Storia del cinema: dai pionieri a oggi

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Precinema

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La storia del cinema inizia ben prima di i fratelli Lumière, e si perde nella notte dei tempi. Il potere delle immagini mentali che si manifesterà al suo massimo grado con il cinema fa parte della natura dell’uomo da sempre. Dal mito della caverna di Platone alle intuizioni di altri filosofi dell’antica Grecia. Dalle pitture rupestri degli uomini delle caverne alla colonna traiana dell’antica Roma, l’uomo ha sempre cercato di dare movimento alle immagini dipinte o scolpite, nel modo in cui le vedeva in movimento nella sua mente, le sogni ad occhi aperti, nella attività onirica o nelle intuizioni quotidiane.

Il precinema è tutto quello che accadde prima dell’invenzione del cinema. Ah furono solo i fratelli Lumière ad inventarlo ma c’erano sparsi per il mondo decine di uomini che avevano già brevettato invenzioni diverse per raggiungere lo stesso risultato: la proiezione delle immagini su grande schermo.

La prima tappa di quella che è forse la più grande invenzione nella storia del cinema e la tecnica fotografica la raggiunse Leonardo da Vinci, inventando la camera oscura e il codice Atlantico per i suoi progetti. Ma la nascita della macchina fotografica vera e propria era ancora molto lontana.

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Le invenzioni del pre-cinema

Nel XIX secolo le invenzioni e marchingegni che si avvicinavano progressivamente al cinema si susseguirono ad un ritmo incalzante.

La lanterna magica

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Fu inventata la lanterna magica, una scatola dentro alla quale veniva inserita una luce che proiettando il suo fascio verso l’esterno proiettava su un muro le immagini disegnate su una lastra di vetro fra posta tra la fonte di luce e l’esterno.

Un tipo particolare di Lanterna magica che funzionava per visioni individuali anziché collettive, un po’ come i nostri dispositivi connessi a Internet oggi, era il mondo nuovo. Una scatola nella quale era necessario guardare una persona alla volta dentro un foro per vedere le fantasmagorie di immagini.

L’imbonitore

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L’idea più entusiasmante però sembrava essere quella di inventare qualcosa che perfeziona asse lo spettacolo collettivo. L’imbonitore era una via di mezzo tra un presentatore televisivo è un attore teatrale che commentava e intratteneva il pubblico durante le proiezioni delle immagini della lanterna magica. La sua funzione era quella di dare vita ha i dialoghi dei personaggi e dare delle sfumature emotive dello spettacolo. Questa figura professionale sarebbe continuata ad esistere anche nei primi anni di vita del Cinematografo.

Alla base di tutte queste invenzioni c’era la scoperta del fenomeno della persistenza retinica secondo il quale le immagini persistono nell’occhio umano una frazione di secondo. Questo è il principio che consente all’occhio umano di percepire le immagini in movimento, e fu perfezionato successivamente scegliendo la frequenza ottimale un fotogramma ogni venticinquesimo di secondo.

Altre invenzioni

Nella prima metà del XIX secolo le invenzioni per vedere le immagini in movimento si moltiplicano. Taumatropio kinetoscopio, zootropio, prassinoscopio, teatro ottico. Parigi sembrava essere il centro di tutte queste invenzioni che precedettero il Cinematografo dei Fratelli Lumiere. Il teatro ottico di Reynaud che univa i principi del prassinoscopio e del teatro ottico facendo scorrere le lastre di vetro dentro al marchingegno riscosse un enorme successo ma L’invenzione della fotografia che arrivo subito dopo determinò il suo fallimento. Reynaud, disperato, distrusse tutte le sue creazioni su lastre di vetro e solo 2 sono arrivate fino a noi. Ma egli fu di grande ispirazione per l’invenzione del cinema di animazione e per i fratelli Lumière.

L’invenzione della fotografia

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L’invenzione della fotografia perfezionata da Niépce e Daguerre pose le basi per il Cinematografo. La prima fotografia fu scattata nel 1826 da Niépce e ritraeva una finestra. Erano necessarie molte ore per lo sviluppo delle lastre fotografiche che reano fatte di metallo. Daguerre migliorò molto l’invenzione con le sue lastre di rame che consentivano lo sviluppo in tempi molto più rapidi.

Per poter vedere però le immagini in movimento era necessario impressionare un grande numero di fotografie una dopo l’altra in modo rapido. Un grande contributo arrivò da George Eastman con l’invenzione del rullo fotografico di carta sensibile che consentiva di scattare molte fotografie senza cambiare le lastre.

Impressionare e far scorrere le singole fotografie in rapida successione fu la sfida più difficile per arrivare alle prime proiezioni cinematografiche. Muybridge for example, he had the idea of placing 12 cameras side by side to film the race of a horse. Étienne-Jules Marey inventò il fucile fotografico che era capace di impressionare 12 fotografie in un secondo. Somigliava molto ad un vero e proprio fucile. It became clear in his experiments, however, that 12 frames in a second weren’t enough and the motion in his footage was jerky.

Storia del cinema e Thomas Edison

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L’apparecchio che rendeva meglio l’impressione delle immagini in movimento fu inventato da Thomas Edison negli Stati Uniti e si chiamava il kinetoscopio. Una grande scatola dove inserendo una moneta e girando una manovella le persone potevano far scorrere le immagini impresse in un rullo. Edison si concentrò sullo sfruttamento commerciale della sua invenzione che riscosse subito un grande successo. Ma il suo limite era che non era concepita per proiezioni collettive.

