Crescita personale: film e consapevolezza

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Il cinema è sempre stato uno specchio della vita, un modo per rilassarsi e, a volte, per ritrovare l’equilibrio. L’immaginario collettivo è segnato da opere che ci hanno ispirato, film che ci hanno mostrato la via per la crescita personale attraverso il trionfo e la resilienza, diventando veri e propri manuali di vita.

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Ma la crescita non è solo trionfo. È anche riflessione. I film, più di ogni altra arte, hanno la possibilità di “mostrare” l’invisibile, portandoci a intuire l’esistenza di altre dimensioni. L’inquadratura è la visione del regista che sceglie cosa comprendere e cosa lasciare fuori, usando un mix straordinario di arti differenti: la luce, il ritmo, la musica, la recitazione, il linguaggio verbale e non verbale.

Questa guida è un viaggio attraverso l’intero spettro. È un percorso che unisce i grandi capolavori che hanno definito il genere alle più oneste opere indipendenti. Sono film che non sono solo lo specchio della realtà e dei nostri sogni, ma anche un’occasione per vivere e riflettere sulla vita in modo completamente diverso.

Non c’è dubbio: il cinema è l’arte del l’invisibile, l’arte che più di ogni altra può consentire a suo fruitore di andare oltre le apparenze del mondo fisico. Il cinema vive completamente in un mondo che non esiste. Gli attori, i luoghi e le scenografie che si sono prestate all’occhio della macchina da presa non esistono più. Sono state portate in un’altra dimensione. Il set cinematografico attraverso un grosso lavoro di riorganizzazione della materia produce qualcosa di completamente immateriale, spirituale, che esce per sempre dallo spazio-tempo. Ci avevi mai pensato? Ecco perché il cinema in poco più di 100 anni di vita ha affascinato le persone di tutto il mondo: rappresenta la possibilità di appartenere ad una dimensione mitica al di fuori dello spazio-tempo, che è uno dei più grandi desideri dell’essere umano. 

Film, crescita personale e consapevolezza

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Infatti il cinema, al contrario di quello che ci hanno voluto far credere da più di un secolo, è il più fedele specchio della realtà. Può essere la realtà concreta della società, il mondo dei nostri sogni, o l’inconscio più profondo. Poco importa. I film, come le altre arti, riflettono l’esperienza esistenziale dei loro creatori e della collettività in cui hanno vissuto.

Il cinema crea consapevolezza perché è il più potente perché usa la stessa materia di cui è fatta la parte più profonda dell’essere umani: le immagini in movimento. E qualche volta, se è buon cinema, la usa in modo non banale, al contrario della piattezza delle immagini televisive o dei social network. Sono immagini che acquistano infiniti significati dal grande valore simbolico e metaforico. Immagini che, nei casi migliori, possono risuonare profondamente nella nostra psiche.

Cinema e consapevolezza

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Certi film possono rivelare significati profondi in maniera diversa per ognuno di noi. Il risultato può essere sorprendente. Per questo, la crescita personale attraverso i film può rappresentare una buona occasione per intraprendere un percorso di conoscenza di se stessi e consapevolezza della propria l’esperienza quotidiana.

Il cinema non è solo un momento di intrattenimento e di evasione. Quello è il modo più superficiale di usufruirne. I film sono soprattutto un potentissimo mezzo per comprendere la nostra esperienza di vita. I racconti creati dagli scrittori e dai registi si confrontano senza filtri con la nostra esperienza.

E’ possibile perché non esistono filtri: il film, anche se visto in compagnia, è un’esperienza totalmente individuale, come la meditazione. I film ci cambiano letteralmente la vita perché in essi troviamo storie che rispecchiano le potenzialità della nostra vita. In ogni film il cineasta ci consegna un pezzo di noi e di quello che avremmo potuto essere. Ma bisogna essere bravi a recepire queste ispirazioni.

Il film come esperienza di crescita personale

Scegliere e guardare il film giusto in un certo momento della vita può essere di grande aiuto per il nostro percorso di crescita personale. Ma come districarsi in questa marea di immagini in movimento, in questo oceano di proposte spesso superficiali determinate solo dalle mode del momento e da algoritmi che prevedono i gusti del pubblico per fini commerciali? Si può usare davvero il cinema per crescere interiormente, per capire i nostri errori, per porre rimedio ai nostri dolori? Certamente si.

Il cinema non è uno dei tanti intrattenimenti fini a se stesso. È la forma d’arte più potente che l’umanità è stata capace di inventare. E’ lo specchio della realtà dei nostri sogni delle nostre paure e delle nostre gioie più profonde. La nostra mente inconscia non pensa per parole ma per immagini. La visualizzazione di immagini è lo strumento più potente in assoluto per cambiare non solo la nostra percezione cosciente ma quella che condiziona in modo assoluto le nostre vite: la mente inconscia.

Le immagini e la crescita personale

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La mente inconscia è la forza che dirige le nostre vite nel bene e nel male, e ragiona essenzialmente per immagini. Non è per caso che il cinema è sempre stato uno strumento per condizionare le coscienze dei popoli. Ma se usato con consapevolezza può essere un mezzo per migliorare la nostra vita, attraverso la riprogrammazione dell’inconscio. Spesso si assiste a violente diatribe su certi film, sui social, tra amici. Come mai le persone si infervorano così quando si parla di cinema e ne fanno una questione personale?

Le persone amano e odiano così prepotentemente i film per un preciso motivo: i film rappresentano il nostro inconscio personale e collettivo a cui siamo legati. Parlare male di un film quindi a qualcuno che lo ha amato significa in un certo senso parlare male di certe sue emozioni profonde. Un mondo di immagini di cui non abbiamo consapevolezza ma a cui ci sentiamo legati più di qualsiasi cosa possiamo pensare con la nostra mente cosciente. Il linguaggio del cinema è il linguaggio dell’inconscio.

Relax, visioni e crescita personale

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Grazie ai media, alle grandi case di produzione commerciali, alle piattaforme commerciali di streaming abbiamo ora la peggiore idea possibile del cinema. Un momento di intrattenimento in cui sprofondare sul divano e dimenticare i problemi quotidiani. Ma pochi ci dicono che è proprio nei momenti di rilassamento più totale che il nostro inconscio diventa ricettivo.

Scegliere quindi un film per il solo per il relax significa non capire che in quelle due ore di visione c’è la possibilità di un cambiamento. Non si tratta di rinunciare al relax e al divano. Ma solo di cambiare il punto di vista. Comprendere che quei momenti di non azione e di riposo sono in realtà i momenti che maggiormente ci possono portare nuovi cambiamenti e nuove intuizioni.

Se ci pensi un attimo è possibile che quel film che hai così tanto amato da ragazzo abbia influito sulle tue scelte, forse sulle tue relazioni e sulla tua vita futura, magari senza che tu te ne rendessi conto. Ma quelle immagini che in qualche modo poi hai cercato nella realtà potrebbero essere diventate in parte la tua realtà. La nostra vita si concretizza in un processo che è simile a quello della realizzazione di un film. C’è un’idea, poi c’è un progetto, e se poi se ci sono i presupposti le cose si realizzano.

La cine crescita personale, o sip watching

I film insomma, se usati nel modo corretto sono il più grande strumento di crescita personale. Nessun corso, nessun manuale, nessun terapeuta può minimamente competere con la ricchezza di centinaia e centinaia di film straordinari. La cine – crescita personale, o se vogliamo chiamarla cinema terapia, significa guardare i film in modo consapevole. Sceglierli in base alle tematiche esistenziali che ci interessano. Utilizzare le grandi menti dei registi che hanno segnato la storia del cinema per risolvere i propri problemi e iniziare il cammino di evoluzione personale.

