Il Festival Internazionale del Cinema di Berlino, affettuosamente noto come Berlinale, rappresenta una delle più prestigiose e influenti rassegne cinematografiche a livello mondiale. Fondato nel 1951, in un contesto storico segnato dalla Guerra Fredda e da una Berlino divisa, il festival nacque come una “vetrina del mondo libero”, con l’intento di fungere da ponte culturale e artistico in una città simbolo delle tensioni geopolitiche dell’epoca. La sua prima edizione si tenne il 6 giugno 1951 presso il cinema Titania-Palast, inaugurata dalla proiezione di Rebecca di Alfred Hitchcock.
Fin dalle sue origini, la Berlinale si è distinta per la sua forte connotazione politica e sociale, diventando una piattaforma per il dibattito e la riflessione attraverso il cinema. Riconosciuto ufficialmente come festival competitivo dalla FIAPF (Fédération Internationale des Associations de Producteurs de Films) nel 1956, il suo prestigio è cresciuto costantemente, affiancandosi a rassegne storiche come Cannes e Venezia. Il cuore pulsante della competizione è l’Orso d’Oro (Goldener Bär), il premio più ambito, assegnato annualmente al miglior lungometraggio da una giuria internazionale. A questo si affiancano gli Orsi d’Argento, che riconoscono eccellenze in varie categorie come regia, interpretazione e sceneggiatura.

Nel corso dei decenni, la Berlinale ha saputo evolversi, adattandosi ai cambiamenti storici e culturali. Gli anni ’70 videro un’accentuazione del suo ruolo come forum di discussione politica, un aspetto culminato con l’interruzione controversa dell’edizione del 1970 a causa del film O.k. di Michael Verhoeven, critico verso i crimini di guerra americani in Vietnam, evento che portò alla creazione della sezione Forum, dedicata al cinema sperimentale e politico. La caduta del Muro di Berlino nel 1989 segnò un’ulteriore trasformazione, rendendo il festival ancora più inclusivo. Dal 2000, la Berlinale ha trovato la sua sede principale nel Berlinale Palast, presso Potsdamer Platz, diventando un evento più accessibile al grande pubblico rispetto ad altri festival più elitari.
Oggi, la Berlinale attira ogni anno circa 500.000 visitatori e oltre 20.000 professionisti del settore da tutto il mondo, proiettando circa 350-400 film di ogni genere, lunghezza e formato nelle sue diverse sezioni, tra cui Competizione, Panorama (dedicata al cinema indipendente e a temi controversi), Forum, Generation (per un pubblico giovane) e Berlinale Shorts. Eventi collaterali di grande importanza come l’European Film Market (EFM), uno dei principali mercati cinematografici internazionali, e Berlinale Talents, un campus per cineasti emergenti, consolidano ulteriormente il suo ruolo cruciale nell’industria cinematografica globale. Il festival non è solo una celebrazione dell’arte cinematografica, ma anche un importante luogo di incontro, scambio culturale e scoperta di nuovi talenti, mantenendo viva la sua vocazione di “ponte culturale tra Est e Ovest” e di piattaforma per le cinematografie emergenti.
Di seguito, un elenco completo dei film che hanno ricevuto l’Orso d’Oro per il miglior lungometraggio, testimonianza della ricchezza e della diversità del cinema mondiale celebrato a Berlino.
Quattro in una jeep (Die Vier im Jeep) (1951)
Nella Vienna del secondo dopoguerra, divisa e occupata dalle quattro potenze alleate (Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Unione Sovietica), le pattuglie internazionali sono composte da un sergente per ciascuna nazione e vigilano sul settore internazionale a bordo di una jeep. La narrazione si concentra sulle interazioni e le tensioni tra il sergente americano William Long, il britannico Harry Stuart, il francese Marcel Pasture e il russo Vassilij Voroshenko. La loro routine viene complicata dall’arrivo di Franziska Idinger, una donna viennese in attesa del rilascio del marito, Karl, da un campo di prigionia. Quando Karl fugge prima del rilascio ufficiale e tenta di raggiungere la moglie a Vienna, la sua situazione mette in luce le diverse priorità e i conflitti latenti tra le forze occupanti. Mentre i sergenti occidentali mostrano una certa comprensione per Franziska, il sergente Voroshenko ha ordini precisi di catturare il prigioniero fuggiasco. Il film esplora il dramma umano sullo sfondo dell’occupazione, tra tentativi di cooperazione e inevitabili scontri ideologici, mostrando la disperazione della popolazione viennese e la realtà di una città in rovina.
…Senza lasciare indirizzo (…Sans laisser d’adresse) (1951)
Thérèse Ravenaz, una giovane e affascinante donna di provincia, arriva a Parigi alla ricerca dell’uomo che l’ha sedotta e abbandonata dopo aver saputo di aspettare un bambino da lui. Con pochi soldi e nessuna traccia precisa, sale su un taxi guidato da Emile Gauthier, un tassista gentile e disponibile che decide di aiutarla nella sua disperata ricerca. Insieme, perlustrano le strade e i quartieri parigini, ma l’uomo sembra svanito. Alla fine, Thérèse scopre l’amara verità: il suo seduttore è un donnaiolo già sposato. Fortunatamente, Emile si dimostra un uomo dal cuore d’oro.
La valle dei castori (In Beaver Valley) (1951)
Secondo capitolo della serie di documentari naturalistici “True-Life Adventures” prodotti da Walt Disney, La valle dei castori offre uno sguardo intimo e dettagliato sulla vita di questi “ingegneri della natura” nel loro habitat selvaggio, tipicamente nordamericano. Il film segue le vicende di un giovane castoro maschio che, dopo aver corteggiato con successo una femmina, si dedica alla costruzione di una solida dimora per la sua nuova famiglia prima dell’arrivo dell’inverno. Vengono illustrate le straordinarie capacità dei castori nel costruire dighe e logge circondate dall’acqua, trasformando il paesaggio e creando ecosistemi utili anche per altri animali come le giocose lontre di fiume, i salmoni durante la loro risalita, cervi e procioni. Il documentario mostra anche le sfide quotidiane, inclusa la difesa dai predatori e le difficoltà imposte dal ciclo delle stagioni.
Giustizia è fatta (Justice est faite) (1951)
Durante un processo a Versailles, sette giurati di diversa estrazione sociale sono chiamati a decidere le sorti di Elsa Lundenstein, una dottoressa accusata di aver ucciso il marito, anch’egli medico e malato terminale di cancro, somministrandogli una dose letale di morfina. La difesa sostiene si sia trattato di eutanasia, un atto di pietà per porre fine alle sue sofferenze, ma l’accusa insinua che Elsa possa aver agito per interesse, avendo ereditato una cospicua somma e avendo già un’altra relazione. Il film intreccia le fasi del processo con la vita privata dei giurati, mostrando come le loro esperienze personali, i pregiudizi e le tendenze segrete influenzino inevitabilmente il loro giudizio e il verdetto finale, che condannerà Elsa ma con una pena non eccessivamente pesante.
