Intervista a Logan Fry

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La conversazione di Michela Aloisi con l’autore di The Savage Frogs of Innsmouth, in concorso ad Indiecinema Film Festival!

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Ultimo appuntamento stagionale al Circolo ARCI Arcobaleno di Roma (Via Pullino 1), per quanto concerne Indiecinema Film Festival, l’audace Lovecraft Daypromosso dalla direttrice del festival Michela Aloisi e dal suo vice-direttore Stefano Coccia proporrà ben 3 lavori del Concorso Cortometraggi, ispirati in qualche modo allo scrittore di Providence. Sarà peraltro un evento internazionale, che vedrà ospite in sala Logan Fry, regista di The Savage Frogs of Innsmouth, direttamente dagli Stati Uniti. Ecco la conversazione avuta da Michela Aloisi col regista americano in visita nella capitale.

Lo stile giusto per Lovecraft

Hai scelto un testo di Lovecraft, La maschera di Innsmouth. Perchè questa scelta? Ami Lovecraft e l’horror?

The Savage Frogs of Innsmouth si basa su Shadow over Innsmouth, ma è un testo nuovo. Stessa location, e Shadow presentava rane, ma la storia è diversa e molto, molto più breve. L’orrore di Lovecraft è un orrore cosmico – l’insignificanza dell’uomo in un universo imprevedibile. È un tipo di orrore più complesso, sottile e sofisticato.

Hai fatto tanti lavori con stili diversi, tecniche diverse. Ti piace cambiare, provare nuove cose? E cosa ti ha divertito di più?

Mi piace il cambiamento. Dopotutto, sono stato avvocato, creatore di musei digitali, artista, tessitore, attore e regista. Ho curato anche la piccola collezione di arte africana di mio padre. . L’intelligenza artificiale è la mia nuova avventura e mi piace fare film con l’AI.

Dall’AI ai festival

Com’è creare corti con l’AI?

In molti modi, fare film con l’AI semplifica il processo. Non è necessario trovare e pagare per le location, o scegliere e pagare gli attori. È necessario sapere come vengono realizzati i film. Ma poiché so come fare film, usare l’AI è molto più semplice. E puoi creare scene quasi impossibili da realizzare con tecniche convenzionali.

Nella tua interpretazione, gli strani esseri ibridi di Innsmouth diventano delle rane inquietanti ma al tempo stesso l’orrore prende quasi una piega divertente. Quanta ironia c’è nei tuoi lavori?

Quasi tutti i miei film sono commedie. I miei due migliori film erano Gimme Head: The Tale of the Cuyahoga Valley Bigfoot e Ro-Boob: The Farting Robot Monster. Il primo parlava di un Bigfoot che decapitava le sue vittime, e il secondo di un mostro robotico in cerca dell’amore della sua vita – con dei seni stupendi. E quindi forse è una commedia basata su qualche elemento di ironia.

Noi ci siamo conosciuti a New York al Philip K. Dick Film Fest, dove hai portato un altro cortometraggio fantasy; ora stai venendo a Roma per Indicinema Film Festival. Cosa rappresentano per te questi eventi festivalieri? Un modo per far conoscere i tuoi lavori o anche per creare nuove connessioni con gli altri registi e addetti ai lavori?

Entrambi, in effetti. Non farò mai un blockbuster, ma voglio condividere il mio lavoro in tutto il mondo. Faccio anche amicizie che mi portano ad altri festival in giro per il mondo. BaiDeFest a Roses, in Spagna, è uno dei miei festival preferiti e ho incontrato il direttore a un festival a Barcellona. Lo stesso vale per il der Phantastische Trashfilm Festival di Kassel. Naturalmente, amo anche viaggiare.

Michela Aloisi

Una visione curata da un regista, non da un algoritmo

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Immagine di Stefano Coccia

Stefano Coccia

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