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Carl Theodor Dreyer

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Indice dei contenuti

Al di fuori di tutto questo ricco scenario di avanguardie europee francesi tedesche e russe e di sviluppo del cinema americano esistono una lunga serie di esperienze individuali di registi che operano in altri paesi, come Carl Theodor Dreyer. In Italia negli anni Venti sembra tutto fermo e c’è una profonda crisi produttiva e distributiva. La concentrazione delle attività cinematografiche a Roma sembra frenare la creatività e i collegamenti con le altre cinematografie europee. 

Anche il cinema britannico non esprime movimenti cinematografici e avanguardie degne di nota ma in quegli anni inizia la sua carriera quello che diventerà uno dei più grandi registi della storia del cinema, Alfred Hitchcock. E’ soprattutto in Nord Europa che troviamo i cineasti più importanti che operano in solitudine: Dreyer, Sjostrom, Christensen.

Dreyer, regista del cinema ascetico

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Maestro solitario del cinema scandinavo e in questi anni Carl Th. Dreyer, regista che lavora da prima in Svezia e Danimarca e poi si sposta in Francia realizza film importanti come Le pagine del libro di Satana del 1920, L’Angelo del focolare del 1925 è un capolavoro assoluto del cinema muto La passione di Giovanna D’Arco del 1928. 

Carl Theodor Dreyer è uno dei più importanti registi della cinematografia mondiale. Maestro di uno stile molto rigoroso, ascetico e morale, egli esplora in profondità temi importanti dell’animo umano come la fede, l’amore e la morte. Dreyer rifiutò sempre la facile scorciatoia del cinema commerciale.

Infatti i suoi film non ebbero un grande successo di pubblico e furono a lungo osteggiati dalla censura come nel caso de La passione di Giovanna D’Arco, che fu vietato dalla chiesa cattolica. Molti registi moderni hanno esplicitamente dichiarato di essere stati influenzati e ispirati dal suo stile. 

Dreyer nacque a Copenaghen in Danimarca il 3 febbraio del 1889 da un umile famiglia di contadini che gli diede una rigida educazione luterana. Una educazione che influenzò successivamente la realizzazione dei suoi film. In gioventù lavorò come giornalista e incontrò il cinema sottotitolando i film muti e scrivendo sceneggiature.

Il successo arrivò con il film del 1925 La fidanzata di Glomdal, molto popolare soprattutto in Francia. Grazie a questo successo ebbe la possibilità di realizzare il suo lavoro più importante, commissionato dalla produzione francese Société General des films, La passione di Giovanna d’Arco, di cui curo personalmente anche il montaggio.

I film di Dreyer

Il Presidente (1919)

Il Presidente è un film drammatico muto danese del 1919 diretto da Carl Theodor Dreyer e basato su un romanzo di Karl Emil Franzos. È il film d’esordio di Dreyer ed è stato lodato per la sua complessità psicologica e i suoi raffinati effetti visivi.

Il film racconta la storia del presidente del tribunale Franz Victor von Sendlingen, che deve giudicare la propria figlia illegittima, Anna. Anna è accusata di aver ucciso il suo bambino appena nato e Franz Victor è convinto che sia colpevole. Tuttavia, è anche diviso tra il suo dovere di giudice e il suo amore per sua figlia.

Il film è stato girato durante l’estate del 1918 a Gotland, in Svezia. Ha avuto la sua prima in Svezia nel febbraio 1919, ma solo un anno dopo in Danimarca.

Trama

Il film inizia con una scena in cui Franz Victor von Sendlingen è seduto nella sua aula di tribunale e condanna un uomo a morte. È un giudice severo e giusto, noto per la sua imparzialità.

Un giorno, la figlia di Franz Victor, Anna, viene accusata di aver ucciso il suo bambino appena nato. Franz Victor è convinto che Anna sia colpevole ed è deciso a farla condannare.

Anna, però, è innocente e rifiuta di ammettere nulla. Ha anche paura di suo padre e cerca di evitarlo.

Durante il processo, Franz Victor viene confrontato con il suo passato. Si rende conto di aver tradito sua figlia lui stesso e inizia a dubitare della sua stessa giustizia.