Cenerentola (Cinderella) (1951)
Questo classico dell’animazione Disney narra la celebre fiaba di Cenerentola, una giovane e gentile ragazza che, dopo la morte della madre e le seconde nozze del padre, viene ridotta a serva nella sua stessa casa dalla crudele matrigna, Lady Tremaine, e dalle sue viziose figlie, Anastasia e Drizella. Nonostante le umiliazioni, Cenerentola mantiene un cuore puro, trovando conforto nell’amicizia degli animali della casa, in particolare i topolini Giac e Gas Gas. Quando il Re indice un ballo per trovare una moglie al Principe, Cenerentola sogna di parteciparvi. Con l’aiuto magico della Fata Madrina, che trasforma una zucca in carrozza, i topolini in cavalli e le dona un abito scintillante con delle scarpette di cristallo, Cenerentola si reca al ballo e incanta il Principe. Dovrà però fuggire allo scoccare della mezzanotte, prima che l’incantesimo svanisca, perdendo nella fretta una scarpetta, unico indizio che permetterà al Principe di ritrovarla.
Ha ballato una sola estate (Hon dansade en sommar) (1952)
Dopo il diploma, Göran, uno studente svedese, si reca a trascorrere l’estate nella fattoria dello zio in campagna. Lì incontra Kerstin, una giovane e affascinante contadina, e tra i due scocca immediatamente la scintilla. Il loro amore, intenso e passionale, fiorisce tra le luminose notti estive e i bagni nel lago, ma deve scontrarsi con il bigottismo e la mentalità repressiva della comunità locale, incarnata soprattutto dalla figura austera e intransigente del pastore. Nonostante l’ostilità dei parenti di Kerstin e il giudizio della gente, i due giovani vivono la loro “estate di felicità”, un idillio destinato però a una tragica e improvvisa conclusione a causa di un incidente. Il film, premiato a Berlino, suscitò scalpore all’epoca per la sua rappresentazione della nudità e la critica all’ipocrisia religiosa.
Vite vendute (Le Salaire de la peur) (1953)
In un misero e isolato villaggio del Sud America, quattro uomini europei senza prospettive – il corso Mario, l’anziano francese Jo, il muratore toscano Luigi e il tedesco Bimba – vengono reclutati da una compagnia petrolifera americana per una missione ad altissimo rischio. Devono trasportare due camion carichi di nitroglicerina, un esplosivo estremamente instabile, attraverso 300 miglia di strade dissestate e pericolose per spegnere l’incendio di un pozzo petrolifero. La ricompensa promessa è sufficiente per cambiare le loro vite, ma il viaggio è una corsa contro il tempo e la morte, dove ogni sobbalzo potrebbe essere fatale. La tensione costante mette a dura prova i nervi e i rapporti tra i quattro, rivelando coraggio, codardia e la disperata volontà di sopravvivere.
Hobson il tiranno (Hobson’s Choice) (1954)
A Salford, Lancashire, nel 1880, Henry Horatio Hobson è il dispotico proprietario di un rinomato negozio di stivali. Vedovo e avaro, sfrutta le sue tre figlie, Maggie, Alice e Vicky, facendole lavorare senza salario e opponendosi ai loro matrimoni per non dover pagare la dote. Mentre acconsente con riluttanza alle nozze delle figlie minori, considera la primogenita Maggie, trentenne e molto abile negli affari, troppo indispensabile. Stanca della tirannia paterna, Maggie decide di prendere in mano il proprio destino: sposa Willie Mossop, il timido ma talentuosissimo calzolaio del negozio, e insieme aprono un’attività concorrente. Grazie all’acume di Maggie e all’abilità di Willie, il nuovo negozio prospera, sottraendo gran parte della clientela a Hobson e costringendolo a fare i conti con la propria arroganza e la determinazione della figlia.
I topi (Die Ratten) (1955)
Ambientato nella Berlino dei primi anni ’50, ancora segnata dalle ferite della Seconda Guerra Mondiale, il film racconta la drammatica storia di Pauline Karka, una giovane profuga polacca, incinta e senza mezzi. Per disperazione, accetta di vendere il suo bambino non ancora nato ad Anna John, la proprietaria di una lavanderia che non può avere figli. Anna crescerà il bambino come suo. Tuttavia, quando Pauline, prima di trasferirsi nella Germania Ovest, chiede di rivedere suo figlio per un’ultima volta, Anna rifiuta categoricamente. In un momento di panico e confusione, Pauline rapisce per errore il figlio malato terminale di una vicina, innescando una serie di eventi tragici. Il film è un adattamento dell’opera teatrale omonima di Gerhart Hauptmann, trasposta nel difficile contesto del dopoguerra.
Invitation to the Dance (1956)
Un ambizioso progetto cinematografico interamente danzato, senza dialoghi parlati, ideato, diretto, coreografato e interpretato da Gene Kelly. Il film è strutturato in tre episodi distinti, ognuno con un proprio stile narrativo e coreutico. Il primo, “Circus”, racconta la malinconica storia di un clown (Kelly) innamorato di una ballerina, la quale però è attratta da un audace equilibrista. Il secondo, “Ring Around the Rosy”, segue le peripezie di un braccialetto che passa di mano in mano tra vari amanti, simboleggiando la fugacità delle relazioni; Kelly interpreta un marine. Il terzo episodio, “Sinbad the Sailor”, vede Kelly nei panni di un marinaio che, dopo aver acquistato una lampada magica, si ritrova a danzare in un colorato mondo animato, interagendo con personaggi dei cartoni animati. L’opera rappresenta un audace esperimento di fusione tra cinema e danza, con la partecipazione di celebri ballerini dell’epoca.
La parola ai giurati (12 Angry Men) (1957)
In una soffocante giornata estiva a New York, dodici giurati sono chiamati a decidere il destino di un giovane portoricano accusato dell’omicidio di primo grado del padre. Un verdetto di colpevolezza comporterebbe la sedia elettrica. Inizialmente, undici giurati sono convinti della colpevolezza dell’imputato e propendono per una rapida condanna. Tuttavia, il Giurato Numero 8 (interpretato da Henry Fonda), un architetto riflessivo, è l’unico a votare per l’assoluzione, sollevando un “ragionevole dubbio”. Rinchiusi nella stanza della giuria, i dodici uomini iniziano un’intensa e serrata discussione, analizzando le prove, smascherando pregiudizi personali, apatia e pressioni conformiste. Attraverso un dialogo serrato e il riesame dei fatti, la dinamica del gruppo cambia, portando a una graduale riconsiderazione delle certezze iniziali in un potente dramma sulla giustizia e la responsabilità individuale.
Il posto delle fragole (Smultronstället) (1958)
L’anziano e stimato professore di medicina Isak Borg, un uomo freddo e distaccato, intraprende un viaggio in automobile da Stoccolma a Lund, dove deve ricevere un’onorificenza per i suoi 50 anni di carriera. È accompagnato dalla nuora Marianne, con cui ha un rapporto teso. Durante il tragitto, che si popola di incontri casuali con autostoppisti e vecchie conoscenze, Isak è tormentato da sogni vividi e ricordi del passato. Questo viaggio si trasforma in un’esplorazione interiore, costringendolo a confrontarsi con la solitudine della sua esistenza, i fallimenti affettivi, gli amori perduti, il rapporto con il figlio Evald e la presa di coscienza della propria aridità emotiva. Il film è una profonda riflessione sulla vita, la morte, la memoria e la possibilità di una tardiva riconciliazione con se stessi e con gli altri.
