60 film sui vampiri: la guida definitiva

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I vampiri sono esseri che esistono da moltissimo tempo nei miti e nelle leggende popolari. Nella cinematografia sono i protagonisti assoluti del sottogenere dei film horror sui vampiri, un sottogenere che comprende innumerevoli film da vedere assolutamente. Ma i vampiri non sono solo film horror: sono stati spesso presenti in altri generi, dalle commedie ai drammi ai film d’essai. Famosi nel folklore e nei libri, i vampiri furono da subito i personaggi ideali per il grande schermo. 

Ma i vampiri, come tutte le leggende, hanno la loro origine antica nella vita reale, e sono stati un’inquietante presenza costante in tutte le culture, compresa quella europea del diciottesimo secolo. I vampiri sono stati una preoccupazione reale nelle menti di decine di migliaia di persone in vari luoghi del mondo, soprattutto nelle campagne lontane dalle grandi città in cui le pratiche legate alle superstizioni erano ritenute legittime e assolutamente necessarie per la sopravvivenza.

Come nascono i vampiri

Un vampiro è un essere soprannaturale leggendario che sopravvive nutrendosi del sangue dei vivi. Nel folklore europeo, i vampiri sono esseri umani non morti che provocavano danni o morti nelle aree in cui vivevano mentre erano vivi. Nei tempi contemporanei, il vampiro è normalmente considerato un’entità immaginaria, sebbene la credenza in esseri vampirici comparabili come il chupacabra continui ancora in alcune culture. La prima credenza popolare nei vampiri è stata spesso attribuita alla mancanza di conoscenza della procedura di decadimento del corpo dopo la morte e di come gli individui nelle società preindustriali tentassero di giustificarla.

Il vampiro della narrativa moderna nasce nel 1819 con la pubblicazione de “Il vampiro” dell’autore inglese John Polidori; la storia era estremamente efficace e forse l’opera sui vampiri più importante dell’inizio del XIX secolo. Il Dracula del 1897 di Bram Stoker è considerato il libro sui vampiri essenziale e ha offerto la base della leggenda dei vampiri dei giorni nostri, anche se è stato pubblicato dopo il Carmilla del 1872 del collega autore irlandese Joseph Sheridan Le Fanu.

La prima registrazione verificata della parola vampiro in inglese risale al 1688. È stato anche registrato in francese nel 1693 in relazione a casi nell’Europa orientale. Un’altra teoria è che le lingue slave abbiano ottenuto la parola da un termine turco che significava “strega”. Nelle culture come la Mesopotamia, gli Ebrei, gli Antichi Greci, i Manipuri e i Romani avevano storie di spiriti satanici che sono considerati i precursori dei vampiri contemporanei. I vampiri sono revenants di esseri malvagi, vittime suicidi o streghe, tuttavia possono anche essere prodotti da uno spirito maligno che ha dei resti umani o dall’essere morso da un vampiro. La credenza in tali leggende ha finito per essere così diffusa che in alcuni luoghi ha innescato un’isteria di massa e persino esecuzioni pubbliche di individui ritenuti vampiri.

Caratteristiche dei vampiri

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È difficile fare una descrizione unica e conclusiva del vampiro folcloristico, sebbene ci siano una serie di componenti tipiche di numerose leggende europee. I vampiri erano normalmente segnalati come gonfi nell’aspetto e di colore rubicondo, viola o scuro; questi attributi erano spesso associati al consumo di sangue. Il sangue era visto permeare dalla bocca e dal naso quando se ne vedeva uno nel suo sudario o nella sua bara e il suo occhio sinistro era tipicamente aperto. Nel folklore russo, si affermava che i vampiri erano in realtà individui o streghe che si erano ribellati alla Chiesa ortodossa russa mentre erano vivi.

Sono state utilizzate numerosi metodi per riconoscere un vampiro. Un approccio alla scoperta della tomba di un vampiro includeva la guida di un giovane ragazzo vergine attraverso un cimitero o i locali di una chiesa su uno stallone vergine: il cavallo apparentemente si sarebbe opposto alla tomba preoccupato. I buchi che appaiono nella terra sopra una tomba sono stati presi come un’indicazione di vampirismo.

I resti ritenuti essere di vampiri erano normalmente descritti come aventi un aspetto molto più sano del previsto, paffuti e con pochi o nessun segno di decadimento. In alcuni casi, quando sono state aperte presunte tombe, gli abitanti del villaggio hanno persino spiegato che i resti avevano sangue fresco di una vittima su tutto il viso. La prova che un vampiro era attivo in una regione consisteva nella morte di bestiame, pecore, vicini o membri della famiglia.

Cosa odiano i vampiri

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Aglio, Bibbie, crocifissi, rosari, acqua santa e specchi sono stati tutti visti in numerose usanze folcloristiche come metodi per scongiurare o riconoscere i vampiri. Altri apotropaici consistono in prodotti spirituali, ad esempio un crocifisso, un rosario o l’acqua santa. Si dice che i vampiri non possano passeggiare su un terreno consacrato, come quello dei templi o delle chiese, o attraversare l’acqua corrente. Gli specchi sono stati effettivamente utilizzati per allontanare i vampiri quando sono stati posti, a contatto con l’esterno, su una porta. 

Le tecniche per uccidere i presunti vampiri erano diverse: il pioppo era utilizzato per i pali, poiché si pensava che la croce di Cristo fosse fatta di pioppo. Perforare la pelle del torace era un metodo per “sgonfiare” il vampiro gonfio. La decapitazione era la tecnica preferita nelle località slave occidentali e tedesche, con la testa sepolta tra i piedi, lontano dal corpo. Questo atto era visto come un metodo per accelerare la partenza dell’anima, che in alcune culture si diceva rimanesse nei resti. 

Nella cultura rom conficcavano aghi d’acciaio o di ferro nel cuore di un resto e posizionavano pezzi d’acciaio in bocca, sopra gli occhi, le orecchie e tra le dita al momento della sepoltura. Allo stesso modo posizionavano il biancospino nel calzino dei resti o conficcavano un paletto di biancospino tra le gambe. In una sepoltura del XVI secolo vicino a Venezia, un mattone inserito nella bocca di una salma femminile è stato effettivamente spiegato come una metodo per l’uccisione di vampiri dagli archeologi che lo hanno trovato nel 2006.

Altri metodi consistevano nel mettere acqua bollente sulla tomba o sul totale incenerimento del corpo. Nei Balcani, un vampiro potrebbe anche essere eliminato sparandogli o annegandolo, facendo di nuovo il funerale, spruzzando acqua santa sul corpo o mediante esorcismo. Nelle zone sassoni della Germania, un limone veniva posizionato nella bocca di coloro che erano ritenuti vampiri.

I vampiri nel 18mo secolo

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Per tutto il 18° secolo, ci fu una mania di avvistamenti di vampiri nell’Europa orientale, con scavi e picchettamenti regolari per riconoscere ed eliminare i potenziali vampiri. Anche le autorità del governo federale si sono impegnate nella ricerca e nel picchettamento dei vampiri. Nonostante sia stata chiamata l’Età dell’Illuminismo, durante la quale la maggior parte delle leggende folcloristiche è stata interrotta, la credenza nei vampiri è aumentata considerevolmente, provocando un’isteria di massa in gran parte dell’Europa.

L’isteria, tipicamente chiamata “Controversia sui vampiri del XVIII secolo”, continuò per una generazione. La questione è stata aggravata dall’impennata nelle campagne dei cosiddetti attacchi di vampiri, sicuramente innescati dalla maggiore quantità di superstizioni rispetto ai quartieri cittadini, con i residenti che scavano corpi e, in alcuni casi, li picchettano. Anche famosi scrittori come Voltaire hanno tradotto dichiarazioni dell’esistenza dei vampiri.

Il dibattito in Austria si interruppe quando l’imperatrice Maria Teresa inviò il suo medico personale, Gerard van Swieten, per esaminare le affermazioni di entità vampiriche. Concluse che i vampiri non esistevano e l’imperatrice approvò leggi che proibivano l’apertura di tombe e la profanazione dei corpi, decretando la fine delle ondate di vampiri. Nonostante questa condanna, il vampiro sopravvisse in opere creative e nel folklore regionale.

I migliori film sui vampiri da vedere

Ecco una lista dei migliori film sui vampiri da vedere ordinati per anno di uscita. Essa comprende diversi generi cinematografici, dalla commedia all’orrore, e quasi ogni genere di stile di regia: dal film d’essai al B movie fino a toccare spesso il territorio del cinema commerciale e mainstream. Il vampiro è tra i personaggi più utilizzati nella storia del cinema.

Nosferatu (1922)

“Nosferatu” è un film muto del 1922 diretto da F.W. Murnau. Si tratta di un adattamento non autorizzato del romanzo “Dracula” di Bram Stoker. A causa delle questioni legali legate ai diritti d’autore, il nome del vampiro nel film fu cambiato da Dracula a Count Orlok, ma la trama e i personaggi rimasero sostanzialmente gli stessi.

Il film è uno dei primi esempi di cinema dell’orrore e ha contribuito a stabilire molte delle convenzioni del genere dei vampiri. Max Schreck interpreta il ruolo del conte Orlok, e la sua performance è diventata leggendaria per la sua caratterizzazione spettrale e spaventosa del vampiro.

La trama di “Nosferatu” segue in gran parte quella del romanzo “Dracula”, con il conte Orlok che si trasferisce in una piccola città tedesca e comincia a diffondere il terrore, mordendo i cittadini e propagando la sua maledizione. Il film è noto per la sua atmosfera cupa e inquietante, con una fotografia suggestiva e una scenografia gotica che contribuiscono a creare un’atmosfera di terrore.

“Nosferatu” è diventato un classico del cinema dell’orrore e ha influenzato numerosi registi e film successivi. Nonostante le controversie legali che circondano il suo rilascio originale, il film è ora considerato una pietra miliare nel mondo del cinema e un’opera d’arte del cinema espressionista tedesco. È un film che ha resistito alla prova del tempo ed è ancora ampiamente visto e apprezzato oggi come uno dei migliori esempi del genere horror.

Dracula (1931)

“Dracula” è un classico film horror del 1931 diretto da Tod Browning e prodotto dalla Universal Pictures. È uno dei film sui vampiri più iconici e influenti nella storia del cinema. Il film si basa sul romanzo “Dracula” del 1897 di Bram Stoker e vede Bela Lugosi nel ruolo del conte Dracula, un personaggio con cui sarebbe stato per sempre associato.