Analisi

Il Presidente è un film complesso che esplora temi come colpa, vergogna e riconciliazione. Il film è anche un’indagine sulla natura umana e i dilemmi che possiamo affrontare.

Il film è stato elogiato per la sua complessità psicologica e i suoi raffinati effetti visivi. Dreyer utilizza, tra l’altro, panoramiche lente e primi piani per creare una sensazione di intensità e claustrofobia.

Il Presidente è un film importante nella storia del cinema danese ed è ancora rilevante oggi. Il film è una forte rappresentazione dei sentimenti e dei dilemmi umani, ed è un promemoria che anche le persone più giuste possono commettere errori.

Premi

  • Il Presidente ha vinto due premi al Nordisk Film Prisen nel 1919: miglior film e miglior attore protagonista (Halvard Hoff).
  • Il film è stato anche nominato per un Oscar per il miglior film straniero nel 1920.

Accoglienza

Il Presidente è stato ben accolto dalla critica quando è stato distribuito. Il film è stato elogiato per la sua complessità psicologica e i suoi raffinati effetti visivi.

Il film ha anche avuto una grande influenza sui cineasti successivi. Dreyer stesso citò Il Presidente come fonte di ispirazione per i suoi film successivi, tra cui Vredens dag (1943) e Ordet (1955).

La vedova del pastore (1920)

Trama

Un posto di pastore protestante si è reso vacante presso un villaggio, ed il giovane aspirante Söfren vi si reca, in compagnia della fidanzata Mari. Il posto gli è indispensabile: infatti il padre di Söfren gli ha proibito di sposare Mari prima di essere diventato pastore.

Söfren viene assunto e si trasferisce nella canonica con Mari. I due giovani sono felici e innamorati, ma la loro felicità è minacciata dalla presenza di Margarete, la governante della canonica. Margarete è una donna autoritaria e bigotta che non approva la relazione tra Söfren e Mari.

Un giorno, Mari viene accusata di aver ucciso il bambino che aspettava da Söfren. Söfren è sconvolto e non crede alla colpevolezza della sua amata. Tuttavia, è costretto a difendersi dalle accuse e a portare Mari in tribunale.

Al processo, Söfren è l’unico a credere nell’innocenza di Mari. Margarete, invece, è determinata a farla condannare. Alla fine, Mari viene assolta, ma la sua vita è distrutta.

Analisi

La vedova del pastore è un film drammatico che esplora temi come l’amore, la giustizia e la religione. Il film è anche una critica al puritanesimo e all’ipocrisia.

Il film è stato elogiato per la sua storia avvincente, la sua regia magistrale e le sue interpretazioni convincenti.

Premi

  • La vedova del pastore ha vinto il premio per il miglior film al festival di Venezia del 1920.
  • Il film è stato anche nominato per un premio Oscar per il miglior film straniero nel 1921.

Pagine dal libro di Satana (1921)

Trama

Il film è diviso in quattro episodi, ambientati in epoche diverse:

  • Il tradimento di Giuda: Giuda Iscariota viene incitato da Satana a tradire Gesù Cristo.
  • L’Inquisizione: Un monaco è torturato e ucciso dall’Inquisizione, che lo accusa di eresia.
  • La Rivoluzione francese: Un commissario della Convenzione Nazionale condanna a morte un innocente, in nome della rivoluzione.
  • La guerra civile finlandese: Un soldato finlandese viene ucciso da un soldato russo, in nome della patria.

In ogni episodio, Satana è presente come una forza maligna che tenta gli uomini e li porta al male.

Analisi

Pagine dal libro di Satana è un film simbolico che esplora i temi del male, del peccato e della colpa. Il film è stato influenzato dal cinema espressionista tedesco, e utilizza una serie di tecniche visive per creare un’atmosfera inquietante e oppressiva.

Il film è stato elogiato per la sua originalità e la sua forza visiva.

Premi

  • Pagine dal libro di Satana ha vinto il premio per il miglior film straniero al festival di Venezia del 1921.
  • Il film è stato anche nominato per un premio Oscar per il miglior film straniero nel 1922.