Nel frattempo, in vari paesi paesi del mondo, altri inventori cercavano di perfezionare le loro invenzioni per proiettare immagini in movimento e avrebbero portato avanti la storia del cinema.

I fratelli Lumière

Lumiere

La famiglia Lumière era proprietaria a Lione di una fiorente industria di materiale fotografico. Una sera tornando a casa il padre dei Fratelli Lumière, Antoine, raccontò loro dell’invenzione di Edison. Ne era affascinato, ma pensava che era imperfetta, bisognava superare il limite dell’uso individuale e riuscire ad ottenere proiezioni collettive.

Era nato il Cinematografo. I fratelli Lumière iniziarono a girare i loro primi film nei primi mesi del 1895 e nel dicembre dello stesso anno organizzarono la celebre proiezione che mostrava gli operai uscire dalla loro fabbrica al caffè dei Cappuccini di Parigi, il 28 dicembre. l’uscita dalle officine Lumiere era il primo documentario della storia, a cui ne seguirono molti altri.

Lo stupore del pubblico in sala e l’immediato successo dell’invenzione resero in pochi mesi il Cinematografo famoso in tutto il mondo. Quello straordinario apparecchio riproduceva la vita. Era iniziata la storia del cinema. Tra il pubblico di quella prima proiezione c’era un signore che si chiamava Georges Melies, che entusiasta di quello che aveva visto, decise di chiedere ai Fratelli Lumiere se era possibile acquistare un loro apparecchio. Ottenne un rifiuto, ma dopo poco tempo, con ostinazione, ne avrebbe fatto costruire uno proprio.

I fratelli Lumière assunsero molti cineoperatori e li mandarono in giro per il mondo per realizzare cortometraggi documentari da proiettare nei loro spettacoli. Ma non erano convinti che il Cinematografo fosse un’invenzione con un grande futuro e abbandonarono l’attività già nel 1901, tornando a lavorare con la fotografia e lo sviluppo di pellicole a colori.

Storia del cinema: George Méliès

Méliès

George Méliès era stato un ragazzino ribelle. Scappato di casa a causa di un padre autoritario di diventare un commerciante ed aveva seguito la tua passione per la magia e il teatro viaggiando in Inghilterra ed in altri paesi europei. Tornato a Parigi aveva incominciato a lavorare al teatro Houdini, di cui divenne successivamente il proprietario, dove metteva in scena i suoi spettacoli di magia.

Affascinato dal Cinematografo fece costruire da un suo ingegnere un apparecchio simile e iniziò a utilizzarlo per filmare i suoi spettacoli. A lui si devono molte invenzioni che contribuirono a fare del cinema uno spettacolo magico: sparizioni, sovrapposizioni, animazioni e colorazione delle pellicole. Méliès credeva davvero nel Cinematografo fino al punto da farsi costruire nel giardino della sua villa fuori Parigi un grande teatro di posa, fatto esclusivamente di vetro. I raggi del sole penetravano ad ogni ora del giorno e poteva girare al suo interno tutti i suoi film, nei quali recitava e curava tutti i dettagli.

Qualcuno ha detto che se i Lumière hanno inventato il cinematografo Méliès ha inventato il cinema. Con lui nascono i film di finzione ed il genere fantastico, storico e di avventura. I suoi film, fatti di inquadrature fisse che si susseguono una dopo l’altra come tappe di un viaggio, mettono in scena mondi di fantasia straordinari e poetici, con invenzioni narrative e visive incredibili.

Méliès è un artigiano che cura tutti gli aspetti della creazione dei propri film. Addirittura li fa colorare a mano fotogramma per fotogramma. E’ il primo artista del cinema a realizzare dei veri e propri capolavori, come “Viaggio nell’impossibile” e “La conquista del Polo” e altri:

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Realizza oltre 500 cortometraggi molti dei quali sono andati perduti. Prtroppo, come altri pionieri-artigiani della storia del cinema, non riuscirà a reggere la competizione con lo sviluppo industriale del cinema che si sviluppò rapidissimo nei primi anni del 900, sia in Francia con la Pathè e la Gaumont, sia in altri paesi del mondo. Finirà per rincontrare una sua attrice con cui aveva collaborato molti anni prima che aveva aperto un chiosco di bibite in una stazione di Parigi e l’aiuterà a gestire il chiosco.

La scuola di Brighton

La scuola di Brighton

Intanto a Brighton, in Inghilterra, George Albert Smith e James Williamson avevano creato un club di registi che ebbero grande impatto sulla storia del cinema. I film della scuola di Brighton crearono innovazioni fondamentali nel linguaggio cinematografico: la ripresa in movimento, o carrello, di cui abbiamo un primo esempio nel cortometraggio Un bacio nel tunnel e l’utilizzo del montaggio all’interno di una stessa scena, con stacchi sui primi piani degli attori e su dettagli dell’inquadratura principale. Anche la soggettiva, l’inquadratura che rappresenta il punto di vista di un personaggio di un film, e il campo e controcampo, codici fondamentali del cinema moderno, sono novità inventate da loro. Il racconto cinematografico e le singole scene, con i registri della scuola di Brighton, diventano più articolati e strutturati.

