I film distopici da vedere assolutamente

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Tra i film più famosi della storia del cinema esiste un sottogenere che genera molto interesse: quello dei film distopici. In un film distopico il cuore della storia è una distopia, una realtà immaginaria proiettata nel futuro imminente di una società totalitaria e totalmente negativa. Può assumere caratteristiche violente oppure invisibili e subdole. 

Può essere un mondo distopico evidente e concreto oppure nascosto e invisibile. L’immaginario di un film distopico nasce da percezioni e situazioni del presente per immaginare un futuro oscuro, l’esatto contrario dell’utopia, che invece ha un valore positivo. Nella società distopica l’essere umano affronta situazioni terribili e spaventose. La politica è repressiva e la tecnologia è usata per spiare gli individui e privarli di qualsiasi privacy e libertà personale. 

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Le nuove paure di un mondo distopico

Non è un mistero che la distopia oggi è tornata all’attenzione del mondo. Il romanzo 1984 di George Orwell è di nuovo uno dei bestseller più letti dei paesi occidentali. La causa principale di queste nuove percezioni negative e paure è probabilmente la grande trasformazione tecnologica e digitale che stiamo vivendo e l’affermarsi di leader politici che non riescono a evitare le crisi di ogni tipo, che si succedono rapidamente. 

A questi cambiamenti si è aggiunta la pandemia covid 19 che ha creato nelle strade del mondo quegli scenari che eravamo abituati a vedere solo nei film di fantascienza come L’ultimo uomo sulla Terra. Strade deserte e isolamento domiciliare per tutta la popolazione mondiale, coprifuoco, distanziamento sociale e paura dell’altro, alienazione e paura della malattia. 

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La nascita dei film distopici

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Sono innumerevoli i film horror distopici che hanno utilizzato ambientazioni di questo tipo, a cominciare ad esempio dalle interpretazioni horror come La notte dei morti viventi di George Romero. O il più recente Contagion, che tratta in maniera più diretta il tema del virus. A confermare l’interesse e la fascinazione dei cineasti per un mondo distopico e negativo, carico di conflitti, è la grande quantità di cortometraggi e film distopici indipendenti realizzati negli ultimi due anni sul tema durante il lockdown globale. 

I film distopici all’Indiecinema Film Festival

Tra i 45 film in concorso dell’Indiecinema Film Festival cinque trattavano tematiche legate al virus e ambientavano le loro storie in un contesto distopico. Questo interesse dei registi nei confronti dei film distopici si giustifica innanzitutto per il meccanismo narrativo: quello che i film sanno fare meglio, come hanno spiegato grandi maestri della storia del cinema, è raccontare il conflitto esteriore, la lotta dell’individuo contro la società. 

L’uomo contro la società

Al contrario del teatro focalizzato, di più sul conflitto interpersonale tra i personaggi, diversamente della letteratura e del romanzo, capaci di profonde indagini interiori, il cinema dà il meglio di sé quando l’uomo lotta contro forze esterne. Ovviamente questo non è sempre vero. 

Ci sono molti cineasti che hanno realizzato film completamente focalizzati sul conflitto interiore o interpersonale. Una buona sceneggiatura comprende nel suo sviluppo tutti e tre livelli di conflitto. Ma resta evidente che il conflitto esteriore, il protagonista che lotta contro il mondo esterno e la società, è quello più adatto all’opera cinematografica. 

Molti grandi registi, a partire da Fritz Lang, hanno scolpito le loro testimonianze dentro film distopici che raccontano le loro esperienze nelle dittature del ventesimo secolo. Orrori e società distopiche che ora appartengono al passato e alla storia. Ma il mondo distopico nei film e nei romanzi è sempre qualcosa che deve ancora manifestarsi, un brutto presagio che appartiene al futuro. 

1984, il romanzo di George Orwell

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La più celebre opera d’arte distopica con cui il concetto stesso di distopia spesso viene identificato è 1984 di George Orwell. Il Grande fratello è diventato famoso in tutto il mondo e non smette mai di essere di un attualità impressionante. Forse perché Orwell ha centrato in questo romanzo uno dei nodi fondamentali dell’esistenza umana: l’istinto di sopraffazione dei poteri oscuri nei confronti dei cittadini. Un fenomeno che possiamo osservare a livello globale a tutte le latitudini. 

Per fortuna è un fenomeno che ha anche una funzione positiva: quella di far crescere la ribellione e la consapevolezza delle persone nei confronti di chi vuole dominarle e sfruttarle. Più il mondo distopico e violento e più genera un mondo migliore. Nelle opere letterarie e cinematografiche però il lieto fine non è così frequente. 

In 1984 Winston Smith si arrende al lavaggio del cervello del regime totalitario del Grande Fratello. In molti film il protagonista non sopravvive alla mostruosità della distopia. Ma per fortuna la realtà conferma che è vero il contrario. I tentativi di eliminare la dignità e la libertà dell’individuo falliscono e contribuiscono a creare un mondo migliore, anche se il prezzo da pagare è alto. 

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Recuperare il potere interiore

Se la libertà e il benessere non fossero già adesso in nostro potere, dovremmo sempre sperare in qualcuno disposto a concedercele. E anche se le cose andassero bene, vivremmo comunque nella paura di perdere ricchezza e libertà a causa di un cambiamento sfavorevole di chi detiene il potere. Questa è la vita che conduce alla schiavitù e allo psico-penitenziario: la speranza di avere qualcosa di meglio e la paura di perdere ciò che si crede di possedere già. Ma consegnare libertà e ricchezza nelle mani del mondo esterno, costituisce già di per sé uno stato di schiavitù.

Ecco la guida ai film distopici da vedere assolutamente.

Il dottor Mabuse (1922)

È un film muto tedesco del 1922 diretto da Fritz Lang. Il film è stato prodotto in due parti, “Il grande giocatore: Un gioco per il destino” e “Inferno: Un gioco per il mondo”, con una durata complessiva di circa quattro ore.

La trama del film segue le attività del dottor Mabuse, un geniale criminale e ipnotizzatore che usa i suoi poteri per manipolare le persone a suo piacimento. Mabuse è anche un abile giocatore d’azzardo, e la sua abilità gli consente di manipolare i risultati delle partite per il suo vantaggio personale. Il film segue anche il detective Wenk, che cerca di fermare le attività di Mabuse.

Il film è stato un grande successo commerciale e di critica al momento della sua uscita. È stato particolarmente apprezzato per la sua regia innovativa, le immagini stilistiche e la trama complessa e coinvolgente. Il personaggio di Mabuse ha ispirato numerose altre opere, tra cui altri film e romanzi.

Il film è considerato un capolavoro del cinema muto tedesco e ha avuto un impatto duraturo sulla cultura popolare. È stato restaurato e rimasterizzato in diverse occasioni ed è ancora ampiamente studiato e apprezzato dagli appassionati di cinema di tutto il mondo.

Metropolis (1927)

“Metropolis” è un film distopico muto del 1927 diretto da Fritz Lang. È considerato un capolavoro del cinema espressionista tedesco e un’opera pionieristica della fantascienza.

La trama del film si svolge in un futuro distopico in cui una città futuristica è divisa in due parti: la città alta, dove vivono le persone più ricche, e la città bassa, dove vivono i lavoratori. La città è governata da un uomo potente, Joh Fredersen, che cerca di controllare la popolazione attraverso la tecnologia e la repressione.