I cugini (Les Cousins) (1959)
Charles, un giovane provinciale serio, studioso e un po’ ingenuo, si trasferisce a Parigi per frequentare l’università e va a vivere nell’appartamento del cugino Paul, un ragazzo parigino cinico, mondano e dissoluto. Mentre Charles si immerge negli studi con dedizione, Paul conduce una vita gaudente, tra feste, alcol e avventure superficiali. Entrambi si invaghiscono della stessa ragazza, la bella e indecisa Florence. Il contrasto tra i due caratteri e stili di vita, l’innocenza di Charles contro il disincanto di Paul, crea una crescente tensione emotiva e una rivalità che sfocia in un drammatico e inatteso epilogo. Il film è un’acuta analisi della gioventù, delle illusioni perdute e della corruzione morale nella Parigi della Nouvelle Vague.
Lazarillo di Tormes (El Lazarillo de Tormes) (1960)
Adattamento cinematografico del celebre romanzo picaresco spagnolo anonimo del XVI secolo, La vida de Lazarillo de Tormes y de sus fortunas y adversidades. Il film segue le peripezie di Lázaro, un ragazzo di umili origini che, per sopravvivere in una società spagnola segnata dalla povertà e dall’ipocrisia, deve servire una serie di padroni, ognuno dei quali incarna un vizio o un aspetto criticabile dell’epoca. Dal furbo e crudele cieco che lo “svezza” alle durezze della vita, al clerico avaro e spietato, fino allo scudiero squattrinato ma ossessionato dall’onore, Lázaro impara a usare l’astuzia e l’inganno per procurarsi il cibo e tirare avanti, offrendo uno spaccato satirico e amaro della Spagna del Secolo d’Oro.
La notte (1961)
Giovanni Pontano, un affermato scrittore milanese, e sua moglie Lidia, attraversano una profonda crisi esistenziale e coniugale. Il film li segue nell’arco di una giornata e della notte successiva, iniziando con la visita a un amico intellettuale in fin di vita in una clinica. Successivamente, partecipano alla presentazione del nuovo libro di Giovanni, vagano per la città, assistono a uno spettacolo in un night-club e, infine, prendono parte a una sfarzosa e interminabile festa nella villa di un ricco industriale. Durante queste ore, emergono con forza l’incomunicabilità della coppia, l’alienazione, la noia, il vuoto dei sentimenti e la superficialità del mondo borghese che li circonda. Entrambi cercano distrazioni effimere e avventure passeggere, confrontandosi con la dolorosa consapevolezza della fine del loro amore e l’aridità delle loro vite.
Una maniera d’amare (A Kind of Loving) (1962)
Vic Brown è un giovane disegnatore che lavora in una fabbrica in una grigia città industriale del nord dell’Inghilterra. Inizia una relazione con Ingrid Rothwell, una dattilografa della stessa azienda. Quando Ingrid rimane incinta, Vic, pur con riluttanza, accetta di sposarla. La coppia è costretta ad andare a vivere con la madre di Ingrid, una donna autoritaria e invadente, e Vic inizia a sentirsi intrappolato in un matrimonio e in una vita che non desiderava, piena di frustrazioni e risentimento. Il film, esponente del “kitchen sink drama” britannico, esplora con realismo le pressioni sociali, le difficoltà della vita operaia, le aspettative deluse e la complessa ricerca di un amore autentico e di una forma di felicità nell’Inghilterra dei primi anni ’60, in un’epoca di cambiamenti sociali e morali.
Bushido – La saga dei samurai (Bushidô zankoku monogatari) (1963)
Attraverso una narrazione che abbraccia sette generazioni, dal XVII secolo al Giappone contemporaneo (1963), il film racconta la storia della famiglia Iikura. Susumu Iikura, un salaryman moderno, dopo che la sua fidanzata tenta il suicidio a causa della sua dedizione ossessiva al lavoro, inizia a riesaminare i diari dei suoi antenati. Scopre una lunga e tragica cronaca di sacrifici estremi, umiliazioni e crudeltà subite dai suoi avi in nome di una cieca e inflessibile lealtà (Bushido) verso i loro signori feudali, e successivamente verso lo stato o l’azienda. Ogni episodio rivela come i suoi antenati siano stati costretti a violare la propria coscienza e a sacrificare affetti e vite per obbedire a ordini spesso capricciosi e disumani. Il film è una potente critica al concetto di lealtà assoluta e alle sue devastanti conseguenze, tracciando un parallelo tra il codice samurai e le pressioni del mondo корпораativo moderno.
Il diavolo (1963)
Amedeo Ferretti, un maturo e ingenuo commerciante italiano di pellicce, si reca in Svezia per affari, nutrendo al contempo la segreta speranza di verificare di persona la leggendaria libertà sessuale delle donne scandinave, un mito molto diffuso nell’Italia dell’epoca. Tuttavia, i suoi tentativi di approccio si rivelano goffi e fallimentari. Tra malintesi culturali, imprevisti e la sua stessa timidezza mascherata da spavalderia, Amedeo colleziona una serie di situazioni imbarazzanti e delusioni, scontrandosi con una realtà ben diversa dalle sue fantasie e mettendo a nudo i cliché e le ingenuità del maschio italiano all’estero in cerca di avventure facili.
L’estate arida (Susuz Yaz) (1964)
In un arido villaggio dell’Anatolia occidentale, Osman, un ambizioso e spietato coltivatore di tabacco, decide di appropriarsi della sorgente d’acqua che sgorga sulla sua terra, costruendo una diga per deviare l’intero flusso verso i suoi campi e privando così gli altri abitanti del villaggio della risorsa idrica essenziale per la loro sopravvivenza. Suo fratello minore, Hasan, più mite e giusto, disapprova le azioni di Osman ma non riesce a contrastarlo efficacemente. La situazione si complica ulteriormente quando Hasan sposa la giovane e bella Bahar. Mentre Hasan viene ingiustamente imprigionato a causa delle macchinazioni di Osman, quest’ultimo, accecato dall’avidità e dalla lussuria, tenta di sedurre Bahar. Il film è un potente dramma rurale che esplora i temi della brama di potere, dell’ingiustizia sociale, della lotta per le risorse e della condizione femminile in una società patriarcale.
Agente Lemmy Caution: missione Alphaville (Alphaville, une étrange aventure de Lemmy Caution) (1965)
L’agente segreto Lemmy Caution, figura iconica del cinema noir, viene inviato in missione ad Alphaville, una città dispotica del futuro situata in un’altra galassia. Alphaville è governata dal potente computer Alpha 60, creato dallo scienziato Professor von Braun (alias Leonard Nosferatu), che ha bandito ogni forma di emozione, amore, poesia e individualità, imponendo una logica ferrea e punendo con la morte ogni deviazione. Caution ha il compito di ritrovare un agente scomparso, Henri Dickson, e di neutralizzare von Braun. Nella città alienante, incontra Natacha, la figlia dello scienziato, una giovane donna che non conosce il significato di parole come “amore” o “coscienza”. Caution cercherà di risvegliare in lei i sentimenti umani e di distruggere il regime totalitario di Alpha 60. Il film è una singolare e innovativa fusione di fantascienza distopica, film noir e riflessione filosofica, girato interamente nella Parigi contemporanea, utilizzata per rappresentare la città futuristica.
