Abbiamo intervistato Richard Bakewell, regista del film che ha vinto la terza edizione di Indiecinema Film Festival
La terza edizione di Indiecinema Film Festival è terminata il 13 ottobre 2024 al Circolo ARCI Arcobaleno di Roma. E il PRIMO PREMIO del Concorso Lungometraggi è andato proprio a Roswell Delirium di Richard Bakewell (Stati Uniti, 2023), con la seguente motivazione: “Per la bella fotografia, la recitazione convincente e una trama con tanti colpi di scena. Far recitare i bambini non è semplice, ma qui hanno fatto la differenza. In uno dei generi che amiamo di più”.
Sempre in quei giorni abbiamo avuto una stimolante conversazione col regista americano, che ha risposto così alle nostre domande!
Un originale “crossover”, che guarda al filone ucronico
L’originalità di “Roswell Delirium”, Richard, anche grazie al brillante crossover di generi, può avere un forte impatto sul pubblico più cinefilo. Come è nata l’idea?
L’idea di Roswell Delirium è nata anni fa, mentre stavo lavorando a un documentario su bambini malati di cancro che cercano di stilare la loro lista dei desideri. Uno dei bambini aveva il cancro da 9 anni e alla fine non riusciva più a combatterlo. Sua madre gli ha detto che se vuoi andare, puoi andare. La madre ha fatto tutto il possibile per tenerlo in vita ma alla fine non è riuscita a salvarlo. Così ho pensato: e se ci fosse un posto dove le persone possano portare i loro cari morenti agli Alieni e salvarli? All’inizio il film era un corto. Nel 2020 avremmo già voluto girarlo, ma non abbiamo potuto a causa della pandemia, quindi l’ho riscritto in forma di lungometraggio e alla fine è diventato un film anni ’80 sulla salute mentale.
Tra gli spunti che possono aver ispirato la sceneggiatura c’è anche, per caso, l’amore per le storie di fantascienza “ucronica”, ossia per le versioni alternative del passato nel cinema e nella letteratura?
Naturalmente c’è un amore radicato per il mondo della fantascienza. Star Wars, L’Impero colpisce ancora, Ritorno al futuro, ET, Alien, Predator e Terminator sono tutti film che mi hanno ispirato e che sono stati la forza trainante, per il mio desiderio di diventare un regista. E se ascolti attentamente il film o ti soffermi sui radioamatori, vedrai segni o date che sono rilevanti per molti di quei titoli.
“Guerra fredda” e presenze aliene
Anche se posta qui in una “realtà alternativa”, la minaccia di una guerra nucleare con l’Unione Sovietica sembra di nuovo spaventosamente attuale, con la guerra in Ucraina, dove gli alti comandi russi, americani ed europei parlano con troppa disinvoltura dell’opzione nucleare . Anche tu mentre giravi il film avevi questi pensieri?
Ho letto una storia su come la Guerra Fredda sia quasi realmente avvenuta negli anni ’80 a causa di una falsa lettura delle informazioni satellitari, laddove il Sole tramontava in un certo modo e i sovietici pensavano di essere sotto attacco, sicché hanno schierato quasi pronte per la partenza dozzine di testate. Poi ho usato quel pezzo di Storia come spina dorsale della storia in questione e l’ho ambientato in un mondo apocalittico datato anni ’80. Solo quando ho finito la sceneggiatura nel 2022 i russi sono entrati in guerra con l’Ucraina. Penso che sia stata solo questione di giorni, è stato molto surreale e vedere la devastazione in TV ha ispirato altri pensieri sull’idea che se i russi avessero vinto la guerra avremmo dovuto leggere i loro libri nelle nostre classi e adattarci alla situazione, al modo in cui avrebbero voluto che noi vivessimo.
E cosa ti affascina invece della “traccia aliena”? C’è un cinema di fantascienza del passato che hai preso a modello?