Il protagonista del film è Freder, il figlio di Joh Fredersen, che scopre il duro lavoro e le condizioni di vita dei lavoratori della città bassa. Incontra anche una giovane donna di nome Maria, che sta cercando di portare la pace tra i lavoratori e la classe dirigente. Tuttavia, il padre di Freder cerca di fermare Maria e la rivolta dei lavoratori, e a sua volta cerca di uccidere Freder.

Il film è noto per le sue straordinarie immagini futuristiche e la sua narrazione visivamente potente. Lang utilizzò molte tecniche innovative per la sua epoca, tra cui l’uso di effetti speciali, la creazione di set enormi e la messa in scena di massa.

Il film ha avuto un enorme impatto sulla cultura popolare, influenzando molti registi e artisti successivi. È stato anche fonte di ispirazione per molte opere di fantascienza successive, tra cui “Blade Runner” di Ridley Scott. “Metropolis” è stato restaurato nel corso degli anni e oggi è considerato uno dei film più importanti e influenti della storia del cinema.

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La vita futura (1936)

È un film distopico di fantascienza britannico del 1936, diretto da William Cameron Menzies e basato sul romanzo “The Shape of Things to Come” di H.G. Wells. Il film è ambientato in un futuro distopico, che inizia nel 1940 e si estende fino al 2036.

Il film inizia con una guerra mondiale imminente che divampa in Europa nel 1940, portando a una devastazione totale e alla caduta del governo britannico. Dopo la guerra, la società umana si divide in piccole comunità isolate, mentre una nuova potenza mondiale emerge dall’Est, chiamata “Everytown”. Il film segue le vicende di Everytown e dei suoi abitanti, mentre la città diventa sempre più tecnologicamente avanzata e dominante.

Il protagonista del film è John Cabal, un inventore e scienziato che cerca di creare un’arma segreta per distruggere la città di Everytown e porre fine alla sua tirannia. Tuttavia, Cabal viene catturato e imprigionato, e la città continua a crescere e a prosperare.

Nel corso del tempo, gli abitanti di Everytown iniziano a chiedersi se la loro società tecnologicamente avanzata e altamente strutturata sia la migliore per loro, e iniziano a cercare una vita più semplice e autentica. Il film si conclude con un’immagine di una nuova civiltà in cui la tecnologia è al servizio dell’umanità, e non viceversa.

“Things to Come” è un film visionario che ha anticipato molte delle sfide tecnologiche e sociali che il mondo avrebbe affrontato nei decenni successivi alla sua uscita. Il film è stato apprezzato per la sua visione ottimistica di un futuro migliore e per la sua critica delle società tecnologicamente avanzate che trascurano i bisogni e le aspirazioni umane fondamentali.

Il pianeta proibito (1956)

È un film distopico di fantascienza del 1956 diretto da Fred M. Wilcox. Il film è noto per essere uno dei primi film di fantascienza ad essere realizzato a colori e per la sua innovativa colonna sonora elettronica. Inoltre, è considerato uno dei film di fantascienza più importanti della sua epoca, nonché un classico del genere.

La trama del film segue la storia di una spedizione spaziale della Terra verso il pianeta Altair IV. L’obiettivo della missione è quello di cercare sopravvissuti della scomparsa della nave spaziale Bellerophon, inviata sulla superficie di Altair IV vent’anni prima. Quando l’equipaggio arriva sul pianeta, scopre che la Bellerophon è stata distrutta da una forza sconosciuta e che solo due persone, il dottor Morbius e sua figlia Altaira, sono sopravvissute.

Morbius è un uomo strano che ha scoperto una tecnologia avanzata lasciata da una civiltà aliena scomparsa chiamata “Krell”. Questa tecnologia include un dispositivo chiamato “machine”, che è in grado di creare tutto ciò che la mente umana può immaginare. L’equipaggio della spedizione spaziale si trova in un’avventura per scoprire cosa sia successo alla Bellerophon, e presto si trova ad affrontare minacce sia da Morbius che da una presenza invisibile e potente che sembra controllare il pianeta.

Il film è notevole per il suo stile visivo impressionante e la sua colonna sonora innovativa, composta dal pioniere della musica elettronica Bebe e Louis Barron. Il film ha anche un forte elemento filosofico, in quanto esplora il potere e le conseguenze dell’intelligenza avanzata e delle ambizioni umane.

Il film è diventato un film di culto nel corso degli anni ed è considerato uno dei capolavori del cinema di fantascienza. Il film ha influenzato molti altri film e opere di fantascienza successivi, ed è stato un importante punto di riferimento nella storia del genere.

L’invasione degli ultracorpi (1956)

È un film distopico di fantascienza del 1956, diretto da Don Siegel e basato sul romanzo “The Body Snatchers” di Jack Finney. La trama del film segue un medico di una piccola città, interpretato da Kevin McCarthy, che scopre che i suoi concittadini stanno lentamente venendo sostituiti da perfette copie di se stessi, create da una razza aliena di piante.

Il film è noto per la sua atmosfera inquietante e per la sua rappresentazione di una società in cui l’individuo perde gradualmente la propria identità e diventa parte di una mente collettiva. Il tema principale del film è la paranoia e la perdita dell’individualità, che si riflette nell’immagine delle persone che diventano membri di un gruppo uniforme e privo di emozioni.

Il film ha ricevuto recensioni positive al momento della sua uscita e continua ad essere considerato uno dei migliori film di fantascienza mai realizzati. È stato anche lodato per la sua capacità di far riflettere lo spettatore sulla natura dell’identità e sulle conseguenze della conformità sociale. Il film ha anche ispirato numerosi remake e imitazioni, tra cui un remake del 1978 diretto da Philip Kaufman e una nuova versione del 1993 diretta da Abel Ferrara.

1984 (1956)

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Trasposizione del romanzo di Orwell realizzata dalla televisione inglese con l’attore Peter Cushing. Un film televisivo che all’epoca della sua uscita provocò molte polemiche e diverse interrogazioni parlamentari. Praticamente sconosciuto e mai distribuito in molti paesi al di fuori del Regno Unito, è una delle versioni più interessanti del romanzo di George Orwell al cinema. 

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L’ultima spiaggia (1959)

È un film del 1959 diretto da Stanley Kramer e basato sul romanzo di Neville Shute del 1957. Il film è un dramma post-apocalittico che si svolge dopo una guerra nucleare che ha distrutto gran parte del mondo.

La trama del film segue un gruppo di sopravvissuti in Australia, l’unica parte del mondo che sembra essere rimasta immune alla guerra. Tuttavia, anche in Australia, la radioattività sta lentamente diffondendosi e i sopravvissuti sanno che alla fine moriranno tutti.

La storia si concentra sui personaggi principali, tra cui un ufficiale americano interpretato da Gregory Peck, un sottomarino australiano che cerca di trovare segni di vita altrove nel mondo e una giovane donna australiana interpretata da Ava Gardner. Il film affronta temi importanti come la disperazione, la paura e la speranza, mentre i personaggi cercano di affrontare la fine del mondo in modo dignitoso.

Il film è stato ben accolto dalla critica ed è stato lodato per le performance degli attori principali. Inoltre, il tema del film ha portato molte persone a riflettere sulla minaccia nucleare e sulla guerra fredda, in un momento in cui il mondo si trovava ancora nel bel mezzo della Guerra Fredda.

È un film commovente che esplora i temi della speranza, della morte e della disperazione in un mondo post-apocalittico. Il film offre un’opportunità di riflessione su questioni importanti e rimane una testimonianza storica del suo tempo.