Dare il giusto valore ai film, alle emozioni, ai sentimenti e alle visioni che ci trasmettono senza liquidarli frettolosamente come intrattenimento. L’esatto contrario del binge watching, che è il modo più superficiale in assoluto di consumare immagini in movimento: l’equivalente cinematografico della grande abbuffata del mondo consumistico in cui viviamo. Abbuffarsi di film o serie TV semplicemente per riempire il proprio vuoto esistenziale è il modo peggiore di guardare e utilizzare il cinema. La pratica che invece ti proponiamo è quella del sip watching, consumare i film con parsimonia, come una dieta rigorosa e ponderata. Abbiamo così poco tempo e non vale la pena di sprecarlo per cose che non aiutano affatto la nostra crescita interiore.

Visioni consapevoli

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Per recepire i tesori e le rivelazioni che certi film possono darci essi vanno presi a piccole dosi. Servono visioni parsimoniose, seguite da riflessione e meditazione, per comprenderli veramente. Vanno guardati più volte, con nuovi punti di vista. Ma tutti i film possono essere un veicolo di crescita personale? Se siamo capaci di riconoscerne anche i messaggi fortemente negativi sì. Ma non è una cosa semplice e non sempre è possibile.

Siamo inondati da film che non hanno alcun valore spirituale, terapeutico o di crescita della coscienza. Chi li ha creati non è minimamente interessato a questi obiettivi. Anzi, molto spesso l’obiettivo è esattamente l’opposto: stimolare gli istinti più bassi, vivere l’emozione violenta fine a se stessa. Potremmo definirlo il cinema della regressione e del bombardamento sensoriale.

Lo stordimento e la regressione da blockbuster

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Il cinema è stato messo subito dentro un recinto fin dalla sua nascita. E’ una creatura ancora fragile e giovanissima. Non ha ancora la corazza delle arti che hanno attraversato i millenni che hanno affrontato i nemici peggiori. E’ stato relegato a fenomeno da fiera, baraccone circense di divertimenti e bombardamento sensoriale. I film di Hollywood pieni di effetti speciali non fanno altro che bombardare il pubblico con uno stordimento video e sonoro. Esci dalla sala stordito, con qualche allucinazione in più, convinto di aver visto chissà cosa, come quando scendi dalle montagne russe al luna park.

Ma dopo 10 minuti torna il vuoto interiore. Il film non ci ha trasmesso nulla, anzi ci ha svuotati completamente, ha contribuito col suo fracasso di luci e di suoni a farci dimenticare i problemi. Il risultato è che dopo abbiamo le idee ancora più confuse, proprio come succede nei postumi di una sbornia. La maggior parte dei film sono strumenti per fare speculazioni: brevi intrattenimenti e ubriacature. Ma la loro potenzialità di crescita personale è pari a zero. Possono funzionare al massimo come strumenti di regressione.

Scegliere i film per la crescita personale

Bisogna scegliere quindi con attenzione i film giusti. Da questo punto di vista il cinema indipendente può essere una delle opzioni migliori perché e spesso realizzato dai cineasti senza perseguire il profitto a tutti i costi. I registi indipendenti, spesso, seguono di più le proprie motivazioni interiori e artistiche, senza finalità di lucro. Ma può essere vero anche il contrario: ci sono film popolari che hanno delle potenzialità terapeutiche migliori di certi film indipendenti che tentano di imitare i modelli popolari per raggiungere la notorietà e il successo.

Ma discutere con gli altri di un film dopo la visione non è essenziale per utilizzare il cinema come crescita personale? No. Può essere piacevole e può dare delle motivazioni in più, stimolare nuove idee. Ma la vera differenza è nel lavoro individuale e solitario che si può fare dopo la visione di un film. Ognuno di noi interpreta il medesimo film in maniera totalmente diversa e ognuno può trovare spunti completamente differenti dentro di sé. I film sono viaggi completamente personali.

Il potere delle immagini in movimento per la crescita personale

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Un film che ha segnato la mia adolescenza può essere completamente insignificante e banale per qualcun altro. La meditazione interiore che quel film mi ha suggerito è stata essenzialmente un’esperienza privata e solitaria, come tutte le esperienze interiori. Quella commedia che un mio amico può trovare estremamente interessante e costruttiva potrebbe nel mio caso non servire a nulla. Tutto è estremamente soggettivo e personale.

Il cinema ed il potere evocativo delle immagini hanno la capacità di mettersi direttamente in contatto con il nostro subconscio, ed il subconscio è il pilota automatico delle nostre vite che può guidarci verso le mete e gli obiettivi che desideriamo. Dobbiamo semplicemente cambiare il modo in cui utilizziamo questo strumento così potente.

Riuscire a cogliere gli stimoli che i film possono darci ed applicarli nella nostra vita quotidiana. Usarli per trasformare la visione che abbiamo di noi stessi in quello che vogliamo diventare. Non lasciarci confondere anche nello spettacolo cinematografico dalla “sbornia” consumistica da cui siamo circondati. Non lasciarci travolgere dallo tsunami commerciale che ci viene proposto ogni giorno. Selezionare accuratamente i film indipendenti e d’autore per ritrovare il nostro equilibrio e migliorarci costantemente è possibile. Buon sip watching.

Film sulla crescita personale da vedere

Rashomon (1950)

Rashômon (1950) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

Rashomon (羅生門 Rashōmon) è un film del 1950 diretto da Akira Kurosawa. Il film è basato su due racconti di Ryūnosuke Akutagawa: Rashōmon e In a Grove.

Il film è ambientato nel Giappone medievale e racconta la storia di un samurai, della sua moglie e di un bandito. Il samurai viene ucciso e la moglie violentata, ma la verità su quanto accaduto è difficile da stabilire.

La storia viene raccontata da quattro testimoni: il bandito, la moglie, il fantasma del samurai e un taglialegna. Ognuno dei testimoni offre una versione diversa dei fatti, e la verità rimane ambigua.

Il film esplora i temi della verità, della memoria e della percezione. Kurosawa suggerisce che la verità è soggettiva e che ogni persona ha la sua versione dei fatti. Il film è anche un commento sulla natura umana e sul modo in cui le persone possono mentire a se stesse e agli altri.

Rashomon è uno dei film più importanti della storia del cinema. È stato un successo internazionale e ha vinto il Leone d’oro al Festival di Venezia nel 1951. Il film ha anche influenzato molti altri registi, tra cui Martin Scorsese, Quentin Tarantino e David Lynch.

Il film ci invita a riflettere sulla natura della verità. Kurosawa suggerisce che la verità non è sempre univoca e che ogni persona ha la sua versione dei fatti. Questo può aiutarci a essere più consapevoli della soggettività della nostra visione del mondo e a cercare di vedere le cose dal punto di vista degli altri.

In secondo luogo, il film ci aiuta a capire meglio la natura umana. Kurosawa mostra come le persone possono mentire a se stesse e agli altri per proteggere se stesse o per nascondere la verità. Questo può aiutarci a essere più critici nei confronti delle informazioni che riceviamo e a essere meno ingenui.

In terzo luogo, il film ci ispira a trovare la propria verità. Kurosawa mostra come i personaggi del film siano alla ricerca di un significato nella loro vita. Questo può aiutarci a riflettere sul nostro posto nel mondo e a trovare la nostra strada nella vita.

Il settimo sigillo (1957)

The Seventh Seal (1958) - Official Trailer

Il settimo sigillo è un film svedese diretto da Ingmar Bergman e uscito nel 1957. Questo film è considerato uno dei capolavori del cinema svedese e un’iconica opera cinematografica internazionale.

