Film horror italiani da vedere assolutamente

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I film horror italiani sono esplosi nel mondo della produzione cinematografica italiana nella seconda metà degli anni ’50. In realtà il cinema horror italiano non ha mai seguito un corso unitario e, con alcune eccezioni, ha sofferto dei limiti di produzione del cinema underground e alternativo, ma ha comunque avuto un impatto duraturo nel tempo e in molti casi ha suscitato interesse e valutazioni favorevoli da parte della critica mondiale, producendo molti film imperdibili. Mario Bava e Dario Argento sono tra i registi più apprezzati della categoria horror italiana e considerati maestri del cinema horror in tutto il mondo.

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Gli inizi del cinema horror italiano

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Ci sono antecedenti dei film horror italiani degli anni ’50, come La bestia di Frankenstein del 1920 e Il caso Haller del 1933, Il cinema horror prese piede in Italia solo alla fine degli anni ’50, quando alcuni registi specializzati sul cinema di genere iniziarono a produrre film in cui c’è un propensione al soprannaturale e al cupo fino a quel momento lontano dal gusto dominante degli italiani. Il primo vero film horror italiano in assoluto è stato I vampiri di Riccardo Freda nel 1957, con sfumature fantascientifiche e con una trama che sottolinea sia la categoria degli investigatori che il realismo italiano. Freda dirige, 2 anni dopo, Caltiki il mostro immortale, influenzato dal fortunato Fluido Mortale con Steve McQueen.

Mario Bava, che fino ad allora era stato un fotografo professionista nei film di Freda, ha debuttato alla regia con La maschera del demonio nel 1960. Il film è basato su Vij di Gogol e tratta il tema della sessualità in modo morboso, senza disdegnare i riferimenti al voyeurismo e alla necrofilia. La maschera del demonio è considerata tra le opere d’arte dei film horror italiani, insieme a una svolta del barocco gotico: da essa Freda trasse motivazione per produrre L’orribile segreto del dr. Hichcock (1962) e Lo spettro (1963).

Mario Bava continuerà la sua professione di regista spaventoso con altri film con thriller e film di fantascienza come The Three Faces of Fear (1963), Terror in Space (1965), che influenzerà Ridley Scott di Alien e Chain Reaction (1971), ed ha fondato dell’intera categoria slasher. A verificare l’inaspettato aumento di appeal della dei film horror italiani ci furono altri film firmati da Renato Polselli (L’amante del vampiro, 1960) e Giorgio Ferroni (Il mulino delle donne di pietra , 1960), oltre a numerosi esempi di film peplum costituiti da Ercole al centro della terra (1961) di Bava e Maciste all’inferno (1962) di Freda.

Pupi Avati ha esordito alla regia con Balsamus, l’uomo di Satana (1968) e Thomas e gli indemoniati (1969). Dopo questi 2 esempi di cinema paranormale, tornerà anni dopo con La casa dalle finestre che ridono (1976), che strizza l’occhio al folklore dei padani.

Film horror italiani dopo gli anni ’60

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Il cinema horror italiano degli anni Ottanta e Settanta fu influenzato dal teatro del Grand Guignol e dalle ribellioni giovanili contro l’establishment e i tabù e fu convalidato come uno dei più spaventosi e importanti dell’epoca. Con Profondo Rosso del 1975, Dario Argento crea la rottura conclusiva con la categoria del Giallo italiano e 2 anni dopo torna con Suspiria, altro lavoro predestinato ad acquisire un eccezionale riscontro di pubblico e critica e in cui ottiene risultati geniali con la fotografia. Il successo internazionale rende L’Anticristo (1974) di Alberto De Martino, influenzato da L’esorcista (1973), un film di culto. Racconta la storia di Ippolita Oderisi, soffermandosi sulla forte sofferenza interiore che la renderà vittima del diavolo. Altrettanto fortunato il regista Lucio Fulci, secondo il quale i film horror non dovrebbero essere portatori di messaggi socio-politici, ma piuttosto un’esperienza sensoriale e visiva. Dopo aver diretto Zombi 2 (1979), predestinato a ottenere un fantastico successo di pubblico, Fulci è tornato nella categoria horror con … E vivrai nella paura! L’aldilà (1981), rivisitazione cruenta di Amityville Horror. Cannibal Holocaust (1980) di Ruggero Deodato ha inaugurato il ricco filone del film horror con found footage.

Caratteristiche dei film horror italiani

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A differenza di quanto avviene in molte altre nazioni dove si sceglie la componente soprannaturale, nel cinema horror italiano è generalmente l’aspetto umano e la sua psicologia all’origine del male. Anche il cinema horror italiano ha sviluppato nel tempo una propria identità: è elegante, efficace nelle ambientazioni e nei costumi, si ispira spesso allo stile del cinema d’avanguardia degli anni ’30, con molte scene violente, abbondanza di sangue ed effetti di luce e di colore molto curati. Oltre a non tralasciare costantemente componenti di fantascienza, l’horror italiano tende a prediligere protagoniste donne che, a seconda dei casi, sono donne fatali, carnefici o vittime. Il più delle volte, i film horror italiani sono stati etichettati come film trash o film di serie B. Nonostante ciò, alcuni film horror di autori italiani sono riusciti a catturare l’attenzione di registi stranieri e spesso a influenzarli.

I migliori film horror italiani da guardare

I vampiri (1957)

I Vampiri è un film horror italiano del 1957 diretto da Riccardo Freda e terminato dal direttore della fotografia del film, Mario Bava. Nel cast Gianna Maria Canale, Carlo D’Angelo e Dario Michaelis. Il film ha a che fare con una serie di omicidi di ragazze che vengono scoperte con tubi di drenaggio del sangue. I giornali parlano di un serial killer chiamato il Vampiro, che motiva il giovane giornalista Pierre Lantin a indagare sui delitti.

All’epoca della sua uscita il film fu percepito come un oggetto originale e strano per seguaci del genere horror. Le scene davvero spaventose si riducono a poche sequenze. Il film stabilì il requisito di un design estetico che sarebbe stato la struttura per molti film horror italiani simili: ragnatele, porte che cigolano, degenerazione e un’illuminazione fantastica. Qualsiasi individuo curioso di cinema horror italiano dovrebbe vederlo: un film ignorato e sottovalutato, con suggestioni dal cinema neorealista.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

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Caltiki, Il mostro immortale (1959)

Caltiki The Immortal Monster (1959) - HD Trailer [1080p] // Caltiki, il mostro immortale

Caltiki, Il mostro immortale è un film horror di fantascientifico in bianco e nero del 1959. La storia del film riguarda un gruppo di scavatori che esplorano rovine Maya e incontrano un mostro che è una palla informe e amorfa. Possono combatterlo con il fuoco. Una cometa, che in precedenza è passata vicino alla Terra nel periodo del crollo del popolo Maya, dovrebbe tornare, aumentando l’opportunità di un collegamento tra la cometa e il mostro.

Recitazione approssimativa e restrizioni di un piccolo budget da B movie ostacolano la riuscita del film. La trama è così banale da risultare divertente. Molti anni dopo è stato rivalutato come coinvolgente e interessante amalgama di fantascienza e horror. Esso rimane una dimostrazione delle abilità di Bava, in particolare la sua incredibile capacità di creare atmosfere e scene scioccanti.

L’amante del vampiro (1960)

The Vampire and the Ballerina 1960 1

La storia e la sceneggiatura del film sono state scritte dal regista Renato Polselli e dagli autori della sceneggiatura Giuseppe Pellegrini ed Ernesto Gastaldi. Poiché Dracula interpretato da Christopher Lee aveva avuto grande successo in Italia i produttori aspiravano a realizzare i propri film sui vampiri. Il film fu girato al castello di Artena nel tardo 1959 in 3 settimane. Renato Polselli ha infatti dichiarato che gli scheletri nelle scene della cripta del vampiro erano veri e propri scheletri. L’inquadratura del volto del vampiro è stato un effetto speciale fatto in casa, un calco del viso con il gesso, con una maschera di gomma adesiva su di esso. La tecnica consisteva nel mettere uno strato di cenere tra la gomma e il gesso.

La maschera del demonio (1960)

La maschera del demonio (Black Sunday) (1960) Trailer

Nella Moldavia del XVII secolo, la principessa Asa Vajda, sospettata di stregoneria, viene condannata dall’Inquisizione e muore maledicendo la sua stessa famiglia, responsabile del suo destino. Nel diciannovesimo secolo, i medici Kruvajan e Gorobec, mentre si recano a una conferenza medica, trovano la bara di Asa lungo il tragitto e la svegliano accidentalmente. Lei si propone sistematicamente di vendicarsi…

Il film fu stroncato dalla critica italiana mentre fu subito apprezzato in Francia come opera d’arte “pittorica. E’ sicuramente uno dei migliori film di Bava con sequenze di grande fascino e orrore. La versione inglese è stata devastata da un doppiaggio mediocre. La critica inglese lo ha apprezzato relativamente a causa della sua produzione a basso costo. Negli successivi il film fu rivalutato e considerato tra i migliori film horror mai realizzati: un festival del proibito che libera un interesse adolescenziale per il mondo soprannaturale, acclamato come il capolavoro dell’horror gotico italiano. La cinematografia in chiaroscuro meravigliosamente composta, lo stile espressionistico e la regia forniscono al film un atmosfera unica. Il cinema nella sua forma più abbondante e grandiosa, traboccante di immagini altisonanti.