La trama di “Dracula” segue la storia del conte Dracula, un vampiro centenario che arriva in Inghilterra dalla Transilvania in cerca di nuovo sangue. Prende di mira un gruppo di persone, tra cui la giovane Mina Harker, il suo fidanzato John Harker e il professor Abraham Van Helsing, determinati a fermarlo.

L’interpretazione di Bela Lugosi nel ruolo del conte Dracula ha stabilito lo standard su come il personaggio sarebbe stato rappresentato nelle future versioni. Il suo accento distintivo, il mantello e i modi sono diventati iconici, plasmando la percezione pubblica di Dracula.

“Dracula” è considerato uno dei film fondamentali del genere horror e ha contribuito a stabilire la Universal Pictures come un importante attore nell’industria cinematografica dell’orrore. È stato seguito da altri classici film sui mostri Universal come “Frankenstein” (1931) e “La mummia” (1932).

Il successo del film ha avuto un profondo impatto sulla cultura popolare. Il Dracula interpretato da Lugosi è un simbolo del cinema horror classico, e l’immagine di Dracula come un vampiro affascinante e carismatico è rimasta nel tempo.

Il film “Dracula” del 1931 ha ispirato numerose versioni, sequel e reinterpretazioni della leggenda dei vampiri sia nel cinema che nella letteratura. Rimane un classico amato dagli appassionati di horror.

È importante notare che, sebbene “Dracula” sia un film classico e amato, si discosta significativamente dal romanzo originale di Bram Stoker, semplificando alcuni elementi della trama. Tuttavia, ha lasciato un’impronta indelebile sul genere dell’orrore e resta una parte importante della storia cinematografica.

Vampyr (1932)

“Vampyr” è un film horror del 1932 diretto da Carl Theodor Dreyer. È uno dei film più influenti nella storia del cinema e uno dei capolavori del cinema d’arte europeo. Il film è noto per la sua atmosfera surreale, la fotografia innovativa e il suo stile unico, che lo separano da molti altri film dell’epoca.

La trama segue la storia di Allan Grey, un giovane viaggiatore che arriva in un piccolo villaggio francese. Grey inizia a sospettare che il villaggio sia infestato da vampiri e si impegna nella lotta contro le forze oscure che minacciano la comunità. La trama è sospesa tra il mondo reale e quello soprannaturale, creando un’atmosfera inquietante e onirica.

“Vampyr” è noto per le sue innovazioni stilistiche. Dreyer sperimenta con l’uso della luce, delle ombre e del montaggio per creare un’atmosfera di sogno e terrore. Il film presenta anche effetti visivi sorprendenti per l’epoca, come il processo del vampiro, che viene rappresentato in modo impressionante.

Il film ha influenzato numerosi registi ed è considerato un capolavoro del cinema dell’orrore e dell’espressionismo cinematografico. Il suo stile visivo e la sua narrativa non convenzionale hanno ispirato generazioni di cineasti.

All’epoca della sua uscita, “Vampyr” non ottenne un grande successo commerciale e ricevette reazioni miste dalla critica. Tuttavia, nel corso degli anni, è stato rivalutato e acclamato come uno dei film più importanti nella storia del cinema.

“Vampyr” è ora considerato un classico del cinema d’arte e del cinema dell’orrore. Ha lasciato un’impronta duratura nel mondo del cinema e continua a essere studiato e apprezzato per la sua innovazione visiva e il suo potere evocativo.

Guarda Vampyr

La figlia di Dracula (1936)

“La figlia di Dracula” è un film horror del 1936 diretto da Lambert Hillyer. Si tratta del seguito del film del 1931 “Dracula” ed è parte della serie di film sui mostri classici della Universal Pictures. Il film prosegue la storia immediatamente dopo gli eventi di “Dracula” e si concentra sulla Contessa Marya Zaleska, la figlia di Dracula, mentre lotta con la sua natura vampirica.

La trama ruota attorno alla Contessa Zaleska che cerca aiuto da uno psichiatra, il Dottor Jeffrey Garth, nel suo tentativo di superare i suoi desideri vampirici e trovare un modo per liberarsi dalla maledizione. Il film esplora la sua lotta emotiva e psicologica, ritraendo un vampiro diviso tra la sua natura mostruosa e il desiderio di redenzione.

“La figlia di Dracula” esplora temi come l’addizione, il desiderio e le conseguenze delle proprie azioni. È notevole per aver ritratto un personaggio vampiro in modo più simpatico e tormentato, contribuendo all’evoluzione della mitologia dei vampiri nel cinema.

Al momento della sua uscita, il film ha ricevuto recensioni miste, ma nel corso degli anni ha acquisito un seguito cult e è apprezzato per la sua interpretazione unica del genere dei vampiri. Sebbene non abbia raggiunto lo stesso status iconico del “Dracula” originale, rimane una parte significativa della serie di film sui mostri classici della Universal Pictures.

Il figlio di Dracula (1943)

“Il figlio di Dracula” è un film horror del 1943 diretto da Robert Siodmak. Fa parte della serie di film sui mostri classici della Universal Pictures ed è il terzo film della serie Dracula, dopo “Dracula” (1931) e “Dracula’s Daughter” (1936).

La trama introduce il Conte Alucard (Dracula scritto al contrario), interpretato da Lon Chaney Jr., che arriva negli Stati Uniti per reclamare un patrimonio. Presto si coinvolge con una famiglia locale, in particolare con Katherine Caldwell, e diventa evidente che è un vampiro. Il dottor Frank Brewster e il dottor Harry Brewster si assumono la responsabilità di affrontare e fermare il malefico vampiro.

Il personaggio del Conte Alucard è rappresentato come una figura affascinante e misteriosa, molto simile al suo predecessore, il Conte Dracula. Tuttavia, il film esplora il personaggio in un contesto moderno americano, continuando il tema dei vampiri che cercano di stabilirsi in nuovi territori.

“Il figlio di Dracula” è noto per essere una delle prime rappresentazioni nel cinema in cui il personaggio del vampiro è ritratto come una figura affascinante e carismatica, simile all’interpretazione di Bela Lugosi del Conte Dracula nel film del 1931. Ha contribuito all’evoluzione dell’archetipo del vampiro nel cinema.

Il film ricevette recensioni miste alla sua uscita, ma nel corso degli anni ha guadagnato un certo riconoscimento per la sua rappresentazione del Conte Alucard e per il suo contributo alla leggenda dei vampiri nel cinema.

Sebbene “Il figlio di Dracula” non sia così famoso quanto il film originale del 1931, rimane un’opera di rilievo nella serie di film sui mostri classici della Universal Pictures e è ricordato per la sua rappresentazione di un vampiro carismatico in un contesto americano moderno.

Dracula il vampiro (1958)

“Dracula il vampiro” è un film horror del 1958 diretto da Terence Fisher e prodotto dalla Hammer Film Productions. Si tratta di una delle più iconiche e influenti trasposizioni del romanzo di Bram Stoker “Dracula”. Il film ha come protagonista Christopher Lee nel ruolo del Conte Dracula e Peter Cushing nel ruolo del Professor Abraham Van Helsing.

La trama segue Jonathan Harker, che si reca al Castello di Dracula per lavorare come bibliotecario ma diventa una vittima del vampiro. Il Professor Van Helsing viene a conoscenza della presenza di Dracula e intraprende una missione per fermare il regno di terrore del vampiro. Il film enfatizza il gioco del gatto e del topo tra Van Helsing e Dracula.

L’interpretazione di Christopher Lee nel ruolo del Conte Dracula in questo film è iconica, portando al personaggio una presenza alta, minacciosa e carismatica.

“Dracula il vampiro” è noto per la sua cinematografia ricca e colorata, per i set gotici e per un approccio più esplicitamente sessuale e violento rispetto ai film precedenti su Dracula. Ha rappresentato una rottura con le versioni in bianco e nero prodotte dalla Universal Pictures.

Il successo del film ha portato a una serie di film su Dracula prodotti dalla Hammer, con Christopher Lee che ha ripreso il ruolo del Conte dei vampiri. Questi film hanno svolto un ruolo significativo nel rinnovare l’interesse per i mostri classici dell’orrore alla fine degli anni ’50 e negli anni ’60.

“Dracula il vampiro” ha ricevuto recensioni positive alla sua uscita ed è spesso considerato uno dei migliori film sui vampiri mai realizzati. Rimane un classico amato tra gli appassionati di horror ed è accreditato per aver rivitalizzato il genere dei vampiri. L’interpretazione di Christopher Lee del Conte Dracula e lo stile generale del film hanno lasciato un impatto duraturo sull’industria cinematografica dell’orrore, rendendolo un punto di riferimento nella filmografia su Dracula.

Le spose di Dracula (1960)

“Le Spose di Dracula” è un film horror del 1960 diretto da Terence Fisher e prodotto dalla Hammer Film Productions. A differenza di quanto suggerisce il titolo, il film non presenta il Conte Dracula, poiché Christopher Lee non ha ripreso il suo ruolo. Invece, introduce un nuovo antagonista vampiro, il Barone Meinster, interpretato da David Peel.

La trama ruota attorno a una giovane insegnante di nome Marianne Danielle, che arriva in una remota scuola per ragazze in Transilvania. Si trova invischiata in una cospirazione di vampiri quando incontra il Barone Meinster, un vampiro carismatico e seducente. Il Professor Van Helsing, interpretato da Peter Cushing, deve uscire dalla pensione per affrontare questa nuova minaccia vampirica.

“Le Spose di Dracula” mantiene lo stile visivo caratteristico dei film horror della Hammer, con scenografie sontuose e colorate, un’atmosfera gotica e l’approccio distintivo dello studio all’horror.

Nonostante l’assenza del Conte Dracula, il film è considerato una voce importante nel catalogo della Hammer Films e nel genere più ampio dei vampiri. Dimostra la capacità dello studio di creare un horror a tema vampiri coinvolgente anche senza il Dracula di Christopher Lee.

Al momento della sua uscita, il film ha ricevuto recensioni generalmente positive ed è stato successivamente acclamato come cult. È apprezzato per la sua narrativa atmosferica e per l’interpretazione di Peter Cushing nel ruolo di Van Helsing.

Il sangue e la rosa (1960)

“Il sangue e la rosa” è un film horror franco-italiano del 1960 diretto da Roger Vadim. Il film si ispira liberamente alla celebre novella “Carmilla” di Sheridan Le Fanu, un’opera che precede il “Dracula” di Bram Stoker ed è uno dei primi lavori di narrativa sui vampiri.

