Intervista a Massimo Previtero ed Emanuele Di Leo, per Indiecinema Film Festival 2022

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Conversando con gli autori del tenero, divertentissimo “Vincenzo il pastore lucano”

Dopo innumerevoli peripezie, la seconda edizione di Indiecinema Film Festival prenderà finalmente il via lunedì 5 dicembre al Caffè Letterario, con la proiezione di Vincenzo il pastore lucano, uno dei lungometraggi maggiormente amati in selezione. Prima che l’evento abbia inizio, abbiamo voluto parlarne un po’ con gli autori: Emanuele di Leo e Massimo Previtero. Il primo regista, il secondo attore protagonista e co-autore. Conversando con loro, siamo risaliti alla genesi di questa fiaba moderna, sospesa tra Roma e quella Lucania di cui è originario il buffo pastore…

La nascita del pastorello

Cari Massimo ed Emanuele, oltre ad essere datato 2019 il vostro Vincenzo il pastore lucano è anche un film che, incastonato tra tanti drammi sociali, nella vostra filmografia più recente rappresenta anche una cesura, una ventata di leggerezza. Come avete deciso di orientarvi verso toni più da commedia, così naif e burleschi, per questo vostro lungometraggio?

Massimo: Avendo sempre interpretato dei ruoli drammatici, come appunto citavi tu poco fa a proposito di tanti nostri film, interpretare il ruolo di Vincenzo il pastore lucano è stata per me anche una sfida, tesa a tirare fuori la parte comica che c’era dentro di me. Ma non solo! Questo personaggio, realmente esistito, era per l’appunto un pastore che si aggirava nelle campagne di Craco, un paese fantasma in provincia di Matera che tra l’altro dista pochissimi chilometri dal mio paese che invece è Pisticci; e rimanevo incantato, quand’ero ragazzino, nell’ascoltarlo e guardarlo, perché era un personaggio buffo, quasi uscito da da un cartone animato. Questa infatti è stata la chiave che mi ha permesso di accedere a una vena più comica
Emanuele: Ormai con Massimo sono diversi anni che lavoriamo insieme, abbiamo prodotto tanti film. Vedevo però in lui una spiccata vena artistica, sul lato della comicità. In effetti, lavorando con tanti attori, ho constatato un pregio di chi sa veramente recitare è quello di interpretare ruoli sia drammatici che comici. Purtroppo alcuni attori riescono a rappresentare solo ruoli drammatici o solo ruoli comici, per quanto riguarda Massimo ero fermamente convinto che potesse interpretare questo ruolo comico e tirare fuori il meglio di sé, tutte le sue qualità, per arrivare maggiormente al pubblico. Quindi, quando abbiamo avuto la possibilità di scrivere una sceneggiatura con un personaggio che poteva ispirare Massimo, abbiamo colto la palla al balzo.

Dal Meridione alla Capitale

Ciò che a nostro avviso accomuna maggiormente Vincenzo il pastore lucano alle vostre altre produzioni è il modo di osservare il territorio, con l’amato meridione contrapposto a una Roma tutta da scoprire, nel bene e nel male. Che ne pensate di questo? E cos’altro ha guidato la vostra ispirazione?

Massimo: Beh ormai vivo a Roma da 22 anni ed è anche la mia città, per quanto le mie radici ovviamente siano Lucane. Ho cercato di portare un po’ della mia terra a Roma perché mi sento legato ad entrambi i luoghi, tra cui una città come può essere, diciamo, la mia Matera. Sicché ho voluto trasportare un po’ di Lucania anche qui a Roma.
Emanuele: Con il film Vincenzo il pastore lucano ho avuto modo di dare risalto alla città in cui sono nato, Roma. È stato anche un escamotage, per poter contrapporre il meridione alla capitale, Roma, creando quindi una sorta di antitesi tra la semplicità e la leggerezza di un paese dove è nato e cresciuto il pastore lucano da un lato, la modernità e tra virgolette la cattiveria di una città con quella tipologia di personaggi con cui avrà modo di Interagire il personaggio di Vincenzo, dall’altro.