Occhi senza volto (1960)

Eyes Without a Face (1960) trailer

L’insegnante Génessier, un noto chirurgo estetico specializzato in trapianti, è responsabile di un incidente automobilistico da cui suo figlio Christiane, che ama, è uscito vivo ma con una faccia terribilmente mutilata. Con l’aiuto di un assistente attira le ragazze nel suo laboratorio, per eliminare la pelle dai loro volti e usarla per le ferite di suo figlio. Un’operazione così difficile che Génessier è tenuta a duplicarla regolarmente, dopo ogni fallimento degli innesti. Christiane, una maschera sul viso, non sa ancora assolutamente a nulla…

La critica francese dichiarò che si trattava o di una ripetizione dell’espressionismo tedesco o semplicemente di una frustrazione per il salto del regista da regista di documentari a film di categoria. La stampa inglese disse che quando un regista come Georges Franju fa un film horror non si possono cercare allegorie o livelli di lettura, trovando il film insignificante. Eyes Without a Face ha avuto una riedizione nelle sale nel settembre 1986 in concomitanza con retrospettive al National Film Theatre di Londra e alla Cinémathèque Française. Con il ripristino dell’interesse, il film ha iniziato a essere rivalutato. La critica francese nei confronti del film è stata notevolmente più favorevole di quanto non fosse alla sua uscita iniziale. Il pubblico ha scoperto la natura poetica del film paragonandolo al lavoro del poeta e regista francese Jean Cocteau. Franju utilizza una strana poesia in cui l’impatto di Cocteau è evidente.

L’Orribile Segreto del Dr. Hichcock (1962) 

The Horrible Dr. Hichcock aka L'orribile segreto del Dr Hichcock (1962) Italian trailer

E’ un film horror italiano del 1962, diretto da Riccardo Freda e composto da Ernesto Gastaldi. Il film è interpretato da Barbara Steele e Robert Flemyng. La storia è ambientata nel 1885 e parla del dottor Bernard Hichcock (Robert Flemyng), un necrofilo il cui orribile segreto del titolo è drogare la moglie, Margaretha (Maria Teresa Vianello), per macabri giochi sessuali. Un giorno le somministra involontariamente un’overdose di un farmaco nuovo che rallenta il battito cardiaco e crede di averla uccisa. Dopo averla seppellita in una cripta, lascia Londra. Dodici anni dopo, torna e si risposa nella sua vecchia casa. La sua nuova moglie, Cynthia (Barbara Steele), inizia a pensare di vedere Margaretha in giro per casa tua. Dopo che Cynthia si ritrova con i vecchi giochi macabri del dottor Hichcock, presume che stia tentando di ucciderla.

Il film è controverso e sembra un inno alla necrofilia. La fotografia include notevoli bagliori di colore e la storia è avvincente, indipendentemente da molte idee prese in prestito da varie fonti, da Vampyr di Dreyer, Jane Eyre, Rebecca e Strange Case of Dr. Jekyll e Mr. Hyde. L’esperienza di regia di Riccardo Freda e del cameraman Raffaelle Masciocchi sono evidenti con l’uso del colore, della luce, ed estetica di grande impatto. Che un film sugli entusiasmi di un necrofilo possa anche essere lanciato nel 1962 è un segreto censorio a sé stante o, forse, una chiara testimonianza del metodo in cui i film horror sono stati formalmente ignorati a tutti i livelli culturali in quel momento.

Lo spettro (1963)

The Ghost (Lo Spettro) - Riccardo Freda - English Trailer by Film&clips

E’ un film horror italiano del 1963 diretto da Riccardo Freda, che utilizza lo pseudonimo di “Robert Hampton”. Il film è interpretato da Barbara Steele e Peter Baldwin. Nel 1910 in Scozia, il malato dottor Hichcock (Elio Jotta), costretto sulla sua sedia a rotelle, organizza sedute spiritiche in cui la sua cameriera, Catherine (Harriet Medin), funge da medium. Secondo la teoria di Hichcock, colpi di tossina mortale seguiti da un rimedio potrebbero curare il suo handicap. Il più giovane dottor Livingstone (Peter Baldwin) rimane con lui per somministrare regolarmente questo trattamento pericoloso. La moglie di Hichcock, Margaret (Barbara Steele), scopre che affrontare il coniuge è sempre più difficile. Il film sui fantasmi che è un superbo allenamento al Grand Guignol: un film horror sgangherato, lunatico, spaventoso, senza una vera e propria trama.

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I tre volti della paura (1963)

Black Sabbath (1963) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

Il film è composto da 3 episodi, ognuno dei quali rappresenta una racconto terribile. Il telefono: Rosy trascorre una notte particolarmente impegnativa, intercettata al telefono da un perfetto sconosciuto che le rivela la sua morte… I Wurdalak: un vampiro gestisce usa una donna per infestare la campagna slava. L’ultima goccia: forse la signorina Chester non avrebbe dovuto davvero prendere l’anello tra i suoi clienti appena scomparsi…

La caratteristica più inquietante del film è la sua scenografia, in particolare gli interni pittoricamente fantastici. La sceneggiatura e il doppiaggio sono metodi sopra la media”. L’episodio “La goccia d’acqua” è il migliore delle 3 storie ed è stata definita “l’opera più spaventosa di Bava. The Wurdalak” è una “piccola opera d’arte” grazie anche all’interpretazione di Karloff che ricorda qualcosa de La notte dei morti viventi. Si tratta di una fantastica antologia dell’orrore, piena di suspense e paura per tutto la durata.

La frusta e il corpo (1963)

La frusta e il corpo 1963 Trailer italiano

Il corpo e la frusta è un film horror gotico italiano del 1963 diretto da Mario Bava con lo pseudonimo di “John M. Old. Il film ha a che fare con Kurt Menliff (Christopher Lee) che viene ostracizzato da suo padre per la sua relazione con una serva e per il suo suicidio. In seguito torna per recuperare il titolo e la sua precedente fidanzata Nevenka (Daliah Lavi), che ora è la compagna di suo fratello. Menliff viene poi scoperto ucciso, tuttavia i residenti pensano che il suo fantasma sia effettivamente tornato a perseguitare il castello per vendetta.

La censura italiana ha vietato il film dalle sale cinematografiche a causa delle scene sadomaso. Definito da alcuni critici lento, al limite della parodia e poco originale, altri hanno indicato questo lavoro adatto ad un pubblico appassionato di ambientazione gotica e di fantasmi, con una cinematografia eccezionale. Alcuni hanno dissero che è il film di Mario Bava al culmine della sua esperienza visiva, con una notevole fotografia, una sceneggiatura divertente, e un cast notevole.

Danza macabra (1965)

Danza Macabra - TRAILER - Antonio Margheriti e Sergio Corbucci

È un film horror soprannaturale diretto da Sergio Corbucci e Antonio Margheriti, interpretato da Barbara Steele, Georges Rivière, Margarete Robsahm. Gli spiriti oscuri infestano il castello di Providence e, secondo la leggenda, chiunque vi avesse passato la notte sarebbe morto. Per il giornalista Alan Foster, tutto questo è spazzatura e sceglie di stabilirsi lì al tramonto. Inizia la sventura… Una sceneggiatura innovativa e la buona recitazione di Georges Rivière, videocamera, musica e velocità lenta per logorare le terminazioni nervose. Il film fa anche uso di molti cliché ma comunque rimane davvero spaventoso e spettrale.

Un posto tranquillo in campagna (1968)

A Quiet Place in the Country • 1968 • Theatrical Trailer

Un posto tranquillo in campagna è un film horror italiano del 1968 diretto da Elio Petri e interpretato da Franco Nero e Vanessa Redgrave. Basata sul racconto “The Beckoning Fair One” di Oliver Onions, la trama segue un artista che si trasferisce in una villa rurale con il suo partner, dove inizia a vivere circostanze soprannaturali e spaventose.

Desideroso di lasciare la pressione della città, l’artista visivo Leonardo Ferri si prepara a trasferirsi da Milano in una casale nella campagna italiana con la sua fidanzata britannica, una gallerista di nome Flavia. Il suo agente immobiliare gli fornisce una grande casa, ma Leonardo si scopre attratto da una grande e squallida proprietà residenziale in affitto nelle vicinanze. Un pomeriggio Leonardo incontra alla casa misteriosa Attilio, il suo custode, che gli comunica che i proprietari potrebbero affittarla. Leonardo alla fine affitta la casa e inizia immediatamente a lavorare per restaurarla.

Nude… si muore (1968)

Nude... Si Muore 1968 - Classic jump scare

Un film horror italiano di Antonio Margheriti. Una donna viene annegata in una vasca da bagno e successivamente messa in un baule su un pick-up diretto al St. Hilda College. Tra i formatori c’è la signora Clay, un’insegnante di scienze. C’è un giovane istruttore, Richard Barrett, un istruttore subacqueo. Ci sono solo 7 ragazze nell’istituto, mentre le altre stanno facendo un viaggio. Arrivato sul posto, il bagagliaio è posizionato nel seminterrato.

Betty Ann entra in un seminterrato dove viene strangolata e fatta sparite. Inizia la ricerca della ragazza. Tutte le ragazze sono incoraggiate a non lasciare il luogo, tuttavia una, Lucille, ha un incontro con il suo allenatore Richard, con il quale ha una relazione. Lucille sceglie di uscire e va in un cottage su una collina, dove trova il corpo di Betty Ann e fugge. Quando torna incontra Richard e lo informa di ciò che è accaduto, tuttavia il corpo di Betty Ann è scomparso dal cottage…

Orgasmo (1969)

Orgasmo • 1969 • Theatrical Trailer (US)

Orgasmo è un film giallo del 1969 diretto da Umberto Lenzi e interpretato da Carroll Baker, Lou Castel e Colette Descombes. L’americana Catherine West arriva qui in Italia da New York anticipata da molti giornalisti in seguito alla morte in un incidente automobilistico del marito Robert, un barone del petrolio del Texas che le ha lasciato la sua proprietà da 200 milioni di dollari. Si ritira in una villa italiana affittata dal suo austero rappresentante legale, Brian Sanders. Catherine incontra Peter Donovan, un giovane americano di Boston il cui veicolo si è rotto nelle vicinanze. Catherine all’inizio è fredda nei confronti delle sue avances romantiche. Peter riesce a sedurla e i due iniziano una relazione entusiasta.

