I film documentari, oltre ad essere una grande possibilità per i filmmaker indipendenti di oggi, sono film che si possono realizzare con piccoli budget e grandi motivazioni. E sono anche il territorio dove il pubblico può acquisire le più grandi consapevolezze sul mondo che ci circonda.
Senza dubbio il fascino dei film di finzione rimane grandissimo. Ma il documentario in questi ultimi 20 anni ha acquisito una rilevanza enorme. Michael Moore con i suoi documentari-guerriglia è diventato famoso in tutto il mondo, facendo uscire il documentario dalla piccola nicchia in cui si trovava. Sempre più persone preferiscono guardare documentari che li aiutano nella crescita della loro consapevolezza anziché guardare i film di finzione.
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Immigrazione, razzismo, cambiamenti climatici, problemi sociali, incontro di altre culture, natura, una finestra spalancata sul mondo che non sceglie la finzione come arma principale. Però non è sempre così. Molti documentari ad esempio proposti dalle grandi piattaforme di streaming hanno un linguaggio semplicissimo, televisivo, in alcuni casi addirittura didattico e didascalico, ma sono visti da milioni di persone perché trattano dei temi di grande interesse. Temi che ci riguardano tutti, come ad esempio documentari e consapevolezza della salute e dei prodotti alimentari nocivi sul mercato.
Ma il documentario a volte può essere anche cinema sperimentale, ricerca cinematografica e innovazione delle forme e delle immagini. Le contaminazioni tra il documentario e la finzione aiutano il cinema indipendente a crescere. Mentre il Neorealismo filmava la realtà utilizzando una messa in scena, anche se gli attori erano non professionisti, oggi c’è una tendenza ad utilizzare la realtà vera e propria anche nel cinema di finzione, grazie all’utilizzo di macchine da presa leggerissime.
Per girare un film documentario ci vuole un coraggio superiore a quello necessario per girare un film di finzione comodamente seduti sulla sedia da regista. Perché se è vero come dice Syd Field che l’essenza della narrazione è il conflitto, è vero anche che il conflitto nella realtà non vuole farsi filmare. Il documentarista va in cerca del conflitto ma anziché ricostruirlo e approfondirlo con la finzione lo vuole firmare in modo diretto. Niente di più difficile.
Il conflitto nel mondo in cui viviamo è ovunque, Ma si nasconde molto bene. Nella realtà esteriore indossa maschere e travestimenti. Nella realtà interiore si nasconde in abissi sconosciuti. Nei rapporti sociali spesso dissimula di essere un conflitto. Il documentario forse non può sempre regalarci personaggi memorabili come il cinema di finzione. Ma può mostrarci direttamente frammenti di realtà che in molti casi supera la fantasia.
Scoprire ad esempio con un documentario investigativo quali sono i meccanismi che uomini avidi creano per arricchirsi offrendo in cambio morte e distruzione. Documentari e consapevolezza delle piccole regole e gesti quotidiani che dobbiamo rispettare per salvare il pianeta. Comprendere meglio i fenomeni sociali che abbiamo sotto i nostri occhi ogni giorno ma di cui non abbiamo alcuna consapevolezza né comprensione.
Pelle vegetale
Un emozionante documentario sul misterioso rapporto tra arte e natura, tra creatività e rapporti umani. L’ artista-contadino protagonista del film ha creato un luogo in cui vivere nella natura della Sardegna, e ospita artisti che creano opere eco-compatibili che con il passare del tempo si trasformano con la Natura stessa.
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La donna dello smartphone
Ufficialmente è un film di finzione. Ma gran parte del film, quella girata con lo smartphone, è pura realtà, diario di vita, documentario che ha per argomento l’esistenza stessa e la sua misteriosa evoluzione. La donna dello smartphone mescola attori e persone reali, messa in scena e riprese estemporanee che colgono la realtà proprio nel momento in cui si manifesta.
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Home
Un documentario straordinario e innovativo sui drammatici effetti dei cambiamenti climatici sul nostro pianeta, la nostra casa. Ricorda per certi versi il radicale film sperimentale di Godfrey Reggio, Kyaanisqatsi, ed è girato tutto con immagini aeree. Un volo per il mondo alla scoperta di quanto l’uomo ha fatto del male alla Natura che lo ha creato.
Corona days
Un cinediario girato durante il lockdown iniziale della pandemia del Corona virus. Una docu fiction che racconta la realtà di quel momento ma anche il mondo interiore del protagonista della storia. L’eleborazione di un lutto e del proprio passato nella solitudine di una città deserta. Girato con grande disinvoltura, invenzione e sentimento.
Habitat
Un altro cinediario, un altro film indie documentario, ma senza alcuna finzione. La cronaca pura della ricostruzione delle vite sconvolte di 3 amici dopo un drammatico terremoto. In cerca di una nuova identità c’è chi cerca di trovare lavoro e chi sublima attraverso l’arte e il cinema il dramma che deve affrontare.
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Memorie, in viaggio verso Aushwitz
Alla ricerca di un ricordo in un luogo in cui nessuno penserebbe di cercarlo, in una visita turistica al campo di concentramento di Auschwitz. In Memorie, in viaggio verso Auschwitz il protagonista ha passato gli ultimi anni della sua vita tra carcere, droga, comunità e libri di storia, trascurando la famiglia. Il fratello, allora, per il trentesimo compleanno, decide di regalargli un viaggio in treno verso Auschwitz.
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Hampi
Il piccolo villaggio di Hampi era la capitale di un impero che si estendeva in tutta l’India meridionale. Ma con le fortificazioni della città antica in rovina, Hampi ha poche difese contro le forze di sviluppo invasori. Negli ultimi 15 anni, il turismo è cresciuto del 75% e ora minaccia lo stile di vita della comunità locale e la ricca diversità della fauna selvatica che vive nelle vicinanze.
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Ubuntu
In Ghana per aiutare un villaggio povero a trovare la sua consapevolezza e i suoi talenti. Questo documentario ci racconta la storia di Marieke de Lange, che ha fondato un teatro itinerante per responsabilizzare i bambini svantaggiati mettendo in scena spettacoli teatrali nelle loro comunità che affrontano questioni pertinenti ai loro problemi quotidiani.
L’ultimo resort
Un villaggio nell’isola di Babitim, in Indonesia è il luogo dove ha scelto di piantare le proprie radici Andrew, un paradiso tropicale e un mare cristallino, forse il più bello del mondo. Ma i pescatori locali massacrano gli squali per vendere le loro pinne e la fauna marina sta scomparendo. L’ultimo resort è il per racconto della lotta contro le brutali realtà dei pescherecci da traino per creare una zona protetta. Un modello per la conservazione dell’oceano per tutto il mondo.
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Il sogno di Omero
I sogni dei non vedenti e la loro immaginazione che si trasforma in racconto quasi mitologico. Ognuno registra i propri sogni con un registratore vocale, ognuno diventa il personaggio della storia che il proprio inconscio vuole far arrivare in superficie. Un documentario di immagini oniriche e fortemente evocative.