La storia del cinema diventa industria: Pathè e Gaumont

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In Francia nel frattempo c’è un grande fermento. Il paese è l’epicentro culturale del mondo. Nascono 2 grandi produzioni cinematografiche con l’intento di industrializzare il Cinematografo e farlo diventare un prodotto commerciale per il pubblico di Massa: la Pathè la Gaumont. Una terza, Les films D’art era invece specializzata in film d’essai. Venne creata è sviluppata dagli attori teatrali che lavoravano alla Comèdie Francaise per realizzare film rivolti ad un pubblico d’elite, più acculturato ed esigente.

A rendere celebre la Pathè e la Gaumont nella storia del cinema furono soprattutto i film di Ferdinand Zecca, Segundo De Chomon, Alice guy ed il cinema di animazione di Emil Cohl. Altri registi e scrittori inventarono personaggi cinematografici che divennero molto popolari, come Fantomas e le Vampires. Les Films D’art invece si affidava molto sui suoi attori, già noti in tutta la Francia, che pubblicizzava accuratamente sulle locandine e sul materiale pubblicitario dei propri film. Les Films D’art creò il primo Star System, che avrebbe condizionato la nascita del cinema hollywoodiano negli Stati Uniti e che influenza ancora oggi la produzione di film ovunque.

il cinema stava perdendo la sua vocazione artigianale ed artistica dei pionieri per trasformarsi in un fenomeno di intrattenimento commerciale di massa. Una macchina per fabbricare sogni e fare soldi.

Il cinema di avanguardia

Eisenstein

Negli anni ’20 nacque un vasto panorama di sperimentazione del cinema europeo da parte di artisti delle di altre discipline artistiche come il cubismo, il dadaismo e il surrealismo, che diedero contributi importanti allo sviluppo della storia del cinema dell’epoca e dei decenni successivi, fino ad arrivare fino ai giorni nostri: il cinema di avanguardia.

L’impressionismo e nuove forme di ricerca cinematografica sostituirono negli anni 20 il film industriale in Francia. La produzione dei film francesi negli anni 20 diminuisce drasticamente. Il cinema si produce molto di più negli Stati Uniti e in Germania.

I film industriali avevano spesso costi molto alti e i fallimenti finanziari erano frequenti. Dirigenti della Pathé e della Gaumont avevano capito che si poteva rischiare molto meno dedicandosi alla distribuzione piuttosto che realizzare nuovi film.

Anche se a metà degli anni Venti la Francia produce solo una cinquantina di lungometraggi e gli Stati Uniti 729, per le strade di Parigi e di altre città c’era un grande fermento culturale. Nacquero più cineclub che in ogni altra parte del mondo. C’era la possibilità di assistere a dibattiti, rassegne di film, nascevano riviste di avanguardia.

L’avanguardia russa nasce dopo la rivoluzione, nel contesto dell’Ottobre delle arti. E’ una delle avanguardie più radicali. L’ottobre delle Arti è una stagione ricca per molti registi non convenzionali: cubofuturismo, teatro sperimentale, cinema. Il movimento del Proletkult, di cui fa parte Eisenstein, cercheranno la spettacolarità della cultura legata al proletariato.

In tutto questo fermento le intenzioni comuni erano di avvicinare l’arte all’uomo di strada e alle masse popolari. Il cinema entra in contatto quindi con i soldati della rivoluzione e con tutto il proletariato. Dziga Vertov viene da una formazione musicale ed è influenzato dal Futurismo italiano e dal costruttivismo.

Andrè Breton fu il fondatore del surrealismo. Tutti i suoi colleghi erano interessati al mondo onirico, a tutto ciò che si manifesta nell’inconscio e fuori dai significati ordinari del mondo, alle associazioni automatiche di idee che avvengono oltre la coscienza, a ciò che avviene dopo la perdita di qualsiasi razionalità o controllo del pensiero.

Il regista spagnolo Luis Buñuel e il pittore Salvador Dalì realizzarono insieme nel 1928 Un Chien andalou, un film destinato a segnare il cinema surrealista. Altri film surrealisti sono il film di Jean Cocteau intitolato Le Sang d’un poète (1930), ed in parte anche L’Atalante di Jean Vigo.

Al di fuori delle principali avanguardie ci sono diversi registi che lavorano altrove, come Carl Theodor Dreyer. In Italia c’è una profonda crisi produttiva e distributiva. Anche il cinema inglese non ha movimenti cinematografici interessanti, anche se intanto inizia la sua carriera un giovanissimo Alfred Hitchcock. E’ soprattutto in Nord Europa che troviamo i cineasti più importanti come Dreyer, Sjostrom, Christensen.

Espressionismo

L’espressionismo tedesco è un movimento artistico che ha avuto un grande impatto sulla cultura tedesca nel periodo tra le due guerre mondiali. Nel campo del cinema, l’espressionismo tedesco ha portato ad alcune delle opere più innovative e influenti della storia del cinema.

L’espressionismo tedesco nel cinema si caratterizza per l’utilizzo di tecniche come l’illuminazione contrastata, la messa in scena teatrale, le ombre esagerate e i decori surreali. Queste tecniche sono state utilizzate per creare un’atmosfera di tensione e di mistero, per esplorare l’angoscia umana e per riflettere sulle turbolenze sociali e politiche del periodo.