Gli stigmatizzati (1922)

Trama

Il film è ambientato in un piccolo villaggio russo, durante la prima guerra mondiale. Hanne-Liebe è una giovane donna che vive con il suo padre, un contadino. Hanne-Liebe è una donna pia e devota, e crede fermamente in Dio.

Un giorno, Hanne-Liebe viene visitata da un angelo, che le comunica che è stata scelta per portare le stigmate. Hanne-Liebe è inizialmente riluttante, ma alla fine accetta il suo destino.

Le stigmate di Hanne-Liebe attirano l’attenzione del villaggio, e lei diventa una figura controversa. Alcuni la considerano una santa, mentre altri la considerano una pazza.

Hanne-Liebe continua a portare le stigmate per il resto della sua vita, e muore in odore di santità.

Analisi

Gli stigmatizzati è un film religioso che esplora i temi della fede, della sofferenza e della redenzione. Il film è stato influenzato dal cinema espressionista tedesco, e utilizza una serie di tecniche visive per creare un’atmosfera suggestiva e spirituale.

Il film è stato elogiato per la sua originalità e la sua forza visiva.

Premi

  • Gli stigmatizzati ha vinto il premio per il miglior film straniero al festival di Venezia del 1922.
  • Il film è stato anche nominato per un premio Oscar per il miglior film straniero nel 1923.

C’era una volta (1922)

Trama

Il film è ambientato in un regno immaginario, e racconta la storia di una principessa bella e vanitosa che rifiuta tutti i suoi pretendenti. La principessa, di nome Armonica, è una giovane donna arrogante e superficiale. È convinta di essere la donna più bella del mondo, e ritiene che nessun uomo sia degno di lei.

Un giorno, un mago regala al principe di Danimarca un bollitore incantato che gli permette di passare la notte nella camera da letto della principessa fingendosi un mendicante. Il principe, di nome Svend, è un giovane uomo gentile e compassionevole. È attratto dalla bellezza di Armonica, ma è anche incuriosito dalla sua natura complessa.

Svend trascorre la notte nella camera da letto della principessa, e i due si innamorano. Armonica è affascinata dalla gentilezza e dalla compassione di Svend, e inizia a vedere il mondo in modo diverso.

Analisi

C’era una volta è un film fiabesco che esplora i temi dell’amore, dell’apparenza e della realtà. Il film è stato diretto da Carl Theodor Dreyer, uno dei più importanti registi del cinema muto.

Il film è una metafora dell’amore che trascende le apparenze. Armonica è una donna che è stata condizionata dalla sua bellezza a credere di essere superiore agli altri. Tuttavia, l’amore di Svend le permette di vedere il mondo in modo diverso, e di scoprire la sua vera natura.

Il film è anche una riflessione sulla natura dell’apparenza. Armonica è una donna che è stata condizionata a credere che la bellezza sia tutto. Tuttavia, il film mostra che la bellezza è solo un’illusione, e che ciò che è veramente importante è l’amore.

Premi

  • C’era una volta ha vinto il premio per il miglior film straniero al festival di Venezia del 1922.

C’era una volta è un film classico del cinema muto. Il film è un’opera d’arte visiva, e la regia di Dreyer è magistrale. Il film è anche una storia d’amore toccante e avvincente.

Desiderio del cuore (1924)

Desiderio del cuore (1924) è un film drammatico danese diretto da Carl Theodor Dreyer. È basato sul romanzo di Herman Bang “Mikael” (1904).

Trama

Il film racconta la storia di Mikael, un pittore omosessuale che si innamora di un giovane modello di nome Allan. Mikael è un uomo complesso e tormentato, che lotta per accettare la sua omosessualità. Allan, invece, è un giovane uomo innocente e ingenuo, che è attratto da Mikael ma non capisce la sua natura.

La relazione tra Mikael e Allan è ostacolata dalla società, che non accetta l’omosessualità. I due uomini sono costretti a vivere la loro relazione in segreto, e questo porta a una serie di conflitti e tragedie.

Analisi

Desiderio del cuore è un film importante per la sua esplorazione del tema dell’omosessualità. Il film è stato realizzato in un’epoca in cui l’omosessualità era ancora illegale e stigmatizzata, e Dreyer ha avuto il coraggio di affrontare questo tema in modo diretto e senza compromessi.