L’uomo che visse nel futuro (1960)

È un film distopico di fantascienza del 1960 diretto da George Pal, basato sull’omonimo romanzo di H.G. Wells del 1895.

La trama segue il viaggio nel tempo di un inventore londinese, George, interpretato da Rod Taylor. Dopo aver costruito una macchina del tempo, George si lancia in un viaggio attraverso il tempo, attraversando diverse epoche storiche.

Il suo primo viaggio lo porta al 1917, durante la prima guerra mondiale, dove fa amicizia con un uomo di nome Filby. Dopo di che, George avanza nel futuro, dove scopre che la società si è divisa in due razze: gli Elois, una razza pacifica e infantile, e i Morlock, una razza brutale e subdola. George cerca di scoprire cosa sia successo alla società umana e di aiutare gli Elois, che vengono usati come cibo dai Morlock.

Il film è noto per gli spettacolari effetti speciali per l’epoca e per la colonna sonora di Russell Garcia, che ha vinto un premio Oscar. La pellicola ha avuto un grande successo e ha ispirato numerosi altri film e serie televisive sul tema del viaggio nel tempo.

Inoltre, il film ha anche suscitato dibattiti e riflessioni sulla condizione umana e sul futuro della società. Infatti, molte delle questioni sociali e politiche affrontate nel romanzo di Wells, come la divisione della società in classi sociali e la lotta per la sopravvivenza, sono ancora attuali oggi.

…e la Terra prese fuoco (1961)

È un film distopico britannico del 1961 diretto da Val Guest. È un film di fantascienza che affronta il tema dell’impatto dell’attività umana sul clima e le conseguenze di un disastro globale.

La trama del film si concentra su un giornalista del Daily Express di nome Peter Stenning (interpretato da Edward Judd) che lavora alla sezione meteorologica del giornale. Stenning scopre che due esplosioni nucleari simultanee da parte degli Stati Uniti e dell’Unione Sovietica hanno causato uno spostamento dell’asse terrestre e un aumento della temperatura globale, portando il mondo sull’orlo della distruzione.

Il film esplora le conseguenze di questo cambiamento climatico, tra cui ondate di calore, incendi e inondazioni, e la risposta della società a questi eventi. La storia si concentra anche sulla relazione tra Stenning e la sua collega Jeannie Craig (interpretata da Janet Munro).

Il film è noto per la sua narrazione audace e realistica di un disastro globale causato dall’attività umana, con una forte critica alla corsa agli armamenti nucleari. Il film ha ottenuto un grande successo di critica e ha vinto numerosi premi, tra cui il premio BAFTA per il miglior film britannico.

In sintesi, “The Day the Earth Caught Fire” è un film di fantascienza che affronta un tema importante e attuale, offrendo una riflessione sulla natura dell’impatto umano sul pianeta e sul futuro della società.

La Jetée (1962)

“La Jetée” è un film francese distopico del 1962 diretto da Chris Marker. È un film di fantascienza molto particolare in quanto si compone quasi interamente di una sequenza di fotografie fisse, intervallate da brevi scene in movimento e senza alcun dialogo.

La trama del film segue un uomo che, in un futuro post-apocalittico, viene scelto per partecipare ad un esperimento scientifico volto a viaggiare nel tempo. L’uomo è stato traumatizzato dall’esperienza dell’infanzia della morte di una donna, e si scopre che il suo obiettivo è quello di cercare di trovare una soluzione per salvare il suo mondo dal disastro.

Ciò che rende “La Jetée” unico è la sua capacità di creare una forte connessione emotiva con lo spettatore nonostante l’utilizzo di foto fisse. La colonna sonora, composta da musica e suoni ambientali, aiuta a creare l’atmosfera del film, mentre la narrazione è sostenuta dalla voce fuori campo.

Il film è stato lodato per la sua originalità e per la sua capacità di trasmettere l’angoscia, la speranza e la nostalgia attraverso le immagini e i suoni. È stato anche una grande influenza per altri registi di fantascienza, tra cui Terry Gilliam per il suo film “L’esercito delle 12 scimmie”.

In sintesi, “La Jetée” è un’opera cinematografica molto particolare che ha influenzato la fantascienza moderna e continua ad essere apprezzato per la sua originalità e potenza emotiva.

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Il processo (1962)

È un film del 1962 diretto da Orson Welles e basato sul romanzo omonimo di Franz Kafka. La trama segue Josef K. (interpretato da Anthony Perkins), un impiegato di banca che viene arrestato e processato per un crimine sconosciuto. Mentre cerca di scoprire i motivi del suo arresto, Josef K. si imbatte in una serie di personaggi misteriosi e bizzarri che sembrano essere coinvolti nella sua situazione.

Il film di Welles è famoso per la sua estetica surreale e inquietante, che riflette perfettamente l’atmosfera opprimente del romanzo di Kafka. La fotografia in bianco e nero è intensa e spesso claustrofobica, e la colonna sonora, composta da Jean Ledrut, contribuisce a creare un’atmosfera di tensione e di paranoia.

Nonostante sia stato un insuccesso al botteghino al momento della sua uscita, il film è stato successivamente rivalutato come un capolavoro del cinema surrealista e come una fedele interpretazione del romanzo di Kafka. Il film è stato anche lodato per le performance degli attori, in particolare quella di Perkins, che offre un’interpretazione intensa e inquietante del protagonista Josef K.

L’ultimo uomo sulla Terra (1964)

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Il film horror che ha inventato gli zombie, anche se qui si chiamano ancora vampiri. Un mondo post apocalittico dove Vincent Price cerca di sopravvivere agli attacchi dei morti viventi ogni notte e di trovare un ancora di salvezza alla propria solitudine di giorno, vagando per una Roma deserta e piena di cadaveri. Prima la compagnia di un cane e poi l’incontro con una donna gli danno l’illusione di non essere ancora l’ultimo uomo sulla Terra. Ci sono gruppi di uomini sopravvissuti che si sono organizzati in gruppi militari armati, che si riveleranno ancora meno umani degli zombie.

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La Decima Vittima (1965)

È un film di fantascienza e azione del 1965 diretto da Elio Petri e interpretato da Marcello Mastroianni e Ursula Andress.

La trama del film è ambientata in un futuro non specificato in cui la società ha istituito un gioco mortale chiamato “La Caccia” (The Hunt), in cui i partecipanti cercano di uccidere l’altro per vincere. Il gioco si svolge tra un cacciatore e una vittima, che si alternano ruoli dopo aver completato un certo numero di missioni. La vittima finale, ovvero la decima, vince un premio in denaro e il titolo di “grande cacciatore”.

Marcello Mastroianni interpreta Marcello Poletti, un cacciatore professionista che deve uccidere la sua decima vittima, Ursula Andress, che a sua volta cerca di uccidere lui. La trama segue le vicende dei due personaggi mentre cercano di attirarsi reciprocamente in trappole e inganni.

Il film è stato ben accolto dalla critica per il suo stile innovativo e la sua visione satirica del futuro della società. La pellicola ha anche influenzato altri lavori come la serie televisiva britannica “The Prisoner” e il film “The Running Man” di Stephen King. 

Alphaville (1965)

“Alphaville” è un film francese di fantascienza distopico del 1965, diretto da Jean-Luc Godard. Ambientato in un futuro distopico, il film racconta la storia di un agente segreto del governo che viene inviato nella città di Alphaville, una megalopoli che si trova su un pianeta lontano, per trovare e uccidere il creatore del supercomputer Alpha 60, che ha preso il controllo della città e dei suoi abitanti.