L’uccello dalle piume di cristallo (1970)

The Bird with the Crystal Plumage | Official Trailer | 4K

È un film Giallo horror italiano del 1970 diretto da Dario Argento, nel suo lancio alla regia. Il film è il capostipite della classifica cinematografica italiana Giallo. Alla sua uscita, il film ebbe un notevole successo incassando 1.650.000.000 di lire italiane. Fu un successo anche fuori dall’Italia. Sam Dalmas è uno scrittore americano in vacanza a Roma con la sua fidanzata inglese, Julia, che sta vivendo il blocco dell’autore ed è sul punto di tornare in America, tuttavia assiste all’aggressione di una ragazza in una galleria d’arte da parte di un tipo strano a guanti neri usando un impermeabile. Tentando di raggiungerlo, Sam viene catturato tra 2 porte di vetro azionate meccanicamente e riesce a vedere l’uomo scappare. La ragazza, Monica Ranieri, è stata aggredita e le autorità hanno preso il passaporto di Sam per impedirgli di lasciare la nazione. Si ritiene che il nemico sia un serial killer che sta eliminando le donne in tutta la città e Sam è un testimone essenziale.

Il rosso segno della follia (1970)

Hatchet for the Honeymoon 1970 Trailer

Hatchet for the Honeymoon è un film thriller horror italiano del 1970 diretto da Mario Bava e interpretato da Stephen Forsyth, Dagmar Lassander, Laura Betti e Femi Benussi. La storia segue John Harrington, un pazzo armato di ascia che uccide le giovani spose a causa di un trauma giovanile. La produzione del film è stata disturbata a causa dello tensione tra cast e squadra, problemi di area e un’interruzione visibile nelle riprese quando il piano di spesa è terminato. Non è stato presentato fino a un anno dopo la sua conclusione ed è stato ignorato sia dalla critica che dal pubblico, rimanendo tra i molti film strani e poco noti di Bava anche dopo che il suo lavoro ha raggiunto l’apprezzamento di molti fan trasformandosi di un culto.

John Harrington è un attraente ragazzo di 30 anni che si sente costretto a eliminare le giovani spose per un trauma giovanile. John vive in una grande villa fuori Parigi, dove gestisce una fabbrica di abiti da sposa con la mamma e sostenuta economicamente dalla moglie Mildred. Lui e Mildred non vanno d’accordo, tuttavia lei rifiuta di pensare al divorzio. Ogni volta che sente che una donna tra le modelle che operano nella fabbrica di abiti sta per sposarsi, la uccide con una mannaia mentre sta provando il suo abito da sposa, brucia il corpo e utilizza le ceneri come fertilizzante. Ogni omicidio gli fornisce una visione più chiara della sua memoria traumatica. L’ispettore Russell si preoccupa di interrogare John sulle 6 modelle che sono scomparse e sospetta di lui, ma con la mancanza di prove non è in grado di arrestarlo.

La corta notte delle bambole di vetro (1971)

La Corta Notte delle Bambole di Vetro (Trailer Italiano)

Quick Night of Glass Dolls è un film giallo italiano del 1971. È il lancio alla regia di Aldo Lado e ha come protagonisti Ingrid Thulin, Jean Sorel e Barbara Bach. I resti del giornalista Gregory Moore (Jean Sorel) vengono trovati in una piazza di Praga e consegnati all’obitorio. Moore vive ancora, imprigionato nel suo corpo, e ricorda angosciato come la scomparsa della sua splendida fidanzata (Barbara Bach) abbia provocato una spaventosa cospirazione.

Comincia a entrare nella sua mente. Scopre un club dove si verificano rituali occulti. Al club e trova il luogo in cui il corpo senza vita di sua moglie Mira è scomparso. Mentre Moore se ne va senza scoprirla, il custode del club dà un’occhiata al corpo di Mira, ricoperto di fiori, e crede a quanto sia ancora bello nonostante la sua morte. Alla fine, l’intera realtà diventa più chiara per Moore e arriva un finale sbalorditiva.

Una baia di sangue (1971)

A Bay of Blood • 1971 • Theatrical Trailer

A Bay of Blood è un film horror italiano del 1971 diretto da Mario Bava. Bava ha scritto la sceneggiatura del film con Giuseppe Zaccariello, Filippo Ottoni e Sergio Canevari. Il film è interpretato da Claudine Auger, Luigi Pistilli, Brigitte Skay, Nicoletta Elmi e Laura Betti. Carlo Rambaldi ha prodotto i raccapriccianti effetti speciali. La storia racconta una serie di omicidi rituali che si verificano intorno a una baia. È un film che ha influenzato i film slasher che sarebbero seguiti anni dopo, considerato tra i più grandi film horror di tutti i tempi.

Per tutta la notte nella sua tenuta sulla baia, la contessa Federica Donati in sedia a rotelle viene aggredita e strangolata a morte dal suo compagno, Filippo Donati. Un paio di minuti dopo, lo stesso Filippo viene pugnalato a morte da un aggressore, e le sue spoglie vengono poi trascinate nella baia. Dopo un indagine sul luogo del delitto, gli agenti di polizia trovano quello che ritengono essere un biglietto d’addio scritto dalla contessa, tuttavia l’omicidio di Filippo non viene chiarito. Il rappresentante immobiliare Frank Ventura e la sua fidanzata Laura complottano per prendere il controllo della baia. Dopo che la contessa ha rifiutato di ospitarli a casa tua, la coppia ha creato una strategia con Filippo per eliminare sua moglie. Per completare il loro piano, Ventura ha bisogno che Filippo firmi una serie di contratti legali. Non hanno idea, tuttavia, che lo stesso Filippo sia stato ucciso.

Non si sevizia un Paperino (1972)

Don't Torture a Duckling (1972) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

Un film giallo horror italiano del 1972 diretto da Lucio Fulci, con Florinda Bolkan, Tomas Milian e Barbara Bouchet. La trama segue un investigatore privato che indaga su una serie di omicidi di bambini in una città insulare del sud Italia. La colonna sonora del film è stata composta da Riz Ortolani con la voce di Ornella Vanoni. Uscito nell’autunno del 1972 in Italia, Don’t Torture a Duckling è significativo nella filmografia di Fulci in quanto è tra i primissimi film in cui ha iniziato a utilizzare effetti violenti di sangue. Il ‘”paperino” nel titolo del film allude a una bambola di Paperino la cui testa è stata tagliata, fornendo un indizio per gli omicidi.

Nel comune di Accendura, nel sud Italia, ci sono 3 ragazzi, Bruno, Michele e Tonino. Giuseppe Barra, un sempliciotto che spia 2 concittadini che vanno con una prostituta, che diventano aggressivi quando i 3 ragazzini che li stanno spiando iniziano a prenderli in giro. Sulle colline che circondano il paese, La Magiara, una strega solitaria, esegue pratiche di magia nera, prima riesumando i resti di un bambino e poi infilando spille tra le teste di 3 bamboline di argilla. Il rituale è legata ai 3 ragazzini che prendono in giro Joseph.

Tutti i colori del buio (1972)

All the Colors of the Dark (1972) TRAILER [HD]

Sconvolta dall’omicidio di sua madre che ha visto da piccola, oltre che da un aborto spontaneo, Jane è sull’orlo della follia. Assistita da uno psichiatra e dal suo nuovo vicino di casa, cerca di liberarsi completamente dalle sue preoccupazioni, ma il suo calvario è solo iniziato. Maltrattata e minacciata da uno strano uomo dallo sguardo penetrante, cade in una spirale di paura dove niente è come appare.

Chi l’ha vista morire? (1972)

WHO SAW HER DIE? - (1972) HD Trailer

E’ un film giallo horror italiano diretto da Aldo Lado e Vittorio De Sisti, con Anita Strindberg e George Lazenby. In una stazione sciistica francese, una bambina si allontana dalla sua badante e viene uccisa da un killer con un velo nero, che seppellisce il suo corpo nella neve. Anni dopo, un’altra ragazza, Roberta Serpieri, viene scoperta annegata a Venezia dopo essere stata rapita dallo stesso identico assassino. I suoi genitori separati cercano di sapere ciò che è realmente accaduto alla loro bambina.

Il film è stato paragonato stilisticamente il film al successivo film di Nicolas Roeg, Don’t Look Now, che condivide un’ambientazione veneziana. Lado ha evitato il sangue e le scene erotiche che tipicamente ci sono in un film giallo, concentrandosi piuttosto sull’azione. La trama è inutilmente complicata, tuttavia la qualità è compensata dall’ambientazione e dalla cinematografia.

Spasmo (1974)

BARBARA ∆ Spasmo 1974

Spasmo è un film giallo italiano del 1974 diretto da Umberto Lenzi e interpretato da Robert Hoffmann e Suzy Kendall. Christian e la sua dolce metà si recano in una spiaggia per fare l’amore dove scoprono una donna impiccata: in realtà si tratta di un manichino mutilato. Trovano il corpo di un’altra donna: non è morta, si chiama Barbara e senza dire come è arrivata scompare rapidamente. Christian non riesce a togliersi dalla testa Barbara: la scopre su una barca ormeggiata in un porto turistico. Lui e la sua fidanzata vanno a una festa a bordo della barca, dove incontrano Barbara e il suo amante, Alex.

L’ultimo treno della notte (1975)

Last Stop on the Night Train (1975) ORIGINAL TRAILER

È un film horror thriller italiano del 1975 diretto da Aldo Lado. Lisa, una giovane italiana che studia in Germania, torna nel suo paese natale per vedere la sua famiglia durante le vacanze di Natale. È accompagnata dalla sua amica, Margaret. Durante il loro viaggio in treno, incontrano 2 truffatori piuttosto strani. Dopo un incidente tecnico, le ragazze hanno bisogno di cambiare treno, ritrovandosi sole in uno scompartimento, fino alla discesa dal treno dei due uomini che avevano incontrato in precedenza, accompagnati da una misteriosa signora. Tra abusi e stupri, vivranno la notte peggiore della loro vita…

La casa con le finestre che ridono (1976)

The House of the Laughing Windows • 1976 • Theatrical Trailer

È un film horror italiano del 1976 scritto e diretto da Pupi Avati. Il film è stato girato al Lido degli Scacchi in provincia di Ferrara. Stefano (Lino Capolicchio) vive in un paese delle Valli di Comacchio dove è stato chiamato per restaurare un affresco che mostra quello che sembra il martirio di San Sebastiano, che fu dipinto su un muro distrutto della chiesa da uno strano artista scomparso chiamato Legnani..