Ecco come “Il settimo sigillo” può contribuire alla crescita personale:

  1. Esplorazione della Morte e della Fede: Il film affronta profondi temi esistenziali, in particolare la morte e la fede. La ricerca di significato e di Dio è al centro della trama, portando gli spettatori a riflettere sulla loro visione della vita e della spiritualità.
  2. Allegoria della Condizione Umana: Il film può essere letto come un’ampia allegoria della condizione umana. Il cavaliere medievale e i personaggi che incontra rappresentano diverse sfaccettature dell’umanità, stimolando la riflessione su temi universali.
  3. La Paura della Morte: Il tema centrale è la paura della morte e la nostra inevitabile mortalità. Il film può spingere gli spettatori a considerare come affrontano la propria paura della morte e cosa dà significato alla loro vita.
  4. Il Dubbio e la Fede: Il cavaliere medievale sperimenta il dubbio sulla sua fede durante il suo incontro con la Morte. Questo può stimolare la riflessione su come il dubbio possa coesistere con la fede e come affrontare le sfide spirituali.
  5. Stile Cinematografico Innovativo: Bergman utilizza un’eccellente cinematografia in bianco e nero e simboli visivi suggestivi. Questo può ispirare una maggiore consapevolezza dell’arte cinematografica e della sua capacità di comunicare profonde emozioni e significati.

“In sintesi, “Il settimo sigillo” è un film profondamente filosofico che offre una profonda riflessione sulla vita, la morte, la fede e la condizione umana. Il suo stile unico e le sue tematiche universali possono contribuire alla crescita personale attraverso una maggiore consapevolezza delle questioni esistenziali e spirituali, oltre a una maggiore comprensione della cinematografia di alta qualità.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

In questo video ti spiego la nostra visione

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Together (2002)

Together (2002) | TRAILER SUB ENG

Together è un film cinese diretto da Chen Kaige e uscito nel 2002. Il film racconta la storia di un giovane musicista di campagna di nome Xiaochun che va a Pechino per seguire il suo sogno di diventare un grande violinista.

Ecco come “Together” può contribuire alla crescita personale:

  1. Determinazione e Ambizione: Il protagonista, Xiaochun, affronta numerose sfide mentre cerca di perseguire la sua passione per la musica. Questo può ispirare gli spettatori a perseguire i propri sogni e a essere determinati nel perseguire le proprie ambizioni.
  2. Sacrifici e Relazioni Familiari: Il film esplora i sacrifici che Xiaochun e la sua famiglia devono fare per supportare il suo talento musicale. Questo può portare gli spettatori a riflettere sulla complessità delle relazioni familiari e sui compromessi necessari per raggiungere i propri obiettivi.
  3. Apprezzamento per l’Arte: “Together” mette in evidenza il potere dell’arte e della musica nella vita delle persone. Può stimolare una maggiore consapevolezza dell’importanza dell’arte e della cultura nelle nostre vite.
  4. Crescita Personale: Il protagonista cresce non solo come musicista ma anche come individuo. Il film può ispirare gli spettatori a riflettere sulla loro crescita personale attraverso l’apprendimento e l’esperienza.
  5. Sogno e Realtà: Il film affronta il contrasto tra il sogno e la realtà. Può spingere gli spettatori a considerare come perseguire i propri sogni senza perdere di vista la realtà.

“Together” è un film che celebra la passione per la musica e la determinazione di perseguire i propri sogni. La sua storia toccante può ispirare la crescita personale attraverso il perseguimento delle proprie passioni, il valore delle relazioni familiari e una maggiore comprensione dell’arte come fonte di ispirazione e crescita.

Il gabinetto del dottor Caligari

Il gabinetto del dottor Caligari
Ora disponibile

Horror, fantasy, di Robert Wiene, Germania, 1920.
Il film simbolo dell'espressionismo cinematografico. Francis racconta una storia a un uomo: nel 1830, in un piccolo paese, un tizio di nome Caligari, fa l'imbonitore alla fiera per presentare la sua attrazione, un sonnambulo che tiene sotto ipnosi in una cassa da morto. Il dottore sostiene che il sonnambulo è in grado di conoscere il passato e di predire il futuro. Atmosfere irreali e scenografie deformate, recitazione stilizzata, sdoppiamento di personalità, confusione tra sogno e realtà.

Spunto di riflessione
Personalità dal greco persona significa maschera. Persona deriva dalla parola personalità. L'individualità è un dono dell'esistenza, la personalità è imposta dalla società. La personalità segue il gregge di pecore, l'individualità è un leone che si muove da solo. Finché non lasci andare la tua personalità non sarai in grado di trovare la tua individualità.

LINGUA: tedesco (didascalie)
SOTTOTITOLI: italiano

Paradise Now (2005)

Paradise Now ≣ 2005 ≣ Trailer ≣ German | Deutsch

Paradise Now è un film diretto da Hany Abu-Assad e uscito nel 2005. Questo film è un dramma controverso che esplora il tema dell’attentato suicida attraverso la storia di due amici palestinesi incaricati di compiere un attentato in Israele.

Ecco come “Paradise Now” può stimolare la crescita personale:

  1. Esplorazione del Conflitto Israelo-Palestinese: Il film offre uno sguardo approfondito sulla complessità e le conseguenze del conflitto tra Israele e la Palestina. Invita gli spettatori a riflettere sulle sfide e sulle prospettive di pace nella regione.
  2. Radicalizzazione e Indottrinamento: Il film affronta il tema della radicalizzazione e dell’indottrinamento dei giovani. Può stimolare la riflessione sulla manipolazione ideologica e sulla vulnerabilità dei giovani alle influenze estremiste.
  3. Responsabilità Individuale: I protagonisti devono affrontare decisioni difficili e personali. Questo può portare gli spettatori a considerare la responsabilità individuale nelle scelte morali e nell’azione.
  4. Le Voci Umane Dietro le Notizie: “Paradise Now” offre una prospettiva umana sui conflitti mediatici spesso disumanizzati. Può aiutare gli spettatori a vedere le persone dietro le notizie e ad approfondire la loro comprensione delle complesse dinamiche regionali.
  5. Pace e Dialogo: Il film solleva domande sulle possibilità di pace e dialogo in un contesto di conflitto. Questo può stimolare una maggiore consapevolezza delle sfide e delle opportunità per la pace nelle società in conflitto.

“Paradise Now” è un film controverso che affronta tematiche complesse e delicate legate al conflitto israelo-palestinese e all’attentato suicida. La sua narrazione provocatoria può stimolare la riflessione sulla pace, sulla responsabilità individuale e sulle conseguenze delle scelte morali nelle situazioni estreme.

Into the Wild (2007)

Into the Wild (2007) Trailer #1 | Movieclips Classic Trailers

Into the Wild è un film diretto da Sean Penn e uscito nel 2007. Il film è basato sul libro omonimo di Jon Krakauer, che racconta la vera storia di Christopher McCandless, un giovane che decide di abbandonare la società e intraprendere un viaggio di autodiscovery attraverso l’America selvaggia.

Ecco come “Into the Wild” può contribuire alla crescita personale:

  1. Ricerca di Significato: Il protagonista, Chris McCandless, cerca il significato più profondo della vita e l’autenticità attraverso l’avventura e la natura. Questo può ispirare gli spettatori a riflettere sulla loro ricerca di significato nella vita.
  2. Connessione con la Natura: Il film mette in evidenza la bellezza e la forza della natura selvaggia. Può incoraggiare gli spettatori a riconnettersi con la natura e a riscoprire la sua importanza nella nostra vita.
  3. Semplicità e Minimalismo: Chris McCandless rinuncia ai beni materiali e alla comodità per cercare una vita più semplice. Questo può spingere gli spettatori a riflettere sul valore della semplicità e del minimalismo nelle loro vite.
  4. Autosufficienza: Il protagonista apprende l’arte dell’autosufficienza, imparando a sopravvivere in ambiente selvaggio. Questo può ispirare una maggiore indipendenza e fiducia in sé stessi negli spettatori.
  5. Relazioni Interpersonali: Il film esplora le relazioni umane e l’importanza delle connessioni con gli altri. Può incoraggiare la riflessione sulla necessità di relazioni significative nella vita.