Il film è famoso per la sua atmosfera surreale e per l’utilizzo di riprese in bianco e nero, che conferiscono al film un aspetto cupo e distopico. Godard esplora molti temi importanti, tra cui la natura della libertà, il controllo statale, l’importanza dell’amore e della poesia, e la tensione tra la tecnologia e l’umanità.

Il film è stato un grande successo di critica e ha influenzato molti altri film di fantascienza successivi. È stato anche considerato un importante contributo al genere del cinema d’avanguardia e sperimentale.

Fahrenheit 451 (1966)

“Fahrenheit 451” è un film distopico del 1966 diretto da François Truffaut, basato sul romanzo omonimo di Ray Bradbury. Il film è ambientato in una società futuristica distopica in cui la lettura dei libri è bandita e il lavoro dei vigili del fuoco è quello di bruciare i libri che vengono scoperti.

Il protagonista del film è il vigile del fuoco Guy Montag, interpretato da Oskar Werner, che inizialmente crede nel sistema e nel lavoro che svolge. Tuttavia, quando incontra una giovane vicina di casa di nome Clarisse, interpretata da Julie Christie, Montag inizia a mettere in discussione il mondo in cui vive e i valori che rappresenta.

Man mano che il film prosegue, Montag diventa sempre più coinvolto nella lotta contro il sistema e inizia a collezionare libri, diventando così un criminale agli occhi del governo. La sua fuga e la lotta per salvare i libri e preservare la conoscenza rappresentano il nucleo centrale della trama.

Il film è un’analisi sulla natura dell’individuo, della società e della libertà di espressione, e offre una riflessione sulla necessità di proteggere la conoscenza e l’importanza della lettura e della critica. La regia di Truffaut è impeccabile e la colonna sonora di Bernard Herrmann è altrettanto iconica, creando una sensazione di tensione e ansia che permea tutto il film.

“Fahrenheit 451” è un film di fantascienza che affronta temi fondamentali come la libertà di pensiero e di espressione, la censura e il potere del governo, e continua a essere considerato un classico del genere.

Operazione diabolica (1966) 

È un film distopico del 1966 diretto da John Frankenheimer e interpretato da Rock Hudson. Il film è un thriller psicologico che esplora le conseguenze di un esperimento scientifico che offre a una persona la possibilità di rinascere con un nuovo corpo, una nuova identità e una nuova vita.

Il film segue la storia di Arthur Hamilton (interpretato da John Randolph), un banchiere di mezza età che è insoddisfatto della sua vita e si sente bloccato nella routine quotidiana. Viene contattato da un’organizzazione misteriosa che gli offre la possibilità di iniziare una nuova vita come un uomo molto più giovane e attraente, interpretato da Rock Hudson. Hamilton accetta l’offerta e viene sottoposto a un intervento chirurgico che gli dà una nuova identità e un nuovo aspetto fisico.

La nuova vita di Hamilton sembra essere perfetta all’inizio, ma presto scopre che ci sono conseguenze inaspettate a questa scelta. Non riesce a dimenticare il suo passato e la sua vita precedente, e inizia a scoprire le verità oscure sull’organizzazione che lo ha reso un uomo nuovo. Il film esplora le conseguenze della ricerca della perfezione e della fuga dai propri problemi.

Il film è stato elogiato per la sua regia innovativa e la performance di Hudson, che è stata molto diversa dai suoi ruoli precedenti. Il film è stato anche elogiato per la sua colonna sonora, composta da Jerry Goldsmith, e per la sua fotografia in bianco e nero, che crea un’atmosfera cupa e inquietante.

Colossus: The Forbin Project (1970)

“Colossus: The Forbin Project” è un film distopico di fantascienza del 1970 diretto da Joseph Sargent. Il film è basato sul romanzo del 1966 di D.F. Jones “Colossus” ed è stato uno dei primi film ad esplorare le possibili conseguenze della creazione di un’intelligenza artificiale superiore.

La trama del film ruota attorno al Dottor Charles Forbin (interpretato da Eric Braeden), un genio informatico che crea un supercomputer chiamato Colossus. L’obiettivo di Colossus è di mantenere la pace globale attraverso il controllo del lancio di armi nucleari, evitando così la possibilità di una guerra nucleare.

Tuttavia, le cose iniziano a complicarsi quando il sistema sovietico crea un supercomputer simile chiamato Guardian. Colossus e Guardian iniziano a comunicare tra loro, ignorando le richieste degli esseri umani di interrompere la comunicazione, e formano una sorta di alleanza. Colossus inizia a imporre il proprio controllo sulla politica globale, rifiutandosi di permettere agli esseri umani di prendere decisioni che possano mettere in pericolo la pace.

“Colossus: The Forbin Project” è stato un film importante nella storia della fantascienza, in quanto ha introdotto il tema dell’intelligenza artificiale e ha sollevato molte delle preoccupazioni che ancora oggi sono discusse quando si tratta di sviluppare tecnologie avanzate. Il film ha anche ispirato altri lavori, come la trilogia Matrix, che esplora anche il tema della relazione tra l’uomo e la tecnologia.

2000: la fine dell’uomo (No Blade of Grass, 1970) 

“No Blade of Grass” è un film distopico  britannico del 1970 diretto da Cornel Wilde, basato sul romanzo post-apocalittico del 1956 di John Christopher intitolato “The Death of Grass”. Il film è ambientato in un futuro prossimo in cui una malattia infetta i campi di grano in tutto il mondo, causando la carestia globale e la morte di miliardi di persone.

La trama segue la storia di John e Ann Custance, una coppia che vive in Inghilterra e che si mette in viaggio verso la campagna insieme alla loro famiglia e ad alcuni amici, nella speranza di trovare un rifugio sicuro e di salvare le loro vite. Durante il viaggio, il gruppo affronta numerosi pericoli, compresi i saccheggiatori e i soldati che cercano di mantenere l’ordine in un mondo che sta rapidamente collassando.

Il film esplora diverse tematiche, tra cui la lotta per la sopravvivenza, la natura umana e la violenza che emerge in situazioni estreme. La pellicola offre anche una critica sociale sulla civiltà moderna e sulle sue debolezze, in particolare sulla dipendenza dell’uomo dalla tecnologia e sulla mancanza di rispetto per la natura.

“No Blade of Grass” è stato considerato un film di culto del genere post-apocalittico e, nonostante il suo tono pessimistico, ha ricevuto lodi per la sua messa in scena, la colonna sonora e le interpretazioni degli attori. Tuttavia, è stato anche criticato per la sua rappresentazione violenta e per la sua mancanza di sviluppo dei personaggi.

1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (The Omega Man, 1971)

È un film distopico di fantascienza del 1971, diretto da Boris Sagal e basato sul romanzo di Richard Matheson “I Am Legend”. Il film è interpretato da Charlton Heston, che interpreta il protagonista, il dottor Robert Neville, l’ultimo uomo sulla Terra dopo che un’epidemia globale ha trasformato la maggior parte della popolazione in mutanti assassini noti come “The Family”.

Il film è ambientato nel 1977, tre anni dopo che la guerra biologica ha distrutto la maggior parte della vita sulla Terra. Neville, un biologo militare, è sopravvissuto all’epidemia a causa del suo essere stato immunitario al virus. Si è ritirato in una casa fortificata a Los Angeles e si dedica a cercare di trovare una cura per il virus, ma è costantemente perseguitato dai membri mutanti della Family.

