La Guida al Cinema Erotico d’Autore

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Ecco una selezione curata di film che incarnano perfettamente l’esplorazione audace e senza compromessi dell’erotismo nel cinema indipendente e d’autore. Queste opere vanno oltre la semplice rappresentazione, utilizzando il corpo e la sessualità come un linguaggio per sondare le profondità della psiche umana, sfidare le convenzioni sociali e interrogare la natura stessa del desiderio.

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Il cinema d’essai, o cinema d’autore, non è semplicemente un circuito di distribuzione, ma uno spazio filosofico dedicato alla libertà espressiva. A differenza delle produzioni commerciali, che spesso addomesticano la sessualità in trame romantiche o la riducono a spettacolo sterilizzato, il cinema indipendente si avventura nei territori più scomodi e complessi dell’esperienza umana. Qui, l’erotismo raramente è fine a se stesso; diventa piuttosto uno strumento di indagine, un bisturi con cui sezionare le strutture del potere, le dinamiche psicologiche e le ipocrisie della società.

Fin dalle sue origini, con i primi cortometraggi clandestini e le opere rivoluzionarie di figure come Pier Paolo Pasolini o Andy Warhol, il cinema che osa mostrare il corpo in modo esplicito ha sempre avuto una carica sovversiva. Questi registi hanno capito che rappresentare l’eros senza filtri significava sfidare le norme e il potere costituito. Nasce così un “cinema del corpo”, dove la fisicità non è solo un tema, ma il principale veicolo narrativo e filosofico.

In questa guida, esploreremo film in cui la trasgressione non è l’obiettivo, ma il metodo. L’immagine esplicita, a volte brutale, è un mezzo necessario per smantellare i tabù che il cinema mainstream tende a rafforzare. L’atto erotico si trasforma in atto politico, in confessione psicologica, in affermazione filosofica. Questi film non cercano di rassicurare, ma di scuotere, costringendo lo spettatore a confrontarsi con le proprie certezze e a guardare l’umanità nella sua forma più cruda, vulnerabile e autentica.

Daydream (1964)

Daydream (白日夢 Hakujitsumu) [1964] (trailer).

È un film erotico giapponese del 1964. È stato il primo film erotico ad avere un grande budget e anche un lancio mainstream in Giappone, ed è stato anche mostrato al Festival del cinema di Venezia.  Il regista Tetsuji Takechi ha ripreso il film in variazioni hardcore nel 1981 e anche nel 1987. Entrambi questi remake hanno avuto come protagonista la starlet Kyōko Aizome.

Il film è liberamente basato su un racconto del 1926 di Jun’ichirō Tanizaki, pubblicato a Chūōkōron nel settembre 1926. Il film si apre con un artista e una ragazza che rimangono nella sala di attesa di un dentista. È attratto dalla donna. Quando all’artista viene somministrato un anestetico, inizia a pensare a una raccolta di scene in cui la donna subisce numerosi tipi di violenza sessuale da parte del dentista, consistenti in stupri e abusi.  Quando il musicista si riprende dall’anestetico, scopre segni di morsi sul seno della donna, dimostrando che potrebbe non aver sognato. 

Embrione (1966)

The Embryo Hunts in Secret (Intro)

È il primo film realizzato dal regista giapponese Kōji Wakamatsu in modo indipendente da qualsiasi tipo di studio cinematografico. È stato lanciato pochi mesi dopo che aveva lasciato Nikkatsu e aveva anche creato la sua attività, la Wakamatsu Productions. Un uomo tiene rinchiusa sua moglie nel suo monolocale e abusa anche di lei. È nuda, imprigionata con diversi tipi di catene, frustata e anche ferita con una lama di rasoio. Allo stesso modo le spazzola i capelli, usa cosmetici su di lei, crolla psicologicamente e piange in posizione fetale. Alla fine la donna si assicura la libertà e ha anche la sua vendetta.

Trans-Europ-Express (1966)

Trans-Europ-Express - Trailer

È un film erotico del 1966 scritto e diretto da Alain Robbe-Grillet e interpretato da Jean-Louis Trintignant e anche da Marie-France Pisier. Il titolo descrive il Trans Europ Express, all’epoca una rete ferroviaria mondiale in Europa.  Un gruppo di scrittori crea una storia cinematografica durante un viaggio in treno ad Anversa, intervallato da un film nel film su un trafficante di droga e una prostituta. Il film nel film include un francese di nome Elias che porta la sua prima spedizione di droga da Parigi ad Anversa sul Trans Europ Express.  Lì passa da un intermediario a un altro e, con il passare del tempo, fa un sogno di stupro con una prostituta di nome Eva. 

I Am Curious (1967)

I Am Curious (Blue)- Deleted Scene

È un film erotico svedese del 1967 scritto e diretto anche da Vilgot Sjöman, con Sjöman e Lena Nyman. È un film collegato ad I Wonder del 1968 e doveva essere un unico film di 4 ore. Il regista Vilgot Sjömanvuole realizzare un film sociale con protagonista la sua amante Lena Nyman, una giovane studentessa teatrale che ha interesse per i problemi sociali.