“In into the Wild” è una storia avvincente e toccante che può stimolare la crescita personale attraverso una maggiore consapevolezza del desiderio di avventura, della ricerca di significato e della relazione con la natura e con gli altri.

Eternal Sunshine of the Spotless Mind

Official Trailer ETERNAL SUNSHINE OF THE SPOTLESS MIND (2004, Jim Carrey, Kate Winslet)

Dopo una dolorosa rottura, l’eccentrica Clementine si sottopone a una procedura medica per cancellare dalla sua memoria ogni ricordo del suo ex fidanzato, Joel. Devastato dalla scoperta, Joel decide di fare lo stesso. Tuttavia, durante il processo di cancellazione, rivivendo i loro momenti insieme, si rende conto di non voler perdere quei ricordi, belli o brutti che siano, perché hanno definito il loro amore e una parte di lui.

Il capolavoro di Michel Gondry e Charlie Kaufman è una potente metafora del desiderio umano di evitare il dolore e della fallace illusione che cancellare il passato possa garantirci un nuovo inizio. Il film ci porta dentro la mente di Joel, in un viaggio a ritroso attraverso la sua relazione. Mentre i ricordi più recenti e dolorosi svaniscono, riemergono i momenti di gioia, tenerezza e connessione profonda, e con essi la consapevolezza che ogni istante ha contribuito a tessere la trama della sua identità.

La vera crescita personale, suggerisce il film, non risiede nell’ottenere una “mente immacolata”, ma nell’accettare la complessità della nostra storia emotiva. La memoria è una fonte preziosa di apprendimento e consapevolezza. Il finale, in cui Joel e Clementine scelgono di riprovarci pur conoscendo i rischi e il potenziale dolore futuro, è un atto di coraggio maturo. È l’accettazione consapevole dell’imperfezione, dell’altro e di sé stessi, e la scelta di amare non nonostante le ferite, ma proprio in virtù di esse.

Little Miss Sunshine

Little Miss Sunshine

Una famiglia profondamente disfunzionale si imbarca in un viaggio attraverso il paese a bordo del loro sgangherato pulmino Volkswagen. L’obiettivo è portare la figlia più piccola, Olive, alle finali di un concorso di bellezza per bambine. Durante il tragitto, ogni membro della famiglia Hoover deve fare i conti con i propri fallimenti personali, le proprie nevrosi e l’assurdità della loro missione.

Little Miss Sunshine è una brillante e commovente satira della cultura ossessionata dal successo e della definizione tossica di “vincente. La famiglia Hoover è un campionario di “perdenti” secondo gli standard della società: un padre motivatore fallito, uno zio studioso di Proust suicida, un figlio che ha fatto voto di silenzio, un nonno eroinomane e una madre sull’orlo di una crisi di nervi. Eppure, proprio attraverso questo viaggio caotico, riscoprono il significato di essere una famiglia.

Il pulmino giallo, che può avanzare solo se spinto da tutti, è la metafora perfetta della loro condizione: possono andare avanti solo insieme. La crescita personale qui non è un percorso individuale, ma un’esperienza collettiva. Il culmine del film, la performance di Olive al concorso, diventa un atto di ribellione trionfante. La famiglia, unita nel rifiuto delle convenzioni superficiali e crudeli del concorso, celebra l’autenticità e l’amore incondizionato. La vera vittoria non è la corona, ma l’abbracciare con coraggio e gioia le proprie imperfezioni.

Mistero di un impiegato

Mistero di un impiegato
Ora disponibile

Film drammatico, thriller, di Fabio Del Greco, Italia, 2019.
Qualcuno vuole controllare la vita dell’impiegato Giuseppe Russo: i prodotti che acquista, la sua fede politica e religiosa, la sua vita privata, persino i suoi sogni. Ma farà di tutto per sfuggire al controllo e trovare il suo vero io. Giuseppe è un uomo sui 45 anni, sposato, con un lavoro stabile e una casa di proprietà. La sua vita scorre apparentemente tranquilla, quando incontra un vagabondo misterioso gli consegna delle vecchie videocassette VHS. Giuseppe inizia a vedere i nastri video in cui è filmato in alcuni momenti della sua vita fin da bambino, poi da adolescente e da giovane. Chi ha girato quei video di cui non ricorda nulla? Giuseppe ha la strana sensazione di essere costantemente osservato e inizia a indagare su ciò che sta accadendo. Attraverso la sua indagine, inizia a riscoprire la sua vera identità e a prendere coscienza di chi è veramente.

Mistero di un impiegato è un film mette in luce il pericolo del controllo sociale e mostra una società in cui tutti sono costantemente sorvegliati e condizionati nel loro io più profondo. Il film è anche un'analisi della natura umana e sull'identità. Fabio Del Greco, che interpreta Giuseppe, offre una performance coinvolgente. Altrettanto brava è Chiara Pavoni, nel ruolo di Giada Rubin e Roberto Pensa nel ruolo del vagabondo. Mistero di un impiegato è un film che affronta temi importanti in modo originale, un thriller psicologico che mantiene lo spettatore incollato allo schermo fino alla fine: una metafora della società contemporanea, in cui le persone sono sempre più sorvegliate e condizionate dai media e dalle tecnologie. E' un un'opera coraggiosa e provocatoria, che affronta temi importanti in modo originale.

LINGUA: italiano
SOTTOTITOLI: inglese, spagnolo, francese, tedesco, portoghese

Boyhood

Boyhood | Official US Trailer | IFC Films

Girato nell’arco di dodici anni con lo stesso cast, il rivoluzionario film di Richard Linklater segue la vita di Mason Jr. dall’età di sei anni fino al suo primo giorno di college. La pellicola cattura non solo la sua crescita fisica, ma anche l’evoluzione della sua famiglia, i cambiamenti culturali e i piccoli, apparentemente insignificanti, momenti che definiscono un’esistenza.

. Linklater rifiuta la struttura narrativa tradizionale, fatta di grandi eventi drammatici, per concentrarsi sul flusso continuo della vita. La crescita di Mason non è segnata da epifanie improvvise, ma è un processo lento, cumulativo e spesso quasi impercettibile, fatto di conversazioni in auto, cene di famiglia, traslochi e prime cotte.

Il film ci costringe a riflettere su come veniamo plasmati dalle nostre relazioni e dalle esperienze quotidiane. La colonna sonora, che scandisce il passare degli anni, funge da capsula del tempo, evocando la nostra stessa storia personale. Boyhood ci insegna che la consapevolezza non deriva da un singolo momento di svolta, ma dall’apprezzare la trama della nostra esistenza, tessuta con i fili della quotidianità. È un invito a riconoscere che la vita non è ciò che ci accade, ma ciò che sentiamo e percepiamo “proprio adesso”.

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Captain Fantastic

CAPTAIN FANTASTIC | Official HD Trailer

Ben Cash ha cresciuto i suoi sei figli nelle remote foreste del Pacifico nord-occidentale, isolati dalla società. Li ha educati a essere dei “re filosofi”, dotandoli di un’incredibile preparazione fisica e intellettuale, ma tenendoli completamente all’oscuro delle convenzioni del mondo moderno. Una tragedia familiare li costringe a lasciare il loro idilliaco isolamento e ad affrontare la civiltà, mettendo in discussione i metodi e gli ideali di Ben.

. Il film mette in scena uno scontro tra due mondi: l’utopia selvaggia e intellettuale creata da Ben e il mondo capitalista e consumista che lui disprezza. Se da un lato i figli di Ben sono straordinariamente colti e autosufficienti, dall’altro sono socialmente inetti e impreparati ad affrontare le complessità delle relazioni umane.

