I 40 Migliori Film Ambientati in Italia

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L’Italia è l’ambientazione cinematografica per eccellenza. Un set capace di evocare storia, bellezza e dramma. Certo, c’è l’immagine iconica, la “dolce vita” da cartolina che il mondo ama – e troverete qui i capolavori che hanno costruito quel mito. Ma questa guida è anche una contro-mappatura. Un viaggio in un’Italia diversa, complessa e spesso contraddittoria.

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Il vero cinema italiano, quello che ha definito il concetto stesso di “art cinema” e ha influenzato generazioni di registi, è nato proprio per le strade. L’atto di fondazione del cinema d’autore moderno, il Neorealismo, non fu un’estetica, ma una necessità produttiva. Di fronte ai teatri di posa distrutti, i registi puntarono la macchina da presa sulla realtà.

Questa non è una semplice lista, ma una geografia alternativa del Paese. È un percorso che unisce i pilastri fondamentali, dai film più famosi alle produzioni indipendenti più coraggiose. Un territorio fatto di borgate romane livide, paesaggi industriali alienanti e campagne magiche. È un’Italia “bellissima e perduta”, catturata solo dalla visione ostinata di questi autori.

Fondamenta. Il Neorealismo come Atto di Resistenza Ambientale

Il Neorealismo non è “indipendente” nel senso moderno del termine, ma lo è nel suo spirito fondativo. Fu una rottura totale con il dominio dei produttori e con l’estetica patinata del cinema di regime. Fu un cinema nato “dalla strada”, dove la location non era una scelta, ma l’unica verità possibile. Come osservò il critico André Bazin, era un cinema “senza più set”, e in questa assenza di artificio, la realtà stessa diventava cinema puro. La scelta rivoluzionaria di girare in location reali, spesso devastate dalla guerra, utilizzando attori non professionisti, ha creato un legame indissolubile tra il cinema d’autore italiano e l’ambientazione. L’Italia post-bellica è il film.

Roma, città aperta (1945)

ROMA CITTÀ APERTA - Trailer (Il Cinema Ritrovato al cinema)

Durante l’occupazione nazista di Roma nel 1944, un ingegnere della Resistenza cerca di sfuggire alla Gestapo. Sarà aiutato da un prete cattolico, Don Pietro, e dalla coraggiosa Pina, promessa sposa di un altro partigiano. La loro lotta si intreccia nel tessuto di una città assediata.

In questo capolavoro seminale, Roberto Rossellini non usa Roma come sfondo: la trasforma nel personaggio principale. Girato tra le macerie ancora calde del 1945, il film trasforma le strade devastate e i palazzi sventrati in un teatro di agonia e speranza. L’ambientazione urbana è un labirinto morale dove si consumano la resistenza e il tradimento. Rossellini rifiuta l’immagine monumentale della Città Eterna per filmare la sua anima popolare e ferita, trasformando le location reali in un set etico.

Paisà (1946)

Roberto Rossellini: The War Trilogy - trailer | BFI Blu-ray

Strutturato in sei episodi indipendenti, il film segue l’avanzata delle truppe alleate in Italia, dalla Sicilia fino al Delta del Po. Ogni episodio descrive l’incontro, spesso tragico o impossibile, tra la cultura italiana e quella dei soldati americani, mostrando la liberazione del Paese.

Paisà è una mappatura letterale della Storia. Rossellini porta la sua estetica neorealista fuori dalla capitale e la applica all’intero stivale. Dalle rovine della Sicilia allo sbarco a Napoli, dai combattimenti in un monastero degli Appennini fino alle paludi del Po, l’ambientazione è la vera protagonista. Il film è un road movie storico che documenta non solo la liberazione, ma l’incontro-scontro tra due mondi, usando il paesaggio italiano come testimone muto della tragedia e della complessità umana.

Ladri di biciclette (1948)

Bicycle Thieves (1948) Trailer #1 | Movieclips Classic Trailers

Nella Roma del dopoguerra, Antonio Ricci trova finalmente lavoro come attacchino, ma per ottenerlo ha bisogno di una bicicletta. Quando questa gli viene rubata, inizia una ricerca disperata per la città insieme al figlio Bruno, precipitando in un’odissea di umiliazione e povertà.

Vittorio De Sica utilizza l’ambientazione romana non per i suoi monumenti, ma per la sua geografia della disperazione. Il film è un pedinamento esistenziale che ci porta dal mercato di Porta Portese, dove le biciclette rubate vengono smembrate, ai palazzi anonimi della periferia. La vastità della città, filmata con uno sguardo documentaristico ma lirico, non fa che amplificare la solitudine e l’impotenza del protagonista. Roma è un avversario indifferente, un labirinto che inghiotte i poveri.

Umberto D. (1952)

Umberto D. (1952) ORIGINAL TRAILER

Umberto Domenico Ferrari è un anziano pensionato che non riesce più a pagare l’affitto della sua stanza a Roma. Con la sola compagnia del suo cagnolino Flike, cerca disperatamente di trovare denaro e dignità, scontrandosi con l’indifferenza totale della nuova società borghese.