Il personaggio di Nyman, chiamata anche Lena, vive con suo padre in un monolocale a Stoccolma ed è guidata da un ardente interesse per la giustizia sociale e dal bisogno di conoscere il mondo, le relazioni e le persone. Il suo piccolo spazio è pieno di pubblicazioni, scatole e documenti pieni di ritagli su argomenti come “credenze religiose” e anche “ragazzi”, oltre a dati su ciascuno dei 23 ragazzi con cui ha fatto l’amore.

Angeli violati (1967)

Violated Angels laughing

È un film erotico realizzato dal regista giapponese Kōji Wakamatsu nel 1967. Il film più popolare di Wakamatsu, è basato sull’omicidio di massa di Richard Speck nel 1966. Un ragazzo entra in una  residenza per infermiere e stermina uno per uno le infermiere presenti. Nell’usanza dei vari altri Pinku eiga di Wakamatsu, c’è molta sessualità e anche nudità. Molti degli omicidi si svolgono fuori dallo schermo. Come vari altri casi nel lavoro di Wakamatsu, la semplicità della storia gli dona la forma di un “haiku erotico.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

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Inga – Io ho voglia… (1968)

Inga (1968) | Trailer | Marie Liljedahl | Monica Strömmerstedt | Thomas Ungewitter

È un film erotico di sexploitation svedese del 1968 diretto da Joseph W. Sarno. Tre anni dopo, Sarno ha diretto il seguito The Seduction of Inga. Dopo la morte di sua madre, Inga viene mandata a vivere con la sua diaboluca zia Greta, che cerca di farla diventare la fidanzata di un ricco uomo anziano per saldare i debiti finanziari. La strategia si ritorce contro quando Karl, il giovane amante di Greta, si innamora di Inga e fugge con lei.

Su su per la seconda volta vergine (1969)

yuke yuke nidome no shojo/Go, Go Second Time Virgin (1969)

È un film giapponese del 1969 di Kōji Wakamatsu. Poppo, un’adolescente, viene stuprata da 4 ragazzini sul tetto di un appartamento di sette piani. Lei, disperata, chiede loro di ammazzarla, ma i ragazzi la deridono e se ne vanno. Tsukio, un ragazzo adolescente, ha assistito allo stupro passivamente. Per una notte e un giorno, Poppo e Tsukio iniziano una collaborazione, informandosi a vicenda del loro passato difficile e riflettendo sul loro destino. Poppo ricorda uno stupro precedente. In un ricordo sfumato, Tsukio racconta della sua violenza sessuale con 4 amici, in cui hanno pugnalato e ucciso la ragazza.  Poppo chiede costantemente a Tsukio di uccidere la ragazza, ma lui rifiuta.

Il Decameron (1971)

Il Decameron (1971) ITALIAN TRAILER [HD 1080p]

E’ un film a episodi del 1971 scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini, basato sui racconti del XIV secolo di Giovanni Boccaccio. È il primo film della Trilogia della vita di Pasolini, gli altri sono I racconti di Canterbury e Mille e una notte. Ogni film è un adattamento di una varietà di opere letterarie senza tempo. Le storie hanno un’abbondante nudità, sesso, farsa e anche umorismo scatologico. Lo scopo di Pasolini non era quello di ricreare in modo coerente i personaggi di Boccaccio, ma di criticare il mondo moderno attraverso l’uso simbolico dei temi esistenti nei racconti. Le storie sono spesso ambientate nell’Italia meridionale e l’uso massiccio della lingua napoletana viene utilizzato per rappresentare la persecuzione e lo sfruttamento finanziario dell’area più povera da parte delle zone più ricche del nord Italia.

Il film è entrato a far parte del 21° Festival Internazionale del Cinema di Berlino, dove ha vinto l’Orso d’Argento. Nonostante il successo e gli elogi di questo film, Pasolini è rimasto turbato dai numerosi tagli della censura al film. Ha considerato questi un affronto al messaggio anticapitalista. 2 interi racconti sono stati rimossi dal film: la favola di Girolamo e Salvestra e la favola di Rustico e Alibech. Pasolini ha eliminato Girolamo poiché riteneva che fosse un racconto debole e ha tagliato la sequenza di Alibech perché intendeva conservare i paesaggi dello Yemen per il suo film successivo Arabian Nights, il terzo film della sua Trilogia della vita. Il film è stato il terzo più importante incasso in Italia nel 1971 con 11.167.557 spettatori dietro Il Padrino e … continuavano a chiamarlo Trinità. È stato il 21esimo film più importante in Italia di tutti i tempi ed è anche attualmente valutato 25esimo.

I diavoli (1971)

The Devils (1971) - Trailer

E’ un film storico del 1971 scritto e diretto da Ken Russell e interpretato da Oliver Reed e Vanessa Redgrave. Un resoconto storico dell’autunno di Urbain Grandier, un ecclesiastico cattolico romano del XVII secolo accusato di stregoneria a Loudun, in Francia, la storia si concentra anche su suor Jeanne des Anges, una religiosa sessualmente repressa che lo incolpa.