Non so se ci sia qualche pezzo di fantascienza che sia stato un modello per Roswell Delirium. Per me in fondo lo è stato ogni film che ho visto negli anni ’80, che fosse Una pazza giornata di vacanza o Sixteen Candles – Un compleanno da ricordare, o Giochi stellari, volevo solo fare qualcosa con personaggi di cui il pubblico avrebbe finito per innamorarsi e un VERO lungometraggio anni ’80, senza però tutta la sdolcinatezza. Ed ero stanco di vedere film sugli Alieni in cui sono loro i cattivi. In questo film li volevo come eroi, tanto per cambiare. Rileggendo poi tutte le storie sugli incontri con gli Alieni e su come diverse persone in posizioni di comando elevate abbiano affermato che avrebbero lanciato armi nucleari, dopo aver ricevuto segnalazioni di UFO nelle vicinanze, ed è stato come se proprio questi avessero impedito che la distruzione accadesse. Quindi, chissà, forse gli Alieni sono davvero qui per aiutarci a salvarci da noi stessi, dopo tutto.
Musica e interpreti
La colonna sonora è molto vibrante, intensa, accompagna bene i diversi momenti del film. Soprattutto per le parti più vicine alla musica elettronica, quanto era forte il desiderio di omaggiare un certo mood anni ’80?
Quando ho incontrato per la prima volta Troy Van Leeuwen, il chitarrista dei Queens of the Stone Age, gli ho regalato una prima versione del film con musica scelta temporaneamente. Era più un modello di quali emozioni volevo che la musica aiutasse a generare, rispetto alle immagini. Poiché il film è ambientato negli anni ’80, e poi in un 2000 alternativo, dovevano esserci due miscele musicali uniche. Non potrei mai sottolineare abbastanza l’allegra frivolezza del sintetizzatore. E la musica di Troy dà a ogni scena un’atmosfera propria, e se chiudi gli occhi e ascolti puoi sentire ogni momento della scena, sia che risulti divertente o triste, e non hai nemmeno bisogno che le immagini la accompagnino.
Anche gli interpreti, sia quelli giovani che i più maturi, appaiono davvero intensi. E i gravi cambiamenti cui allude la loro storia passano anche attraverso i loro corpi, i loro volti, le loro cicatrici. Come si è svolto il casting e sei soddisfatto del risultato?
Kylee Levien e Arielle Bodenhausen, ovvero la giovane Mayday e sua madre, erano stati opzionati direttamente dal film precedente. Sapevo cosa potevano fare e ho scritto il film per loro. Nel 2022 non riuscivamo ancora a fare un casting vero e proprio. Non riuscivo a convincere un direttore del casting a uscire di casa. Volevano tutti fare una chiamata tramite zoom e ho detto che non avrebbe funzionato, non sarei stato in grado di sentire la loro performance e apportare le modifiche adeguate, se non fossi stato con loro nella stanza. Quindi ho preso Kylee, la mamma di Kylee, Arie, e assieme ai miei produttori Glenn e Larissa Evans abbiamo scelto da noi il cast del film. I genitori degli attori più giovani sono la ragione del successo di questa opera cinematografica. Hanno portato i loro figli in una sala casting con qualcuno che non conoscevano, in un periodo in cui dovevamo ancora indossare mascherine e tutte quelle sciocchezze. Ho trovato subito Kayden Brenna Tokarski, che interpreta Becky. Alla fine lei mi ha detto: “Ho avvertito subito che è fantastico lavorare con te e immagino che ci sarà un confronto serrato sulla mia roulotte“. Sono così felice sia degli attori più giovani che di quelli adulti da noi trovati! La stessa Kayden, Romyn Smith, Georgia MacPhail e Ashton Solecki sono vere star e hanno una presenza sullo schermo difficile da trovare di questi tempi. Sono entrati tutti nella stanza dei provini con sicurezza e un talento travolgente, sicché ho capito fin dall’inizio di ogni audizione quali erano i più adatti per il ruolo. E credo di aver fatto qualcosa di giusto perché le attrici e gli attori del film hanno vinto oltre 40 premi ai vari festival cinematografici. Sono orgoglioso del loro lavoro e loro si sono fidati di me, ecco perché il film è un tale successo.