Uno dei film più importanti del periodo dell’espressionismo tedesco è stato “Il gabinetto del dottor Caligari” del 1920, diretto da Robert Wiene. Il film è considerato uno dei capolavori del cinema muto e ha influenzato molti registi successivi. Il film è stato girato in uno stile altamente stilizzato e utilizza l’illuminazione contrastata e i decori surreali per creare un’atmosfera onirica e inquietante.

Un altro importante film dell’espressionismo tedesco è stato “Metropolis” del 1927, diretto da Fritz Lang. Il film è stato una grande produzione e ha rappresentato un enorme sforzo creativo e tecnico. Il film utilizza l’illuminazione contrastata e i decori futuristici per creare una visione distopica della società industriale. Il film è stato un successo commerciale, ma ha anche suscitato polemiche per la sua rappresentazione del conflitto tra le classi sociali.

Altri importanti registi dell’espressionismo tedesco includono F.W. Murnau, che ha diretto “Nosferatu il vampiro” del 1922, e G.W. Pabst, che ha diretto “L’opera da tre soldi” del 1931. Questi registi hanno utilizzato l’illuminazione contrastata e la messa in scena teatrale per creare un’atmosfera di angoscia e di disorientamento, e hanno esplorato temi come la morte, la follia e l’alienazione.

In sintesi, l’espressionismo tedesco nel cinema è stato un movimento artistico che ha portato a molte delle opere più innovative e influenti della storia del cinema. I registi dell’espressionismo tedesco hanno utilizzato tecniche come l’illuminazione contrastata e i decori surreali per creare un’atmosfera di tensione e di mistero, e hanno esplorato temi come la morte, la follia e l’alienazione.

Kammerspiel

Il Kammerspiel è un termine tedesco che significa letteralmente “gioco da camera”. Si riferisce a un tipo di cinema che è stato sviluppato in Germania durante gli anni ’20. Il Kammerspiel è stato un importante movimento cinematografico che ha avuto un impatto significativo sulla storia del cinema.

Il Kammerspiel si distingue per la sua enfasi sulla rappresentazione della vita quotidiana e dei personaggi realistici. Gli ambienti erano spesso ristretti e claustrofobici, con la maggior parte dell’azione che si svolgeva all’interno di un’unica location. Gli attori dovevano essere molto naturalistici e il linguaggio verbale era spesso limitato.

Il Kammerspiel è stato sviluppato come reazione all’epoca del cinema espressionista tedesco, che era caratterizzato da immagini surreali, deformate e spesso grottesche. Il Kammerspiel cercava invece di rappresentare la realtà in modo crudo e sincero.

Tra i film più rappresentativi del movimento c’è il capolavoro “L’ultima risata” (1924) e diretto da F.W. Murnau.

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Il Kammerspiel ha avuto un’influenza duratura sul cinema europeo e americano. Il movimento ha ispirato registi come Ingmar Bergman e Woody Allen, che hanno adottato molte delle tecniche narrative del Kammerspiel nei loro film.

Storia del cinema delle origini in Giappone

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La storia del cinema giapponese inizia anch’essa con il cinetoscopio di Thomas Edison che fu esportato in Giappone nel 1896. I cameraman di Lumière girare film anche in Giappone. Il primo film giapponese risale al 1897. I fantasmi erano il tema più popolare.

I Benshi si mettevano accanto allo schermo e raccontavano le immagini mute in movimento. I Benshi potevano essere accompagnati dalla musica come i film miti nei cinema occidentali. Nel 1908, Shōzō Makino, il regista pioniere del cinema giapponese, iniziò la sua attività.

Onoe diventò la prima star del cinema giapponese, apparendo in oltre 1.000 film, principalmente cortometraggi, tra il 1909 e il 1926. Il primo studio di produzione cinematografica giapponese fu creato nel 1909 a Tokyo.

I film giapponesi hanno avuto successo a metà degli anni ’20, grazie al fascino di alcune star. Registi come Daisuke Itō e Masahiro Makino hanno realizzato film di samurai come A Diary of Chuji’s Travels e Roningai con scene di battaglia che furono dei successi Alcune star, come Tsumasaburo Bando, Kanjūrō ​​Arashi, Chiezō Kataoka, Takako Irie e Utaemon Ichikawa, sono state ingaggiate dalla Makino Film Productions e hanno formato una propria produzione indipendente con registi come Hiroshi Inagaki, Mansaku Itami e Sadao Yamanaka.

Una pagina di follia è uno dei più significativi film giapponese di avanguardia. Si tratta di un’opera del cinema muto di genere horror del 1926 diretto da Teinosuke Kinugasa. Per oltre 45 anni il film è stato perduto, poi ritrovato dallo stesso regista in modo casuale nel 1971. Si tratta di un film progettato dal Movimento di artisti giapponesi chiamato Shinkankakuha, che vuol dire scuola di nuove percezioni

Hollywood: star e generi di film

Negli anni ’20 si impone l’industria di Hollywood che si presenta come una fabbrica dei sogni che propone la realizzazione del sogno americano. Una serie di personaggi, eroi ed eroine quasi sempre di bell’aspetto, in cui il pubblico si identifica e che spesso incarnano dei modelli da raggiungere. Hollywood fabbrica dell’immaginario dove si realizzano film classificati in generi facilmente codificabili. La ricerca artistica avviene ad Hollywood grazie al merito di registi più audaci, spesso stranieri. 