Una coproduzione tra il Regno Unito e anche gli Stati Uniti, The Devils è in parte adattato dalla pubblicazione di saggistica del 1952 The Devils of Loudun di Aldous Huxley, oltre alla successiva opera teatrale di John Whiting del 1960 The Devils. La United Artists ha originariamente presentato il progetto a Russell, ma si è tirata indietro dopo aver esaminato la sceneggiatura del film, poiché ritenevano che fosse troppo estrema. Warner Bros. accettò di produrre il film e la registrazione avvenne ai Pinewood Studios alla fine del 1970.

La rappresentazione visiva della violenza, della fede e della sessualità ha suscitato una risposta violenta da parte della censura, e inizialmente ha anche ottenuto una classifica X sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti. Fu bandito in un certo numero di nazioni e anche molto modificato per essere distribuito in altre nazioni. I critici cinematografici hanno respinto il film per il suo contenuto. Russel ha vinto il premio come miglior regista alla 33a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Una correzione del taglio del regista di è stata presentata per la prima volta nel Regno Unito nel 2002.

La storia si concentra sui temi di repressione legata al sesso e sulla corruzione politica. Il film è stato riconosciuto come uno dei più controversi da varie riviste e critici, ed è rimasto vietato in Finlandia fino al 2001. Il film fu apertamente condannato dal Vaticano, che, pur riconoscendogli qualche qualità creativa, chiese che venissero sospese le sue proiezioni alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. E’ stato definito una “grande festa per deviati sessuali e sadici.

Women Convict Scorpion: Beast Stable (1973)

Female Prisoner Scorpion: Beast Stable Original Trailer (Shunya Ito, 1973)

E’ un film realizzato dalla Toei Company nel 1973. È il terzo della serie Female Convict Scorpion. L’attrice Meiko Kaji e il regista Shunya Itō sono presenti in tutti e 3 i film. Matsushima è fuori dal carcere e in fuga dalle autorità, ricercata per evasione e omicidio. Sul suo cammino c’è l’investigatore Kondo (Mikio Narita). Cerca rifugio presso una signora che ha un fratello con un handicap psicologico. Dopo che il fratello ha cercato di stuprare Matsushima, lei lo colpisce con una lama come avvertimento. La donna alla fine rivela che suo fratello abusa regolarmente di lei. La cercano sia un ex detenuto che la polizia.

Ichijo’s Wet Lust (1972)

Lust Caution Movie की कहानी / एक खूबसूरत चीनी जासूस, जो अपने दुश्मन के प्यार में पड गई / Explained

E’ un film giapponese del 1972 della collezione Nikkatsu, diretto da Tatsumi Kumashiro e interpretato dalla famosa ballerina di pole dance Sayuri Ichijō nei panni di se stessa, che recita insieme a Kazuko Shirakawa e Hiroko Isayama. Considerato tra i film più efficaci della serie, nel 1999 i critici giapponesi lo hanno eletto tra i 100 film giapponesi ideali del XX secolo.

La famosa pole dancer nella vita reale Sayuri Ichijō interpreta a se stessa in questo racconto immaginario della sua vita quotidiana. La storia racconta le relazioni di Ichijō con 2 uomini: il suo amante e il proprietario dello strip club. Ichijō considera il suo lavoro nella danza erotica una forma d’arte e si spinge ai limiti di quello che è consentito fare. Harumi, una ballerina più giovane, vuole superare Ichijō, e nella competizione si crea un’estremizzazione degli spettacoli di spogliarello, che portano a continui problemi con la polizia. 

L’attrice principale Sayuri Ichijō è stata apprezzata per la sua interpretazione in questo film per la sua grinta, passione e ironia che elevano il film in un dramma divertente che trascende il suo genere. Sayuri interpreta numeri di spogliarello molto erotici che includono perversioni, sadomasochismo, torture con cera di candela e catene.

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Ultimo tango a Parigi (1972)

Last Tango In Paris (1973)

È un film erotico del 1972 diretto da Bernardo Bertolucci. Il film è interpretato da Marlon Brando, Maria Schneider e Jean-Pierre Léaud, e ritrae un americano vedovo che inizia una relazione sessuale con una giovane donna parigina. Il film è stato presentato in anteprima al New York Film Festival il 14 ottobre 1972 e ha anche guadagnato $ 36 milioni nel suo lancio nelle sale statunitensi, diventando così il settimo film di maggior incasso del 1973. 

