Georges Méliès è stato tra i registi più importanti di tutti i tempi e forse il personaggio più straordinario e mitico delle origini del cinema. È stato lui ad inventare i primi trucchi del Cinematografo come le sparizioni le dissolvenze e la colorazione della pellicola. Da un certo punto di vista si potrebbe dire che anche il primo uso del montaggio e opera di Georges Méliès.
Fughe giovanili
La sua vita non è meno cinematografica dei film. Appassionato di spettacoli di magia scappa di casa per sfuggire alle pressioni del padre, commerciante di scarpe, che lo voleva a tutti i costi convincere a intraprendere una professione “normale”. Si trasferisce in Inghilterra dove studia con il prestigiatore David Devant e affina le idee per i suoi futuri spettacoli. Tornato a Parigi inizia a esibirsi nel prestigioso teatro Houdini di cui qualche anno dopo riesce a diventare addirittura il proprietario.
Folgorato dal cinematografo
Méliès rimane letteralmente folgorato dalla proiezione del 28 dicembre 1895 al “Cafè des Capucins” dei Fratelli Lumière. Vuole a tutti i costi utilizzare il Cinematografo. Dopo la proiezione avvicina ai due fratelli per chiedere di acquistare una delle loro macchine ma i due uomini rifiutano dicendo che in non sono in vendita.
Méliès contatta allora un suo ingegnere di fiducia e inizia la personale costruzione di una propria versione del Cinematografo. Non ha dubbi che il cinema è il mezzo di espressione che più gli interessa ed è disposto a fare qualsiasi sacrificio economico pur di ottenerla.
Lo stile Méliès
Realizzato il marchingegno Méliès si cimenta nella realizzazione di alcuni film documentari ispirati al genere dei fratelli Lumière. Ma poco dopo inizia a utilizzare il mezzo cinematografico in modo diverso. Incomincia a studiare le connessioni che ci possono essere tra cinema e magia. Inizia ad usare il trucco della sparizione e a esplorare altri territori di espressività con il cortometraggio “Escamotage d’une dame chez Robert-Houdin”.
La sparizione è una delle sue più celebri invenzioni. Racconta Lumiere che la scoprì mentre si trovava in piazza dell’Operà a Parigi a fare delle prove di ripresa. La cinepresa si inceppò e la riuscì a far ripartire qualche minuto dopo. Quando rivide la pellicola impressionata notò la sparizione di persone, autobus, carrozze che si trasformavano in qualcos’altro, dovuta all’ inceppamento dello scorrimento della pellicola.
Trucchi ed effetti speciali
Il trucco della sparizione è utilizzato da Melies in molti suoi film. A volte in maniera grottesca. Nel primo cortometraggio in cui lo utilizza fa sparire una donna per far comparire al suo posto uno scheletro. Era praticamente la tecnica a passo uno che sarebbe stata utilizzata nel cinema di animazione.
A contribuire all’ aura mitica di Georges Méliès fu il suo essere artista e artigiano del cinema a 360°. Interprete istrionico, ideatore e regista, creatore di effetti speciali e costruttore di un singolare teatro di posa nella casa del suo giardino alla periferia di Parigi. Un teatro di posa fatto tutto di vetro, costruito in una posizione specifica per sfruttare la luce del sole al massimo.
Ispiratore di un folto gruppo di persone che vennero contagiate dal suo entusiasmo. Costumisti, scenografi e tecnici che realizzarono per i suoi film cose molto ardite per l’epoca. In alcuni cortometraggi sono utilizzati complessi marchingegni e macchine animate che interagiscono con gli attori. Tunnel, case che si modificano, labirinti e mostri giganteschi che inghiottono i personaggi.
Alcune creazioni, come il mostro dei ghiacci nel film “La conquista del Polo“, ricordano molto i carri allegorici di carnevale, si muovevano attraverso meccanismi idraulici o meccanici.
Il teatro di posa
Dopo aver costruito il suo teatro di posa Melies lavora incessantemente e arriva a realizzare la cifra di circa 500 cortometraggi distribuiti in tutto il mondo. I suoi film raccontano di esploratori, avventurieri, conquistatori di mondi impossibili, mostri e altri personaggi fantastici. Sono film che ci portano in un universo assurdo e irreale. E’ l’invenzione del cinema fantastico, un mondo di fantasia che avrà maggiore successo dei film sulla realtà. La principale vocazione del cinema sembra essere il sogno.
Il conflitto del cinema della realtà con il cinema della fantasia sembra rimanere sempre presente. Diverse scuole di pensiero si alterneranno nel corso del tempo preferendo ogni volta l’una o l’altra.Successivamente la televisione sembrerà sostituirsi al cinema per raccontare la realtà. Molti movimenti cinematografici recenti hanno provato a focalizzare nuovamente lo sguardo sul cinema del reale durante la storia del cinema.
Viaggio nella luna
Il film che consacrò il successo di Méliès fu Viaggio nella luna. Il pubblico di allora non aveva mai visto nulla di simile: all’ingresso degli spettacoli molte persone pensavano di essere prese in giro. Il successo invece fu enorme. Il film venne proiettato in tutto il mondo e diversi registi realizzarono dei remake. Il cinema aveva scoperto la sua vocazione di mostrare i mondi inbteriori dell’immaginazione.
Dopo il suo grande successo Viaggio nella luna Méliès incomincia ad ampliare le sue opere cinematografiche oltre la magia ed i trucchi tecnici raccontando vicende storiche e fatti di attualità. Ma punto debole di Georges Méliès era probabilmente l’aspetto imprenditoriale.
Il fallimento
Mentre il mondo intorno a lui si stava evolvendo nella direzione di un cinema industriale per le masse, Georges Méliès continuava istintivamente a creare film e a venderli singolarmente, senza intuire che la formula del noleggio sarebbe stata per lui molto più proficua e gli avrebbe portato guadagni dalla proiezione dei film in tutto il mondo, per lungo tempo. Vendeva per una cifra fissa i suoi film singolarmente e passava tutti i suoi diritti al compratore, senza limiti di tempo. Coloro che ricavavano grossi guadagni dai film di Méliès erano questi compratori e non Georges Méliès stesso.
Melies faceva parte di quella categoria di artisti geniali, inventori interpreti e innovatori che però non sanno integrare nella loro attività una saggia gestione imprenditoriale. Era un istintivo che sentiva dentro di sé il sacro fuoco dell’arte e aveva continuamente bisogno di realizzare cose nuove. Ma non si interessò abbastanza all’evoluzione del settore cinematografico dal punto di vista commerciale.
La sua casa di produzione cinematografica, Star film, fallì. Dovette vendere il teatro Houdini per pagare i debiti. Rincontrò per caso una sua ex attrice Jeanne d’Alcy che gestiva un chiosco in una stazione di Parigi. I due si sposarono e Georges Méliès finì a vendere giocattoli nella stazione di Montparnasse. Anche i suoi film, in fondo, erano bellissimi giocattoli che facevano tornare bambini gli adulti.