Il film è anche un’opera d’arte visiva, e la regia di Dreyer è magistrale. Dreyer utilizza una serie di tecniche cinematografiche per creare un’atmosfera intensa e claustrofobica, che riflette l’interiorità tormentata dei personaggi.

Premi

  • Desiderio del cuore è stato nominato per un premio Oscar per il miglior film straniero nel 1925.
  • Il film è considerato un classico del cinema muto.

Desiderio del cuore è un film potente e commovente che esplora temi universali come l’amore, la perdita e la accettazione. È un film che ha resistito alla prova del tempo, e che continua a essere importante oggi come lo era quando è stato realizzato.

Il padrone di casa (1925)

Trama

Il film è ambientato in Danimarca, durante la crisi economica del 1922. Viktor Frandsen è un padre di famiglia che perde il lavoro e deve affrontare difficoltà economiche. La moglie, Ida, è una donna forte e determinata, che cerca di aiutare il marito.

I problemi economici portano Viktor a diventare un uomo duro e irascibile. Egli inizia a trattare male la famiglia e la balia, Alvilda. Alvilda è una donna gentile e compassionevole, che cerca di aiutare Viktor a superare le sue difficoltà.

Analisi

Il padrone di casa è un film drammatico che esplora i temi della famiglia, della crisi economica e della redenzione. Il film è stato diretto da Carl Theodor Dreyer, uno dei più importanti registi del cinema muto.

Il film è un ritratto realistico della vita in Danimarca durante la crisi economica del 1922. Il film mostra come la crisi economica possa portare a tensioni familiari e alla perdita di valori.

Il film è anche un racconto di redenzione. Viktor è un uomo che ha sbagliato, ma che riesce a trovare la forza di cambiare. Il film mostra come l’amore e il perdono possano portare alla trasformazione.

Premi

  • Il padrone di casa ha vinto il premio per il miglior film straniero al festival di Venezia del 1925.
  • Il film è considerato un classico del cinema muto.

La fidanzata di Glomdal (1925)

Trama

Il film è ambientato in Norvegia, in un piccolo villaggio rurale. Tore Braaten è un giovane contadino che torna al suo paese natale dopo aver lavorato come bracciante agricolo per alcuni anni. Qui ritrova Berit Glomgaarden, la sua compagna di giochi d’infanzia. I due si amano e progettano di sposarsi.

Tuttavia, il padre di Berit, un ricco proprietario terriero, ha già promesso la figlia in sposa a Gjermund Haugsett, un altro giovane contadino. Berit è costretta ad accettare il matrimonio combinato dal padre, ma è profondamente infelice.

Il giorno del matrimonio, Berit fugge da casa e si rifugia a casa di Tore. I due giovani si sposano in segreto, ma la loro felicità è di breve durata. Il padre di Berit scopre la loro unione e fa arrestare Tore.

Tore viene condannato a un anno di carcere. Berit, rimasta sola, è costretta a lavorare duramente per mantenere la famiglia. Alla fine, Tore viene rilasciato dal carcere e i due giovani possono finalmente vivere insieme.

Analisi

La fidanzata di Glomdal è un film drammatico che esplora i temi dell’amore, della famiglia e della società. Il film è stato diretto da Carl Theodor Dreyer, uno dei più importanti registi del cinema muto.

Il film è un ritratto realistico della vita rurale in Norvegia all’inizio del XX secolo. Il film mostra come la società possa ostacolare l’amore e la felicità degli individui.

Il film è anche un racconto di amore e resistenza. Tore e Berit sono due giovani che lottano per il loro amore e per la loro felicità. Il loro amore è una forza potente che riesce a superare le difficoltà e a vincere.

Premi

  • La fidanzata di Glomdal ha vinto il premio per il miglior film straniero al festival di Venezia del 1926.
  • Il film è considerato un classico del cinema muto.

La passione di Giovanna D’Arco (1928)

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La passione di Giovanna D’Arco uno dei film assolutamente imperdibili del cinema muto e realizzato da Dreyer con la collaborazione di uno staff tecnico di altissimo livello come il direttore della fotografia Rudolph Matè.

