Forough Farrokhzad e la poesia persiana

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Forough Farrokhzad è stata una poetessa e regista iraniana che negli anni cinquanta e sessanta ha combattuto per i diritti delle donne in Iran attraverso la sua arte ed il suo impegno intellettuale. È stata la pioniera del movimento di avanguardia modernista. 

La poesia persiana di Forough Farrokhzad

Nata a Teheran il 5 gennaio 1934, Forough Farrokhzad ha avuto una vita non facile a causa del regime iraniano e dei conservatori. Le sue poesie hanno contribuito a rinnovare la letteratura persiana e a portare l’attenzione sul ruolo della donna nella famiglia tradizionale e sulle limitazioni delle libertà femminili. 

Considerata da molti la più grande poetessa iraniana della modernità, Forough Farrokhzad ha vissuto fin da piccola fuori dagli schemi della società tradizionale iraniana. Nata in una famiglia della media borghesia, da ragazzina ha abbandonato la scuola per studiare pittura. 

Successivamente si dedica alla poesia e a metà degli anni cinquanta scrive la raccolta poetica Prigioniera. Si tratta di poesie autobiografiche che descrivono come la poetessa si sentisse in trappola, privata della sua libertà nella vita quotidiana. Divorzia dal marito lasciandogli il figlio piccolo e vive relazioni con altri uomini, cosa inammissibile per l’epoca nel contesto in cui viveva. 

In quegli anni dopo la rivoluzione la poesia e l’arte in Iran erano arrivate ad un punto morto. Non c’era più vitalità nei movimenti di avanguardia. Forough Farrokhzad oppone resistenza a questo scenario deprimente, dando il via al movimento della poesia modernista e utilizzando il cinema come forma d’arte poetica. Cosa che avrebbero fatto molti altri artisti iraniani. 

Forough Farrokhzad realizza nella poesia qualcosa che non si era mai visto in Iran. Fa di essa un diario personale delle sue aspirazioni, dei suoi sentimenti più profondi, e dei suoi moti interiori di ribellione. Tutto questo infastidisce molto lo Scià iraniano dell’epoca, che sotto la facciata di un governo democratico e moderno nascondeva la ghettizzazione della donna in un ruolo subalterno. 

Lo spirito ribelle di Forough Farrokhzad

Le sue poesie acquistano nel tempo anche una carica erotica, con descrizioni della sessualità vissuta con i suoi amanti. Frequenta senza nascondersi un intellettuale già sposato a Teheran. Per sfuggire alla pressione sociale si sposta in Europa dopo aver girato il documentario La casa e nera, nel 1963. Il documentario viene premiato in molti prestigiosi festival europei. Collabora come attrice con il regista italiano Bernardo Bertolucci in un cortometraggio

Tornata in Iran continua a descrivere attraverso la poesia i suoi sentimenti, con sfumature a volte malinconiche, a volte con risentimento verso la burocratizzazione dell’amore con il matrimonio. Col tempo però, nelle sue opere letterarie, il suo ottimismo e il suo spirito ribelle sembrano spegnersi in una solitudine senza uscita. Le sue ultime poesie sono pervase dalla rassegnazione ad un destino tragico, da premonizioni di morte. 

Forough Farrokhzad si è schierata apertamente contro la strumentalizzazione della donna che ha come unico scopo di vita quello di essere moglie e madre, e sui limiti della sessualità femminile nella società iraniana. La sua battaglia etica però gli ha impedito di vivere una vita tranquilla. È morta all’età di soli 32 anni in un incidente automobilistico a causa della strada ghiacciata, mentre tornava da una visita di sua madre. 

Forough Farrokhzad e probabilmente la poetessa iraniana più letta e tradotta nel mondo, ispiratrice di altri poeti delle aree confinanti all’Iran, come l’Afghanistan. È diventata il simbolo della voglia di liberazione degli iraniani, dei diritti delle donne, specialmente nelle generazioni dei più giovani. 

La sua tomba situata a Teheran è diventata meta di pellegrinaggio di coloro che aspirano ad una maggiore libertà. 

