Intervista ad Anna Maria Achilli

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Il cortometraggio di Anna Maria Achilli in concorso ad Indiecinema Film Festival, “Garbatella o cara”, è un inno a uno dei quartieri più popolari di Roma

Ci sarà anche Garbatella o cara di Anna Maria Achilli, tra i cortometraggi in concorso ad Indiecinema Film Festival che verranno proiettati giovedì 11 gennaio a  partire dalle 21. E come poteva essere diversamente, essendo tale corto ambientato proprio alla Garbatella… lo stesso, popolarissimo quartiere di Roma, dove si trova anche il Circolo ARCI Arcobaleno (in Via Pullino 1, per la precisione), divenuto ormai una delle più tradizionali sedi del festival. Di questa fortunata coincidenza e di molto altro ancora abbiamo parlato con l’autrice di questo delizioso lavoro cinematografico, capitato al momento giusto… e al posto giusto.

L’idea del corto e la passione per l’arte

Innanzitutto, Anna Maria, ci potresti raccontare in breve la tua formazione artistica? E come è nato il tuo interesse per il cinema?

 Sono cresciuta in una famiglia, dove la musica, il teatro e il cinema erano “di casa” e sin da bambina ho amato tutte le varie forme d’arte. Ricordo che mio padre aveva un video proiettore e uno schermo portatile (di quelli che si srotolano) e la domenica organizzava spesso per noi bambini, proiezioni di film di Charlie Chaplin, Stanlio e Ollio e cartoni animati e per noi, era un vero e proprio “rito” quello di allestire la “sala cinema”… Dopo gli studi artistici, mi sono laureata in scenografia, studiando anche regia e fotografia; parallelamente agli studi artistici mi sono perfezionata in quella che era la mia prima grande passione: la danza. Dapprima danza classica e poi danza moderna e contemporanea, e successivamente coreografia e teatrodanza, vincendo borse di studio in U.S.A., Austria, Germania e Italia e facendo esperienze professionali importanti. Con il teatrodanza ho iniziato a scrivere i testi, appassionandomi anche alla scrittura. Successivamente ho iniziato a scrivere per il teatro e, dopo un percorso formativo di dizione, ho iniziato a lavorare anche con la voce, come voice over, speaker e doppiatrice per RAI, Mediaset e Sky. Sono fondamentalmente un’eclettica, amo la creatività a trecentosessanta gradi, e scrivere e dirigere per la settima arte è un’esperienza arrivata gradualmente nella mia vita, a corollario del mio ampio percorso artistico.

 Fare cinema indipendente in Italia non è certo facile, anche qualora si punti a girare un cortometraggio. Quando è nata l’idea di realizzare “Garbatella o cara”? Produttivamente parlando come è stato sostenuto il progetto? Ed è risultato alla fine dispendioso?

 Viviamo in un Paese meraviglioso, che da sempre è la culla dell’Arte e della Cultura, dove, però, purtroppo, mantenere acceso il “fuoco sacro” per un creativo non è facile. L’idea di girare un cortometraggio mi è venuta in occasione del centenario della Garbatella. Opera in Roma, la società che ha prodotto il corto, ha partecipato al bando “Centenario Garbatella”, indetto dal Comune di Roma in occasione dei venti lustri della nascita del quartiere, vincendolo. Per realizzare Garbatella o cara, c’è voluta molta determinazione, coraggio e passione. Eravamo in piena pandemia, tutte le scene sono state girate a mano, senza cavalletti e per di più, avevamo a disposizione un budget irrisorio per la produzione del progetto. Ma, ho avuto l’onore di avere la partecipazione di un grande attore quale è Massimo Wertmuller, e la fortuna di lavorare con due operatori (Marcello Giorgi e Riccardo De Paola) e un montatore (Andrea Manna) straordinari, con i quali abbiamo lavorato alacremente per realizzare questo progetto. Garbatella o cara è il frutto di un “fuoco sacro” ardente!

Garbatella in primo piano

Questo tuo lavoro cinematografico è in primis atto d’amore verso un particolare quartiere di Roma, la Garbatella. Per te è stato anche un modo di approfondirne ulteriormente la Storia oppure le vicende di cui sentiamo parlare durante il film hanno fatto parte tutte del tuo percorso di crescita… e ne eri quindi al corrente già da prima?