Cul-de-sac (1966)
Due gangster feriti e in fuga, il corpulento e sgradevole Richard “Dickie” e il suo compagno morente Albie, trovano rifugio in un isolato e spettrale castello sulla costa della Northumbria, accessibile solo durante la bassa marea. Il castello è abitato da una coppia eccentrica: George, un ex industriale inglese, nevrotico e sottomesso, e la sua giovane, bella e ninfomane moglie francese, Teresa. L’irruzione dei criminali sconvolge la già precaria routine della coppia, innescando un claustrofobico e surreale gioco psicologico fatto di umiliazioni, perversioni, lotte di potere e umorismo nero. Le dinamiche tra i quattro personaggi si fanno sempre più tese e bizzarre, con l’arrivo di inattesi visitatori che complicano ulteriormente la situazione, portando a un finale violento e grottesco.
Il vergine (Le Départ) (1967)
Marc, un giovane e impulsivo apprendista parrucchiere di Bruxelles, ha una passione sfrenata per le automobili da corsa e sogna di partecipare a un imminente rally. Per farlo, necessita di una Porsche 911S, ma il suo datore di lavoro si rifiuta di prestargliela. Determinato a realizzare il suo sogno, Marc, con l’aiuto della sua paziente e innamorata fidanzata Michèle, si lancia in una serie di tentativi, spesso maldestri e al limite della legalità, per procurarsi l’auto. Questa ricerca frenetica lo porta a vivere una serie di avventure tragicomiche che mettono in luce la sua immaturità, la sua incapacità di impegnarsi seriamente nella relazione con Michèle e le sue infantili ossessioni. Il film, girato con lo stile vivace e innovativo della Nouvelle Vague, è un ritratto ironico e agrodolce delle inquietudini e delle aspirazioni giovanili.
Ole dole doff (Chi l’ha visto morire?) (1968)
Sören Mårtensson è un insegnante elementare in una scuola di Malmö, Svezia. Liberale e idealista, ma interiormente debole e tormentato, lotta quotidianamente per mantenere il controllo di una classe di studenti particolarmente indisciplinati, provocatori e talvolta crudeli. Ogni lezione si trasforma in una estenuante battaglia di potere, in cui Mårtensson, rifiutando metodi autoritari, si sente progressivamente sopraffatto e umiliato. Il film, girato in bianco e nero con uno stile quasi documentaristico, esplora con acutezza la frustrazione del docente, il suo isolamento, le sue notti insonni popolate da incubi e il crescente divario generazionale che lo spinge verso un tragico limite di sopportazione psicologica. Il titolo originale svedese, “Ole dole doff”, è l’inizio di una conta infantile, mentre il titolo internazionale, “Who Saw Him Die?”, allude al drammatico destino del protagonista.
Opere giovanili (Rani radovi) (1969)
Ispirato direttamente agli scritti giovanili di Karl Marx e profondamente influenzato dal clima delle manifestazioni studentesche del 1968 in Jugoslavia, il film segue le vicende di tre giovani uomini e una ragazza di nome Jugoslava. Animati da ferventi ideali rivoluzionari e da un profondo disprezzo per la stagnante routine della vita piccolo-borghese, decidono di passare all’azione. Si recano nelle campagne e nelle fabbriche con l’obiettivo di “risvegliare la coscienza” del popolo e dei lavoratori, incitandoli alla lotta per l’emancipazione e per una vita più degna. Tuttavia, il loro entusiasmo si scontra duramente con la realtà: l’indifferenza, il primitivismo, ma anche i propri limiti personali, le debolezze, l’incapacità e le gelosie interne al gruppo. La loro missione fallisce miseramente, portandoli all’arresto e a una profonda disillusione, che culmina in un atto finale tragico e fortemente simbolico, rappresentando il naufragio dell’utopia rivoluzionaria. Il film è un’opera chiave dell’onda nera jugoslava, caratterizzata da un approccio allegorico e fortemente critico.
1970
Nessun Orso d’Oro assegnato. L’edizione del festival fu interrotta a causa delle controversie suscitate dalla proiezione del film O.k. di Michael Verhoeven, una pellicola critica sulla guerra del Vietnam. Questo evento portò a significative riflessioni interne al festival e alla successiva creazione della sezione Forum, dedicata a opere più sperimentali e politicamente impegnate.
Il giardino dei Finzi Contini (1971)
Tratto dall’omonimo capolavoro letterario di Giorgio Bassani, il film di Vittorio De Sica è ambientato a Ferrara negli anni cruciali che precedono e accompagnano l’emanazione delle leggi razziali fasciste e lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Al centro della narrazione vi è l’antica e aristocratica famiglia ebrea dei Finzi Contini, che vive isolata dal mondo esterno nel lussuoso e incantato giardino della propria villa. Qui, i giovani figli Micòl e Alberto, insieme a un gruppo di amici, tra cui il narratore Giorgio (alter ego di Bassani), vivono le loro giornate tra partite a tennis, studi, amori giovanili, speranze e illusioni, cercando di ignorare la crescente e minacciosa ombra dell’antisemitismo e della guerra. Tuttavia, la brutalità della storia irromperà inesorabilmente nel loro mondo protetto, portando alla progressiva esclusione sociale, alla perdita dei diritti fondamentali e, infine, alla tragedia della deportazione.
I racconti di Canterbury (1972)
Secondo film della “Trilogia della Vita” di Pier Paolo Pasolini, I racconti di Canterbury è un adattamento cinematografico di otto delle celebri novelle contenute nell’opera omonima trecentesca di Geoffrey Chaucer. La cornice narrativa vede un eterogeneo gruppo di pellegrini inglesi, rappresentanti di varie classi sociali, in viaggio verso la cattedrale di Canterbury per rendere omaggio alla tomba di San Tommaso Becket. Per ingannare il tempo durante il cammino, ciascun pellegrino racconta una storia. Le novelle scelte da Pasolini spaziano dal comico al licenzioso, dal tragico al farsesco, offrendo uno spaccato vivace, irriverente e profondamente umano della società medievale. Pasolini stesso compare nel film nel ruolo di Chaucer, l’autore. Con un’attenzione particolare alla fisicità dei corpi, alla vitalità popolare e a una rappresentazione del sesso come forza naturale e pre-ideologica, il regista esplora temi come l’amore, la morte, la fortuna, la corruzione del clero e l’ipocrisia sociale, il tutto immerso in un’ambientazione inglese ricreata con cura filologica e visionaria.