Questa domanda è rivolta principalmente a Massimo: ma quanto ti sei divertito a tirare fuori con maggior decisione la tua vena comica, del resto percepibile ma più sottotraccia anche nei vostri film più “impegnati”? Ed è per esprimere questo lato di te che saltuariamente, in certe occasioni, hai fatto rivivere codesto tuo personaggio anche sui social?

Massimo: Beh mi ha divertito tantissimo e alle volte, quando ci ripenso, mi fa anche tanta tenerezza, perché un po’ rispecchia quell’ingenuità che magari avevo quando ero ragazzino, quella di quel Massimo appena arrivato a Roma che non sapeva attraversare nemmeno le strade. Infatti tante cose non si possono vedere, ovviamente, nel film, cose vere che poi realmente mi sono accadute. Sì, Vincenzo poi è un personaggio che ogni tanto ricompare ed è anche un personaggio che denuncia tante, tante situazioni attuali: sui social, su TikTok, su Facebook è molto seguito e soprattutto all’estero mi arrivano centinaia e centinaia di messaggi, non solo da Lucani che vivono in Canada o in Argentina o a New York, ma da tanti altri italiani, perché parlando quell’italiano così maccheronico, vi si riconoscono. Poiché, come ben sappiamo, diversi italiani emigrati da tanti anni parlano un po’ questo italiano e quindi Vincenzo è amatissimo, ma ripeto, è amatissimo soprattutto all’estero e questa cosa mi fa piacere. Non solo! Mi mette di buon umoreil fatto che mi scrivano persone che magari vivono dei momenti di difficoltà, oppure dagli ospedali, perché lui dona sempre un sorriso.

Gli altri interpreti

In un film dove Massimo è indubbiamente mattatore, grosso peso viene dato però ai suoi incontri con personaggi bizzarri, stravaganti, ma in fondo profondamente umani. Cosa potete dirci del cast di Vincenzo il pastore lucano e della troupe (tecnici compresi) con cui vi siete trovati a lavorare?

Emanuele: Per quanto riguarda la scelta dei personaggi, abbiamo dato la precedenza alle donne: in effetti molti dei personaggi sono delle donne e vengono da diverse parti d’Italia, non solo dalla Basilicata, ma anche dal Centro e dal Nord. Abbiamo voluto rappresentare diverse tipologie di ruoli, come si può vedere bene dal film, per esaltare la comicità di Vincenzo il pastore lucano. Per quanto riguarda l’aspetto tecnico, ci interessa sottolineare il fatto che essendo una produzione di cinema indipendente, lavorando su tematiche sociali, diamo sempre in ogni nostro film la precedenza a ragazzi diversamente abili, che possono collaborare con noi. In questo caso, per quanto riguarda il comparto tecnico, abbiamo avuto la collaborazione di vari ragazzi diversamente abili e anche collaborazioni con persone che ormai, per la loro età, sono fuori dal mondo del lavoro; forse perché sono in pensione, oppure perché non hanno più possibilità di trovare un impiego fisso, vengono gratuitamente da noi per poter dare libero sfogo alla loro arte.
Massimo: Beh, a proposito di personaggi, come potete vedere in quasi tutti i nostri film c’è sempre la partecipazione straordinaria di qualche grande artista, in questo caso vi è un’artista immensa come la storica vocalist di Lucio Dalla, Iskra Menarini, che appunto interpreta una presenza magica, a differenza di tante altre figure che Vincenzo incontrerà in questo cammino, in questa traversata di Roma. Questa magica presenza sarà una delle poche a dargli dei giusti consigli; come ben sappiamo, la trama di questo film può sembrare grottesca, ma non lo è perché alla fine dà un messaggio importante e che rispecchia l’ingenuità del personaggio; il quale, più volte, ripete questa frase ossia che sbagliando si impara. Ed è un po’ come Pinocchio con la sua coscienza: in questo caso la coscienza è San Vincenzo che più volte appare al povero pastore omonimo, dicendogli quel che dovrebbe fare, ma poi lui purtroppo si fida di alcuni personaggi equivoci e ricade più di una volta e quindi si può davvero paragonare a un Pinocchio in versione un po’ tutta lucana.