Hollywood

Hollywood è un business dell’intrattenimento in un universo di sogni ottimistici, spesso irreali. I film raramente assumono un punto di vista negativo, ma piuttosto una visione del mondo edulcorata. L’ascesa del cinema di Hollywood è favorita dalla crisi della grande guerra. L’economia mondiale è in ginocchio e gli Stati Uniti si pongono come leader mondiale in diversi settori. Si afferma una politica di liberismo che consente ai prodotti dell’industria americana di imporsi sui mercati stranieri. 

I generi cinematografici vengono inventati a Hollywood negli anni 30 e 40 per esigenze di marketing e target del pubblico. I generi di film consentirono agli Studios di raggiungere un pubblico molto specifico e interessato a quella tipologia di film. Ad ogni genere i produttori cercano sempre di collegare Star e divi che il pubblico associa istintivamente a quel genere. L’associazione tra un determinato genere e un determinato volto diviene un meccanismo inconscio. La produzione è organizzata in alcuni generi essenziali e sottogeneri: ogni genere comprende una ramificazione di molti sottogeneri, di attori, di registi e di stili di vita del pubblico. 

Insieme ai generi nasce lo Star System. Il divismo è uno dei principali fenomeni del cinema anni 30 e 40. Il cinema industriale è all’opposto del cinema indipendente e si assicura le star più attraenti e sensuali. Mentre nelle produzioni indipendenti il protagonista è il regista, nel cinema mainstream il regista è quasi un semplice impiegato e rimane in ombra dietro i divi. 

Il cinema classico americano è un sistema che controlla i film dalla loro ideazione fino alla distribuzione nelle sale. I grandi studi cinematografici sono proprietari di numerose sale cinematografiche in tutti gli Stati Uniti e che detengono il controllo totale del mercato dei film. 

Tra il 1930 e il 1945 l’industria di Hollywood incomincia a produrre i film classici. Nel 1929 il crollo della borsa di Wall Street travolge gli Stati Uniti e inizia il periodo della grande depressione. La crisi fino alla fine degli anni trenta, con una ripresa all’inizio degli anni 40 con la Seconda Guerra Mondiale. 

Il dominio culturale nel mercato cinematografico degli Stati Uniti nasce dal potere acquisito dopo la Seconda Guerra Mondiale. La vittoria consentirà di esportare i film classici americani in tutto il mondo e di aumentare il pubblico pagante a dismisura. Il presidente Roosevelt crea incentivi per favorire il controllo dei vari settori con dei monopoli e oligopoli verticali.

Il Neorealismo italiano

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Il neorealismo è stato un movimento cinematografico che ha avuto origine in Italia alla fine degli anni ’40, dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Questo movimento rappresenta una svolta importante nella storia del cinema italiano e internazionale, poiché ha cercato di rappresentare la realtà della vita quotidiana italiana dopo la guerra, con un occhio attento alla vita degli strati più poveri della società.

I film neorealisti erano caratterizzati da un approccio realistico alla rappresentazione della vita quotidiana, con una forte attenzione ai dettagli e alla verosimiglianza. I film spesso erano girati in esterni reali, utilizzando attori non professionisti, con una trama che cercava di evitare l’artificialità e il melodramma.

Tra i principali registi del movimento neorealista italiano si possono citare Vittorio De Sica, Roberto Rossellini e Luchino Visconti. Tra i loro film più famosi si annoverano “Ladri di biciclette” di De Sica, “Roma, città aperta” di Rossellini e “La terra trema” di Visconti.

Il neorealismo ha avuto un impatto significativo sulla cinematografia mondiale, influenzando registi e movimenti successivi. Ha contribuito a portare il cinema italiano alla ribalta internazionale e ha rappresentato un importante passo avanti nella storia del cinema, soprattutto per la sua attenzione alla vita quotidiana e alla realtà sociale.

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Il cinema negli anni ’50

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Negli anni ’50, il cinema subì una serie di cambiamenti significativi che lo portarono ad essere uno dei mezzi di comunicazione più importanti al mondo. In questo periodo, il cinema cominciò a diventare un’industria globale, con i film prodotti in diversi paesi che venivano esportati in tutto il mondo.

In America, i film erano diventati un’attività commerciale di massa e venivano prodotti in grandi quantità per soddisfare la crescente domanda di un pubblico sempre più ampio. Alcuni dei film più famosi di questo decennio includono “Cantando sotto la pioggia” (1952) di Stanley Donen e Gene Kelly, “Il tesoro dell’Africa” (1951) di John Huston, “Gli uomini preferiscono le bionde” (1953) di Howard Hawks e “Sabrina” (1954) di Billy Wilder.

In Europa, il cinema era ancora influenzato dalla Seconda Guerra Mondiale e dalla ricostruzione post-bellica. In Francia, la Nouvelle Vague stava emergendo come movimento cinematografico, con registi come Jean-Luc Godard e François Truffaut che stavano cambiando radicalmente il modo di fare cinema con un approccio più sperimentale e innovativo.

In Italia, il cinema neorealista continuava ad avere un forte impatto, con registi come Vittorio De Sica che continuavano a produrre film come “Umberto D.” (1952) che raccontava le difficoltà della vita quotidiana dell’Italia del dopoguerra.