Considerato da molti il capitolo finale del Neorealismo classico, il film di De Sica dipinge una “moderna solitudine senile”. L’ambientazione è una Roma già proiettata verso il boom economico, una città indifferente che non ha più spazio per la povertà o la vecchiaia. L’analisi degli spazi è impietosa: dagli interni fatiscenti della pensione, dove la padrona affitta le stanze a ore, agli esterni vuoti dei viali che Umberto percorre in cerca di elemosina. È il ritratto di un uomo che diventa invisibile nel suo stesso paesaggio urbano.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

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La Provincia e l’Anima. I Maestri del Dopoguerra

Superata l’urgenza immediata delle macerie, i grandi maestri del cinema italiano degli anni Cinquanta iniziano a usare l’ambientazione per esplorare la psiche. L’Italia non è più solo un corpo ferito che mostra le sue cicatrici, ma diventa uno stato dell’anima. Il focus si sposta dalla sopravvivenza collettiva alla paralisi morale dell’individuo. L’ambientazione diventa il correlativo oggettivo dell’inutilità (la provincia di Fellini), della ricerca spirituale (le strade di La Strada) o della crisi coniugale (il paesaggio antico di Rossellini).

I Vitelloni (1953)

I Vitelloni (1953) Trailer | Directed by Federico Fellini

Cinque giovani uomini in una piccola città di provincia sulla costa adriatica trascinano le loro vite tra caffè, biliardo e sogni vani di fuga. Fausto, il leader, è un seduttore costretto a un matrimonio riparatore. Moraldo, il più giovane, è l’unico che osserva e medita la fuga.

Fellini definisce qui l’archetipo della “provincia” italiana. L’ambientazione, una Rimini mai nominata, è un limbo esistenziale. I personaggi, come dice la voce narrante, “non attraversano mai i confini” della loro città. L’analisi del paesaggio è cruciale: la spiaggia d’inverno, deserta e spazzata dal vento, i caffè vuoti e il molo notturno diventano la metafora perfetta della loro paralisi morale, della loro giovinezza sprecata in un eterno presente senza futuro.

La Strada (1954)

La Strada (1954) Original Trailer [FHD]

La giovane e ingenua Gelsomina viene venduta dalla madre a Zampanò, un rozzo artista di strada che si esibisce spaccando catene con il petto. I due viaggiano su un motocarro sgangherato attraverso l’Italia rurale, incontrando un altro artista, il funambolo detto “il Matto”.

Fellini abbandona la provincia per filmare un’Italia itinerante. L’ambientazione non è una città, ma la strada stessa. È un’Italia arcaica, povera, rurale, quasi pre-industriale, che sembra esistere fuori dal tempo. In questo paesaggio spoglio e quasi mitico, Fellini mette in scena un dramma spirituale, una parabola sulla solitudine, la grazia e la crudeltà. Il paesaggio italiano, fatto di piazze vuote, conventi e campagne desolate, diventa il palcoscenico di una fiaba neorealista.

Viaggio in Italia (1954)

Journey to Italy (1954) Trailer | Director: Roberto Rossellini

Katherine e Alex Joyce, una coppia inglese colta e benestante, arrivano a Napoli per vendere una villa ereditata. Il viaggio mette a nudo l’aridità del loro matrimonio. Separati e annoiati, esplorano i dintorni: Pompei, il Vesuvio, Capri, scontrandosi con una cultura radicalmente diversa.

Un film fondamentale che ha anticipato e influenzato la Nouvelle Vague. Rossellini usa il paesaggio campano come un catalizzatore emotivo. L’Italia, con il suo mix assordante di vita (la folla caotica di Napoli) e di morte (le rovine di Pompei, i corpi pietrificati degli amanti), costringe la coppia nordica ad affrontare il proprio vuoto emotivo. L’ambientazione non è uno sfondo, ma uno specchio spirituale che riflette la loro crisi e, forse, offre una possibilità di redenzione.

Le Notti di Cabiria (1957)

Le notti di Cabiria (1957) ORIGINAL TRAILER (SUB)

Cabiria è una prostituta romana ingenua e sognatrice, costantemente tradita e derubata, ma incapace di perdere la sua fede nell’amore. Vive in una baracca nella periferia e vaga per Roma alla ricerca di un miracolo o di un uomo che la salvi.

Fellini torna a Roma, ma evita accuratamente il centro e l’immagine da cartolina. L’ambientazione di Cabiria è quella delle periferie desolate, delle “passeggiate archeologiche” e dei terreni incolti. È un paesaggio marginale, sospeso tra l’antico (le rovine) e il moderno degradato (le baracche). Questo scenario spoglio, che Cabiria attraversa con la sua innocenza indistruttibile, diventa un luogo metafisico, un palcoscenico sospeso tra il sacro (il pellegrinaggio al Divino Amore) e il profano (la strada).

Geografie dell’Alienazione. Il Paesaggio Modernista

Con l’arrivo tumultuoso del boom economico negli anni Sessanta, l’ambientazione italiana nel cinema d’autore subisce una trasformazione radicale. L’urgenza della ricostruzione lascia il posto all’analisi dell’incomunicabilità nell’opulenza. Michelangelo Antonioni, in particolare, diventa il sismografo di questa mutazione. Egli utilizza la nuova architettura moderna, i paesaggi industriali e le isole aride non più per riflettere un’emozione, ma per filmare l’assenza di essa. Per Antonioni, l’ambientazione è il vuoto emotivo reso visibile: l’Italia del “miracolo” è un deserto.

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L’Avventura (1960)

L'Avventura (1960) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

Durante una gita in yacht alle Isole Eolie, un gruppo di ricchi borghesi sbarca su un’isola deserta. Anna, una delle donne, scompare misteriosamente. Il suo amante, Sandro, e la sua migliore amica, Claudia, iniziano a cercarla, ma presto dimenticano Anna e iniziano una relazione.