Tuoni lontani (Ashani Sanket) (1973)
Diretto da Satyajit Ray e basato sull’omonimo romanzo di Bibhutibhushan Bandopadhyay, Tuoni lontani è ambientato in un remoto villaggio del Bengala durante la Seconda Guerra Mondiale. Il film esamina con profonda umanità gli effetti devastanti della Grande Carestia del 1943, un disastro “creato dall’uomo” che causò la morte di oltre tre milioni di persone. La storia è narrata attraverso gli occhi di Gangacharan, un giovane bramino istruito che svolge le funzioni di insegnante, medico e sacerdote del villaggio, e di sua moglie Ananga. Inizialmente, la vita nel villaggio scorre tranquilla, quasi ignara del conflitto mondiale, simboleggiato solo dal rombo lontano degli aerei (i “tuoni lontani”). Tuttavia, la carestia inizia a farsi sentire con la progressiva scarsità di riso e l’impennata dei prezzi. Ray mostra con ritmo pacato ma inesorabile il graduale disfacimento delle norme sociali e morali tradizionali sotto la pressione della fame e della disperazione. La lotta per la sopravvivenza spinge gli individui a comportamenti estremi, ma fa emergere anche gesti di solidarietà e una nuova, dolorosa consapevolezza della fragilità umana e delle ingiustizie sociali.
Soldi ad ogni costo (The Apprenticeship of Duddy Kravitz) (1974)
Duddel “Duddy” Kravitz è un giovane ebreo cresciuto nel quartiere popolare di St. Urbain Street a Montréal durante gli anni ’40. Ambizioso, energico e privo di scrupoli, Duddy è ossessionato dal monito del nonno Simcha: “Un uomo senza terra non è nessuno”. Questa frase diventa il suo mantra, spingendolo in una frenetica e spregiudicata corsa per accumulare denaro e acquistare un appezzamento di terreno sul lago Laurentian, che considera il simbolo del successo e del riscatto sociale. Per raggiungere il suo scopo, Duddy si lancia in svariate imprese commerciali, spesso disoneste o al limite della legalità, non esitando a manipolare e sfruttare amici, amanti (come la gentile Yvette) e persino familiari. La sua implacabile determinazione lo porterà a realizzare il suo sogno, ma a un prezzo altissimo in termini di affetti, relazioni umane e integrità morale. Il film è una satira agrodolce sull’ossessione del successo e sulla corruzione del “sogno americano” in salsa canadese.
Adozione (Örökbefogadás) (1975)
Kata, un’operaia ungherese di 43 anni, vive sola e conduce una vita indipendente. Desidera ardentemente avere un figlio dal suo amante di lunga data, Jóska, un uomo sposato che però non condivide questo suo desiderio. La vita di Kata prende una svolta inaspettata quando stringe amicizia con Anna, un’adolescente problematica che vive in un istituto statale per ragazze abbandonate dai genitori fin dall’età di sei anni. Anna fugge spesso dall’istituto per incontrare il suo ragazzo, Sanyi, che vorrebbe sposare nonostante la giovane età. Kata si affeziona ad Anna e decide di aiutarla, intercedendo presso i suoi genitori per ottenere il consenso al matrimonio. Attraverso il rapporto con Anna e la sua esperienza con la realtà dei bambini abbandonati, Kata sviluppa una nuova sensibilità e consapevolezza, che la portano a riconsiderare le sue priorità e a prendere la decisione di adottare un bambino dall’orfanotrofio. Il film di Márta Mészáros esplora con delicatezza e realismo temi come la maternità, la solitudine femminile, il desiderio di famiglia e le dinamiche sociali nell’Ungheria comunista degli anni ’70.
Buffalo Bill e gli indiani (Buffalo Bill and the Indians, or Sitting Bull’s History Lesson) (1976)
Il film di Robert Altman è una satira pungente e una decostruzione del mito del West americano, incentrata sulla figura di William F. Cody, alias Buffalo Bill, e il suo celeberrimo “Wild West Show”. Nel 1885, per aumentare l’attrattiva del suo spettacolo, Buffalo Bill (interpretato da Paul Newman) ingaggia il leggendario capo Sioux Toro Seduto. Bill spera di sfruttare la fama del capo indiano per i suoi scopi commerciali, ma Toro Seduto si rifiuta di conformarsi all’immagine stereotipata e caricaturale dell’indiano selvaggio che lo show vorrebbe imporgli. Egli insiste invece per rappresentare la verità storica del suo popolo e le ingiustizie subite. Questo crea un inevitabile conflitto con Buffalo Bill, più interessato alla creazione e alla vendita della finzione spettacolare e autocelebrativa che alla scomoda realtà storica. Il film esplora con ironia e uno stile corale tipicamente altmaniano il divario tra mito e storia, la costruzione delle leggende americane, la mercificazione della cultura nativa e il razzismo intrinseco nella narrazione della frontiera.
L’ascesa (Восхождение – Voskhozhdeniye) (1977)
Durante il gelido inverno del 1942, nella Bielorussia occupata dalle truppe naziste, due partigiani sovietici, il pragmatico e robusto Rybak e l’intellettuale ed ex insegnante Sotnikov, fisicamente più debole e malato, vengono inviati dal loro reparto in cerca di cibo. Dopo uno scontro a fuoco con una pattuglia tedesca, in cui Sotnikov rimane ferito a una gamba, i due trovano rifugio nella casa di Demchikha, una contadina madre di tre bambini. Vengono però scoperti e catturati dai tedeschi insieme ad altri abitanti del villaggio. Condotti al quartier generale della polizia collaborazionista locale, vengono interrogati e torturati da Portnov, un ex insegnante russo passato al servizio dei nazisti. Di fronte alla prospettiva della morte, i due uomini reagiscono in maniera diametralmente opposta: Sotnikov, pur stremato dalle ferite e dalle torture, affronta la prigionia e l’esecuzione con stoica dignità, incrollabile fedeltà ai suoi ideali e una sorta di trasfigurazione spirituale, quasi cristologica. Rybak, invece, terrorizzato dalla morte, cerca disperatamente di salvarsi la vita, arrivando a tradire e a collaborare con il nemico. Il film di Larisa Shepitko è una potente e austera riflessione sulla natura del coraggio, del tradimento, del sacrificio, della fede e della condizione umana di fronte a scelte estreme.
Ascensor (1978)
Questo cortometraggio spagnolo mette in scena una situazione tanto comune quanto potenzialmente ansiogena: quattro persone sconosciute – un uomo d’affari, una donna elegante, un operaio e un prete – si ritrovano bloccate all’interno di un ascensore. Con il passare dei minuti e l’aumentare della tensione dovuta all’immobilità forzata e all’incertezza, le convenzioni sociali e le maschere indossate dai personaggi iniziano a vacillare. L’ambiente claustrofobico dell’ascensore diventa un microcosmo in cui emergono le vere personalità, le paure recondite, i pregiudizi e le dinamiche di potere tra individui rappresentanti diverse realtà sociali e umane, costretti a un confronto imprevisto.