Anche in Asia, il cinema stava diventando sempre più importante, con l’emergere di registi come Akira Kurosawa in Giappone che stava creando alcuni dei suoi film più famosi come “I sette samurai” (1954) e “Il trono di sangue” (1957).

In generale, gli anni ’50 sono stati un periodo di grande innovazione e cambiamento per il cinema, con registi che stavano esplorando nuove tecniche e storie che stavano catturando l’immaginazione del pubblico in tutto il mondo.

La Nouvelle Vague

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La Nouvelle Vague, che significa “nuova onda” in francese, è stato un movimento cinematografico francese che è emerso alla fine degli anni ’50 e si è sviluppato negli anni ’60. Il movimento era composto principalmente da giovani registi, tra cui François Truffaut, Jean-Luc Godard, Claude Chabrol, Éric Rohmer e Jacques Rivette.

La Nouvelle Vague è stata caratterizzata da un approccio innovativo alla realizzazione cinematografica, in cui i registi hanno cercato di sfidare le convenzioni tradizionali del cinema francese dell’epoca. Tra i tratti distintivi del movimento c’era l’uso di tecniche come l’improvvisazione, il montaggio discontinuo, l’impiego di attori non professionisti, la libertà nella scelta delle location e la rifiuto di sceneggiature preconfezionate.

Inoltre, la Nouvelle Vague è stata influenzata dalle teorie cinematografiche del critico francese André Bazin, che ha proposto l’idea dell’approccio realista e della naturalezza nell’interpretazione degli attori. I registi della Nouvelle Vague hanno cercato di catturare la realtà e la vita quotidiana nei loro film.

Tra i film più famosi della Nouvelle Vague ci sono “I 400 colpi” di François Truffaut, “Fino all’ultimo respiro” di Jean-Luc Godard, “Hiroshima mon amour” di Alain Resnais.

La Nouvelle Vague ha avuto un impatto significativo sulla storia del cinema e ha influenzato numerosi registi e movimenti successivi. La sua eredità continua a essere presente nella cinematografia contemporanea e ha contribuito a plasmare la cultura francese e internazionale.

Il cinema negli anni ’60

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Gli anni ’60 sono stati un periodo di grande innovazione e cambiamento nel mondo del cinema. Questo decennio ha visto l’emergere di nuovi stili di cinema, nuove tecnologie e nuovi registi che hanno sfidato le convenzioni del cinema classico.

Negli anni ’60, il cinema europeo ha raggiunto il suo apice con il movimento della Nouvelle Vague in Francia. Negli Stati Uniti, il cinema degli anni ’60 ha visto l’emergere di una nuova generazione di registi, chiamati i “Movie Brats”, tra cui Martin Scorsese, Francis Ford Coppola e Steven Spielberg. Questi registi hanno introdotto un nuovo tipo di cinema commerciale, più personale e di grande impatto emotivo. I loro film hanno affrontato temi come la violenza, la corruzione e la ribellione giovanile.

In Giappone, il cinema ha subito un cambiamento radicale con l’emergere della Nuova Onda giapponese, con registi come Akira Kurosawa, Yasujirō Ozu e Nagisa Oshima. Questi registi hanno sfidato la tradizionale forma di narrazione cinematografica giapponese, creando opere altamente stilizzate e sperimentali.

Il cinema italiano ha visto l’emergere del genere Spaghetti Western, con registi come Sergio Leone e Clint Eastwood, che hanno creato un nuovo tipo di cinema western violento e visivamente accattivante.

Inoltre, gli anni ’60 sono stati un periodo di grande cambiamento tecnologico nel mondo del cinema, con l’introduzione del colore, del widescreen e del suono stereofonico. Queste innovazioni hanno permesso ai registi di esplorare nuovi modi di raccontare storie e di coinvolgere il pubblico.

Gli anni ’60 sono stati un periodo di grande innovazione e cambiamento nel mondo del cinema, con l’emergere di nuovi stili di cinema, nuove tecnologie e nuovi registi che hanno sfidato le convenzioni del cinema classico.

New American Cinema

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Il New American Cinema, o Nuovo Cinema Americano, è stato un movimento cinematografico che ha preso piede negli anni ’60 e ’70 negli Stati Uniti. Questo movimento si caratterizzava per l’utilizzo di tecniche innovative, una maggiore libertà creativa e un atteggiamento critico nei confronti della società americana dell’epoca.

Tra i registi più rappresentativi del New American Cinema ci sono Martin Scorsese, Francis Ford Coppola, Robert Altman, Arthur Penn e Brian De Palma. Questi registi hanno creato film che sfidavano le convenzioni del cinema tradizionale, utilizzando tecniche come l’uso di obiettivi grandangolari, la messa a fuoco selettiva e una fotografia più realistica.

Il New American Cinema si concentrava inoltre sulle tematiche sociali e politiche del tempo, come la guerra in Vietnam, la lotta per i diritti civili e le tensioni razziali. I film del New American Cinema erano spesso violenti, crudi e realistici, e rappresentavano una sfida al moralismo e alla censura che caratterizzavano il cinema americano dell’epoca.

Alcuni esempi di film del New American Cinema includono “Easy Rider” di Dennis Hopper, “Taxi Driver” di Martin Scorsese, “The Godfather” di Francis Ford Coppola, “MASH” di Robert Altman e “Bonnie and Clyde” di Arthur Penn.