L’ambientazione è il vero motore del film. L’isola arida e primordiale di Lisca Bianca “inghiotte” letteralmente il personaggio di Anna. La sua scomparsa non è un mistero da risolvere, ma un dato di fatto esistenziale. Il paesaggio siciliano, vuoto, assolato e pietrificato, riflette perfettamente l’aridità emotiva dei personaggi, la loro incapacità di provare sentimenti autentici. L’avventura del titolo non è la ricerca, ma il vuoto che ne prende il posto.

L’Eclisse (1962)

Vittoria, una giovane traduttrice, rompe una relazione soffocante. Inizia a frequentare la Borsa di Roma per sua madre e lì incontra Piero, un giovane e cinico agente di cambio. I due iniziano una relazione esitante, destinata a fallire.

Qui Antonioni sceglie una Roma irriconoscibile: il quartiere EUR. L’architettura metafisica, fredda e monumentale (progettata in epoca fascista) diventa il simbolo della nuova Italia della finanza e dell’alienazione. Il film contrappone il caos disumano della Borsa (un tempio del materialismo) ai silenzi geometrici dell’EUR. Il celebre finale, una sequenza di sette minuti in cui i protagonisti non si presentano all’appuntamento e la macchina da presa filma solo oggetti e spazi vuoti, segna la vittoria dell’ambientazione sull’umanità.

Deserto Rosso (1964)

SIFF Cinema Trailer: Red Desert

Giuliana, moglie nevrotica di un dirigente industriale, vive nel desolato paesaggio industriale di Ravenna. Soffrendo per un trauma psicologico, vaga tra le fabbriche, i fumi chimici e le nebbie tossiche, cercando una connessione emotiva che non trova né nel marito né nell’amante.

Il primo film a colori di Antonioni è un capolavoro sull’uso psicologico dell’ambientazione. Il regista manipola i colori del paesaggio: dipinge l’erba, colora i fumi, accentua i grigi. L’inquinamento industriale di Ravenna non è solo una denuncia sociale; è il paesaggio psicologico della nevrosi di Giuliana. L’Italia del boom economico è mostrata come un ambiente tossico, sia fisicamente che mentalmente, un “deserto rosso” di alienazione e angoscia.

Pasolini. La Topografia Sacra delle Borgate e dei Sud del Mondo

Pier Paolo Pasolini offre una visione dell’Italia radicalmente opposta a quella di Antonioni. Se Antonioni filma il vuoto della modernità borghese, Pasolini rifiuta quella modernità in blocco. Cerca un’autenticità arcaica, pre-industriale e “sacra” nelle zone più reiette e dimenticate della nazione: le borgate sottoproletarie di Roma e il Sud contadino, visto come una reliquia di un mondo pre-consumistico. Le sue ambientazioni sono “una forza del Passato”. Pasolini crea un cortocircuito visivo unico, usando la musica sacra su immagini di degrado, elevando il sottoproletariato a soggetto mitico e tragico.

Accattone (1961)

Accattone (1961) ORIGINAL TRAILER [HD 1080p]

Vittorio, detto “Accattone“, è un pappone che vive di espedienti nel degrado della borgata romana. Quando la sua prostituta finisce in prigione, si ritrova senza soldi. Tenta di cambiare vita per amore di una ragazza innocente, Stella, ma il suo destino è segnato.

L’esordio di Pasolini è uno schiaffo visivo. L’ambientazione è la borgata del Pigneto a Roma. Pasolini filma questa “terra di nessuno” – un paesaggio sospeso tra le rovine antiche dell’acquedotto e i nuovi palazzoni anonimi – come un inferno dantesco. Utilizzando la musica di Bach su immagini di miseria e brutalità, Pasolini sacralizza il paesaggio del degrado e trasforma i suoi personaggi in figure cristologiche al rovescio.

Mamma Roma (1962)

Mamma Roma (1962) ORIGINAL TRAILER SUB

Mamma Roma è un’ex prostituta che cerca di rifarsi una vita e di ottenere uno status piccolo-borghese per il bene del figlio adolescente, Ettore. Si trasferisce dalle baracche a un appartamento in un nuovo quartiere popolare, sognando un futuro migliore per lui.

Il film mappa la migrazione fallita dal sottoproletariato alla piccola borghesia. L’ambientazione è cruciale: il film si sposta dalle baracche ai nuovi quartieri INA-Casa, simbolo della modernità sognata. Ma l’architettura di questi nuovi palazzi si rivela altrettanto alienante. Pasolini usa tragicamente il paesaggio urbano: il sogno di riscatto di Mamma Roma si infrange contro l’anonimato dei palazzoni, e il finale, con Ettore crocifisso su un letto di contenzione, è una potente accusa contro la nuova Italia.

Il Vangelo secondo Matteo (1964)

Il vangelo secondo Matteo (1964) Original Trailer [FHD]

Il film è una trasposizione fedele e austera del Vangelo di Matteo, dalla nascita di Gesù alla sua crocifissione e resurrezione. Pasolini utilizza attori non professionisti, spesso contadini locali, per interpretare i ruoli di Cristo e degli apostoli.

