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Halloween – la notte delle streghe

Indice dei contenuti

Halloween – La notte delle streghe, il film che ha portato il regista John Carpenter ad un successo clamoroso, ha ormai più di 40 anni. Ma continua ad essere celebrato con sequel e remake ogni nuovo anno. Il film, costato appena $ 300.000 dell’epoca ha incassati oltre 80 milioni, ed è diventato uno dei film più proficui della storia del cinema nel rapporto tra costo e guadagno. 

Se ragioniamo un attimo Infatti anche gli enormi incassi di film horror indipendenti più recenti come Paranormal Activity, che hanno superato i 200 milioni di dollari, non sono paragonabili agli 80 milioni del 1978. Il film è realizzato in modo molto semplice: pochi personaggi, una remota cittadina della provincia americana, un serial killer che fugge da un istituto psichiatrico e una maschera inespressiva. 

Senza virtuosismi registici, poche gocce di sangue, nessun effetto speciale. Il cinema di John Carpenter si mostra di un rigore assoluto. Non dispone di un grande budget ma solo di una sapienza registica che fa crescere in modo esemplare la tensione. Mentre lo fa ci descrive la remota provincia americana in una maniera efficace e semplice, l’atmosfera che più di ogni altro elemento ci fa amare questo film. 

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L’ambientazione di Halloween – la notte delle streghe

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L’ambientazione ricorda molti altri film americani: college e scuole di provincia popolati da giovani irrequieti, relazioni amorose, amicizie e tradimenti di piccole cittadine apparentemente tranquille, dove tutti sognano la trasgressione alla normalità. Il killer Michael Myers, un giovane con una banale maschera addosso, è il male assoluto che incombe sulla piccola città. 

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Halloween – la notte delle streghe e lo slasher

Halloween non è il primo slasher realizzato. Il genere è stato inventato da altri film precedenti come Notte silenziosa Notte di sangue, Reazione a Catena, Natale rosso sangue. Ma è il primo a decretarne l’enorme successo. Slasher dall’inglese significa “ferire con un’arma affilata”. È un sottogenere horror con alcuni elementi ben riconoscibili, realizzato per un pubblico giovanile. Solitamente c’è un killer che uccide le sue giovani vittime in un campus universitario, in un campeggio. L’ambientazione è molto circoscritta. 

Il successo dello slasher è dovuto a due motivi: l’ambientazione in un piccolo mondo giovanile, i pochi personaggi che fanno di esso un genere di film facile da realizzare, a basso costo. I registi non hanno bisogno neanche di attori famosi da inserire nel cast perché il pubblico si identifica molto di più con giovani sconosciuti. Gli slasher divennero i film più eccitanti da vedere in compagnia al cinema: non c’era solo l’identificazione del singolo spettatore ma di tutto il gruppo di giovani che si recava alle proiezioni di mezzanotte. 

Tra i film più significativi del genere slasher che seguirono Halloween La notte delle streghe ci sono Nightmare – Dal profondo della notte (1984) di Wes Craven e Venerdì 13 (1980) di Sean S. Cunningham. L’aspetto controverso del genere è che pur mostrando sesso e fiumi di sangue è un tipo di film con una visione piuttosto puritana: sono Infatti sempre i giovani più trasgressivi e Vezzosi ad essere brutalmente uccisi dal killer per primi. Di solito come in Halloween la protagonista è una ragazza un po’ bigotta e sessualmente repressa. L’unica che alla fine riesce a mettere in difficoltà il killer. 

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I canoni del genere slasher

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Halloween – La notte delle streghe definisce in modo preciso certi canoni del genere slasher che saranno ripresi da decine e decine di film successivi. La cittadina di provincia durante una ricorrenza festiva, la paura che si diffonde quando si viene a conoscenza della presenza dell’assassino, chi fa sesso, si droga o si ubriaca muore, il killer con un look riconoscibile. 