La trama è ambientata in un villaggio europeo moderno e segue le vite di due cugini, Carmilla e Leopoldo. Carmilla viene stregata da un antenato vampiro e la sua trasformazione in vampiro porta a una serie di misteriose morti e a un crescente senso di terrore nel villaggio.

Il film esplora temi di desiderio proibito, vampirismo e soprannaturale. Approfondisce gli aspetti sensuali ed erotici della leggenda dei vampiri, un marchio distintivo dello stile del regista Roger Vadim.

Il film è noto per la sua cinematografia sontuosa e visivamente suggestiva, che crea un’atmosfera onirica ed inquietante. Presenta immagini gotiche e simbolismo che contribuiscono all’umore del film.

“Il sangue e la rosa” ha ricevuto recensioni miste al momento della sua uscita, con alcuni che ne hanno elogiato le qualità atmosferiche e sensuali, mentre altri hanno trovato difetti nella narrazione. Nel corso degli anni, ha guadagnato un seguito cult ed è apprezzato per la sua interpretazione unica della mitologia dei vampiri.

“Il sangue e la rosa” è un’opera significativa nel mondo del cinema sui vampiri grazie al suo collegamento con “Carmilla” di Sheridan Le Fanu e alla sua esplorazione della sensualità e del desiderio all’interno del genere dei vampiri. Sebbene possa non essere altrettanto noto di altri film sui vampiri, rimane un lavoro intrigante e visivamente accattivante per gli appassionati del genere.

La maschera del demonio (1960)

“La maschera del demonio” è un film italiano di genere horror gotico del 1960 diretto da Mario Bava. Il film è considerato un classico del cinema horror italiano ed è noto per le sue atmosfere inquietanti ed evocative.

La trama del film è ambientata nella Moldavia del XVII secolo e segue la storia della principessa Asa Vajda e del suo amante Javuto, interpretati entrambi da Barbara Steele. I due vengono accusati di stregoneria e condannati a morte dall’Inquisizione. Asa viene marchiata con una maschera di Satana e sepolta viva. Due secoli dopo, Asa e Javuto ritornano dai morti per vendicarsi sui discendenti di Asa.

“La maschera del demonio” è celebrato per la sua straordinaria fotografia in bianco e nero e per le sue immagini gotiche. La regia di Mario Bava e l’uso della luce creano un’atmosfera suggestiva e inquietante che ha avuto un profondo impatto sul genere dell’horror.

Il film vede la presenza di Barbara Steele in un doppio ruolo, sia come la virtuosa Katia che come la malvagia Asa. La sua interpretazione e l’aspetto straordinario hanno contribuito all’attrattiva del film e alla sua fama di icona cult dell’horror.

“La maschera del demonio” è spesso considerato un classico del cinema horror italiano e un precursore del genere giallo. Ha influenzato numerosi registi ed è elogiato per la sua combinazione di horror, romanticismo gotico e arte visiva.

All’epoca della sua uscita, “La maschera del demonio” ha affrontato la censura e la controversia a causa dei contenuti macabri. Tuttavia, nel tempo ha ottenuto il riconoscimento e è molto apprezzato dagli appassionati dell’horror e dagli studiosi del cinema.

“La maschera del demonio” è una pietra miliare nella storia del cinema dell’orrore, noto per le sue immagini influenti, l’atmosfera gotica e l’interpretazione iconica di Barbara Steele. Rimane un classico amato dell’horror italiano e ha lasciato un segno duraturo nel genere.

I tre volti della paura (1963)

“Black Sabbath” è un film horror italiano-francese del 1963 diretto da Mario Bava. Il film è composto da tre diverse storie dell’orrore ed è noto per il suo contributo al genere horror.

Il film si apre con un segmento intitolato “Il Telefono”, in cui una donna di nome Rosy (interpretata da Michèle Mercier) riceve minacce telefoniche da un anonimo. Questa storia combina elementi di thriller psicologico e horror.

Il secondo segmento, “Il Wurdalak”, è basato su una storia di Aleksei Tolstoy. È ambientato nella Russia del XIX secolo e segue un uomo che incontra una famiglia tormentata da una maledizione che li trasforma in vampiri noti come wurdalak. Boris Karloff è protagonista di questo segmento.

Il segmento finale, “La Goccia d’Acqua”, è un racconto soprannaturale su un’infermiera che ruba un prezioso anello da una medium deceduta e affronta conseguenze terrificanti per le sue azioni.

“Black Sabbath” mette in mostra la cinematografia caratteristica di Mario Bava, ricca di atmosfera e visivamente suggestiva. Ogni segmento ha il proprio stile visivo unico, contribuendo all’impatto complessivo del film.

“Black Sabbath” è stato distribuito in diverse versioni in vari paesi. Inizialmente è stato criticato per la sua violenza e ha ricevuto recensioni miste al momento dell’uscita. Tuttavia, nel tempo ha guadagnato riconoscimento come classico del cinema horror italiano ed è celebrato per il suo formato antologico e la regia di Bava.

Nonostante la sua ricezione iniziale, “Black Sabbath” è diventato un cult e è apprezzato per il suo contributo al genere horror. Rimane un’opera influente e rispettata nell’ambito del cinema dell’orrore.

L’ultimo uomo sulla Terra (1964)

“L’ultimo uomo sulla Terra” è un film di fantascienza e orrore italo-americano del 1964 diretto da Ubaldo Ragona e Sidney Salkow. Il film è basato sul romanzo del 1954 di Richard Matheson, “I Am Legend,” ed è noto per la sua rappresentazione di un mondo post-apocalittico invaso da vampiri.

La trama del film è ambientata in un futuro in cui una pandemia ha trasformato la maggior parte dell’umanità in creature simili a vampiri. La storia segue il dottor Robert Morgan, interpretato da Vincent Price, che crede di essere l’ultimo sopravvissuto umano non infetto. Durante il giorno, caccia e uccide le creature vampiriche. Di notte, si barricata in casa per proteggersi dai loro attacchi. Il film esplora temi di isolamento, sopravvivenza e la sottolinea la linea sottile tra umanità e mostruosità.

La performance di Vincent Price nel ruolo del dottor Robert Morgan è un elemento centrale del film. La sua interpretazione di un sopravvissuto solitario e tormentato aggiunge profondità al personaggio e alla storia.

“L’ultimo uomo sulla Terra” è una delle prime trasposizioni cinematografiche del romanzo di Richard Matheson ed ha avuto un impatto duraturo sui generi zombie e post-apocalittico. Ha anche servito da ispirazione per film successivi come “La notte dei morti viventi.”

Il film ha ricevuto recensioni miste al momento della sua uscita, ma nel tempo ha acquisito un seguito cult ed è considerato un classico del cinema di fantascienza e orrore. È apprezzato per la sua rappresentazione atmosferica e desolata di un mondo in decadenza.

“L’ultimo uomo sulla Terra” è stato seguito da altre trasposizioni del romanzo di Matheson, tra cui “L’ultimo uomo della Terra” (1971) con Charlton Heston e “Io sono leggenda” (2007) con Will Smith.

Nel complesso, “L’ultimo uomo sulla Terra” rappresenta una voce significativa nei generi dell’orrore e della fantascienza post-apocalittica, noto per la sua narrazione atmosferica e la memorabile interpretazione di Vincent Price.

Guarda L’ultimo uomo sulla Terra

Terrore nello spazio (1965)

“Terrore nello spazio” è un film di fantascienza e horror italo-spagnolo del 1965 diretto da Mario Bava. Il film è noto per le sue atmosfere inquietanti ed è stato influente nei generi della fantascienza e dell’orrore.

La trama è ambientata in un futuro distante, in cui due astronavi, la Galliott e l’Argos, vengono inviate per indagare su un segnale di soccorso proveniente da un pianeta inesplorato. All’atterraggio, gli equipaggi di entrambe le navi scoprono che il pianeta è abitato da una forza malevola in grado di possedere e controllare i loro corpi. Devono lottare per la sopravvivenza contro queste entità invisibili.

“Terrore nello spazio” è celebrato per le sue straordinarie e surreali immagini. Mario Bava, noto per la sua abilità nel creare una cinematografia atmosferica, infonde al film un senso di terrore proveniente da un altro mondo. L’uso del colore e la scenografia contribuiscono al suo unico fascino visivo.

Il film ha avuto un impatto duraturo nei generi della fantascienza e dell’orrore grazie alla sua atmosfera inquietante e al suo design immaginativo. È stato citato come fonte d’ispirazione per opere di fantascienza successive, incluso “Alien” di Ridley Scott.

“Terrore nello spazio” ha ricevuto recensioni miste al momento della sua uscita, con alcuni critici che ne elogiavano lo stile visivo e altri che trovavano difetti nella trama. Nel tempo, ha guadagnato riconoscimento come un cult classico ed è apprezzato per la sua arte visiva.

Nonostante il titolo del film possa suggerire una storia tradizionale sui vampiri, “Terrore nello spazio” è un film di fantascienza e horror unico e atmosferico che offre una prospettiva diversa sul genere. Rimane un’opera significativa nella filmografia di Mario Bava ed ha lasciato un’impronta duratura nella cinematografia di fantascienza e horror.

Dracula: Prince of Darkness (1966)

“Dracula: Prince of Darkness” è un film horror britannico del 1966 diretto da Terence Fisher e prodotto dalla Hammer Film Productions. Il film fa parte della serie di film su Dracula della Hammer ed è un seguito diretto del film “Horror of Dracula” del 1958.

La trama del film inizia con un prologo che riassume la fine del Conte Dracula nel film precedente. Un gruppo di viaggiatori arriva al Castello di Dracula e, nonostante gli avvertimenti, trascorre la notte lì. Uno dei viaggiatori viene ucciso, e il suo sangue viene utilizzato per resuscitare il Conte Dracula (interpretato da Christopher Lee), che ritorna alla sua esistenza vampirica. Il resto del film segue gli sforzi del gruppo per sopravvivere e combattere il Dracula risorto.

Christopher Lee riprende il suo ruolo di Conte Dracula in questo film, consolidando il suo status di leggenda dell’orrore.

“Dracula: Prince of Darkness” mantiene lo stile distintivo della Hammer Films, caratterizzato da una sontuosa scenografia, un’atmosfera gotica e un’attenzione agli elementi dell’orrore. Il film presenta l’approccio classico dello studio al mito di Dracula.

Il film ha ricevuto recensioni generalmente positive al momento della sua uscita ed è considerato uno dei film più notevoli della serie di Dracula della Hammer. Ha contribuito al rinnovato interesse per Dracula e i vampiri nella cultura popolare degli anni ’60.