Sì, un vero e proprio atto d’amore. Come narro all’inizio del cortometraggio, il destino ha voluto che nascessi in quel quartiere, ma poi, il destino mi ci ha riportato, e mi ha fatto “vivere” quel quartiere durante l’adolescenza… Sicuramente, la scrittura di questo corto, mi ha portato ad approfondire alcune nozioni di cui ero già a conoscenza e a documentarmi riguardo tutti gli avvenimenti accaduti in questo meraviglioso quartiere romano, che hanno contribuito a svilupparne la storia fin dalla sua creazione.

Girare durante la pandemia ha comportato qualche difficoltà pratica, ad esempio il dover esibire permessi o affrontare possibili reazioni negative in strada, oltre alle difficoltà di ordine emotivo?

Il corto è stato girato in una giornata di dicembre 2020, dall’alba al tramonto; eravamo in piena pandemia, ma, devo dire che non abbiamo trovato nessuna difficoltà nel fare le riprese, né reazioni negative da parte delle persone. All’inizio della giornata c’era in noi apprensione, più che altro di carattere sanitario, ma poi, tutto si è svolto in assoluta tranquillità.

Dal coinvolgimento di Massimo Wertmuller alle scelte musicali

 Come è stato coinvolto nel corto un grande interprete come Massimo Wertmuller, il quale sembrerebbe avere a cuore i progetti fatti con passione e ispirazione sincera, come dimostra anche il sostegno dato di recente a iniziative come il Molo Film Festival?

Massimo Wertmuller prima ancora che essere un grande Artista, con la A maiuscola, è una grande persona. Ci siamo confrontati sul progetto e man a mano che parlavamo della Garbatella, ci siamo accorti che tutti e due, a distanza di qualche anno, eravamo nati non solo nello stesso quartiere, ma anche nella stessa clinica! Quando si dice il destino…

 In “Garbatella o cara” la musica ha una forza trainante notevole. Cosa puoi dirci riguardo a certe scelte indubbiamente colte, effettuate per la colonna sonora?

 Come già accennato all’inizio di questa intervista, io ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia dove la musica classica veniva ascoltata quotidianamente. Da ragazza, avevo ascoltato più volte la musica del grande Respighi, rimanendone da subito affascinata e profondamente colpita. In “Pini di Roma”, “Feste romane” e “Fontane di Roma”, che sono poi le tre composizioni da cui ho tratto i vari brani musicali per il corto, Respighi coglie perfettamente lo spirito della “romanità” nelle sue note. Inoltre, cosa di non poco conto, è che queste sue tre composizioni, sono state da lui scritte negli stessi anni in cui la Garbatella venne edificata.

Ritorno alla Garbatella

Il voler dare un ritmo comunque spigliato e personale al film si nota anche dal montaggio, come ti sei relazionata ad esso?

Normalmente arrivo al montaggio con le idee chiare, sia per quanto riguarda la regia dei fotogrammi, sia per l’inserimento delle musiche. Durante il processo creativo, mi avvalgo della mia esperienza da danzatrice e coreografa. L’aver lavorato con il corpo, mi aiuta a dare ritmo a quello che scrivo in sceneggiatura, alle immagini che ho in mente anche in relazione alla musica, per poi, successivamente, montare il tutto. Anche la musica, con la sua energia e poeticità, è di fondamentale importanza e ispirazione per dare il giusto ritmo al montaggio di ogni mio progetto cinematografico.

Dove è stato proiettato finora il tuo lavoro? E il fatto che Indiecinema voglia portarlo proprio alla Garbatella costituisce forse un’emozione supplementare?

 Lo scorso anno questo cortometraggio è stato selezionato dal prestigioso RAM (Rovereto Archeologie Memorie) Film Festival di Rovereto alla sua trentatreesima edizione, e, devo dire, che vedere il mio corto proiettato sul megaschermo del bellissimo Teatro Zandonai, e per di più che il numeroso pubblico presente al termine della proiezione, ha applaudito calorosamente, mi ha fatto provare, oltre che una fortissima emozione, anche un pizzico di orgoglio, poiché in quel momento ero in trasferta… Ringrazio Indiecinema per averlo scelto quest’anno e per aver deciso di proiettarlo nel cuore della Garbatella, perché è come se si chiudesse un cerchio; sono sicura che appena rientrerò nel quartiere dove sono nata per andare ad assistere alla presentazione della proiezione, riproverò le forti emozioni che ho provato quella mattina di dicembre del 2020. Entrerò in un mondo magico, tornerò alla Garbatella!

Stefano Coccia

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Stefano Coccia

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