Mondo folle

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Il film indipendente di Fabio del Greco Mondo Folle è ambientato nel 2009, a Roma in una Italia che ha come modello vincente il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Un uomo di successo, circondato da belle donne, che ha delle capacità di comunicazione fuori dal comune, che affascina la maggior parte degli italiani. 

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La trama di Mondo folle

Il film si apre con una grande manifestazione a Piazza San Giovanni a Roma contro Berlusconi, il no B-day. Migliaia di giovani protestano contro la politica del presidente del consiglio. Luca è il protagonista del film, interpretato dallo stesso regista, Fabio del Greco. Un cameriere che vive il precariato del suo lavoro come altri milioni di giovani italiani, attraversa la piazza gremita osservando quello che succede. 

Luca sembra un uomo arrivato da un altro pianeta, e osserva il gioco del conflitto in cui vive con distacco e stupore. Da una parte gli elettori e i fan di Berlusconi, aizzati dal leader politico contro la magistratura di sinistra. Dall’altra i giovani dei centri sociali. In Mondo folle Fabio del Greco disegna il quadro di una società malata, dove nessuno sembra essere davvero felice. 

Il titolare del ristorante dove Luca lavora, un tizio zoppo e scontroso che rifila cibo avariato ai turisti, non vuole pagarlo perché c’è la crisi e non ha soldi. La crisi del 2008 è sulle bocche di tutti gli italiani, e di mezzo mondo, e sembra essere perenne. Ad aggravare la situazione ci sono state le riforme dei contratti di lavoro temporaneo, che favoriscono gli imprenditori. 

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I personaggi del film

La ragazza con la quale vive sembra essere andata fuori di testa e pensa solo al pugilato. Mentre Luca cerca di dimenticare la quotidianità immergendosi nei gironi infernali della vita notturna della capitale italiana: strampalate festa in maschera, discoteche dove cercare una nuova avventura. 

Quello che domina tra le persone sembra essere la percezione della scarsità, ma Luca incontra “un altro mondo”. Incontra per caso Chiara che ha aperto un locale notturno frequentato dalla casta politica al governo. Sono entrambe laureati in filosofia, ma la filosofia non ha dato da mangiare a nessuno dei due. Chiara sta guadagnando molti soldi grazie al suo locale dove fornisce ai politici un posto discreto dove frequentare giovani escort e consumare cocaina. 

Luca lascia la casa la ragazza con cui vive, lascia il suo miserabile lavoro da cameriere dove non viene nemmeno pagato, iniziando a lavorare con Chiara nel suo locale. Subito inizia a guadagnare un fiume di soldi. I politici arrivano la sera nel locale e si divertono con le ragazze, consumano alcolici e cocaina. Sul palco del locale si esibisce la stessa Chiara, e altri personaggi. 

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Uno dei politici che frequenta il locale sembra avere un debole per una drag queen che si esibisce nel locale. Chiara lo conosce bene: si chiama Saverio, e gli sta chiedendo da diverso tempo l’appalto dell’ex Fornace, che era una proprietà di famiglia a cui la madre è particolarmente affezionata. La proprietà fu espropriata ed ora Chiara vuole assolutamente riaverla e ristrutturarla per far felice sua madre. 

Saverio le promette che gli farà avere la fornace. Intanto si fa organizzare da Chiara la sua festa di compleanno. Festeggia insieme a 2 escort e alla drag queen che gli piace. Saverio preferisce la drag queen, fa andare via le ragazze e fa sesso con lei. Chiara approfitta della situazione per sistemare una telecamera nascosta nel soffitto del locale e filmare l’onorevole per ricattarlo. 

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Da quel momento in poi gli eventi sono destinati a precipitare inesorabilmente. Partendo dagli spunti della realtà della cronaca italiana, che in quel periodo vedevano il presidente della regione Lazio Piero Marrazzo oggetto di ricatti e di scandali a causa della sua frequentazione di transessuali, Fabio del Greco racconta una storia con uno stile realistico che ricorda vagamente Gomorra di Matteo Garrone, un cinema-verità che utilizza spesso la macchina da presa a mano. 

Lo stile ed i temi del film

Girato con un basso budget in digitale e pensato per una distribuzione diretta su Internet, Mondo folle è un “vero” film indipendente che rimane lontano dai prodotti cinematografici standard. Anche questo film del regista è raccontato in modo estremamente personale, in presa diretta con la realtà. Del Greco filma i luoghi che conosce, dove avvengono eventi reali. Filma la realtà è la trasforma in finzione. La prima parte del film è un affresco quasi documentaristico del mondo in cui vive il protagonista, girato con leggerezza con un linguaggio che ricorda la Nouvelle Vague francese. 

Mentre il racconto cinematografico prosegue l’intreccio narrativo e il thriller prendono il posto del realismo. Il regista si focalizza sul tema dello spiare, sui meccanismi di registrazione e sui ricatti che complicano la vita di Chiara e Luca. Le ispirazioni dei film thriller di Brian De Palma, l’ossessione dello sguardo, si fondono con uno stile di ripresa semplice, volutamente sporco, in presa diretta.

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Del Greco si concentra su un conflitto esistenziale che riguarda molte persone: perché condurre una vita onesta, essere un bravo cittadino e lavoratore ed ottenere solo frustazioni e scarsità di denaro? Se i politici e i ricchi imprenditori si godono la vita con attività illegali e vizi, perché non adeguarsi? ll protagonista di Mondo folle si trasforma da umile lavoratore inconsapevole a scaltro opportunista e servitore della classe dominante.

Il racconto di Mondo folle ci mostra però che una volta che si è entrati nella casta si rischia di rimanere intrappolati in un meccanismo infernale. Il potere, la bella vita, l’accumulo di denaro non sono come sembrano quando li vediamo dall’esterno. Il prezzo da pagare è molto alto.

La famosa canzone Mondo Folle è stata riarrangiata dal gruppo Elettronoir, mentre la colonna sonora è stata affidata al musicista genovese Stefano Agnini. Il titolo iniziale del progetto era Nostalgia. Si trattava di un soggetto che Del Greco aveva scritto anni prima. La storia era quella di un artista di strada che dopo molti anni torna al suo paese originario per ritrovare le sue radici. Il progetto poi è stato riscritto diverse volte e si è trasformato. Quando Del Greco ha avuto la possibilità di realizzare il film era rimasto solo il titolo, cambiato anch’esso in Mondo folle. 

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Dichiarazioni del regista

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Il regista racconta: “L’idea è nata dal dialogo con molte persone nel corso degli anni. Il film è un’indagine per trovare le cause di quel disagio esistenziale così diffuso in quel periodo. Un periodo in cui il senso di precarietà sembrava permeare ogni cosa. Ma non si trattava di una precarietà solo sociale o economica, ma di una precarietà interiore. La precarietà era l’argomento principale di tutti i discorsi, era una vera e propria ossessione sociale indotta dai mass media. Un lavaggio del cervello per piantare in ogni mente il seme della scarsità. Una modalità di fare terrorismo psicologico che è lo strumento principale dei mezzi di informazione per la creazione della paura ancora oggi. Attraverso il racconto mediatico si impongono modelli e stili di vita, falsi valori, crisi che tengono la popolazione succube di una condizione che sembra irrisolvibile. Mentre chi controlla il potere può arricchirsi, e ride alle spalle del popolo.” 

Del Greco ha filtrato quel sentimento invisibile, i fatti di cronaca, il macrocosmo italiano, per raccontare in Mondo folle il microcosmo dei personaggi, e mostrare come essi siano solo pedine del grande ingranaggio della propaganda.

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