“Dracula: Prince of Darkness” è una tappa significativa nella serie di Dracula della Hammer ed è seguito da diversi altri film con Christopher Lee nel ruolo del Conte vampiro.

Nel complesso, “Dracula: Prince of Darkness” è un classico film horror britannico noto per l’interpretazione di Christopher Lee del personaggio di Dracula e per il suo contributo al lascito della Hammer Films nel genere dell’orrore.

Per favore, non mordermi sul collo! (1967)

“The Fearless Vampire Killers,” conosciuto anche come “Dance of the Vampires” in alcune regioni, è un film del 1967 scritto e diretto da Roman Polanski. Il film è una commedia horror che mescola elementi di vampirismo con il tipico umorismo nero di Polanski.

Trama: Il film è ambientato in un villaggio dell’Europa dell’Est e segue le avventure di un professore di vampirologia, il professor Abronsius (interpretato da Jack MacGowran), e il suo assistente Alfred (interpretato dallo stesso Roman Polanski). I due si dirigono verso il villaggio alla ricerca di prove che dimostrino l’esistenza dei vampiri. Una volta nel villaggio, si trovano coinvolti in una serie di eventi bizzarri e spaventosi che li portano a confrontarsi con una famiglia di vampiri.

Stile: Il film è noto per il suo stile visivo distintivo e per l’umorismo nero di Polanski. Combina momenti comici con scene di suspense e orrore, creando un’atmosfera unica che attinge sia al cinema horror che alla commedia. La cinematografia del film è stata elogiata per la sua bellezza visiva, con paesaggi innevati e interni gotici che contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva.

Eredità: “The Fearless Vampire Killers” non è stato un grande successo al botteghino quando è stato rilasciato, ma nel corso degli anni ha guadagnato un seguito di culto tra gli appassionati di film horror e i fan di Roman Polanski. Il film è noto per la sua combinazione di elementi comici e horror, e alcuni lo considerano una pietra miliare del cinema di genere.

Un aspetto tragico della storia del film è che Sharon Tate, una delle attrici principali, è stata tragicamente assassinata nel 1969 da membri della setta di Charles Manson, rendendo il film ancor più rilevante nella storia del cinema.

Le amanti di Dracula (1968)

“Le amanti di Dracula” è un film horror britannico del 1968, diretto da Freddie Francis e prodotto dalla Hammer Film Productions. Fa parte della serie di film su Dracula prodotti dalla Hammer e ha come protagonista Christopher Lee nel ruolo di Conte Dracula. Ecco ulteriori informazioni sul film:

Trama: La storia inizia dopo gli eventi del film precedente, “Dracula: Il Principe delle Tenebre”. Inizia con un monsignore e il suo assistente che viaggiano verso un piccolo villaggio europeo. Scoprono che il prete locale ha compiuto rituali per mantenere il Conte Dracula imprigionato nel suo castello. Quando un fornaio locale rovescia accidentalmente del sangue sulla tomba ghiacciata di Dracula, il vampiro viene risvegliato e inizia a seminare il terrore nel villaggio.

Stile: “Le amanti di Dracula” è tipico dei film Hammer Horror, noti per la loro atmosfera gotica, i colori vividi e l’enfasi sul sangue e sull’orrore. L’interpretazione di Christopher Lee del ruolo di Dracula è un elemento di spicco, e la sua presenza dominante come signore dei vampiri è un elemento distintivo del film.

Eredità: Il film è considerato uno dei migliori capitoli nella serie di Dracula della Hammer ed è noto per l’interpretazione di Christopher Lee nel ruolo di Dracula. Ha ricevuto un’accoglienza generalmente positiva sia dalla critica che dal pubblico e ha contribuito alla popolarità duratura dei film Hammer Horror.

In sintesi, “Le amanti di Dracula” è un classico della serie di film su Dracula, con Christopher Lee in uno dei suoi ruoli più iconici e lo stile distintivo delle produzioni Hammer Horror.

La casa dei vampiri (1970)

“La casa dei vampiri” è un film del 1970 basato sulla popolare soap opera televisiva “Dark Shadows” che è andata in onda negli Stati Uniti dal 1966 al 1971. Il film è stato prodotto dalla Metro-Goldwyn-Mayer (MGM) ed è stato diretto da Dan Curtis, lo stesso creatore della serie televisiva originale.

Trama: Il film segue in gran parte la trama della soap opera televisiva “La casa dei vampiri”. Si concentra sulla storia di Barnabas Collins, un vampiro interpretato da Jonathan Frid, e sulle sue interazioni con la famiglia Collins, tra cui David Collins (interpretato da David Henesy) e Victoria Winters (interpretata da Alexandra Moltke).

La trama ruota intorno al ritorno di Barnabas Collins dopo un lungo periodo di assenza e alla sua ricerca di un amore perduto da tempo. Nel corso del film, emergono segreti di famiglia, vendette e oscure rivelazioni.

Stile: “La casa dei vampiri” presenta lo stesso stile melodrammatico e gotico che ha reso la soap opera originale così popolare. La trama contiene elementi di mistero, dramma e soprannaturale, con l’aggiunta di un budget cinematografico che ha permesso effetti speciali più avanzati rispetto alla serie televisiva.

Eredità: Il film ha ricevuto una buona accoglienza dalla base di fan della serie televisiva “La casa dei vampiri” ed è considerato un adattamento fedele alla fonte originale. Tuttavia, il film non ha avuto un successo straordinario al botteghino e non ha generato una serie di sequel cinematografici.

Nel corso degli anni, “La casa dei vampiri” è rimasta una serie di culto e ha influenzato diverse produzioni successive nel genere dell’horror e del soprannaturale. Nel 2012, è stato realizzato un adattamento cinematografico separato di “La casa dei vampiri,” diretto da Tim Burton e interpretato da Johnny Depp nel ruolo di Barnabas Collins.

Vampiri amanti (1970)

“Vampiri amanti” è un film horror britannico del 1970 diretto da Roy Ward Baker e prodotto dalla Hammer Film Productions. Fa parte della trilogia di Karnstein, una serie di film della Hammer incentrati sulla famiglia Karnstein e le loro tendenze vampiriche. Ecco ulteriori informazioni sul film:

Trama: “Vampiri amanti” è liberamente basato sulla novella del 1872 di J. Sheridan Le Fanu intitolata “Carmilla”. Il film segue la storia di una vampira di nome Carmilla Karnstein, interpretata da Ingrid Pitt. Carmilla si nutre di giovani donne, stabilendo relazioni romantiche e mortali con loro. Il film esplora temi di lesbismo e vampirismo mentre narra degli incontri di Carmilla con diverse vittime e del suo progressivo inseguimento da parte di cacciatori di vampiri.

Stile: “Vampiri amanti” è un film Hammer Horror, noto per la sua atmosfera gotica, l’erotismo e l’accento posto sul sangue e sulla seduzione. Il film è notevole per la sua rappresentazione di vampiri femminili e l’esplorazione della sessualità, considerata audace per l’epoca.

Eredità: “Vampiri amanti” è un cult movie ed è considerato uno dei film più significativi nella filmografia dell’orrore della Hammer. Ha contribuito al rinnovato interesse per i film a tema vampirico nei primi anni ’70 ed è rimasto popolare nel corso degli anni, mantenendo una base di fan devoti.

Il successo de “Vampiri amanti” ha contribuito alla popolarità dei film Hammer Horror in quel periodo ed è ancora oggi un film importante nella storia del cinema sui vampiri. Ha anche aperto la strada ad altri film della Trilogia di Karnstein, tra cui “La lussuria dei vampiri” (1971) e “Le gemelle del male” (1971).

Il marchio di Dracula (1970 )

“Il marchio di Dracula” è un film horror britannico del 1970 prodotto dalla Hammer Film Productions e diretto da Roy Ward Baker. Fa parte della serie di film su Dracula prodotti dalla Hammer e vede Christopher Lee riprendere il suo iconico ruolo di Conte Dracula. Ecco ulteriori informazioni sul film:

Trama: “Il marchio di Dracula” riprende con il ritorno del Conte Dracula (interpretato da Christopher Lee). Il film inizia con la scoperta del castello di Dracula da parte di un gruppo di viaggiatori, tra cui un giovane di nome Paul Carlson (interpretato da Christopher Matthews). Mentre esplorano il castello, rilasciano involontariamente il vampiro, portando a una nuova ondata di terrore nel villaggio circostante. Dracula è determinato a vendicarsi di coloro che hanno osato entrare nel suo castello.

Stile: “Il marchio di Dracula” è tipico dei film Hammer Horror, noti per la loro atmosfera gotica, l’uso di colori vividi e l’enfasi sull’orrore e sul sangue. L’interpretazione di Christopher Lee del ruolo di Dracula è un elemento di spicco, e la sua presenza dominante come signore dei vampiri è un elemento distintivo del film.

Eredità: Il film è considerato uno dei migliori nella serie di Dracula della Hammer ed è notevole per l’interpretazione di Christopher Lee come Dracula. Ha ricevuto un’accoglienza generalmente positiva sia dalla critica che dal pubblico. “Il marchio di Dracula” ha contribuito alla popolarità duratura dei film Hammer Horror e ha consolidato lo status di Christopher Lee come uno degli attori più iconici nel ruolo di Dracula sul grande schermo.

In generale, “Il marchio di Dracula” è una delle classiche opere nella serie di film su Dracula, con Christopher Lee in una delle sue interpretazioni più memorabili del leggendario vampiro.

La morte va a braccetto con le vergini (1971)


“La morte va a braccetto con le vergini ” è un film horror britannico del 1971 diretto da Peter Sasdy e prodotto dalla Hammer Film Productions. Sebbene non faccia parte della serie su Dracula della Hammer, il film è liberamente ispirato alla figura storica di Elizabeth Báthory, una nobildonna ungherese famosa per i suoi presunti atti di tortura e omicidio. Ecco ulteriori informazioni sul film:

Trama: “La morte va a braccetto con le vergini ” è un racconto romanzato della vita della contessa Elizabeth Nádasdy (interpretata da Ingrid Pitt), che, dopo aver fatto il bagno nel sangue di vergini, scopre che ciò le restituisce giovinezza e bellezza. Adotta l’identità di sua figlia per mantenere le apparenze e continua le sue attività atroci. Il film segue le sue gesta, tra cui la sua relazione con un giovane di nome Imre (interpretato da Sandor Elès), con cui si coinvolge romanticamente.