Questo è un atto di genio geografico. Per la sua Palestina, Pasolini scarta Roma e sceglie il Sud Italia, in particolare Matera. All’epoca, i Sassi di Matera erano considerati la “vergogna d’Italia”, un luogo di povertà estrema. Pasolini vide in quel paesaggio biblico, arcaico e intatto, e nei volti segnati dal sole dei contadini lucani, l’autenticità che cercava. L’ambientazione di Matera dona al film un realismo sacro e documentaristico, trasformando un luogo di miseria in un set universale.

Salò o le 120 giornate di Sodoma (1975)

Pasolini 101 by The Criterion Collection | Trailer

Durante gli ultimi giorni della Repubblica di Salò, quattro signori fascisti rapiscono un gruppo di giovani ragazzi e ragazze. Li rinchiudono in una villa isolata sul lago di Garda e li sottopongono a un regolamento di torture psicologiche, sessuali e fisiche.

L’ultimo, testamentario e più estremo film di Pasolini. L’ambientazione è la Repubblica di Salò, ma è un’ambientazione chiusa, claustrofobica. La villa isolata diventa un’agghiacciante allegoria del Potere. Per Pasolini, il fascismo storico è solo una metafora del nuovo potere, quello del consumismo, che trasforma i corpi in oggetti e il sesso in merce. L’Italia esterna non esiste più; resta solo questo inferno ordinato, un teatro dove la violenza è norma e l’architettura diventa complice del sadismo.

L’Italia Sotterranea. Politica, Genere e Avanguardia (1960-1980)

Oltre ai grandi e riconosciuti maestri, gli anni Sessanta e Settanta hanno visto fiorire un cinema italiano indipendente, politico e “selvaggio”. È un periodo di estrema politicizzazione e di sperimentazione formale. L’Italia monolitica del Neorealismo non esiste più. Esistono molteplici “Italie” sotterranee: quella paranoica e grottesca del potere (Petri), quella psicologica e formale (Bertolucci) e quella totalmente decostruita dell’avanguardia pura, che usa l’Italia come un archivio di immagini da smontare.

Il Conformista (1970)

The Conformist (1970) Original Trailer [HD]

Marcello Clerici è un uomo ossessionato dal desiderio di conformarsi, di essere “normale” per cancellare un trauma infantile. Durante il regime fascista, sposa una donna mediocre e accetta un incarico dalla polizia segreta: recarsi a Parigi e assassinare il suo ex professore antifascista.

Bernardo Bertolucci utilizza le ambientazioni di Roma e Parigi in modo espressionista. L’architettura fascista di Roma, in particolare l’EUR, non è filmata con lo sguardo alienato di Antonioni, ma come un incubo metafisico. La fotografia di Vittorio Storaro scolpisce gli spazi, sia gli interni borghesi che gli esterni monumentali, come una prigione psicologica. L’ambientazione non è reale; è lo stato mentale contorto del protagonista, un labirinto di ombre e luci che visualizza il suo desiderio di omologazione.

Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto (1970)

Investigation of a Citizen Above Suspicion (1970) Trailer | Gian Maria Volontè, Florinda Bolkan

Il giorno della sua promozione a capo della sezione politica, un commissario di polizia (noto come “il Dottore”) uccide la sua amante. Convinto della propria impunità, semina deliberatamente indizi sulla scena del crimine per testare fino a che punto il potere che incarna lo proteggerà.

. L’ambientazione romana è fondamentale. Petri usa gli spazi in modo grottesco: Roma non è la città della storia, ma un labirinto di uffici di polizia soffocanti, sale interrogatori labirintiche e appartamenti kitsch. L’architettura del potere (i palazzi della polizia, il Ministero) è mostrata come una macchina autoreferenziale e paranoica che protegge se stessa. La città è il teatro dell’assurdo kafkiano.

La verifica incerta (1965)

Verifica Incerta di Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi

Questo film sperimentale è un capolavoro di found footage. Gianfranco Baruchello e Alberto Grifi hanno acquistato a peso una grande quantità di pellicola di scarto da una società di doppiaggio, principalmente “peplum” (film mitologici) americani girati a Cinecittà negli anni ’50 e ’60.

L’ambientazione di questo film non è un luogo fisico, ma l’archivio cinematografico. Grifi e Baruchello usano l’immagine mainstream dell’Italia (quella di “Hollywood sul Tevere”) per decostruirla, rimontarla e distruggerla. È un atto di sabotaggio artistico che smonta la narrazione americana sull’Italia, rivelando l’inconscio del cinema. È uno dei film underground più importanti mai prodotti nel Paese.

Il mostro verde (1967)

Tonino De Bernardi /// 660secondi, IL CINEMA INDIPENDENTE

Un cortometraggio sperimentale, emblematico del cinema underground e d’avanguardia italiano di quel periodo, in particolare della scena torinese. Il film di Tonino De Bernardi e Paolo Menzio è un’opera non narrativa, un flusso di immagini astratte e psichedeliche.

Questo film rappresenta l’estremo opposto dell’uso dell’ambientazione. Qui il paesaggio italiano (se riconoscibile) è completamente trasfigurato, ridotto a pura forma, colore e materia pittorica. È un esempio di come il cinema indipendente italiano abbia esplorato non solo la realtà sociale, ma anche i limiti stessi del linguaggio cinematografico, usando il territorio come una tela astratta.