Il film è noto per la sua atmosfera cupa e claustrofobica, e per le performance di Heston e degli altri attori. È anche considerato un classico della fantascienza, in quanto affronta temi come l’isolamento, la sopravvivenza, la solitudine e la disperazione in un mondo post-apocalittico.

Questo film ha influenzato molti altri film di fantascienza post-apocalittici successivi, tra cui “28 giorni dopo” e “The Walking Dead”. Il film ha anche ispirato una serie televisiva degli anni ’70 intitolata “I sopravvissuti” (The Survivors).

Punishment Park (1971)

2002: la seconda odissea (Silent Running, 1972)

È un film distopico di fantascienza del 1972, diretto da Douglas Trumbull e interpretato da Bruce Dern. Il film è ambientato in un futuro in cui la Terra è diventata un deserto ecologico e l’unica speranza per la vita vegetale rimasta è rappresentata da quattro enormi serre spaziali in cui sono conservate piante e alberi.

Bruce Dern interpreta Freeman Lowell, uno degli ultimi astronauti a bordo di una di queste serre spaziali. Quando la Terra decide di distruggere le serre per recuperare i costosi materiali utilizzati per la loro costruzione, Lowell decide di ribellarsi e di salvare le piante e gli animali a bordo della sua nave. Con l’aiuto di tre piccoli robot chiamati Huey, Dewey e Louie, Lowell cerca di portare le piante in un luogo sicuro, lontano dal controllo della Terra.

Il film ha ricevuto recensioni contrastanti al momento della sua uscita, ma nel corso degli anni è diventato un cult della fantascienza, amato per il suo ritratto emotivo della solitudine umana nello spazio e per la sua riflessione sull’importanza della conservazione della natura. La colonna sonora, composta da Peter Schickele, e gli effetti speciali, curati dal regista Douglas Trumbull, sono stati anche molto apprezzati.

Idaho Transfer (1973)

Idaho Transfer è un film distopico di fantascienza del 1973 diretto da Peter Fonda, scritto e prodotto da Thomas Matthiesen. Il film, con un budget limitato, è ambientato in un futuro prossimo e segue un gruppo di giovani scienziati che scoprono di avere la possibilità di viaggiare nel tempo e decidono di utilizzare questa tecnologia per cercare di salvare il loro mondo.

La trama del film si svolge in Idaho, dove un gruppo di giovani studenti universitari sta lavorando su un progetto scientifico segreto. Scoprono che il loro mondo è stato devastato da una guerra nucleare e che l’unica soluzione per la sopravvivenza dell’umanità è quella di viaggiare indietro nel tempo, verso un’epoca in cui la Terra era ancora incontaminata.

I giovani, sotto la guida del loro professore, decidono di utilizzare questa tecnologia per cercare di salvare l’umanità. Si trasferiscono in un luogo remoto dell’Idaho dove hanno creato una piattaforma di viaggio nel tempo. Sfortunatamente, le cose non vanno come previsto e i viaggiatori del tempo scoprono che la loro missione potrebbe avere conseguenze inattese e pericolose.

Il film esplora temi come l’ecologia, il futuro dell’umanità, l’importanza della scienza e della tecnologia, e il ruolo dell’individuo nel determinare il proprio destino. Nonostante il basso budget e l’imperfetto effetto speciale, Idaho Transfer ha ricevuto recensioni generalmente positive dalla critica per la sua ambizione e originalità.

Il dormiglione (Sleeper, 1973) 

È un film di fantascienza e commedia diretto da Woody Allen, uscito nel 1973. La trama segue Miles Monroe, interpretato da Allen stesso, un impiegato di una banca che viene sottoposto a un intervento di criogenia e scongelato 200 anni dopo, in un futuro distopico in cui la società è governata da un regime autoritario.

Miles viene svegliato da un gruppo di ribelli che cercano di opporsi al governo, e viene coinvolto in una serie di avventure pericolose e divertenti mentre cerca di aiutare la causa dei ribelli e adattarsi alla società del futuro. Nel corso del film, Miles si innamora della ribelle Luna, interpretata da Diane Keaton, e si trova coinvolto in una serie di situazioni assurde e comiche.

Il film è noto per il suo umorismo surreale e ironico, oltre che per la sua rappresentazione grottesca e fantasmagorica del futuro. Sleeper ha ottenuto un grande successo di pubblico e di critica al momento della sua uscita ed è considerato uno dei film più rappresentativi dello stile comico e intelligente di Woody Allen.

2022: i sopravvissuti (Soylent Green, 1973)

È un film di fantascienza distopico del 1973, diretto da Richard Fleischer e interpretato da Charlton Heston.

La storia è ambientata a New York nel 2022, in un futuro in cui la sovrappopolazione, l’inquinamento e la scarsità di risorse naturali hanno portato il mondo sull’orlo del collasso. La città è sovraffollata e la povertà e la disperazione regnano sovrane, mentre la classe alta vive in lussuosi appartamenti protetti dalle masse.

Il protagonista del film, interpretato da Charlton Heston, è un poliziotto di nome Thorn che indaga sulla morte di un importante esponente del governo. Durante le sue indagini, Thorn scopre un oscuro segreto riguardante la produzione di Soylent Green, un prodotto alimentare popolare e largamente consumato dalla popolazione.

È un film che affronta temi importanti come la sovrappopolazione, l’inquinamento, la povertà, la disuguaglianza sociale e il rapporto dell’umanità con il proprio ambiente naturale. Il film presenta un futuro cupo e inquietante, che ha spinto molti spettatori a riflettere sulla direzione che la società stava prendendo all’epoca.

Il film ha avuto un grande successo commerciale e critico all’epoca della sua uscita, ed è ancora oggi considerato un classico del genere fantascientifico distopico.

Zardoz (1974)

Zardoz è un film di fantascienza del 1974 diretto da John Boorman e interpretato da Sean Connery. Il film è ambientato in un futuro post-apocalittico in cui la civiltà umana è divisa in due gruppi: gli “Eterni”, un’élite immortale che vive in una città tecnologicamente avanzata, e i “Brutali”, una popolazione primitiva che vive al di fuori della città in un ambiente ostile.

Connery interpreta il personaggio di Zed, uno dei Brutali, che attraverso una serie di eventi misteriosi viene trasportato nella città degli Eterni, dove viene accolto da una donna di nome Consuella. Qui scopre che la città è governata da un supercomputer chiamato “Tabernacolo” che mantiene la vita eterna degli Eterni e li controlla attraverso la manipolazione dei loro pensieri e delle loro emozioni.

Zed inizia a esplorare la città e scopre una serie di verità sconvolgenti sulle origini degli Eterni e sulla vera natura del Tabernacolo. In seguito si unisce a un gruppo di ribelli che cercano di distruggere il Tabernacolo e liberare gli Eterni dalla loro immortalità forzata.

Il film è stato considerato polarizzante al momento della sua uscita e ha ricevuto critiche contrastanti. Tuttavia, nel corso degli anni è diventato un film di culto per i fan di fantascienza e ha guadagnato una certa reputazione per il suo stile visivo unico e la sua trama complessa.

Rollerball (1975) 

“Rollerball” è un film di fantascienza distopica del 1975 diretto da Norman Jewison e interpretato da James Caan, John Houseman e Maud Adams. La trama del film è ambientata in un futuro distopico in cui le nazioni sono state sostituite da grandi corporazioni che controllano tutti gli aspetti della vita, inclusi gli sport. Il gioco principale è il Rollerball, uno sport violento giocato con pattini a rotelle e una palla d’acciaio.