Mentre vive per un breve periodo nella casa che era di proprietà dei 2 fratelli del pittore scomparso, Stefano inizia una relazione amorosa con Francesca (Francesca Marciano) e scopre che il pittore era stato in realtà un pazzo. In particolare, Stefano scopre che l’artista, assistito dai suoi 2 fratelli altrettanto pazzi, era stato un assassino. Alcuni abitanti del villaggio vengono uccisi, incluso la sua fidanzata, e Stefano pensa che l’assassino stia tentando di impedirgli di scoprire la realtà dietro l’artista del dipinto.

Shock (1977)

Shock Original Trailer (Mario Bava, 1977)

È un film horror del 1987 diretto da Mario Bava. Dora, che ha vissuto il suicidio del marito, è ricoverata in un ospedale psichiatrico. Quando finalmente ritrova la sua lucidità mentale, torna a vivere nella sua vecchia casa, con Bruno, il suo nuovo amante e suo figlio Marco, nato dalla sua prima relazione coniugale. Dora gestisce l’educazione di Marco da sola poiché Bruno è sempre in trasferta a causa del suo lavoro. Quest’ultimo agisce in modo strano e Dora crede che abbia poteri telecinetici. Il ragazzino sembra davvero attratto dal muro di mattoni della cantina… Il film è stato ampiamente stroncato dalla critica alla sua uscita, valutato come uno dei tanti film horror pieni di cliché e scene di sangue già viste. La maggior parte dei critici vide in questo film l’inizio del declino del maestro del cinema horror italiano, ma comunque superiore a tanti film di genere horror americani.

Suspiria (1977)

Official Trailer: Suspiria (1977)

Suzy, una giovane americana, arriva a Friburgo per prendere lezioni in un’illustre accademia di danza. L’ambiente di base della scuola sorprende la ragazza, è un ambiente inquietante e strano. Le accadono terribili disavventure: un giovane apprendista viene ucciso, un pianista cieco ha la gola tagliata al proprio animale domestico … Anche Suzy è spesso malata. Suzy scopre che la scuola era la casa di una terribile strega soprannominata la Madre dei Sussurri. E se la scuola fosse ancora sotto il suo controllo?

Ricco di suspense ma spesso rovinato da discussioni in inglese artificiose e inadeguate, Suspiria è principalmente sangue, con poca trama o intrigo, Suspiria fu ritenuto inferiore al lancio di Argento L’uccello dalle piume di cristallo (1970. Alcuni lo etichettarono come una debole replica de L’esorcista.
Argento lavora duramente con tagli d’urto, luci colorate e strani angoli di videocamera e fa un film che è una delizia per gli occhi. Negli anni successivi alla sua uscita, Suspiria è stato menzionato dalla critica come un film cult, un prototipo horror estremo applaudito da storici e critici cinematografici per il suo lavoro di colori e scenografie intricate: ogni fotogramma è composto da un’attenzione creativa e sorprendente al colore, ritenuto tra i film più spaventosi di sempre.

Inferno (1980)

Inferno (1980) - International Trailer [HD]

Inferno è un film horror italiano di genere soprannaturale del 1980 scritto e diretto da Dario Argento e interpretato da Irene Miracle, Leigh McCloskey, Eleonora Giorgi, Daria Nicolodi e Alida Valli. La trama segue l’indagine di una ragazza sulla scomparsa di sua sorella, che viveva in un appartamento di New York City che fungeva anche da casa per una strega secolare. Un seguito tematico di Suspiria (1977), il film è la seconda parte della trilogia delle Tre Madri di Argento, sebbene sia la prima in assoluto nella trilogia a esplicitare il concetto delle Tre Madri. Tutti e 3 i film sono in parte originati dall’opera di Thomas de Quincey del 1845 Suspiria de Profundis, una raccolta di poesie in prosa in cui propone il principio di 3 “Ladies of Sorrow ” (Mater Lachrymarum, Mater Suspiriorum e Mater Tenebrarum), in concomitanza con le 3 Parche e Grazie nel folklore greco.

Rose Elliot, una poetessa che vive da sola nell’Upper West Side di New York, acquista un libro da un antiquario, intitolato Le tre madri. Il libro, scritto da un alchimista di nome Varelli, racconta di 3 sorelle malvagie che governano il mondo con dolore, lacrime e oscurità e dimorano all’interno di diverse case che erano state effettivamente costruite per loro dall’alchimista. Mater Suspiriorum, la Madre dei Sospiri, risiede a Friburgo. Mater Lachrymarum, la Madre delle Lacrime, risiede a Roma, e Mater Tenebrarum, la Madre delle Tenebre, risiede a New York. Rose crede di risiedere nella struttura di Mater Tenebrarum e scrive a suo fratello Mark, apprendista di musica a Roma, spingendolo a farle visita. Utilizzando le idee offerte nel libro, Rose esplora la cantina del palazzo e trova un buco nel pavimento che si arriva in una sala da ballo piena d’acqua.

Zombi 2 (1979)

Zombie "Zombi 2" (1979) - Trailer in 1080p

Una nave attracca nel porto di New York senza alcuna persona tranne uno zombi che assalta 2 delle guardie costiere. La figlia della proprietaria della barca, Anne Bowles, avverte i poliziotti presenti sul luogo del delitto al fine di acquisire dettagli sul suo papà, rimasto nelle Indie occidentali. Con l’aiuto del giornalista Peter West, scelgono di indagare sul posto. Fanno un viaggio a Matu Island con Brian Hull e Susan Barrett. Lì incontrano il dottor David Menard, che sta tentando di creare un rimedio per una malattia che riporta in vita i morti, trasformandoli in zombi cannibali.

Zombi 2 ha guadagnato di più rispetto al suo predecessore: Fulci ha iniziato a dirigere Zombi 3 prima che la malattia gli richiedesse di consegnare le redini a Bruno Mattei e Claudio Fragasso, l’ultimo dei quali avrebbe anche diretto Zombi 4. Il film non ha lo spessore del primo di Romero ma resiste bene al passare del tempo. Ritenuto tra i principali film di zombi per un uso espressivo di inquadrature specifiche per evidenziare l’azione o la paura, accecante con la sua violenza scioccante. Un film horror cult degli anni ’80, Zombi 2 è un film di zombi famoso per alcune scene cruente e assolutamente terrificanti.

Cannibal Holocaust (1980)

Un gruppo di giornalisti composto da 3 uomini e una donna fa un viaggio nella giungla amazzonica alla ricerca di veri cannibali. Rapidamente, il gruppo non manda più alcun segno di vita. Il governo federale americano sceglie quindi di inviare sul posto un gruppo di soccorso. Quest’ultimo scopre, grazie ad un popolo amazzonico, le videocassette della prima spedizione, che rivelano la terribile causa della loro scomparsa…

La casa vicino al Cimitero (1981)

Trailer (IT): Quella Villa Accanto Al Cimitero (Lucio Fulci, 1981)

Una donna rimane in una casa deserta alla ricerca del suo partner. Dopo aver trovato il suo corpo pugnalato con le forbici, viene pugnalata alla testa con un coltello e il suo corpo viene trascinato attraverso la porta di una cantina da un aggressore non identificato.

A New York City, Bob Boyle e i suoi genitori, Norman e Lucy Boyle, si stanno trasferendo nella stessa casa. L’ex collega di Norman, il dottor Peterson, che ha ucciso la sua ragazza prima di suicidarsi, era il precedente proprietario. I Boyle rimangono lì mentre Norman indaga. Bob dà un’occhiata alla foto di una casa e vede una donna al suo interno. A New Whitby, Boston, Bob aspetta nell’auto mentre sua madre e suo padre mentre raccolgono i segreti della casa. La signora della foto appare dall’altra parte della strada. La signora, Mae Freudstein, che solo Bob può vedere, lo avverte di tenersi alla larga.

Il film ha indubbiamente scene di grande impatto: la fuga di Bob dalla cantina; le particelle umane del laboratorio di Freudstein; un attacco di un pipistrello implacabile; lo sguardo alterato di Freudstein. Liquidato in Italia come un “Italian Shining” e “un condensato di fregature, luoghi comuni e convenzioni spaventose terribilmente duplicate.” La fotografia malinconica e le ambientazioni invernali sono affascinanti.

…E tu vivrai nel terrore! – L’aldilà (1981)

The Beyond (1981) Trailer - Lucio Fulci

E’ un film horror italiano del 1981 diretto da Lucio Fulci, da una storia iniziale sviluppata da Dardano Sacchetti, e interpretato da Catriona MacColl e David Warbeck. La trama segue una signora che acquisisce un hotel nella Louisiana rurale che era il luogo di un terribile omicidio e che potrebbe essere un ingresso per l’inferno. Nel 1927, un artista e stregone chiamato Schweick si occupa di un dipinto infernale nella stanza 36 del Seven Doors Hotel, a New Orleans, in Louisiana. Custodisce le 7 porte dell’inferno, che se aperte, produrranno la distruzione del mondo e la morte dell’umanità. Viene trascinato nel seminterrato dell’hotel ed ucciso per aver praticato la magia nera. Mentre ciò accade, una signora dagli occhi bianchi profetizza l’apertura delle 7 porte dell’inferno.

È il secondo film della trilogia “Le porte dell’inferno” di Fulci. I critici contemporanei hanno applaudito il film per le sue qualità modernistiche, i risultati unici, l’arrangiamento musicale e la cinematografia, tuttavia notano le sue disparità narrative. Detestato dalla maggior parte dei critici, The Beyond è classificato tra i film più famosi di Fulci e negli anni è diventato un film di culto globale. Il film è una festa del sangue spruzzata di tocchi incredibilmente espressivi che migliora con diverse visioni: è molto più efficiente nella memoria di quanto non lo sia come una normale esperienza di visione.

