Kammerspiel e la nuova oggettività

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La Germania e sicuramente tra i paesi più vitali e innovativi nella storia del cinema degli anni 20 e 30. Oltre a essere la patria dell’espressionismo si afferma anche il kammerspiel e La nuova oggettività, insieme ad una lunga serie di drammi e film storici. Il kammerspiel, che significa recitazione da camera, è un movimento di avanguardia teatrale e musicale che contamina anche il cinema, lanciato nel teatro nel 1906 con la rappresentazione teatrale di Spettri di Ibsen al Deutsches Theater di Berlino, e che rispetta rigorosamente il principio delle tre unità: unità di luogo, unità di tempo e unità di azione. Il racconto aveva come focus principale il rapporto tra attore e cinepresa.

La recitazione è minimalista, essenziale, concentrata a far percepire allo spettatore anche le più lievi sfumature espressive dei volti. Le location sono realistiche e opprimenti: sono la metafora visiva della condizione di sofferenza dei personaggi. Comprende un piccolo numero di film, ma tutti molto interessanti. Sono ispirati alle esperienze di Max Reinhardt e sono scritti quasi tutti da Carl Mayer, con delle precise regole.

Sono storie ambientate in ambienti piccolo borghesi, drammi di desideri, rancori e minacciose presenze del fato. Ma soprattutto sono film girati con una totale unità di azione, luogo e spazio. L’idea dei realizzatori è quella di raccontare esclusivamente attraverso le immagini in modo totalmente cinematografico senza l’ausilio di didascalie. Kammerspiel come La scala di servizio, La rotaia e la notte di San Silvestro raccontano drammi inevitabili causati dalla condizione umana e dalla mediocrità del quotidiano.

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Kammerspiel: piccole tragedie quotidiane

Sono piccole storie di tutti i giorni che assumono proporzioni di tragedia. In quel periodo, parallelamente, si afferma in Germania il cinema storico. Ispirandosi al successo della tradizione popolare tedesca e al film storico italiano, ma con una maggiore capacità di messa in scena, di muovere centinaia di comparse e di utilizzare le scenografie. In questo genere si specializza agli inizi della sua carriera il regista Ernst Lubitsch, che si interesserà in seguito soprattutto nella sua trasferta a Hollywood della commedia, creando uno stile unico soprannominato Lubitsch touch.

In un altro genere si specializza invece il regista Joe May, un mix di generi tra dramma, esotismo, detective story e magia, come nel film Il sepolcro indiano, scritto da Fritz Lang e sua moglie Thea von harbou. Fritz Lang girerà anche un film straordinario, considerato uno dei progetti più riusciti nel Kammerspiel, L’ultima risata, che attinge però anche ad altri stili e contaminazioni, come l’espressionismo.

I drammi, le difficoltà della vita metropolitana della Berlino degli anni 20, favoriscono l’affermazione di molti film drammatici ambientati nelle strade di città. Il mondo difficile dei quartieri popolari, nei quali persone deboli vivono una vita di umiliazioni e sofferenze, senza nessuna possibilità di riscatto.

Il kammerspiel e La nuova oggettività si muovono nella direzione opposta dell’espressionismo e si interessano alla realtà della Germania dell’epoca, ma sempre con una forte impronta artistica del regista e della sua visione, senza cedere all’oggettività fine a se stessa.

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Gli emarginati della città

Un mondo di ladri, criminali, prostitute e assassini che vive nei quartieri più poveri, ma anche borghesi ricchi che cercano di cambiare vita e vincere contro le loro frustrazioni senza successo. Lo stile espressionista comunque influenza questa ricerca visiva sulla realtà. Le paure e le angosce dei personaggi sullo schermo vengono rappresentate con soluzioni tecniche visive di grande impatto, con un’importanza fondamentale dell’inquadratura.

A volte si tratta di soggetti femminili destinati al fallimento dalle leggi sociali o dalle delusioni d’amore. Varieté di Dupont del 1925 racconta invece il dramma di un ex detenuto costretto a subire violenza, con grande espressività.

Kammerspiel: i film di Georg Wilhelm Pabst

Georg Wilhelm Pabst

I drammi di strada raggiungono il loro risultato migliore nel cinema di Pabst, che riesce ad unire oggettività e grande espressività nei suoi film. Gli attori e gli oggetti filmati sembrano acquisire nel suo cinema una presenza greve, oggettiva, corporea, quasi fisica. La pesante materialità delle cose e delle persone della vita delle città acquista in Pabst un valore singolare, una forza espressiva che deforma la realtà in modo grottesco, grazie alle angolazioni e alla luce usate in modo innovativo. Pabst è in grado di alternare primi e primissimi piani, dettagli e inquadrature più larghe con un montaggio rapido e con una fluidità e capacità tecnica unici.