Sguardi Esteri. L’Italia Sognata e Decostruita dall’Arthouse Globale

L’Italia è sempre stata una calamita per i registi indipendenti stranieri. Ma a differenza delle major che cercano la cartolina facile, i grandi autori dell’arthouse globale non vengono in Italia per filmare la bellezza, ma per usarla. Vengono per dialogare con il peso della storia, dell’arte e dell’architettura. Per questi registi, l’Italia è un testo antico su cui scrivere una storia nuova e moderna: un testo sull’ossessione (Greenaway), sulla decostruzione dello stereotipo (Jarmusch) o sul concetto stesso di arte (Kiarostami).

Il ventre dell’architetto (1987)

The Belly of an Architect - Trailer

L’architetto americano Stourley Kracklite arriva a Roma con la giovane moglie per allestire una mostra sul visionario architetto francese Étienne-Louis Boullée. Mentre la sua vita privata e professionale va in pezzi, Kracklite sviluppa un’ossessione per il proprio stomaco malato, che paragona a quello delle statue romane.

Peter Greenaway usa l’architettura di Roma in modo ossessivo e letterale. Il Pantheon, il Vittoriano, Piazza Navona e le innumerevoli statue non sono uno sfondo, ma i veri protagonisti che schiacciano fisicamente e mentalmente l’architetto. Roma è un corpo di pietra, un organismo antico che digerisce e distrugge l’uomo moderno. Il film è un trattato visivo sul rapporto tra il corpo umano (mortale) e il corpo dell’architettura (eterna).

Night on Earth (Roma) (1991)

Night on Earth (1991) Trailer

Un film antologico di Jim Jarmusch che racconta cinque storie simultanee in cinque taxi di cinque città diverse. Nell’episodio di Roma, un tassista caotico e logorroico (Roberto Benigni) carica un prete. Durante la corsa, inizia a confessare i suoi peccati sessuali con tale foga da causare un infarto al sacerdote.

È una mossa radicale. Jarmusch, il re del cinema indipendente americano, ignora completamente l’Italia classica e monumentale. Sceglie invece di filmare un suo cliché culturale iperbolico: il “caciara” romano. L’ambientazione è una Roma notturna, popolare, quasi surreale, popolata da prostitute e guidata da un personaggio sopra le righe. È un rifiuto consapevole dell’Italia da museo, un’immersione “di frontiera” nel suo stereotipo più grottesco.

Copie Conforme (Certified Copy) (2010)

Certified Copy - Official Trailer

Uno scrittore inglese, James Miller, si trova in un piccolo villaggio toscano per presentare il suo libro sulla validità delle copie nell’arte. Incontra “Elle”, un’antiquaria francese. I due passano un pomeriggio insieme, e il loro rapporto inizia a trasformarsi ambiguamente in quello di una coppia sposata da anni.

Il capolavoro italiano di Abbas Kiarostami è un’intuizione geniale. Il regista iraniano ambienta un film filosofico sulla natura dell’originale e della copia proprio in Toscana, il cuore del Rinascimento, la terra dei maestri e dei copisti. Il paesaggio toscano, con i suoi cipressi che sembrano “individuali” ma riprodotti all’infinito, diventa un labirinto filosofico. L’Italia è il luogo perfetto per mettere in discussione l’autenticità, sia nell’arte che nelle relazioni umane.

Call Me by Your Name (2017)

Call Me By Your Name | Official Trailer HD (2017)

Nell’estate del 1983, nel Nord Italia, il diciassettenne Elio passa le vacanze nella villa di famiglia. L’arrivo di Oliver, un affascinante studente americano venuto ad assistere il padre di Elio, professore di archeologia, sconvolge la sua vita, innescando un’estate indimenticabile di primo amore.

Diretto da Luca Guadagnino e prodotto da società indipendenti internazionali, il film ridefinisce l’idillio italiano. L’ambientazione (Crema e la campagna lombarda) sembra un sogno da cartolina, ma Guadagnino la usa in modo tattile e sensoriale. È un’Italia colta, ellenistica (le statue greche ripescate dal lago), pigra e assolata. L’ambientazione è un Eden estivo che fa da cornice perfetta al risveglio omoerotico, decostruendo il cliché del “macho” italiano e sostituendolo con una sensualità colta e vulnerabile.

Il Grottesco Siciliano. L’Apocalisse di Ciprì e Maresco

Se cercate il cinema italiano più estremo, indipendente e underground, dovete andare in Sicilia. Lontani dai centri di potere cinematografico di Roma e Milano, Daniele Ciprì e Franco Maresco hanno creato un universo unico e inimitabile. La loro Sicilia non è quella di Tornatore, ma un paesaggio apocalittico, grottesco e post-umano, filmato in un bianco e nero livido. È il punto zero dell’ambientazione italiana, la sua anti-cartolina definitiva. Se Pasolini vedeva la sacralità nel degrado, Ciprì e Maresco vedono solo il grottesco, il corporale e il blasfemo. La loro Palermo è un’altra dimensione.

Lo zio di Brooklyn (1995)

LO ZIO DI BROOKLIN (1995) Regia di Cipri' E Maresco - Trailer

In una Palermo apocalittica e irriconoscibile, una famiglia disagiata e semianalfabeta è costretta da un boss mafioso locale a ospitare in casa un misterioso e decrepito vecchio, “lo zio di Brooklyn”. La sua presenza sconvolge i già precari equilibri della famiglia e del quartiere.