La rappresentazione cruda del film del sesso e anche il caos psicologico dei personaggi ha portato a controversie globali e ha attirato diversi gradi di censura dei governi in vari territori. Al momento del lancio negli Stati Uniti, la MPAA ha dato al film un punteggio X. United Artists Classics ha lanciato un taglio R-rated nel 1981. Nel 1997, dopo che il film è entrato nella collezione Metro-Goldwyn-Mayer, il film è stato riclassificato come NC-17. In Italia, il film è stato lanciato il 15 dicembre 1972, guadagnando $ 100.000 in 6 giorni. Una settimana dopo, tuttavia, i poliziotti hanno confiscato tutte le copie poiché un procuratore distrettuale, che ha definito il film un porno, e il suo regista è stato perseguito per “volgarità. La sorte del film fu sancita dalla Corte di Cassazione italiana, che sanzionò la distruzione di tutti i duplicati. A Bertolucci è stata data una pena di quattro mesi dietro le sbarre e i suoi diritti civili sono state bloccati per 5 anni.

Saloon Kitty (1976)

Salon Kitty (1976) Trailer

È un film erotico del 1976 diretto da Tinto Brass. Il film è stato coprodotto da Italia, Francia e Germania Ovest. È basato sull’omonima storia di Peter Norden, che racconta gli eventi reali di Salon Kitty, in base alla quale il Sicherheitsdienst ha preso il controllo di un costoso bordello a Berlino, cambiando tutte le prostitute con abili spie, al fine di raccogliere informazioni sui diversi partecipanti alla celebrazione nazista e su personaggi internazionali molto importanti. Viene considerato tra i progenitori dello stile Nazisploitation. La sceneggiatura non fa altro che accumulare le perversioni il più rapidamente possibile, e la caratterizzazione dei personaggi è abbastanza ridicola.

L’esattrice (1987)

"A Taxing Woman" - US theatrical trailer (1988)

È un film giapponese del 1987 scritto e diretto anche da Juzo Itami. Ha vinto innumerevoli riconoscimenti, tra cui 6 importanti riconoscimenti dell’Accademia giapponese. Il personaggio del titolo del film, interpretato da Nobuko Miyamoto, è un investigatrice privata per l’Agenzia fiscale nazionale giapponese che utilizza numerosi metodi per catturare gli evasori fiscali. Apparentemente il regista è stato influenzato a realizzare il film dopo aver avuto enormi tassazioni dopo il suo successo con The Funeral.

Una donna revisore degli obblighi fiscali, Ryōko Itakura, controlla i conti di numerose aziende giapponesi, rivelando guadagni a sorpresa e recuperando anche gli obblighi fiscali scaduti. Un giorno Itakura convince il suo manager a permetterle di esplorare il proprietario di una serie di love resort che sembra essere un evasore fiscale, ma dopo un esame non viene trovata alcuna prova. Durante l’esame il valutatore e il proprietario, Hideki Gondō, stabiliscono un rispetto l’uno per l’altro. Quando la stessa situazione si ripropone, Itakura è nuovamente in grado di esaminare. Durante una serie avanzata di incursioni contro il tasso di interesse del proprietario del resort, trova involontariamente un’area sorpresa con importanti prove incriminanti.

Tokyo Decadence (1992)

Tokyo Decadence (1992) - Dance Scene

E’ un film erotico giapponese diretto da Ryū Murakami con musica di Ryuichi Sakamoto. Il film è stato girato nel 1991 ed è stato lanciato all’inizio del 1992. È interpretato da Miho Nikai ed è stato proibito in numerosi paesi come l’Australia e la Corea del Sud. Il racconto riguarda una prostituta delusa dall’amore che viene abusata da pervertiti e criminali mentre cerca la pace interiore lontano dalla verità che il suo amante è attualmente sposato. 

Ai, una timida studentessa universitaria di 22 anni a Tokyo, lavora come prostituta per un’azienda che soddisfa uomini benestanti e perversi. Per compiacere i suoi clienti, Ai ha bisogno di interpretare fantasiose situazioni sessuali come sadomasochismo e bondage. I primi due terzi del film sono composti in gran parte da quattro sequenze erotiche tra cui sodomia, sadomasochismo e bondage, con giocattoli vibratori erotici e uomini pervertiti. C’è in cui un necrofilo cerca di soffocare la protagonista. Vari altri atti di parafilie e perversioni sono associate a molte delle situazioni del film.

Getting Any? (1995)

Getting Any? (1994) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

E’ un film giapponese del 1995, scritto, diretto, montato e interpretato anche da Takeshi Kitano. Il film è una commedia erotica. Ha rivelato al pubblico Beat Takeshi, inizialmente un intrattenitore manzai, che torna alle sue divertenti origini. Il film include un personaggio la cui fissazione è fare l’amore. Il film ha incontrato scarso riconoscimento in Giappone, dove il suo lancio è stato visto a malapena. Kitano ha dichiarato nel 2003, che esso era uno dei suoi 3 film più amati tra i 10 che aveva già diretto. Secondo lui, questo lavoro è stato la base per molti dei film che hanno seguito, tra cui il famoso Hana-bi, in quanto include tutti i suoi stili ricorrenti, violenza fisica e sofferenza. 