Gli studi di cinema in Europa

Dopo la rivoluzione iraniana la censura del regime si è accanita contro gli editori e la letteratura persiana, tra cui le opere di Forough Farrokhzad. Alcuni poeti videro allora le potenzialità del cinema che consentiva di esprimere la stessa critica allo società mascherata dietro il valore metaforico e simbolico delle immagini. 

Il significato politico, spirituale e sociale di molti film infatti resta ambiguo, ed in alcuni casi fortemente soggettivo. L’horror ad esempio viene usato in molti casi come critica al sistema, denunciando i misfatti dietro la maschera di un genere cinematografico che sembra apparentemente solo intrattenimento. 

È stato il Neorealismo italiano ad ispirare molti scrittori iraniani ed a persuaderli a dedicarsi al cinema. Artisti come Bahram Bayzaii, Ebrahim Golestan e Forough Farrokhzad videro nel cinema un futuro promettente. Ebrahim Golestan era l’amante di Forough Farrokhzad, e convinse la poetessa ad andare a studiare cinematografia in Inghilterra. 

Dopo aver terminato gli studi in Europa la poetessa torna in Iran e diventa assistente alla regia di Golestan per film come Water and Heat (1961), ed A Fire (1961). Grazie al successo di A Fire lo Scià iraniano commissiona a Golestan un film sulla società per l’aiuto dei lebbrosi, e il regista lo fa realizzare a Forough Farrokhzad. La purezza della poesia che si accosta al cinema ne fa un capolavoro: La casa è nera

La casa è nera

La casa è nera l’unico film di Forough Farrokhzad, che rimane subito affascinata dalle potenzialità metaforiche del cinema e dall’ambiguità delle immagini. Non è un caso che il cinema iraniano di quegli anni sia di altissimo livello: era praticato da poeti e intellettuali che non avevano alcun obiettivo commerciale. Il cinema per loro è stato un nuovo strumento per raccontare la propria visione del mondo. 

La maggior parte dei film soprattutto documentari realizzati negli anni 60 e 70 in Iran sono stati censurati e sequestrati dal regime iraniano di Pahlavi. Film come quello di Kamran Shirdel, The Women’s Quarter, sul quartiere a luci rosse di Teheran, furono sequestrati e poi bruciati. 

Il figlio di Golestan tentò di stampare una nuova copia con una nuova colonna sonora di The woman Quarter. Ma anni dopo essa fu sequestrata di nuovo dal regime islamico. È stato sempre molto difficile in alcuni casi impossibile distribuire dei film in Iran. In La casa è nera di Forough Farrokhzad riesce a trovare un compromesso tra il film-documentario commissionato dal potere e opera poetica che ci mostra una condizione umana tragica. 

Guarda La casa è nera

La casa è nera è un poema in forma di immagini e voce off, un documentario breve su un lebbrosario situato in un remoto villaggio dell’Iran. La regista filma senza filtri le deformazioni fisiche, la ripetizione di gesti svuotati di significato e la mancanza di ogni speranza nei malati di lebbra, i ricoverati al Bababaghi Hospice. 

Alla fine delle riprese adotterà un bambino a cui si era affezionata. Il film non ebbe alcun successo alla sua uscita, ma successivamente venne selezionato e premiato in molti festival occidentali. Molti critici sono concordi nel definirlo il primo film della New Wave iraniana

Molto apprezzato dal cineasta Chris Marker che definisce La casa è nera come un film poetico capace di mostrare con rara sensibilità quello che non può essere guardato. La lebbra diventa la metafora del male nel mondo, la malattia universale degli emarginati e dei reietti. Un male di cui la poetessa dà una lettura a diversi livelli, recitando con la sua voce narrante le sue poesie, versi del Corano e della Bibbia. 

Il tema predominante è quello della sofferenza generata da una società chiusa, dove le persone vengono ghettizzate e trattate come scarti. Si tratta del tema ricorrente in tutta la sua opera poetica. 

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