Il film ha una grandissima ispirazione religiosa e morale  ed è un esemplare sintesi di tutte le più innovative tecniche e stili cinematografici visti fino a quel momento. Il processo viene mostrato con una varietà di inquadrature di angolazioni geometriche estreme e di un montaggio rapido che rendono con estrema potenza la tragedia e il dolore della vicenda. 

La passione di Giovanna D’Arco è un film in cui si condensa il meglio della sperimentazione di tutte le avanguardie europee. Forse il film in cui il cinema muto raggiunge la sua massima espressione. Film di un rigore assoluto con scenografie quasi ridotte a zero. Sfondi bianchi e lunghe ombre che evocano la tragedia della vicenda.

A tratti un kammerspiel esemplare costruito soprattutto con i primi piani dell’attrice Renée Falconetti, senza alcun trucco, con tutte le imperfezioni del tuo volto. Inquadrature minacciose e sghembe degli inquisitori e primi piani intensi di Giovanna D’Arco, dei suoi occhi che consentono quasi di scrutare la sua anima.

Nella scena della tortura Dreyer sembra invece ispirarsi alle avanguardie sovietiche e all’espressionismo tedesco. Per il montaggio delle scene nella camera della tortura Dreyer sembra invece ispirarsi allo stile sovietico ed impressionista.

La censura del capolavoro di Dreyer

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L’unica proiezione originale del film fu alla sua premier di Copenaghen nel 1928. Dopo di essa la passione di Giovanna D’Arco andò incontro ad una serie di vicissitudini incredibili e all’opposizione totale della Chiesa Cattolica.

Da prima censurato e rimontato in Francia su ordine dell’arcivescovo di Parigi, il negativo della copia originale  andò misteriosamente distrutto in un incendio all’UFA di Berlino. Dreyer rimonto una versione alternativa con scene non utilizzate ma incredibilmente dopo alcuni mesi anche questa andò distrutta in un incendio. Lo sventurato regista non riuscì mai a vedere il successo del suo capolavoro. 

Solo nel 1951 lo storico cinematografico Lo Duca trovò una copia di una seconda versione nei sotterranei della Gaumont, a cui aggiungerà una colonna sonora e che rimarrà per molti anni l’unica versione disponibile del film.

L’epilogo però è un vero e proprio colpo di scena cinematografico: in un ospedale psichiatrico di Oslo fu ritrovata per caso una copia in ottime condizioni. Era il negativo originale della copia andata perduta nell’incendio di Berlino. 

Vampyr (1932)

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Negli anni trenta Dreyer realizza un altro capolavoro, Vampyr, del 1932, che si allontana dai codici del genere horror dell’epoca per proporre una storia di pazzia e di terrore molto personale. Un modo di raccontare con immagini perturbanti che riesce a creare un’autentica inquietudine e un senso di minaccia nello spettatore che va oltre il genere. 

La credibilità che Dreyer si era guadagnato con la passione di Giovanna d’Arco non gli consentì facilmente di realizzare un nuovo film. Il pubblico non lo aveva premiato al botteghino del cinema a causa del suo stile difficile ed estraneo alle dinamiche commerciali.

Fu solo grazie all’interesse di un mecenate, il giovane Barone Nicolas de Gunzburg, che il regista potè realizzare con un budget molto basso il suo film successivo, ispirato ai racconti di uno scrittore irlandese dell’800, Sheridan Le Fanu.

Un film che si occupa di occultismo e demonologia e disegna un affresco della tradizione più oscura del Romanticismo tedesco e anglosassone. Vampyr sarà presentato a Berlino nella primavera del 1932. Il film è un condensato delle ossessioni di Dreyer che oscilla tra sogno e realtà.

La storia di Vampyr

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E’ il racconto di un orrore reale e concreto che il protagonista incontra nel suo percorso. David Gray capita casualmente in un piccolo villaggio avvolto dalla nebbia e da un’atmosfera malefica. 

Decide di passare la notte in una tetra locanda e riceve un’inaspettata visita di un vecchio signore che gli lascia un pacco. Sopra c’è scritto che dovrà essere aperto solo dopo la sua morte.