Il viaggio della famiglia Cash diventa un percorso di crescita per Ben stesso. È costretto a confrontarsi con i limiti del suo approccio educativo e a riconoscere che la sua ribellione, per quanto nobile nelle intenzioni, ha avuto un costo per i suoi figli. Il film non offre risposte facili, ma suggerisce che la vera saggezza non risiede nel rifiuto totale della società, ma nella difficile ricerca di un compromesso. La crescita personale richiede di integrare i propri ideali nel mondo reale, trovando un equilibrio tra chi si vuole essere e la comunità in cui si vive.

Nomadland

Nomadland | Official Trailer

Dopo aver perso tutto nella Grande Recessione, inclusa la sua casa e il suo lavoro nella città industriale di Empire, Nevada, Fern, una donna sulla sessantina, decide di intraprendere una nuova vita. Fa del suo furgone la sua casa e si unisce a una comunità di nomadi moderni, viaggiando attraverso l’ovest americano in cerca di lavori stagionali e di un nuovo senso di appartenenza.

Il film di Chloé Zhao, vincitore dell’Oscar, è un ritratto poetico e profondamente umano della resilienza di fronte alla perdita. Nomadland esplora cosa significa ridefinire il concetto di “casa” quando le fondamenta materiali della propria vita crollano. Per Fern e gli altri nomadi, la casa non è più un luogo fisico, ma uno stato d’animo, una comunità in movimento e un legame con la vastità del paesaggio americano.

La pellicola interroga la nostra identità: chi siamo quando perdiamo il lavoro, la casa, i nostri cari? La risposta che Fern trova non è nella stabilità, ma nell’adattamento e nella forza interiore. La sua non è una vita di disperazione, ma di scelta e dignità. Attraverso le storie delle persone che incontra (molte delle quali sono nomadi reali che interpretano sé stessi), il film celebra nuove forme di solidarietà e comunità. La crescita di Fern sta nell’imparare a vivere con l’incertezza, trovando una forma di libertà e significato non nel possesso, ma nell’esperienza e nelle connessioni umane.

Wild

Wild Official Trailer #1 (2014) - Reese Witherspoon Movie HD

Dopo anni di comportamento autodistruttivo seguiti alla morte prematura della madre e al fallimento del suo matrimonio, Cheryl Strayed prende una decisione impulsiva: percorrere da sola più di mille miglia del Pacific Crest Trail, uno dei sentieri escursionistici più impegnativi d’America. Senza alcuna esperienza precedente, si imbarca in un viaggio che metterà alla prova i suoi limiti fisici ed emotivi.

Basato sulle memorie di Cheryl Strayed, Wild è una potente testimonianza del viaggio fisico come metafora della guarigione interiore. Il sentiero diventa un luogo di espiazione e rinascita. Ogni passo faticoso, ogni ostacolo superato nella natura selvaggia, costringe Cheryl a confrontarsi con i demoni del suo passato. I flashback della sua vita precedente si intrecciano con la durezza del presente, creando un dialogo costante tra il dolore che l’ha spinta a partire e la forza che sta scoprendo lungo il cammino.

Il film, diretto da Jean-Marc Vallée, mostra come la solitudine e lo sforzo fisico possano diventare strumenti di purificazione. Lontana dalle distrazioni che usava per anestetizzare il suo dolore, Cheryl è costretta ad ascoltarsi. Il viaggio non le offre risposte magiche, ma le permette di perdonarsi e di accettare il suo passato. La sua crescita sta nel capire che non può cancellare le sue ferite, ma può imparare a portarle con sé, passo dopo passo, fino a ritrovare la strada verso sé stessa.

Viaggio a Tokyo

Viaggio a Tokyo
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Dramma, di Yasujirô Ozu, Giappone, 1953.
Shukichi e Tomi, ormai vicini ai settant'anni, fanno un viaggio a Tokyo per visitare i propri figli prima che sia troppo tardi. Quando arrivano in città, però, l'accoglienza non è quella che si attendevano: il primogenito Koichi e la sorella Shige hanno troppi impegni di lavoro e sembrano vivere la visita degli anziani genitori più come un fastidio che come una gioia. I figli non sono affatto realizzati come i genitori si erano immaginati: la casa dove vivono è in una modesta periferia, circondata dalle ciminiere fumanti delle Industrie in espansione della Tokyo del dopoguerra. Solo Noriko, vedova da otto anni del secondogenito Shoji, dimostra un sincero affetto per gli ex suoceri, nonostante non ci sia alcun legame di sangue ad unirli. Nonostante i due anziani prendono consapevolezza della loro solitudine e della finta facciata di perbenismo e gentilezza dei figli, mantengono la loro dignità con la saggezza di chi osserva ormai la vita dall'alto dei propri anni. Film tra i più importanti della storia del cinema, si apre con una partenza e si conclude con un addio, come molti altri film della maturità di Ozu. Il regista giapponese racconta una storia semplice con i temi portanti della sua filmografia. Conflitto generazionale e cambiamento della società, ritmi, gesti, azioni quotidiane. Ozu racconta in Viaggio a Tokyo la modernità che arriva e travolge i valori della famiglia e della tradizione, l'egoismo che prevale sugli affetti nella nuova società dei consumi. Un apologo morale senza tempo, come i cicli con cui si ripetono le stagioni.

Spunto di riflessione
Mentre i genitori invecchiano e diventano fragili i figli dediti al lavoro, ai divertimenti effimeri della modernità, si disinteressano di loro, magari posteggiandoli definitivamente in qualche ospizio e vantandosi di pagare una retta per una struttura di alto livello. Mentre la giostra della vita materiale va avanti la memoria collettiva e le conquiste dello spirito dell'età della saggezza vanno perdute per sempre.

LINGUA: giapponese
SOTTOTITOLI: italiano, inglese

Good Will Hunting

Good Will Hunting Official Trailer | Throwback Cinema | Ster-Kinekor

Will Hunting è un ragazzo prodigio della classe operaia di Boston che lavora come bidello al MIT. Possiede un genio matematico straordinario, ma un’infanzia traumatica lo ha lasciato con profonde ferite emotive che maschera con un atteggiamento ribelle e autodistruttivo. Dopo un ennesimo scontro con la legge, gli viene data un’ultima possibilità: lavorare con un brillante professore e frequentare delle sedute di terapia.

Good Will Hunting è un’analisi profonda di come il trauma infantile possa bloccare il potenziale di una persona e del potere curativo delle relazioni umane. Will usa la sua intelligenza come un’arma e uno scudo, tenendo tutti a distanza per paura di essere ferito di nuovo. Il suo percorso di auto-sabotaggio è evidente sia nella sua riluttanza ad accettare opportunità professionali sia nella sua incapacità di aprirsi emotivamente nella sua relazione con Skylar.

Il punto di svolta è l’incontro con Sean Maguire, un terapista che, avendo a sua volta affrontato il dolore, riesce a scalfire la corazza di Will. La terapia diventa uno spazio sicuro in cui Will può finalmente confrontarsi con il suo passato e iniziare a credere di meritare amore e successo. Il film dimostra che la vera genialità non è nulla senza la vulnerabilità e che la crescita personale richiede il coraggio di affrontare le proprie paure più profonde, spesso con l’aiuto di qualcuno che crede in noi prima che possiamo farlo noi stessi.

The Tree of Life

THE TREE OF LIFE | Official Australian Trailer

Un architetto di successo di nome Jack è tormentato dai ricordi della sua infanzia nel Texas degli anni ’50 e dalla morte del fratello minore. Il film si snoda come un flusso di coscienza, intrecciando i ricordi frammentati della sua famiglia con visioni cosmiche della nascita dell’universo e dell’evoluzione della vita sulla Terra, ponendo domande fondamentali sul senso dell’esistenza, del dolore e della fede.