Las truchas (1978)
Un’associazione sportiva di pescatori di trote si riunisce, come ogni anno, per il tradizionale banchetto celebrativo in un ristorante. Quella che dovrebbe essere un’occasione festosa e conviviale si trasforma progressivamente in una serie di eventi surreali, grotteschi e imbarazzanti. Diversi imprevisti, tra cui uno sciopero del personale del ristorante, l’arrivo di ospiti inattesi e, soprattutto, la pessima qualità delle trote servite (chiaramente avariate), minano la riuscita della cena. Nonostante l’evidenza, i commensali, rappresentanti di una certa borghesia spagnola dell’epoca franchista, si ostinano a negare il problema e a continuare il banchetto come se nulla fosse. Il film è una corrosiva satira sociale che, attraverso la metafora delle trote marce, critica l’ipocrisia, la decadenza e l’incapacità di affrontare la realtà di una classe dirigente ancorata a rituali vuoti e a un’immagine di rispettabilità ormai logora.
Las palabras de Max (1978)
Max è un sociologo sulla cinquantina, separato dalla moglie, che vive un’esistenza segnata da una profonda solitudine e da un senso di alienazione. Cerca di colmare questo vuoto interiore attraverso incontri fugaci e spesso insoddisfacenti con amici, una giovane amante e vecchie conoscenze. La sua vita cambia parzialmente quando deve prendersi cura della figlia adolescente, Sara, con la quale instaura un rapporto complesso, fatto di tentativi di dialogo e incomprensioni. Il film è un ritratto di un uomo alla ricerca di un significato nella propria esistenza, in una Madrid segnata dalla transizione post-franchista.
SoloSunny (1980)
Ingrid Sommer, soprannominata “Sunny”, è una giovane e carismatica cantante di un gruppo musicale rock nella Berlino Est degli anni ’70. Ribelle, anticonformista e insofferente alle rigide convenzioni sociali e politiche della Repubblica Democratica Tedesca, Sunny sogna di esprimere liberamente il proprio talento e di vivere una vita autentica. Il film segue il suo percorso attraverso i concerti, le prove, le relazioni sentimentali spesso complicate, le amicizie, le delusioni e le speranze. Sunny è un personaggio complesso e contraddittorio, diviso tra il desiderio di successo e la paura di compromettere la propria integrità artistica, tra la ricerca dell’amore e l’incapacità di legarsi stabilmente. Il film è un ritratto vivido e malinconico di una generazione di giovani artisti nella Germania Est, alle prese con le contraddizioni del sistema socialista e la ricerca di una propria identità.
Deprisa, deprisa (1981)
Ambientato nella periferia degradata di Madrid, il film segue le vite di quattro giovani delinquenti: Pablo, Meca, Sebas e El Pirri. Provenienti da famiglie disagiate e senza prospettive, i ragazzi si dedicano a una vita di piccoli crimini, furti d’auto, rapine e consumo di droga. Vivono alla giornata, senza regole né futuro, in un ambiente di violenza, degrado e cinismo. La loro esistenza è scandita da fughe dalla polizia, risse, notti in discoteca e brevi relazioni sentimentali. Il film, girato con uno stile crudo e realistico, senza abbellimenti né giudizi morali, è un ritratto spietato di una generazione perduta, di una gioventù emarginata e senza speranza nella Spagna della transizione democratica.
Veronika Voss (1982)
Nella Monaco di Baviera del 1955, la vita di Robert Krohn, un giornalista sportivo, viene sconvolta dall’incontro con Veronika Voss, un’ex diva del cinema tedesco degli anni ’40, ora caduta in disgrazia e dipendente dalla morfina. Affascinato e turbato dalla donna, Robert inizia a indagare sul suo passato e sulla sua misteriosa relazione con la dottoressa Marianne Katz, una psichiatra senza scrupoli che la tiene sotto controllo. Robert scopre una rete di corruzione e traffico di droga che coinvolge la dottoressa Katz e altri personaggi influenti. Veronika, sempre più confusa e disorientata, è vittima di un complotto che la porterà a un tragico destino. Il film, girato in un elegante bianco e nero, è un noir sofisticato e malinconico che, attraverso la storia di una diva dimenticata, esplora i temi della memoria, della perdita, della colpa e della manipolazione.
Ascesa e caduta di Nora Helmer (Eine Billige Geschichte) (1982)
Questo film tedesco è un adattamento del dramma “Casa di bambola” di Henrik Ibsen, ambientato nella Germania Ovest degli anni ’80. Nora Helmer è una giovane donna sposata a un uomo autoritario e maschilista, che la tratta come una bambola, privandola di autonomia e dignità. Nora si sente intrappolata in un matrimonio senza amore e in una società che la relega a un ruolo subalterno. Quando un segreto del passato minaccia la sua famiglia, Nora prende una decisione radicale che sconvolge la sua vita e quella del marito. Il film esplora i temi dell’emancipazione femminile, della crisi del matrimonio borghese e della ricerca di una propria identità.
Hanna K. (1983)
Hanna Kaufman è un’avvocata ebrea che lavora in Israele. Idealista e impegnata nella difesa dei diritti umani, Hanna si ritrova a difendere un palestinese accusato di terrorismo. Il caso la mette di fronte a dilemmi etici e politici complessi, e la costringe a confrontarsi con il conflitto israelo-palestinese, le sue radici storiche e le sue conseguenze umane. Hanna si innamora del suo cliente, ma la loro relazione è ostacolata dalle tensioni politiche e sociali. Il film esplora i temi della giustizia, della tolleranza, dell’identità e della possibilità di superare l’odio e la violenza.
Flusso di denaro (Streamers) (1984)
Ambientato in una caserma dell’esercito americano durante la guerra del Vietnam, il film segue le vite di un gruppo di giovani soldati in attesa di essere inviati al fronte. I ragazzi, provenienti da diverse estrazioni sociali e con diverse motivazioni, cercano di affrontare la paura, l’incertezza e la brutalità della guerra attraverso la camaraderie, la musica, le droghe e i racconti. La tensione cresce con l’arrivo di un nuovo soldato, un ragazzo nero di nome Carlyle, che si rivela violento e instabile. Il film esplora i temi del razzismo, della mascolinità tossica, della violenza e degli effetti devastanti della guerra sulla psiche umana.
Donna (Die Frau und der Fremde) (1985)
Barbara, una giovane donna della Germania Est, è sposata con Philipp, un uomo autoritario e violento. Infelice e oppressa, Barbara trova conforto in una relazione extraconiugale con Hermann, un uomo sensibile e comprensivo. Quando Philipp scopre la relazione, la vita di Barbara viene sconvolta. Il film esplora i temi della violenza domestica, dell’emancipazione femminile, della ricerca della felicità e delle difficoltà di vivere in una società repressiva.
Ginger e Fred (1986)
Amelia Bonetti e Pippo Botticella, in arte “Ginger e Fred”, sono due anziani ballerini che negli anni ’40 imitavano la celebre coppia americana Ginger Rogers e Fred Astaire. Dopo anni di separazione, vengono invitati a partecipare a uno squallido varietà televisivo natalizio. L’incontro tra i due riaccende vecchi ricordi, rancori e un’antica passione. Il film è una satira agrodolce sul mondo della televisione commerciale, sulla nostalgia del passato e sulla difficoltà di invecchiare in una società che celebra la giovinezza e il successo effimero.