L’estetica in bianco e nero di Ciprì e Maresco trasforma la periferia palermitana in un paesaggio lunare, una discarica popolata da “freaks” e mafiosi deformi. È la fine dell’umanesimo. L’ambientazione non è solo degradata, è irredimibile. È un’Italia post-atomica dell’anima, dove l’unica legge è quella della fame e della prevaricazione, il tutto filtrato da un umorismo surreale e nerissimo.

Totò che visse due volte (1998)

Ciprì e Maresco - Totò che visse due volte (frammento)

Un film antologico in tre episodi ambientato in una Sicilia infernale. Le storie, tra cui quella di un uomo bestiale di nome Paletta e quella di un “Totò” che crede di essere la reincarnazione del Messia, sono una parodia blasfema e grottesca della Passione di Cristo.

Questo film fu censurato e bloccato prima dell’uscita per “vilipendio alla religione”. L’ambientazione siciliana, ancora una volta una periferia palermitana trasfigurata, diventa un palcoscenico per la “fine della storia”. È un Vangelo grottesco dove la sacralità pasoliniana è stata completamente sostituita da istinti primordiali, fame, sesso e blasfemia. È la visione più estrema e indipendente che il cinema italiano abbia mai prodotto del proprio territorio.

Il Nuovo Realismo Magico. La Rinascita del Cinema d’Autore (1990-Oggi)

Il cinema indipendente italiano contemporaneo ha trovato una nuova, potente voce. Registi come Matteo Garrone, Alice Rohrwacher e Pietro Marcello hanno assorbito la lezione fondamentale del Neorealismo (l’attenzione ai margini, l’uso del paesaggio reale) ma l’hanno fusa con il genere (il noir, il crime) e con un “realismo magico” unico. Questi autori sono tornati a mappare l’Italia fuori dai centri turistici, esplorando il sistema della Camorra a Scampia, l’abusivismo di Villaggio Coppola, la ‘Ndrangheta in Calabria e la resistenza contadina in Umbria. Per loro, l’ambientazione non è solo un luogo, ma un sistema sociale, economico e criminale.

Napoli e Campania. Il Noir e la Storia

L’amore molesto (1995)

Troubling Love (L'amore molesto) (1995) | Trailer | Anna Bonaiuto | Angela Luce | Gianni Cajafa

Delia, un’illustratrice che vive a Bologna, torna nella sua città natale, Napoli, dopo il misterioso annegamento della madre, Amalia. Cercando di capire cosa sia successo, Delia è costretta a scavare nel suo passato e in un rapporto materno fatto di memorie represse e violenze nascoste.

Tratto dal romanzo d’esordio di Elena Ferrante, il film di Mario Martone usa Napoli non come la città solare del luogo comune, ma come un labirinto oscuro e soffocante. L’ambientazione urbana è un thriller psicologico. Delia si muove in una città che è la mappa della sua memoria repressa. I vicoli, i palazzi, la metropolitana diventano luoghi dell’inconscio, in un viaggio all’indietro verso un trauma rimosso.

L’imbalsamatore (2002)

The Embalmer Official Trailer

Peppino, un tassidermista nano affetto da nanismo e coinvolto in affari ambigui con la camorra, assume Valerio, un giovane alto e bellissimo, come suo aiutante. Tra i due si instaura un rapporto morboso, che si trasforma in un triangolo mortale quando Valerio si innamora di Deborah.

L’ambientazione è la chiave di questo noir grottesco. Matteo Garrone sceglie Villaggio Coppola, un ecomostro abusivo sul litorale domizio, vicino a Castel Volturno. Questo “non-luogo” spettrale, un complesso turistico progettato e mai finito, oggi in rovina, diventa un set perfetto. L’architettura degradata e surreale è il paesaggio dell’anima dei personaggi, un luogo di morte e desiderio che riflette la natura sinistra della storia.

Gomorra (2008)

Cinque storie di vita si intrecciano nel territorio dominato dalla Camorra, tra Scampia e Casal di Principe. Un ragazzino che fa la spesa, due giovani criminali esaltati da Scarface, un sarto d’alta moda, un intermediario di rifiuti tossici e un “contabile” che paga le famiglie dei carcerati.

Il film di Matteo Garrone è uno spartiacque che ha ridefinito il cinema italiano. L’ambientazione è Scampia. Con uno stile quasi documentaristico, Garrone ci immerge in questo territorio. L’architettura brutalista delle “Vele” non è solo uno sfondo: è la struttura stessa del potere della Camorra, una fortezza di cemento, una prigione a cielo aperto che condiziona la vita, la morte e la morale dei suoi abitanti.

Bella e perduta (2015)

Bella e perduta - IL TRAILER UFFICIALE

Tommaso, un pastore che si prende cura volontariamente della Reggia di Carditello, un gioiello borbonico abbandonato in Campania, muore. Dal Vesuvio emerge Pulcinella, inviato per esaudire il suo ultimo desiderio: salvare un giovane bufalo, Sarchiapone. Inizia un viaggio picaresco attraverso un’Italia “bella e perduta”.

Pietro Marcello fonde magistralmente documentario, fiaba e mito. L’ambientazione è la Reggia di Carditello, un luogo reale, simbolo della bellezza italiana abbandonata al saccheggio e al degrado (si trova nella “terra dei fuochi”). L’uso di Pulcinella, maschera della tradizione napoletana, e di un bufalo parlante, trasfigura l’ambientazione. L’Italia non è solo un luogo, ma un lamento, una bellezza che chiede di essere salvata.