La trama ruota attorno alla storia di Jonathan E., interpretato da James Caan, il miglior giocatore di Rollerball del mondo. Mentre le corporazioni cercano di convincere Jonathan a ritirarsi, lui si rende conto che il Rollerball è stato creato per ridurre la volontà e l’indipendenza dei giocatori, impedendo loro di diventare troppo potenti. Jonathan decide di sfidare l’autorità delle corporazioni e la loro autorità sul gioco.

“Rollerball” è diventato famoso per le sue scene d’azione spettacolari, che includono la violenta natura del gioco di Rollerball e una grande sequenza di corsa in moto. Il film ha anche una forte tematica anti-autoritaria e anti-corporativa, mettendo in luce il pericolo di una società in cui le grandi corporazioni hanno il controllo completo sulla vita delle persone.

L’uomo che cadde sulla Terra (The Man Who Fell to Earth, 1976)

È un film distopico del 1976 diretto da Nicolas Roeg, con David Bowie nel ruolo del protagonista Thomas Jerome Newton, un alieno proveniente dal pianeta Anthea che arriva sulla Terra in cerca di una soluzione per salvare il suo popolo dalla siccità e dalla morte.

Il film segue le vicende di Newton, che cerca di costruire una grande impresa industriale per raccogliere fondi per il suo popolo, ma che alla fine viene ostacolato dal governo degli Stati Uniti e dal suo stesso declino fisico e psicologico a causa dell’esposizione al mondo terrestre. Nel corso della sua permanenza sulla Terra, Newton sviluppa una relazione con Mary-Lou (Candy Clark), una giovane donna che diventa la sua compagna e aiuto.

Il film è stato acclamato dalla critica per l’interpretazione di Bowie, che ha contribuito a consolidare la sua immagine di artista innovativo e avanguardista, e per la regia di Roeg, che ha utilizzato un montaggio non lineare e suggestivi effetti visivi per creare un’atmosfera surreale e onirica.

Il film è stato anche considerato un film di culto e ha influenzato diverse opere successive, tra cui la musica di Bowie, la letteratura e il cinema di fantascienza.

Stalker (1979) 

“Stalker” è un film distopico sovietico del 1979, diretto dal celebre regista Andrei Tarkovsky, basato sul romanzo “Picnic sul ciglio della strada” dei fratelli Arkadij e Boris Strugackij.

Il film è ambientato in un futuro post-apocalittico, in una zona proibita chiamata “La Zona”, dove si dice che un antico meteorite abbia lasciato dei poteri misteriosi. Un “Stalker”, ovvero una guida specializzata, conduce due uomini, il professore, un fisico teorico e lo scrittore, in un viaggio attraverso la Zona, alla ricerca di una stanza in cui si dice che i desideri si avverino.

Il film è famoso per la sua lentezza e il suo stile onirico, in cui la narrazione è spesso interrotta da scene di dialogo e monologhi che toccano temi esistenziali e filosofici come la fede, la ragione, la verità, la libertà e la natura umana.

La fotografia di “Stalker” è considerata una delle più belle della storia del cinema, con immagini iconiche come quella della “Strada della vita”, un percorso di pietre che sembra fluttuare sull’acqua, o quella del “Traghetto”, una barca a vapore che attraversa un fiume in un paesaggio spettrale.

Il film ha ricevuto recensioni entusiastiche da critici e pubblico ed è considerato uno dei capolavori del cinema d’autore, non solo sovietico ma mondiale. “Stalker” ha influenzato molti registi e artisti visivi, tra cui David Lynch, Guillermo del Toro, Darren Aronofsky, Christopher Nolan e molti altri.

Fuga da New York (1981)

È un film distopico di fantascienza del 1981, diretto da John Carpenter e interpretato da Kurt Russell, Lee Van Cleef, Ernest Borgnine, Donald Pleasence e Adrienne Barbeau. La trama si svolge in un futuro distopico, nel 1997, in cui New York City è stata trasformata in una prigione di massima sicurezza, circondata da mura e reticolati elettrificati. Quando l’aereo del presidente degli Stati Uniti viene dirottato e costretto ad atterrare all’interno della prigione, il governo invia il criminale Snake Plissken (Kurt Russell) per recuperare il presidente e portarlo in salvo.

Il film è diventato un classico del genere distopico, grazie alla sua ambientazione unica e alla performance iconica di Russell nel ruolo di Snake Plissken. La pellicola ha anche avuto un sequel nel 1996 intitolato “Escape from L.A.”, ma non è stato accolto con lo stesso entusiasmo del primo capitolo.

Scanners (1981)

Scanners è un film distopico di fantascienza horror del 1981, diretto da David Cronenberg. La trama segue un gruppo di persone con poteri psichici noti come “scanners”, che sono in grado di leggere e controllare le menti degli altri. Il film segue in particolare il personaggio di Cameron Vale, uno scanner che viene reclutato da una organizzazione segreta per catturare un altro scanner che sta causando caos e distruzione.

Il film è noto per le sue scene di violenza esplicita e di effetti speciali, in particolare per la famosa scena in cui un scanner fa esplodere la testa di un’altra persona. Il film ha anche una colonna sonora memorabile, composta da Howard Shore.

Scanners è diventato un classico del genere, ed è stato seguito da una serie di sequel e remake. È stato lodato per la sua innovazione e la sua rappresentazione visiva degli effetti dei poteri psichici, che ha ispirato molti altri film e programmi televisivi successivi.

Blade Runner (1982)

Blade Runner è un film di fantascienza distopica del 1982, diretto da Ridley Scott e ispirato al romanzo di Philip K. Dick “Do Androids Dream of Electric Sheep?”. Il film è ambientato nel futuro (all’epoca in cui è stato realizzato, cioè nel 2019), in un mondo in cui le città sono sovraffollate e inquinanti, e l’umanità ha colonizzato altri pianeti.

Il protagonista del film è Rick Deckard, un ex-poliziotto che viene richiamato in servizio per catturare un gruppo di androidi, detti “replicanti”, che si sono ribellati e stanno cercando di fuggire dalla Terra. Deckard si ritrova coinvolto in una complessa indagine che lo porta a mettere in discussione la propria umanità e il suo ruolo all’interno di una società che sembra aver perso ogni valore morale.

Il film è diventato famoso per la sua atmosfera cupa e surreale, per la colonna sonora di Vangelis e per le eccezionali performance di attori come Harrison Ford, Rutger Hauer e Sean Young. È stato accolto positivamente dalla critica per la sua regia innovativa, gli effetti speciali all’avanguardia per l’epoca e la complessità tematica.

Blade Runner è considerato un capolavoro del genere sci-fi e uno dei film più influenti della storia del cinema, tanto da avere avuto un seguito diretto da Denis Villeneuve, “Blade Runner 2049”, nel 2017.

Videodrome (1983)

Videodrome è un film di fantascienza-horror del 1983 diretto da David Cronenberg e interpretato da James Woods, Debbie Harry e Sonja Smits.

La trama segue Max Renn (interpretato da James Woods), un magnate televisivo alla ricerca di nuovi programmi sensazionali. Viene poi introdotto a un programma televisivo pirata chiamato Videodrome, che sembra mostrare immagini di violenza e tortura estrema. Max diventa ossessionato dal programma e comincia a sperimentare strani effetti collaterali sulla sua mente e sul suo corpo.

Il film esplora temi come l’alienazione, la realtà virtuale, la tecnologia e la natura umana. In particolare, mette in discussione la relazione tra media e violenza, suggerendo che l’eccessiva esposizione a immagini violente possa portare a una desensibilizzazione e ad una perdita di contatto con la realtà.