Il tema (Тема) (1987)
Yevgeny Pavlovich Yesenin è un famoso scrittore sovietico in crisi creativa. Stanco del successo e della fama, decide di fuggire dalla città e rifugiarsi in un piccolo villaggio per ritrovare l’ispirazione. Lì incontra Sasha, una giovane donna anticonformista e indipendente, che lo sfida e lo spinge a confrontarsi con le proprie paure e insicurezze. Il film esplora i temi della crisi artistica, della ricerca di un significato nella vita, del rapporto tra uomo e donna e delle tensioni tra individuo e società.
Rain Man – L’uomo della pioggia (Rain Man) (1988)
Charlie Babbitt, un giovane e ambizioso venditore d’auto, scopre che il padre, da cui era lontano da anni, gli ha lasciato in eredità una fortuna. Tuttavia, il denaro non va a lui, ma al fratello maggiore Raymond, un uomo autistico con una straordinaria memoria e abilità matematiche, ma incapace di vivere autonomamente. Charlie decide di rapire Raymond e portarlo con sé in un viaggio attraverso gli Stati Uniti, sperando di ottenere la sua parte di eredità. Durante il viaggio, i due fratelli imparano a conoscersi e a volersi bene, superando le incomprensioni e i pregiudizi. Il film esplora i temi della famiglia, della fratellanza, della diversità e della capacità di amare e accettare gli altri.
Kuduz (1989)
Kuduz è un uomo violento e impulsivo, appena uscito di prigione. Cerca di rifarsi una vita e di riconquistare l’amore della moglie e dei figli, ma il suo passato lo perseguita. Il film esplora i temi della violenza, della redenzione, della difficoltà di cambiare e delle conseguenze delle proprie azioni.
Scivolando verso la gloria (Music Box) (1990)
Ann Talbot, un’avvocata di successo, si ritrova a difendere il padre, accusato di essere un criminale di guerra nazista. Convinta dell’innocenza del padre, Ann si impegna a fondo nel processo, ma le prove che emergono la mettono di fronte a una verità sconvolgente. Il film esplora i temi della memoria, della colpa, del rapporto tra padri e figli e della difficoltà di accettare la verità.
La casa del sorriso (Il sorriso del grande tentatore) (1991)
Questo film italiano è una commedia satirica ambientata in una casa di riposo per anziani. Un gruppo di ospiti, stanchi della routine e delle restrizioni, decide di ribellarsi e di organizzare una serie di scherzi e bravate. Il film esplora i temi dell’invecchiamento, della solitudine, della voglia di vivere e della ribellione contro le convenzioni sociali.
Grand Canyon – Il cuore della città (Grand Canyon) (1991)
Il film intreccia le storie di un gruppo di persone di diversa estrazione sociale e culturale che vivono a Los Angeles. Un incidente stradale innesca una serie di eventi che li porta a confrontarsi con la violenza, il razzismo, la paura e la solitudine della vita urbana. Il film esplora i temi della diversità, della comunicazione, della ricerca di un significato nella vita e della possibilità di trovare un’unità in una società frammentata.
La centrale (Utz) (1992)
Questo film racconta la storia di Kaspar Utz, un uomo che vive a Praga e ha una passione per la collezione di porcellane. Durante il periodo comunista, Utz cerca di proteggere la sua collezione dalle autorità, ma la sua vita viene sconvolta quando decide di emigrare in Occidente. Il film esplora i temi della passione, della perdita, della memoria e della difficoltà di vivere in un mondo diviso.
Baile con lobos (Ballhaus) (1993)
Questo film tedesco è un omaggio alla storia del cinema e della danza. Ambientato in una sala da ballo, il film ripercorre i momenti salienti del XX secolo attraverso la musica, i balli e le storie dei personaggi che frequentano il locale. Il film esplora i temi della memoria, della nostalgia, del cambiamento e della capacità dell’arte di superare le barriere del tempo e dello spazio.
Rain without Thunder (1993)
Questo film di fantascienza distopica è ambientato in un futuro in cui l’aborto è illegale negli Stati Uniti. Il film segue le vicende di un gruppo di persone che lottano per i diritti delle donne e contro un regime oppressivo. Il film esplora i temi della libertà, della giustizia, della discriminazione e della resistenza.
L’esca (L’Appât) (1995)
Tre giovani parigini, Nathalie, Eric e Bruno, sognano una vita di lusso e successo. Per raggiungere il loro scopo, decidono di mettere in atto un piano criminale: Nathalie, con la sua bellezza e il suo fascino, attira uomini facoltosi, che poi vengono derubati e uccisi da Eric e Bruno. Il film, ispirato a un fatto di cronaca nera, esplora i temi della gioventù perduta, della brama di denaro, della manipolazione e della violenza.
Sense and Sensibility (1996)
Basato sul romanzo omonimo di Jane Austen, il film racconta la storia di due sorelle, Elinor e Marianne Dashwood, che si trovano a dover affrontare le difficoltà economiche e sentimentali dopo la morte del padre. Il film esplora i temi dell’amore, del matrimonio, della famiglia, della società e delle convenzioni sociali dell’Inghilterra del XIX secolo.
Il paziente inglese (The English Patient) (1997)
Durante la Seconda Guerra Mondiale, una giovane infermiera canadese si prende cura di un uomo gravemente ustionato, conosciuto solo come “il paziente inglese”. Attraverso i suoi ricordi, riemerge una storia di passione, tradimento e guerra ambientata nel deserto del Sahara. Il film esplora i temi dell’amore, della perdita, della memoria, della guerra e della redenzione.
Central do Brasil (1998)
Dora, una donna cinica e disillusa, lavora alla stazione centrale di Rio de Janeiro, scrivendo lettere per conto di analfabeti. La sua vita cambia quando si trova a dover accompagnare un bambino orfano alla ricerca del padre. Il viaggio attraverso il Brasile diventa un percorso di redenzione e di scoperta per entrambi. Il film esplora i temi della solitudine, della speranza, della famiglia e della ricerca di un significato nella vita.
The Thin Red Line (1999)
Ambientato durante la battaglia di Guadalcanal nella Seconda Guerra Mondiale, il film segue le vicende di un gruppo di soldati americani. Il film esplora i temi della guerra, della natura, della spiritualità, della vita e della morte.
Magnolia (1999)
Il film intreccia le storie di un gruppo di persone che vivono nella San Fernando Valley. Un evento inaspettato (una pioggia di rane) sconvolge le loro vite e li porta a confrontarsi con il passato, il presente e il futuro. Il film esplora i temi del destino, della colpa, del perdono e della possibilità di trovare una connessione umana in un mondo caotico.
Il sole (Száműzetés) (2000)
Questo film ungherese è ambientato in una remota regione della Russia. Un uomo torna a casa dopo anni di assenza e cerca di ricostruire il rapporto con la moglie e i figli. Il film esplora i temi della famiglia, della memoria, della perdita e della difficoltà di ricominciare.
Intimacy – Nell’intimità (Intimacy) (2001)
Jay è un uomo che ha una relazione sessuale con una donna di nome Claire. I due si incontrano regolarmente, ma non si conoscono veramente. Il film esplora i temi del desiderio, della solitudine, della comunicazione e della difficoltà di stabilire un legame autentico con un’altra persona.