Secondo Kitano, la sua funzione in questo film era quella di prendere in giro se stesso. Voleva anche prendere in giro i giovani giapponesi, quelli nati dopo la seconda guerra mondiale, che erano molto semplici e sinceri quando si trattava di parlare con le donne di fare l’amore. Kitano ha confutato l’accusa di ridicolizzare la cultura giapponese e ha anche dichiarato che il suo obiettivo in questo film era solo far ridere il pubblico.

The Glamorous Life of Sachiko Hanai (2003) 

The Glamorous Life Of Sachiko Hanai - Trailer (Deutsch)

E’ un film erotico presentato inizialmente come film romantico, poi è diventato un cult e il produttore ha autorizzato il regista Mitsuru Meike ad ampliarlo fino alla sua forma attuale. Nel 2007 il film è stato selezionato al Santa Barbara International Film Festival.

Sachiko Hanai (Emi Kuroda) fa la prostitura specializzata in giochi di ruolo legati al sesso o cosplay. Mentre si trova in un bar dopo un lavoro, assiste a un incontro tra 2 uomini, uno nordcoreano e altri del Medio Oriente, che sembrano essere spie. Quando il litigio si trasforma in una sparatoria, Sachiko inizia erroneamente a scattare una foto dell’evento con il cellulare e viene colpita da un proiettile alla tempia. Invece di ucciderla, il proiettile si insedia nella sua mente e fornisce fenomenali poteri psicologici, tra cui la capacità di comprendere lingue di cui prima non aveva comprensione, abilità matematiche avanzate e sesto senso. Dopo essere sopravvissuta scappa dal luogo e individua nella sua tasca un tubo cilindrico d’acciaio con un duplicato del dito del presidente degli Stati Uniti George W. Bush. 

Serve the People (2022)

SERVE THE PEOPLE - Official Trailer [Movie, 2022]

E’ un film erotico sudcoreano del 2022, scritto e diretto anche da Jang Cheol-soo e interpretato anche da Yeon Woo- jin, Ji An, Jo Sung-ha e Kim Ji-chul. Basato sull’omonima storia dell’autore cinese Yan Lianke, mostra l’amore tra Mu Gwang, un soldato, e Su-ryun, la giovane moglie del capo dipartimento, nonché i dissidi interiori di Mu Gwang. Il film è ambientato in una nazione socialista immaginaria molto paragonabile alla Corea del Nord negli anni ’70. Le scene di sesso costituiscono gran parte del film e l’argomento iniziale di satira e resistenza diventa sempre più sfocato con il passare dei minuti, ma il film è sicuramente qualcosa di più di un intrattenimento erotico convenzionale.

Ecco l’impero dei sensi (Ai no corrida)

In the Realm of the Senses (1976) ORIGINAL TRAILER

Nella Tokyo del 1936, la relazione tra la cameriera Sada Abe e il suo datore di lavoro, Kichizo, si trasforma in un’ossessione erotica totalizzante. I due amanti si isolano dal mondo esterno, dedicandosi a una ricerca del piacere sempre più estrema che li condurrà a un tragico e inevitabile epilogo. Basato su un famigerato fatto di cronaca, il film rimane una delle opere più controverse della storia del cinema.

Nagisa Ōshima non realizza un film pornografico, ma un potente manifesto politico. Ambientato durante l’ascesa del militarismo imperialista giapponese, il film contrappone la rigida disciplina dello Stato a un’anarchia dei sensi assoluta e senza compromessi. La stanza in cui si consuma la passione di Sada e Kichizo diventa un microcosmo di ribellione, un mondo a parte governato unicamente dalla legge del desiderio, in netto contrasto con l’ordine repressivo del mondo esterno.

L’uso di sesso non simulato è una scelta radicale che rifiuta la censura e la morale imposta dal potere. Mostrando tutto, Ōshima nega allo Stato il diritto di decidere cosa sia lecito vedere. L’intimità viene così trasformata in un’arma, e la ricerca ossessiva del piacere diventa l’ultimo, disperato atto di libertà individuale contro un regime che esige sottomissione totale. Il finale, con la sua brutale evirazione, rappresenta l’apice di questa sfida: un atto di possesso così assoluto da diventare una terrificante affermazione di sovranità personale.

Crash

Official Trailer CRASH (1996, James Spader, Holly Hunter, David Cronenberg)

Dopo un violento incidente stradale, il produttore pubblicitario James Ballard scopre un mondo sotterraneo di feticisti che traggono eccitazione sessuale dagli scontri automobilistici. Insieme alla moglie Catherine e a un gruppo di “sinistrati”, esplora una nuova forma di desiderio legata alle cicatrici, alle protesi e alla fredda simbiosi tra carne umana e metallo contorto, spingendosi verso un’unione definitiva tra eros e thanatos.

Il capolavoro di David Cronenberg non è un film su una perversione sessuale, ma una diagnosi profetica della condizione moderna. In un mondo anestetizzato e privo di autentiche connessioni umane, l’incidente d’auto diventa l’unica esperienza in grado di suscitare sensazioni reali. La violenza dello schianto è un atto di penetrazione, una fusione brutale e innegabile tra l’uomo e la sua tecnologia, che sostituisce l’intimità perduta.