In generale, il New American Cinema ha avuto un impatto significativo sul cinema mondiale, influenzando generazioni di registi e aprendo nuove strade per l’innovazione e l’espressione creativa nel cinema.

Free Cinema inglese

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Il Free Cinema inglese era un movimento cinematografico che emerse in Gran Bretagna alla fine degli anni ’50. Era composto da un gruppo di registi, tra cui Lindsay Anderson, Karel Reisz e Tony Richardson, che cercavano di sfidare le convenzioni del cinema britannico dell’epoca.

Il movimento prendeva il nome da una serie di proiezioni gratuite di film organizzate dai registi stessi presso la National Film Theatre di Londra, a partire dal febbraio del 1956. Questi film, spesso realizzati con budget ridotti, erano caratterizzati da una forte attenzione al realismo sociale e al documentario, e cercavano di rappresentare la vita degli inglesi comuni con una sensibilità autentica e non stereotipata.

I film del Free Cinema si concentravano spesso sulle classi lavoratrici, su temi come la povertà, la solitudine, la monotonia della vita quotidiana, e l’emarginazione sociale. Essi rappresentavano un contrappunto alle commedie leggere e ai melodrammi che dominavano il cinema britannico dell’epoca.

Il movimento del Free Cinema ha avuto una grande influenza sul cinema inglese, e ha ispirato molti registi successivi, come Ken Loach e Mike Leigh. La loro eredità può essere vista in film come “Kes” (1969) di Ken Loach, che tratta della vita di un giovane ragazzo di una famiglia operaia, o “Naked” (1993) di Mike Leigh, che esplora la solitudine e la disperazione della vita urbana moderna.

In sintesi, il Free Cinema inglese è stato un movimento importante che ha sfidato le convenzioni del cinema britannico dell’epoca, offrendo una rappresentazione autentica e non stereotipata della vita degli inglesi comuni. La sua influenza può ancora essere vista nel cinema contemporaneo britannico.

New Wave iraniana

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La New Wave iraniana è un movimento cinematografico che ha avuto origine in Iran alla fine degli anni ’80 e ha raggiunto il suo picco di popolarità negli anni ’90. Questo movimento ha prodotto un’ampia gamma di film, spesso caratterizzati da temi sociali e politici, che hanno guadagnato riconoscimento internazionale per la loro innovazione formale e il loro messaggio potente.

La New Wave iraniana è stata alimentata da una serie di fattori, tra cui il declino dell’industria cinematografica tradizionale iraniana, la crescente libertà artistica dopo la rivoluzione del 1979 e la disponibilità di nuove tecnologie di produzione che hanno reso più facile e conveniente fare film. Inoltre, molti dei registi della New Wave iraniana avevano studiato cinema all’estero e portavano idee e tecniche innovative in Iran.

Tra i registi più noti della New Wave iraniana ci sono Abbas Kiarostami, Mohsen Makhmalbaf, Jafar Panahi, Majid Majidi e Asghar Farhadi. Questi registi hanno spesso raccontato storie semplici che esplorano temi complessi come la povertà, l’oppressione delle donne, l’islamismo e la lotta per la libertà e la giustizia. I loro film si sono concentrati sul realismo e sulla sincerità, utilizzando spesso attori non professionisti e ambientazioni naturali.

La New Wave iraniana ha guadagnato ampio riconoscimento internazionale, vincendo numerosi premi in festival cinematografici di tutto il mondo. Tuttavia, i registi della New Wave iraniana hanno spesso lottato con la censura del governo iraniano, che ha cercato di limitare la loro libertà di espressione. Nonostante le sfide, la New Wave iraniana ha lasciato un’impronta indelebile sulla cinematografia iraniana e internazionale, ispirando generazioni di registi in tutto il mondo.

Il cinema negli anni ’70

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Gli anni ’70 sono stati un decennio importante per il cinema, caratterizzato da un cambio di paradigma che ha portato alla nascita di nuovi stili e generi cinematografici. Durante questi anni, il cinema ha iniziato a diventare più audace e sperimentale, abbandonando le convenzioni del passato per abbracciare nuove forme di espressione.

Tra i film più rappresentativi degli anni ’70 ci sono “Easy Rider” (1969), diretto da Dennis Hopper, “Il laureato” (1967), diretto da Mike Nichols, e “Taxi Driver” (1976), diretto da Martin Scorsese. Questi film hanno messo in luce nuovi attori di talento, come Robert De Niro e Jack Nicholson, che sarebbero diventati icone del cinema degli anni ’70.

Gli anni ’70 sono stati anche il periodo in cui il cinema di genere ha raggiunto l’apice della sua popolarità. Film horror come “L’esorcista” (1973) di William Friedkin e “Halloween” (1978) di John Carpenter hanno conquistato il pubblico con la loro tensione e il loro gore, mentre i film di fantascienza come “Star Wars” (1977) di George Lucas e “Alien” (1979) di Ridley Scott hanno portato il cinema nel futuro, con scenari futuristici e tecnologie mai viste prima.

Inoltre, gli anni ’70 hanno visto la nascita di un nuovo movimento di cinema d’autore, con registi come Francis Ford Coppola, Woody Allen, e Federico Fellini che hanno portato una nuova sensibilità artistica al cinema. Film come “Il Padrino” (1972) di Coppola, “Annie Hall” (1977) di Allen, e “Amarcord” (1973) di Fellini hanno avuto un impatto significativo sulla cultura popolare e hanno ispirato molti altri registi.