Poi l’uomo scompare. Il giovane cerca di ritrovare il misterioso personaggio uscendo dalla locanda e incontra delle presenze misteriose che gli indicano dove trovarlo. Poi giunge ad un edificio in rovina apparentemente disabitato ma in realtà popolato da spiriti malefici.

Gray proseguirà il suo cammino fino ad imbattersi nell’omicidio del vecchio signore che gli aveva consegnato il pacco che, una volta aperto, rivela al suo interno la presenza di un libro: La strana storia dei vampiri.

Lo stile di Dreyer in Vampyr

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Il titolo originale del film è Il sogno di Allan Gray ed è rivelatore della dimensione onirica e di incubo in cui il film è ambientato. Non c’è affatto traccia di logica e razionalità. La trama serve a Dreyer come pretesto per creare una serie di invenzioni visive oniriche eccezionali che dopo 90 anni stupiscono ancora il pubblico e i registi di tutto il mondo. Ogni scena sembra davvero emergere dal subconscio più profondo ed oscuro del protagonista. 

Anche stavolta purtroppo il pubblico non comprende appieno il cinema di Dreyer e film si rivela un clamoroso insuccesso, causando una depressione al regista. Dovranno passare molti anni affinché Vampyr sia ampiamente rivalutato dalla critica cinematografica e diventi una delle opere fondamentali della storia del cinema, in particolare del cinema Horror, insieme a Nosferatu di Murnau e Dracula di Tod Browning. 

Film che hanno dato spunto e ispirazione per molti film dell’orrore dei decenni successivi. Vampyr di Dreyer però è molto diverso sia dal film di Murnau che da quello di Browning e si discosta più in generale anche dai canoni del cinema Horror. 

La scelte di Dreyer sui dialoghi

E’ fondamentalmente un film sperimentale sulla psiche e sulle immagini oniriche immerso in un’atmosfera sospesa e irreale.

Dreyer aveva dovuto affrontare la difficoltà di realizzare il film in tre lingue diverse per poterlo distribuire in più mercati linguistici, ma all’epoca le lavorazioni di doppiaggio e sincronizzazione erano molto complesse. Si preferiva girare direttamente i dialoghi nelle differenti lingue. 

Per affrontare questo problema il regista decise di ridurre al minimo i dialoghi e usò le didascalie tipiche del cinema muto. Questa mancanza di dialoghi rende il film ancora più suggestivo, pervaso da un atmosfera irreale. Anche grazie alla straordinaria fotografia di Rudolph Maté che riempie le immagini di ombre inquietanti e bagliori misteriosi.

Una delle tecniche più utilizzate dal direttore della fotografia fu quella di usare come filtro sull’obiettivo della macchina da presa un velo di garza con cui ottenne immagini circondate da un alone etereo quasi impercettibile. Mentre il racconto cinematografico procede le sperimentazioni fotografiche si moltiplicano. 

Prendono vita sequenze davvero indimenticabili, come quella del terribile finale che qui non riveliamo per chi non avesse visto ancora il film. Nonostante i molti film realizzati sulla figura del vampiro Vampyr di Dreyer rimane ancora oggi uno degli esperimenti cinematografici più estremi ed originali. Un’opera che si discosta notevolmente dai cliché più comuni di questa creatura tipica del cinema dell’orrore.

E’ un film che invece cerca di mostrare l’essenza nascosta della psiche del mostro e il suo potere di trasformare la realtà in un mondo di ombre oscure e deformazioni della realtà, trascinando i protagonisti e lo spettatore in un incubo ad occhi aperti.

Mødrehjælpen (1942)

Mødrehjælpen (1942) è un cortometraggio danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è un documentario che illustra il lavoro dell’organizzazione danese Mødrehjælpen, che fornisce assistenza alle madri in difficoltà.

Trama:

Il film segue la storia di Erna, una giovane donna che scopre di essere incinta. Erna è single e non ha un lavoro fisso. È inizialmente indecisa su cosa fare, ma alla fine decide di tenere il bambino.

Erna si rivolge a Mødrehjælpen per ricevere assistenza. L’organizzazione fornisce a Erna supporto finanziario, un alloggio e assistenza medica. Erna dà alla luce un bambino sano e inizia a ricostruire la sua vita.

