“In the Mood for Love”, il film del regista Wong Kar-wai, torna sul grande schermo dal 17 al 19 febbraio in una versione restaurata. Considerato uno dei film più influenti della storia del cinema, ha recentemente conquistato il secondo posto nella classifica dei migliori film del secolo stilata dalla BBC nel 2016. A distanza di 25 anni dalla sua prima uscita, il film si conferma un’opera fondamentale che incarna il dialogo tra Oriente e Occidente attraverso temi universali come il tempo, la memoria e la verità.
La Trama: Un’Amore Nascente nel Cuore di Hong Kong
Ambientato a Hong Kong nel 1962, “In the Mood for Love” racconta la storia di Chow Mo-wan e Su Li-zhen, due inquilini di un palazzo abitato da profughi cinesi. Entrambi stanno affrontando l’infedeltà dei loro coniugi e, mentre condividono momenti di vita quotidiana, avviano un progetto comune: scrivere un romanzo che diventa simbolo della loro relazione clandestina. In questo contesto, le partite a mah-jong e le piogge torrenziali diventano lo sfondo di una passione che cresce sotto il peso di segreti e desideri non espressi.
Un’Innovazione Cinematografica: Montaggio e Stile Visivo
Il film si distingue per un utilizzo innovativo del montaggio, caratterizzato da una grammatica visiva che gioca con il tempo e la percezione. Wong Kar-wai alterna rallentamenti nei gesti a sequenze in slow motion, creando un contrasto tra il teatrale e il cinematografico. Questa tecnica offre allo spettatore un’esperienza immersiva, in cui ogni oggetto – specchi, orologi, scarpe e tessere di mah-jong – acquista un significato profondo, quasi poetico.
Nel corso della narrazione, il tempo pare congelarsi, permettendo ai personaggi di riflettere su ricordi e sentimenti. Kar-wai riesce a condensare l’essenza della sua storia in soli 93 minuti, sovvertendo le convenzioni narrative tradizionali e creando una sensazione di immedezione temporale che pochi film riescono a trasmettere.
Temi Universali: Memoria e Verità
Al centro dell’opera ci sono i temi del tempo, della memoria e della verità, elementi ricorrenti nella filmografia di Wong Kar-wai. La sospensione temporale consente ai protagonisti di esplorare non solo la loro connessione emotiva, ma anche il conflitto tra ciò che è reale e ciò che è immaginario. La malleabilità della memoria emerge come un concetto chiave, facendo riflettere lo spettatore sulla natura delle relazioni e sul peso delle scelte fatte.
La narrazione elimina i nessi di causalità, liberando i personaggi da un’interpretazione lineare degli eventi. Così, il passato e il futuro perdono significato, lasciando spazio a un presente eterno e ancorato all’iconografia del cinema hollywoodiano, ricodificata attraverso l’estetica della Nouvelle Vague e la surrealità di autori come David Lynch.
Un Film che Abbatte i Confini: Estetica e Narrazione
“In the Mood for Love” non è solo un film d’amore, ma una meditazione sull’identità culturale e sulle influenze reciproche tra Oriente e Occidente. Kar-wai, con il suo stile visivo unico, riesce a fondere elementi di entrambe le tradizioni cinematografiche, creando un linguaggio universale che trascende le barriere culturali. È un’opera che parla a tutti, indipendentemente dal background culturale.
L’approccio del regista si distacca dalle forme tradizionali, trovando una nuova dimensione artistica in cui il bello e il complesso si uniscono in un’unica esperienza visiva. Come osserva Michele Chiusi su Ondarock, il film può essere descritto semplicemente come “bello”, mostrando una bellezza che non richiede giustificazioni o interpretazioni complesse.
Un’Eredità Duratura: La Trilogia e Oltre
“In the Mood for Love” rappresenta il vertice di una trilogia che culminerà nel 2049. Quest’ultimo film, pur essendo memorabile, non raggiunge la grazia del suo predecessore, anche se esplora tematiche similari legate alla memoria e alla verità. Con questo film, Wong Kar-wai amplia i confini della narrazione cinematografica, portando il pubblico a riflettere sulla soggettività dell’esperienza umana.
Il ritorno di “In the Mood for Love” nelle sale cinematografiche è un’occasione unica per riscoprire questa opera straordinaria, capace di sfidare il tempo e la noia attraverso una grammatica cinematografica essenziale. Con il suo mix di eleganza visiva e profondità emotiva, il film continua a risuonare nel cuore di chi lo guarda, testimoniando l’eterna ricerca di connessione e comprensione tra gli esseri umani.
La pellicola di Wong Kar-wai non è solo un viaggio nostalgico, ma un’affermazione potente sull’amore, il ricordo e la costruzione della propria identità, rendendola un classico senza tempo.