità Cristo ha bisogno di nuovi compagni di viaggio. Entrano in scena uno dopo l’altro uomini e donne che incarnano i poteri forti del mondo: proprietari delle industrie della benessere, produttori di armi belliche, re della finanza e capi di istituzioni, imprenditori edili e capi della polizia. Ci vengono presentate le loro vite con una serie di scene che ci mostrano le loro case, il loro lavoro e la vita privata. Essi rappresentano l’avidità, la bramosia del lusso, l’istinto per il dominio della guerra, la manipolazione e il controllo delle masse.

Sono individui che schiavizzano le masse più ignoranti e indifese attraverso ogni tipo di potere. Questi personaggi vogliono evolversi dal loro basso livello di coscienza per trovare la verità superiore. Per fare ciò, su indicazione dell’alchimista, si disfano di tutti i loro beni materiali e delle loro ricchezze e diventano i compagni di viaggio di Gesù, nella salita sulla montagna sacra, per carpire Il segreto mantenuto dagli immortali e regalarlo al mondo, affinché le coscienze degli uomini e di loro stessi si evolvano su un piano superiore. 

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La montagna sacra: i simboli del film

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Jodorowsky è uno studioso e appassionato dei tarocchi su cui ha scritto diversi libri. Ci conduce in questo percorso visivo alla scoperta dei loro significati. I tarocchi si dividono in 22 arcani maggiori e 56 minori. Jodorowsky ci illustra il simbolismo dei ventidue arcani maggiori per cercare la strada della realizzazione di sé. Dalla prima stazione, la carta del Matto, fino al simbolo finale universale, il Mondo. Per arrivare alla comprensione del mondo abbiamo quindi bisogno del Matto che ci illumini la strada.

Il film è colmo di simbologie esoteriche ed alchemiche nascoste in ogni inquadratura: unione dei contrari, fluidi rosso e blu che si mescolano, simboli del mercurio e della trasformazione, piume della coda di un pavone, immagini di mandala, rose a 7 petali della tradizione dei Rosacroce, simboli della psicologia junghiana. L’intero film è un viaggio allucinato e psichedelico nei meandri dell’inconscio. 

Le tematiche de La montagna sacra

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Il tema del film è quello affrontato dai più grandi cineasti della storia del cinema, il tema dei condizionamenti culturali e il percorso per rompere queste catene che ci tengono prigionieri. Jodorowsky affronta il tema però in maniera più diretta ed in chiave alchemica e spirituale. Alejandro Jodorowsky, poliedrico artista cileno di origini ucraine, scrittore poeta cineasta e guru spirituale, realizza con La montagna sacra un film grottesco e drammatico nello stesso tempo, pieno di immagini scioccanti e simboliche che cercano di rimanere ad un livello di comprensione adatto ad uno spettatore che non conosce argomenti alchemici. 

Le immagini infatti comunicano direttamente con l’inconscio senza bisogno di spiegazioni razionali, ma nel labirinto visivo di Jodorowsky comunque qualcosa sfugge ad una prima visione. Forse anche alla seconda. Ogni inquadratura, anche quelle che durano pochi secondi, ha diversi strati di significati e di simboli, sul quale bisognerebbe soffermarsi come si fa quando si legge un complesso libro illustrato o si contemplano i quadri in una galleria d’arte. Il regista cerca di guidare lo spettatore alla scoperta delle allegorie che si nascondono dietro le sue immagini. 

L’Illusione della realtà

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in India chiamano la realtà Maya che significa illusione. La realtà materiale del mondo che ci circonda è solo apparenza, esiste solo ad uno sguardo superficiale. La verità è nascosta dietro le apparenze proprio come uno schermo cinematografico: vediamo proiettati sopra di esso i nostri desideri e i nostri sogni ma se ci avviciniamo non sono reali, sono solo luci e ombre su un telo bianco. 

La fisica quantistica indaga da un po’ di tempo qual è il nucleo che costituisce la materia, ed è arrivata alla conclusione che un livello più profondo non esiste alcuna materia. Quello che esiste è soltanto energia. Tutto è energia. L’energia vibra a grandissima velocità e vibrazioni diverse producono differenti tipi di materia. Più la vibrazione è lenta e più la materia è solida. Ad esempio una roccia a una vibrazione di energia estremamente lenta. La materia dunque sarebbe pura illusione. 

Illusione non vuol dire che non esiste: proprio come lo schermo cinematografico essa è reale. Ma è solo l’apparenza di qualcos’altro che esiste realmente. Il segreto dell’immortalità secondo Jodorowsky è che in realtà la nascita e la morte non sono altro che episodi del nostro eterno vivere. 

La vita senza la morte sarebbe senza significato, un’esistenza senza fine. La morte definisce la vita e le conferisce intensità, ogni istante diventa prezioso poiché il tempo è limitato. Ma se la vita fosse eterna chi si preoccuperebbe di vivere? Secondo la visione mistica di Jodorowsky, e secondo molte tradizioni spirituali e orientali la morte è come Maya, apparenza della materia. La nostra vera vita è eterna, la materia si limita a cambiare forma attraverso il ciclo delle reincarnazione, la fiamma della vita scompare da un corpo e passa ad un altro corpo. Anche quando non c’è nessun corpo la vita continua nella dimensione Divina. 

I condizionamenti sociali

I condizionamenti sociali, nei loro aspetti più diversi, sono probabilmente uno dei temi più esplorati dai grandi cineasti. L’universo rappresentato dai Jodorowsky in La montagna sacra è un mondo prigioniero dei più violenti e orribili condizionamenti sociali. La società umana appare come una farsa assurda e folle. Le religioni, gli Stati, le industrie, le mode, le apparenze: tutto contribuisce alla realizzazione della società peggiore possibile. Perfino Gesù Cristo si rende conto di non essere altro che un icona di plastica manipolata dal potere religioso. 

Il difficile e faticoso percorso di ascesa della montagna sacra porta ad un’unica verità: che l’assurdo e grottesco teatro della società umana è soltanto un sogno, un incubo ad occhi aperti, è solo un’allucinazione. La ricerca della verità si rivela più semplice di quello che sembrava: La verità è che non c’è nulla da sapere, non c’è nulla da capire. La verità si nasconde agli sguardi superficiali e si nasconde dietro le ombre proiettate sullo schermo cinematografico, basta avvicinarsi ed osservarlo con attenzione. 

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