Martin Eden (2019)

MARTIN EDEN (2019) con Luca Marinelli - Trailer Ufficiale HD

Martin Eden è un giovane marinaio proletario a Napoli. Dopo aver salvato un rampollo dell’alta borghesia, viene introdotto nel suo mondo e si innamora della sorella, Elena. Decide di elevarsi socialmente e culturalmente diventando uno scrittore, ma la sua ambizione lo porterà all’autodistruzione.

La scelta dell’ambientazione di Pietro Marcello è geniale. Trasponendo il romanzo di Jack London (ambientato a Oakland) in una Napoli del Novecento, ma astorica, il regista rende la storia universale. L’Italia (Napoli) diventa un “ovunque” storico, un palcoscenico dove si consuma il dramma della lotta di classe, dell’individualismo e del fallimento politico. L’uso di materiali d’archivio fusi con la finzione crea un’ambientazione che è allo stesso tempo reale e sognata.

Nostalgia (2022)

NOSTALGIA - Official HD Trailer - A film by Mario Martone

Dopo quarant’anni vissuti tra l’Egitto e il Libano, Felice Lasco torna nella sua città natale, Napoli, per assistere la madre malata. Si stabilisce nel Rione Sanità, il quartiere dove è cresciuto, ma il suo ritorno lo costringe a fare i conti con un passato criminale e con l’amicizia tradita con un boss locale.

Mario Martone torna a Napoli e si immerge nel Rione Sanità. L’ambientazione è il cuore pulsante del film. Il quartiere è un labirinto di vicoli, palazzi nobiliari decaduti, chiese e catacombe. Per Felice, questo paesaggio urbano è la mappa del suo passato, un luogo che lo riaccoglie e allo stesso tempo lo imprigiona. L’ambientazione è il destino: un passato da cui è impossibile fuggire.

Calabria e Sud Rurale. Il Reale e l’Invisibile

Le Quattro Volte (2010)

LE QUATTRO VOLTE by Michelangelo Frammartino (2010) – Official International Trailer

In un villaggio isolato sulle montagne della Calabria, un anziano pastore porta al pascolo le sue capre. Il film osserva il ciclo della vita e la trasmigrazione dell’anima: dal pastore a una capretta appena nata, da questa a un abete abbattuto per la festa del paese, e infine al carbone prodotto dal legno.

Il film di Michelangelo Frammartino è un’opera quasi mistica, ai confini tra documentario e finzione. L’ambientazione è un’Italia remota, un luogo pre-verbale dove la vita umana è solo una parte di un ciclo cosmico più grande. Frammartino filma il paesaggio calabrese con un rigore e una pazienza che trasformano la quotidianità contadina in un rituale filosofico sulla reincarnazione e sulla connessione tra tutti gli esseri viventi.

Corpo Celeste (2011)

Corpo Celeste (2011) - Trailer (english subtitles)

Marta, una ragazza di tredici anni, torna a vivere a Reggio Calabria dopo aver passato l’infanzia in Svizzera. Si prepara a ricevere la cresima, ma si scontra con un ambiente che non riconosce più: un catechismo svuotato di senso, un degrado urbano e una spiritualità ridotta a superstizione.

Nell’esordio di Alice Rohrwacher, l’ambientazione calabrese è il luogo dello smarrimento spirituale. Reggio Calabria è mostrata nel suo contrasto stridente tra una natura ancora potente (il mare, la fiumara) e un degrado urbano e religioso. La ricerca di Marta di un senso autentico del sacro si scontra con un’Italia che sembra averlo dimenticato, simboleggiata dal parroco più interessato alla politica che alle anime.

A Chiara (2021)

A CHIARA di Jonas Carpignano - Il film italiano che ha trionfato a Cannes 2021 | Trailer Italiano HD

Chiara ha quindici anni e vive a Gioia Tauro, in Calabria, circondata dall’affetto della sua famiglia. Il giorno del diciottesimo compleanno della sorella, suo padre scompare improvvisamente. Chiara inizia a indagare e scopre che l’uomo che ama è un latitante legato alla ‘Ndrangheta.

Jonas Carpignano, italiano d’adozione, chiude la sua trilogia ambientata a Gioia Tauro. Il suo stile immersivo ci porta dentro la realtà sociale ed economica di un territorio controllato dalla criminalità organizzata. L’ambientazione non è solo uno sfondo per una storia criminale, ma è il sistema stesso. Gioia Tauro, con il suo porto e i suoi legami familiari inscindibili, è l’Italia vista come un sistema di potere dove la linea tra amore familiare e complicità mafiosa è tragicamente sfumata.

Centro/Nord Italia. La Resistenza Magica

Le Meraviglie (2014)

Le meraviglie Trailer Italiano (2014) - Film Vincitore Grand Prix - Cannes 2014

Gelsomina vive con la sua famiglia in una fattoria fatiscente nella campagna umbra. Il padre, un apicoltore tedesco burbero e idealista, cerca di proteggere la famiglia dal mondo moderno. L’equilibrio si spezza quando nella zona arriva una troupe televisiva per un concorso a premi chiamato “Il Paese delle Meraviglie”.

Alice Rohrwacher filma l’ambientazione rurale (tra Umbria e Lazio) come un “regno in rovina”. È un’Italia contadina che cerca disperatamente di resistere all’omologazione della modernità, simboleggiata dal kitsch televisivo della conduttrice (Monica Bellucci). L’ambientazione è il luogo della resistenza culturale, un mondo magico e fragile (l’apicoltura, il rapporto con la natura) destinato a essere corrotto dall’esterno.