Analisi:

Mødrehjælpen (1942) è un film importante per la sua esplorazione dei temi della maternità e della povertà. Il film è anche un documento storico che illustra il lavoro di Mødrehjælpen, che è un’organizzazione ancora attiva oggi.

Premi:

  • Mødrehjælpen (1942) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1942.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 12 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Nordisk Film.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1942.

Dies irae (1943)

Dies irae (1943) è un film drammatico danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è basato sulla storia vera di Anne Pedersdotter, una donna accusata di stregoneria e condannata a morte nel 1623.

Trama:

Il film è ambientato nella Danimarca del XVII secolo. Anne Pedersdotter è una giovane donna che sposa un vecchio pastore protestante, Absalon. Anne è la figlia di una donna accusata di stregoneria e condannata a morte.

Anne è una donna gentile e compassionevole, ma è anche una donna forte e indipendente. Non si adatta alle rigide regole della società del tempo e viene spesso criticata dal marito e dalla comunità.

Analisi:

Dies irae (1943) è un film potente e inquietante che esplora i temi della superstizione, della misoginia e della giustizia. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sua fotografia e la sua interpretazione.

Premi:

  • Dies irae (1943) ha vinto il premio per la migliore regia al Festival di Venezia nel 1943.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 90 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Palladium Productions.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1943.

Due esseri (1945)

Due esseri (1945) è un film drammatico svedese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film racconta la storia di due persone, un uomo e una donna, che si incontrano e si innamorano, ma che alla fine si separano a causa delle loro differenze.

Trama:

Il film è ambientato in Svezia, in un piccolo villaggio rurale. Il protagonista è David, un giovane pastore protestante. David è un uomo gentile e compassionevole, ma è anche un uomo represso e insicuro.

Un giorno, David incontra Anna, una giovane donna che si è appena trasferita nel villaggio. Anna è una donna forte e indipendente, che non si conforma alle rigide regole della società.

David e Anna si innamorano, ma la loro relazione è ostacolata dalla differenza di classe e di cultura. David è in conflitto tra i suoi sentimenti per Anna e le sue convinzioni religiose.

Analisi:

Due esseri (1945) è un film intimo e struggente che esplora i temi dell’amore, della perdita e della fede. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sua fotografia e la sua interpretazione.

Premi:

  • Due esseri (1945) ha vinto il premio per il miglior film svedese al Festival di Göteborg nel 1945.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 75 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Svensk Filmindustri.
  • Il film è stato distribuito in Svezia nel 1945.

L’acqua nella campagna (1946)

L’acqua nella campagna (1946) è un film drammatico danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film racconta la storia di una giovane donna che cerca di trovare il suo posto nel mondo.

Trama:

Il film è ambientato in Danimarca, in una piccola comunità rurale. La protagonista è Anne, una giovane donna che ha appena perso la madre. Anne è una donna fragile e insicura, che non si sente a suo agio nella comunità.

Anne cerca di trovare un senso alla sua vita e un posto dove sentirsi a casa. Si innamora di un giovane uomo, ma la loro relazione è ostacolata dalle differenze sociali.

Alla fine, Anne decide di lasciare la comunità e partire alla ricerca di un nuovo inizio.

Analisi:

L’acqua nella campagna (1946) è un film intimo e poetico che esplora i temi della perdita, della crescita e della ricerca di sé. Il film è stato elogiato per la sua regia, la sua fotografia e la sua interpretazione.

Premi:

  • L’acqua nella campagna (1946) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1946.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 85 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Palladium Productions.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1946.

Kampen mod kræften (1947)

Kampen mod kræften (1947) è un cortometraggio danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è un documentario che illustra il lavoro dell’organizzazione danese Kræftens Bekæmpelse, che fornisce assistenza ai pazienti oncologici.

Trama:

Il film segue la storia di tre pazienti oncologici, un uomo, una donna e un bambino. Il film illustra le loro esperienze con la malattia, il trattamento e la riabilitazione.

Analisi:

Kampen mod kræften (1947) è un film importante per la sua esplorazione dei temi della malattia e della sofferenza. Il film è anche un documento storico che illustra l’evoluzione della cura del cancro nel XX secolo.

Premi:

  • Kampen mod kræften (1947) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1947.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 15 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Palladium Productions.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1947.