La cittadina traumatizzata, la ricorrenza che ricorda quel trauma, la final girl, chi fa sesso e/o chi usa droghe o alcolici muore, il killer con un look riconoscibile. Halloween si distingue da tutti gli altri film horror per l’estrema semplicità con cui riesce ad avvolgerti nella paura. È una notte come tante altre, in una cittadina che sembra uguale a tante altre, e il male non è rappresentato da chissà quale mostro disumano, ma da un uomo come tanti che ha perso la possibilità di discernere tra bene e male. 

Halloween – la notte delle streghe, scene cult

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La capacità di Carpenter di creare tensione fa la differenza. Il killer compare improvvisamente sugli sfondi delle inquadrature, sfocato, che si avvicina mentre i personaggi sono ignari in primo piano. Cammina come un robot, lentamente, ma nonostante la sua goffaggine sembra che niente possa fermarlo. Ha un piacere bestiale nel uccidere preferibilmente le proprie vittime a mani nude. 

Una delle scene cult del film è l’uccisione di un ragazzo mentre si spoista dalla camera da letto alla cucina per prendere una birra alla fidanzata con cui sta facendo sesso. Michael Mayer lo “impala” contro un muro con un enorme coltello da cucina, facendolo restare sospeso da terra, e poi in un’inquadratura a figura intera si sofferma a guardare il cadavere sospeso e spiaccicato sulla parete in un silenzio spettrale, muovendo lentamente la testa a destra e sinistra ed osservandolo come un entomologo. Una delle inquadrature del film che rimane nell’immaginario. 

Halloween, l’idea che non convince nessuno

Halloween-produttore
Moustapha Akkad

Il progetto di Halloween – la notte delle streghe nasce dal produttore indipendente Irwin Yablans che vorrebbe realizzare un film indipendente a basso costo su una baby-sitter in pericolo nella notte di Halloween. Utilizzare il nome della famosa ricorrenza, cosa che nessuno ha mai fatto fino a quel momento, secondo lui sarà una formula vincente, ma non ha le idee ben chiare sullo sviluppo della trama e sullo stile del film. L’intuizione vincente gli arriva quando pensa di chiamare John Carpenter. Reduce da un discreto successo con il suo secondo film Distretto 13 Le brigate della morte, John Carpenter non è molto convinto delle idee del produttore, ma accetta di realizzare il film a patto di avere una totale libertà creativa. 

Il budget è di solo €300000 e l’attore Donald Pleasence accetta di lavorare per un compenso minimo ma chiede in cambio una percentuale degli incassi. Con un ruolo niente affatto complesso e una performance attoriale discreta, quei pochi giorni di riprese sul set di John Carpenter garantiranno all’attore il più importante reddito della sua carriera. 

Carpenter e Yablans trovano l’investitore perfetto nel produttore iraniano Moustapha Akkad, che in quel periodo spendeva trecentomila dollari per un solo giorno di riprese nelle sue produzioni. Neanche lui è molto convinto del progetto ma il budget è talmente irrisorio che decide di finanziare il film. Carpenter scrive la sceneggiatura con Debra Hill, con la quale ha iniziato una collaborazione dal film precedente Distretto 13, e diventerà per un periodo la sua compagna di vita. 

La parte più inquietante della sceneggiatura però la scrive Carpenter, visualizzando nella scrittura le cose più spaventose che vorrà poi tradurre in immagini. La sceneggiatura che arriva sul tavolo del produttore non ha nulla di particolarmente originale, Akkad continua a non essere pienamente convinto del progetto, la trova piuttosto banale. Ma il talento di John Carpenter si esprime soprattutto nella regia e trasforma il film in qualcosa di speciale. 