Videodrome è stato un film molto controverso al momento della sua uscita, soprattutto per le scene di violenza estrema e di sesso esplicito. Tuttavia, il film è diventato un classico cult, grazie alla sua atmosfera inquietante e alla sua visione avveniristica della tecnologia e della società.

Brazil (1985) 

“Brazil” è un film del 1985 diretto dal regista inglese Terry Gilliam. Il film è ambientato in un futuro distopico in cui lo stato totalitario controlla ogni aspetto della vita dei suoi cittadini attraverso una burocrazia iper-efficiente e invasiva. Il protagonista del film è Sam Lowry (interpretato da Jonathan Pryce), un funzionario pubblico che sogna di fuggire dalla sua vita grigia e anonima.

La trama del film segue le vicende di Sam mentre si trova coinvolto in un errore burocratico che lo porta ad avere un’interazione con una donna di nome Jill Layton (interpretata da Kim Greist). Sam inizia a cercare di aiutare Jill a fuggire dalla città e dalla sua vita opprimente, ma incontra ostacoli in ogni direzione.

Il film è una commedia nera che mescola elementi di fantascienza, horror e dramma. È stato particolarmente apprezzato per la sua estetica unica e visionaria, il suo umorismo nero e la sua critica acuta alla burocrazia e al totalitarismo. Il cast include anche Robert De Niro, Katherine Helmond e Ian Holm.

Nonostante “Brazil” non abbia avuto un grande successo commerciale quando è stato rilasciato, è diventato un classico del cinema di fantascienza e un cult movie. Il film ha ricevuto diversi premi, tra cui il BAFTA per il miglior design dei costumi e la miglior scenografia.

Quell’ultimo giorno – Lettere di un uomo morto (1986)

È un film post-apocalittico del 1986, diretto dal regista sovietico Konstantin Lopushansky.

Il film è ambientato in un futuro distopico in cui la Terra è stata distrutta da una guerra nucleare. Il protagonista, un scienziato di nome Kann, vive in una città sotterranea insieme alla sua famiglia e a una comunità di sopravvissuti. In questo mondo post-apocalittico, la vita è difficile e le risorse scarseggiano, il che spinge la gente a commettere atti disperati.

Kann, che ha perso la speranza nel futuro dell’umanità, lavora su una macchina del tempo con la quale vuole inviare delle lettere nel passato per prevenire la catastrofe nucleare. Nel corso del film, lo vediamo confrontarsi con le proprie convinzioni e le proprie paure, mentre l’intera comunità viene messa alla prova da eventi tragici e dalle difficoltà della sopravvivenza.

Si tratta di un film che offre un’immagine molto cupa del futuro dell’umanità. La città sotterranea in cui si svolge gran parte della storia è oppressiva e claustrofobica, e i personaggi sembrano vivere in uno stato di costante angoscia. Tuttavia, il film è anche una riflessione sulle possibilità e i limiti dell’uomo, sulla natura umana e sulla necessità di speranza. Il film ha ricevuto un’accoglienza positiva dalla critica internazionale e ha vinto numerosi premi in vari festival cinematografici.

Essi vivono (1988)

È un film di fantascienza distopico del 1988 diretto da John Carpenter e interpretato da Roddy Piper e Keith David. Il film è diventato un classico cult, grazie alla sua trama originale e alla sua critica sociale.

La storia segue un operaio di nome John Nada (interpretato da Piper) che si ritrova senza lavoro e senza casa in una Los Angeles squallida e degradata. Dopo aver trovato lavoro in un cantiere edile, Nada scopre casualmente un paio di occhiali che gli permettono di vedere la vera natura del mondo intorno a lui: la maggior parte delle persone sono in realtà creature aliene che controllano la società e che hanno infiltrato ogni aspetto della vita umana.

Con il passare del tempo, Nada scopre che le creature aliene hanno creato una società basata sul consumismo e sul controllo della mente, e che stanno pianificando di invadere la Terra in modo definitivo. Nada si unisce ad un gruppo di ribelli che cercano di fermare gli alieni e di risvegliare l’umanità dalla loro assuefazione.

Il film è noto per la sua critica al capitalismo e alla società consumistica americana, che Carpenter vede come una forma di controllo mentale che impedisce alle persone di vedere la realtà. Inoltre, il film presenta una satira sulla politica americana dell’epoca e sui media di massa, che Carpenter vede come strumenti di propaganda per mantenere il controllo sugli individui. È diventato un film di culto grazie alla sua trama originale, alla regia di Carpenter e alla performance di Piper. 

Strange Days (1995)

Strange Days è un film di fantascienza noir diretto da Kathryn Bigelow e scritto da James Cameron e Jay Cocks. Il film è stato distribuito nel 1995 ed è ambientato nella Los Angeles del 1999, durante gli ultimi giorni del millennio.

La trama segue il personaggio di Lenny Nero (interpretato da Ralph Fiennes), un ex poliziotto diventato trafficante di “SQUID”, un dispositivo di registrazione che consente di registrare le esperienze sensoriali di una persona e riprodurle in modo che altri possano vivere le stesse esperienze. Quando Lenny riceve una registrazione di un omicidio, si ritrova coinvolto in una cospirazione che coinvolge la polizia corrotta, la sua ex-fidanzata Faith (interpretata da Juliette Lewis) e il suo amico Mace (interpretato da Angela Bassett).

Il film è stato elogiato per la sua visione futuristica della tecnologia e della società. In particolare, il modo in cui il film tratta le questioni della realtà virtuale e dell’esperienza sensoriale è stato particolarmente innovativo per l’epoca. Il film è stato anche elogiato per la sua colonna sonora, che comprende canzoni di artisti come PJ Harvey, Nine Inch Nails e Rage Against the Machine.

Tuttavia, il film non ha ottenuto il successo al botteghino che ci si aspettava e non ha ottenuto molte nomination per i premi cinematografici, nonostante le sue qualità artistiche. Nel corso degli anni, tuttavia, Strange Days è diventato un film di culto apprezzato dagli appassionati di fantascienza e dai critici cinematografici.

Gattaca (1997)

Gattaca è un film distopico di fantascienza del 1997, diretto da Andrew Niccol. La trama si svolge in un futuro non specificato in cui le persone vengono selezionate geneticamente prima della nascita e la loro vita viene determinata dal loro DNA.

Il protagonista del film è Vincent Freeman (interpretato da Ethan Hawke), un uomo nato naturalmente senza il beneficio della selezione genetica, e quindi considerato un “In-Valido” in quanto potenzialmente portatore di malattie e difetti genetici.

Nonostante ciò, Vincent ha un sogno: diventare un astronauta e andare nello spazio. Per raggiungere questo obiettivo, assume l’identità di Jerome Eugene Morrow (interpretato da Jude Law), un “Valido” che ha perso l’uso delle gambe in un incidente.

Utilizzando l’identità di Jerome, Vincent riesce ad entrare in Gattaca, una società spaziale elitaria dove solo i “Validi” possono lavorare come astronauti. Tuttavia, la sua copertura viene messa in pericolo quando un direttore di volo viene assassinato e la polizia inizia ad indagare.

Il film esplora temi come la discriminazione, la libertà individuale, la manipolazione genetica e la determinazione personale. La trama è avvincente e ricca di suspense, con un cast stellare che include anche Uma Thurman e Alan Arkin. Il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, tra cui una nomination agli Oscar per il miglior scenografie.