L’opera monumentale di Terrence Malick è più una poesia visiva e un’indagine filosofica che un film narrativo tradizionale. The Tree of Life esplora il conflitto eterno tra due principi opposti che governano il mondo, rappresentati dai genitori di Jack: la “Natura” e la “Grazia. Il padre, severo e autoritario, incarna la via della Natura, che è competitiva e cerca di imporsi. La madre, dolce e amorevole, rappresenta la via della Grazia, che accetta, perdona e ama incondizionatamente.

Il percorso di crescita di Jack è un tentativo di riconciliare queste due forze dentro di sé. Attraverso i suoi ricordi, cerca di dare un senso alla perdita e di trovare un posto nel grande schema delle cose. Il film suggerisce che la nostra piccola vita individuale è parte di un mistero molto più vasto e che la consapevolezza si raggiunge accettando la bellezza e il dolore come parti inseparabili dell’esistenza. È un invito a guardare il mondo con meraviglia e a trovare il trascendente nei legami familiari e nei momenti più semplici.

Before Sunrise

Before Sunrise Official Trailer!

Jesse, un giovane americano, e Céline, una studentessa francese, si incontrano su un treno diretto a Vienna. Colpiti da un’immediata e intensa connessione, Jesse convince Céline a scendere dal treno con lui e a trascorrere insieme le ore che lo separano dal suo volo di ritorno per gli Stati Uniti. I due passeggiano per le strade di Vienna, parlando ininterrottamente di vita, amore, sogni e paure.

Il primo capitolo della trilogia di Richard Linklater è un inno al potere trasformativo del dialogo. Il film è quasi interamente composto da una singola, lunga conversazione, ma in essa si racchiude un intero mondo di emozioni e idee. Jesse e Céline, due sconosciuti, raggiungono un livello di intimità e comprensione che molte persone non sperimentano in una vita intera.

Before Sunrise dimostra come una conversazione autentica possa creare una connessione profonda e aprire nuove prospettive su noi stessi e sul mondo. La loro notte a Vienna diventa uno spazio magico, sospeso nel tempo, in cui possono essere completamente onesti e vulnerabili. La crescita personale qui è un’esperienza condivisa: attraverso lo scambio di pensieri e sentimenti, entrambi i personaggi vedono le proprie convinzioni riflesse, messe in discussione e arricchite. Il film ci ricorda che la vera avventura, a volte, non è viaggiare in luoghi lontani, ma esplorare l’anima di un’altra persona.

Paterson

Paterson Official Trailer 1 (2016) - Adam Driver Movie

Paterson è un autista di autobus che vive nella città di Paterson, New Jersey. La sua vita è scandita da una routine semplice e immutabile: si sveglia, va al lavoro, scrive poesie su un taccuino segreto, torna a casa dalla sua creativa moglie Laura, porta a spasso il cane e beve una birra nello stesso bar. Il film segue una settimana della sua vita, trovando la bellezza e la poesia nei suoi rituali quotidiani.

Il film di Jim Jarmusch è una celebrazione sommessa e profonda del significato che si può trovare nella monotonia. In un mondo che esalta il successo, il cambiamento e l’azione costante, Paterson trova la sua realizzazione nella stabilità e nell’osservazione. La sua routine non è una prigione, ma una struttura che gli permette di essere pienamente presente e di cogliere la meraviglia nascosta nei dettagli più banali: le conversazioni dei passeggeri, il riflesso della luce su un bicchiere, la simmetria di una scatola di fiammiferi.

La creatività di Paterson, espressa attraverso le sue poesie, è il modo in cui trasforma il quotidiano in sublime. Il film suggerisce che la crescita personale non richiede necessariamente grandi gesti o cambiamenti radicali. Può essere un processo interiore, un modo di guardare il mondo con attenzione e gratitudine. Paterson è un invito a rallentare, a trovare la nostra personale poesia nella vita di tutti i giorni e a capire che una vita semplice può essere straordinariamente ricca.

Ikiru

Kanji Watanabe è un burocrate di mezza età che ha trascorso trent’anni in un lavoro monotono e senza senso, timbrando carte in un ufficio comunale. Quando scopre di avere un cancro allo stomaco e pochi mesi di vita, è costretto a confrontarsi con il vuoto della sua esistenza. Dopo un iniziale tentativo di trovare conforto nei piaceri effimeri, decide di dedicare le sue ultime energie a un singolo, significativo atto di altruismo.

Il capolavoro di Akira Kurosawa, il cui titolo significa “Vivere”, è una delle più potenti meditazioni cinematografiche sulla ricerca di uno scopo di fronte alla mortalità. La diagnosi di Watanabe non è solo una condanna a morte, ma un brusco risveglio. Si rende conto di non aver mai veramente vissuto, ma di essere stato una “mummia” per la maggior parte della sua vita.

La sua trasformazione da burocrate passivo a tenace sostenitore della costruzione di un parco giochi per bambini in un quartiere povero è un commovente percorso di redenzione. Il film dimostra che non è mai troppo tardi per dare un senso alla propria vita. La crescita di Watanabe sta nel capire che il significato non si trova nell’auto-indulgenza, ma nel servizio agli altri. Il suo singolo atto di bene, compiuto contro l’indifferenza e l’ostruzionismo della stessa burocrazia di cui faceva parte, lo rende immortale nel ricordo della comunità che ha aiutato.

Another Round

ANOTHER ROUND (Druk) Trailer

Quattro insegnanti di liceo, annoiati e insoddisfatti delle loro vite, decidono di mettere alla prova una teoria pseudoscientifica secondo cui gli esseri umani nascono con una carenza di alcol nel sangue. Iniziano un esperimento: mantenere un livello alcolemico costante durante il giorno per ritrovare la vitalità e la creatività perdute. Inizialmente, i risultati sono sorprendentemente positivi.

Another Round (Druk) di Thomas Vinterberg è un’esplorazione agrodolce e complessa della crisi di mezza età e dell’ambiguo ruolo dell’alcol nella nostra cultura. Il film non è un semplice monito contro l’alcolismo, ma un’indagine più profonda sul desiderio umano di sfuggire alla monotonia e di sentirsi di nuovo vivi. L’alcol diventa un catalizzatore che, all’inizio, sembra liberare i protagonisti dalle loro inibizioni, rendendoli insegnanti migliori, mariti più presenti e amici più allegri.

Tuttavia, l’esperimento presto sfugge di mano, rivelando il lato distruttivo della loro ricerca di euforia. Il film cammina su un filo sottile tra commedia e tragedia, mostrando come la stessa sostanza che promette libertà possa portare alla rovina. La crescita personale, qui, è un percorso doloroso di consapevolezza. I personaggi devono confrontarsi con le conseguenze delle loro azioni e capire che non esistono scorciatoie per la felicità. Il finale, catartico e ambiguo, celebra la vita in tutta la sua dolorosa e gioiosa complessità.

C’mon C’mon

C'mon C'mon | Official Trailer HD | A24

Johnny, un giornalista radiofonico emotivamente bloccato, sta lavorando a un progetto in cui intervista bambini e ragazzi in tutta l’America sul loro futuro. Si ritrova inaspettatamente a dover badare al suo precoce e complesso nipote di nove anni, Jesse, mentre sua sorella si occupa del marito, affetto da problemi di salute mentale. Quello che inizia come un dovere si trasforma in un viaggio che cambierà entrambi.

Girato in un elegante bianco e nero, C’mon C’mon di Mike Mills è un film tenero e profondo sulla connessione intergenerazionale e sulla difficoltà di comunicare i nostri sentimenti più profondi. Il rapporto tra Johnny e Jesse diventa uno specchio in cui entrambi sono costretti a guardarsi. Johnny, abituato a osservare la vita degli altri da una distanza di sicurezza, è costretto a confrontarsi con la propria vulnerabilità e il proprio passato irrisolto.