Stile: “La morte va a braccetto con le vergini ” è un film Hammer Horror che esplora temi come la vanità, l’ossessione e il macabro. Si addentra nell’horror con la sua rappresentazione degli atti orribili della contessa e le conseguenze che ne derivano.

Eredità: Sebbene “La morte va a braccetto con le vergini ” non sia altrettanto noto come alcuni altri film Hammer Horror, nel corso degli anni ha guadagnato un seguito di culto. La performance di Ingrid Pitt nel ruolo del personaggio principale è spesso elogiata per la sua rappresentazione della discesa della contessa nella pazzia. Il film rimane notevole per l’esplorazione della leggenda di Elizabeth Báthory e per il suo approccio unico al tema dei vampiri, concentrandosi più sul sangue come elemento di ringiovanimento piuttosto che sugli attributi vampirici tradizionali.

Nel complesso, “La morte va a braccetto con le vergini ” rappresenta una voce unica nel catalogo Hammer Horror, offrendo una visione diversa del mito del vampiro, tratta da una figura storica conosciuta per le sue azioni oscure.

1972: Dracula colpisce ancora! (1972)


“1972: Dracula colpisce ancora!” è un film horror britannico del 1972, diretto da Alan Gibson e prodotto dalla Hammer Film Productions. Fa parte della serie di film su Dracula della Hammer e vede Christopher Lee riprendere il suo ruolo come Conte Dracula. Tuttavia, questa puntata prende una svolta unica ambientando la storia nella Londra contemporanea (all’epoca). Ecco ulteriori informazioni sul film:

Trama: Il film inizia nel 1872, quando il Conte Dracula (interpretato da Christopher Lee) si scontra con Van Helsing (Peter Cushing). Entrambi i personaggi incontrano la loro fine durante un inseguimento in carrozza trainato da cavalli, finendo trafitti su assi di legno. Saltiamo avanti al 1972, dove un gruppo di giovani adulti, tra cui Jessica Van Helsing (interpretata da Stephanie Beacham) e Johnny Alucard (interpretato da Christopher Neame), risvegliano involontariamente il Conte Dracula attraverso un rituale di magia nera. Dracula riprende rapidamente la sua sete di sangue nella Londra dei giorni nostri, e il film segue gli sforzi di Jessica Van Helsing e degli altri per fermarlo.

Stile: “1972: Dracula colpisce ancora!” è noto per il suo contesto dei primi anni ’70 e per un approccio più contemporaneo rispetto agli altri film su Dracula della Hammer. Incorpora elementi della controcultura e della cultura giovanile dell’epoca. Il film combina l’atmosfera gotica caratteristica della Hammer con un tocco di modernità.

Eredità: “1972: Dracula colpisce ancora!” è considerato uno dei capitoli più unici nella serie di Dracula della Hammer, principalmente a causa dell’ambientazione nella Londra dei giorni nostri. Ha rappresentato un tentativo di aggiornare la leggenda di Dracula a un contesto contemporaneo, riflettendo il mutevole panorama culturale dei primi anni ’70. Sebbene abbia ricevuto recensioni miste al momento della sua uscita, nel corso degli anni ha sviluppato un seguito di culto per il suo stile distintivo e la sua rappresentazione dell’epoca.

L’interpretazione di Christopher Lee del ruolo di Dracula e il ritorno di Peter Cushing come Van Helsing contribuiscono all’appeal del film per i fan della serie di Hammer Horror. Nonostante la sua accoglienza critica mista, “1972: Dracula colpisce ancora!” rimane un capitolo intrigante e memorabile nella serie di Dracula.

La regina dei vampiri (1972)

“La regina dei vampiri” è un film horror britannico del 1972 diretto da Robert Young. Il film è noto per essere uno dei titoli più distintivi e unici all’interno del genere dei vampiri e per la sua atmosfera gotica e surreale.

La trama di “La regina dei vampiri” ruota attorno a un piccolo villaggio dell’Europa orientale che è stato maledetto da una famiglia di vampiri secoli prima. Quando una pestilenza inizia a diffondersi nel villaggio, una troupe di circensi misteriosa arriva improvvisamente in città. La troupe è composta da artisti eccezionalmente talentuosi e stravaganti, ma nasconde anche un oscuro segreto. I membri della troupe sono in realtà vampiri che intendono vendicare la loro famiglia e continuare a nutrirsi del sangue del villaggio.

Il film è noto per le sue sequenze di omicidi crude e suggestive, con un mix di erotismo e violenza che era insolito per l’epoca. Il regista Robert Young ha creato un’atmosfera di suspense e terrore attraverso l’uso di ambientazioni gotiche, trucchi speciali e una colonna sonora suggestiva.

“La regina dei vampiri” è considerato un film di culto tra gli amanti del cinema horror e offre un approccio unico al mito dei vampiri, mescolando il mondo del circo con quello del soprannaturale. Se sei un appassionato di film horror, potresti trovare “Vampire Circus” un’esperienza intrigante e diversa dai soliti film di vampiri.

I satanici riti di Dracula (1973)

“I Riti Satanici di Dracula” è un film horror britannico del 1973 diretto da Alan Gibson. Il film è noto per essere uno dei capitoli successivi nella serie Hammer Horror, celebre per i suoi classici film horror che presentano mostri iconici come il Conte Dracula e la creatura di Frankenstein.

In “I Riti Satanici di Dracula”, Christopher Lee riprende il suo ruolo di Conte Dracula, mentre Peter Cushing torna a interpretare il Professor Van Helsing. Questo film segna una delle ultime apparizioni di questi leggendari attori nei loro ruoli iconici.

La trama ruota attorno alla resurrezione di Dracula nella Londra moderna, dove cerca di diffondere una letale pestilenza e creare un nuovo ordine mondiale con l’aiuto di una setta satanica. Il Professor Van Helsing viene a conoscenza del ritorno di Dracula e, insieme a un gruppo di alleati, cerca di fermare i nefasti piani del vampiro.

“I Riti Satanici di Dracula” è noto per mescolare elementi dell’horror dei vampiri con un contesto più contemporaneo, compresi elementi di spionaggio e cospirazione. Riflette la fascinazione dell’epoca per temi occulti e teorie del complotto. Sebbene non sia considerato uno dei capitoli più forti della serie Hammer Horror, ha comunque un seguito tra gli appassionati del cinema horror classico, in gran parte grazie alla presenza di Christopher Lee e Peter Cushing nei loro ruoli iconici.

Se ti piacciono i film horror classici e sei un fan della serie Hammer Horror, “I Riti Satanici di Dracula” merita una visione per la sua interpretazione unica del mito di Dracula all’interno di un contesto moderno.

La leggenda dei 7 vampiri d’oro (1974)

“La leggenda dei 7 vampiri d’oro” è un film del 1974, una co-produzione tra il Regno Unito e Hong Kong che combina elementi di orrore vampirico e arti marziali. Questo film fa parte della serie Hammer Horror ed è stato un progetto congiunto tra la Hammer Films e lo Shaw Brothers Studio di Hong Kong.

La trama del film ruota attorno al Professor Van Helsing, interpretato da Peter Cushing, che viene invitato in Cina per aiutare un gruppo di artisti marziali a combattere un clan di antichi vampiri cinesi guidati dal malvagio Conte Dracula, interpretato da John Forbes-Robertson. Questi vampiri sono alla ricerca di sette maschere d’oro che si crede possiedano poteri soprannaturali.

Il film presenta una miscela unica di orrore gotico e azione kung fu, che lo distingue dai tradizionali film Hammer Horror. Gli elementi di Hong Kong nel film sono caratterizzati da coreografie di arti marziali intricate, mentre gli elementi di Hammer Horror sono rappresentati dall’interpretazione di Peter Cushing nel ruolo di Van Helsing e dalla mitologia dei vampiri.

“La leggenda dei 7 vampiri d’oro” è noto per la sua fusione interculturale e la contrapposizione tra narrativa e stili cinematografici orientali e occidentali. Offre una versione distintiva e in qualche modo campy del genere dei vampiri ed è diventato un film di culto nel corso degli anni.

Se sei un appassionato di azione con arti marziali e orrore classico con un tocco unico, “La leggenda dei 7 vampiri d’oro” merita una visione per la sua divertente fusione di due diverse tradizioni cinematografiche.

Captain Kronos (1974)

“Captain Kronos: Vampire Hunter” è un film horror britannico del 1974 diretto da Brian Clemens. Il film fa parte del filone dei film di vampiri ed è noto per il suo approccio unico al genere.

La trama ruota attorno al personaggio di Captain Kronos, interpretato da Horst Janson, un cacciatore di vampiri che viaggia con il suo amico e compagno di lotta, il professor Hieronymus Grost, interpretato da John Cater. Insieme, si recano in un villaggio tormentato da una serie di misteriosi omicidi e scoprono che una famiglia di vampiri ha messo radici nel luogo. Tuttavia, questi vampiri si differenziano dagli stereotipi tradizionali: non sono morti viventi, ma piuttosto individui malvagi dotati di poteri sovrannaturali.

Il film si distingue per la sua ambientazione in un periodo storico indefinito che mescola elementi di epoca vittoriana e gotica. Captain Kronos è un personaggio insolito all’interno del genere dei cacciatori di vampiri, poiché è giovane e atletico, contrariamente all’immagine tradizionale del cacciatore anziano.

“Captain Kronos: Vampire Hunter” è diventato un film di culto tra gli amanti del cinema horror grazie al suo approccio unico e alla sua storia intrigante. Offre una visione fresca e originale del genere dei vampiri, sfidando le convenzioni tradizionali e fornendo una trama avvincente con una buona dose di azione e mistero.

Se sei interessato ai film di vampiri e cerchi qualcosa di diverso dagli standard del genere, “Captain Kronos: Vampire Hunter” potrebbe essere un film da considerare.

Deafula (1975)


“Deafula” è un film unico e non convenzionale uscito nel 1975. Diretto da Peter Wechsberg, è spesso considerato uno dei primi esempi di film “deafsploitation”, un sottogenere del cinema exploitation che si concentra su personaggi sordi o con deficit uditivi e spesso utilizza la loro disabilità come punto centrale della trama.

Il film racconta la storia di un uomo sordo di nome Leon, interpretato dallo stesso Peter Wechsberg, che è anche sordo nella vita reale. Leon inizia a sperimentare sogni e visioni bizzarre, che lo portano a credere di essere un vampiro. Man mano che la storia si sviluppa, lotta con la sua nuova natura vampirica e cerca di venire a patti con la sua condizione.