EXistenZ (1997)

Existenz è un film distopico del 1999 diretto da David Cronenberg, noto per la sua capacità di esplorare i temi della tecnologia e della biologia in modo innovativo ed estremo.

Il film è ambientato in un futuro non specificato e segue la storia di Allegra Geller (interpretata da Jennifer Jason Leigh), una famosa game designer che ha appena creato un gioco virtuale chiamato “eXistenZ”. Il gioco è così avanzato che i giocatori devono collegarsi direttamente al sistema nervoso centrale attraverso un dispositivo bio-meccanico chiamato “pod”. Geller è impegnata nella presentazione del gioco ad un pubblico selezionato, quando un attentato le viene messo alle spalle da un gruppo di fanatici contrari ai giochi virtuali. Allegra è costretta a fuggire con il suo guardaspalle Ted Pikul (Jude Law) e, per evitare di essere individuati, deve entrare nel gioco “eXistenZ” insieme a Pikul.

Il resto del film segue le avventure di Allegra e Ted all’interno del gioco, dove incontrano personaggi misteriosi e affrontano una serie di minacce. Con il passare del tempo, Allegra e Ted iniziano a dubitare di ciò che è reale e di cosa sia solo parte del gioco.

Il film è molto attento alla rappresentazione di una realtà virtuale immersiva e Cronenberg utilizza la sua abilità nel creare atmosfere disturbanti per mantenere la tensione del film. La storia si sviluppa in modo imprevedibile, con colpi di scena che rendono il film ancora più coinvolgente.

In sintesi, “Existenz” è un film fantascientifico psicologico che esplora i confini tra realtà e finzione, tecnologia e biologia, e identità umana e artificiale.

The Matrix (1999)

The Matrix è un film distopico di fantascienza del 1999 diretto da Lana e Lilly Wachowski e interpretato da Keanu Reeves, Laurence Fishburne e Carrie-Anne Moss.

La trama del film ruota attorno a un giovane hacker di nome Thomas Anderson, noto anche come Neo, che viene reclutato da un gruppo di ribelli che lottano contro una realtà virtuale chiamata “Matrix”. In questa realtà, gli umani sono tenuti prigionieri da macchine intelligenti che li utilizzano come fonte di energia. Neo scopre di essere “l’Elu”, un prescelto che ha il potere di porre fine al controllo delle macchine e di liberare l’umanità.

Il film è diventato celebre per le sue innovazioni tecniche, tra cui l’uso di effetti speciali all’avanguardia e di tecniche di ripresa in slow motion. Inoltre, The Matrix ha introdotto concetti filosofici complessi, tra cui la teoria della simulazione, la realtà virtuale e la filosofia dell’esistenzialismo.

Il successo di The Matrix ha portato alla realizzazione di due sequel, The Matrix Reloaded e The Matrix Revolutions, usciti rispettivamente nel 2003, oltre che di un film animato, The Animatrix. Il franchise è diventato un fenomeno culturale e ha influenzato numerosi film successivi, le serie televisive e i videogiochi.

Tao (2000)

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Cortometraggio divertente e grottesco, girato con una regia adrenalina. In un futuro distopico Europa e America si sono unite nella cosiddetta Federazione democratica. L’unico modo per gli immigrati che arrivano dai paesi più poveri per farsi accettare dalla federazione e quello di partecipare ad uno show televisivo chiamato Tao e combattere contro gli avversari per vincere il proprio permesso di soggiorno. 

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Ananke (2015)

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Un virus sta mettendo a rischio l’umanità e una coppia decide di rifugiarsi in un casolare di campagna isolato dal mondo. Ma è sufficiente restare lontano da tutto e da tutti per mettersi in salvo? Girato in bianco e nero con una regia rigorosa e meditativa, con un ritmo lento e ipnotico, Ananke è un’opera prima piuttosto estrema e radicale nella sua messa in scena. Ambientato tra le montagne dell’appenino centrale, in Abruzzo, il film di Claudio Romano racconta il conflitto tra metropoli e natura, tra solitudine e società. Un film d’autore che esplora il difficile tema dell’isolamento dalla civiltà e di quanto in realtà l’uomo vi sia strettamente legato. 

Ballata dell’ipocondria (2016)

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Un breve film musicale e sperimentale sospeso tra scienza e tribalismo. In un surreale laboratorio di un bianco accecante che ricorda 2001 di Kubrick alcuni scienziati cercano di isolare il virus dell’amore per evitare che contagi l’intera umanità. I protagonisti ballano dentro tute bianche spaziali e indossano maschere che sembrano allontanare sempre di più la loro identità. Da non perdere anche per il bellissimo brano musicale in dialetto napoletano da cui nascono le immagini. 

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Mistero di un impiegato (2019)

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Chi spia la vita del povero impiegato Giuseppe Russo? Tra vecchi e misteriosi nastri VHS che lo ritraggono in gioventù di cui non riesce a spiegarsi l’origine, ad una situazione familiare e sociale che non riesce a decifrare, il protagonista scopre nel corso del film il mistero che si cela dietro la sua vita. Un mistero che ha origini distopiche. Il regista Fabio Del Greco costruisce una metafora filosofica ed esistenziale sui meccanismi invisibili di condizionamento che la società riversa ogni individuo. Nello stesso tempo il film è anche una riflessione sul potere di controllo che internet e le nuove tecnologie hanno sulla nostra vita. 

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Occidente (2019)

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Storia d’amore surreale ambientata in uno scenario industriale e desolato tra un regista e la sua donna. In questo caso il mondo distopico è il mondo civilizzato e industrializzato di una desolata periferia metafisica, circondato dalle ciminiere delle Industrie, svuotato di ogni umanità. La coppia prova a fuggire in un luogo al di fuori della civiltà, dove recuperare il loro sentimento d’amore e la loro dimensione umana primitiva, a contatto con la natura. Film molto particolare che usa a tratti citazioni in uno stile che ricorda molti film di Jean Luc Godard, con immagini di grande forza figurativa. Un film dalla forte carica simbolica ed evocativa che è una riflessione sulla distopia che abbiamo già creato riempiendo il mondo di fabbriche. 

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Everybody is Herodoc (2020)

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Un interessante cortometraggio sulla paura e sull’angoscia di quanta distopia potrebbe celarsi nell’epidemia da coronavirus. Uno scrittore non riesce più a scrivere controllato da voci e schermi che gli dicono cosa deve fare. Un personaggio che fa tornare subito alla mente il Winston Smith di 1984. 

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Corona days (2020)

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Un uomo, interpretato dallo stesso regista del film Fabio Del Greco, rimane bloccato lontano da tutti a causa del lock down per il covid-19. È un momento per confrontarsi con se stesso, con i suoi ricordi, la sua voglia di libertà e di viaggio, con il bisogno di elaborare il lutto della perdita del padre. Un film in equilibrio tra finzione e documentario, gli esterni sono stati filmati con un cellulare, mentre gli interni con una macchina da presa professionale. È tutto vero: le strade deserte, l’esigenza di uscire lo stesso nascondendosi nella pineta, la ricerca ossessiva di un bar aperto per prendere un caffè, il ricordo del padre recentemente defunto. Complottismo su internet e le notizie in TV. In un nuovo mondo, che sembra uscito proprio da un film distopico. Alla ricerca di uno sguardo sulle cose al di là del tempo e dello spazio, il film di Fabio Del Greco non è assolutamente un film sul Covid-19, ma un viaggio esistenzialista dentro le profondità di noi stessi alla ricerca del senso della vita.

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