Lazzaro felice (2018)

Happy as Lazzaro (2018) | Trailer | Adriano Tardiolo | Agnese Graziani | Alba Rohrwacher

Lazzaro è un giovane contadino di una bontà così pura da sembrare ingenuità. Vive in una tenuta isolata, L’Inviolata, dove una marchesa sfrutta i contadini in un regime di mezzadria che crede ancora esista. Quando Lazzaro, in seguito a un incidente, viaggia nel tempo, si ritrova catapultato nella periferia urbana moderna.

Questo è il capolavoro del realismo magico di Alice Rohrwacher. L’ambientazione è divisa in due: L’Inviolata, un’Italia feudale e fuori dal tempo, e la periferia urbana, l’Italia post-industriale e cinica. Il viaggio di Lazzaro è un’allegoria della perdita dell’innocenza dell’Italia. Il film usa l’ambientazione per mostrare come la “bontà” pura di Lazzaro, un prodotto di un mondo arcaico, non abbia più posto nella società contemporanea.

La Chimera (2023)

LA CHIMERA di Alice Rohrwacher (2023) - Trailer Ufficiale

Arthur, un archeologo inglese dal cuore spezzato, torna in un piccolo paese della Tuscia negli anni ’80. Si unisce a una banda sgangherata di “tombaroli”, profanatori di tombe etrusche, usando il suo dono da rabdomante per trovare reperti sepolti e cercare un passaggio verso l’aldilà.

Ancora Alice Rohrwacher esplora l’Italia centrale. L’ambientazione della Tuscia è un luogo dove il presente (degradato e picaresco) letteralmente vive sopra un mondo sotterraneo sacro e ricchissimo (gli Etruschi). Il film esplora il rapporto tra sacro e profano: l’Italia è un cimitero a cielo aperto che i suoi abitanti contemporanei saccheggiano per sopravvivere. L’ambientazione è un palinsesto di storia profanata.

Documentare il Nascosto. Il Reale Oltre la Finzione

Infine, l’ambientazione italiana nel cinema indipendente trova la sua espressione più pura nel documentario d’autore. Questi film tornano alla missione originaria del Neorealismo – osservare il reale – ma lo fanno cercando mondi nascosti, segreti, personali o dimenticati. Dal reale “urlato” delle macerie di Roma, città aperta, arriviamo al reale “sussurrato” dei boschi piemontesi o delle grotte calabresi. Il cinema indipendente continua a mappare l’Italia che la finzione mainstream ignora, chiudendo il cerchio.

The Truffle Hunters (2020)

THE TRUFFLE HUNTERS – Extended Preview | Now On Digital & Blu-ray

Un documentario indipendente americano che segue un gruppo di anziani uomini, tra i settanta e gli ottant’anni, e i loro fedeli cani, alla ricerca del raro e prezioso tartufo bianco d’Alba nelle foreste delle Langhe, in Piemonte.

I registi Michael Dweck e Gregory Kershaw ritraggono un mondo segreto e arcaico. L’ambientazione non è solo la foresta piemontese, filmata come un luogo magico e fiabesco, ma è un intero sistema di tradizioni, segreti e rituali che sta scomparendo. Il film usa l’ambientazione italiana per raccontare una storia di passione, vecchiaia e il conflitto tra un sapere antico e le richieste di un mercato globale rapace.

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Marx Can Wait (2021)

MARX PUÒ ASPETTARE (2021) di Marco Bellocchio - Trailer Ufficiale HD

Il maestro Marco Bellocchio realizza un documentario profondamente personale. Riunendo i suoi fratelli e la sua famiglia, indaga su un trauma rimosso: il suicidio del suo fratello gemello, Camillo, avvenuto nel 1968, nel pieno della contestazione politica.

L’ambientazione qui è l’Italia della memoria. Bellocchio torna nei luoghi della sua infanzia a Piacenza e ripercorre la sua carriera a Roma. Il film è un’indagine dolorosa che intreccia la Storia d’Italia (il fermento politico del ’68, che per il regista e i suoi amici era più importante di tutto) e la tragedia privata. L’ambientazione italiana diventa il teatro di un’autoanalisi familiare e storica.

Il Buco (2021)

Il Buco, vincitore Premio Speciale della Giuria a Venezia 78 | Trailer Ufficiale HD

Nel 1961, mentre l’Italia del Nord costruisce il Grattacielo Pirelli e celebra il boom economico, un gruppo di giovani speleologi piemontesi scende nelle profondità dell’Altopiano del Pollino, in Calabria. Scopriranno l’Abisso di Bifurto, una delle grotte più profonde del mondo.

Il film di Michelangelo Frammartino è un’opera di pura osservazione. Mette in netto contrasto due Italie: quella di sopra, moderna e proiettata verso il futuro (il Nord industriale), e quella di sotto, un mondo sotterraneo, oscuro e inesplorato (il Sud rurale). L’esplorazione geografica diventa una potente metafora filosofica. È un film sull’ignoto, sull’atto di guardare dove nessuno ha mai guardato, che è l’essenza stessa del cinema indipendente.

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

In questo video ti spiego la nostra visione

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Immagine di Fabio Del Greco

Fabio Del Greco

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