La New Wave iraniana nasce ispirandosi al Neorealismo italiano. The Cow di Dariush Mehrjui vi aggiunge una visione mistica e delle sequenze surreali. Un linguaggio rivoluzionario che non si era mai visto in Iran fino a quel momento, destinato a cambiare la cinematografia del paese ed a dare il via alla new wave iraniana.
La trama del film
Hassan è un povero contadino che ama la sua mucca più di ogni altra cosa. L’animale è la sua unica fonte di sussistenza e ricambia il suo amore. La macchina da presa, Hassan e la mucca danzano in un montaggio incalzante. Hassan è felice in compagnia dell’animale, si bagna al lago con la sua mucca, l’accarezza, beve l’acqua con lei.
Poi l’apparizione in campo lungo di 3 losche figure, un presagio malefico che perseguita lui e i suoi compaesani. Sono i pericolosi Bolouris, “ladri di bestiame non curanti di Dio”. Il villaggio è in balia alle credenze ed ai riti contro il malocchio nell’Islam popolare.
Un giorno Hassan si allontana dal villaggio e sua moglie scopre che la mucca è inspiegabilmente morta. I suoi compaesani molto preoccupati di quello che succederà ad Hassan quando ritornerà, del terribile dispiacere a cui l’uomo andrà incontro. Per evitare il dolore dell’amico Hassan seppelliscono il cadavere della mucca in un pozzo e decidono di non rivelargli ciò che è accaduto.
Quando torna a Hassan la sua mucca ovunque. Gli amici del paese temporeggiano dicendogli delle bugie. Gli mentono e gli raccontano che la mucca è improvvisamente scappata ma che la stanno cercando e gliela riporteranno al più presto.
Hassan, dapprima molto turbato, lentamente perde la ragione, fino ad impazzire. Si rinchiude nella stalla a mangiare fieno e crede di essere egli stesso la mucca. Gli amici cercano di consolarlo e di fargli ritrovare il senno in ogni modo, mentre il suo corpo diventa pieno di lividi.
Intanto, nella cultura del villaggio, piena di credenze religiose e di riti per proteggersi dal male, si respira nell’aria la minaccia di invasori del clan nemico. I Bouloris vestiti di nero che si aggirano sulle colline circostanti diventano immagini metaforiche di un maleficio che gli uomini non sanno spiegare.
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La distribuzione del film
Bloccato dalla censura iraniana per la rappresentazione retrograda della società contadina del paese. Una percezione che il governo aveva intenzione di cancellare completamente in favore di un’immagine e progressista. The Cow riesce di contrabbando ad entrare al festival di Venezia nel 1971 ed a vincere il premio fipresci. Viene premiato anche al festival di Berlino e al festival di Rotterdam del 1972. La mucca diventa il film cult capostipite della New wave iraniana.
La mucca: altre info sul film
Mehrjui, dopo l’esordio alla regia con una parodia di James Bond, racconta un piccolo villaggio dell’Iran profondo fuori dal tempo, vittima delle sue tradizioni arcaiche, realizzando un film memorabile e figurativamente straordinario, dieci anni prima della rivoluzione che sconvolgerà il paese.
Indimenticabile la performance dell’attore iraniano Ezzatolah Entezami, e la sua discesa negli inferi della pazzia. Il suo volto sempre più livido, la sua postura sempre più animalesca, egli sembra davvero trasformarsi nella mucca. Le sequenze in cui perde completamente la ragione e quella in cui viene catturato e legato dai suoi amici come un animale entrano di diritto nella storia del cinema.
Anche se il film La mucca è stato finanziato dal governo iraniano il suo stile è quello del cinema indipendente puro, di ispirazione neorealista. Il regista utilizza nel cast i volti autentici dell’Iran rurale. Volti inquadrati dentro a strutture in muratura come imprigionati nella loro condizione sociale.
The Cow è una raffinata critica psicologica e sociale, un messaggio di allarme sull’alienazione e il materialismo marxista. La dipendenza economica ed emotiva di Hassan dalla mucca è la metafora della dipendenza dell’uomo dalla moderna società laica e materialista.