Lo squartatore di New York (1982)

The New York Ripper 1982 Trailer (HD)

Una mano umana in decomposizione viene scoperta a New York City. Le autorità la riconoscono come proveniente da Anne Lynne, un modella. Il tenente Fred Williams (Jack Hedley), l’investigatore della polizia che sta esaminando l’omicidio, intervista l’impicciona padrona di casa della ragazza, la signora Weissburger (Babette New). Lo informa che durante il suo spionaggio quotidiano e dei suoi inquilini ha sentito di recente la donna al telefono che si preparava per incontrare un uomo che parlava con una strana voce da anatra.

La cattiveria e il sangue freddo del film sono il suo fascino principale, anche se non è sicuramente per i gusti di tutti. Fulci gira scene di sesso squallido con omicidi profondamente misogini e espliciti, riempie le trame con colpi di scena, un’etnografia amorale della vita cittadina moderna, sesso in vendita e violenza gratuita. Lo squartatore di New York è un film spaventoso per eccellenza, che va oltre e rende lo spettatore complice. Girato in luoghi inquietanti di una Grande Mela che non esiste più, il film di Fulci è forse il giudizio supremo del degrado cittadino e dell’isolazionismo aggravato dal vivere urbano contemporaneo.

Demoni (1985)

Demoni di Lamberto Bava - Trailer Ufficiale

Viene organizzata una sessione cinematografica per promuovere un film horror. A 2 amici vengono forniti i biglietti d’ingresso e vanno alla proiezione di notte. Nella sala del cinema vengono mostrati diversi oggetti che esisteranno nel film, tra cui una maschera da diavolo. Tra gli spettatori qualcuno usa la maschera sul viso e si fa male alla guancia. Durante la proiezione, gli eventi che accadono nel film vengono replicati nella realtà. La donna ferita alla guancia viene posseduta una terribile forza satanica e inizia ad aggredire gli altri spettatori, trasformandoli a loro volta in bestie feroci. Il panico regna al cinema, tutte le uscite sono inspiegabilmente bloccate. Il piccolo gruppo di sopravvissuti tenta di organizzarsi contro le forze sataniche …

La chiesa (1989)

La Chiesa / The Church (1989) TRAILER [HD 1080p]

È un film horror italiano del 1989 di Michele Soavi. Per tutto il Medioevo, i cavalieri teutonici salvano un’intera città implicata nell’eresia e nella stregoneria. Per ripulire il luogo, sui resti di questi abitanti del villaggio ritenuti discepoli di Satana viene costruita una cattedrale. Questa costruzione dovrebbero seppellire le forze del Male per l’eternità. Secoli dopo, durante i lavori di bonifica della struttura, una ragazza, Lisa, trova una pergamena nascosta nel muro dei sotterranei della chiesa e contatta un giovane esperto, Evan, per analizzarla. Quest’ultimo tenta di analizzarla ma risveglia, senza capirlo, demoni. Mentre la chiesa blocca un gruppo di visitatori a causa di un sistema erroneamente messo in atto da Evan, i diavoli escono dalla tomba comune per prendere il controllo dei loro corpi e spingerli a fare atrocità nel mezzo loro.

Due occhi diabolici (1990)

Due occhi diabolici Trailer

È un film horror italiano in 2 episodi diretto insieme nel 1990 da George Romero e Dario Argento, adattamento di 2 noti racconti di Edgar Allan Poe. “The Weird Case of Mr. Valdemar”, diretto da Argento, racconta la storia di un uomo scomparso ipnotizzato da 2 malvagi. “The Black Feline” di Romero racconta di un gatto porta la follia nella vita di un fotografo professionista specializzato nel fotografare delitti. Film insolito per un adattamento di Poe, non ha nessuno dei tratti distintivi di Romero e di Argento.

Suspiria (2018)

SUSPIRIA Official Trailer 2 (2018) Dakota Johnson, Chloë Grace Moretz Horror Movie HD

A più di quarant’anni dalla sua uscita, il classico spaventoso di Dario Argento ha un remake, diretto da Luca Guadagnino. Ambientato in una scuola di danza, dove dove avvegono omicidi di ragazze, Suspiria usa per il suo ruolo principale Dakota Johnson, circondata da Chloë Grace Moretz, Mia Goth, e Tilda Swinton e Sylvie Testud come istruttrici oppressive e forse di più. Tra i film spaventosi più attesi del 2018 è un film che trasforma il film originale di Dario Argento in qualcosa di completamente diverso, con un linguaggio registico rigoroso che ne fa molto di più di un semplice horror soprannaturale: uno straordinario film d’autore.

Oltre il Giallo: Il Rinascimento Nascosto dell’Horror Indipendente Italiano

Evocare il cinema horror italiano significa, per molti, scatenare un’allucinazione febbrile di guanti in pelle nera, rasoi che scintillano sotto luci al neon e fiotti di sangue innaturalmente vermiglio. È un’eredità scolpita nel Technicolor da maestri come Mario Bava, Dario Argento e Lucio Fulci, un’età dell’oro che ha definito non solo un genere nazionale, ma l’estetica stessa dell’horror a livello globale. Questo passato glorioso, tuttavia, è al contempo una benedizione e una maledizione. Per i registi italiani che oggi si avventurano nell’oscurità, il peso di quel canone è un fantasma ingombrante, un’influenza così potente da rischiare di soffocare ogni tentativo di originalità.

Eppure, proprio in questa ombra monumentale, qualcosa si muove. Lontano dai riflettori delle grandi produzioni e dalle logiche di mercato che inseguono formule sicure, è sorto un rinascimento nascosto. Non si tratta di un movimento coeso o di una “nuova ondata”, ma di una costellazione frammentata di voci ostinate, una galassia di produzioni a basso budget, opere autoriali e sperimentazioni coraggiose. Questo è il territorio del cinema horror italiano indipendente, un ecosistema forgiato dalla necessità, dove la scarsità di mezzi diventa un catalizzatore per l’ingegno e l’assenza di vincoli commerciali permette una libertà espressiva altrimenti impensabile.

Per comprendere lo stato attuale del cinema horror italiano contemporaneo, è necessario abbandonare la nostalgia e guardare altrove. Bisogna spostare lo sguardo dalle architetture barocche di Argento alle foreste silenziose della Calabria, dai vicoli di Roma alle stanze claustrofobiche dove la vera minaccia non è un assassino mascherato, ma il collasso della psiche. I registi horror italiani emergenti non si limitano a omaggiare i maestri; sono impegnati in un dialogo costante, e spesso conflittuale, con la loro eredità. Alcuni cercano di replicarne la forma, altri di decostruirla, altri ancora di fuggirla completamente, trovando nuove paure nelle ansie del nostro tempo: l’isolamento sociale, la crisi d’identità culturale, la sfiducia nelle istituzioni e il terrore di un futuro indecifrabile.

Questa guida è un viaggio in quel sottobosco vitale e pulsante. È una mappa per navigare l’horror underground italiano, un invito a scoprire trenta opere che, ciascuna a suo modo, dimostrano che il cuore nero del cinema italiano non ha mai smesso di battere. Batte più piano, forse, ma con una determinazione feroce e un’oscurità tutta nuova.

Echi di Sangue e Mistero – La Reinvenzione del Giallo

Il Giallo non è semplicemente un sottogenere; è l’archetipo dell’horror italiano, un linguaggio cinematografico codificato e immediatamente riconoscibile. Per i registi contemporanei, confrontarsi con esso è un atto quasi inevitabile, un rito di passaggio che può assumere la forma della celebrazione o del parricidio. I film di questa sezione esplorano questo rapporto complesso. Alcuni indossano la maschera del Giallo con devozione quasi filologica, altri ne smontano i meccanismi per esporne l’artificio, dimostrando come questo fantasma con i guanti di pelle continui a ossessionare l’immaginario collettivo, ponendo una domanda cruciale: può il Giallo esistere ancora nel XXI secolo?

Francesca

Sono passati quindici anni dalla scomparsa della piccola Francesca, figlia di un famoso poeta e drammaturgo. Quando la città viene sconvolta da una serie di delitti efferati che sembrano rievocare le pagine più cruente della Divina Commedia, due ispettori iniziano a indagare, sospettando che il killer stia completando un’opera di morte iniziata molto tempo prima.

Realizzato dai fratelli argentini Luciano e Nicolás Onetti, Francesca è un’operazione cinematografica radicale. Più che un film, è un artefatto temporale, un’opera che non si limita a imitare il Giallo, ma cerca di essere un Giallo perduto degli anni ’70. La scelta di girare in italiano, con un doppiaggio volutamente posticcio e asincrono, la fotografia satura e sgranata, il montaggio a scatti: ogni elemento è meticolosamente calibrato per replicare la materialità della pellicola dell’epoca. Questo approccio trasforma il film in un’esperienza metacinematografica. Non stiamo semplicemente guardando una storia, stiamo assistendo a una riflessione sulla natura stessa del genere. Gli Onetti non sono interessati a modernizzare il Giallo, ma a cristallizzarlo, a dimostrare che la sua potenza non risiedeva solo nelle trame, ma in una precisa estetica sensoriale. Francesca diventa così un commento sulla memoria del cinema, un’opera che suggerisce che forse l’unico modo per far rivivere il Giallo oggi non è aggiornarlo, ma mummificarlo con amorevole perizia.

Abrakadabra

Abrakadabra (2018) Cauldron Films trailer

Lorenzo “il Magnifico” è un prestigiatore la cui carriera è stata distrutta da un tragico incidente sul palco in cui suo padre perse la vita. Tormentato dal passato, accetta un ultimo ingaggio in un teatro decadente, solo per scoprire che una serie di omicidi rituali sta insanguinando i corridoi. Lorenzo si ritrova al centro di un mistero che affonda le radici nella magia nera e in un segreto di famiglia.

