Intervista a Valerio Graglia, per Indiecinema FF

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Intervistato da Emanuele Di Nicola, parla il regista di “Monstre”, originalissimo cortometraggio italiano in concorso alla seconda edizione di Indiecinema Film Festival!

Il giovane Valerio Graglia è l’autore di Monstre – Nightmares worth more than money, uno dei cortometraggi più sorprendenti della seconda edizione di Indiecinema Film Festival: vi convivono una graffiante ironia, amore per l’horror e suggestioni meta-cinematografiche. Lo ha intervistato per il nostro blog uno storico collaboratore del festival, il saggista e critico cinematografico Emanuele Di Nicola!

Monstre: le origini del corto

Il tuo cortometraggio racconta la storia di alcuni ragazzi che vogliono girare un corto. È quindi un meta-cortometraggio, in un certo senso. Come ti è venuta l’idea?

L’idea nasce da alcuni racconti scritti negli anni passati ispirati dalla quotidianità che stavamo vivendo. La mia voglia di passare dal settore del documentario a quello propriamente fictional, quella di Flavio (il protagonista) di uscire dalle maglie del caratterista e interpretare un ruolo che non fosse appunto il classico “romanaccio”; però la mia tendenza verso l’horror, genere al quale sono intimamente appassionato, è emersa con prepotenza. Abbiamo così cucito su di noi una storia che avesse quei connotati orrorifici senza però rinunciare alla base di quei racconti: ci siamo così ritrovati con un trattamento che abbiamo definito observetional, definizione rubata dalla comicità, specialmente quella stand-up, dove si parte dalla propria condizione reale per poi sviluppare la narrazione. In questo caso squisitamente horror.

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Tra meta-cinema, autarchia, horror e stand-up

Senza anticipare nulla a chi deve vederlo, si può forse dire che “Monstre” va letto anche come metafora della difficoltà di fare cinema indipendente oggi?

Date le premesse, certamente la frustrazione del cinema indipendente non è soltanto centrale ma estremizzata durante il racconto. Gli incubi messi in scena sono direttamente proporzionali alle paure e alle delusioni vissute nella quotidianità.

Il registro è molto onirico, ovvero esce dal realismo che spesso caratterizza le produzioni italiane. Quali sono i registi e gli sguardi a cui ti sei ispirato?

Nonostante il mio amore per il genere horror e le sue deformazioni, una grande ispirazione deriva dalla serie firmata dal comico Louis C.K “Louie”, che inscenava quello che eravamo abituati a sentire nei suoi spettacoli o monologhi. Altra ispirazione importante è quella molto classica di Wes Craven, che sebbene non sia forse tra i miei preferiti ha un posto speciale nella mia memoria pre-adolescenziale. Infine c’è una voglia smodata di creare dei momenti di sospensione dal tempo, e perché no dallo spazio, provenienti in parte da Lynch e in parte da Satoshi Kon.

Le riprese e la difficoltà di fare cinema indipendente in Italia

Com’è stata la lavorazione, quanto ci avete messo a finirlo?

Per quanto breve, l’opera porta con sé il concetto di realizzarla al massimo delle nostre potenzialità. I giorni di ripresa sono stati appena 6, spalmati nel corso di qualche mese, ed un’altra parte importante è stata presa dalla postproduzione audio e video. Naturalmente il fattore pandemico ha giocato purtroppo un ruolo importante nei ritardi dell’intero processore.

In generale, quali sono le difficoltà di fare cinema indipendente in Italia oggi? E quali le soddisfazioni?

Ci sono difficoltà connaturate al settore, onnipresenti in qualsiasi epoca ci si trovi, almeno così ritengo. La difficoltà più grande di fronte a cui ci ritroviamo è però quella di trovare gli spazi per la promozione, spazi che non siano solo autoreferenziale agli appassionati del cinema indipendente ma che consentano una progressiva diffusione dell’opera. Ci si barcamena tra eventi, festival, rassegne italiane ed internazionali ma spesso in modo scollato rispetto ad una promozione organica. Se parliamo di soddisfazioni, affrontare tutto il processo creativo, con la propria crew, con persone che si conoscono e si stimano, è decisamente impagabile!

Riguardo invece alla distribuzione e alle prospettive che si sono venute a creare?

Per quanto ambizioso o addirittura fantastico possa suonare, la voglia comune di UnLess è trovare un compromesso tra produzione e distribuzione: Monstre è un progetto pensato e scritto per essere serializzato, e abbiamo scelto di non fermarci di fronte altre possibilità o deviazione di percorso che ne avrebbero stravolto la sua natura. Vogliamo puntare in direzione di quello che riteniamo il percorso migliore per la sua dignità artistica.

Emanuele Di Nicola

Stefano Coccia

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