DilPrev tra presente, passato e futuro

Essendo questo un periodo in cui la vostra piccola produzione indipendente, oltre ad annoverare la partecipazione di Vincenzo il pastore lucano ad Indiecinema Film Festival, ha visto arrivare diversi riconoscimenti anche per i vostri ultimi lavori, Amaremente e Vorrei una vita, potreste riassumerci brevemente l’iter di un’annata così soddisfacente?


Massimo: Come già dicevo giorni fa in una precedente intervista, questo è stato per noi della DilPrev Cinefilm Production l’anno della raccolta di tanti semi, che abbiamo piantato in questi anni con tanto amore; e come dico sempre io, quando tutto viene fatto col cuore alla fine vince sempre. Non ci siamo mai voluti paragonare con le grandi produzioni, ma non ci interessa neanche, è cià che riguarda il cuore ad arrivare dalle nostre storie. E ed è stata anche una soddisfazione personale, nei confronti di tanti che magari all’inizio ci guardavano dall’alto in basso, come a dire: “questi chi sono, dove vanno con una telecamerina”; ed è proprio quella, di telecamerina, che ha fatto il giro del mondo, come dimostra l’esempio di Caro nipote arrivato quasi a 2 milioni di visualizzazioni sul sito. I premi che abbiamo ricevuto quest’anno sono stati per Amaremente selezionato al festival internazionale Human Rights e premiato in Campidoglio, a seguire Caro nipote è stato premiato nella Sala della Protomoteca in Campidoglio; tra l’altro, essendo Caro nipote la storia della mia cara nonna materna, è stato fatto dal Comune di Roma un omaggio stampato su una targa di marmo che a sua volta abbiamo deposto nella tomba della mia cara nonna, con una cerimonia giù al mio paese alla presenza del sindaco, dei consiglieri e di tutte le associazioni che appunto si occupano di tematiche sociali. E poi ovviamente c’è Vincenzo il pastore lucano selezionato al vostro festival internazionale di Indiecinema, ma ci sono anche tante altre tante altre cose che stanno per arrivare nel 2023 eche per adesso non vi diciamo. in più mi sono dimenticato di dire che durante la premiazione in Campidoglio è stato premiato colui che compone le musiche dei nostri film, il grande maestro Angelo De Maio, che ha composto i brani e la colonna sonora per il film Amaremente, ma anche qualche musica inedita e più la colonna sonora del film Vorrei una vita.

Per finire, sappiamo che non smettete mai di girare e portare avanti progetti, con la DilPrev. Potete dirci se c’è già qualche nuovo lavoro all’orizzonte e se vedrà la luce a breve?

Emanuele Di Leo: La DilPrev Cinefilm Production, di cui potete vedere i lavori sul canale YouTube, non si ferma mai e anche quest’anno stiamo continuando a lavorare per quel pubblico, che ormai ci segue da anni. Una delle ultime produzioni è il film intitolato Oltre le parole, che stiamo girando tra Roma e Milano: a questo film parteciperà la famosa cantante, produttrice cinematografica Giovanna Nocetti. Si tratta di un film che affronta tematiche sociali come la violenza contro le donne o le unioni civili. Per questo lungometraggio saremo omaggiati proprio dalla casa discografica di Giovanna Nocetti. Mentre a Roma è imminente la proiezione del nostro cortometraggio tratto da un’opera teatrale del famoso Jean Cocteau, corto intitolato per l’appunto La voce umana, e per questo lavoro avremo sempre la musica del maestro Angelo De Maio.

Stefano Coccia

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Stefano Coccia