Lo stile di Halloween – la notte delle streghe

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Il film inizia con un lungo piano sequenza di 3 minuti ispirato a L’infernale Quinlan (Touch of Evil) di Orson Welles, utilizzando una steadycam rudimentale. È una lunga soggettiva dell’assassino girata con movimenti imperfetti e discontinui, quasi come una ripresa fatta con una camera a mano. L’immediata identificazione del pubblico dal punto di vista dell’assassino è qualcosa di molto potente. Lo sguardo è quello del bambino Michael Myers la notte in cui uccide la sorella e che segnerà per sempre la sua vita. 

Lo vediamo avvicinarsi lentamente alla casa, spiare in maniera morbosa la sorella e il fidanzato che parlano e che si scambiano parole allusive prima di fare sesso. Poi guarda la luce della camera da letto spegnersi, entra in casa e si arma di un grosso coltello. Quando il fidanzato va via dalla casa sale le scale, entra nella camera della ragazza e la uccide barbaramente a coltellate. 

Molti anni dopo Michael rinchiuso in un ospedale psichiatrico riesce a fuggire rubando un’auto della polizia. Da quel momento in poi comincerà ad apparire come un fantasma nella sua cittadina natale. Per un’ora e 10 però non succede nulla. Il regista crea solo atmosfere inquietanti descrivendo le relazioni dei giovani protagonisti e il contesto in cui vivono. La tensione sale in maniera perfetta incollando lo spettatore alla poltrona, fino al massacro finale. 

Halloween – la notte delle streghe: la pre produzione

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Il nome del serial killer si ispira a quello del distributore inglese di Distretto 13 – Le brigate della morte che John Carpenter voleva ringraziare e a cui era infinitamente grato per essere riuscito a far conoscere il film in Europa attraverso il London Film Festival. Il look del Killer è semplicissimo come la trama: una tuta da meccanico e una maschera da $1. Dopo aver scartato una maschera da clown il regista sceglie quella del Capitano Kirk della serie Star Trek. La maschera fu però modificata, Carpenter voleva un volto inespressivo, inumano, un volto senza occhi come fosse scolpito in una lapide. Insomma la maschera adatta per rappresentare il male assoluto. Del personaggio di Michael si racconta molto poco e non si giustificano le azioni in nessun modo. La sua ferocia i suoi disumani assassini rimangono un mistero inspiegabile. 

Nick Castle, aspirante regista e compagno di università di John Carpenter, si ritrova per caso nei panni del pericoloso serial killer. Il regista vede in lui una capacità di muoversi e di dare forza al personaggio senza mai essere banale, qualità che altri attori sottoposti ai provini non hanno. Ma sono in molti durante le riprese che si avvicendano dietro la maschera di Michael Myers. Will Sandin quando Michael è bambino nella prima sequenza, Debra Hill gli dona le mani quando si tratta di farle vedere con il coltello insanguinato; un certo Tony Moran, un giovane con il viso da bravo ragazzo, gli dona il volto nell’unica inquadratura senza maschera: il regista pensava che il volto di Nick Castle non era adatto. Si aggiunge anche James Winburn, lo stuntman nelle scene d’azione, e Il collaboratore Tommy Lee Wallace, che monta il film e collabora in molti altri modi.

Il casting

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Il ruolo del Dottor Loomis era stato offerto a Peter Cushing, che aveva interpretato da poco tempo Star Wars, ma il suo agente lo aveva rifiutato. Fu interpellato anche Christopher Lee,ma anche lui rifiutò la proposta: riconobbe anni dopo che fu uno degli errori più grandi della sua carriera. Si sceglie quindi per ripiego Donald Pleasence, un attore che ha una filmografia di oltre 100 film, che in un primo incontro con John Carpenter non rimane affatto impressionato dalla sceneggiatura. Fu sia figlia a convincerlo ad accettare il ruolo, grande fan di Distretto 13 e di Carpenter. L’attore prende un cachet di 20 mila dollari per 5 giorni di lavoro. Le sue scene, infatti, nel film durano meno di 20 minuti. La sua interpretazione si rivelerà importante per l’universo narrativo del film e il suo personaggio tornerà in altri 4 capitoli della saga.