Ancora una volta, i fratelli Onetti proseguono la loro esplorazione filologica del cinema di genere italiano, spostando leggermente il focus dal Giallo puro a una contaminazione con il gotico e il soprannaturale, sulla scia di film come Suspiria o Inferno. Abrakadabra eleva ulteriormente il livello di artificio, costruendo un mondo visivamente sontuoso e volutamente finto. L’uso esasperato di lenti zoom, colori primari e scenografie teatrali crea un’atmosfera onirica e allucinata. Il film funziona come un saggio visivo sulla grammatica del cinema di Argento. Ogni movimento di macchina, ogni scelta cromatica è una citazione, un’analisi. In questo senso, l’opera degli Onetti si rivela meno interessata al “cosa” si racconta e molto più al “come”. La trama, quasi un pretesto, serve a tessere una tela di significanti visivi e sonori che parlano direttamente all’inconscio dello spettatore cinefilo. Abrakadabra è la dimostrazione che il Giallo contemporaneo può esistere come forma d’arte quasi astratta, un’esperienza estetica pura che celebra la superficie come sostanza.

Oltre il guado (Across the River)

Oltre il Guado (Across the River ) di Lorenzo Bianchini - Trailer Ufficiale

Marco, un etologo che studia il comportamento degli animali, piazza delle telecamere a infrarossi in una remota foresta al confine tra Italia e Slovenia. Rimasto isolato a causa di un’improvvisa alluvione, si rifugia in un villaggio abbandonato. Presto si rende conto di non essere solo: una presenza antica e malevola si nasconde tra le rovine, e le sue stesse telecamere iniziano a registrare un orrore indicibile.

Lorenzo Bianchini è una delle voci più originali e appartate del cinema horror indipendente italiano. Il suo Oltre il guado è un’opera che, pur non essendo un Giallo in senso stretto, ne assorbe e rielabora alcuni elementi chiave in un contesto completamente diverso: il folk horror. Il film sostituisce l’ambiente urbano con la natura selvaggia e opprimente, ma mantiene intatta la struttura investigativa. Il protagonista non è un detective, ma uno scienziato, e il mistero non è un omicidio, ma la natura di una maledizione ancestrale. L’uso del found footage, proveniente dalle sue stesse trappole fotografiche, è una geniale reinvenzione del ruolo dello “sguardo” nel Giallo. Come lo spettatore dei classici di Argento, Marco diventa un testimone impotente di eventi terrificanti, un voyeur costretto a guardare attraverso un obiettivo. Bianchini dimostra che l’anima del Giallo – l’indagine, l’ossessione per il dettaglio, la rivelazione scioccante – può essere trapiantata in nuovi corpi, dando vita a ibridi potenti e originali.

Beautiful People

BEAUTIFUL PEOPLE Teaser

In una villa isolata, un gruppo di ricchi e annoiati membri dell’alta borghesia si riunisce per un party a base di sesso, droga e giochi di potere. La serata prende una piega inaspettata quando un misterioso killer mascherato inizia a eliminarli uno a uno nei modi più brutali. La diffidenza e la paranoia si diffondono, trasformando la festa in un massacro.

Americo Scaramella (noto anche come Brini) dirige un’opera che si colloca a metà strada tra la celebrazione e la parodia del Giallo all’italiana. Beautiful People riprende tutti i cliché del genere – la location isolata, i personaggi amorali e superficiali, l’assassino con un movente legato a un trauma passato – e li spinge all’eccesso. Il film è un’esplosione di violenza gore e di erotismo patinato, che ricorda tanto il cinema di Sergio Martino quanto le derive più estreme dello slasher americano. Ciò che lo rende interessante è la sua totale mancanza di pretese psicologiche. Non c’è un vero tentativo di creare suspense o mistero; l’obiettivo è puramente estetico e ludico. Il film si offre allo spettatore come un “greatest hits” del Giallo, un concentrato di tutti i suoi elementi più riconoscibili e spettacolari. In questo senso, Beautiful People rappresenta un’altra possibile via per il Giallo contemporaneo: non più un genere di suspense, ma un puro spettacolo di stile e violenza, un’esperienza quasi astratta per appassionati consapevoli dei codici e pronti a godersi il gioco.

Radici di Tenebra – Il Folk Horror e il Ritorno alla Terra

Mentre il Giallo guarda al passato urbano e modernista, una nuova corrente del cinema horror italiano si rivolge alla terra, alle campagne dimenticate e alle tradizioni ancestrali. Questi film esplorano il cosiddetto “Gotico Provinciale”, un orrore che non nasce dalla metropoli, ma dal suolo stesso d’Italia, dalle sue superstizioni e dalle comunità isolate che la modernità ha lasciato indietro. Qui, la paura è legata all’identità, alla memoria e al conflitto tra un passato arcaico che si rifiuta di morire e un presente che lo ha dimenticato. Il mostro non è più un individuo deviato, ma un’intera comunità, una tradizione, un luogo.

In a Lonely Place

"In a lonely place" trailer_italiano

Thomas, un ragazzo timido e solitario, vive in una piccola casa in una desolata campagna. La sua routine viene sconvolta quando Teresa e il suo fidanzato, in fuga da qualcosa di oscuro, si rifugiano nella sua abitazione. L’arrivo dei due estranei innesca una spirale di paranoia e violenza, rivelando che la vera minaccia potrebbe non essere quella che si nasconde fuori, ma quella che si cela nell’animo di Thomas.

Davide Montecchi dirige un thriller psicologico che si tinge di horror rurale, un’opera minimale e claustrofobica che fa dell’atmosfera il suo punto di forza. Il film è un perfetto esempio di come la scarsità di mezzi, tipica del cinema indipendente, possa essere trasformata in una scelta stilistica precisa. La desolazione del paesaggio diventa lo specchio dell’aridità emotiva del protagonista, e l’isolamento fisico della casa amplifica la tensione psicologica tra i personaggi. In a Lonely Place esplora il tema della “home invasion” in modo atipico: non è chiaro chi sia la vera vittima e chi il carnefice. L’orrore non deriva da un’esplosione di violenza, ma dal lento insinuarsi del dubbio e della follia. È un film che lavora per sottrazione, che suggerisce più di quanto mostri, dimostrando che il terrore più efficace è quello che si annida negli spazi vuoti e nei silenzi, nel non detto che aleggia tra i personaggi.

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Shortcut

SHORTCUT Official Trailer (2020) Horror Movie

Un gruppo di cinque adolescenti si trova a bordo di uno scuolabus durante un viaggio. Il loro percorso viene bloccato da un albero caduto, costringendo l’autista a prendere una scorciatoia attraverso una strada isolata e sconosciuta. Il bus si ferma all’interno di una galleria buia, dove i ragazzi scoprono di non essere soli: una creatura mostruosa si aggira nell’oscurità, pronta a dar loro la caccia.

Diretto da Alessio Liguori, Shortcut è un horror che mescola l’avventura adolescenziale in stile “Goonies” con il “creature feature”. Sebbene l’impostazione possa sembrare convenzionale, il film è un esempio efficace di come il cinema indipendente italiano stia imparando a lavorare con i generi codificati, realizzando prodotti solidi e ben confezionati. L’elemento folk horror è presente nella figura della creatura, un mostro legato al territorio, un “genius loci” malevolo che protegge il suo dominio dagli intrusi. La galleria diventa uno spazio liminale, un passaggio tra il mondo conosciuto e un regno arcaico e selvaggio. Il film gioca con l’idea che abbandonare la “strada maestra”, sia in senso letterale che metaforico, possa portare a confrontarsi con orrori primordiali. È un’opera che, pur senza reinventare il genere, dimostra una competenza tecnica e una capacità di creare tensione che sono fondamentali per la sopravvivenza e la crescita del nuovo cinema horror italiano.

Anatomie del Terrore – Il Corpo e la Mente Sotto Assedio

Quando i budget sono risicati e gli effetti speciali su larga scala un miraggio, la macchina da presa è costretta a guardare più da vicino, a esplorare paesaggi più intimi ma non meno terrificanti: il corpo umano e la mente. I film di questa sezione si concentrano sull’horror psicologico e sul body horror. Sono opere claustrofobiche, spesso ambientate in un’unica location, dove la minaccia non viene dall’esterno, ma dall’interno. Il terrore nasce dal trauma, dall’ossessione, dal decadimento fisico e dal crollo della sanità mentale, dimostrando che la più grande fonte di paura è, e sarà sempre, l’essere umano stesso.

The End? L’inferno fuori

THE END? L' INFERNO FUORI | Trailer Italiano dell'Horror con Alessandro Roja

Claudio, un importante uomo d’affari, cinico e arrogante, si reca in ufficio per chiudere un affare cruciale. A causa di un guasto, rimane bloccato da solo nell’ascensore del suo grattacielo. Mentre cerca disperatamente un modo per uscire, si rende conto che all’esterno si sta scatenando l’inferno: un virus letale sta trasformando le persone in feroci infetti. L’ascensore, da prigione, diventa il suo unico, precario rifugio.

Diretto da Daniele Misischia e prodotto dai Manetti Bros., The End? è un esercizio di tensione ad alta concezione e a basso budget. L’idea di ambientare un’apocalisse zombie quasi interamente all’interno di una cabina di ascensore è tanto semplice quanto geniale. Questa scelta radicale è un perfetto esempio di come la necessità economica possa generare innovazione narrativa. Il film costringe lo spettatore a vivere l’apocalisse dal punto di vista limitato e claustrofobico del protagonista. Non vediamo l’orrore su larga scala, ma lo percepiamo attraverso i suoni, le urla, le ombre intraviste attraverso la fessura della porta. L’orrore diventa acustico e psicologico. La trasformazione di Claudio, da squalo della finanza a uomo terrorizzato che lotta per la sopravvivenza, è il vero cuore del film. La sua prigione fisica lo costringe a un confronto con il suo vuoto interiore, rendendo The End? non solo un efficace survival horror, ma anche una potente metafora dell’isolamento e della perdita di controllo nell’era moderna.

In the Trap

IN THE TRAP (2020) | Trailer ITA del film horror

Philip, un correttore di bozze solitario, vive recluso nel suo appartamento, terrorizzato da un’entità maligna che crede lo stia perseguitando. L’unica cosa che sembra tenerla a bada è la sua fede religiosa. Quando incontra una giovane donna che sembra interessata a lui, Philip è costretto a scegliere tra la possibilità di una vita normale e la sua lotta contro il demone che, secondo lui, aspetta solo un suo passo falso per possederlo.