Cronenberg esplora la sua poetica della “nuova carne” mostrando come la sessualità si stia inevitabilmente mutando per incorporare le macchine che dominano le nostre vite. Le cicatrici non sono difetti, ma nuovi organi di senso; le protesi metalliche diventano oggetti erotici. Lo stile clinico e distaccato del film riflette perfettamente l’alienazione dei suoi personaggi. Crash è un’agghiacciante elegia sulla morte dell’intimità tradizionale e sulla nascita di un nuovo, terrificante erotismo tecnologico.

Irréversible

Irreversible (2002) - Official Trailer

Una notte a Parigi. Alex viene brutalmente stuprata in un sottopassaggio. Il suo fidanzato Marcus e il suo ex compagno Pierre, accecati dalla rabbia, si lanciano in una disperata e violenta caccia all’uomo per trovare il responsabile e farsi giustizia da soli. La storia, però, è raccontata a ritroso, partendo dalla fine per arrivare all’inizio, in un viaggio allucinatorio e sconvolgente nel cuore della violenza umana.

Opera cardine della “New French Extremity”, Irréversible è un’esperienza cinematografica concepita per aggredire lo spettatore. Gaspar Noé utilizza ogni strumento a sua disposizione – una macchina da presa vorticosa e instabile, suoni a bassa frequenza che inducono nausea, e una narrazione inversa – per rendere la violenza un’esperienza fisica e insopportabile, non un semplice spettacolo. La famigerata scena dello stupro, un piano sequenza di nove minuti, è una delle rappresentazioni più crude e difficili da sostenere della storia del cinema.

La struttura a ritroso non è un mero artificio, ma il cuore della tesi filosofica del film. Mostrando prima la vendetta e poi il crimine che l’ha scatenata, Noé smonta la logica catartica del “rape and revenge movie. La violenza di Marcus e Pierre non appare come un atto di giustizia, ma come un’esplosione di rabbia insensata e futile, che non ripara nulla. Il trauma è, appunto, irreversibile. L’erotismo del film risiede nella sua terrificante e violenta intimità con il corpo violato, costringendoci a confrontarci con una verità scomoda: il tempo distrugge ogni cosa.

À ma sœur! (Fat Girl)

Due sorelle adolescenti sono in vacanza al mare con i genitori. Elena, quindici anni, è bellissima e civettuola. Anaïs, dodici anni, è in sovrappeso, introversa e perennemente imbronciata. Mentre Elena vive la sua prima, goffa iniziazione sessuale con uno studente italiano, Anaïs è costretta a essere la testimone silenziosa e invisibile di un rituale di seduzione che di romantico ha ben poco.

Catherine Breillat è una delle registe più radicali e spietate nell’analizzare la sessualità femminile, e À ma sœur! è forse la sua opera più lucida e crudele. Il film demolisce ogni cliché sulla scoperta dell’amore adolescenziale. Le lunghe e quasi cliniche scene di sesso non sono pensate per essere erotiche, ma per esporre la cruda realtà della negoziazione, della manipolazione e dell’umiliazione che spesso si nascondono dietro il linguaggio della seduzione.

Il vero fulcro del film è lo sguardo di Anaïs. Ignorata dal mondo a causa del suo aspetto, diventa un’osservatrice pura, un occhio critico che smaschera l’ipocrisia. Attraverso di lei, vediamo la “storia d’amore” di sua sorella non come un’epifania, ma come una transazione sgradevole. Il finale, improvviso e brutale, è l’affermazione definitiva della tesi di Breillat: in un mondo dominato dallo sguardo maschile, la sessualità femminile, sia quella esibita di Elena che quella repressa di Anaïs, è una vulnerabilità che attira una violenza insensata e ineluttabile.

Shame

Shame - Movie Trailer [HD]

Brandon è un uomo di successo a New York, con un appartamento elegante e un buon lavoro. La sua vita, però, è una prigione costruita su una debilitante dipendenza dal sesso. Le sue giornate sono scandite da incontri anonimi, pornografia e una compulsività che lo isola da ogni forma di intimità reale. L’arrivo improvviso della sorella Sissy, fragile e instabile, fa crollare il suo fragile castello di controllo.

Steve McQueen dirige un’opera di una freddezza e di una precisione chirurgiche. Shame non è un film sul piacere, ma sulla sua assenza. Il sesso, per Brandon, non è una fonte di gioia, ma un anestetico, un rituale vuoto per placare un’ansia e una vergogna insopprimibili. La fotografia glaciale, i lunghi piani sequenza che intrappolano il protagonista nella sua solitudine e la performance straordinaria di Michael Fassbender comunicano un profondo gelo esistenziale.