Landsbykirken (1947)

Landsbykirken (1947) è un cortometraggio danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è un documentario che illustra l’evoluzione delle chiese rurali danesi attraverso i secoli.

Trama:

Il film inizia con una panoramica delle prime chiese rurali danesi, costruite in legno e semplici. Il film segue poi l’evoluzione delle chiese nel corso dei secoli, con l’introduzione di materiali più durevoli, come la pietra e il mattone, e l’aggiunta di elementi decorativi, come le vetrate colorate e gli affreschi.

Analisi:

Landsbykirken (1947) è un film importante per la sua esplorazione della storia e della cultura danesi. Il film è anche un documento storico che illustra l’evoluzione dell’architettura religiosa in Danimarca.

Premi:

  • Landsbykirken (1947) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1947.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 14 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Preben Frank Film per Dansk Kulturfilm.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1947.

Raggiunsero il traghetto (1948)

Raggiunsero il traghetto (1948) è un cortometraggio danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è un documentario che illustra l’importanza della sicurezza stradale.

Trama:

Il film segue la storia di un uomo e di una donna che si stanno recando in vacanza in macchina. Durante il viaggio, l’uomo commette una serie di errori di guida, che mettono a rischio la sicurezza sua e della donna.

Analisi:

Raggiunsero il traghetto (1948) è un film importante per la sua promozione della sicurezza stradale. Il film è anche un documento storico che illustra le condizioni stradali in Danimarca negli anni ’40.

Premi:

  • Raggiunsero il traghetto (1948) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1948.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 15 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Palladium Productions.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1948.

Thorvaldsen (1949)

Thorvaldsen (1949) è un cortometraggio danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film è un documentario che illustra la vita e l’opera dello scultore danese Bertel Thorvaldsen (1770-1844).

Trama:

Il film inizia con una panoramica della vita di Thorvaldsen, dalla sua nascita a Copenaghen nel 1770 alla sua morte a Roma nel 1844. Il film illustra la sua formazione artistica, la sua carriera internazionale e la sua influenza sulla scultura.

Analisi:

Thorvaldsen (1949) è un film importante per la sua promozione della cultura danese. Il film è anche un documento storico che illustra la vita e l’opera di uno dei più importanti scultori del XIX secolo.

Premi:

  • Thorvaldsen (1949) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1949.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 10 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Preben Frank Film per Dansk Kulturfilm.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1949.

Il ponte di Storstrom (1950)

Il ponte di Storstrom (1950) è un cortometraggio documentario danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film illustra la costruzione del ponte Storstrom, un ponte sospeso che collega le isole di Sjælland e Falster in Danimarca.

Trama:

Il film inizia con una panoramica del ponte, dalla sua progettazione alla sua costruzione. Il film illustra le sfide tecniche e le difficoltà incontrate durante la costruzione del ponte.

Analisi:

Il ponte di Storstrom (1950) è un film importante per la sua documentazione di un importante progetto di ingegneria civile. Il film è anche un esempio della capacità di Dreyer di catturare la bellezza della natura in movimento.

Premi:

  • Il ponte di Storstrom (1950) ha vinto il premio per il miglior film danese al Festival di Venezia nel 1950.

Altre informazioni:

  • Il film è stato girato in bianco e nero e dura circa 7 minuti.
  • Il film è stato prodotto da Preben Frank Film per Dansk Kulturfilm.
  • Il film è stato distribuito in Danimarca nel 1950.

Un castello in un castello (1954)

Un castello in un castello (Et Slot i et Slot) (1954) è un cortometraggio documentario danese diretto da Carl Theodor Dreyer. Il film illustra la storia e l’architettura del castello di Kronborg, situato a Helsingør, in Danimarca.

Trama:

Il film inizia con una panoramica del castello, dalla sua costruzione nel XVI secolo alla sua storia. Il film illustra le varie parti del castello, come la Torre di Holger Danske, la Sala del Trono e il Teatro della Corte.

Analisi:

Un castello in un castello (1954) è un film importante per la sua documentazione di un importante monumento storico danese. Il film è anche un esempio della capacità di Dreyer di catturare la bellezza della natura in movimento.

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