Ma Pabst offre il meglio della sua produzione nei drammi di strada, raccontando la disperazione, l’umiliazione e la frustrazione in film come La via senza gioia, del 1925, Lulù del 1928 e Il diario di una donna perduta del 1925. Film che raccontano storie di sensualità, sopraffazione, desiderio e crimine. Louise Brooks dà volto ad un personaggio particolarmente suggestivo, in una storia dove peccato e potere si incontrano per far cadere i personaggi nella tentazione e nel male, con immagini di grande intensità.

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Il kammerspiel politico

kammerspiel-murnau

Le esperienze cinematografiche più radicali sono legate a progetti politici e ideologici di messa in scena della miseria delle classi più disagiate delle metropoli capitalistiche. Sono film più realistici che sfiorano il confine con il documentario e cercano di rappresentare con esattezza la condizione di povertà dei quartieri popolari delle città. È un cinema di denuncia delle ingiustizie sociali, dei rapporti di classe, che nasce come modello di cinema impegnato all’interno dei partiti di sinistra. Le esperienze cinematografiche nel periodo della Repubblica di Weimar si affermano quindi in Germania con modelli di cinema e visioni della realtà molto eterogenee.

Una corrente con una maggiore forza nelle metafore e nei simboli, che dà priorità all’immagine e alla singola inquadratura rispetto alle intere sequenze e alla narrazione. Il cinema espressionista deformante e figurativo di Lang e Murnau. Dall’altra parte c’è un cinema più oggettivo che rappresenta e descrive la realtà con un montaggio analitico e una narrazione classica che dà meno importanza all’aspetto figurativo della singola immagine. È un cinema che racconta la realtà oggettiva che verrà chiamato La nuova oggettività, che comprende anche un cinema di genere più convenzionale e standardizzato, che preferisce percorsi e drammaturgie funzionali alla struttura del racconto.

I film Kemmerspiel da vedere

La scala di servizio (1921)

Questo è stato il primo film del regista tedesco Leopold Jessner, insieme a Paul Leni. Carl Mayer ha scritto la storia appositamente per Leopold Jessner. Il film è stato un precursore dello stile del film kammerspiel tedesco degli anni ’20. La cameriera (Henny Porten) si sveglia occupandosi della sua giornata e facendo il suo lavoro. Il postino (Fritz Kortner) la spia dalla sua casa. Il postino consegna la posta è vede la cameriera che apre la lettera e la legge. Durante la notte la donna incontra The Lover (William Dieterle). Il postino lo vede dalla sua casa. La cameriera esce la sera seguente, ancora spiata dal postino.

La rotaia (1921)

È un film muto Kammerspiel tedesco del 1921 diretto da Lupu Pick, scritto da Carl Mayer, ed è considerato il primo esempio del kammerspielfilm. Ambientato durante la stagione invernale, il film racconta la storia di un ferroviere che controlla i binari e della sua famiglia che vivono una vita brutta e noiosa accanto a una linea ferroviaria. Ricevono un telegramma che annuncia l’arrivo dell’esaminatore di zona, che soggiornera’ con la famiglia.

La notte di San Silvestro (1921)

È un film muto Kammerspiel tedesco del 1924 diretto da Lupu Pick e scritto da Carl Mayer. Fu girato nel 1923 e presentato in anteprima a Berlino il 4 gennaio 1924. Il film è considerato uno dei primi esempi di un film kammerspiel ed era all’avanguardia nel suo notevole utilizzo della cinepresa, utilizzando movimenti e carrellate invece di mantenere fissa l’inquadratura. Come i film precedenti di Pick non utilizza didascalie.

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Varieté (1925)

È un film drammatico muto del 1925 diretto da Ewald Andre Dupont basato sul romanzo del 1912 The Oath of Stephan Huller di Felix Hollaender. Le scene del trapezio sono ambientate nel teatro Wintergarten di Berlino. Nel film, Jannings interpreta “Boss Huller”, un ex musicista di trapezio che è stato gravemente ferito in un incidente e che attualmente gestisce un circo squallido con sua moglie (Maly Delschaft) e il loro bambino. Huller esorta la famiglia ad assumere una sconosciuta (Lya De Putti) come un nuova ballerina, con cui prepara un nuovo numero di trapezio. L’uomo s’innamora della ballerina e la storia finisce in modo drammatico.