“Deafula” è noto per la sua produzione insolita e a basso budget, compreso l’uso della Lingua dei Segni Americana (ASL) come principale mezzo di comunicazione tra i personaggi sordi. È anche degno di nota per i suoi momenti campy e a volte umoristici involontari. Nel corso degli anni, il film ha guadagnato un seguito di culto, in parte a causa del suo concetto e della sua realizzazione unica.

Se sei interessato a film non convenzionali e oscuri, “Deafula” potrebbe valere la pena di essere esplorato. È un curioso esempio nella cinematografia per la sua rappresentazione di un vampiro sordo e il suo contributo al sottogenere “deafsploitation”.

1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra (1971)

“1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” è un film di fantascienza americano del 1971 diretto da Boris Sagal e basato sul romanzo “I Am Legend” di Richard Matheson, pubblicato nel 1954. Il film ha come protagonista Charlton Heston ed è ambientato in un mondo post-apocalittico dove una letale epidemia ha decimato la maggior parte dell’umanità.

In “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” Charlton Heston interpreta il dottor Robert Neville, uno scienziato che sembra essere l’ultimo uomo sulla Terra dopo una guerra biologica tra la Cina e l’Unione Sovietica che ha devastato la popolazione mondiale. Gli unici compagni di Neville nella desolata città di Los Angeles sono un gruppo di sopravvissuti mutanti conosciuti come “La Famiglia,” afflitti da una malattia che li ha trasformati in esseri albini sensibili alla luce. Neville, immune all’epidemia, diventa un bersaglio per La Famiglia e deve difendersi da loro mentre cerca di trovare una cura per la malattia.

Il film esplora temi di isolamento, sopravvivenza e gli effetti della tecnologia e della guerra sull’umanità. Esamina anche il tributo psicologico di essere l’ultimo individuo sulla Terra.

“1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” è considerato un classico del cinema di fantascienza ed è una delle diverse trasposizioni cinematografiche del romanzo di Matheson. Charlton Heston offre una performance memorabile nel ruolo principale, e la rappresentazione del film di un mondo post-apocalittico e la sua esplorazione della natura dell’umanità lo rendono un contributo significativo al genere. Se sei un appassionato di film di fantascienza o di distopia, “1975: Occhi bianchi sul pianeta Terra” merita sicuramente una visione.

Rabid – Sete di sangue (Rabid, 1977)

“Rabid” è un film horror canadese del 1977 scritto e diretto da David Cronenberg, uno dei registi più rinomati nel genere body horror. Il film è noto per la sua trama disturbante e l’approccio unico di Cronenberg all’horror.

La trama di “Rabid” ruota attorno a una giovane donna di nome Rose, interpretata da Marilyn Chambers, che rimane coinvolta in un grave incidente stradale. Dopo essere stata sottoposta a un trapianto di pelle sperimentale, sviluppa una strana sete di sangue e una protuberanza sotto il braccio. Scopre che questa protuberanza è in realtà un organo simile a uno stiletto che le cresce, e con esso può succhiare il sangue delle sue vittime. Questa sete di sangue la porta a diventare una vampira.

Il film esplora temi come la corruzione del corpo, la medicina sperimentale e il potere distruttivo della fame di sangue. La regia di Cronenberg è caratterizzata da immagini disturbanti e da una tensione costante, contribuendo a creare un’atmosfera inquietante.

“Rabid” è un esempio notevole del cinema di David Cronenberg e del genere body horror, caratterizzato da trasformazioni corporee orripilanti e da una visione unica dell’orrore. Il film è stato apprezzato dagli amanti dell’horror per la sua originalità e il suo impatto disturbante, e continua a essere un titolo di culto nel mondo del cinema dell’orrore.

Martin (1977)

“Martin” è un film horror americano del 1977 scritto e diretto da George A. Romero, noto soprattutto per il suo lavoro nella serie “La notte dei morti viventi”. “Martin” rappresenta una deviazione dal tipico genere dell’orrore con zombi per cui Romero è famoso, esplorando invece gli aspetti psicologici e sociali dell’orrore.

Il film racconta la storia di un giovane di nome Martin, interpretato da John Amplas, che crede di essere un vampiro. Si trasferisce a vivere con il suo anziano cugino Cuda, convinto che Martin sia un vero vampiro e cerca di distruggerlo utilizzando metodi tradizionali di caccia ai vampiri. Tuttavia, la condizione di Martin è ambigua, e il film esplora se sia veramente un vampiro o soffra semplicemente di un grave disturbo psicologico.

“Martin” è un film horror incentrato sui personaggi che esplora temi di alienazione, isolamento e la sottolinea la sottolineatura delle linee sottili tra realtà e delusione. Il film presenta le lotte interiori di Martin mentre cerca di affrontare la sua presunta natura vampirica e le conseguenze delle sue azioni.

“Martin” di George A. Romero è spesso considerato un classico di culto ed è celebrato per il suo approccio non convenzionale alla mitologia dei vampiri e per l’esplorazione stimolante della malattia mentale e dell’isolamento sociale. Se sei interessato ai film dell’orrore che sfidano le convenzioni tradizionali ed esplorano la psiche umana, “Martin” è un film che merita di essere esplorato.

Nosferatu: Phantom der Nacht (1979)

Jonathan Harker è un rappresentante immobiliare a Wismar, in Germania. La sua compagnia, Renfield, lo informa che un nobile chiamato Conte Dracula vuole acquistare una proprietà residenziale a Wismar e incarica Harker di andare dal Conte e portare a termine la vendita. Lasciata la sua giovane sposa Lucy a Wismar, Harker fa un viaggio in Transilvania, al castello del Conte Dracula, che dura 4 settimane, porta con sé i documenti e gli atti necessari per vendere la casa al Conte.

Durante il suo viaggio, Harker si ferma in una locanda cittadina, dove i residenti gli raccomandano di tenersi lontano dal castello maledetto, fornendogli informazioni sul vampirismo di Dracula. Tralasciando le suppliche degli abitanti del villaggio come un’idea superstiziosa, Harker continua il suo viaggio.

Werner Herzog ricrea la pietra angolare del cinema dei vampiri e del cinema espressionista tedesco attraverso un incubo sempre crescente di scene sconvolgenti e sconnesse. Il fatto che Klaus Kinski interpreti anche il conte Dracula significa che la follia è al limite di ogni linea di chiaroscuro: Nosferatu si crogiola nella bellezza dell’orrore. Ecco un film che rende onore al cinema d’arte e alla serietà dei vampiri.

Le notti di Salem (1979)

“Le notti di Salem è un film televisivo del 1979 basato sul romanzo horror di Stephen King con lo stesso titolo, pubblicato nel 1975. Il film è stato diretto da Tobe Hooper e rappresenta una delle prime trasposizioni cinematografiche delle opere di Stephen King.

La trama di “Le notti di Salem” ruota attorno a un giovane autore di romanzi horror, Ben Mears, interpretato da David Soul, che torna nella sua città natale di Salem’s Lot, nel Maine, per scrivere un libro sulla casa infestata da vampiri della sua infanzia. Ben scopre che la città è stata infestata da vampiri, e deve unire le forze con altri residenti per combattere questa minaccia sovrannaturale.

Il film è noto per la sua atmosfera cupa e inquietante, e per la sua rappresentazione dei vampiri, che si discosta dalle convenzioni tradizionali. L’interpretazione di James Mason nel ruolo di Richard Straker, l’assistente del vampiro principale, è particolarmente memorabile.

“Le notti di Salem” è stato ben accolto dai fan di Stephen King e ha contribuito a stabilire la reputazione del regista Tobe Hooper nel genere dell’horror. Il film è stato seguito da una miniserie televisiva nel 2004 e rimane una delle adattamenti cinematografiche più apprezzate delle opere di Stephen King. Se sei un fan di King e degli horror soprannaturali, “Le notti di Salem è un titolo da considerare.

Amore al primo morso (1979)

“Amore al primo morso” è un film horror-comico americano del 1979 diretto da Stan Dragoti. Il film è una parodia della leggenda dei vampiri e degli aspetti romantici della storia di Dracula, mescolando umorismo con elementi dell’orrore.

Il film ha come protagonista George Hamilton nel ruolo del Conte Dracula, che si infatua di una donna moderna di New York di nome Cindy Sondheim, interpretata da Susan Saint James. Dracula si trasferisce a New York City per inseguire la sua potenziale amante ma si trova di fronte a numerose sfide comiche e incomprensioni mentre cerca di adattarsi alla vita americana contemporanea.

“Amore al primo morso” gioca sul contrasto tra l’immagine tradizionale e gotica di Dracula e il vivace e frenetico mondo di New York degli anni ’70. Il film è noto per il suo umorismo e il suo stile un po’ kitsch, con George Hamilton che interpreta Dracula come un vampiro affascinante, elegante e un po’ imbranato.

Sebbene “Amore al primo morso” sia principalmente una commedia, incorpora anche elementi dell’orrore e riferimenti alla classica mitologia dei vampiri. Il film è diventato un cult del genere ed è spesso ricordato per il suo approccio leggero alla leggenda di Dracula. Se ti piacciono i film horror-comici e le parodie, “Amore al primo morso” è un film che offre un’interpretazione giocosa ed entusiasmante della storia di Dracula.

Dracula (1979)

“Dracula” è un film horror britannico-americano del 1979 diretto da John Badham. Il film è un’adattamento fedele del classico romanzo “Dracula” di Bram Stoker e vanta un cast notevole, tra cui Frank Langella nel ruolo del Conte Dracula, Laurence Olivier nel ruolo del Professor Abraham Van Helsing e Kate Nelligan nel ruolo di Lucy Seward.

Questa versione di “Dracula” segue la trama tradizionale del romanzo, con il Conte Dracula che viaggia dalla Transilvania a Londra, dove si abbatte sull’innocente Lucy e cerca di stabilire una nuova discendenza attraverso di lei. Il Professor Van Helsing viene a conoscenza della presenza di Dracula e si unisce alle forze del fidanzato di Lucy, Jonathan Harker, per affrontare il vampiro e salvare Lucy.

Il film è noto per la sua sontuosa atmosfera gotica e per l’interpretazione carismatica e sensuale di Frank Langella nel ruolo del Conte Dracula. A differenza di alcune versioni precedenti, questa interpretazione enfatizza gli aspetti romantici e seducenti del vampiro, rendendo Dracula un personaggio più complesso e simpatetico.

“Dracula” (1979) ha ricevuto recensioni positive per la sua fedeltà al materiale originale e per le interpretazioni di alto livello, in particolare quella di Langella. Ha anche contribuito a rinnovare l’interesse per i film sui vampiri alla fine degli anni ’70 e all’inizio degli anni ’80, aprendo la strada alla rinascita dei film e delle serie TV a tema vampirico in decenni successivi.