Attraverso le domande oneste e spesso disarmanti di Jesse, e le interviste con i giovani che incontra, Johnny riscopre il mondo con uno sguardo nuovo. Il film suggerisce che la crescita personale spesso avviene quando ci apriamo all’ascolto, specialmente alla prospettiva di chi è diverso da noi. È un promemoria che, non importa quanti anni abbiamo, siamo tutti “lavori in corso” e che prendersi cura di un altro può essere il modo più efficace per imparare a prenderci cura di noi stessi.

Aftersun

Aftersun Trailer #1 (2022)

Vent’anni dopo una vacanza in Turchia con suo padre, Sophie, ormai adulta, ripensa a quei giorni attraverso i suoi ricordi frammentati e le vecchie videocassette. All’epoca undicenne, vedeva suo padre Calum come una figura amorevole e divertente, anche se a volte enigmatico. Ora, con lo sguardo del tempo, cerca di decifrare i segni della depressione e della lotta interiore che lui nascondeva dietro un sorriso.

L’esordio folgorante di Charlotte Wells, Aftersun, è un’opera di straordinaria sensibilità sulla memoria, il lutto non detto e il tentativo struggente di comprendere un genitore come persona, al di là del suo ruolo. Il film non offre risposte chiare, ma ci immerge nell’esperienza soggettiva del ricordo. Come Sophie, assembliamo frammenti di conversazioni, gesti e silenzi, cercando di dare un senso a un dolore che all’epoca non potevamo capire.

La pellicola esplora il divario incolmabile che a volte esiste tra genitori e figli e la consapevolezza dolorosa che non potremo mai conoscere completamente le persone che amiamo. La crescita di Sophie adulta sta nel tentativo di riconciliare l’immagine idealizzata del padre della sua infanzia con la realtà di un uomo che soffriva in silenzio. Aftersun è una meditazione potente su come i nostri ricordi ci plasmano e su come l’amore persista anche nell’incertezza e nell’assenza.

The Worst Person in the World

CAPTAIN FANTASTIC | Official HD Trailer

Julie sta per compiere trent’anni e la sua vita è un caos. Nel corso di quattro anni, naviga tra relazioni amorose, cambi di carriera e una costante ricerca di identità. Passa dalla medicina alla psicologia, poi alla fotografia, incapace di decidere chi vuole essere. Allo stesso modo, oscilla tra la stabilità di una relazione con Aksel, un fumettista più grande di lei, e la passione spontanea per Eivind, un ragazzo incontrato a una festa.

Il film di Joachim Trier, capitolo finale della sua “Trilogia di Oslo”, è un ritratto brillante, divertente e commovente dell’incertezza della vita moderna. Strutturato in dodici capitoli, un prologo e un epilogo, il film cattura perfettamente la sensazione di essere “la persona peggiore del mondo” quando non si riesce a conformarsi alle aspettative della società o a prendere decisioni definitive.

La crescita di Julie non segue un percorso lineare. È un processo disordinato, fatto di tentativi ed errori, di gioie intense e dolori profondi. Il film non la giudica, ma celebra la sua libertà di esplorare e di cambiare idea. La sua consapevolezza emerge dall’accettazione che la vita non è una serie di scelte giuste o sbagliate, ma un flusso continuo di esperienze. The Worst Person in the World è un inno a chi si sente perso, un promemoria che trovare sé stessi è un viaggio, non una destinazione.

Yi Yi (A One and a Two…)

YIYI - Official 4K Restoration Trailer

Il film segue le vite intrecciate di tre generazioni di una famiglia della classe media di Taipei, i Jian, nell’arco di un anno. Dal matrimonio che apre la storia al funerale che la chiude, ogni membro della famiglia affronta una propria crisi personale: il padre NJ riconsidera un amore passato, la madre Min-Min cerca un significato spirituale, la figlia adolescente Ting-Ting sperimenta il primo amore e il figlio più piccolo, Yang-Yang, usa una macchina fotografica per mostrare alle persone “ciò che non possono vedere”.

Il capolavoro del regista taiwanese Edward Yang, Yi Yi, è una sinfonia della vita quotidiana, un’esplorazione profonda e compassionevole delle gioie, dei dolori e delle complessità dell’esistenza umana. Il film si basa su una semplice ma profonda premessa, espressa dal piccolo Yang-Yang: poiché possiamo vedere solo davanti a noi, conosciamo solo metà della verità. La sua missione di fotografare la nuca delle persone è una metafora della ricerca di una prospettiva più completa.

Ogni personaggio è un universo a sé, ma le loro storie si riflettono e si illuminano a vicenda. Il film suggerisce che la crescita personale deriva dalla capacità di vedere la vita da più punti di vista: il nostro, quello degli altri, il passato, il presente e il futuro. Con un ritmo calmo e contemplativo, Yi Yi ci invita a riflettere sulle nostre vite, sui nostri rimpianti e sulle nostre speranze, mostrandoci che anche nell’ordinario si può trovare una straordinaria profondità.

The Diving Bell and the Butterfly

Le Scaphandre et le papillon - trailer

Jean-Dominique Bauby, carismatico caporedattore della rivista francese “Elle”, si risveglia dopo un ictus devastante. È completamente paralizzato, affetto dalla “sindrome locked-in”: il suo corpo è una prigione immobile, una “campana da palombaro”, ma la sua mente è lucida e attiva come sempre. L’unica cosa che può muovere è la palpebra sinistra. Con questo unico mezzo di comunicazione, decide di dettare le sue memorie.

Basato sulla storia vera di Bauby, il film di Julian Schnabel è una testimonianza mozzafiato della resilienza dello spirito umano. La pellicola ci immerge nella prospettiva soggettiva di “Jean-Do”, facendoci vedere il mondo attraverso il suo unico occhio funzionante. Nonostante la sua condizione terrificante, la sua mente rimane una “farfalla” libera di volare attraverso i regni della memoria e dell’immaginazione.

La crescita qui è un atto di pura volontà e creatività. Bauby si rifiuta di essere definito dalla sua paralisi. Attraverso il ricordo dei suoi amori, dei suoi viaggi e delle sue relazioni, e con l’aiuto di un’incredibile squadra di terapisti, trasforma la sua tragedia in un’opera d’arte. Il film è un potente promemoria che, anche nelle circostanze più estreme, la nostra libertà interiore non può essere imprigionata. La nostra capacità di immaginare, ricordare e creare è la nostra risorsa più preziosa per trovare significato e bellezza.

Waking Life

Waking Life (2001) Original Trailer [FHD]

Un giovane senza nome si ritrova intrappolato in uno stato di sogno perpetuo. Si muove attraverso una serie di scenari onirici, incontrando una varietà di personaggi che intrattengono conversazioni filosofiche sulla natura della realtà, la coscienza, il libero arbitrio, il significato della vita e la morte. Ogni tentativo di svegliarsi lo conduce semplicemente in un altro sogno, rendendo sempre più labile il confine tra il mondo onirico e la veglia.

L’innovativo film di Richard Linklater, realizzato con la tecnica del rotoscopio che anima digitalmente le riprese dal vivo, è un’immersione vertiginosa nel flusso della coscienza. Waking Life non ha una trama tradizionale; è un’esplorazione di idee, un collage di pensieri e teorie che invitano lo spettatore a interrogarsi sulle proprie percezioni e convinzioni. Il film è un’ode al sogno lucido, la capacità di essere consapevoli di sognare mentre si sogna.