Il film suggerisce che la dipendenza sessuale sia la patologia perfetta per l’era contemporanea: un’epoca di iperconnessione digitale e profonda alienazione umana. Brandon è l’emblema dell’uomo moderno, circondato da infinite possibilità di stimolazione ma incapace di stabilire un legame autentico. La sua incapacità di avere un rapporto con la collega di cui è attratto è emblematica: la vera intimità lo terrorizza. La “vergogna” del titolo non è quella per i suoi atti, ma quella, più profonda, per la sua incapacità di amare e connettersi.

Nymphomaniac

Nymphomaniac Extended Director's Cut Official US Release Trailer (2014) - Movie HD

Una notte d’inverno, un anziano e colto scapolo di nome Seligman trova una donna, Joe, picchiata e abbandonata in un vicolo. La porta a casa sua e, mentre ne cura le ferite, ascolta il racconto della sua vita. Joe si definisce una ninfomane e ripercorre la sua esistenza attraverso una serie di episodi che compongono un’odissea erotica, intellettuale e filosofica sulla natura del desiderio.

Con Nymphomaniac, Lars von Trier crea la sua opera più ambiziosa e cerebrale, un trattato in due volumi che usa la sessualità come pretesto per un’indagine a tutto campo sulla condizione umana. Il film è meno un’analisi della dipendenza sessuale e più un duello filosofico tra l’istinto puro e l’intelletto. Joe incarna l’esperienza vissuta, caotica e amorale, mentre Seligman rappresenta il tentativo della ragione di ordinare, classificare e dare un senso a quella stessa esperienza.

Ogni capitolo della vita di Joe viene associato da Seligman a un concetto colto – la pesca a mosca, la polifonia di Bach, la successione di Fibonacci. Questo continuo parallelismo è la chiave del film: è una satira feroce contro ogni sistema (psicologico, religioso, sociale) che pretende di ingabbiare la complessità del desiderio umano in definizioni rigide. Von Trier non offre risposte né giudizi morali, ma celebra la figura dell’ “essere umano cattivo”: colei che vive la propria natura fino in fondo, senza chiedere scusa.

La vita di Adèle (Blue Is the Warmest Colour)

Blue is the Warmest Color - Official Trailer HD

Adèle è una liceale alle prese con le prime incertezze sentimentali. La sua vita viene sconvolta dall’incontro con Emma, una studentessa d’arte dai capelli blu che la introduce a un mondo di desiderio, passione e amore. Il film segue la loro relazione lungo un arco di quasi dieci anni, catturando con un realismo straordinario l’euforia della scoperta, la tenerezza della quotidianità e il dolore straziante della fine.

Palma d’Oro a Cannes, il film di Abdellatif Kechiche è un’immersione totale e quasi documentaristica in una storia d’amore. Il suo vero erotismo non risiede tanto nelle famose e controverse scene di sesso esplicito, quanto nell’attenzione ossessiva per i dettagli della vita quotidiana. Kechiche filma i suoi personaggi mentre mangiano, dormono, parlano, piangono, con primi piani insistiti che annullano ogni distanza, costringendo lo spettatore a un’immedesimazione quasi fisica.

In questo contesto, le scene di sesso diventano l’espressione più intensa di un’intimità che pervade ogni aspetto della loro esistenza condivisa. Non sono spettacoli isolati, ma il culmine di una connessione totale. La relazione, tuttavia, è destinata a fallire, non per mancanza di passione, ma a causa delle differenze di classe sociale e culturale che emergono col tempo. La vita di Adèle è un’opera monumentale sulla bellezza e la fragilità dell’amore, un sentimento totalizzante che può essere eroso dalle spietate realtà del mondo esterno.

Shortbus

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In una New York ancora ferita dall’11 settembre, un gruppo di persone cerca disperatamente una connessione. Tra loro ci sono Sofia, una terapista sessuale che non ha mai raggiunto l’orgasmo, e una coppia gay in crisi che valuta di aprire la propria relazione. Le loro strade convergono in un salone underground chiamato Shortbus, un luogo utopico dove arte, musica, politica e sessualità si fondono in un carnevale liberatorio.

Il film di John Cameron Mitchell è una celebrazione gioiosa, sincera e radicalmente onesta della sessualità come strumento di guarigione e comunicazione. Lontano da ogni morbosità, Shortbus presenta scene di sesso non simulato che coinvolgono persone di ogni orientamento e tipo di corpo, non come atti pornografici, ma come momenti di esplorazione, vulnerabilità e scoperta reciproca. È un film profondamente politico, un’utopia in miniatura.

Ambientato in una città definita “esausta da Bush” e traumatizzata, il salone Shortbus diventa un rifugio, uno spazio sicuro dove le persone possono abbassare le difese e mostrarsi per quello che sono. Mitchell propone che, in un mondo dominato dalla paura e dalla paranoia, la risposta non possa che essere una radicale onestà emotiva e sessuale. La famosa scena dell’orgia non è un’esibizione di edonismo, ma un momento di catarsi collettiva, un atto di resistenza comunitaria basato sulla fiducia e sulla gioia condivisa.