Alessio Liguori firma un horror psicologico che gioca abilmente con l’ambiguità. Per tutta la durata del film, lo spettatore è portato a chiedersi se la minaccia sia reale o solo il frutto della mente disturbata del protagonista. In the Trap è un’opera che esplora i confini labili tra fede, superstizione e malattia mentale. L’appartamento, come l’ascensore di The End?, diventa una prigione autoimposta, un santuario che è anche una gabbia. La regia è abile nel creare un’atmosfera di paranoia crescente, utilizzando spazi ristretti e un sound design opprimente per riflettere lo stato psicologico di Philip. Il film è un esempio di come l’horror indipendente possa affrontare temi complessi, come l’impatto del trauma e dell’isolamento sulla psiche, senza bisogno di grandi effetti speciali, ma affidandosi interamente alla performance dell’attore e alla capacità di suggerire l’orrore piuttosto che mostrarlo esplicitamente.

Flesh Contagium

Flesh Contagium (2020) Trailer

In un futuro prossimo devastato da una guerra batteriologica, due uomini si rifugiano in un bunker sotterraneo per sfuggire al contagio. La loro convivenza forzata, in un ambiente sterile e opprimente, si trasforma presto in un incubo psicologico. La paranoia, la diffidenza e il deterioramento fisico e mentale li spingeranno sull’orlo della follia, rivelando che il virus più letale è quello che si annida nella mente umana.

Lorenzo De Panfilis dirige un’opera di body horror estremo e nichilista, che ricorda le atmosfere del primo Cronenberg e del cinema cyberpunk giapponese. Flesh Contagium è un film difficile, respingente, ma di grande coerenza stilistica. L’orrore non è solo nel contagio esterno, ma nella disintegrazione del corpo e dell’identità. Il bunker diventa un laboratorio in cui osservare la de-evoluzione dell’essere umano, ridotto a pura carne sofferente. Il film è un esempio di cinema underground radicale, che non cerca compromessi e non ha paura di disgustare lo spettatore. La sua forza risiede proprio in questa onestà brutale. In un panorama cinematografico spesso dominato da horror patinati, un’opera come Flesh Contagium ci ricorda la capacità del genere di esplorare gli aspetti più oscuri e disturbanti della condizione umana, il terrore della malattia, della vecchiaia e della perdita totale di controllo sul proprio corpo.

At the End of the Day

At The End Of The Day: Un Giorno Senza Fine - Trailer

Un gruppo di giovani amici si reca in un bosco per una partita di softair. Il gioco si trasforma in un incubo quando si imbattono in un cottage abbandonato e scoprono di essere finiti nel terreno di caccia di un gruppo di folli e sadici aguzzini. Armati solo delle loro repliche di armi, i ragazzi dovranno lottare per la sopravvivenza contro una minaccia fin troppo reale.

Cosimo Alemà, regista proveniente dal mondo dei videoclip musicali, porta sullo schermo un survival horror teso e adrenalinico. At the End of the Day (noto anche come War Games) è un film che, pur seguendo una struttura narrativa classica del genere, si distingue per una regia dinamica e una notevole cura per la fotografia. L’idea di base, il gioco che diventa realtà, è un pretesto per esplorare la brutalità umana e l’istinto di sopravvivenza. Il bosco, da luogo di svago, si trasforma in un’arena mortale. Il film è interessante perché, pur essendo un’opera di genere pura, riflette una certa ansia contemporanea legata alla violenza e alla sua rappresentazione. I protagonisti, abituati a una violenza simulata, si trovano impreparati di fronte a quella reale. È un’opera che, senza grandi pretese autoriali, dimostra una solida professionalità e la capacità del cinema italiano di realizzare prodotti di genere efficaci e competitivi a livello internazionale.

P.O.E. Poetry of Eerie

POE - POETRY OF EERIE - Official Trailer

Un’antologia di cortometraggi horror realizzati da quindici registi italiani, tutti ispirati ai racconti e alle poesie di Edgar Allan Poe. Ogni episodio reinterpreta in chiave moderna e personale uno dei temi cari allo scrittore americano: la morte, la follia, la sepoltura prematura, l’ossessione e il senso di colpa.

P.O.E. è un progetto collettivo che offre una panoramica affascinante sulla varietà di stili e sensibilità presenti nel panorama dell’horror underground italiano. L’idea di usare Poe come filo conduttore è vincente, perché permette ai registi di confrontarsi con un materiale narrativo ricchissimo e di esplorare le infinite sfumature dell’orrore psicologico. La natura antologica del film è il suo punto di forza: si passa da episodi più classici e gotici a interpretazioni surreali e sperimentali, da storie di fantasmi a discese nella follia. Questo progetto è la dimostrazione della vitalità di una scena che, pur con mezzi limitati, è ricca di talento e di idee. È un manifesto dell’horror indipendente, un’opera che celebra la creatività e la passione di una comunità di filmmaker che continua a lavorare nell’ombra, tenendo viva la fiamma di un cinema audace e personale.

Visioni Soprannaturali – Tra Demoni, Fantasmi e Fede Corrotta

Il rapporto secolare e complesso dell’Italia con la Chiesa Cattolica costituisce un terreno incredibilmente fertile per l’horror soprannaturale. L’iconografia religiosa, così profondamente radicata nell’immaginario collettivo, diventa un potente strumento narrativo da utilizzare e sovvertire. I film di questa sezione si avventurano nel regno dei demoni, dei fantasmi e della fede che vacilla. Non si tratta di semplici storie di esorcismi, ma di esplorazioni più profonde sulla natura del male, sulla fallibilità delle istituzioni umane e sul terrore che sorge quando le preghiere rimangono inascoltate e la fede non offre più alcuna protezione.

Phantasmagoria

PHANTASMAGORIA TRAILER ITALIANO DELL'HORROR SU HODTV

Tre registi, Mickael Abbate, Domiziano Cristopharo e Tiziano Martella, uniscono le forze per creare un’antologia horror ispirata al “Grand Guignol”, il celebre teatro parigino degli orrori. Tre storie di follia, perversione e soprannaturale, legate da un’estetica macabra e da un amore per il grottesco e il perturbante.

Come P.O.E., anche Phantasmagoria è un progetto collettivo che mette in mostra la diversità della scena indipendente. L’ispirazione al Grand Guignol è particolarmente azzeccata, perché permette ai registi di esplorare un tipo di orrore teatrale, eccessivo e quasi barocco, che ha radici profonde nella cultura europea. Gli episodi spaziano dal gotico al body horror, ma sono accomunati da un’atmosfera di morbosità e da un’attenzione particolare all’impatto visivo. Questo film è interessante perché, pur essendo profondamente radicato in una tradizione horror “classica”, la reinterpreta con una sensibilità moderna e indipendente. È un’opera che celebra l’artigianalità dell’orrore, la capacità di creare shock e disagio attraverso il trucco, la scenografia e la messa in scena, piuttosto che affidarsi alla computer grafica. Phantasmagoria è un omaggio all’anima più crudele e spettacolare del genere.

The Book of Vision

The Book of Vision - Trailer

Eva, una giovane dottoressa, abbandona una promettente carriera per studiare storia della medicina in un’università remota. Lì, scopre “Il Libro delle Visioni”, un manoscritto del XVIII secolo appartenuto a un medico che, in contrasto con la scienza razionalista del suo tempo, cercava di comprendere i sogni e le paure dei suoi pazienti. La lettura del libro trasporta Eva in un viaggio tra passato e presente, vita e morte.

Prodotto da Terrence Malick e diretto da Carlo S. Hintermann, The Book of Vision è un’opera sontuosa e ambiziosa che trascende i confini del genere. Non è un horror puro, ma un dramma filosofico con profonde venature gotiche e soprannaturali. Il film mette in scena il conflitto eterno tra scienza e spiritualità, tra il corpo come macchina e il corpo come ricettacolo di un’anima. L’orrore è sottile, esistenziale, legato alla malattia, alla morte e al mistero della coscienza. La regia di Hintermann è di una bellezza mozzafiato, e la struttura narrativa, che intreccia due epoche diverse, crea un dialogo affascinante tra il razionalismo illuminista e una visione del mondo più olistica e misteriosa. The Book of Vision è un esempio di come il cinema italiano possa affrontare temi universali con uno sguardo autoriale unico, creando un’opera che è al tempo stesso un’esperienza visiva e una profonda meditazione sulla condizione umana.

The Haunting of Helena

Dopo un difficile divorzio, Sophia si trasferisce con la figlia Helena in un nuovo appartamento in un vecchio edificio di epoca fascista. Quando Helena perde il suo primo dente da latte, inizia a essere perseguitata da incubi e visioni di una donna spettrale che si aggira per la casa. Sophia scopre che l’appartamento nasconde un oscuro segreto legato alla precedente inquilina e alla leggenda della “fatina dei denti”.

Diretto dal duo Christian Bisceglia e Ascanio Malgarini (gli stessi di Fairytale), questo film riprende il tema del folklore legato alla perdita dei denti, ma lo declina in una chiave più vicina alla classica storia di fantasmi. The Haunting of Helena è un horror atmosferico che gioca con le paure primordiali: il buio, gli spazi sconosciuti, la vulnerabilità dei bambini. L’ambientazione in un palazzo di epoca fascista aggiunge un ulteriore strato di inquietudine, suggerendo che i fantasmi del passato, sia personali che storici, continuano a infestare il presente. Il film è un esempio di come il cinema italiano indipendente possa realizzare opere di genere solide e ben costruite, capaci di dialogare con le convenzioni dell’horror internazionale (in particolare il J-Horror) pur mantenendo una sensibilità e un’ambientazione riconoscibilmente italiane. La paura non è urlata, ma sussurrata, costruita lentamente attraverso dettagli inquietanti e un senso di ineluttabilità.