Alfalto (1929)

Anche Joe May, che aveva lavorato precedentemente nei drammi storici, realizza un film che rende in maniera particolarmente vivida la nuova realtà delle città tedesche, Asfalto del 1928. Il film è interpretato da Gustav Fröhlich e Betty Amann e racconta di una ragazza di Berlino che si trova in difficoltà e ruba un prezioso gioiello. Viene catturata da un poliziotto, e la donna cerca di convincerlo a lasciarla andare. Il film fu girato tra ottobre e dicembre 1928 all’UFA.

A Berlino, una ragazza di nome Else è una bella truffatrice. I suoi capi di haute couture e il trucco perfetto la fanno meritare di guardare un rubino mentre seduce il gioielliere. Viene catturata mentre tenta un furto e confessa che era la prima volta e che aveva bisogno dei soldi.

I misteri di un’anima (1926)

I misteri di un’anima di Pabst del 1926 è uno dei suoi primi film, totalmente dedicato alla psicanalisi. Martin Fellman, un insegnante, soffre di mal di testa che gli fanno pensare che stia impazzendo. Ha paura di essere sul punto di uccidere la sua compagna. Lavora con il dottor Orth, uno psicoanalista, per superare le sue psicosi.

La via della gioia (1925)

È un film muto tedesco del 1925 diretto da Georg Wilhelm Pabst con Greta Garbo e Asta Nielsen. Si basa su un racconto di Hugo Bettauer ed è considerata un’espressione della Nuova Oggettività nel cinema. In una strada chiamata Melchiorgasse in un brutto quartiere della Vienna del 1921, in Austria, le vite di alcune persone si incontrano. Marie, figlia di un papà violento, vuole lasciare la sua casa con l’aiuto del suo ragazzo Egon, un cassiere. Grete è la figlia maggiore del povero funzionario Rumfort. Marie e Grete si mettono in attesa alla macelleria gestita dal violento Josef Geiringer, ma Grete perde conoscenza e perde la sua posizione. Marie e la sua amica Else riescono ad entrare nel negozio di Geiringer, dove ottengono un pezzo di carne in cambio di sesso.

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Lulù (1929)

È un film drammatico muto tedesco del 1929 diretto da Georg Wilhelm Pabst e interpretato da Louise Brooks, Fritz Kortner e Francis Lederer. Il film è racconta di Lulu, una ragazza sexy la cui natura spontanea crea problemi a se stessa e a quelli a cui piace. È basato sulle commedie di Frank Wedekind Erdgeist (1895) e Die Büchse der Pandora (1904). Snobbato dai critici al suo primo lancio il film è stato successivamente scoperto dagli studiosi di cinema come classico del cinema tedesco di Weimar.

Lulu è la fidanzata di un apprezzato autore di giornali di mezza età, il dottor Ludwig Schön. Un giorno un uomo anziano, il suo “primo cliente”, Schigolch, si presenta alla porta della sua casa. Quando anche Schön arriva, fa nascondere Schigolch sulla terrazza. Schön dà la notizia a Lulu che molto probabilmente sposerà Charlotte von Zarnikow, la figlia del ministro degli Interni.

Il diario di una donna perduta (1929)

È un film muto tedesco del 1929 diretto da GW Pabst e interpretato dall’attrice americana Louise Brooks. Esistono 2 versioni del film: da 79 minuti a 116 minuti. Questo è stato l’ultimo e il secondo film di Brooks con Pabst e, come la loro precedente collaborazione Lulù, è considerato un film classico. È basato sull’omonimo romanzo di successo del 1905 di Margarete Böhme. Il libro era stato precedentemente adattato da Richard Oswald.

Thymian Henning, la ragazzina ingenua del farmacologo Robert Henning, è perplessa quando la loro custode, Elisabeth, se ne va all’improvviso il giorno della cresima della ragazzina. Si scopre che suo padre ha messo Elisabeth incinta. Il corpo di Elisabeth viene portato alla farmacia più tardi quel giorno, un’evidente suicidio, e l’evento provoca angoscia in Thymian.

L’aiutante del padre di Thymian, Meinert, assicura di chiarirle tutto quella sera tardi, ma invece la violenta mentre è priva di coscienza e anche lei rimane incinta. Thymian si rifiuta di riconoscere il padre della bambina, i suoi parenti lo scoprono dal suo diario e decidono che la cosa migliore sia per lei sposare Meinert. Quando lei rifiuta danno il bambino a un’ostetrica e la mandano in una prigione per donne problematiche gestita da una donna prepotente e dal suo aiutante.

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