Aspetti produttivi, premi e nuovi progetti
La componente visiva del film è molto curata, sia nelle scene più intime che in quelle visionarie e spettacolari. Quanto è stato difficile raggiungere questo obiettivo con un budget sicuramente inferiore a quello di tanti “blockbuster”? Quindi, come potresti descrivere l’approccio produttivo della vostra Lightforce Pictures?
Per fare un film come Roswell, non puoi girare a Los Angeles. È troppo costoso e fanno commissioni ridicole al FILM LA. Sono stato molto cauto con ogni centesimo che avevamo e ho girato gran parte del film al Lago Salton, a Riverside e a Lancaster. Era più consono all’aspetto del film, e sono nel settore da 20 anni, per cui ho chiesto molti favori ai miei amici e colleghi. E alcuni di loro hanno offerto gratuitamente il loro tempo per dare una mano. Senza di loro non avrei potuto realizzare finanziariamente il film che ho fatto. Abbiamo giusto organizzato una tabella di marcia, facendo la lettura di una sceneggiatura ancora incompiuta, e talvolta le prove venivano orchestrate fino al momento in cui potevamo riprendere in mano le videocamere. Stavamo massimizzando il tempo a disposizione e purtroppo per alcuni giorni ho dovuto rinunciare alle riprese, sapevo però che avremmo catturato la performance di una vita durante ogni singolo giorno di lavoro.
La giuria di Indiecinema Film Festival ha assegnato a Roswell Delirium il premio più importante, con questa motivazione: “Per la bella fotografia, la recitazione convincente e una trama ricca di colpi di scena. Far agire i bambini non è facile, ma qui hanno fatto la differenza. In uno dei generi che amiamo di più”.
Cosa ne pensi? E come è stato accolto finora il film nei festival e tra il pubblico americano?
Mi ritengo onorato di qualunque premio. È davvero sorprendente che i membri della giuria abbiano un’opinione così alta del film. Far recitare i bambini non è facile, ma questi bambini sono davvero unici. Abbiamo girato le scene in classe durante il giorno in cui stavamo pre-illuminando il set e ho detto alla mia produttrice Larissa che oggi era così bello girare. Hanno reso il mio lavoro più semplice e mi sono sentito ogni giorno come Richard Donner sul set dei Goonies. Un film non funziona se non ha le persone giuste in ogni reparto. Carter Ross ha fatto le riprese e dopo il secondo giorno non dovevo più spiegarmi troppo, facevamo scelte rapide e lui sapeva già cosa volevo. Davo un’occhiata al monitor e poi mi sedevo per terra accanto alla telecamera e guardavo i miei attori. Il bello è stato potersi concentrare sulle performance sapendo bene cosa succedeva dietro la macchina da presa. E sono ancora stupefatto dalle reazioni di tutti i festival e del pubblico. Abbiamo più di 89 premi adesso e stiamo continuando a crescere. Continuano ad arrivare riconoscimenti e tutti vogliono vederlo, ancora e ancora, e parlarne. Per me è un successo. Ho fatto un film del quale chi lo ha visto non può smettere di parlare.
Dopo Roswell Delirium, Richard, hai già fatto partire qualche altro progetto cinematografico?
Sì, in realtà ho finito di scrivere la prima bozza di un altro lungometraggio intitolato Into The Fray. Riguarda il controllo del governo in un mondo in cui le persone sono lasciate a sopravvivere senza cibo poiché tutti gli animali si sono ammalati, il gas si è esaurito e l’elettricità è una cosa del passato. Spero di completare la sceneggiatura nel 2025, che sarà anche il momento in cui verrà portato nelle sale Roswell Delirium. Credo che la linea temporale possa essere gennaio 2025, quindi state in campana!