La crescita personale in Waking Life è un processo puramente intellettuale e spirituale. Il protagonista (e con lui lo spettatore) è chiamato a un continuo esercizio di messa in discussione. Il film suggerisce che la vita stessa potrebbe essere un sogno da cui dobbiamo “svegliarci”, non in senso letterale, ma raggiungendo un livello superiore di consapevolezza. È un invito a non vivere passivamente, ma a partecipare attivamente alla creazione della nostra realtà, riconoscendo che ogni momento è un’opportunità per scegliere, pensare e essere presenti.

A Separation

A Separation | Official Trailer HD (2011)

Una coppia della classe media di Teheran, Nader e Simin, è in disaccordo sul futuro della famiglia. Simin vuole lasciare l’Iran per offrire una vita migliore alla figlia, mentre Nader si rifiuta di abbandonare il padre anziano affetto da Alzheimer. La loro separazione innesca una catena di eventi che coinvolge una badante religiosa e la sua famiglia, portando a un groviglio di bugie, accuse e dilemmi morali che mettono tutti di fronte a scelte impossibili.

. A Separation va ben oltre il dramma familiare, diventando un’acuta analisi delle fratture sociali, culturali e di classe nell’Iran contemporaneo. Ogni personaggio agisce secondo quella che crede essere la cosa giusta, ma le loro azioni hanno conseguenze devastanti e imprevedibili.

Il film è un potente studio sulle scelte morali e sulla natura scivolosa della verità. Non ci sono eroi o cattivi, solo persone imperfette intrappolate in circostanze difficili. La crescita, in questo contesto, è dolorosa e spesso incompleta. I personaggi sono costretti a confrontarsi con i limiti della propria etica e con l’impatto delle loro decisioni sugli altri. Farhadi non offre soluzioni, ma ci lascia con domande profonde sulla responsabilità, la giustizia e il prezzo che paghiamo per le nostre bugie, anche quelle a fin di bene.

Manchester by the Sea

Manchester By The Sea // Trailer (NL/FR SUB) (Universal Pictures Belgium)

Lee Chandler è un uomo solitario e irascibile che lavora come tuttofare a Boston, vivendo una vita di isolamento autoimposto. La morte improvvisa di suo fratello maggiore lo costringe a tornare nella sua città natale, Manchester-by-the-Sea, dove scopre di essere stato nominato tutore legale del nipote adolescente. Il ritorno lo costringe a confrontarsi con un passato tragico che lo ha lasciato emotivamente paralizzato.

Il film di Kenneth Lonergan è un ritratto straziante e incredibilmente realistico del lutto e del trauma. A differenza di molte narrazioni cinematografiche, Manchester by the Sea rifiuta l’idea di una guarigione catartica e risolutiva. Il dolore di Lee non è qualcosa che può essere “superato” o “risolto”. È una ferita così profonda da essere diventata parte integrante della sua identità.

La crescita personale, per Lee, non consiste nel tornare a essere la persona che era prima della tragedia. Questo è impossibile. Consiste, invece, nel piccolo, eroico sforzo di continuare a funzionare, di prendersi cura del nipote nel miglior modo possibile e di imparare a convivere con un dolore insopportabile. Il film è una potente affermazione che non tutti i traumi possono essere guariti e che, a volte, la massima forma di coraggio è semplicemente riuscire a sopportare il peso del proprio passato senza crollare del tutto.

Call Me by Your Name

Call Me By Your Name | Official Trailer HD (2017)

Nell’estate del 1983, nel nord Italia, il diciassettenne Elio, un ragazzo colto e sensibile, trascorre le vacanze nella villa di famiglia. La sua vita viene sconvolta dall’arrivo di Oliver, un affascinante studente americano che lavora come assistente di suo padre. Tra gite in bicicletta, nuotate e discussioni intellettuali, tra i due nasce un’attrazione travolgente che si trasforma in un primo amore indimenticabile.

Il film di Luca Guadagnino è un racconto di formazione sensuale e struggente, una celebrazione dell’intensità e della vulnerabilità del primo amore. La pellicola cattura magistralmente l’atmosfera languida e sognante di un’estate italiana, che diventa lo scenario perfetto per la scoperta di sé di Elio. La sua relazione con Oliver non è solo un risveglio sessuale, ma anche un profondo viaggio emotivo e intellettuale.

Il film esplora l’importanza di accogliere ogni esperienza, sia la gioia estatica che il dolore inevitabile della perdita. Il famoso monologo del padre di Elio verso la fine del film è un manifesto sulla crescita personale: un invito a non soffocare i propri sentimenti per paura di soffrire, perché così facendo si finisce per non provare più nulla. Call Me by Your Name ci ricorda che le nostre ferite e le nostre gioie ci rendono chi siamo e che ogni amore, per quanto breve, ci plasma per sempre.

Portrait of a Lady on Fire

PORTRAIT OF A LADY ON FIRE - Official Trailer (Noémie Merlant, Adèle Haenel) | AMC Theatres (2020)

Alla fine del XVIII secolo, Marianne, una giovane pittrice, viene ingaggiata per dipingere il ritratto di nozze di Héloïse, una ragazza appena uscita dal convento e destinata a un matrimonio che non desidera. Poiché Héloïse si rifiuta di posare, Marianne deve osservarla di giorno per poi dipingerla in segreto di notte. Tra le due donne, in un isolamento quasi totale su un’isola bretone, nasce un’intimità profonda e un amore proibito.

Il film di Céline Sciamma è un capolavoro sulla potenza dello sguardo, sulla memoria e sulla creazione di un amore egualitario. La dinamica tra pittrice e modella si trasforma presto in uno scambio reciproco. “Se tu guardi me, chi guardo io?” chiede Héloïse, sovvertendo il rapporto di potere tradizionale. Il loro amore si costruisce attraverso questo sguardo condiviso, un atto di osservazione che è anche un atto di riconoscimento e comprensione profonda.

L’arte e la memoria diventano strumenti per preservare un amore che le convenzioni sociali del tempo non possono permettere. Il ritratto non è più solo un’immagine, ma la testimonianza di un legame, un ricordo indelebile. La crescita delle due donne risiede nella breve ma intensa libertà che si concedono a vicenda, creando un mondo tutto loro, basato sull’uguaglianza e sul desiderio. Il film è una riflessione potente su come l’amore, anche quando è destinato a finire, possa plasmare la nostra identità per sempre.

Minari

Official Trailer MINARI (2020, Steven Yeun, Han Ye-ri, Alan Kim, Will Patton)

Negli anni ’80, una famiglia di immigrati coreani si trasferisce dalla California a una remota fattoria in Arkansas, inseguendo il sogno del padre, Jacob, di diventare un agricoltore di successo. Mentre Jacob investe tutte le sue speranze e i suoi risparmi nella terra, la moglie Monica è scettica e preoccupata per la stabilità della famiglia. L’arrivo della nonna dalla Corea porta scompiglio, ma anche un inaspettato senso di radicamento.

Minari di Lee Isaac Chung è una storia tenera e profondamente personale sulla resilienza e sulla ridefinizione del sogno americano. Il film offre una prospettiva intima sull’esperienza dell’immigrazione, concentrandosi non tanto sullo scontro culturale con l’esterno, quanto sulle tensioni e sui legami all’interno della famiglia stessa. Il sogno di Jacob non è solo economico, ma è un disperato tentativo di creare qualcosa di suo, di dimostrare il proprio valore.

Il titolo del film si riferisce a una pianta coreana che può crescere ovunque, un simbolo della capacità della famiglia di adattarsi e prosperare anche nelle condizioni più difficili. La crescita, qui, è un processo collettivo. La famiglia deve imparare a superare le avversità non solo della terra, ma anche dei propri conflitti interni. Il film ci insegna che le vere radici non sono nel suolo, ma nei legami familiari e nella cultura che ci portiamo dentro, e che la vera ricchezza è la capacità di ricominciare insieme.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

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Immagine di Fabio Del Greco

Fabio Del Greco

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