Love

Love trailer - in cinemas & on demand from 20 November 2015

In una grigia giornata parigina, il giovane regista americano Murphy riceve una telefonata che lo fa sprofondare nei ricordi della sua storia d’amore più intensa e distruttiva, quella con Electra. Attraverso un lungo flashback, riviviamo i due anni della loro relazione, un turbine di passione, eccessi, gelosia e tradimenti, che ha segnato per sempre la sua vita.

Dopo la violenza di Irréversible, Gaspar Noé si cimenta con il sentimento opposto, ma lo fa con il suo stile inconfondibile, viscerale e provocatorio. Love è un’esperienza immersiva, girata in un 3D che non serve tanto allo spettacolo quanto a creare un senso di presenza fisica, quasi claustrofobica. Lo spettatore non è un semplice osservatore, ma viene intrappolato all’interno della memoria soggettiva e solipsistica del protagonista.

Il film non racconta una storia d’amore in modo oggettivo; ci fa vivere il ricordo idealizzato e doloroso che Murphy ha di essa. Le scene di sesso esplicito e non simulato sono il linguaggio principale attraverso cui viene narrata l’evoluzione del rapporto, dall’estasi iniziale alla disperazione finale. Il 3D ci rende voyeur e partecipanti di questo ricordo, facendoci provare la stessa nostalgia struggente del protagonista. In questo senso, Love è un’opera potentissima e malinconica su come la memoria trasfigura il passato, trasformando una relazione fallita in un mito erotico e irraggiungibile.

The Duke of Burgundy

The Duke of Burgundy Trailer

In una lussuosa villa isolata, immersa in un’atmosfera senza tempo, due donne, Cynthia ed Evelyn, vivono una relazione scandita da elaborati rituali sadomasochistici. Evelyn è la domestica sottomessa, Cynthia la sua padrona severa e dominante. Giorno dopo giorno, mettono in scena un copione di umiliazioni e punizioni. Presto, però, scopriamo che la realtà è molto più complessa di quanto appaia.

Peter Strickland realizza un’opera di un’eleganza sopraffina, che omaggia e allo stesso tempo sovverte l’estetica del cinema erotico europeo degli anni ’70. The Duke of Burgundy non è un film sulla perversione, ma una commedia psicologica incredibilmente tenera e acuta sulla vita di coppia. La sorpresa geniale del film è rivelare che è Evelyn, la “sottomessa”, a scrivere i copioni e a dirigere le scene, mentre Cynthia, la “dominante”, è in realtà un’attrice riluttante, sempre più stanca del suo ruolo.

Il BDSM diventa così una metafora perfetta per i compromessi, i sacrifici e i “giochi di ruolo” che esistono in ogni relazione a lungo termine. Il conflitto centrale non riguarda il piacere o il dolore, ma la fatica emotiva di soddisfare i bisogni di un partner quando non corrispondono ai propri. L’atto di ribellione più significativo di Cynthia non è una scenata, ma indossare un comodo pigiama di flanella. Ambientando la storia in un mondo ermetico e interamente femminile di studiose di farfalle, Strickland elimina ogni giudizio sociale per concentrarsi puramente sulle delicate e universali meccaniche dell’amore.

Idioterne (Gli Idioti)

THE IDIOTS | Official Trailer | Now Streaming

Un gruppo di giovani intellettuali di Copenaghen decide di ribellarsi alla vacuità della società borghese formando una comune. Il loro obiettivo è liberare il proprio “idiota interiore”, fingendo in pubblico di avere disabilità mentali per scatenare reazioni e mettere a nudo l’ipocrisia altrui. A loro si unisce Karen, una donna sola e fragile che sembra trovare nel gruppo un inaspettato rifugio.

Realizzato secondo le rigide regole del manifesto Dogme 95, Idioterne è forse l’opera più pura e radicale di Lars von Trier. Con la sua macchina a mano, la fotografia sgranata e il rifiuto di ogni artificio, il film è un assalto diretto alle convenzioni del cinema e del buon gusto. Le provocazioni del gruppo, che culminano in una controversa scena di sesso di gruppo non simulato, sono un esperimento sociale volto a testare i limiti della tolleranza.

Tuttavia, il film è anche una profonda riflessione meta-cinematografica. Il leader del gruppo, Stoffer, è un alter ego del regista provocatore, che spinge i suoi “attori” verso limiti sempre più estremi. La vera natura del progetto viene però messa in discussione: per molti, “fare l’idiota” è solo un gioco intellettuale e privilegiato, un’ipocrisia a sua volta. L’unica a compiere un atto di trasgressione autentico è Karen, che non sta giocando. Annientata da un dolore personale, userà l’ “idiozia” non come una performance, ma come un grido primordiale contro la freddezza repressiva della sua famiglia. Von Trier critica così se stesso, suggerendo che la vera arte non nasce dalla teoria, ma da una disperata necessità umana.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

In questo video ti spiego la nostra visione

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Immagine di Fabio Del Greco

Fabio Del Greco