Se sei un appassionato di storie classiche sui vampiri e dell’horror gotico, “Dracula” (1979) è un film da vedere per la sua fedele trasposizione e per le forti interpretazioni, in particolare quella di Frank Langella nel ruolo dell’iconico vampiro.

Thirst (1979)

“Thirst” è un film horror australiano del 1979 diretto da Rod Hardy. Il film combina elementi di orrore e fantascienza ed è noto per la sua interpretazione unica del genere dei vampiri.

La trama del film ruota attorno a Kate Davis, interpretata da Chantal Contouri, una giovane donna che crede di essere l’ultimo membro superstite di un culto di vampiri. Viene rapita e sottoposta a una serie di esperimenti scientifici condotti da un’organizzazione segreta che cerca di comprendere e controllare il vampirismo. I rapitori di Kate sperano di sfruttare la sua condizione unica a loro vantaggio.

“Thirst” esplora temi legati all’identità, al controllo e alla sottolinea la sottolinea le linee sottili tra scienza e soprannaturale. Approfondisce le lotte psicologiche ed emotive della sua protagonista mentre cerca di affrontare la sua natura vampirica e i tentativi dei suoi rapitori di sfruttarla.

Il film adotta un approccio più cerebrale al mito dei vampiri ed è noto per la sua narrazione stimolante e il suo commento sociale. “Thirst” è considerato un classico di culto all’interno del genere dell’horror ed è apprezzato per la sua originalità e per la sua capacità di sovvertire gli stereotipi tradizionali dei vampiri.

Se sei interessato ai film sui vampiri che offrono una prospettiva unica e stimolante sul genere, “Thirst” è un film che merita di essere esplorato.

Lifeforce (1985)

Il team dello Space Shuttle Churchill, sotto il comando del colonnello Tom Carlsen, scopre un veicolo spaziale lungo 150 miglia (240 chilometri) nascosto vicino la cometa di Halley. All’interno, il team scopre migliaia di animali essiccati simili a pipistrelli e 3 corpi umanoidi nudi (2 uomini e una donna) all’interno di contenitori di vetro.  Lo staff recupera un pipistrello alieno e anche i 3 corpi e inizia il viaggio di ritorno sulla Terra. 

Anche se è un classico regista horror, Tobe Hooper di Texas Chainsaw Massacre non è proprio il regista per un film fantascientifici sui vampiri stravaganti degli anni ’80. Hooper abbandona l’estetica sudicia del suo lavoro precedente e gioca abilmente con le vecchie convenzioni del genere dei vampiri, mantenendo alcuni riferimenti ai pipistrelli ma abbandonando i succhiasangue. Piuttosto, i “vampiri spaziali” sono stati aggiornati in assassini più cerebrali e distaccati che prosciugano le persone della loro energia vitale.

Ammazzavampiri (1985)

Il diciassettenne Charley Brewster è un fan di un programma televisivo horror chiamato Fright Night , condotto dall’ex cacciatore di vampiri Peter Vincent. Una sera, Charley scopre che il suo nuovo vicino di casa Jerry Dandrige è un vampiro responsabile della scomparsa di diverse vittime. Dopo averlo detto a sua madre, Charley chiede aiuto alla sua ragazza, Amy Peterson, e al suo amico, “Evil Ed” Thompson, prima di contattare le autorità. L’investigatore Lennox va con Charley a casa di Jerry per interrogarlo, tuttavia il suo “compagno di stanza” Billy Cole li informa che Jerry è “in compagnia”. Quella notte, Charley è sorpreso di vedere Jerry all’interno della sua casa, essendo stato accolto dalla madre di Charley. Jerry rovina il veicolo di Charley per rappresaglia e minaccia Charley al telefono.

Non credo che nessuno sosterrà che l’originale Fright Night sarà mai accanto ai più classici film horror degli anni ’80 ma è comunque un film di vampiri molto divertente. Alcuni degli effetti di trucco e dei dialoghi sono puro stile film horror degli anni ’80, il film va avanti con il suo approccio ironico così come il ruolo disinvolto di Sarandon come vampiro della porta accanto.

La tana del serpente bianco (1988)

Basato sull’omonimo romanzo di Bram Stoker molto meno conosciuto di Dracula, il film vede come protagonista Peter Capaldi nei panni di un archeologo scozzese che inavvertitamente libera un mostro serpente vampirico che inizia a tormentare i responsabili dell’uccisione in un vita passata. Con Amanda Donohoe e Hugh Grant in uno dei suoi primi ruoli cinematografici, White Worm porta la firma e lo stile di Ken Russell alla fine della sua filmografia. Tra una commedia e un film di mostri, è un film che sfugge alla classificazione.

Waxwork (1988)

Dopo l’inaugurazione di un museo delle cere, la studentessa del liceo China (Michelle Johnson) viene invitata ad una cena vittoriana a base di carne cruda e sangue alla quale partecipa un gruppo di vampiri molto attraenti. La China potrebbe diventare l’ennesima vittima della strana interpretazione di Waxwork dell’orrore sessuale e del masochismo, incarnato dal fatto che il marchese De Sade fosse uno degli psicopatici più famosi del mondo, ma la sua terrificante esperienza è solo il preludio della battaglia finale alle statue delle cere, in cui Dracula finalmente arriva nel mondo reale, si trasforma in un pipistrello e viene ucciso con un revolver. I film horror anni ’80 sono stati un periodo meraviglioso per il cinema.

Tramonto (1989)

E anche se questo film sui vampiri non è certamente un capolavoro perduto, il successivo status di cult del film è più che una prova che c’era davvero un pubblico per questo insolito ibrido western/horror/commedia. Il film è ambientato in una città deserta dove un gruppo di vampiri ha deciso di vivere la propria vita eterna in pace e tranquillità. Le cose iniziano ad andare storte dopo che una famiglia umana diventa il catalizzatore di una guerra civile tra i vampiri che desiderano rimanere nascosti e coloro che desiderano un ritorno al loro status di predatori.

Subspecies (1991)

La serie Subspecies è una serie di film dedicata ai vampiri piuttosto strampalata e curiosa. Il film è stato realizzato da Full Moon Studios come una delle serie di punta prodotte dall’ancora prolifico esperto di film di serie B Charles Band, un produttore che ha abilmente interpretato un ruolo alla Roger Corman nell’horror diretto all’home video sin dagli anni 80. Questo è esattamente il tipo di film che avresti visto sugli scaffali delle videoteche commerciali nel 1993, un film che ha avuto molto successo in standar VHS, costantemente noleggiato dai fan dell’orrore con standard bassi e un desiderio di visione pauroso casalinga.

Dracula di Bram Stoker (1992)

Nel 1462, Vlad Dracula torna da un successo nella sua campagna contro l’Impero Ottomano per scoprire che la sua compagna Elisabeta si è suicidata dopo che i suoi nemici le riferirono falsamente la sua morte. Un prete lo informa che l’anima della sua sposa è dannata all’inferno per essersi suicidata. Furioso, Vlad rinnega Dio della cappella, affermando che risorgerà dalla tomba per vendicare Elisabeta con tutti i poteri delle tenebre. 

Basato sul classico horror gotico del 1897, l’adattamento sfacciatamente esagerato di Francis Ford Coppola è a volte tanto degno di una risata quanto impressionante. Che si tratti di Gary Oldman nei panni dello spietato vampiro pieno di sentimento, Winona Ryder nel ruolo del suo amore perduto da tempo, o Anthony Hopkins nel ruolo dell’altrettanto leggendario Dr. Van Helsing, nulla nel film o nelle sue interpretazioni è sottile, a parte Keanu Reeves. 

Amore all’ultimo morso (1992)

Fresca del successo del ruolo da protagonista in Nikita di Luc Besson, l’attrice francese Anne Parillaud ha fatto la sua successiva apparizione nel film sui vampiri d’azione horror di John Landis nei panni di Marie, una vampira che uccide e banchetta solo con i criminali. Una notte, dopo una serie di decisioni sbagliate, finisce per dare poteri vampirici a un boss mafioso psicotico. Come film, Innocent Blood è praticamente un disastro, ma, considerando che mescola crimine, horror e dramma d’azione, è una miscela di generi curiosa da vedere.

Nadja (1994)

Il conte Arminius Chousescu Dracula muore e la sua piccola Nadja (Elina Löwensohn) crede davvero che la sua morte la libererà sicuramente dalla vita che suo padre le ha imposto. Un’altra puntata del sottogenere dei vampiri come hipster di città, Nadja trapianta il mito dei vampiri nel film drammatico indipendente di Hal Hartley. Prodotto da David Lynch, che interpreta anche un cameo come addetto all’obitorio, il film si pone come un dramma intimo con il vampirismo trattato con disinvoltura come se fosse qualsiasi altra attività quotidiana. Il film non concilia mai del tutto queste due nozioni, ci sono abbastanza immagini interessanti e abilità in gioco per rendere questo film di vampiri da vedere.

Intervista col vampiro (1994)

Il romanzo gotico di Anne Rice del 1976 sui succhiasangue nella Louisiana spagnola ha ricevuto un trattamento epico sul grande schermo quasi due decenni dopo il suo debutto. Una preadolescente, interpretata da Kirsten Dunst, è un’orfana sputafuoco diventata succhiasangue immortale, mentre Antonio Banderas e Stephen Rea terrorizzano il pubblico in ruoli secondari. Il regista Neil Jordan, in collaborazione con il direttore della fotografia Philippe Rousselot e lo scenografo Dante Ferretti, cattura la loro esistenza notturna con colori psichedelici e la luce delle lanterne, un universo cinematografico che è ancora fermo nel tempo.

The Addiction (1995)

Kathleen Conklin, una studentessa universitaria introversa arrivata alla New York University, viene aggredita una notte da una donna che si fa chiamare “Casanova”. Spinge Kathleen in una tromba delle scale, le morde il collo e beve il suo sangue. Kathleen trova in se stessa una serie di indizi di vampirismo, costituiti dall’ostilità verso il giorno e dal disgusto per il cibo. Diventa aggressiva nell’atteggiamento e propone al suo insegnante di fare sesso nel suo appartamento, prendendo denaro dal suo portafoglio mentre dorme. Essendo una studentessa di filosofia Kathleen prende la sua condizione di deterioramento come spunto per rimuginazioni esistenziali. Una delle opere migliori e più essenziali del regista Abel Ferrara.