Bloody Sunday (2002)
Il film racconta gli eventi del “Bloody Sunday”, la domenica del 1972 in cui l’esercito britannico sparò su un gruppo di manifestanti cattolici a Derry, in Irlanda del Nord. Il film esplora i temi della violenza, della giustizia, della verità e delle conseguenze del conflitto nordirlandese.
In This World (2003)
Il film segue il viaggio di due giovani afghani che cercano di raggiungere Londra come rifugiati. Il film esplora i temi dell’immigrazione, della povertà, della speranza e della ricerca di una vita migliore.
Head-On – Contro il muro (Gegen die Wand) (2004)
Cahit, un uomo turco-tedesco con problemi di alcolismo e tendenze suicide, incontra Sibel, una giovane donna turca che cerca di sfuggire al controllo della sua famiglia. I due decidono di sposarsi per convenienza, ma il loro rapporto si trasforma in qualcosa di più complesso. Il film esplora i temi dell’identità, della libertà, della famiglia, della tradizione e della modernità.
U-Carmen e-Khayelitsha (2005)
Questo film sudafricano è un adattamento dell’opera “Carmen” di Bizet, ambientato in una township vicino a Città del Capo. Il film esplora i temi dell’amore, della gelosia, della violenza e della lotta per la sopravvivenza in un ambiente difficile.
Grbavica (2006)
Esma, una donna bosniaca che vive a Sarajevo, cerca di ottenere un certificato che attesti che sua figlia è figlia di un soldato caduto durante la guerra. Il film esplora i temi della guerra, del trauma, della memoria, della maternità e della difficoltà di superare il passato.
Tuya’s Wedding (2007)
Tuya, una donna mongola che vive nella steppa, cerca un nuovo marito che possa aiutarla a prendersi cura del suo ex marito, paralizzato a seguito di un incidente. Il film esplora i temi della famiglia, della responsabilità, della tradizione e della modernità.
Tropa de Elite – Gli squadroni della morte (Tropa de Elite) (2008)
Ambientato a Rio de Janeiro, il film segue le vicende di un capitano del BOPE, un’unità speciale della polizia brasiliana, impegnato a combattere il traffico di droga. Il film esplora i temi della violenza, della corruzione, della giustizia e della brutalità della vita nelle favelas.
Il nastro bianco (Das weiße Band – Eine deutsche Kindergeschichte) (2009)
Ambientato in un villaggio della Germania settentrionale alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, il film racconta una serie di eventi misteriosi e inquietanti che coinvolgono i bambini e le loro famiglie. Il film esplora i temi della violenza, della colpa, della repressione e delle radici del male.
Bal – Il miele (Bal) (2010)
Questo film turco racconta la storia di un bambino che vive in una remota regione montuosa e ha un rapporto speciale con il padre, un apicoltore. Il film esplora i temi della natura, della famiglia, dell’innocenza e della perdita.
Una separazione (Jodaeiye Nader az Simin) (2011)
Una coppia iraniana si trova a dover affrontare una difficile decisione: rimanere in Iran per prendersi cura del padre malato o emigrare per dare un futuro migliore alla figlia. Il film esplora i temi della famiglia, della moralità, della giustizia e delle tensioni tra tradizione e modernità.
Cesare deve morire (2012)
Questo film documentario racconta la messa in scena dell’opera “Giulio Cesare” di Shakespeare da parte di un gruppo di detenuti nel carcere di massima sicurezza di Rebibbia a Roma. Il film esplora i temi della libertà, della colpa, della redenzione e della capacità dell’arte di superare le barriere.
Child’s Pose (2013)
Una donna rumena ricca e influente cerca di proteggere il figlio, accusato di aver ucciso un ragazzo in un incidente stradale. Il film esplora i temi della corruzione, del potere, della famiglia e della difficoltà di accettare la verità.
Black Coal, Thin Ice (2014)
Un ex poliziotto indaga su una serie di omicidi che hanno come filo conduttore la presenza di ghiaccio e carbone. Il film esplora i temi della violenza, della corruzione, della solitudine e della ricerca di un significato in un mondo caotico.
Taxi Teheran (Taxi) (2015)
Il regista iraniano Jafar Panahi guida un taxi per le strade di Teheran, incontrando una serie di passeggeri. Il film, girato in segreto, esplora i temi della libertà, della censura, della creatività e della vita quotidiana in Iran.
Fuocoammare (2016)
Questo documentario racconta la storia dell’isola di Lampedusa, punto di arrivo per migliaia di migranti che cercano di raggiungere l’Europa. Il film esplora i temi dell’immigrazione, della solidarietà, della paura e della difficoltà di comprendere e accogliere l’altro.
Corpo e anima (Testről és lélekről) (2017)
Due colleghi che lavorano in un macello a Budapest scoprono di condividere gli stessi sogni. Il film esplora i temi della solitudine, della comunicazione, della connessione umana e della possibilità di trovare l’amore in un luogo inaspettato.
Dog Days (Hunde) (2018)
Il film intreccia le storie di un gruppo di persone che vivono a Vienna durante un’estate particolarmente calda. Il film esplora i temi della solitudine, della frustrazione, della violenza e della difficoltà di comunicare in una società individualista.
Synonyms (2019)
Un giovane israeliano arriva a Parigi e cerca di rinnegare la propria identità e di diventare francese. Il film esplora i temi dell’identità, dell’appartenenza, della lingua e della difficoltà di integrarsi in una cultura diversa.
Non c’è male (Irradiés) (2020)
Questo film documentario esplora le conseguenze della guerra e della violenza attraverso una serie di immagini d’archivio. Il film esplora i temi della memoria, del trauma, della resilienza e della capacità umana di sopravvivere anche alle peggiori atrocità.
Bad Luck Banging or Loony Porn (2021)
Una insegnante di Bucarest vede la sua vita sconvolta quando un suo video privato finisce online. Il film esplora i temi della sessualità, della privacy, della moralità e della difficoltà di vivere in una società iperconnessa.
Alcarràs – L’ultimo raccolto (Alcarràs) (2022)
Una famiglia che coltiva pesche in un villaggio della Catalogna si trova a dover affrontare la minaccia di essere sfrattata dalla propria terra. Il film esplora i temi della famiglia, della tradizione, della perdita e della difficoltà di sopravvivere in un mondo che cambia rapidamente.
Sur l’Adamant (2023)
Questo documentario esplora la vita di un centro diurno galleggiante a Parigi, che accoglie persone con problemi di salute mentale. Il film esplora i temi della follia, della creatività, della dignità e della capacità umana di trovare una connessione anche nelle situazioni più difficili.
Dahomey (2024)
Questo documentario racconta la storia della restituzione di 26 opere d’arte del tesoro reale di Dahomey (l’attuale Benin) dalla Francia al Benin nel 2021. Il film esplora i temi della memoria, della storia, della decolonizzazione e del significato della restituzione del patrimonio culturale.
No Other Land (2024)
Questo documentario racconta la storia di un’amicizia improbabile tra un giovane attivista palestinese e un giornalista israeliano nella West Bank occupata. Il film esplora i temi dell’amicizia, della speranza, della resistenza e della difficoltà di vivere in un conflitto.