House of Flesh Mannequins

presentazione house of flesh mannequins

Sebastian, un giovane artista, è tormentato dall’incapacità di provare emozioni dopo un trauma infantile. La sua vita cambia quando scopre un teatro abbandonato dove un misterioso individuo crea manichini utilizzando cadaveri. Attratto da questa arte macabra, Sebastian inizia a esplorare i confini tra vita e morte, arte e follia, in un viaggio allucinato nel cuore della sua stessa oscurità.

Ancora Domiziano Cristopharo, che con questo film firma una delle sue opere più visionarie e disturbanti. House of Flesh Mannequins è un horror d’autore che si muove sul confine tra il body horror e il dramma psicologico. Il film è una meditazione sulla morte, sull’arte e sulla ricerca disperata di un senso in un mondo privo di emozioni. L’estetica è curatissima, con una fotografia che trasforma l’orrore in bellezza macabra, ricordando il lavoro di artisti come Joel-Peter Witkin. L’orrore non è tanto nella violenza esplicita, quanto nell’atmosfera di desolazione e perversione che pervade ogni inquadratura. È un film che richiede allo spettatore di abbandonare le convenzioni narrative tradizionali e di lasciarsi trasportare in un incubo a occhi aperti. Un’opera estrema che rappresenta la punta più sperimentale e autoriale dell’horror underground italiano, un cinema che non ha paura di guardare nell’abisso.

Nuove Frontiere della Paura – Sperimentazione e Contaminazione di Genere

Nell’angolo più buio e fertile del cinema indipendente italiano, ci sono registi che si rifiutano di essere etichettati. Liberi dalle pressioni commerciali e dalla necessità di aderire a formule prestabilite, questi autori osano contaminare l’horror con la fantascienza, il thriller filosofico, il dramma sociale e il surrealismo più spinto. I film di questa sezione rappresentano la punta di diamante della sperimentazione. Sono opere audaci, spesso inclassificabili, che spingono i confini del genere e indicano possibili, eccitanti futuri. Dimostrano che la mancanza di un’industria strutturata, se da un lato è un ostacolo, dall’altro può diventare il catalizzatore per una creatività radicale e senza limiti.

The Laplace’s Demon

The Laplace's Demon [2019 Official Trailer HD, Horror]

Un gruppo di otto scienziati viene invitato a soggiornare in una villa isolata su un’isola. Scoprono di essere le cavie di un esperimento messo in atto dal loro misterioso ospite, che intende dimostrare la validità della teoria del “demone di Laplace”: se si conosce la posizione e la velocità di ogni particella dell’universo, è possibile prevedere ogni evento futuro, incluse le loro morti. Per sopravvivere, dovranno trovare un modo per compiere un’azione imprevedibile.

L’opera di Giordano Giulivi è, senza mezzi termini, un capolavoro. È la dimostrazione folgorante di ciò che il cinema horror indipendente italiano può raggiungere quando un’idea geniale incontra un’esecuzione impeccabile. Girato in un bianco e nero espressionista e ambientato quasi interamente in un’unica location, il film è un thriller fantascientifico che genera un terrore puramente intellettuale. La paura non nasce da mostri o violenza, ma dal concetto filosofico del determinismo. L’idea che ogni nostra scelta sia già scritta, che il libero arbitrio sia un’illusione, è infinitamente più terrificante di qualsiasi jump scare. La regia è di una precisione matematica, la sceneggiatura un meccanismo a orologeria perfetto. The Laplace’s Demon è un film che celebra l’intelligenza dello spettatore, un’opera unica nel panorama non solo italiano ma mondiale, che dimostra come il più grande effetto speciale sia, e rimarrà sempre, una grande idea.

You Die – Scarica l’app e muori

You Die - Scarica l'app poi muori Trailer internazionale in italiano (Sub ENG)

Asia, una giovane studentessa, scopre sul telefono di un ragazzo un’app inquietante chiamata “You Die”. L’applicazione è un gioco che sovrappone alla realtà, attraverso la fotocamera, una presenza spettrale che si avvicina inesorabilmente. Presto Asia si rende conto che non è un gioco: chiunque abbia l’app installata è condannato a morire entro 24 ore, a meno che non riesca a “passarla” a qualcun altro.

Diretto dal duo Alessandro Antonaci e Daniel Lascar, You Die è un horror che intercetta in pieno le ansie dell’era digitale. Il film prende il modello del J-Horror alla The Ring, con la sua maledizione virale, e lo aggiorna al mondo degli smartphone e della realtà aumentata. L’idea di un’app che uccide è un’efficace metafora della nostra dipendenza dalla tecnologia e dell’isolamento paradossale che essa crea. L’orrore non è solo la minaccia soprannaturale, ma anche la scelta morale che i personaggi devono affrontare: per salvarsi, devono condannare qualcun altro. Il film è un esempio di come il cinema di genere italiano possa dialogare con le tendenze globali, creando un prodotto moderno e accessibile che riflette sulle paure specifiche del nostro tempo, come la perdita della privacy e la natura contagiosa dell’informazione (e della paura) online.

The Blind King

THE BLIND KING - Teaser Trailer

Durante la Seconda Guerra Mondiale, due soldati disertori, uno cieco e l’altro senza gambe, cercano di sopravvivere in una foresta ostile. La loro simbiosi forzata viene messa a dura prova quando si imbattono in una casa abitata da una donna e sua figlia, e scoprono di essere finiti in un territorio dominato da una setta di fanatici nazisti che praticano rituali esoterici.

Raffaele Picchio è un altro nome di punta dell’horror underground più estremo. The Blind King è un’opera brutale e visionaria, che mescola il war movie con il folk horror e l’exploitation. Il film è una discesa in un inferno allegorico, dove la follia della guerra si fonde con un orrore più antico e primordiale. L’ambientazione storica non è un semplice sfondo, ma serve a esplorare la natura del male e la sua capacità di corrompere ogni cosa. La regia di Picchio è potente e fisica, non risparmia allo spettatore scene di violenza esplicita, ma le inserisce in un contesto visivamente ricercato e quasi pittorico. The Blind King è un film coraggioso e difficile, che dimostra come l’horror possa essere utilizzato per raccontare la Storia da una prospettiva inedita e disturbante, trasformando un evento reale in un incubo mitologico.

Morituris

MORITURIS teaser trailer

Tre ragazzi romani adescano due turiste straniere con la promessa di un rave party, ma le conducono in un luogo isolato con l’intenzione di violentarle. Il luogo, però, è infestato dagli spiriti di cinque gladiatori massacrati secoli prima, che tornano in vita per compiere una sanguinosa vendetta su chiunque profani la loro terra.

Diretto da Raffaele Picchio prima di The Blind King, Morituris è uno dei film più controversi e censurati del cinema italiano recente. È un’opera di una violenza estrema e senza compromessi, che unisce il rape and revenge con lo slasher soprannaturale. Il film è stato accusato di misoginia, ma a un’analisi più attenta si rivela una riflessione brutale sulla natura ciclica della violenza. I protagonisti maschili sono mostri ben prima dell’arrivo dei gladiatori; la loro violenza è reale, squallida e fin troppo umana. I gladiatori, figure mitiche di una violenza spettacolarizzata, diventano gli strumenti di una giustizia karmica e primordiale. Morituris è un film respingente e difficile da digerire, ma la sua importanza risiede proprio nella sua capacità di scuotere e disturbare. È un esempio di cinema horror che si rifiuta di consolare, costringendo lo spettatore a confrontarsi con l’orrore nella sua forma più pura e sgradevole.

Il Futuro Incerto e Vitale dell’Horror Italiano

Al termine di questo viaggio attraverso trenta frammenti di oscurità, emerge un quadro complesso e contraddittorio. Il cinema horror italiano contemporaneo non ha un volto unico, ma mille maschere. È un’entità definita dalla sua stessa frammentazione, una costellazione di talenti isolati che lottano per emergere in un sistema produttivo che troppo spesso li ignora. Eppure, è proprio in questa marginalità che risiede la sua forza vitale.

Abbiamo visto come il dialogo con l’eredità dei maestri sia una costante ineludibile, un’ “ansia da influenza” che spinge i registi a replicare, decostruire o fuggire dal passato glorioso del Giallo. Abbiamo osservato come la cronica mancanza di fondi, un’apparente debolezza, si sia trasformata in un motore di creatività, dando vita a un’estetica della scarsità che privilegia la tensione psicologica, l’ingegno narrativo e la claustrofobia delle location uniche.

È emersa una nuova e potente corrente, un “Gotico Provinciale” che trova l’orrore non più nei delitti della metropoli, ma nelle radici profonde della terra italiana, usando il folk horror come strumento per indagare le ansie contemporanee sull’identità, la globalizzazione e la perdita della tradizione. Abbiamo assistito a una critica feroce delle istituzioni, in particolare della Chiesa, rappresentata non più come baluardo contro il male, ma come un’entità fallibile, corrotta e impotente di fronte all’orrore, sia esso soprannaturale o umano. Infine, abbiamo celebrato l’audacia dei filmmaker che operano ai margini, contaminando i generi e dimostrando che l’assenza di un’industria forte, pur essendo un ostacolo, è anche ciò che garantisce una libertà espressiva radicale, capace di produrre opere uniche e inclassificabili come The Laplace’s Demon.

Il futuro dell’horror italiano è incerto, precario, costantemente minacciato dall’indifferenza distributiva e dalla mancanza di risorse. Ma è anche innegabilmente vivo. Pulsa di idee, di coraggio e di una passione che si rifiuta di morire. Il compito di noi cinefili, critici e appassionati, è quello di cercare queste opere, di sostenerle, di parlare di questi registi horror italiani emergenti. Dobbiamo riconoscere che lo spirito del grande cinema horror italiano non si è spento con Fulci o con Bava. Ha semplicemente cambiato forma. Si è nascosto nell’ombra, è diventato più piccolo, più intimo, forse più disperato. Ma continua a mutare, a evolversi e a raccontare le nostre paure con una voce ostinata e autentica. L’orrore è lì fuori, basta avere il coraggio di cercarlo.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

In questo video ti spiego la nostra visione

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Immagine di Fabio Del Greco

Fabio Del Greco