The Night Flier (1997)

Segue un giornalista cinico e ciarlatano di un tabloid mentre cerca un serial killer che ha soprannominato il “volo notturno”, un aspirante vampiro che vola da un piccolo aeroporto all’altro nel suo aereo/bara personale, uccidendo arbitrariamente mentre va . Indipendentemente da ciò, il “serial killer” ovviamente si rivela un vero vampiro. Non è sullo schermo a lungo, ma il momento clou del film è senza dubbio il design nodoso che hanno scelto per il mostro: un grande, lungo dente centrale, combinato con un mantello di Dracula economico da negozio di costumi.

Brivido di sangue (1998)

Jude Law interpreta Steven, un vampiro londinese alla disperata ricerca della donna giusta con cui condividere la sua vita. Alla fine incontra Anne, tuttavia, diventa presto chiaro che la loro storia d’amore è destinata ad avere una fine non felice. Notevole per aver escluso diversi aspetti chiave della tradizione dei vampiri, ad esempio Steven può ricevere la luce del sole, il film è un’interpretazione quasi poetica e romantica della normale storia di vampiri.

Vampires (1998)

In un film che racconta la profonda e duratura storia d’amore tra due cacciatori di vampiri, John Carpenter ha creato una lettera d’amore al cinema di vampiri che sembra anche odiare il cinema di vampiri. In Vampires, le creature sono spietate, bestiali, senza l’eleganza o la cultura di quelle di un romanzo di Anne Rice, decise semplicemente di uccidere tutti gli umani con la massima ferocia. Insieme al suo compagno di vita, Anthony Montoya (Daniel Baldwin), Jack setaccia il sud-ovest americano alla ricerca degli agenti del diavolo, uccidendoli brutalmente tutti, pugnalando il petto dei vampiri finché ognuno non diventa una poltiglia maciullata. 

Io sono leggenda (2007)

Una cura per curare le cellule tumorali finisce per essere mortale, contaminando il 99% della popolazione mondiale, trasformando coloro che non elimina direttamente in mutanti vampiri, albini e cannibali chiamati Darkseekers, che sono molto sensibili alla luce solare  e uccidono le minoranze sopravvissute. I vampiri di questo film non conservano molte caratteristiche dei vampiri classici, fatta eccezione per la loro vulnerabilità ai raggi UV. Le parti migliori del film sono quelle che abbracciano l’ambiente post-apocalittico, mentre Will Smith cerca e si fa strada attraverso una Manhattan abbandonata con il suo fedele cane. Alcune eccellenti caratterizzazioni sono impostate durante la prima metà del film ma alla fine la storia si impantana sul cliché di in un gruppo di vampiri strampalati che aggrediscono la casa del protagonista.

Daybreakers (2009)

Daybreakers prende la sua ispirazione da artisti del calibro di Philip K. Dick che dai romanzi rosa di YA. Ambientato nel prossimo futuro in cui una vasta piaga ha trasformato la maggior parte della popolazione mondiale in vampiri, Ethan Hawke interpreta uno scienziato che deve trovare un modo per salvare la razza dei vampiri prima che la loro scorta di sangue si esaurisca. Alla fine, il buono prevale per lo più sul cattivo e, data la mancanza di veri e propri “film di vampiri di fantascienza”, non è un titolo trascurabile.

Thirst (2009)

Sang-hyun è un prete cattolico che fa volontariato presso un ospedale offrendo aiuto ai pazienti. È molto apprezzato per la sua fede e il servizio devoto, tuttavia sperimenta segretamente sensazioni di dubbio e infelicità. Sang-hyun si offre volontario per prendere parte a un esperimento per scoprire un vaccino per il fatale Emmanuel Virus (EV). L’esperimento smette di funzionare e Sang-hyun viene contaminato dalla malattia apparentemente mortale. Fa una guarigione rapida e totale dopo aver ricevuto una trasfusione di sangue. Premurosa, cupa, grottesca e piena di speranza, la favola horror elegantemente triste di Park Chan-Wook alla fine si rivela un thriller romantico con un triangolo amoroso al centro: tra un vampiro, una donna e il loro Dio.

Stake Land (2010)

Prendi il classico Day of the Dead di Romero, mettilo in superficie e sostituisci i non morti mangiatori di cervelli con i vampiri. Il viaggio su strada di vampiri nella terra desolata di Jim Mickle è un film di genere originale. Come il seguito di Mickle, ugualmente sorprendente dal punto di vista visivo, We Are What We Are, Stake Land è una bella storia di orrore per coloro a cui piace affondare i denti in una cinematografia spettacolare.

Midnight Son (2011)

Jacob, il giovane al centro del film horror a basso budget di Scott Leberecht ha degli strani sintomi che si manifestano contro la sua volontà: la sua pelle brucia alla luce del giorno ed è costantemente affamato… potrebbe essere un vampiro? Prendendo una pagina da Martin di George A. Romero, Midnight Son esplora i miti dei vampiri attraverso un dramma intimo di un personaggio.

Byzantium (2012)

Dieci anni dopo aver portato i vampiri alla ribalta della cultura pop con l’adattamento di Anne Rice, Intervista con un vampiro, il regista irlandese Neil Jordan torna nel mondo delle sanguisughe conil film  Byzanzium, a tema femminile. Con Gemma Arterton e Saoirse Ronan nei panni di madre e figlia vampiri in fuga, il film scambia le calde tonalità della vita notturna di New Orleans con la fredda distesa di una cittadina costiera irlandese. Com’era prevedibile, il principale punto di forza del film emerge ogni volta che Arterton e Ronan condividono lo schermo.

Solo gli amanti sopravvivono (2013)

Sposati da secoli e separati da una grande distanza fisica, 2 vampiri si svegliano al calare del sole. Adam siede con in mano un liuto, nella sua disordinata Detroit vittoriana, mentre Eve si sveglia nella sua camera da letto a Tangeri, circondata da libri. Invece di mordere e uccidere le persone direttamente, dipendono dai fornitori di sangue di buona qualità, per la preoccupazione del sangue infetto dall’ambiente del 21° secolo.

Adam porta la sua compagna in un viaggio crepuscolare a Detroit, facendole scoprire lo stabilimento vuoto di Packard, le proprietà un tempo ricche che ora stanno crollando su se stesse, la casa dove è cresciuto Jack White. La città in cui questi 2 vampiri non morti che riflettono sulla storia di un’umanità che li evita è essa stessa una terra desolata di vampiri. Jim Jarmusch sceglie di far vivere i suoi affascinanti vampiri nell’ombra della notte senza fine di Detroit con un film d’autore geniale, uno dei migliori film sui vampiri mai realizzati.

Kiss of the Damned (2013)

Paolo, uno sceneggiatore che soggiorna nel Connecticut per scrivere la sceneggiatura di un film, si innamora di Djuna (Joséphine de La Baume), solo per scoprire che è un vampiro che vive bevendo il sangue degli animali. Lei lo ammette, quindi gli chiede di incatenarla in modo che possa mostrarglielo. Paolo non ha paura. Mette le catene che la legano e si unisce a lei, ricevendo il “bacio della morte” e diventando un vampiro. Il tanto atteso seguito di Xan Cassavetes al suo eccellente documentario del 2004, Z Channel: A Magnificent Obsession, si è rivelato una sorta di ritorno al passato dei film sui vampiri europei sgargianti e sensuali degli anni ’70.

Il sangue di Cristo (2014)

Un remake affascinante, anche se confuso, del classico cult dei vampiri, Ganja & Hess. Trapiantando il film originale in un’ambientazione moderna, Lee racconta la storia di un ricco antropologo nero che si trasforma in un vampiro dopo essere stato pugnalato da un pugnale maledetto. Con una durata leggermente al di sopra delle due ore, il film si destreggia tra tutti i tipi di temi riguardanti la dipendenza, il genere, il razzismo e la politica del classismo.

Summer of Blood (2014)

Durante un appuntamento serale, Eric Sparrow (Onur Tukel) rifiuta una proposta di matrimonio della sua fidanzata da Jody (Anna Margaret Hollyman). Tornando a casa si imbattono in un amore dell’università di Jody, Jason (Jason Selvig), per il quale Jody scarica immediatamente Eric. Rimasto solo Eric incontra un ragazzo non ha un’emorragia di sangue dal collo fatale. 

Alla fine degli anni ’90, il regista indipendente Onur Tukel ha segnato il suo unico successo con il dramma sui vampiri Drawing Blood. Summer of Blood immagina cosa accadrebbe se si lasciassero cadere i vampiri nel bel mezzo di una commedia in stile Woody Allen. Una parodia intelligente e spiritosa della vita moderna, Summer of Blood è una delle commedie di vampiri più interessanti.

Bloodsucking Bastards (2015)

Il senso dell’umorismo di questo film sui vampiri fonde in egual misura consapevolezza di sé e autoironia, è innamorato dei mostri e della mitologia e piega una manciata di generi in un progetto disordinato e artificioso di satira sull’universo dei vampiri. Con Bloodsucking Bastards, il regista Brian O’Connell prende un percorso un po’ più mirato: lascia cadere la dolcezza e l’emozione, punta dritto a battute e alle abbondanti quantità di carneficina.

Yakuza Apocalypse (2015)

Un giorno, un pastore pistolero e un musicista di arti marziali chiamato Mad-Dog si presentano nella comunità di Kamura, dove decapitano Kamura e feriscono anche il suo secondo in comando Akira Kageyama.  Nei suoi ultimi minuti, la testa della morte di Kamura attacca Kageyama, trasformandolo così in un vampiro. Con la sua combinazione di roboante superviolenza, slapstick ed eccessi, questo strano film sui vampiri rappresenta Miike nella sua forma più da cartone animato. Detto questo, non troverai molti altri film sui vampiri che sono così costantemente sconvolti.

Jakob’s Wife (2021)

Anne, sposata con un ministro, sente che la sua vita si è intorpidita negli ultimi 30 anni. Incontra “The Master” che le porta una nuova sensazione di potere e il desiderio di vivere in modo più audace.  Il cambiamento viene fornito con una materia corporea. Più che un semplice film sui vampiri, Jakob’s Wife parla del tentativo di sfuggire alla vita domestica e alle trappole della vita quotidiana di una donna sposata di mezza età. Il vampirismo è spesso usato come metafora di cose come l’infezione, il potere sugli altri, il sesso e altro ancora. Mette in mostra uno stile che non è mai stato visto prima, raccontando sia una casalinga tranquilla e triste che un vampiro potente e sicuro di sé.

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