Infine, gli anni ’70 sono stati caratterizzati dalla nascita del cinema di exploitation, con film che si concentravano sulla violenza, il sesso e la crudezza. Questi film erano spesso considerati di cattivo gusto e hanno attirato una grande quantità di critiche, ma hanno anche avuto un forte impatto sulla cultura popolare e sulla moda dell’epoca.

Gli anni ’70 sono stati un decennio fondamentale per la storia del cinema, che ha visto la nascita di nuovi generi e movimenti cinematografici. Grazie a questi film, il cinema è diventato un medium più audace e sperimentale, aprendo la strada a nuove forme di espressione e ispirando generazioni di registi e spettatori.

Il cinema negli anni ’80

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Gli anni ’80 sono stati un decennio molto importante per il cinema, sia per il numero di film prodotti che per le tendenze che hanno caratterizzato l’industria cinematografica in quel periodo. In particolare, negli anni ’80 si sono visti film di grande successo commerciale, come i blockbuster di Steven Spielberg e George Lucas, ma anche film indipendenti che hanno segnato una svolta importante nella storia del cinema.

Tra i generi più popolari degli anni ’80 ci sono i film d’azione e avventura, come la serie di “Indiana Jones”, “Predator” o “Terminator”, ma anche le commedie, come “Ghostbusters” e “Beverly Hills Cop”. Inoltre, gli anni ’80 hanno visto l’ascesa del genere horror, con film come “Halloween”, “Friday the 13th” e “Nightmare on Elm Street”, ma anche di film di fantascienza come “Blade Runner” e “Aliens”.

Il cinema degli anni ’80 ha anche visto l’ascesa di grandi registi come Martin Scorsese, Steven Spielberg, John Hughes e James Cameron, che hanno contribuito a definire il cinema di quel periodo. Inoltre, molti attori hanno avuto la loro svolta negli anni ’80, come Tom Cruise, Eddie Murphy e Michael J. Fox.

Tra iI capolavori degli anni ’80 spicca il film “C’era una volta in America” del 1984 diretto da Sergio Leone e interpretato da Robert De Niro, James Woods, Elizabeth McGovern, Tuesday Weld e Joe Pesci. Il film è basato sul romanzo “The Hoods” di Harry Grey, che narra la storia di un gruppo di ebrei americani coinvolti nella criminalità organizzata nel quartiere ebraico di New York City durante gli anni ’20 e ’30.

Il cinema negli anni ’90

Negli anni ’90 ci furono molti cambiamenti tecnologici, come l’introduzione dei primi computer per l’editing video, e si assistette alla nascita del cinema digitale.

Il cinema degli anni ’90 vide la nascita di molte nuove tendenze e generi, come i film indipendenti, il cinema d’azione ad alto budget e i film di animazione in computer grafica. Inoltre, molti registi emergenti fecero la loro comparsa, come Quentin Tarantino, Kevin Smith e Spike Lee.

Gli anni ’90 furono anche un periodo di grande innovazione nella tecnologia cinematografica, con la nascita di nuovi effetti speciali e l’introduzione di nuovi formati come il DTS e il Dolby Digital.

Inoltre, gli anni ’90 furono caratterizzati da un forte interesse per la cultura popolare, e molti film riflettevano questo interesse, come Wayne’s World, Clueless, e I ragazzi della 56ª strada.

Il cinema anni 2000

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Il cinema degli anni 2000 è stato caratterizzato da una grande varietà di film, generi e stili. Molti registi emergenti hanno iniziato a farsi conoscere in questo periodo. Il cinema commerciale ha dominato il botteghino.

Uno dei più grandi successi del decennio è stato il genere dei supereroi, con film come “Spider-Man” (2002), “Batman Begins” (2005) e “Iron Man” (2008) che hanno spopolato al botteghino. Il cinema d’animazione ha anche visto un grande successo, con film come “Shrek” (2001), e “Ratatouille” (2007) che hanno raccolto un grande consenso di pubblico.

Il cinema indipendente ha anche sperimentato un rinnovato interesse durante gli anni 2000, grazie alla diffusione di tecnologie di ripresa digitali e alla crescente popolarità dei festival cinematografici. Registi come Wes Anderson, Sofia Coppola, Richard Linklater e Noah Baumbach hanno ricevuto un’attenzione particolare per le loro opere indipendenti.

Inoltre, gli anni 2000 hanno visto la rinascita di alcuni generi classici come l’horror e il film di guerra, con film come “The Ring” (2002), “The Others” (2001), “Black Hawk Down” (2001) e “Letters from Iwo Jima” (2006).

Il cinema degli anni 2000 ha anche visto la continuazione di alcune delle saghe cinematografiche commerciali, come “Star Wars” e “Il signore degli anelli”. Ma, il decennio ha anche visto la nascita di nuove saghe come “Harry Potter” e “Twilight”, che hanno attratto un pubblico di adolescenti in tutto il mondo.

Complessivamente, gli anni 2000 sono stati un decennio di grande creatività e innovazione nel cinema indie, ma ha consolidato anche il successo di alcuni dei grandi franchising commerciali carichi di stereotipi e cliché.

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