La protagonista è Laurie Strode, la ragazza timida e un poco bigotta, sfigata e insicura, che rivelerà invece una forza di carattere ed una capacità di combattere il mostro. Dopo aver tentato di inserire nel ruolo Anne Lockhart, il personaggio è assegnato a Jamie Lee Curtis, figlia di Tony Curtis e Janet Leigh, protagonista di Psycho di Alfred Hitchcock. In quel periodo la giovane attrice lavorava in una serie televisiva della Universal ma non aveva mai fatto un film per il grande schermo. Ha una grande naturalezza al provino e viene ingaggiata per 8 mila dollari. Carpenter, molto attento anche agli aspetti di marketing del film, pensa che una figlia d’arte di personaggi popolari contribuirà a pubblicizzare il film.

Le riprese

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Le riprese di Halloween – La notte delle streghe durano solo 20 giorni, nella primavera del 1978. La cittadina di Haddonfield, nell’Illinois, è in realtà una location creata tra Pasadena e Hollywood. Il regista è attento ad escludere tutti quei particolari che possono far pensare al clima caldo della California e a riempire le inquadrature di foglie secche trascinate dal vento dell’autunno. Un piccolo staff di produzione in cui ognuno ricopriva più di un ruolo.  Finito il film il produttore si mise alla ricerca di un distributore.

Gli Studios più grandi sembravano non avere nessun interesse. Carpenter e i produttori stamparono 400 copie e iniziarono un tour negli stati Uniti il 25 ottobre, portando il film in varie località del paese. Inizialmente il film non ebbe un’uscita di tutte le copie in contemporanea e circolò una copia alla volta, seguendo il tour. Ma in breve tempo il film riscuote un grande successo di pubblico e di critica, anche grazie alle proiezioni al San Diego Film Festival e al Chicago International Film Festival. Dopo aver visto incredulo il successo del film è aver incassato notevoli quantità di denaro Mustafa Akkad non smette più di pensare all’idea fissa di produrre sai quella di Halloween. 

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La saga di Halloween

Molti produttori sentono l’odore dei soldi compreso Dino De Laurentiis e si avvicinano al progetto del sequel. John Carpenter e Debra Hill ne scrivono solo la sceneggiatura e la regia viene affidata a Rick Rosenthal il sequel Halloween II, signore della morte viene girato nel 1981. È il miglior sequel della saga e quello che incassa più denaro dopo il primo capitolo. 

Già dal terzo di cui carte a terra accetto ancora una volta di scrivere la sceneggiatura inizia il declino. Si tratta di Halloween 3 Season Of The Witch, diretto dall’amico di Carpenter Tommy Lee Jones. Ma è film è un flop. I produttori non sospettavano che il pubblico non era interessato ai protagonisti che lottano per la sopravvivenza ma voleva vedere Michael Myers, che invece viene escluso dalla storia. 

John Carpenter e Halloween

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A questo punto John Carpenter capisce che è inutile continuare a realizzare nuovi capitoli della saga e abbandona i successivi progetti. Ma il produttore iraniano Mustafa Akkad ormai è inarrestabile e continua a spremere fino all’ultimo dollaro l’icona del serial killer più famoso della storia del cinema, producendo altri 5 capitoli a cui seguiranno vari reboot e remake, prodotti anche dalla Miramax e dalla Bloom House. 

La saga conta oggi 11 capitoli e molti fan in tutto il mondo. Ma nessuno dei film successivi è riuscito ad imitare il primo, la notte delle streghe, l’unico affidato alla regia di John Carpenter, che riuscito a creare con pochissimi mezzi un’icona horror che ha conquistato il pubblico di massa. L’unico film della saga ad avere una visione d’autore e a proporre soluzioni registiche e visive che nel 1978 erano totalmente originali. 

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